Il respiro doloroso della Madre Terra

Di Luigi Benedetti

Sardegna, isola che forse più di tutte incarna quello spirito e quei colori della Dea Madre.p>

Il respiro doloroso della Madre Terra

Di Luigi Benedetti

Sardegna, isola che forse più di tutte incarna quello spirito e quei colori della Dea Madre.p>

Intervista a Giorgio Bongiovanni

In quell’antica terra che emana pura energia solare, dove si respira la brezza di popoli ai confini tra mito e realtà, e dove continua il fiorire della leggendaria stirpe atlantidea, si è tenuto l’incontro con lo stimmatizzato Giorgio Bongiovanni, condotto da Flavia Fabris e Joelle Baldo.    

Sì, non poteva che svolgersi in Sardegna questa intervista intitolata “Il respiro doloroso della Madre Terra”.

Sardegna, isola che forse più di tutte incarna quello spirito e quei colori della Dea Madre, che racchiude paesaggi mozzafiato, fiumi, laghi, alture, boschi, e infine il mare. Dal verde rigoglioso della macchia mediterranea, al bianco abbagliante delle spiagge di quarzo, al blu intenso del mare cristallino.

Dea Madre che oggi versa lacrime di sangue sulle terre e sui mari. Inquinamento dell’aria, inquinamento del suolo, inquinamento delle acque, fiumi, laghi, mari, falde acquifere, sorgenti. Tutto risulta adulterato perché l’uomo terrestre ha dimenticato sua Madre, facendosi un Padre a sua immagine e somiglianza.

Ma la Sardegna è terra dei Giganti.
E un Gigante del Cielo è sceso tra noi.

Come salvare la madre Terra

Giulietto Chiesa disse che le ultime quaranta generazioni hanno irrimediabilmente intaccato risorse e ambiente del pianeta. Questa affermazione si sposa con quanto ci ha trasmesso Adoniesis in un due messaggi (il primo trasmesso ad Eugenio negli anni Settanta, il secondo riportato da Giorgio) nei quali gli Esseri affermano che la Terra geme di dolore, perché è un essere vivo. Negli ultimi decenni anche il mondo scientifico è giunto alla conclusione che la Terra è viva e l’hanno chiamata Gaia. E in quanto vivente, la Terra respira, si nutre, partorisce e alimenta le sue creature.

Purtroppo questo nostro pianeta è da tempo in stato depressivo perché l’uomo lo sta uccidendo con la sua scienza senza coscienza. Da cento anni ha posto in essere azioni nefaste come l’inquinamento, la sottrazione di forme energetiche indispensabili per la sopravvivenza del pianeta, il depauperamento della struttura del geoide con il boom industriale a partire dagli anni 20 del Novecento, generando una folle corsa all’industrializzazione con il solo fine dell’arricchimento di pochi, sfruttando le risorse del pianeta in maniera intensiva e producendo veleni che hanno contaminato le acque del pianeta, dalle falde acquifere ai fiumi e agli oceani, generando scorie nucleari e radiazioni prodotte dalle esplosioni atomiche, causando la creazione di isole di plastica, e molto altro ancora. Se non si apportano modifiche, nel 2050 la terra non riuscirà più a proteggere i propri ecosistemi, che smetteranno di riprodursi e moriranno.

Nonostante i passi fatti a livello internazionale, come, ad esempio, il celebre protocollo di Kyoto, pubblicato l’11 dicembre 1997 nella città giapponese di Kyoto. A fronte di questo sforzo collettivo, la realtà è stata che tale protocollo e i suoi obiettivi sono stati ignorati.

Segnali evidenti che la Terra sta soffrendo sono le reazioni della stessa, ad esempio la possibile esplosione del vulcano Marsili, terremoti, inondazioni, ecc. Perché la Terra si vuole difendere e potrebbe annientarci.

Quello che possiamo fare come confraternita, e come esseri umani, è partecipare attivamente alle proteste contro questo stato di cose e annunciare l’intervento extraterrestre qualora ci fosse il rischio di una guerra nucleare.

Una speranza si ė accesa

Il 2 settembre 2025 ha preso avvio, secondo quanto annunciato Adoniesis, il celebre periodo dei sette anni, che si concluderà il 2 settembre 2032, momento in cui l’angelo dell’Apocalisse suonerà la sua settima tromba e saremo testimoni della giustizia di Dio. In questo tempo sono necessari segnali di risveglio dal popolo della Terra.

E un segno positivo è arrivato proprio nei giorni scorsi, quando milioni di persone in tutto il mondo occidentale sono scese in piazza per manifestare sostegno al popolo palestinese e in particolare ai cittadini di Gaza, sottoposti ad un feroce programma di sterminio. Risvegli inaspettati, soprattutto in Italia con due milioni di persone in piazza. È stata una resurrezione di civiltà, un fermento laico e spirituale di persone che vogliono giustizia. Questa presa di coscienza collettiva scatenerà, dal lato delle forze avverse, una campagna aggressiva per spaventare la popolazione, andando a toccare le leve economiche e causando una grave crisi, soprattutto nei paesi dove si è manifestato un malessere popolare e un moto di ribellione contro politiche inumane e predatorie.

Giorgio afferma di non avere speranze che cambi il mondo, ma ammette che Dio sta facendo un miracolo.

Rispetto alla confraternita giovannea, ribadisce che bisogna avere fiducia nel Padre, in Gesù Cristo e nel suo messaggero, seguendolo nelle opere e nell’impegno sociale. Dai frutti riconosciamo l’albero, per cui seguiamo i buoni frutti e operiamo nel bene. In questo modo saremo protetti tutti, animali domestici compresi. E parlando proprio degli animali, Giorgio ha aggiunto che non c’è anima collettiva: ogni animale è uno spirito individuale. Bisogna difendere ogni essere vivente perché tutto ciò che si muove è vita.

Il ritorno del Cristo e i giovani

Gesù ci ha lasciato un grande insegnamento: non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici. In questo modo ha esortato i discepoli ad amarsi gli uni con gli altri. Con questo concetto, Gesù ha dato prova esistenza di Dio, in quanto pur incarnando la divinità, Gesù non prende posto sul trono, non si erge sopra gli altri, ma si mette al fianco dei suoi amici, esprimendo quell’amore che solo il Creatore prova per le sue creature.

Il ritorno di Cristo e la rivelazione della presenza dei fratelli celesti, angeli ieri, extraterrestri oggi, è il cuore del nostro messaggio. Le altre attività che portiamo avanti a favore della vita, degli ultimi e della giustizia sono coreografia al punto focale del messaggio: la seconda venuta di Cristo e il contatto extraterrestre. Ma dobbiamo anche ricordare che Lui ci ha detto: “Non mi vedrete finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Questo perché la Chiesa, che conosce il messaggio, lo ha edulcorato, quando non lo ha sovvertito con azioni malvage e perverse di alcuni suoi rappresentanti. Chi non riconosce i segni non vedrà né Lui né la sua gloria.

I giovani sono tra gli interlocutori privilegiati di Gesù Cristo, perché con la loro purezza e il loro vigore ne possono incarnare le qualità umane, ma bisogna saper trasmettere loro i valori, invece di dire bugie e di essere vigliacchi. Gli adulti tendono a far passare ai propri figli valori effimeri, quando in realtà bisogna tirare fuori i loro talenti, insegnare il rispetto della Madre Terra e delle persone. I veri valori da lasciare ai giovani riguardano l’etica e il rispetto della vita. La materia è solo un mezzo per esprimere al massimo i propri talenti e i propri valori. La cosa migliore che un adulto può fare è dare l’esempio e la coerenza.

Per approfondire tutte le altre tematiche affrontate durante l’intervista vi alleghiamo il video integrale.

Con amore e devozione,

Luigi Benedetti

11 ottobre 2025