INTERVISTA RADIOFONICA A MARCO MARSILI E FRANCESCA PANFILI

INTERVISTA RADIOFONICA A MARCO MARSILI E FRANCESCA PANFILI

Di Marco Marsili

19-12-2017

Il programma radiofonico “Pianeta Oggi Eventi nel Mondo” condotto da Massimo Bonella (Direttore di Pianeta Oggi TV) per Radio SAIUZ TV, che va in onda tutti i giovedì dalle ore 20.30 su Radio PIPER, in collegamento con Alviano Appi da Pordenone, il giorno 19/12/2017 ha intervistato Marco Marsili e Francesca Panfili sulla loro esperienza in Uruguay, dove di recente hanno trascorso due settimane in qualità di accompagnatori di Giorgio Bongiovanni e di sua figlia Sonia Tabita Bongiovanni.

Ecco la sintesi dell’intervista:

Alviano Domanda: Marco e Francesca, voi siete stati in Sud America nel mese di novembre, non per un viaggio turistico, ma per accompagnare lo Stigmatizzato Giorgio Bongiovanni in Uruguay, perciò non avete alloggiato in grandi alberghi, ma siete stati ospitati dalla gente del posto Vorrei chiedervi che cosa vi ha colpito di questa esperienza e della mentalità di quello che in una vostra Cronaca avete definito “un Paese ancora un po’ distaccato dall’opulenza capitalistica.”

Francesca: Buonasera a tutti e grazie per averci dato la possibilità di raccontare la nostra esperienza. È stata la seconda volta per noi in America Latina, tre anni fa abbiamo accompagnato Giorgio in Paraguay. In questo viaggio abbiamo vissuto a Montevideo, la capitale dell’Uruguay, e abbiamo frequentato i ragazzi, un gruppo di giovani che si occupano di temi sociali. Questa città, come la maggior parte delle grandi città dell’America Latina presenta grandi contraddizioni, ad esempio la presenza di una classe ricca che vive sulla pelle della maggioranza povera della popolazione, in quanto la classe media è quasi inesistente. Questa realtà è per noi sempre impattante, sia interiormente sia fisicamente perché è una realtà a cui non siamo abituati. Queste contraddizioni che esistono in tutto il mondo, nel Latino America ti vengono sbattute in faccia senza filtri e vedere tutto questo insieme ad un uomo come Giorgio Bongiovanni che vive un’esperienza spirituale fortissima, è stata per noi un’occasione di studio, perché abbiamo potuto osservare tantissime situazioni e sensibilità diverse in un popolo che si trova in certe condizioni anche perché l’Occidente ricco (che noi europei rappresentiamo) ha imposto determinati standard sociali, politici, economici. Proprio a causa di queste condizioni il popolo del Latino America rispetto a noi europei ha una consapevolezza maggiore della propria realtà sociale, della corruzione statale, dell’inquinamento, ecc: cioè sono più coinvolti, più consapevoli e quindi più partecipi. Questo forse è dovuto al fatto che lì c’è maggiore distanza tra lo Stato e il cittadino, poiché questi popoli hanno dovuto subire il nostro modello di “democrazia” (e con “nostro” intendo anche quello Nord Americano) e quindi hanno una volontà di ribellione più accesa e più cosciente. Questo si evince ad esempio dal loro atteggiamento nei confronti delle multinazionali che avvelenano quelle terre meravigliose. Ovviamente non tutta la popolazione si ribella, ma in generale c’è una coscienza sociale più viva. È di poche settimane fa la notizia dell’uccisione di un giovane attivista che si batteva per la causa degli indigeni argentini Mapuche che stanno subendo i danni dovuti alla disastrosa e criminale politica economica di multinazionali come la BENETTON, che dalle nostre parti invece è praticamente sconosciuta e di cui noi non vediamo nient’altro che le belle vetrine luccicanti dei negozi, non vediamo nient’altro che l’aspetto positivo del cosiddetto progresso, mentre lì procurano morte e distruzione. Quindi abbiamo visto con i nostri occhi i danni prodotti dalla nostra economia antisociale e antidemocratica.

D: Voi eravate lì con Giorgio Bongiovanni (che ricordiamo è giornalista direttore della Rivista AntimafiaDuemila), invitiamo tutti ad approfondire la storia di questo personaggio e le sue attività. Sappiamo che in Italia e in generale in Europa Giorgio Bongiovanni non è considerato come dovrebbe, soprattutto dal punto di vista mediatico. In Sud America avete notato un diverso comportamento da parte della popolazione e dei mass media nei confronti di Giorgio?

Marco: Buonasera Alviano e buonasera a tutti i radioascoltatori. Effettivamente fu detto, nemo propheta in patria. Vorrei dire innanzitutto che per noi è stato un vero onore poter convivere con questo grande uomo, perché abbiamo potuto toccare con mano e osservare da vicino la quotidianità di un uomo che dedica tutta la sua esistenza al miglioramento di questa società, sia attraverso le attività spirituali, sia attraverso la lotta sociale per la Giustizia e la solidarietà pratica, concreta, fattiva. Dovunque Giorgio svolge le sue attività, sùbito si realizzano opere umanitarie che vedono la partecipazione di molte persone che disinteressatamente si impegnano per il bene del prossimo, soprattutto per il bene dei più deboli, dei poveri e dei bambini, sia in Italia che all’estero. Noi stessi a Montevideo abbiamo partecipato nel nostro piccolo ad una giornata di preparazione e distribuzione di pasti caldi alla povera gente di strada, organizzata dall’Associazione Culturale UN PUNTO EN EL INFINITO che si ispira all’opera di Giorgio Bongiovanni e che svolge questo servizio ogni settimana. Possiamo senz’altro dire che dovunque Giorgio inizia ad operare prendono vita queste realtà di collaborazione e di altruismo; questo è molto significativo, perché alla fine, oltre alle teorie e alle teologie, ciò che conta sono i fatti. E Giorgio Bongiovanni fa questo da trent’anni. Possiamo dire che l’opera di quest’uomo dà senso alla vita di tante persone.

Tornando alla tua domanda, abbiamo visto che in America Latina non solo Giorgio è ben accètto, ma sia il suo Messaggio spirituale, sia il suo Discorso sociale (fino all’Antimafia), è tenuto in piena considerazione e il popolo sudamericano non fa nessuna difficoltà a conciliare questi due aspetti dell’opera di Giorgio.

D: E per quanto riguarda lo spazio mediatico?

Marco: Lì Giorgio è stato ospite nella TV nazionale (l’equivalente della nostra RAI) a Canal 10, in maniera positiva, costruttiva, disponibile, aperta, accogliente, niente a che vedere con le “trappole mediatiche” che ha dovuto subire in Italia dove è sempre stato trattato con sufficienza e dove quasi sempre hanno tentato di ridicolizzarlo, a mio avviso senza riuscirci perché non c’è niente da ridicolizzare quando sono i fatti a parlare. L’accoglienza che Giorgio ha ricevuto dai mass media del Latino America ci ha sorpresi: eravamo al corrente di questo, ma, come sempre, vivere l’esperienza di persona, in diretta, è stato molto coinvolgente.

Inoltre a Canal 10 anche la figlia di Giorgio, Sonia Tabita Bongiovanni, è stata accolta con favore ed ha avuto la possibilità di presentare il Movimento Culturale Internazionale creato da lei, che utilizza gli strumenti dell’Arte per la denuncia sociale, per combattere a favore della Giustizia, della Libertà, della Fratellanza, della Pace e di tutti quei valori virtuosi che oggi sono ampiamente bistrattati soprattutto a causa del disinteresse dei giovani. Ricordiamo che Sonia Bongiovanni è una ragazza di sedici anni ed ha fondato il movimento quando ne aveva dodici, perciò è stato per noi molto significativo osservare questa ragazza che da mattina a sera – anziché godersi una bella passeggiata sotto al Sole – ha continuamente organizzato riunioni, eventi, spettacoli e chi più ne ha più ne metta, coinvolgendo decine di altri ragazzi con il suo entusiasmo e la sua allegria.

D: È proprio vero, sono ragazzi che si divertono, sono felici e si impegnano per migliorare la società. Il fatto che siano proprio ragazzi così giovani ad impegnarsi in questo modo mi fa pensare che forse c’è una grande urgenza…

Francesca: Sì, c’è grande urgenza: questi ragazzi cercano risposte e nel contempo offrono alternative. Ovviamente stiamo parlando di quei ragazzi che per fortuna non si lasciano influenzare dai mezzi di comunicazione di massa e dalla “cultura” dominante. Questo loro impeto è molto positivo e in America Latina sembra essere ancora più forte, e questo si ricollega al discorso che facevamo prima: a causa delle condizioni sociali le persone hanno un senso civico differente, perché loro non devono difendere tutte le comodità materiali che abbiamo noi. Lì in Sud America ci sono molti ragazzi che si stanno unendo ai progetti dei giovani, che sono progetti laici capaci di unire i giovani attraverso l’arte, attraverso la musica, la danza, il canto, il teatro. Mentre eravamo lì abbiamo assistito a vari spettacoli organizzati in quei giorni dai ragazzi arrivati da varie parti del Sud America, alcuni dei quali hanno percorso migliaia di chilometri viaggiando per giorni interi pur di partecipare alle attività che tutti insieme hanno organizzato. Il Movimento si dimostra così una realtà aperta a tutti, indipendentemente dalla provenienza sociale, culturale e religiosa, una realtà che possiede grandi capacità di rinnovamento e che infatti tra i giovani si sta già espandendo a macchia d’olio.

D: Poco fa si diceva che noi europei abbiamo molti interessi da difendere rispetto ai popoli del Latino America e quindi abbiamo più difficoltà a provare empatia, ad esprimerci apertamente e senza paure… forse questo è il grande debito che stiamo pagando alla ricchezza materiale e alla difesa dei nostri oggetti, delle nostre cose?

Marco: A mio avviso la causa di questo non sono solo gli averi, le cose materiali, ma l’utilizzo che ne facciamo e soprattutto il valore che gli attribuiamo, cioè non solo la quantità di cose, ma la qualità che gli attribuiamo. Il valore che attribuiamo alle nostre cose ci ha allontanato e ci allontana (prima come singoli individui e poi come collettività) da tutte quelle Virtù che invece si esprimono più liberamente e più sinceramente in una società meno materialista.

D: Per quanto riguarda la realtà spirituale, sappiamo che in Uruguay c’è stato il ritrovamento di una pietra, un cristallo di ametista che raffigura la Madonna e sappiamo che mentre voi rientravate in Italia una statua della Vergine ha pianto lacrime di sangue in una casa di gente semplice che segue il Discorso di Giorgio, una lacrimazione simile a quella che è avvenuta da noi a Civitavecchia. Ecco, ancora una volta si ha l’impressione che questi eventi vengano vissuti in modo più sentito e più partecipe in Latino America, mentre da noi vengono messi presto a tacere o sottovalutati.

Marco: Sì assolutamente, bisogna ammettere che la loro spiritualità è un po’ meno bigotta della nostra e un po’ più sentita con il cuore. C’è anche da dire che le Sfere Spirituali mettono in atto “prodigi” in tutto il mondo, in tutte le culture religiose, e da circa duecento anni questo accade in modo crescente. Lo stesso Giorgio Bongiovanni è un Segno Vivente: nel suo corpo sono riprodotti i Segni della Passione di Gesù Cristo; anche questo è un “prodigio” che viene posto in essere dalle Potenze Celesti per scuotere e risvegliare le coscienze addormentate nel sonno della materia. Effettivamente dobbiamo ammettere che in Latino America abbiamo riscontrato una spiritualità più accesa, più attenta e non superficiale. Spesso quando c’è molto entusiasmo si riscontra anche superficialità, invece lì non è così, almeno per quanto abbiamo potuto constatare nella nostra esperienza. La loro è una spiritualità sentita, onesta, profonda e vorrei dire anche più colta, vale a dire che il sensazionalismo non offusca la realtà e il vero significato del miracolo.

Grazie.

Marco Marsili – 22-12-2017