
Le comunità Wichi e Chorote sono due tra le tante popolazioni indigene che portano con sé un patrimonio culturale unico e un legame profondo con la natura. Ma la loro storia non è solo un racconto di tradizioni; è segnata da secoli di colonizzazione e sfruttamento che hanno trasformato le loro vite e messo a rischio la loro stessa esistenza.
Dalla colonizzazione spagnola nel XVI secolo, i Wichi e i Chorote hanno visto le loro terre invase e le risorse naturali espropriate. Gli europei, in cerca di nuovi spazi per l’agricoltura e il bestiame, hanno avviato un processo di espropriazione che ha continuato a intensificarsi nel XIX e XX secolo, con l’espansione delle frontiere agricole e l’industrializzazione che ha ridotto drasticamente le loro possibilità di sussistenza¹.
Nel XX secolo, le violenze sistematiche subirono un’accelerazione. Negli anni ’70, durante la dittatura militare argentina, i membri delle comunità indigene furono colpiti da gravi violazioni dei diritti umani, con arresti e scomparsa di leader comunitari che lottavano per la loro gente². Gli anni ’90 segnarono un periodo di crescente mobilitazione, quando le comunità iniziarono a organizzarsi per rivendicare i propri diritti territoriali, opponendosi all’industria della soia e alla deforestazione che minacciavano il loro futuro³.
Recentemente, le comunità hanno ottenuto un traguardo significativo: in una causa presentata alla Corte Interamericana dei Diritti Umani, il governo argentino è stato riconosciuto colpevole di violazioni dei diritti umani nei confronti delle popolazioni indigene. La Corte ha ordinato al governo di adottare misure concrete per garantire il rispetto dei diritti delle comunità, inclusi consultazioni adeguate sulle terre ancestrali e lo sviluppo di piani per riparare le violazioni subite. Questo può includere la protezione delle terre, l’accesso alle risorse e il riconoscimento ufficiale dei diritti territoriali, ma non implica necessariamente la restituzione immediata delle terre espropriate⁴.
La foresta del Chaco, con la sua vegetazione fittissima, laghi e fiumi, rappresenta un ecosistema ricco e diversificato, ma è costantemente minacciato dalla deforestazione e dall’agricoltura intensiva. In pochi decenni, oltre il 50% della copertura forestale è andato perduto, colpendo profondamente le comunità Wichi e Chorote, che dipendono da queste risorse naturali per la loro sussistenza, praticando tradizioni di caccia, pesca e raccolta⁵.
Le loro strutture sociali sono fortemente ancorate a legami familiari e comunitari, dove la cultura si esprime attraverso cerimonie, pratiche spirituali e tradizioni orali, elementi fondamentali per mantenere viva la loro identità. La loro visione del mondo è intrinsecamente legata alla terra, considerata sacra e fonte di vita⁶.
Tuttavia, le sfide sono immense. La mancanza di infrastrutture di base, come l’accesso a acqua potabile, servizi sanitari e scuole, ostacola lo sviluppo di queste comunità. Molti villaggi sono isolati, privi di strade adeguate, il che rende difficile il trasporto di beni e persone⁷. L’assenza di un supporto governativo efficace limita ulteriormente le opportunità di sviluppo e l’accesso a diritti fondamentali.
Le economie di sussistenza dei Wichi e dei Chorote, basate sulla raccolta di frutti selvatici, la pesca e la caccia, stanno soffrendo a causa della scarsità di risorse, amplificata dalla deforestazione e dall’industrializzazione. Questi cambiamenti forzano molti a cercare lavoro in settori meno sostenibili, compromettendo ulteriormente il loro stile di vita⁸.
Le condizioni sanitarie all’interno delle comunità sono critiche. La mortalità infantile è allarmante, ben al di sopra della media nazionale, e le malattie infettive e la malnutrizione sono diffuse. Nonostante la presenza di organizzazioni internazionali umanitarie che lavorano per migliorare le condizioni di vita, le sfide rimangono enormi e urgenti⁹.
In questa situazione di emergenza, la cultura e il modo di vivere delle comunità Wichi e Chorote sono minacciati da forze esterne. Tuttavia, il loro profondo rispetto per la natura e la solidarietà tra i membri della comunità rappresentano risorse vitali nella lotta per la sopravvivenza. È fondamentale un impegno collettivo per preservare queste culture uniche e garantire un futuro sostenibile, dove il patrimonio culturale e le terre ancestrali possano continuare a vivere per le generazioni a venire.
10 Ottobre 2024
Fonti:
- “La deforestazione nel Chaco argentino”, Centro de Estudios Legales y Sociales (CELS).
- “Los pueblos indígenas en Argentina: situación actual”, CELS.
- Rapporti sull’economia indigena, Organizzazione non governativa.
- Corte Interamericana dei Diritti Umani.
- “La deforestazione nel Chaco argentino”, CELS.
- Human Rights Watch – “Argentina: Respect Indigenous Peoples’ Rights” (2023).
- UNICEF, Rapporto sulla salute infantile.
- Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
- Rapporti delle organizzazioni internazionali umanitarie sul territorio.
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Allegati:
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