DIBATTITO SULLA GRECIA

platoneearistotele100Di Giampietro Mondin
Abbiamo ricevuto e pubblichiamo la seguente replica del nostro caro amico e fratello Giampietro Mondin allo scritto di Francesca Bianchin dal titolo “La Giustizia sociale, la Grecia e il karma”, pubblicato recentemente sul nostro sito.
La Redazione
13 Luglio 2015

DIBATTITO SULLA GRECIA
Ho riletto più volte la lettera di Francesca ed è interessante e condivisibile nella prima parte, mentre trovo nella restante parte dei punti inesatti e altri alquanto arditi nelle conclusioni.
L’aver tirato fuori le usanze sessuali come spiegazione del presente mi suona così male che non posso starmene in silenzio.
Temo che sull’argomento, usanze sessuali, ci sia molta confusione e quel che è peggio ignoranza.
Da quando Tsipras ha stravinto col referendum dicono che i talk show tedeschi siano pieni di “uomini megafono” che mettono insieme in un gran calderone di disprezzo, extracomunitari, omosessuali e greci e temo che non ci vorrà molto che mettano anche noi italiani…
Vista la facilità con cui si mescolano termini che hanno un significato ben diverso è opportuno cercarne la spiegazione letterale e anche storica, non è mia intenzione difendere nessuno ma solo fare chiarezza per evitare luoghi comuni che in questo periodo imperversano anche tra di noi.

Pedofilia:
termine derivante dal tema greco παις, παιδός (bambino) e φιλία (amicizia, affetto), indica la passione sessuale nei confronti di bambini e neonati.
Nell’ordinamento penale italiano la pedofilia è un reato che si estingue e non è più perseguibile dopo 10 anni dal fatto. La norma è oggetto di dibattito tenuto conto dell’età media delle vittime e dei tempi per la presa di coscienza degli abusi subiti, oltre alla gravità del danno che potrebbe giustificare da sola l’assenza di qualsiasi prescrizione. A ciò si aggiunge che, senza una iniziativa penale dei famigliari del minore o di ufficio, la legge esclude dalla tutela giurisdizionale proprio le vittime precoci fino a otto anni di età, che vedono decorrere i 10 anni di prescrizione prima ancora di avere raggiunto la maggiore età e il diritto ad agire autonomamente in giudizio.

Va assolutamente citato il lavoro interessantissimo pubblicato nel libro Stop Child Molestation Book by Gene G. Abel, M.D. and Nora Harlow (Xlibris 2001) uno dei più vasti studi condotti al mondo sul fenomeno pedofilia, è durato per otto anni e su un campione di 16.000 adulti, di età compresa fra i 16 e 95 anni.

Da questo studio si scopre che la maggioranza degli uomini che molestano i bambini (70 per cento) è eterosessuale, “I molestatori spesso diventano leader di gruppi giovanili, infermieri, capi scout, insegnanti, “Fratelli maggiori” e pediatri. Un pedofilo è spesso un fervente cristiano con ruoli all’interno della sua chiesa.”

Secondo i dati raccolti da Telefono Azzurro e pubblicati nel Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, quasi il 60% degli abusi su minori avviene in famiglia… se non sbaglio le famiglie italiane sono tra eterosessuali visto che ancora non esistono le famiglie di omosessuali che tanto spaventano Francesca.
Questo è il link http://azzurro.it/index.php/it/pubblicazioni/rapporti-nazionali-infanzia

 
Pederastia:
dal greco antico παις- pais/paida, “ragazzo”, ed ἐραστής erastes “amante” si indica una relazione, spesso anche di tipo erotico, stabilita tra una persona adulta e un adolescente, che avviene al di fuori dell’ambito familiare: il suo significato è pertanto del tutto distinto da quello di pedofilia (ossia il desiderio sessuale nei confronti di un/a bambino/a impubere), la cui pratica è perseguibile penalmente. Secondo la legge l’atto sessuale è illegale quando viene compiuto con una persona sotto l’età del consenso (18 anni).

In accordo con quanto afferma Platone nel suo dialogo filosofico intitolato Fedro la pederastia era tra i Greci un rapporto sentimentale, uno strettissimo legame emotivo che poteva essere sia sessuale sia vissuto in castità (amore platonico) tra un ragazzo e un uomo adulto esterno al proprio gruppo familiare d’origine. Platone si dimostra critico nei confronti dei rapporti sessuali all’interno di una relazione pederastica, proponendo invece che l’amore degli uomini per i ragazzi eviti ogni espressione carnale per passare invece all’ammirazione reciproca delle specifiche virtù interiori (che portano poi all’amore per la virtù stessa nel suo senso più astratto e generale); mentre il mero atto sessuale con i ragazzi è stato spesso criticato e considerato troppo brutale e finanche vergognoso. La pederastia nei tempi antichi non era un dominio esclusivo di Greci e Romani: relazioni di tipo erotico pederastico sono state individuate anche tra altri popoli antichi, come gli abitanti della Tracia e i Celti; secondo Plutarso e Sesto Empirico nell’impero persiano la pratica era raccomandata nonché da lungo tempo messa in atto.

Omosessualità:
il termine omosessualità è la traduzione italiana della parola tedesca Homosexualität (creata fondendo il termine greco omoios, che vuol dire “simile”, e il termine latino sexus, che vuol dire “sesso”), dalla quale poi sono derivate le traduzioni in tutte le altre lingue. Fu coniato nel 1869 dal letterato ungherese di lingua tedesca Karl -Maria Kertbeny (1824-1882) che lo usò in un pamphlet anonimo contro l’introduzione da parte del Ministero della Giustizia prussiano di una legge per la punizione di atti sessuali fra due persone di sesso maschile.

Fin dagli inizi della storia dell’umanità uomini e donne hanno provato attrazione sentimentale e desiderio d’intimità nei confronti di persone dello stesso sesso: dall’epopea di Gilgamesh (1700 a.C.) in cui l’eponimo eroe Gilgamesh prova per il compagno Endiku un affetto del tutto somigliante a quello che lega uno sposo alla moglie, all’Iliade, poema epico per eccellenza, narra la storia di Achille e Patroclo (tradizionalmente risalente al XII secolo a.C.), esempio di fortissima amicizia virile. Nella Sacra Bibbia: David, il pastorello unito da un’inviolabile amicizia col figlio del re, Gionata.

La storia dell’omosessualità nel mondo antico comprende e abbraccia in pratica tutte le civiltà, ad iniziare dall’omosessualità nell’antico Egitto. Nei territori dell’antica Cina del III secolo a.C si narra il legame esistente tra Ling, un duca e un amico. Nell’antica India il poema epico Mahabharata (200 a.C.) racconta di come l’amicizia esclusiva che lega Krishna ed Arjuna sia l’energia atta a condurli verso l’immortalità.

Andando in cerca nella storia si scopre che tutti i popoli dell’allora occidente tranne gli ebrei, accettavano senza problemi l’omosessualità, mentre la pederastia era in qualche modo legata in certi popoli ai riti di iniziazione in altri era un’usanza tollerata se era senza sesso in altri ancora era accettata.

Dalla mia modesta ricerca che ho fatto per chiarire questi aspetti, la pedofilia risulta estranea a tutti i popoli antichi.
Detto questo capirete che far nascere la pederastia e l’omosessualità in Grecia è un grosso abbaglio e denota un affidarsi ai più banali luoghi comuni allo stesso modo non si può e non si deve considerare come fossero e siano la stessa cosa l’omosessualità e la pedofilia.

Ci fu un periodo nella storia dell’umanità in cui era normale fare sacrifici umani agli dei e così ci fu un periodo in cui era accettata la pederastia, ora nessuno di noi si sognerebbe di accettare e giustificare il sacrificio umano perché grazie a Dio siamo cresciuti, allo stesso modo con la pederastia nessuno di noi si sognerebbe di trascinare l’affetto per un ragazzo nella sfera sessuale.

Va detto di più, il popolo greco fu l’unico che con Platone fece presente la necessità che nella pederastia l’amore non arrivasse all’atto fisico, ma rimanesse un amarsi spirituale.
Una considerazione del genere non fu più fatta né dai Romani né da popoli italiani che da bravi cattolici ipocriti ignoravano i comandamenti e anche le raccomandazioni di san Paolo e per tutto il Rinascimento praticavano l’omosessualità e la pederastia.
Un momento, non vorrei cadere anch’io in un luogo comune, non tutti ma alcuni italiani, come alcuni greci come alcuni assiri, come alcuni turchi, come alcuni celti, come alcuni anglosassoni, alcuni nativi americani, alcuni cinesi, alcuni giapponesi ecc. ecc. non dobbiamo generalizzare.

Poi con l’inquisizione tutto entrò nel rischio di morte per cui affondò nel mondo sommerso dell’assoluto proibito…tranne che nel Vaticano dove tutto era permesso purché avvenisse sotto l’ala protettrice delle alte gerarchie.

Un’ultima osservazione sui nessi karmici; a me pare che Rudolf Steiner fu il primo che parlò estesamente dei nessi karmici individuali e di popolo e questo poteva farlo, diceva lui, perché aveva accesso alla cronaca dell’Akasha, accesso che verrà reso possibile all’umanità molto evoluta nel futuro.

Possiamo noi parlare e giudicare con tanta facilità?

Da dove viene questa sicurezza del giudizio? E chi siamo noi per giudicare il karma di un popolo?

Da dove viene questa certezza della conoscenza esoterica sui nessi karmici?

Detto questo a me piace ricordare il popolo greco per l’esperimento di democrazia che fece, per l’arte, la poesia, la filosofia, la mitologia. Per la gloriosa resistenza che fece contro gli invasori anche quando questi erano in forze assai maggiori, per la lotta lunghissima per l’indipendenza contro i turchi, per il no che dissero a Mussolini e a noi italiani quando cercammo di invaderli senza che ci avessero fatto nulla (chissà quale sarà il karma del popolo italiano). Per il no che hanno detto con il referendum allo strapotere dell’alta finanza e delle banche.

Giampietro Mondin
12 Luglio 2015