
Ieri ci ha lasciati Don Franco Monterubbianesi, sacerdote rivoluzionario e profeta dei nostri tempi.
Un uomo che ha dedicato la sua vita ai giovani, alle persone fragili, agli emarginati. Ma soprattutto un uomo che ha sempre creduto nel cambiamento, in un’umanità nuova possibile.
Con la sua visione ha rivoluzionato il modo di intendere l’inclusione sociale delle persone con disabilità, portando avanti per decenni un lavoro instancabile e profondo.
Ma al centro di tutto c’era la gioventù, perché Don Franco vedeva nei giovani il motore di un futuro diverso, li voleva protagonisti e consapevoli, in grado di conquistare la propria libertà, soprattutto quella del pensiero. Don Franco ha lottato fino all’ultimo giorno per garantirgli uno spazio, per dar loro voce, indicandogli un cammino di crescita di cui si sentiva parte, mettendosi sempre in gioco in prima persona. Sembrava un eterno giovane, Don Franco. Ci ha insegnato, con il suo esempio, a vivere sognando. Sarò sempre grato a lui per questo.
Un’alleanza spirituale e sociale
Con FUNIMA International, abbiamo collaborato per diversi anni insieme a lui e alla sua realtà, Noi Ragazzi del Mondo, condividendo ideali prima di tutto e progetti. Ho conosciuto anche Agricoltura Capodarco, la sua straordinaria esperienza romana, dove il lavoro della terra e la comunità diventavano strumenti di riscatto.
Ci univa un legame profondo, spirituale. Condividevamo la stessa visione rivoluzionaria del Vangelo, vissuto come una chiamata concreta a trasformare la società partendo dagli ultimi.
Don Franco non era un sacerdote come gli altri, era di larghe vedute, aperto, capace di accogliere anche quelle filosofie e visioni considerate “eretiche” da una Chiesa troppo spesso chiusa nei suoi dogmi. Forse anche per questo, a volte, è stato messo da parte. Ma lui ha continuato, libero, fedele alla propria coscienza e al Cristo che portava nel cuore.
Capodarco, un Vangelo che si fa casa
La sua visione del Vangelo prendeva forma concreta anche nella Comunità di Capodarco, da lui fondata nel 1966. Una realtà pionieristica, nata per restituire un futuro alle persone con disabilità, in particolare pensando al momento del “dopo di noi”, quando i genitori non ci sono più.
Capodarco non era solo un progetto sociale, era una profezia incarnata, un luogo in cui gli ultimi diventavano primi, in cui la fragilità era forza, in cui il Vangelo si faceva casa.
Don Franco ha saputo trasformare un’idea spirituale in una comunità viva, dove ogni persona trovava il suo valore.
Un legame che resta
Le sue idee si sposavano con la visione che porta avanti la mia famiglia, e questo ci faceva sentire profondamente uniti, accomunati dalla stessa tensione verso il bene comune e verso una società rinnovata nello spirito. Don Franco ci ha accompagnati in momenti importanti della nostra vita. È stato lui a benedire il mio matrimonio, celebrando una cerimonia unica, intensa, vissuta come un vero sacramento di Cristo, umilissimo ma potente allo stesso tempo. Un ricordo che porto nel cuore. E quando, qualche anno dopo, è nata nostra figlia Amira, ho sentito che anche quella nuova vita era un germoglio che lui aveva benedetto con la sua presenza e la sua preghiera.
Per me è stato un maestro, un’ispirazione.
Ha creduto in me, nel mio cammino, in ciò che rappresento. E oggi lo saluto con gratitudine, con la certezza che il suo spirito continua a camminare con noi, in ogni giovane che sceglie di lottare per un mondo più giusto.
Grazie Don Franco.
Giovanni Bongiovanni Presidente
FUNIMA International
31 Maggio 2025
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