Una serata all’insegna dell’arte e della musica nella culla del grande Fabrizio De André. Lo scorso 11 maggio, in un’emozionante intervista condotta dai “ragazzi Rock della Liguria”, Giorgio Bongiovanni ci ha fatto vivere i più ampi aspetti della musica e non solo. Discorsi apparentemente inconciliabili sono stati trattati durante il corso della serata, dove un potere invisibile ha guidato il tutto partendo dalle rock-band anni ’60 e ’70 fino ad arrivare ai Fratelli del Cielo e al messaggio di Cristo.
“Oggi la società influenza la musica e l’arte. Ma non è la società, sono i soldi. I soldi influenzano tutto, tranne i disadattati come noi, come voi, come quei geni che non accettano il condizionamento. Ancora oggi abbiamo dei grandi artisti, musicisti, che si difendono dal condizionamento. Oggi abbiamo per esempio Roger Waters che è l’incarnazione della protesta contro la guerra ed è uno dei leader mondiali della storia del Rock di tutti i tempi. Non abbiamo altri colleghi al suo stesso livello perché si sono adattati al sistema di questa società.” Così Giorgio introduce il lungo colloquio, precisando che “purtroppo, con tutto il rispetto, oggi la musica è inascoltabile. Per ascoltare un brano e innamorarmi lo devo cercare in mezzo a 100, 200, 300 pezzi di musica moderna, mentre prima era il contrario: quando ascoltavi, scartavi uno su 100 brani della musica Rock degli anni ’70.” Un chiaro messaggio a tutti gli appassionati di musica ma soprattutto un invito agli artisti a rimanere umili e non cadere nell’ego, che ci allontana dalla nostra reale essenza d’indissolubile unione con il Creatore, vero artefice e fonte d’ispirazione delle grandi opere artistiche. Una delle qualità più grandi che un artista possa avere è l’umiltà, che si traduce nello spirito di servizio e nel ricordarsi da dove si viene: “Il vestito che indosso non mi appartiene, ma lo indosso, lo rappresento e lo metto in scena per il pubblico. Quando finisce lo spettacolo mi metto il mio gilet e mi siedo con i fratelli: sono uno di voi.” Questa è la chiave dell’arte e della vita, conferma Giorgio.
L’attenzione si sposta poi sull’aspetto delle onde sonore e della vibrazione. Come ben sappiamo, tutto è vibrazione e, infatti, le regole di costruzione del Cosmo sono innegabilmente simili alle regole di costruzione della musica: “Le 7 note sono le 7 dimensioni. Così come i 7 colori. La composizione del pianoforte o delle corde è la composizione magica di tutto l’Universo. L’uomo ha captato, grazie a Dio, questo valore della creazione e lo ha posto in essere nella musica.” Ed è proprio nella musica, quella vera, che gli extraterrestri pongono la loro speranza di salvezza dell’umanità terrestre: “Finché suonerete quella musica così, mi hanno detto questi esseri, ancora noi pensiamo che c’è una speranza.” Ecco il significato della musica che salva il mondo. Se le persone vivessero per l’arte invece che per il denaro, il mondo cambierebbe: “L’arte rende l’uomo simile a Dio, ubbidiente al suo Creatore. Noi siamo in una situazione catastrofica per ignoranza. Nessuno conosce l’arte, nessuno legge, nessuno si informa. Noi siamo avidi e vediamo solo i soldi. Io non vado a rubare perché mi serve quel libro, io vado a rubare perché mi servono i soldi.” È chiaro dunque come oggi i valori comuni siano rappresentati dai soldi, dalla guerra, dalla conquista, dalla sopraffazione, e questo costerà caro all’umanità se non si sbriga a porre in atto un cambiamento di cui l’arte può essere protagonista. L’arte può certamente trasformare la società e la missione stessa di Giorgio, per non dire la sua stessa vita, lo conferma: “Io sono un artista. Metto in scena ciò che i registi, i direttori, gli sceneggiatori, che sono dell’altro mondo, mi dicono di mettere in scena. Sono un attore.”
La prima parte dell’intervista ci dona altri insegnamenti importanti sull’ascolto, base fondamentale della musica ma anche della comunicazione, e sull’importanza di credere in sé stessi: “Il demonio vuole demolire i discepoli di Cristo. Se vi dicono Giorgio è pazzo, voi gli ridete in faccia. Invece se ti dicono ‘non vali niente’, ‘sei inutile’, ‘sei scemo’, tu cominci a dubitare di te stesso ed è lì che cerca di colpirvi. Non farvi credere in voi stessi. Invece voi dovete rispondere al demonio che in voi stessi ci credete, perché credete nella causa che servite. Non in quanto voi, ma in quanto la causa.” E dopo un breve viaggio nella musica e nello sport dei mondi extraterrestri, Giorgio si sofferma nuovamente sul vero significato dell’arte, sostenendo che tutto è arte, dalla cucina, alla politica, alla bellezza di un uomo o di una donna, alla vita nel suo insieme, e coglie l’occasione per raccontare come la vita di Gesù fu essa stessa la più grande opera d’arte: “Era ballerino, medico, fornaio, tutti insieme, ma faceva questo con la Scienza cosmica. Poi l’opera d’arte più grande, ineguagliabile, che nessuno potrà mai ripetere, e per ora nemmeno imitare, è che è resuscitato dai morti. Quella è un’opera d’arte, ragazzi.”
Un interessante approfondimento sul denaro precede la seconda parte che, seppur breve, ha toccato nel profondo i nostri cuori. La scienza e la religione terrestri sono due facce della stessa medaglia e hanno capito poco o nulla del funzionamento della vita e dell’universo. Le risposte, quelle vere, si trovano in seno agli insegnamenti che i Fratelli del Cielo ci portano con amore incondizionato, racchiusi in quella disciplina che chiamiamo Scienza dello Spirito, per volontà del Padre e di suo figlio Gesù Cristo, prossimo a tornare sulla Terra. E proprio in relazione a questo, rivolgendosi a coloro che Lo hanno riconosciuto e seguito, Giorgio illumina il pubblico in sala: “Chi non crede nella venuta di Cristo, non vedrà il Regno di Dio. Azioni, o non azioni. E allora uno che non sa, sarà perdonato, ma se tu che segui, porti la stella, segui Cristo, sei cattolico, e farai le azioni ma non credi in Lui, non vedrai il Regno di Dio. Tutti voi giovani che seguite l’Opera, che avete sposato quest’Opera, se non perseverate nel credere nel ritorno di Cristo, non erediterete il Regno di Dio. Voi avete fatto un patto di sangue con il Cristo, perché seguite me, seguite la voce del messaggio di Cristo, quindi non potete lasciare questo cammino e fare solo le azioni. Non vedrete il Regno di Dio. Siete costretti, per la scelta che avete fatto, a seguire entrambe le cose. Mentre uno che non lo sa sarà perdonato e andrà, grazie alle azioni, ma voi che avete sposato la Fede e lasciate la Fede sarete condannati.”
La bellissima serata, ricca di insegnamenti, si conclude con un concetto sfuggente, quasi inafferrabile: la vocazione. Ci auguriamo tutti di afferrare, o almeno sfiorare, prima o poi, questa pietra miliare del servizio Cristico. Nel frattempo, perseveriamo nel bene, nell’aiuto, nell’umiltà, nella tolleranza, nella Fede, nella gioia, nell’arte. Fino all’ultimo, uniti sotto l’ala di Colui che ha promesso di tornare.
Con amore e profonda gratitudine
Luca
14 maggio 2024 – Sanremo
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