Di Matías Guffanti
Ispirato ai giorni trascorsi insieme a Giorgio Bongiovanni a novembre 2018, in Sudamerica.
In ogni cosa e in ogni essere risiede un’energia che dà forma e vita a tutto, dalla più minuscola molecola al più grande e complesso cosmo. È la luce delle stelle, il movimento della vita, quella che fa germogliare i semi e governa in un costante equilibrio l’evoluzione che si espande. La sua forza fa girare i pianeti. E le foglie ed i fiori si aprono con infiniti colori e profumi che manifestano la sua presenza. Lei muove la brezza che scuote gli alberi, indirizza i torrenti che percorrono la terra, eleva le montagne, dona melodie e musica agli uccelli che volano liberi nei cieli ed esprime la creazione senza limiti nell’oscurità e nel vuoto assoluto, dove niente è mai esistito. Tutto in lei è una cosa sola. Per lei nasciamo e per lei moriamo, per rinascere nuovamente.
Quell’energia, quella sottile vibrazione, ineffabile e semplice divinità, le cui leggi regolano ogni corpo e sostanza, è l’intelligenza invisibile, silenziosa, costante, umile e potente, che fa battere i cuori nella rivoluzione, fuoco sacro che brucia da dentro, nei valori che difendono la vita e lascia scorgere la sua immensità nel sacrificio dei martiri. Intelligenza che è sempre stata e sarà, creatrice di questo ed infiniti mondi, di questo ed infiniti universi, di questo ed infiniti cosmi, dimore del suo spirito.
Dicono alcuni popoli indigeni del sud che è facile distinguerla in certi sguardi di bambini e adulti che non si sforzano nel ricercare sensi e parole per spiegare quello che fanno. Perché per loro, vivere è il senso più grande. E che, mescolati come persone nel mondo senza farne parte, con pensieri immortali che trascendono ogni cultura, ogni lingua ed ogni limite, innalzano tra il popolo la bandiera della ribellione e reclamano come profeti, credenti o atei, i supremi valori della verità, la libertà, la giustizia e la pace.
In essi, la speranza di un uomo ed un mondo nuovo tanto colpita e ferita. In essi, la vera fede, che non si allontana dall’anima dei popoli umili e sofferenti, né dalla resistenza al sistema che ci avvolge, ci consuma e ci schiaccia. In essi, la spiritualità che fa cadere le false favole e grandi dei, ripudia l’indifferenza, il silenzio, l’egoismo e la vanità. In essi, l’arte che espande le coscienze, il messaggio laico ed universale di Gesù Cristo. In essi, il miracolo dell’empatia che abbatte ogni frontiera, tempo e spazio. In essi un amico, un fratello, il cammino, l’amore.
I suoi passi lasciano impronte che il tempo non può cancellare ed ispirano le cause giuste che fanno dell’autentica spiritualità, politica, e dell’amore al prossimo, giustizia sociale. Esseri di altri mondi in mezzo a noi, artisti stellari che ci risvegliano ad una nuova genetica, ad una nuova vita, a quel dimenticato e vero Dio che non conosce istituzioni né religioni, ma solo anime pure che lo accolgono nell’altro e lo rappresentano nelle lotte per quelli che sono andati via e quelli che verranno.
Essere uno di loro è la nostra natura, diventare rivoluzionari permanenti senza tempo, seminatori di quei semi che ci dona l’evoluzione. Sta a noi scegliere quando. Ad ognuno di noi sta rimanere indietro o avanzare, raggiungere la mèta che è principio e vivere quel nuovo regno e quel nuovo mondo, rivoluzione che è già in atto.
Lascia tutto e fallo.
Matías Guffanti
2 gennaio 2019