
FUNIMA International
Si è svolta domenica 19 ottobre la Marcia della Pace Perugia Assisi che ci ha visti coinvolti nell’impegno con Funima International. Molte le tematiche scottanti sottolineate dagli organizzatori della marcia.
Perché marciare per la pace in questo 2014? Ha ancora senso esserci?
Perché marciare per la pace in questo 2014? Ha ancora senso esserci?
A queste domande abbiamo voluto rispondere cosi. La contemporaneità in cui viviamo oggi più che mai si contraddistingue per la guerra. La parola guerra domina i nostri orizzonti materiali e culturali e i nostri pensieri.
Mai come oggi la guerra è qualcosa di palpabile, onnipresente ed onnisciente, un’idea ormai assodata del vivere quotidiano. I teatri di questa guerra sono ormai senza limiti. E’ una guerra illimitata ed asimmetrica che coinvolge ogni istante delle nostre vite. Si tratta di un concetto con cui abbiamo imparato a convivere e che, oramai, abbiamo – forse – tristemente accettato. Ma il futuro che si prospetta per questo pianeta ci farà scontrare ancora di più con questa assurdità bellicosa della contemporaneità.


Quale pace in un mondo costellato di guerre senza frontiere? Guerre tra poveri, guerre di operai, di neri, di gialli, di arabi, di giovani, di disoccupati, di immigrati…guerre di ignoranza, di incoerenza, di menti che hanno smesso di ragionare o che forse non l’hanno mai fatto.
Perché esserci allora a questa Marcia? Dentro mi sono fatta più volte questa domanda. La solita sfilata di politici falsi che si dicono pacifisti e poi militano nei
partiti che votano leggi a favore delle armi. Mille incoerenze e falsità. Eppure sono voluta andare anche quest’anno. Il motivo che mi ha spinto è stato il voler vedere e parlare con tante belle persone, bambini, giovani, adulti, anziani, che erano li, che avevano scelto di dormire in treno per venire alla marcia, di prenotare l’albergo o di organizzare un autobus per esserci. Ero li per vedere l’incedere dei passi di Salvatore Borsellino che con l’Agenda Rossa ha percorso la strada che separa Perugia ad Assisi insieme a sua figlia. Ero li per parlare con i ragazzi delle terre confiscate alla mafia, per osservare un gruppo di giovani donne musulmane che cercano di spiegare che l’Islam non è l’Isis, per parlare con ragazzi che siedono nei consigli comunali del nord, per guardare il popolo in lotta contro la Tav, gli animalisti, i partigiani dell’Anpi, i ragazzi che tenevano per mano gli striscioni, i nonni che accompagnavano i nipoti anche quest’anno.

Queste presenze mi hanno rincuorato. Ero li per esserci, anche se saremo sempre pochi rispetto a quello che sta succedendo. Ero li perché vorrei distruggere questo paradigma contemporaneo così inumano e bellicoso, così colmo di violenza; per dire che la guerra non è lontana ma è quella che viviamo ogni giorno. Ero li perché vorrei che questo mondo cambiasse, che la stessa idea di guerra venga rivista ed aggiornata. Ero li per dimostrare lo sdegno che provo nei confronti delle contraddizioni che definiscono la condizione umana e i popoli del mondo, per poter portare un nuovo paradigma, una nuova versione di quello che tutti insieme, quasi sette miliardi di persone, stiamo vivendo. E’ solo cambiando la nostra mente, il nostro pensiero, la nostra idea di vita e di morte, che possiamo trasformare questo pianeta. E’ solo con le nostre azioni, la prima delle quali è il pensare, il riflettere in modo critico sull’esistenza, che possiamo portare pace in primis nelle nostre menti, oggi più in guerra che mai. E’ così che forse potremmo ripensare alla storia, viverla, scriverla e rivederla alla luce di altre prospettive ed altre idee che spero, un giorno non lontano, guideranno i cammini di miliardi di uomini e donne che hanno scelto di ripensare al futuro iniziando a vivere un nuovo presente.

Francesca Panfili
22 Ottobre 2014
Gubbio
Gubbio