L’isolamento dell’uomo dall’Universo
– seconda parte –
Nel mese di ottobre 2024, sono stato personalmente testimone di un evento, che poi andando a ricercare e ad approfondire, si è rivelato uno sviluppo che ha avuto inizio nel mese di agosto 2024.
Sotto al cielo serale del crepuscolo, poco dopo il tramonto, per la prima volta nella mia vita ho notato il passaggio sopra alla mia posizione di un satellite di un colore diverso: era chiaramente blu.
Non ero solo, ero in compagnia di mia moglie; lei per prima si è accorta di questo.
Non solo questo satellite era di colore blu, ma la sua luminosità era più marcata degli altri satelliti di passaggio.
Se dopo il tramonto, durante la notte o prima dell’alba ci fermiamo e dedichiamo un momento all’osservazione del cielo, anche solamente a occhio nudo possiamo scorgere decine e decine di puntini luminosi muoversi con traiettorie rettilinee nel cielo, senza cambi di direzione e dalla luminosità puntiforme costante. Questi sono dei buoni parametri di partenza per riconoscere un satellite transitare in orbita sopra alla propria posizione.
In base a questa osservazione serale, andando ad approfondire la questione, ho capito che si trattava di un nuovo modello di satellite dell’azienda SpaceX di Elon Musk: lo Starlink DTC (direct-to-cell).
I satelliti Starlink DTC, molto più luminosi degli altri
Questi sono satelliti progettati per connettersi direttamente agli smartphone dall’orbita terrestre. SpaceX prevede di formare quella che chiama “un ripetitore cellulare nello spazio” con migliaia di satelliti diretti a celle (DTC) intorno alla Terra, che offrirebbero un servizio di connessione direttamente agli smartphone non modificati “ovunque tu possa vedere il cielo”.
L’inizio della loro sperimentazione, tramite l’immissione in orbita dei primi prototipi, risale a gennaio 2024. Appena una settimana dopo aver messo in orbita il primo lotto di sei satelliti Starlink DTC, SpaceX ne ha usato uno per inviare messaggi di testo. A maggio, la società ha dimostrato con successo una videochiamata e ha detto che sta lavorando con l’operatore telefonico T-Mobile per implementare tale servizio cellulare ai clienti entro la fine del 2024.
Ad oggi ci sono oltre 130 satelliti DTC in orbita terrestre bassa. Nel mese di marzo 2024 l’azienda statunitense SpaceX ha chiesto alla Commissione Federale delle Comunicazioni un emendamento alla loro licenza che consentirebbe di utilizzare fino a 7.500 Starlink DTC in orbite terrestri a bassa quota.
Ma perché questi Starlink DTC sarebbero un problema?
Secondo un recente studio realizzato dall’astronomo Anthony Mallama, appartenente al Centro per la Protezione dei Cieli Scuri e Tranquilli dalle Interferenze delle Costellazioni Satellitari (CPS) dell’Unione Astronomica Internazionale (IAU), visti dalla superficie terrestre questi nuovi Starlink DTC brillano molto di più rispetto ai tradizionali Starlink. La loro maggiore luminosità deriva dal fatto che sono posizionati a orbite più basse, proprio per garantire una efficace connessione tra loro e i dispositivi “mobile” sulla superficie terrestre; la quota operativa è appena a 350 chilometri sopra la superficie terrestre, che è inferiore a quella dei tradizionali satelliti internet Starlink, la cui altitudine è di circa 550 chilometri.
Grafico preso da pagina 2 dello studio dell’astronomo Anthony Mallama dell’IUA, in cui sono riportate le rilevazioni della luminosità dei satelliti Starlink. In verde sono rappresentate le rilevazioni della luminosità degli Starlink “tradizionali”, mentre in rosso sono rappresentate le rilevazioni delle luminosità degli Starlink DTC. Sull’asse orizzontale del grafico è rappresentata la magnitudine apparente, cioè la luminosità: il valore 10 a sinistra significa poca luminosità mentre il valore 0 a destra significa molta luminosità (crediti: IUA)
L’analisi della loro luminosità (riportata nel grafico sopra) mostra la luminosità (magnitudine apparente) dei satelliti DTC raggiungere il picco a +5, che è appena visibile all’occhio senza aiuto. Tuttavia, la dispersione è grande e alcuni sono più molto luminosi delle stelle di prima magnitudine.
Cosa significa questo?
Significa che data la loro elevata luminosità e data la loro bassa quota, in aggiunta a tutte le altre decine di migliaia di satelliti che stanno per essere messi in orbita, questi Starlink DTC saranno in parte luminosi come le principali stelle delle costellazioni.
I satelliti Starlink DTC saranno luminosi come le principali stelle delle costellazioni nel cielo
Per comprendere meglio l’effetto deleterio che il passaggio di tutti questi satelliti colorati e così luminosi avranno rispetto alla semplice osservazione del cielo stellato, prendiamo in esame una celebre figura presente nel cielo: l’asterismo del Grande Carro, il quale è parte integrante della costellazione dell’Orsa Maggiore; questo asterismo, cioè questo gruppo di stelle visibile nel cielo notturno, riconoscibile dalle altre stelle circostanti per la sua particolare configurazione geometrica, è uno delle formazioni stellari più famoso e luminoso. Essendo posizionato vicino al polo nord celeste, il punto in cui passa l’asse di rotazione del nostro pianeta, in pratica non tramonta mai ed è visibile in tutte le notti dell’anno.
Ora andiamo a vedere quanto sono luminose le stelle che compongono questa formazione celeste. Partendo dalle stelle di sinistra e procedendo verso destra, avremo che la luminosità (magnitudine apparente) delle stelle che la compongono è:
- Alkaid +1.9
- Mizar +2.1
- Alioth +1.8
- Megrez +3.3
- Phecda +2.4
- Merak +2.4
- Dubhe +1.8.
La scala con cui sono misurate le magnitudini affonda le sue radici nella pratica dell’antica Grecia di dividere le stelle visibili a occhio nudo in sei magnitudini. Le stelle più luminose erano dette di prima magnitudine (m +1), quelle brillanti la metà di queste erano di seconda magnitudine (m +2), e così via fino alla sesta magnitudine (m +6), al limite della visione umana a occhio nudo (quindi senza nessuno strumento ottico). Questo metodo puramente empirico di indicare la luminosità delle stelle fu reso popolare da Tolomeo nella sua opera Almagesto.
Dati alla mano possiamo quindi concludere che una parte considerevole (circa la metà) dei 130 Starlink DTC ad oggi in orbita e di cui sono state rilevate le luminosità nel loro ciclico transito orbitale, sovrapponendosi al cielo stellato sullo sfondo, brillano luminosi come le stelle del Grande Carro (magnitudine apparente tra m +1.0 e +2.0).
Questo confronto tra la luminosità dei satelliti Starlink DTC e le stelle del Grande Carro è stato fornito esclusivamente per fornire un metodo di paragone diretto con qualcosa di tangibile e sperimentabile personalmente da chiunque, per cercare di far comprendere effettivamente quale disturbo visivo possa dare in futuro l’ampio utilizzo di questo tipo di satelliti.
Escludendo l’aspetto astronomico-scientifico di studio e ricerca (che sarà affrontato più avanti), questi aspetti trattati apparentemente potrebbero sembrare per noi persone comuni comportare un disturbo insignificante o marginale: considerando l’elevato numero di questo tipo di satelliti che sarà messo in orbita nell’immediato futuro (circa 7500) e considerando che ognuno di questi orbitando passa sullo stesso punto della superficie terrestre in meno di un’ora circa, possiamo immaginare come la semplice osservazione del cielo stellato diventi alterata e fortemente disturbata per tutti gli esseri umani.
Ribadisco che il cielo stellato è una finestra accessibile a tutti (per ora) sul Cosmo e sulla Creazione meravigliosa: invito a tutti di spendere un momento ad uscire di casa la sera e a riflettere su quale sia il nostro reale posto nell’infinito Universo.
Notizie, dati e considerazioni.
Andrea Macchiarini
31 ottobre 2024
Allegati:
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