Così come nella musica, la pittura o altre espressioni artistiche, tutto quello che stimola i nostri sensi ci aiuta a comprendere il mondo che ci circonda, a percepirlo in modo diverso.
Abbiamo sensi che rappresentano la nostra connessione con questo mondo materiale e attraverso di essi possiamo comunicare, ricevere gli stimoli sensoriali che il mondo ci trasmette riuscendo, in questo modo, riusciamo a comprendere la realtà.
Le creazioni artistiche utilizzano o, per meglio dire, si servono degli elementi che ci offre la natura, ma anche della conoscenza che abbiamo sui nostri sensi.
Se prendiamo come esempio la musica (semplificando un po’ il processo), possiamo dire che inizialmente arriva l’ispirazione che è il propulsore di quello che vogliamo creare. Poi dobbiamo servirci di certe strutture e di tecniche che si sono sviluppate nel tempo per potere concretizzare quell’idea in note, accordi, scale e dare così forma alla nostra canzone.
In architettura, benché sembri qualcosa di tanto lontano dalla musica, ci serviamo allo stesso modo di strumenti o idee in un certo senso affini alla composizione di una canzone. Delle fondamenta ben salde su cui poi sviluppiamo la nostra idea architettonica e i dettagli della struttura, che danno quel tocco artistico che stiamo cercando.
E potremmo continuare collegando tra loro le varie arti, con tecniche, metodi, ispirazione, ma al di sopra di tutto con i sensi.
Pensando a questo mi è venuta in mente l’idea dei profumi.
Inizialmente si trattava di miscele di alcune piante, fiori ed olii. Con tecniche rudimentali si riuscivano ad ottenere le prime miscele di aromi riuscendo a esaltarne alcuni, ridurne altri e, in molti casi, ottenere delle miscele che odoravano di qualcosa di nuovo. Come succede con la musica e l’architettura, con il tempo, sono stati scoperti nuovi metodi e tecniche per isolare gli aromi esistenti al mondo e, grazie a questo, sviluppare formule che ci offrivano miscele di aromi nuovi.
Oggi possiamo dire che esiste una formula base che serve per percepire qualunque profumo, tanto per crearlo attraverso le miscele necessarie, quanto, con un minimo allenamento olfattivo, riconoscerlo quando è già pronto, suddividere le sue note aromatiche, conoscere cosa c’è nella sua profondità e riuscire a sentire sia l’insieme che le sue individualità.
Senza conoscere in profondità l’arte della profumeria e sicuramente senza rendere giustizia a una così bella e complessa alchimia, oso dire che almeno i profumi creati negli ultimi 100 anni hanno la seguente struttura: note di uscita, note di cuore e note di fondo. Se pensiamo ad una piramide, queste ultime sono la base della piramide, nel centro le note di cuore e nella punta le note di uscita.
Tutte le spiegazioni su come creare un profumo partono dalla base, ma in questo caso cominciamo dall’altro lato, dalla punta, cioè dalle note di uscita: queste sono quelle che percepiamo immediatamente dopo aver applicato il profumo. È il nostro primo contatto con quelle essenze. Normalmente, è anche la fase del profumo che dura di meno e rapidamente cede il posto alle seguenti. Di solito si usano note citriche, verdi, fruttate.
A questo punto ci sono le note di cuore: sono quelle che definiscono in gran parte le caratteristiche del profumo. Inoltre, sono le note che fanno parte della sua anima. In questa fase possiamo farci una vera idea di quello che ha da offrirci e capire la sua identità. Questi aromi ci accompagnano per gran parte del tempo della vita del profumo e sono quelli che continuano a lasciare una scia mentre ci muoviamo. Normalmente si usano fiori, erbe e/o spezie.
Per finire, alla base di questa piramide aromatica troviamo le note di fondo: queste sono la base da cui si sviluppa tutta la creazione. Qui appaiono le note più pesanti e sono quelle che ci accompagnano fino alla fine, quelle che rimangono intrise nella pelle come una reminiscenza di ciò che è stato. Queste possono essere legni, muschio ed alcune spezie.
Essendo consapevole che è possibile che abbia omesso molti dettagli o mi sia sbagliato in questa umile spiegazione, ho cercato di descrivere a parole mie quello che sono riuscito a capire dall’affascinante arte del creare profumi, utilizzando le informazioni che ho imparato, ma anche inserendo le sensazioni che nascono in me quando si inizia a “sentire” un profumo.
Ma perché sedermi a scrivere questo quando con una semplice ricerca possiamo trovare tutta questa spiegazione scritta da esperti e sicuramente migliore della mia?
Alcune settimane fa, ho dovuto viaggiare a Rosario, la mia città natale, per sbrigare delle commissioni. Una notte mi sentivo solo, camminando per strada ho iniziato a pensare a questa idea della struttura dei profumi e, senza rendermi conto, ho cominciato a collegare la struttura dei profumi con la struttura delle persone. Personalità, anima, cuore, identità, sono termini che possiamo usare per descrivere entrambe le cose.
Allora, cercando di riportare sulla Terra quelle idee mi sono reso conto che noi siamo come i profumi. Abbiamo alcune note di uscita che è la prima cosa che si vede di noi, cioè la prima impressione, quello che vedono le persone quando ci conoscono, che generalmente riflette una parte di quello che siamo realmente, ma non necessariamente.
Poi ci sono le note di cuore, quelle che realmente ci descrivono. Quelle che definiscono chi siamo e quello che facciamo con le nostre vite. Riflettono una gran parte della nostra personalità. È anche il nostro modo di agire nel mondo che ci circonda, come ci rapportiamo con il nostro ambiente, quale cammino scegliamo di percorrere. Se lottiamo, se siamo indifferenti, se amiamo, se odiamo. Tutto ciò che siamo e facciamo.
Infine ci sono le note di fondo che è tutto quello che conosciamo del nostro mondo, le nostre esperienze e conoscenze del mondo che ci circonda. Perché la conoscenza è la base sulla quale ci costruiamo e serve da rinforzo per tutto quello che siamo e quello che dimostriamo di essere. Conoscere il mondo nel quale viviamo, come funziona, la nostra storia, ci fortifica e soprattutto ci dà libertà. La conoscenza rafforza e fa di base a ogni parte della nostra vita. Il sapere ci aiuta a vedere la verità in questo mondo dove regna la bugia e l’inganno.
E qui potrebbe finire questo semplice paragone tra i profumi e le persone. Ma manca qualcosa, la più importante tra questi pensieri che sono affiorati nella mia mente quella notte a Rosario.
C’è un elemento fondamentale nella creazione di un profumo che molte volte non ha aroma e non possiamo sentirlo. Ma c’è, c’è sempre, perché senza di lui le fragranze si volatilizzerebbero molto più rapidamente e, sebbene ci siano aromi più forti come quelli delle note di fondo che possono durare di più, il resto svanirebbe in poco tempo. Quell’elemento fondamentale è il fissatore. Normalmente sono miscele di certi aromi che sono impercettibili nei profumi, altre volte sono neutre, senza odore, ma ripeto, devono sempre esserci perché altrimenti l’alchimia del profumo si perde.
Nella nostra vita quel fissatore che a volte non riusciamo a distinguere o non ne sentiamo la presenza, quell’elemento magico che mantiene e fortifica quello che siamo, quello che siamo stati e quello che saremo è la “spiritualità“.
Lei ci attraversa in ogni tappa, sostiene i nostri aromi incluso nei peggiori momenti. Benché non la nominiamo, né appaia nella nostra descrizione, anche se non la sentiamo, lei c’è, proiettando le nostre note di uscita e mantenendo ferme le nostre note del cuore e di fondo. Lei c’è sempre e riesce a far sì che quegli aromi che ci compongono perdurino, rendendo eterna l’alchimia viva della nostra esistenza.
Patricio Alod
12 Luglio 2024
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