Di Agustin Saiz
Il Dio degli umani è così umano che a volte non ci rendiamo conto che è Dio.
Vivono in simbiosi con il creato. Non sono separati dal paradiso.
Non sono caduti come l’uomo. I fiori si esprimono cercandolo e sentendolo. Gli animali lo vivono estasiati anche quando cacciano e mangiano. L’uomo vuole imitarli ma lo fa attraverso la sua malvagità e non il suo amore. L’uomo usurpa le forme e i meccanismi della creazione commettendo sacrilegio, e prendendo in giro Dio. Lo offende. Fa finta di non vederlo e di cercarlo. Ce l’ha vicino. Dentro e fuori. Nell’aria che respira, nell’acqua che beve, nel fuoco che lo riscalda. Quando guarda il cielo, quando chiude gli occhi. Quando ascolta la musica o medita in silenzio. Quando cammina, quando guida l’auto, quando spazza il pavimento.
Ma fa finta di non vederlo e di cercarlo.
Il Dio degli umani è nella dimensione umana per realizzare il nostro destino. La Grazia discende e la coscienza si apre senza sapere perché e in ogni palpito della vita quotidiana la vita rinasce. Osservate in silenzio come ci inganniamo facendoci credere che il successo sia merito dei nostri sforzi e della nostra intelligenza. E che errori o fallimenti sono una sorta di ingiustizia che ricade su di noi e che dobbiamo sopportare con la sofferenza, a causa di qualche circostanza che va al di là di noi.
L’uomo ha rifiutato Dio nel suo cuore e lo tiene chiuso per non farlo rientrare. Come un granello di polvere che contrasta e affronta il cosmo infinito. La creatura umana usurpa il governo del proprio regno a un Dio che alchimizza i minerali che poi diventano sostanza, che da impulso e vigore ai vegetali, che forgia il carattere negli animali attraverso le loro emozioni e che crea l’entelechia perfetta di una civiltà extraterrestre.
Ed è per questa ragione che Dio si è pentito del genere umano e lo lascerà cadere miseramente.
Quindi noi come forgiatori del paradiso e del regno promesso viviamo nella gioia e nella gratitudine anche nelle avversità. Soprattutto nelle avversità, amando il nemico come Cristo ci ha insegnato.
Perché il Dio degli umani rende nuove tutte le cose e opera in modo permanente nel miracolo più sorprendente che è quello di essere vivi ed esistere qui e ora perfettamente consapevoli di essere ciò che siamo.
Agustín Saiz
25 novembre 2019