Di Saro Pavone
Oggi è partito da questa densità dimensionale il nostro, e mio, caro fratello Filippo, con cui, insieme al gruppo di intimi, abbiamo vissuto gli anni più belli della nostra vita accanto ad Eugenio.
Il fervore di questa Verità ritrovata lo avvolgeva tutto e sapeva esser un punto di riferimento per la manifestazione e la difesa dei concetti che ruotavano in seno all’opera. Lui e il fratello, a quei tempi, erano coloro che nel nostro gruppo sentivamo come i “più cari e vicini”.
Poi, crescendo, tante cose avvennero e mutarono, ed ebbi personalmente con lui anche dei diverbi circa determinate situazioni che portarono a non sentirci più, pur dedicandoci entrambi ad un personale lavoro di divulgazione.
Nell’ambito del quale va riconosciuto a Filippo l’aver voluto “centralizzare” la figura e la missione di Eugenio con un capillare impegno nella diffusione del messaggio e delle esperienze dello stesso.
Ma oggi è comunque un giorno drammatico e solenne al tempo stesso.
Di fronte a cui ogni screzio, ogni rancore, ogni incomprensione, non hanno più nessuna ragione di essere.
Sia quindi da monito, e contestualmente da sprone, la prematura dipartita del nostro, e mio, Fratello.
A Te, caro Filippo, ti sia lieve il passaggio e la Luçe della nuova Vita che vivrai ti sia radiosa.
P.S. NELLA FOTO il primo scritto di Filippo nel nostro ‘Diario di Bordo’, il saluto che il suo cuore
espresse ai fratelli del significativo Gruppo CSFC del posto. (Kaggi, 1977)
Saro Pavone
11 Ottobre 2022