Finché tutto diventa Lui

di Matilda Mulla

«Rimanete in me, co-me io in voi”.

Finché tutto diventa Lui

di Matilda Mulla

«Rimanete in me, co-me io in voi”.

Ci viene naturale dire: la mia vita,
come se parlassimo all’amore che abita in noi.

Chiudo gli occhi, e nel silenzio ascolto:
una voce mi invita a pensare più a fondo
al suo significato immenso.

C’è un momento, in ogni cuore umano,
in cui i rumori del mondo tacciono,
e rimane solo un soffio, quello che viene da Dio.

Cristo mi invita:
«Rimanete in me, come io in voi».

In questa dimora di silenzio e d’amore,
divento ramo che fiorisce nella Sua vite eterna.

Ogni paura svanisce,
perché l’amore è la forza più grande che il mondo conosca.

Egli dice:
«Se qualcuno vuole seguirmi,
rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua».

E io lo sento, ogni peso diventa più leggero
quando il Suo amore dimora nel mio cuore come un respiro che non si spegne.

O Cristo, Tu che portasti la croce in silenzio,
insegnami a portare la mia con gioia e umiltà.

Perché chi perde la vita per Te,
trova l’eternità nei Tuoi occhi.

Cristo parla nel silenzio che nasce quando il cuore si piega.

In ogni dolore, nasconde un richiamo d’amore;
in ogni perdita, un’occasione di rinascita.

Padre Pio disse: «Prega, spera e non preoccuparti».

Questo è tutto ciò che ci viene chiesto:
un cuore che crede, anche quando gli occhi non vedono.

Un’anima che trova senso non nel successo,
ma nella dedizione.

Madre Teresa ci ricordò che Dio non chiede grandezze,
ma fedeltà nelle piccole cose.

E davvero, l’amore non si misura con le mani,
ma con il cuore che dona senza misura.

Ogni volta che dimentichiamo di perdonare,
il mondo si fa più stretto.

Ogni volta che amiamo senza aspettarci nulla in cambio,
la luce trova posto nelle tenebre.

Come San Francesco, vedo Dio nel vento che soffia,
nell’uccello che canta, nella ferita che insegna.

Egli comprese che il dono più grande è essere pace,
anche quando il mondo intorno esplode nel frastuono.

Perché chi perdona, ritrova se stesso,
e chi dona, riceve l’eternità.

E Sant’Agostino, nella sua ricerca infinita,
trovò la verità che non si scopre nei libri,
ma dentro di sé:
«Il mio cuore è inquieto
finché non riposa in Te, o Signore».

Tutti noi, nel nostro silenzio,
abbiamo una sete che né le parole né gli anni possono spegnere.

Una nostalgia per qualcosa che non muore,
perché l’anima sa da dove viene.

In ogni respiro, io sento:
la vita non è mia, è un dono.

E si ravviva solo quando è vissuta per Lui.

E alla fine, forse questa è la vita:
cercarLo in tutto,
finché tutto diventa Lui.

Matilda Mulla
30 Ottobre 2025

Foto: depositphotos.com

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