DAL CIELO ALLA TERRA
L’UNIONE È LA FORZA DELL’AMORE.LA COMUNICAZIONE È LA COMUNIONE CRISTICA DEGLI SPIRITI DEVOTI ALL’INTELLIGENZA COSMICA.
VOSTRO.
ADPIANETA TERRA
27 Dicembre 2019.
G.B.
GETSEMANI
Le sussurravo “Forza mamma! Vai, esci!!! Vola via, libera e leggera! Forza che ce la fai!
Lui che ci aveva dato la Vita, ora la donava a noi la Sua di Vita.
Incontro con Giorgio
Rispondere con un cenno alle informazioni celesti che il Cielo vi invia tramite i Suoi servi, significa essere attenti, presenti alla chiamata che Lui ci sta offrendo. Questo è il tempo del Padre e del Figlio, cari amici e fratelli. Oggi stiamo vivendo il periodo più oscuro della storia dell’uomo e il Cielo ci dà segni ben precisi della Sua presenza. Ci invita alla comunicazione perché la comunicazione è Comunione. Vedete, noi viviamo l’Opera di Cristo, ma siamo stati chiamati anche alle responsabilità terrene della vita quotidiana, non abbiamo la possibilità di vivere di rendita, quindi siamo tutti i giorni impegnati a procurarci il pane, a trovare, attraverso il lavoro, la certezza di poter sfamare la nostra famiglia. E questo è un onore. Il computer, i mezzi multimediali, il cellulare e il denaro non sono solo un’invenzione diabolica, dobbiamo servirci di questi strumenti per fare la volontà di Dio. Non abbiamo la possibilità di vederci tutti i giorni, di conseguenza è importante che ci sia la comunicazione tra noi attraverso questi mezzi che la tecnologia ci offre. Quando leggete un messaggio, una cronaca o un articolo antimafia è importante rispondere con un cenno, un saluto, un commento, l’immagine di una mano, di un cuore. Non è obbligatorio commentare, ma rispondere sì, anche perché da questo io posso trovare lo spunto per darvi un messaggio. Anche questa è comunione, così come quella che stiamo vivendo adesso che siamo insieme. Sono contento che ci siate praticamente tutti, so che i fratelli delle altre arche sono collegati in attesa di ascoltare o ascolteranno più tardi in differita. Questa è la comunione cristica. In realtà dovremmo riunirci tutti i giorni, ma so benissimo e comprendo che non possiamo farlo, vi chiedo di non trascurare, però, le mie comunicazioni. Come sapete, io parlo con molti di voi tramite whatsapp o attraverso Sonia, o le sorelle e i fratelli delegati a mandarvi le mie comunicazioni, come Maria Josè e altri. Questo è importante per stare meglio. Sentirci significa che non siamo soli anche in vista del prossimo futuro, quando si manifesteranno gli eventi concatenati uno dietro l’altro di natura celeste, politica e naturale. Eventi che dobbiamo interpretare come segni dei tempi , che culmineranno con la seconda Venuta di Cristo. Quindi la comunicazione è estremamente importante per dare forza a noi che siamo in prima linea, per infondere coraggio e insegnamento ai giovani che sono il nostro futuro, sono la vera Opera, il disegno del Padre Adoniesis, e per dare forza anche ad ognuno di voi. Eugenio Siragusa, che riceveva questi messaggi di Adoniesis quando io ero un ragazzino, sognava di creare nel mondo un grande gruppo di giovani. Non ci è riuscito, ma ha lasciato degli iniziati che siamo noi. Grazie a colui che vi parla e a persone come Domenico, che simboleggia tutti, oltre agli altri operatori sparsi in mezzo a voi, oggi ci sentiamo fortunati perché nell’Opera sono nati tanti giovani capitanati oggi da Sonietta che hanno trascinato altri giovani come loro. Sono diventati centinaia, tutti ferventi, rivoluzionari che fanno resistenza, che lottano nel sociale e hanno bisogno della nostra comunicazione, della nostra presenza. Facciamo in modo che possano sentirla. Voi non potete immaginare quanto sia importante per me e per questi ragazzi la presenza dei fratelli delle arche; dalla persona più conosciuta che possiamo identificare in Pier Giorgio che tutti noi seguiamo nelle sue conferenze o Flavio, a una persona meno nota che io amo sempre ricordare come simbolo di umiltà e fratellanza: Franchino, dell’arca di Sant’Elpidio, che coltiva l’orto. Ecco, è fondamentale che Franchino, il quale pensa di essere inesistente, di non avere nessuna importanza, risponda a un messaggio dei giovani
, soprattutto ai messaggi di chi è operativo. Quindi, raccomando la comunicazione tra di noi. Dobbiamo comunicare continuamente, non in forma frenetica, ma in modo tale che ci sentiamo insieme perché io sono soddisfatto del lavoro che stiamo svolgendo. Veramente, non ve lo dico perché siete presenti o, ipocritamente, per ringraziarvi del sostegno che mi avete dato. Oggi festeggiamo Domenico, ma non è un caso. Le arche della regione del Triveneto, da Pordenone a Trieste che ora sono qui, sono state protagoniste dell’Opera. Voi mi avete sostenuto, salvato la vita diverse volte, mi avete risollevato da situazioni economiche difficilissime, siete presenti con il sostegno dell’amicizia, così come lo sono stati altri fratelli nel mondo. Devo dire che sono soddisfatto di tutte le arche sparse in Italia e in Sudamerica.
In Italia e in America del Sud tantissimi ragazzi fanno parte del movimento giovanile impegnati in continue attività sociali. Ad esempio, di recente il gruppo è stato in Cile, ha fatto delle presentazioni di denuncia a teatro ed in televisione. Il Cile viveva e vive una situazione drammatica ma oramai da tanto tempo non accadeva niente, la gente era succube e timorosa del potere che governava. Incredibilmente dopo la partenza dei nostri giovani, tanti altri ragazzi del Cile hanno cominciato a fare protesta attraverso i social network, le chat, facebook, perché le televisioni sono in mano al potere; così hanno portato in piazza un milione di persone. Un milione! Avete visto le foto che vi ho mandato, quelle persone sono state trascinate in piazza dai ragazzi, non da un partito politico, né dalla Chiesa cattolica o dal movimento rivoluzionario della sinistra, che non esiste più. Sono stati i nostri giovani, coloro che hanno seguito l’arte, la cultura, che appartengono a tutte le religioni comprese quelle laiche. Si sono riuniti e si sono scatenati ottenendo grandi risultati. La stessa cosa è accaduta in Paraguay, in Argentina e spero ciò avvenga anche in Bolivia, dove c’è un colpo di Stato in corso. Eccovi la prova, in questo tempo si stanno realizzando i messaggi che abbiamo ricevuto, siamo il sale e il lievito della Terra. Dobbiamo solo prenderne coscienza. Lo dico con umiltà, non abbiamo bisogno di andare nei ministeri, essere politici, deputati, presidenti. Noi siamo il popolo e la gente segue con la forza della fede perché sta comprendendo che il messaggio è vero, sincero e trasparente. Vi volevo trasmettere questo. Comunichiamo. Stiamo vicini, amiamoci, siamo amici. L’altro giorno ho chiuso un’arca perché alcuni componenti facevano polemica; poi l’ho riaperta quando i fratelli mi hanno detto: “Abbiamo capito”. Il confronto è necessario, ma non c’è più tempo per le divisioni e le polemiche. Noi non dobbiamo avere il tempo nemmeno di respirare, dobbiamo lavorare, stare insieme, amarci; cari fratelli, ci è rimasto solo questo. La nostra salvezza, quando ritorniamo a casa dal lavoro, è pensare che siamo insieme, è il nostro conforto, il nostro dono, perché là fuori non c’è niente. Dobbiamo vivere nella società, ovviamente, non rinchiuderci in una setta come forse un tempo abbiamo fatto, parlo per me; ma quando torniamo a casa, la nostra forza siamo noi, l’unione, lo stare insieme, l’essere amici, il nostro cercarci. Tanti fratelli mi hanno scritto: “Io leggo e sono felice, poi inoltro l’articolo agli altri, ma non ho pensato che avrei dovuto rispondere …”. Ma io vi chiedo se avete una fidanzata, la guardate solo negli occhi senza dirle che la amate, senza darle un bacio? Se non le dimostrate di amarla, come potrebbe sentire il vostro sentimento? La stessa cosa è tra di noi. Mi comprendete vero?
Allora, ripeto alcune cose importanti che credo non siano nuove, ma è bene ricordarle.
Non siamo bravi e nemmeno eletti, ma siamo stati chiamati da Dio.
Noi siamo un movimento spirituale e cerchiamo di mettere in pratica il messaggio di Cristo attraverso l’attivismo sociale.
Noi annunciamo la seconda Venuta di Gesù, la presenza degli Extraterrestri, aiutiamo i bambini che soffrono, nei limiti delle possibilità, tramite le nostre associazioni. Ne abbiamo tante: Giordano Bruno, Sicomoro, Mandi dal Cil, Terra Mater, Falcone e Borsellino, Dal Cielo alla Terra, siamo tutti impegnati, ma non ci interessa la filosofia “love, love”; la rispettiamo ma vogliamo fare i fatti.
Noi cantiamo, suoniamo; abbiamo i cantanti, gli attori, i solisti, i musicisti del movimento giovanile, il movimento antimafia. Credete a quello che vi dico, il nostro movimento antimafia è un movimento importante nel mondo e si identifica e si riconosce nel giornale Antimafia Duemila. Nel mese di ottobre ho ricevuto i dati statistici multimediali: abbiamo avuto duecentomila lettori. Ma questo non perché siamo bravi, noi sbagliamo come tutti, ma siamo costanti e diamo l’informazione giusta. Quindi il nostro movimento antimafia è importante perché si batte sinceramente per la verità. Grandi scrittori ci degnano e ci onorano di scrivere sul nostro giornale, che sostiene, come sapete, i magistrati veri.
Noi abbiamo il movimento spirituale più importante al mondo. Per quanto concerne l’informazione, il ricercatore più autorevole che ci sia è nostro e si chiama Pier Giorgio, ed è vero perché le informazioni che trasmette sono scientifiche, inconfutabili.
Noi abbiamo il contattato più conosciuto della storia dell’ufologia mondiale che filma le astronavi. È nostro: si chiama Antonio Urzi. Nessuno ha filmato le astronavi a distanza ravvicinata come lui. Voi, come me, da ragazzi o in età più giovane avete letto i libri di tutti i grandi contattati: George Adamski, Meier, che hanno fatto fotografie, filmati. Chi tra di noi non ha sfogliato i giornali ufologici, incartandosi le foto pubblicate in America? Le foto adesso le facciamo noi. Tutti i ricercatori più importanti del mondo vengono a cercarci perché vogliono i filmati di Antonio Urzi, che fa parte della nostra arca.
Noi abbiamo i segni, il segno di Cristo che altri non hanno. Non è nostro merito, ma è Dio che ci ha chiamati e noi abbiamo detto sì, solo questo è il motivo. Non siamo migliori degli altri, anzi, forse a volte siamo peggiori e cerchiamo di riscattarci e di cambiare, però abbiamo detto sì al servizio. Dunque, noi abbiamo tutti i segni per poter trascinare verso un miglioramento questa società in declino. Non vogliamo salvare il mondo, né possiamo farlo, ma siamo qua, disponibili a dare tutto quello che abbiamo ricevuto dal Cielo, segni compresi, per cambiare le cose.
Ritornando al discorso di prima, noi non dobbiamo comportarci come gli apostoli. Cristo era solo quando è andato nell’orto del Getsemani, sapeva che avrebbe dovuto affrontare il supplizio, allora per quale motivo è andato a chiamare Pietro, Giacomo e Giovanni? E’ andato a cercarli perché soffriva. Egli non capiva la ragione che Lo portava al supplizio. Da un lato lo sapeva, infatti si rivolgeva così al Padre: “Mi dici cosa deve succedere esattamente il giorno e l’ora, ma non mi riveli il motivo”. Questo diceva il Cristo, in ginocchio: “Perché? Allontana da Me questo calice, sei tanto bravo a dirmi dove e quando, ma non il perché! Comunque, va bene lo stesso, andrò a morire. Sia fatta la Tua volontà e non la Mia”. Poi ci ripensava e tornava a trovare gli amici: “Mi conforteranno, mi aiuteranno”, sperava. Ma loro dormivano. Ecco il simbolo di questo grande insegnamento che il Cristo ci ha dato nel Vangelo, cercando gli amici nell’orto del Getsemani prima dell’arresto. Il Signore non aveva bisogno degli amici, teologicamente Cristo non ha bisogno di nessuno, ma voleva lasciarci un insegnamento: solo se siamo insieme, tutti uniti, superiamo le prove. Gesù, nel Getsemani, diceva a sé stesso: “Io sono sotto prova, la posso superare solo assieme ai Miei fratelli”. Ovviamente Lui l’ha superata perché era il Cristo, ma se noi saremo soli non ci riusciremo. Se io fossi lasciato solo, quest’Opera finirebbe. Non sono bravo come il Signore, non riuscirei da solo a prendere su di me tutte le croci e redimervi. Quindi è necessario che non ci addormentiamo. Vi riporto questo esempio nel nostro ambito: Cristo è l’Opera e ci chiede di aiutarla stando insieme nell’orto del Getsemani. Ovviamente l’Opera andrà avanti anche da sola fino al Suo ritorno perché l’Opera è il Cristo, ma noi ci perderemo se non saremo svegli alla Sua chiamata mentre Lui si trova nel Getsemani. In questo momento l’Opera è al culmine del suo successo mondiale. Mai è stata così seguita, ma nello stesso tempo si trova nel Getsemani. Credete a quello che vi dico perché l’anticristo vuole fermarla, arrestarla, torturarla e ucciderla. Noi dobbiamo entrare nel Getsemani tutti insieme, con la nostra unione. Se resteremo uniti, l’Opera sarà fortificata e non verrà perseguitata e uccisa ma arriverà al culmine senza il Golgota, altrimenti andrà avanti lo stesso senza di noi, ma dovrà accadere tutto quello che vi ho detto.
Risorgerà per coloro che erano al di fuori dal Getsemani perché non sapevano quello che facevano mentre noi ci perderemo. Voi non dovete aver paura o avere la tentazione che l’Opera si fermerà senza di noi. No, non accadrà perché l’Opera è Cristo, nessuno Lo può fermare, però subirà una crocifissione che noi, oggi, in questo tempo del Padre Adonay dobbiamo impedire. Ci viene chiesto solo di stare insieme. Sapete perché a me non succede niente? Io non ho bisogno di scorte, di nulla. La nostra forza, cioè la mia forza siete voi fratelli delle arche, sono i ragazzi; il mio nemico lo sa benissimo. In questo momento, voi fratelli siete nel Getsemani insieme a me. Chi avrebbe il coraggio di entrare in un luogo per fare del male o arrestare un giusto, se lui avesse lì una scorta di migliaia di persone? Un pazzo, nessuno, nemmeno l’anticristo sarebbe capace di uccidere e sterminare tantissime persone per abbatterne una. L’anticristo fa il vuoto attorno al giusto per poi eliminarlo. Non si sono mai permessi, e mi riferisco alla mafia, di uccidere un uomo giusto quando era appoggiato dalla gente. Falcone era solo quando è stato ammazzato. Borsellino era solo. Il dottore Rocco Chinnici era solo, Peppino Impastato era solo, Giovanni Battista era solo. Gesù era solo. Oggi non è lo stesso tempo di duemila anni fa. Il Padre non vuole più agnelli da sacrificare. Ha detto: “Basta, non voglio altri sacrifici”. Forse, questa è la novità di stasera. Egli impedirà qualsiasi sacrificio se noi saremo uniti. Noi impediremo alla forza anticristica di abbattere i giusti se saremo uniti. Non dobbiamo avere armi, mitra o fare azioni militari. Dobbiamo solo stare insieme e volerci bene tra di noi che ci conosciamo, ma anche con i fratelli delle altre arche che non abbiamo mai visto. Questo significa che nel Getsemani non entrerà nessuno ad arrestare e a perseguitare l’Opera, né a processarla e a ucciderla; si dovranno tagliare e mordere la lingua a sangue perché questa unione impedirà loro l’assassinio dei giusti. In questo momento, il messaggio più importante per noi tutti è stare uniti. Voi avete fede e credete a quello che dico nei messaggi? Ora, questo è il più importante. Attraverso la nostra unione si impedisce all’uomo più potente della Terra di agire contro di noi, perché c’è la forza del Padre che glielo vieta.
Riusciremo a fare tesoro di tanta grazia?
L’incontro prosegue con il momento delle domande.
D: Che differenza c’è tra amico e fratello? Perché a volte il Cielo ti dice di comunicare agli amici e fratelli, perché fa questa distinzione?
G: L’amico è un approfondimento del fratello. E’ la persona che ami, che ti consiglia e si confronta; ti aiuta, ti protegge e ti sostiene. Vedi, non è un caso che lo abbia detto anche Gesù nel Vangelo: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. 16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17 Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri” (Giov 15, 13-17)
Perché Cristo ha voluto specificare “Siete Miei amici”, non era sufficiente considerarli solo fratelli? L’amico è vivere la comunione cristica anche attraverso il corpo umano, tramite l’umanità della persona. Il fratello, invece, è istituzionale. Qui siamo tutti fratelli, ma non siamo tutti amici. Voi siete i miei amici e ognuno di voi mi considera tale, ma non avete sviluppato lo stesso sentimento tra di voi. Per alcuni sentite amicizia, mentre considerate gli altri solo fratelli; questo accade perché solo con alcuni si sono create affinità elettive. Magari qualcuno ci è più antipatico dell’altro o non ci comprende facilmente; abbiamo delle vedute diverse della vita, ci sono molti motivi anche seri, forse anche legittimi per i quali non siete tutti amici tra di voi. Il giorno in cui non arriverà più un messaggio che dice: “Devi dire ai tuoi amici e fratelli” ma: “Devi dire ai tuoi fratelli” allora capirò che il Padre mi sta dicendo che siete diventati tutti amici. Spero che questo accada presto.
Il valore più importante è quello di essere uniti. Il Padre ammira maggiormente due di voi che non sono amici, ma sono fratelli e lo dimostrano portando avanti la missione insieme e dando la vita per questo, dimostrando che la causa principale della loro esistenza è l’Opera non l’amicizia. Io lavoro insieme a persone, nel campo antimafia, con le quali non ho rapporti di amicizia (vi assicuro che sono amico di altre e ne sono onorato). Ebbene, vi garantisco che quelle persone sono pronte come me a farsi ammazzare per la causa che stiamo servendo, però non abbiamo affinità, non siamo amici, non ci frequentiamo; a volte ci troviamo insieme o ci viene dato l’ordine di fare qualcosa uniti e lo facciamo benissimo, a costo di morire. Questo deve avvenire tra di noi. Quindi, la regola principale è che dobbiamo essere fratelli. Se non ci guardiamo in faccia e rifiutiamo di lavorare insieme o pensiamo male l’uno dell’altro, dimostriamo di non esserlo. Non è un’ipocrisia abbracciarsi con un fratello con cui non ci sentiamo amici. Assolutamente. Non è ipocrisia fare una cosa con un fratello con il quale non ti frequenti perché hai delle diversità: è la prova che tu ami l’Opera. Sono stato chiaro? Gli artisti qui presenti mi comprendono. Si può tenere un concerto insieme a persone con le quali non sei amico? Certamente si! E potrà essere un concerto meraviglioso; poi vi abbracciate, vi salutate e vi vedete tra due mesi. Se non siete amici non importa. Non dobbiamo indignarci se siamo diversi e non abbiamo la stessa sintonia, magari con altri coincide la grazia di Dio di essere amici e fratelli. Questo è il massimo. Ma Dio non vuole tutto da noi, né vuole la perfezione perchè siamo umani. Lui vuole semplicemente che per l’Opera lasciamo tutto, quante volte ve l’ho detto? Pensate che mi riferisca solo alle case o ai soldi? Io mi riferisco a tutte le miserie che abbiamo dentro, alle nostre difficoltà gli uni verso gli altri. Alle nostre paure. Quando ci chiama l’Opera noi dobbiamo lasciare tutto questo. Se Dio mi dice di fare un lavoro con quel fratello con cui non vado d’accordo perché proviamo antipatia reciproca, entrambi dobbiamo superare noi stessi e dare la vita per la missione per la quale siamo stati chiamati. Finita la missione, se siamo vivi, ci salutiamo e ritorniamo nelle nostre solite attività dandoci appuntamento alla prossima riunione. Ma il Signore dirà: “Bravi, il vostro amore per l’Opera è vero!”.
D: Avvistamenti e contatto.
G. Ci sono progetti dei Fratelli che atterreranno e resteranno sospesi da terra e si avvicineranno con l’astronave a persone semplici. Ad esempio in una stradina di un paesino della Sicilia dove il povero contadino sta facendo il campo. Atterreranno sulla strada e tutti gli abitanti del paesino andranno lì, Loro osserveranno la reazione della gente. Mi hanno detto che la risposta dei semplici sarà gioiosa. Quando atterreranno magari in piazza San Marco le reazioni saranno diverse, inconsulte, positive e negative. Scenderanno molte astronavi. Daranno segni chiari che sono Loro. Lo faranno capire e poi se ne andranno senza messaggi, niente. Questo è quello che succederà. Antonio è uno di quei personaggi che li filmerà in presenza di tante persone. Questo è un test di prova che gli Extraterrestri faranno e ciò avverrà in tutto il mondo. Cominceranno da adesso, dal prossimo anno e noi divulgheremo, mostrando i documenti per spiegare a tutti che cosa sta succedendo. Vi ho fatto una profezia. Mi posso sbagliare nei tempi perché sono ansioso che ciò accada ma non mi sbaglio nella profezia. Vi verranno a cercare centinaia di persone, busseranno alla vostra porta per capire cosa sta accadendo.
D: Cosa rispondere contro chi parla male.
G. Facciamo l’esempio di quando gli apostoli predicavano. Mentre gli apostoli Paolo e Pietro parlavano di Cristo, la folla ascoltava, ma faceva commenti come accade oggi nella chiesa cattolica: “Ma cosa stanno dicendo? Gesù Cristo è stato crocifisso. Dov’è risorto? Chi Lo ha visto mai in croce? Lo hanno visto loro. Si stanno inventando tutto. Sono dei matti. Loro non vogliono lavorare, prendono le offerte e speculano”. Dicevano questo, amico mio. Però, tra quella folla che ascoltava, a parte questi asini che commentavano, c’erano persone che credevano. A noi interessa questa parte di gente, lascia stare coloro che commentano. Ho dato un ordine a Pier Giorgio: non deve mai rispondere a questi commenti. Li deve ignorare, cioè fare finta che non esistano, perché si squagliano come neve al sole. Io mi diverto quando leggo tutti quei commenti che riportano le cose più assurde su di me, ne dicono di tutti i colori, hai visto su internet? Sono l’anticristo, sono il falso. Ho la sensazione che siano persone violente. Io accetto la critica, ma devi rispettarmi. Si può dire: “Non credo alle stigmate. Penso che tu le abbia, forse è il cervello che te le crea, però sei una brava persona”. Un commento di questo tipo mi piace, perché ognuno è libero. Io ho amici che non mi credono, ma mi rispettano. Davanti a queste persone violente che si rivolgono così a me o anche ad altri, io dico: “Grazie Signore, sono contento che mi aggrediscano, altrimenti potrebbero fare del male ai loro figli, alle proprie mogli. Falli sfogare su di me così evito qualche sofferenza domestica”.
D: Ho sentito fare forti accuse contro il papa…
G: E’ vero, anche il papa ha ricevuto personaggi che io reputo criminali, assassini e mafiosi. Il presidente della Bosnia per esempio è un assassino, criminale, mafioso, narcotrafficante e venditore di organi di bambini. Lo abbiamo dimostrato su AntimafiaDuemila. Carla Del Ponte, amica del giudice Falcone, quando era alla procura dell’Aia lo ha messo sotto inchiesta per crimini internazionali. E’ stato eletto Presidente e il Papa lo ha ricevuto dieci minuti, poco, ma io mi sono indignato e ho scritto una lettera. Nella migliore delle ipotesi, come io credo, ritengo che il pontefice sia stato informato male riguardo questo personaggio. Effettivamente, non tutti ne sono a conoscenza, ma gli addetti ai lavori, i giornalisti come me che si occupano di criminalità sanno benissimo chi è, il grande popolo non lo sa. Penso che, probabilmente, il Papa non lo sapesse. E’ un fatto grave perché lui deve conoscere chi riceve, però noi dobbiamo guardare i fatti. Dobbiamo dire a queste persone che non giudichiamo perché è vestito di bianco, ha la croce di latta, se non dice mai il Padre nostro o lo recita poche volte: noi dobbiamo solo constatare i fatti. Un grande magistrato mi ha insegnato che dobbiamo avere sempre la mente aperta a 360 gradi e quando ci si trova davanti a un caso occorre valutarlo con i fatti, con le prove. Allora, noi dobbiamo giudicare i fatti, non se il Papa è cattolico o mussulmano, se gli piacciono le donne oppure no. Non ci interessano questi fatti, bisogna guardare le azioni che compie, se commette reati o, nel suo caso, se sta facendo il proprio lavoro di pastore cristiano. Io ho visto azioni di grande valore da parte di questo papa, azioni di solidarietà, di pura filosofia, di forte protesta contro la guerra, le armi, l’emarginazione, contro quelli che vogliono buttare i migranti in mare, contro la mafia. Attenzione, contro la mafia. Avete mai visto un Papa, da quando siete nati, essere preso per mano da un prete di campagna, mano vera, che lo conduce con sé davanti ai parenti delle vittime di mafia e gridare: “Scomunico tutti i mafiosi!”. La scomunica non c’era da cinquecento anni. Lo sapete che quando il Papa scomunica, secondo il diritto canonico, la persona non può più andare in chiesa ed è condannata all’inferno? Quindi, il Pontefice ha condannato all’inferno i mafiosi: è un messaggio politico devastante, inquietante. Ha detto a Cosa Nostra: “Con te, io non voglio avere a che fare!”. Essere scomunicati dopo aver versato e depositato grandi somme di denaro nelle banche della Chiesa è inaccettabile per i mafiosi rinchiusi in carcere. Quindi, se li è fatti nemici. Se avranno la possibilità di ucciderlo, lo ammazzeranno, perché adesso i mafiosi temono che questo Papa leverà tutti i loro soldi dalla Banca del Vaticano. E lo farà. Dobbiamo guardare queste cose, ma ai critici del Papa non interessano, guardano il suo anello storto, se ha baciato la mano a qualcuno che non lo merita, e non guardano il resto. Avete mai sentito dire da un Papa: “Condanno tutti i venditori di armi perché questo è anticristico?. Io mai! “Da domani darò la comunione anche all’ultimo dei peccatori, pure se è divorziato”. Nessun pontefice lo aveva mai affermato prima di lui. Per Papa Ratzinger il divorzio equivale ad andare all’inferno. Siamo tutti divorziati in Italia, allora andremo all’inferno, tutti per modo di dire. Guardiamo i fatti. Perché cento religiosi, tra cui molti cardinali, tutti personaggi ricchi, miliardari, presidenti di banche, uomini politici, hanno scritto questa lettera contro papa Francesco, ma non c’è un prete di campagna che l’abbia firmata. Ponetevi la domanda e troverete la risposta.
Non mi sarei mai sognato, nella mia missione che dura da trent’anni, da Fatima fino a oggi, che un giorno avrei dovuto difendere un papa. E’ una sorpresa anche per me. Sto difendendo un papa. Il papa nero, il papa anticristo, ma dov’è questo papa anticristo? Abbiamo un po’ di discernimento? Non dico che questo pontefice sia un sant’uomo, non posso giudicarlo, ma è una brava persona, con i suoi limiti; con tutto il rispetto per i cattolici secondo i quali il Papa è infallibile. Lui ha i suoi limiti anche politici, ma vorrei che i preti fossero tutti così, come questo Papa e, credetemi, non posso andare oltre; però spero, un giorno, di potervi rivelare delle cose che so e ho visto. Lui ha tante difficoltà, non è facile ogni giorno partire dalla sua casa e andare in ufficio papale a San Pietro. Papa Francesco vive in un appartamento lussuoso, ma modesto, non vuole vivere là, perché sa che è un covo di vipere. Quindi, non è facile che lui organizzi delle cose che noi vorremmo subito, come la rivelazione di Fatima; non è semplice.
D: Claudio Rojas sul sito dice che la tua presenza in Cile ha radicato le energie dei due testimoni e reso possibile la ribellione del popolo, è così? Potresti spiegarci meglio se questo passaggio dell’Apocalisse si è innescato dal Sudamerica in tutto il pianeta o se ci sarà un episodio simile anche da noi?
G. Questo processo si è innescato in tutto il pianeta, sì è così riguardo all’energia di cui Claudio parla. Succederà in tutti i posti in cui noi andremo con i ragazzi.
D. Ci puoi spiegare cosa vuol dire entrare a far parte di un’arca?
G. Entrare a far parte di un’arca vuol dire sposare totalmente, senza riserve, con sincerità, senza dubbi e con onestà la missione di Giorgio Bongiovanni; solo questo. Risposta sintetica, chiara e netta. Nelle arche non possono accedere persone che hanno dubbi: “Io non lo so, intanto ci entro”. No, entrano solo le persone che hanno la certezza che la mia storia sia vera e che condividono la mia missione. Mentre nel gruppo di giovani o in Antimafia possono esserci persone che non vogliono nemmeno saperne della mia esperienza spirituale, ma condividono le stesse idee sulla lotta alla mafia. Come vedi, il nostro settore è molto aperto, ma non è settario. Se si vuole fare parte dell’arca, di questa confraternita spirituale, bisogna sposare la mia missione con tutto quello che comporta: le stigmate, la venuta di Cristo, gli Ufo, la reincarnazione, il Vangelo e il resto. Se la persona lo sente deve accedere con questa certezza, altrimenti che cosa ci viene a fare?
D: Cosa pensi dei disastri ambientali che sono accaduti di recente’?
G. Penso che ancora sia solo l’inizio della ribellione della Terra ai disastri che ha procurato l’uomo. Nelle nostre città ci saranno uragani anche a 500 km orari. Verranno giorni nel futuro in cui la bora di Trieste viaggerà a 250km all’ora, distruggendo tutto quello trova sul campo; gli incendi divamperanno in ogni luogo, i vulcani scoppieranno dappertutto, i vulcani sottomarini che dormono da millenni si sveglieranno. Io non sono Nostradamus, ma leggo gli eventi, i messaggi della Madonna e sento gli scienziati, i quali dicono che la Terra ci farà a pezzi. Penso che questo processo sia iniziato. Chi serve Dio deve stare tranquillo e dire: “Sia fatta la Tua volontà Signore!”
Arriva la conclusione anche di questo incontro. La gioia è tanta nel salutarci abbracciandoci insieme.
Il messaggio è stato chiaro. Si tratta solo di metterlo in pratica.
Riusciremo a farlo? Riusciremo a restare fedeli e coerenti nel tempo spogliandoci di tutto, con il coraggio di Francesco (d’Assisi)? Sapremo restare fedeli e uniti fino all’ultimo giorno della nostra vita? Riusciremo a vincere la nostra battaglia personale? Riusciremo a sconfiggere i mostri che abbiamo dentro? Il tarlo del dubbio, l’ipocrisia della paura, l’inganno della relatività, l’arroganza del giudizio. Riusciremo a tenere fisso l’occhio dell’intenzione, a mantenere la pace dell’anima stabile, nella certezza del suo obiettivo a compimento della sua antica promessa, mentre dentro e intorno a noi si scatena la bufera?
Solo se vi riusciremo il nostro impegno era autentico e il nostro amore era vero.
Di certo sulle nostre spalle grava una grande responsabilità. La responsabilità di una promessa.
Ancora una volta il Cielo ci ha elargito, a piene mani, perle divine. Quanta grazia abbiamo ricevuto in tutti questi anni! Quanta ancora ne riceviamo ogni giorno. Il Cielo ci parla, ci guida, ci ammonisce e ci consola attraverso un messaggero di Dio, un uomo vestito di sacco ma con la lingua tagliente che grida verità e giustizia.
Ci hai scolpito nel petto l’amore per il Tuo Maestro, il Cristo, il Re dei re, Colui che fa nuove tutte le cose e che attraverso il Getsemani ci conduce verso la Vera Vita.
Grazie in eterno.
Con profonda devozione
Sonia Alea
27 dicembre 2019
Messaggi allegati:
– Cronache di Sonia Alea
https://www.giorgiobongiovanni.it/cronache-sonia-alea.html
– Santo Natale 2018. Abbiate cura di voi
https://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2018/7846-s-natale-2018.html
– 20-10-12 La gioia di esistere
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2012/4440-la-gioia-di-esistere-nellamore-e-nelleternita.html
– 11-06-11 Sono io, ascoltatemi!
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2011/3633-sono-io-ascoltatemi.html
– 24-12-11 Morire di amore
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2011/4048-morire-damore.html
– 2-10-12 Piccoli granelli di fuoco nell’infinito Oceano Cosmico
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2012/4422-piccoli-granelli-di-fuoco-nellinfinito-oceano-cosmico.html
– 19-12-10 Santo Natale 2010. Quando i vostri esseri vengono accarezzati…
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2010/2923-santo-natale-2010-.html