I grandi movimenti del Cielo

di Andrea Macchiarini

Noi tutti abitanti di questo pianeta, ma proprio tutti, abbiamo a disposizione un contatto diretto con l'Universo, da sempre. È solo che o non ce ne siamo mai resi conto oppure tendiamo a dimenticarcene. Fermiamoci un attimo, facciamo una breve pausa da quello che stiamo facendo e dedichiamo pochi minuti della nostra vita per prendere coscienza di dove realmente noi siamo...

I grandi movimenti del Cielo

di Andrea Macchiarini

Noi tutti abitanti di questo pianeta, ma proprio tutti, abbiamo a disposizione un contatto diretto con l'Universo, da sempre. È solo che o non ce ne siamo mai resi conto oppure tendiamo a dimenticarcene. Fermiamoci un attimo, facciamo una breve pausa da quello che stiamo facendo e dedichiamo pochi minuti della nostra vita per prendere coscienza di dove realmente noi siamo...

La porzione di cielo stellato visibile a occhio nudo dall’emisfero nord del nostro pianeta. La striscia centrale luminosa è la “Via Lattea”, la galassia a cui apparteniamo: una immensa spirale discoidale composta soprattutto da stelle. Noi la vediamo come una striscia (la “Via” appunto) perché la osserviamo dal suo interno. (Crediti: ESO/S. Brunier)

La nostra finestra sull’Universo

Noi tutti abitanti di questo pianeta, ma proprio tutti, abbiamo a disposizione un contatto diretto con l’Universo, da sempre.

È solo che o non ce ne siamo mai resi conto oppure tendiamo a dimenticarcene.
Fermiamoci un attimo, facciamo una breve pausa da quello che stiamo facendo e dedichiamo pochi minuti della nostra vita per prendere coscienza di dove realmente noi siamo.

La nostra finestra sull’Universo, sempre disponibile, il cielo stellato.

La celebre fotografia “Pale Blu Dot” del 1990, che in italiano significa “Pallido Punto Blu”. (Crediti: NASA/JPL)

Quella chiamata in inglese “Pale Blu Dot” è una fotografia della Terra scattata il 14 febbraio 1990, dalla sonda Voyager 1 della NASA mentre stava effettuando la sua missione di esplorazione del Sistema solare esterno; già da ben 12 anni stava viaggiando verso le orbite dei pianeti esterni più lontani. Nel momento della realizzazione di questa immagine la distanza dal Sole stimata della sonda Voyager 1 è di circa 6 miliardi di chilometri. Oggi è l’oggetto più lontano da noi in assoluto costruito dall’uomo della Terra.

Questa fotografia reale del nostro pianeta, grande appena pochi pixel più chiari rispetto allo sfondo scuro dello spazio interplanetario ha ispirato all’epoca il titolo del libro dello scienziato Carl Sagan “Pale Blue Dot, A Vision of the Human Future in Space“, in cui ha scritto: “Guarda di nuovo quel punto. È qui. È a casa. Questo siamo noi.

Ingrandimento dell’immagine originale “Pale Blue Dot”

Sopra possiamo vedere come quel punto luminoso fosse grande come 1 singolo pixel circa della fotocamera della sonda Voyager 1. Li sopra nel 1990 vivevano circa 5,3 miliardi di persone.

Questa immagine è stata proposta e spiegata semplicemente per fornire al lettore la consapevolezza che
quando di notte guardiamo il cielo stellato noi siamo in piedi con il naso all’insù sopra quel singolo puntino in mezzo al Cosmo infinito.

Noi facciamo parte del Cosmo, che è ordine, armonia e bellezza e facciamo parte quindi di questo Universo: siamo immersi al suo interno. Quello che per noi esseri umani è vastissimo, come ad esempio la superficie del nostro pianeta, in realtà diventa praticamente invisibile già allontanandoci “di poco”, addirittura senza dover uscire neanche dal nostro Sistema solare.

La celebre metafora che paragona il nostro pianeta a “un singolo granello di sabbia rispetto al deserto del Sahara” oggi sappiamo, calcoli e stime alla mano, che addirittura non è più calzante: rappresenta una valutazione molto, molto sottostimata.
In base alle stime attuali degli astronomi, numero di stelle presenti nel solo Universo da noi osservabile è più elevato del numero di tutti i granelli di sabbia presenti nelle spiagge del mondo: come minimo almeno il doppio, forse il triplo, il quadruplo o anche otto volte superiore! Ciò che cambia sono solo i parametri utilizzati per valutare quante stelle esistano, perché, ecco un’altra cosa che ci dimentichiamo, contare tutte le stelle presenti “nel cielo” è a oggi praticamente impossibile.

Utilizzando parole semplici, la mappatura della sfera celeste da parte dei telescopi spaziali è in corso. La missione del telescopio spaziale Euclid, in circa sei anni, ha il compito di mappare circa il 30% della volta celeste; la prima pubblicazione ufficiale dei dati di questa missione è prevista per il 2026.

Tendiamo anche a non considerare il fatto che porzione di Universo presente dietro alla nostra galassia è per ora preclusa alla nostra osservazione, dato che viene proprio fisicamente nascosta dalla luminosissima presenza delle stelle della Via Lattea.

Grazie all’invenzione e alla realizzazione di osservatori astronomici con telescopi dal diametro dell’ordine delle decine di metri e dei telescopi spaziali, più aumentiamo l’ingrandimento, più andiamo a guardare lontano e più il numero delle stelle visibili raggiunge ordini di grandezza di numeri seguiti da almeno 23-24 zeri.

Il cielo stellato: cosa riescono a vedere i nostri occhi?

C’è una cosa da dire innanzitutto. Tutte le stelle che riusciamo a vedere a occhio nudo, da qualsiasi posizione ci troviamo sul nostro pianeta, appartengono alla nostra galassia, la Via Lattea.

Fa eccezione a questa affermazione la galassia di Andromeda, che essendo più grande della nostra e relativamente vicina, la luminosità emessa dalle stelle che la compone riesce a raggiungere i nostri occhi. Inoltre se consideriamo la Grande e la Piccola Nube di Magellano come oggetti separati dalla nostra galassia allora fanno eccezione anche queste: sono due galassie nane in orbita attorno alla nostra; fanno comunque parte del nostro “vicinato”, se prendiamo in considerazione i milioni di anni luce di distanza che separano la Via Lattea dalle altre galassie vicine.

Ebbene le 3000 stelle circa che mediamente riusciamo a vedere con i nostri occhi sono tutti oggetti celesti simili al nostro Sole. Producono energia, emettono quella che noi chiamiamo luce e ognuna possiede il suo sistema planetario, più o meno numeroso.

Mentre osserviamo quei punti luminosi scintillare sullo sfondo scuro dello spazio siderale, sarebbe come minimo di beneficio alla nostra consapevolezza osservare attentamente tutti dettagli che i nostri occhi riescono a percepire; magari riflettere attentamente e razionalmente sulle reali distanze di ciò che vediamo e sulle molteplici tipologie di forme e colori delle stelle.

Una contemplazione del cielo stellato

Ecco, proprio nel momento in cui ci sentiamo minuscoli di fronte a quella immensità o magari nel momento in cui la nostra consapevolezza viene meno e sentiamo che ci sfugge il significato vero di ciò che stiamo vedendo, propongo la lettura e la riflessione sulle parole riportate nei seguenti stralci di testo. Sono parti prese da un opuscolo del Centro Studi Fratellanza Cosmica, datato 6 febbraio 1977, a pagina 1 e pagina 2.

1977 significa quasi 50 anni fa: non esistevano i telescopi spaziali, non esisteva internet, non esistevano i computer a casa né i telefoni senza fili.
Nonostante ciò già qualcuno che veniva da molto lontano, sia nel tempo che nello spazio, informava “chi aveva orecchie per udire” tramite Eugenio Siragusa sulle reali verità dell’Universo e del creato.

Bisogna considerare che gli astri, le costellazioni, le nebulose prese in esame sono ESSERI REALMENTE VIVENTI, e che quando parliamo di vibrazioni che questi esseri emanano, intendiamo parlare delle vibrazioni che i loro corpi GEO – PSICO – BIO – DINAMICO – ASTRALI sprigionano.

Di seguito poco più avanti:

Cercate di creare nella vostra mente le immagini che queste conoscenze
vi propongono, esse vi aiuteranno a comprendere meglio questi concetti e li loro intrinseco significato applicativo.

Inoltre esercitate l’intuizione per far vostri i concetti non-descrittivi che vengono esposti, questo vi aiuterà a risvegliare in voi quelle facoltà di comprensione che sono ancora sopite.

In seguito vi prego a considerare questi insegnamenti come adatti a trasmutare la vostra natura per farvi sempre più partecipi dei GRANDI MOVIMENTI DEL CIELO, in quanto certamente, comprenderete meglio dopo la loro assimilazione, ome sia VASTO L’INFINITO, e come sia ancora più VASTA LA CONOSCIENZA, ciò vi aiuterà a comprendere la vostra giusta posizione nell’economia della creazione.

Vorrei concludere questo momento di riflessione sull’immensità dell’Universo, con un messaggio Dal Cielo Alla Terra ricevuto da Eugenio Siragusa il 25 Febbraio 1973.


TI PORTERÒ IN SOLITUDINE E PARLERÒ AL TUO CUORE
TI PORTERÒ SULLE ALI DORATE DELLA MIA VIVIFICANTE LUCE, FIGLIUOLO MIO DILETTO, PER ASCIUGARTI LA FRONTE INTRISA DI DOLORE E PER ACCAREZZARE IL TUO CUORE ADDOLORATO.
TI PORTERÒ NELLE MIE PRATERIE CELESTI, AFFINCHÈ TU POSSA SENTIRTI A CASA TUA E IN ESSE GODERE LA MIA PACE NELLO SPIRITO TUO.
TI PORTERÒ DI STELLA IN STELLA, IN COMPAGNIA DELLA MIA VIVENTE SAPIENZA, AFFINCHÈ TU POSSA TRARRE BEATITUDINE DALLA ETERNE BELLEZZE DELLA MIA CREAZIONE.
TI PORTERÒ NELLA CULLA DEL TUO PRINCIPIO, LUCE DELLA MIA LUCE VIVENTE, PER LA TUA ETERNA FELICITÀ.
IL GENIO COSMICO

Ginevra / 25 Febbraio 1973 / Ore 9:45 /


Notizie, dati e considerazioni

Andrea Macchiarini

20 dicembre 2024

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