IL CAMMINO DEL SACRO GRAAL

ioegiorgioIL CAMMINO DEL SACRO GRAAL
Un boato profondo ascende dalle viscere della terra. Un fragore tuonante, sordo, ma al contempo trattenuto, scuote il sottosuolo scandendo regolarmente il suo battito. Lava incandescente fuoriesce dalla bocca del vulcano scorrendo infuocata verso le pendici della sacra montagna. Il suo respiro profondo e tumultuoso segna il tempo. Tempo di purificazione. È la voce della terra che parla al cuore dell’uomo. Al cuore umile capace di ascoltare, al cuore puro capace di sentire, al cuore vero capace di vedere, capire e scegliere.
Lapilli incandescenti esplodono dalla bocca del vulcano Etna.
Poco più in là piaghe aperte come crateri sulle mani, sui piedi e sul costato di un uomo, riversano sangue vivo. Il respiro profondo e agitato della sacra montagna si fonde a quello dell’uomo unendosi in un unico battito vitale. La simbiosi di due segni legati dal medesimo linguaggio universale. Ammonimento, profezia, conoscenza, coscienza, redenzione. Sangue di riscatto o sangue di castigo, all’uomo la scelta dinanzi all’imminente giudizio.

Segni chiamano segni.
Prodigi elargiti da un Cielo clemente per una umanità ostinata e ottusa che tutto insegue tranne che la propria felicità. Insistentemente, quell’Essere sublime che camminava per le vie di Galilea, quel Giovane Eterno che aveva il potere di ridare la vita a coloro che la avevano perduta, di sanare in corpo e spirito ogni creatura che con cuore umile Gli si avvicinava o da lontano Lo cercava. Il figlio dell’Uomo, si faceva chiamare così, Colui che con un solo sguardo sapeva penetrare il cuore degli uomini inondandoli di un amore sconosciuto, immenso, che ordinava di fare bonaccia alla tempesta e questa lo ubbidiva, Lui, il Messia Gesù Cristo, il figlio di Dio che si lasciò sputare, sbeffeggiare, percuotere, frustare e farsi inchiodare ad una croce per ridare la vita ai Suoi fratelli. Quell’Essere meraviglioso, pane di vita, acqua che disseta, luce del mondo, ritorna nei secoli alla ricerca di coloro che Gli appartengono, i Suoi uomini e le Sue donne amandoli di un amore unico, incomprensibile, incondizionato, infinito ed eterno. Chiamandoli a Se con quei segni che loro sapranno riconoscere.

 
Ancora una volta il miracolo della sanguinazione delle stigmate di Giorgio Bongiovanni avviene di fronte ai nostri occhi ancora sbigottiti dopo 25 anni.
Questa volta il prodigio avviene in terra britannica.
Inghilterra. Terra degli Angeli (England: Angel-land).
Ancora una volta il sangue di Cristo bagna questa terra.
Ma torniamo indietro nella storia.
 
Primo secolo dopo Cristo. Giuseppe d’Arimatea dopo un lungo viaggio dal Medio Oriente giunge a Glastonbury con Maria, la Madre di Gesù, portando con sé un sacro calice: è il Sacro Graal. Il calice dal quale Gesù ha bevuto il vino durante l’ultima cena. E lo nascose all’interno di un pozzo nella collina sacra di Glastonbury. L’acqua di tale sorgente talvolta si colora di rosso e fin dal Medio Evo a quest’acqua vengono attribuite proprietà curative e risanatrici. Attentamente sorvegliato e custodito da alcune vergini nel castello del Graal, esso assume il significato di cuore di Cristo o anche centro del mondo, ed ha la proprietà di apparire soltanto a coloro che vi cercano l’origine di ogni cosa, il Sè. Chi vi si avvicina necessita una preparazione spirituale intensa e profonda.  
Dal 1990 sono centinaia i simboli misteriosi rinvenuti nei campi di grano, segale o colza nelle immediate vicinanze della Tor Hill, la collina sacra che avrebbe permesso agli uomini del passato l’accesso ad un’altra dimensione. Come anche nei campi intorno a Glastonbury e Avebury, nelle quali la tradizione identifica rispettivamente la mitica Avalon e Camelot, residenza di re Artù. Non di meno accade a Stonehenge che studiosi ed astronomi ipotizzano trattarsi di un osservatorio astronomico formato da megaliti, vecchio almeno quanto le piramidi d’Egitto. Una specie di “computer astronomico della preistoria”, luogo operativo degli iniziati celti come Merlino. Si racconta che un fascio di luce proveniente dalle stelle illuminò una roccia nella piazza della cittadina di Carduel, una notte di Natale del sesto secolo dopo Cristo, nel meridione della terra Anglosassone. Una luce dalla quale discese una spada, che si conficcò nella roccia. La spada raffigura l’arma della conoscenza che si rivela all’uomo solamente quando questo ha realizzato i valori capaci di liberarla. Excalibur, la spada della verità, viene estratta dalla roccia senza alcuno sforzo dal sedicenne Artù, figlio illegittimo di Uter Pendragon, re di Logres, e di Ingerne, moglie del duca di Tintagel. Artù, inconsapevole delle sue discendenze regali e incaricato dal destino di riscoprire le sue origini, creerà l’unione cavalleresca della Tavola Rotonda  basata sull’uguaglianza (tavola rotonda, cioè senza angoli contrapposti gli uni agli altri), e di cui fecero parte numerosi cavalieri appartenenti alla Cavalleria Spirituale. Non se ne conosce il numero esatto, ma pare siano stati oltre cinquanta i cavalieri impegnati in molteplici avventure iniziatiche alla ricerca del Sacro Graal, tra i quali vi era Parsifal. Si racconta che Parsifal ed altri cavalieri della tavola rotonda “cadevano sporadicamente nel sonno iniziatico“, di cui non ricordavano alcunché, e durante le loro avventure venivano spinti sull’isola-rotante, dove appariva una nave. Questa nave introduceva il motivo del mandato, essa conteneva infatti la spada e la corona aurea, in relazione con l’albero delle vita e la regalità sacra (re David).
Fu Parsifal a scoprire alla fine di essere lui quel calice che tutti cercavano. Il calice divenuto vivente.
I piedi sanguinanti di un Uomo poggiano il loro passo stanco sulle spighe dorate dei campi inglesi.
Forme indefinibili e apparentemente astratte, assumono dall’alto dei veri e propri codici universali che parlano ancora una volta alla coscienza dell’uomo in un codice cosmico.
Il giornalista Jaime Maussan insieme alla sua equipe di Tercer Milenio è qui da alcuni giorni. Da diversi anni nel mese di agosto Jaime segue da vicino le formazioni di questi straordinari pittogrammi che sempre più evidenziano la forte pregnanza mistico spirituale di coloro che li imprimono. Messaggi sempre più chiari i quali rivelano la loro natura e provenienza e che profetizzano eventi spingendo gli abitanti del pianeta terra ad una profonda riflessione sul sistema sociale vigente che sta portando l’umanità verso un’inevitabile autodistruzione. La grande croce, il calice, il volto del Cristo, il volto di un essere extraterrestre, sono solo alcuni degli incredibili disegni apparsi sui campi inglesi gli scorsi anni insieme a messaggi cifrati contro la guerra e per l’unione dei popoli.  
“Sono dei programmati” afferma Giorgio, mentre osserva Jaime e la sua dinamica troupe al lavoro per la messa in onda del programma composta appunto dallo stesso Jaime Maussan, giornalista ricercatore e autore del programma, Guillermo Figueroa, produttore, Fernando Correa, astronomo, Alberto Garcia tecnico editing, Israel tecnico droni, Graciela presentatrice televisiva negli Stati Uniti e collaboratrice di Jaime. Rapidi, veloci, attenti, professionali, l’equipe di Tercer Milenio si muove alla continua ricerca di nuovi elementi che possano dare testimonianza alla realtà della presenza extraterrestre sul nostro pianeta e del messaggio che questi fratelli cosmici vogliono trasmetterci. La presenza di Giorgio fortemente voluta da Jaime Maussan è un evento per Canal 9 Nazionale, Televisa Messico, emittente televisiva messicana che manderà in onda lo speciale seguito da milioni di persone mentre ogni sera alle ore 18:00 vengono trasmessi in diretta i reportage del giorno nel programma web tv “Tercer Milenio.tv”. Interviste, investigazioni, analisi dei crop circles, magistralmente realizzati e montati dall’equipe, vanno in onda in questi quattro giorni con l’eccezionale presenza in studio dello stigmatizzato Giorgio Bongiovanni che rappresenta il cuore della trasmissione. Il popolo messicano ama Giorgio e lo segue da quando Jaime nei primi anni 90′ si occupò attentamente del suo caso producendo un documentario diffuso in tutto il mondo, divenendone amico e condividendo la diffusione del messaggio.
Dall’Holiday Inn Hotel di Swindon dove siamo alloggiati, va in onda la diretta “Crop Circles 2014 – En Vivo desde Inglaterra” trasmesso dall’emittente di Città del Messico e seguito da milioni di persone. Jaime Maussan e Fernando Correa mostrano le immagini del giorno, realizzate sui campi inglesi, dando risalto alla eccezionale presenza dell’uomo segnato da Dio all’interno dei Crop Circle. Con i segni delle stigmate ancora umide di sangue, Giorgio scopre le sue mani per espressa richiesta dei due amici presentatori trasmettendo il messaggio ricevuto poco prima, durante il prodigio della sanguinazione. “Segni chiamano segni” dice il testimone della Verità “per risvegliare la coscienza degli uomini ad una realtà che presto si manifesterà al mondo. La presenza di questi fratelli cosmici annunciano il ritorno del Messia Gesù Cristo che verrà sulla terra per giudicare gli uomini”. Jaime Maussan parla della sua relazione con Giorgio iniziata più di 20 anni fa, rivelando al pubblico quanto rimase colpito nel vederlo quel giorno del 1993 presso l’Hotel Gemellaro ai piedi del vulcano Etna in Sicilia.  “Percorro il corridoio dell’hotel” racconta “ed entro nella stanza dove Giorgio si trovava disteso su un letto. Sanguinava dalle stigmate. Era evidente la forte sofferenza che provava, ma ciò che più mi ha colpito è stato il forte profumo di rose che si era espanso fino a fuori dalla stanza” ricorda il giornalista. Pochi minuti prima in una delle stanze dell’hotel Swindon la stessa scena si era ripetuta in una forma talmente simile da farla apparire come un dejavù. Come allora Jaime entra nella sua stanza. Giorgio è riverso sul letto. Le piaghe sono ancora sanguinanti, le braccia aperte, il respiro corto e affannoso per gli spasmi di dolore, gli occhi lucidi, lo sguardo sofferente di un amore che non appartiene a questo mondo. Le lenzuola macchiate di sangue parlano del prodigio appena compiuto. Poco prima Fernando Correa e Adolfo, un caro amico, erano entrati a documentare quella nuova sofferta sanguinazione portando a Giorgio un dono. Un fermo immagine senza tempo né spazio è il ricordo che conserviamo di quel momento. Accanto a quel corpo trafitto viene srotolato il telo in cui è impressa la Vergine di Guadalupe, di una bellezza sconvolgente. Alta quasi quanto la stanza dove ci troviamo è  una delle poche copie riprodotte dall’originale. La presenza della Madre Celeste accompagna il cammino di Giorgio consolando il suo cuore e facendo vibrare i nostri spiriti di profonda commozione. Una visitazione, e un altro segno per noi che ci riteniamo indegni di tanta grazia divina. Jaime si avvicina a Giorgio con il microfono mentre il suo cameraman riprende il colloquio e con profonda delicatezza gli domanda: “È tanto il dolore?”. “Sì” risponde lui “ Ma sono sereno”. “Come puoi vivere con questo Giorgio?” chiede ancora Jaime. “Per me è un onore” continua ancora lui “Sento ancora di più il dolore della gente che soffre. Non è difficile amarsi. Soffrire per una causa bella vale la pena”. “Questo è un segno per la gente?” chiede ancora Maussan. “Sì, questo segno ci ricorda Cristo crocifisso e soprattutto ci fa capire perché Lui si è lasciato crocifiggere: per aiutarci, per salvarci, per amarci, per stare vicino alla gente che non ha niente, alla gente che vive nella guerra, a coloro che sono perseguitati. A me piace un Dio così, ci hanno presentato sempre un Dio autoritario, violento, ma questa parte di Dio che si avvicina umilmente alle sue creature è un Dio bellissimo”. “Pensi che tutto questo sia per il grave momento sociale che viviamo?”. “Sì, per la grande sofferenza dell’umanità. Io credo che presto accadrà una catastrofe ma, come disse la Vergine di Fatima, successivamente a tutto ciò che purtroppo dovrà accadere si instaurerà la nuova Era. Il prezzo da pagare sarà alto, ma la cosa più importante è che i bambini possano ereditare presto questa nuova Era”. “Vorresti dire qualcosa alle persone che ti ascoltano?” Chiede ancora Jaime. “Sì”, continua Giorgio, “di desiderare la Pace, di eliminare qualunque forma di guerra, di violenza. Abbiamo bisogno di un mondo differente, dobbiamo rispettarci di più perchè siamo tutti fratelli. Dobbiamo lottare per questo, altrimenti i nostri figli non avranno futuro. Pace, amore, giustizia. È necessaria tanta giustizia a questo mondo. In Israele si sta vivendo un genocidio e probabilmente la Terra reagirà e ci colpirà duramente per invitarci a cambiare. Ma io credo in un mondo nuovo, credo nella Seconda Venuta di Cristo. Per me questo segno che ho impresso nel mio corpo insieme a tanti altri annuncia il prossimo Ritorno di Gesù”. “Tante grazie Giorgio” conclude Jaime “iniziamo il programma”.
Anche Jaime Maussan insieme alla sua equipe di lavoro, ai suoi vigilantes è un testimone dei segni di questo tempo. La sera precedente durante uno sky watch avevano filmato delle sfere che si muovevano espandendo la loro luce, immagini presentate poi nel programma che hanno avvallato il messaggio della loro presenza mettendo il sigillo a quegli straordinari pittogrammi.
“Gli OVNI vengono studiati oggi come un reale fatto scientifico e matematico” spiega Giorgio durante la trasmissione, “per noi questi sono solo i mezzi che testimoniano la presenza delle intelligenze che li pilotano. Sono esseri che hanno una tecnologia molto più avanzata della nostra, che viaggiano nel cosmo e visitano il nostro pianeta. Ma ciò che è importante è capire chi sono questi esseri, da dove vengono, che cosa pensano. Noi sappiamo che loro sono i nostri fratelli maggiori che hanno conosciuto il Cristo prima di noi, che vogliono aiutare l’umanità a capire che si sta inesorabilmente autodistruggendo e annunciare che presto si manifesteranno al mondo. Per questo ci dobbiamo preparare, la gente si deve preparare a questo evento cosmico che annuncia il ritorno sulla terra del loro e nostro Re, Gesù Cristo,  per giudicare gli uomini e instaurare così una nuova società con i valori della fratellanza, della pace e dell’amore. Mi hanno detto che non ci sarà più bisogno di contattati da questo momento in poi, Jaime, perchè Loro inizieranno a manifestarsi massivamente e a farsi vedere da tutti”.

Il 555 simbolo della Madre Celeste, la trinità, l’occhio di Dio, così sono stati definiti alcuni dei bellissimi pittogrammi apparsi durante la permanenza di Giorgio Bongiovanni nella contea dello Wiltshire, così come altri apparsi subito dopo la sua partenza legano gli eventi uno dopo l’altro con un filo conduttore. Simbolismi esoterico-iniziatici impressi in forme e figure perfette rappresentano due nuovi frattali, una stella tetraedrica e l’occhio del Dio Ra che le antiche civiltà di questo pianeta, gli Atlantidei, gli Egizi, i Maya e tante altre, adoravano.

È il tempo della congiunzione dei segni che manifesta la maturazione dei tempi. Siamo spettatori di grandi eventi per la storia della nostra umanità ma che rimangono nascosti all’occhio distratto e superficiale dell’uomo che prosegue la sua folle corsa verso l’annientamento di se stesso e del suo prossimo. La composizione del grande mosaico progettato dal Padre Sole per questo angolo di Universo è quindi in fase di compimento. Prendere consapevolezza del progetto divino e divenire parte cosciente di esso significa abbandonarsi alla volontà suprema verso una rapida evoluzione. “Sono una matita nelle mani di Dio” amava dire Madre Teresa di Calcutta, ed è questa l’immagine che mi piace visualizzare quando rifletto sul senso della nostra vita. “Noi siamo dentro il disegno di Dio” ci spiega Giorgio “ma spesso siamo riluttanti a svolgere il nostro compito, ci distraiamo, non viviamo la gioia di essere parte di quel progetto divino. Vi faccio un esempio: è come stare qui nel cuore di questo magnifico cerchio nel grano ma da qui non abbiamo la visione del disegno e per capire dove siamo dobbiamo proiettarci verso l’alto come fa ora questo drone che ci mostra l’immagine del pittogramma nel quale ci troviamo, facendoci scoprire che siamo nel cuore del disegno. Riportando questo esempio alla nostra vita possiamo dire che se la vostra scelta è stata “Si, voglio servire questa causa Signore”, lasciatevi guidare, siate disponibili e compirete la missione per la quale siete stati chiamati, divenendo così protagonisti di quel disegno divino che il Padre ha programmato anche per voi” … lasciatevi mondare quindi, scuotere, percuotere, mietere, modellare, secondo la Sua volontà e diverrete liberi perché vivrete coscienti in Lui … Un concetto di libertà che spesso non viene compreso perché si intende per libertà quel senso anarchico di voler procedere da soli “senza ordini da nessuno”. Ma non ci rendiamo conto che in questo modo abbiamo solo la furbizia di rallentare la nostra evoluzione anziché di accelerarla. Se l’ordinamento delle varie dimensioni è regolato da una gerarchia che si estende in forma piramidale con il vertice rivolto verso l’alto, dobbiamo realizzare che sempre dobbiamo seguire, obbedire e servire qualcuno più in alto di noi che rappresenta i nostri ideali e i nostri obiettivi per poter procedere in avanti. L’obbedienza manifesta quella vera umiltà che ti permette di scalare le montagna. La vera libertà è un altra quindi, quella che ti offre la coscienza. Acquisire tale consapevolezza significa intendere che solamente la Madre Creatrice, dal Cui seno scaturisce la nostra scintilla divina, possiede la chiave della nostra felicità. Lasciarsi guidare dalle Sue Leggi che sono le Leggi che reggono e governano le Stelle e gli Universi significa conquistare la libertà.

Una leggera brezza soffia sui campi inglesi. Cammina l’innamorato di Cristo tra le spighe mosse dal vento come onde in un mare dorato, le sue mani coperte dai guanti bianchi accarezzano il frutto della terra nel solstizio d’Estate. Da quel delicato gesto delle dita appare un immagine eterna, immutabile, scolpita nel tempo e nell’anima di questa umanità insieme all’emozione  di antichi ricordi … “Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano spezzò il pane e lo diede ai suoi discepoli e disse: “Prendete e mangiatene tutti; questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me”.

Passano dinanzi ai nostri occhi miracoli che nella frenesia della nostra mente non vediamo e suonano armonie celesti accanto alle nostre orecchie che spesso non sentiamo … sussurra la vita al nostro cuore parole eterne come eterno fu Colui che disse quelle parole di Verità e di Vita.
Cammina il segno, tra i segni, tracciando il cammino e chiamando i Suoi a Se.

 
Con devozione.
Sonia Alea
Sant’Elpidio a Mare, 23 agosto 2014