
In occasione del 5 di settembre 2025, data del compleanno terreno del nostro amato Giorgio Bongiovanni, si è tenuta a Gubbio una splendida intervista a cura di Marco Marsili ed Elisa Ragni, in cui lo stimmatizzato di Fatima ha potuto elargire insegnamenti e parlare di temi molto interessanti, di notevole importanza per il futuro del pianeta e di tutta la confraternita giovannea.
Proprio a partire dal settembre di quest’anno, Adoniesis profetizza i prossimi 7 anni come cruciali per il destino dell’umanità. Umanità che, se non darà un segno importante di cambiamento, sarà poi lasciata a se stessa, ingarbugliata nel proprio karma collettivo.
A questo tema fa eco il cuore dell’intervista, incentrata sul Dio di Mosè, l’immortale Adoniesis e il Messia Gesù Cristo.
Il patto tra Dio e l’uomo e la questione del popolo eletto
L’alleanza tra Dio e l’uomo della Terra viene sancita attraverso il Patto di Noè, poi attraverso il patto di Abramo e infine con il Patto stabilito da Gesù Cristo (sangue della nuova alleanza). Fin dall’antico testamento, la voce di Dio si è fatta sentire tramite personaggi e cerchie iniziatiche, attraverso i quali ha dato insegnamenti e trasmesso profezie al popolo eletto, che poi, però, lo ha tradito. Ma Il popolo eletto, un tempo identificato con quello ebraico, potrebbe essere chiunque abbia manifestato la genetica G.N.A.?
“Noi siamo in balia degli dei” risponde Giorgio. “Il popolo eletto di Israele è stato scelto da Adonai (Adoniesis) tra i vari popoli e le varie razze della terra in cui era stato innestato lo Spirito-Intelligenza dagli Elohim. Gli Egiziani erano eredi degli atlantidei e la loro stirpe si mescolò, poi, alle tribù locali dando origine agli ebrei. Adoniesis li scelse, così come altri geni solari scelsero altri popoli in Grecia, India, Asia, e così via.”
“Dopo Noè, sul monte Sinai Dio fa un patto con l’essere umano tramite il popolo di Israele. Tale popolo ha però rotto il patto con Dio e perciò ha condannato sé stesso alla sofferenza. A seguito del fallimento dei primi due patti, stipulati secondo la giustizia basata sull’antica legge del taglione, arriva un nuovo patto, stipulato da Gesù, basato sulla Misericordia, ovvero l’amore incondizionato e l’ubbidienza alle leggi di Dio.”
“Mentre nei primi due patti Dio ha personificato dei messaggeri per parlare al suo popolo, con Gesù Cristo si è fatto uomo, ovvero ha costruito il suo corpo nel ventre della Madre Santissima. Fino ai 30 anni, Gesù incarnava il Dio del Vecchio Testamento, implacabile, che uccideva. A 30 anni è stato incarnato dal Cristo, il quale presenta un nuovo patto all’uomo: la legge dell’amore. Non contraddice Mosè né Noè. È sempre Dio, ma con un altro volto. Viene arrestato, ucciso, non riconosciuto dal suo popolo. Ma una ristrettissima cerchia del popolo eletto, gli apostoli e gli evangelisti, gli ha creduto. Dio ha poi mandato il Consolatore, la verità, la voce del padre sulla terra tramite i contattati. Questo fa parte del terzo patto.”
“La nostra storia inizia a Poseidonia 14.000 anni fa. Il terzo patto è attualmente violato non dagli ebrei, ma dai cristiani che hanno tradito l’agnello di Dio e avranno, perciò, il castigo. Tradire Cristo è tradire l’Amore, atto per cui non c’è perdono. Tradire Dio, invece, corrisponde a tradire la Giustizia, quindi c’è una possibilità di riscatto.”
Libero arbitrio o libera obbedienza?
Si parla poi di libero arbitrio, e del suo ruolo nell’uomo comune e nelle persone che seguono un cammino iniziatico.
“Il libero arbitrio sta portando l’umanità alla distruzione. Nonostante questa compia le peggiori efferatezze, Dio concede il libero arbitrio all’uomo perché da quell’uomo può ancora scaturire il salvabile. Per chi è nella confraternita il libero arbitrio non servirebbe, e più lo utilizziamo più ci porterà nella fossa. Nonostante sia in sé una buna cosa, va utilizzato con il cuore e non con la mente. La mente tende alla conservazione della specie, e quindi del corpo materiale, per cui il libero arbitrio guidato dalla mente conduce all’autorealizzazione del sé in maniera egoistica, per alimentare il proprio ego. Preservare il corpo significa anche rifuggire dalla sofferenza, che il mezzo cristico per eccellenza. Bisogna superare i bisogni del corpo e dominare la mente con lo Spirito. Altrimenti il libero arbitrio rischia di allontanarci dalla causa. La realizzazione del sé deve avvenire ubbidendo al cuore per alimentare lo Spirito. Scegliamo coscientemente di operare per il bene, e saremo davvero liberi. Se lo Spirito sovrasta la mente, l’essere umano diventa invincibile e nessuna sofferenza potrà mai scalfirlo.”
“Invece il piangere il sangue degli altri non è sofferenza ma sete di giustizia, quindi un altro grande atto d’amore. Più utilizzate il libero arbitrio per fare il bene, più vi innalzerete. L’ubbidienza è una nobile virtù, riconosciuta come imprescindibile in tutto l’Universo, ma purtroppo la Chiesa Cattolica l’ha utilizzata per schiacciare i popoli. È stato Satana-Lucifero a scardinare il libero arbitrio dei credenti per annullarli. l’ubbidienza deve essere cosciente, altrimenti siamo automi. valutiamo tramite il libero arbitrio a chi prestare obbedienza in un modo molto semplice: DAI LORO FRUTTI LI RICONOSCERETE. Così come la fede deriva dalla fiducia che riponiamo in qualcuno, possiamo definire la LIBERA OBBEDIENZA come il credere in Colui che viene nel nome del Signore.”
Adoniesis l’immortale e il figlio di Dio
Si passa poi alla figura di Mosè. Egli è stato allevato dalla figlia del Faraone e cresciuto come un principe egiziano, nonostante fosse di origine ebraica. Com’è possibile che il Faraone abbia permesso ciò?
“Dio ha offuscato la mente del Faraone per fargli credere che fosse davvero egiziano. In verità Mosè era Adoniesis l’immortale. Egli è stato personificato dall’Automedonte. Gesù Cristo, invece, fu l’incarnazione di Dio e questo fatto è straordinario, non avviene in tutti i mondi. Nonostante l’eccezionalità dell’accaduto, l’umanità non ha riconosciuto il figlio di Dio, quindi oltre che feroce e aguzzina è anche stupida. Pensa che Gesù fosse alla fine una figura debole, sciocchezza immensa, questa, che serve solo a giustificare i peccati che l’umanità compie ogni giorno. Giustifichiamo le nostre azioni contro la vita e contro la legge dando la colpa all’agnello di Dio. In verità Gesù era senza peccato e quando vestiva i panni dell’essere umano lo faceva per mettersi al nostro livello, ma in realtà lui era perfetto.”
“Il padre Adoniesis è immortale sia nella sua opera che nel “corpo”. Quando noi viviamo nella materia sperimentiamo la morte, lui invece vive sempre, anche quando personifica i suoi messaggeri. Al contrario suo figlio Gesù Cristo ha sperimentato la morte in quanto non ha personificato, ma si è incarnato, si è fatto uomo. Ciò lo colloca, dal punto di vista teologico, più in alto di Dio, perché il figlio di Dio è glorificato dal Padre che lo rende Re delle civiltà dell’Universo.”
Non c’è Dio senza Cristo, ma c’è Cristo senza Dio
“Gesù è l’incarnazione del creatore. È uno e trino. Per la prima volta una figura umana incarna la trinità. Gesù è il vero Dio perché è il vero uomo. Teologicamente sappiamo che Cristo vuole che adoriamo il Padre e lo Spirito Santo. Nella nostra non trascendenza noi dobbiamo identificare il Cristo come nostro Dio, perché egli è la prova fisica dell’esistenza del Padre. Quando moriamo e andiamo nel trascendente possiamo riconoscere il Padre e lo Spirito Santo, Ma nella mortalità il nostro Dio è Gesù Cristo.”
Per approfondire tutte le altre tematiche affrontate durante l’intervista vi alleghiamo il video integrale al seguente link.
Con amore e devozione,
Luigi Benedetti
11 settembre 2025
Allegati:
