Di Sandra De Marco
… E chiesero: “Cosa cerchi con quella lampada Diogene?” Ed egli rispose loro: “Cerco l’uomo!…”.
Ho ascoltato un amico dell’Uomo!
Lo Spirito Paraclito è sceso in mezzo noi per insegnarci, con l’esempio di una vita, che ‘il cammino della verità e la realizzazione dello spirito avviene attraverso il percorso della Croce’. Egli è il Messaggio, il messaggero, il Vangelo che precede i nostri passi.
7 MAGGIO 2017 – PORDENONE
Giorgio: Buonasera a tutti, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Gesù mi perdonerà se sono un po’ stanco; la verità va detta sempre. Lui sa che non vivo la Sanguinazione come la vivevo da giovane, perché sono stanco e lo dico anche ai miei fratelli, ma devo “affrontarla” e farmi forza; è molto più difficile degli anni passati e non provo nessuna vergogna a dirlo.
Quando inizio a sanguinare, i miei pensieri sono rivolti sempre a chi ha bisogno: ai fratelli, alle sorelle, alle persone che amo tanto e a chi conosco meno; aggiungo tutte le richieste di chi soffre, anche quelle che io faccio direttamente, quante sono ve lo lascio immaginare. Poi entro nel cuore della Sanguinazione, mi sento ispirato, ho le visioni, ma prima chiedo aiuto al Cielo e dico: “Signore, cosa devo dire oggi?”. Io porto sempre un Messaggio quando avviene una sanguinazione ed effettivamente, in quel momento, non avevo niente nel cuore.
E questa sera, mentre ero nel letto, disponibile con gioia ad ‘affrontarla’ (nel senso fisico), ecco che compare Gesù davanti a me, così come io Lo conosco e ho raccontato nelle tante conferenze; credo sia sceso dal tetto.
Immerso nella Sua luce, mi dice: “Figliuolo, devi dire questo ai Miei fratelli […]”; poi se ne va, senza darmi nemmeno il tempo di ringraziarlo. Avrei voluto inginocchiarmi e abbracciarlo. Spinto da un atto d’amore, desideravo dire: “Signore, resta qui stasera, Ti ospitiamo!”. Io, come voi, sono stato educato a dare accoglienza, quindi viene spontaneo offrire tutto quello che si ha di materiale in quel momento! Non si è trattato di una visione spirituale. È successo tutto in poche frazioni di secondo. Questo non era mai accaduto qui in questa arca: è venuto Lui direttamente!
Ora mi chiedo perché se ne sia andato così! Non mi ha dato neppure il tempo di baciare i Suoi piedi. O forse lo so: l’avrei trascinato al piano di sotto, qui dove siete voi. Io che Lo servo e Gli sto dando la vita, avrei chiesto: “Vai dai miei fratelli! Per una volta, fammi contento, scendi da loro”.
Prima di riferire le Sue parole a voi presenti e a tutti i fratelli in ascolto, benediciamo il Signore perché continua ad elargire grazie, proprio a noi che non siamo niente. Non capisco il motivo per cui Lui ci visiti, si vede che ci vuole bene; e non è poco. Il Signore ci chiama fratelli, noi che siamo dei miserabili, io non Lo capisco.
Dico: “Signore, Tu mi carichi di pesi come macigni, perché l’averti rivisto anche con gli occhi del mio corpo e dello spirito, non mi dà nessuna possibilità di scelta. Tu, Signore Gesù Cristo, mi togli ogni opportunità di libero arbitrio, mi levi la libertà perché ti ho visto; io non posso scegliere di dire che Tu esisti e che sei qui in mezzo a noi. Non mi dai alcuna possibilità di scegliere un altro cammino, un’altra strada, perché me Lo imponi con la Tua Presenza Onnipotente e quella del Figlio dell’Uomo”. Io non sono il solo a vedere Cristo, siamo in tanti: anche voi Lo vedete, Lo sognate. Ci sono anche medium e veggenti che hanno visioni spirituali del Signore; io ci credo. Incontrare il Figlio dell’Uomo significa vedere Gesù di Nazareth cristificato da Cristo, risorto dai morti: è una prova fisica, non solo umana, che toglie anche la fede, perché la fede è credere senza vedere. La Legge di Dio mi ha tolto la libertà e la fede, perché nel momento in cui vedi Suo Figlio, non puoi più nasconderlo. Io dico: “Signore, Tu sei la causa della perdita della mia libertà, perché Ti sei fatto vedere e toccare!”. Ma di questo sono contento! Aumenta e grava sulle mie spalle una grande responsabilità, che io non auguro a nessuno ma, allo stesso tempo, desidero che possiate vedere tutti Gesù! Lo vedrete presto, come L’ho visto io. E la prima cosa che direte sarà: “Il nostro fratello Giorgio ha detto la verità, Gesù di Nazareth è qua, con il Suo corpo resuscitato. Noi gli abbiamo creduto per fede, perché è nostro amico, anche se ogni tanto abbiamo avuto qualche dubbio”.
Oggi, Gesù vuole che io vi dia il Suo Messaggio attraverso una parabola, poiché chi ha il cuore aperto ed è disponibile a servirlo totalmente, lavorando nella Sua Vigna, lo intenderà: «Il Regno di Dio è simile al proprietario di un grande campo che ha bisogno di operai per arare il terreno in cui dovranno crescere dei frutti meravigliosi. In questo giardino, Egli dovrà realizzare il Suo Disegno, affinché i Suoi figli possano andarci ad abitare. Chiamati a Sé gli operai della Sua azienda, dice loro: “Venite a lavorare per me, devo preparare il terreno che andrà in eredità a tutti i miei figli”. Alcuni di loro dicono: “Sì, Signore, veniamo subito”, e Lui è felice. Altri dicono: “Sì, Signore, veniamo subito”, ma entrano nel campo e non lavorano. Altri ancora dicono: “No, Signore, noi non ce la facciamo, non possiamo venire”.
Siccome il Suo Progetto necessita di un numero ben preciso di operai, il Padrone del campo è costretto a cercarne altri al di fuori della Sua azienda, promettendo in cambio un compenso pari al doppio e al triplo di quello spettante ai Suoi operai. Dopo aver chiamato a Sé i vecchi e i nuovi lavoratori disponibili, il Padrone scaccia quelli che si trovano nel campo, ma non lavorano. Così, questi ultimi protestano: “Ma come, noi Ti abbiamo sempre aiutato! Noi stiamo lavorando!”. E il Padrone, che sa tutto, risponde loro: “Voi avete detto di sì, siete nel campo, ma non state lavorando!”, quindi vengono smascherati e cacciati dove ci sarà pianto e stridore di denti. Coloro che hanno detto: “Sì, Signore, veniamo subito” e non si lamentano di essere pagati di meno, sono le persone elette, le quali sanno che il Padrone paga di più coloro che vengono da fuori perché, inserendoli nella Sua azienda, Egli ha fatto una conquista. Quelli che sono sempre al Suo servizio, non hanno bisogno di essere conquistati, sono con Lui da sempre. Chi ha orecchie per intendere, intenda». Questo mi ha detto di dirvi Gesù e subito dopo se ne è andato.
Noi siamo gli operai, l’azienda rappresenta le arche, il campo è il Regno di Dio che i Suoi figli sparsi per il mondo dovranno ereditare. La paga è il simbolo della Conoscenza che ci ha salvati (cultura, arte, spiritualità).Gli operai che dicono subito sì, sono i Suoi Angeli in missione sulla Terra. Gli operai che si recano sul campo e non lavorano, sono gli adulatori dei demoni. Quelli esterni che Lui chiama, siamo noi, che eravamo sparsi nel mondo. Abbiamo visto un bravo Padrone che paga bene, ci siamo innamorati e siamo rimasti fedeli. Noi riceviamo il triplo di tutti coloro che gli hanno detto subito sì, perché quelli sono i Suoi, Lo hanno sempre. Noi siamo i peccatori ed il Signore ci ha conquistati, pagandoci di più.
D: Io pensavo che noi fossimo i primi.
Giorgio: Noi siamo gli ultimi: diventeremo primi, se vorremo diventarlo.
In mezzo a noi ci sono anche coloro che dicono sì, ma poi non lo fanno, non sta a me giudicare. Gesù mi ha detto di dirvi questo e io l’ho fatto. Io vi amo tutti, ma ognuno di noi sa se sta scaldando la sedia o meno; e se non lo sa, si dia da fare per non farlo! Il messaggio di oggi è anche: gli ultimi saranno i primi; ma non c’è messaggio più grande del fatto che Lui sia venuto qui. Una cosa sconvolgente!
Quello di cui vi parlerò adesso, si riferisce agli insegnamenti che io ho ricevuto dai Fratelli Extraterrestri, gli Angeli di Gesù, con i quali cercherò di approfondire il messaggio dato oggi dal Signore. Io ho una responsabilità maggiore rispetto a tutti voi: non posso essere libero. Ma anche voi, cari fratelli, avete una grande responsabilità insieme a me. Voi non siete qui per simpatia o perché io vi ho chiamato; avete sentito la chiamata di Cristo, a prescindere da me. Voi amate Gesù e dovete amarlo molto più di me. Riconoscete in Cristo il Figlio di Dio e solo a Lui dovete affidarvi, non a me. Mi avete scelto come fratello maggiore, la vostra guida, come un tramite ed è giusto che sia così, ma voi avete un rapporto “mistico” con Gesù. È un rapporto che non è inferiore a quello che ho io: lo è per quanto riguarda la visione fisica, con gli occhi del mio corpo e la visione spirituale; voi non avete visioni come abbiamo noi veggenti, ma una comunicazione diretta con Cristo. Non sempre l’Ascoltatore Silente vi risponde subito, o forse non percepite la risposta, ma certamente Lui vi ascolta. Non pensate di parlare a vuoto quando pregate, perché Lui ascolta anche le virgole! Voi che siete spiritualmente adulti, sapete che Gesù ha a disposizione miliardi di Angeli e se non vi sta ascoltando in diretta, verrà a conoscenza di ciò che voi desiderate e per cui pregate.
Voi sapete che Lui vi ascolta e vi ha scelto; non io. Seguite e collaborate con me, mi siete vicini, mi riconoscete come maestro, ma in realtà voi volete seguire Cristo, credere in Lui, essere i Suoi servi e discepoli. Ed è giusto che sia così! Dovete vivere fino alla fine dei vostri giorni e in tutte le prossime vite con questa ambizione: conquistare nell’universo un posto nel discepolato di Cristo. Malgrado Gesù sia sceso dal tetto, ma non abbia sceso le scale per venire qua, voi siete in contatto con Cristo e avete detto di sì alla chiamata. Molti di noi, simbolicamente, portano una stella al collo. Noi non adoriamo i simboli, ma la stella ha un suo significato: la chiamata. Siamo stati chiamati da Cristo e la risposta è stata sì. Per servirlo abbiamo scelto un’Arca, ma, come ho detto mille volte, avremmo potuto scegliere Madre Teresa, Don Ciotti, etc. Il corpo mistico di Cristo è immenso; noi probabilmente siamo nell’unghia del Suo piede, ma ci siamo. C’è chi è nel cuore di Gesù, ma noi siamo ancora lontani. Io ho chiesto: “Signore, quanto è grande il Tuo corpo mistico?”. Ed Egli mi ha risposto: “Immenso! Vai in missione, raccogli i fratelli e falli entrare nel Mio corpo”. “Sì, Signore, ci vado, ma non mandarmi nel cuore del Tuo Corpo, perché mi annoio: lì ci sono tutti i beati e gli Angeli. Fammi essere nell’unghia del Tuo Santo piede, perché lì avrò molto da lavorare affinché ne facciano parte i miei fratelli; poi entreranno nel Tuo piede, dopo nel polpaccio, in seguito nella coscia, nel petto fino ad arrivare al Tuo Cuore.
D: Tu vieni dal cuore di Cristo?
Giorgio: Non lo so, non vi so rispondere. Posso dirvi che Lo seguo sempre e non Lo lascerò mai; solo Gesù sa da dove vengo, certo non appartengo a questa dimensione. Se vi trovate nel Corpo Santo di Cristo, non potete tirarvi indietro, noi dobbiamo essere Suoi servi. Con la parabola di oggi, Gesù ci dice di essere operai nel campo che il Padre darà in eredità ai Suoi figli; dobbiamo partecipare con gioia infinita a questa costruzione.
Noi non siamo quelli che vanno a lavorare bestemmiando, imprecando e pregando che le ore passino molto velocemente, per tornare finalmente a casa! Noi invece vogliamo restare, tanto che il Padrone deve cacciarci via a pedate quando sono le otto di sera, per mandarci a riposare: “Vattene a casa! Lo so che ti piace stare qua a lavorare, ma ora vai a casa a riposare, e torna domani. È un ordine!”. Se noi non siamo così, o non lo saremo, passeremo dalla parte di quelli che sono dentro il campo, hanno detto di sì, ma non stanno lavorando. Il Signore all’inizio non interverrà, lascerà trascorrere un tempo, due, tre tempi e poi alla fine ci dirà: “Mi dispiace, assumerò un altro operaio, ti devo cacciare, vai da un’altra parte perché io non posso pagare stipendi immeritati”.
Molte volte il Signore ha affermato: “Noi siamo in guerra”. Non ha detto: “Voi siete in guerra”; Gesù, il Figlio di Dio è in guerra sulla Terra. Non lo è contro Satana, quel soldato ribelle che Lui usa per il disegno di Suo Padre, per provare la nostra fede. Satana ha già conquistato la maggior parte degli uomini del pianeta, quindi Cristo è in guerra contro l’uomo, perché sta deteriorando la Creazione di Dio. Egli deve “mondare”, redimere questo uomo che è diventato un demone ribelle. Noi non siamo solo gli operai della vigna di Cristo, siamo anche i Suoi soldati; questa chiamata alle armi è volontaria, non è obbligatoria. I Suoi soldati riceveranno il premio di non essere giudicati, il premio della beatitudine. Nel Vangelo, Gesù dice: “… Sarete tentati, derisi, incarcerati, torturati e uccisi, come hanno fatto con Me”. In premio avremo il Paradiso in Terra. Altro che Superenalotto!
Noi siamo un piccolo esercito in guerra; la vita ordinaria, tutto quello che si fa nella quotidianità, cambia radicalmente. Dobbiamo solo puntare a vincere! Noi siamo le legioni di Cristo, se lo vogliamo, che stanno facendo la guerra contro il Male: questo rientra nella parabola della costruzione del terreno e delle case, per gli eredi dei Figli del Padre. Quindi, voi chiamati avete una grande responsabilità: dovete essere Suoi soldati. Credere in Cristo non basta: bisogna dare sé stessi per la Sua Opera. La nostra tentazione non è più l’incomprensione, la gelosia, l’invidia: a volte sono presenti e dobbiamo combattere tra di noi, litigare, ma poi alla fine andiamo avanti. La nostra tentazione è un’altra: non avere la capacità di superare la quotidianità, le afflizioni derivanti dai problemi che questo mondo ci offre ogni giorno; perché questo avviene. Dobbiamo superare interiormente la nostra tentazione, con fede. La mia vita è un piccolo esempio: dal 1990 fino ad oggi, io sono andato avanti con niente, solo con voi fratelli. Non ho mai programmato matematicamente la vita; se non ho nulla, io lo faccio lo stesso. Bisogna crederci! La fede ci deve tenere uniti, far superare le nostre difficoltà, ma se poi pensiamo a Moses, Gesù di Nairobi, noi siamo in confronto Rockefeller, dei principi, re, feudatari.
È una storia terribile, lo so, ma serve a far risvegliare le anime. Moses è già in Paradiso; noi, invece, forse andremo all’inferno. Noi che mangiamo, beviamo, dormiamo, abbiamo una casa, il riscaldamento, il telefono, anche qualche debito, ma comunque viviamo, non sappiamo se saremo salvi. A volte vorrei essere Moses. Io non so se mi salverò: Dio mi ha scaraventato nell’inferno della materia, dell’illusione, del velo di Maya, mentre Moses è sul Golgota, crocifisso, lui che respira la colla, anima di Dio, è già salvo.
Potrebbe sembrare cinico, ma è un concetto profondamente spirituale. Qualora ci dovesse prendere la “libidine” della materia, il piano B per salvarci è lasciare tutto e andare da Moses. Se sei messo male, non credi più a niente, sei depresso e all’Arca non vuoi starci, se hai tanti problemi e non ne esci fuori, perché pensi che tutto vada male e sei con un piede nella fossa spirituale, io ti dirò: “Prendi l’aereo, vai da Moses e rimani con lui tre anni o tutta la vita. Pago io il biglietto, ma almeno sarai salvo. Noi fratelli delle Arche ancora non lo sappiamo …”.
Questa è la Legge di Cristo. Se invece siamo retti, fedeli, non dobbiamo andare da Moses, non c’è bisogno, lui è salvo. Dobbiamo stare con noi stessi e con chi ha bisogno della salvezza. Come sapete, io sono andato in Africa a fare il mio dovere, ma non faccio il missionario perché i bambini sono tutti salvi: quelli che sniffano la coca, si prostituiscono, si tagliano le vene, che si impiccano. Io devo andare da chi non è salvo e ha già un piede nell’inferno, perché è in pericolo di perdizione totale: l’Occidente, l’Europa, l’America Latina.
D: Io ho fatto un sogno. Eravamo tutti riuniti insieme a te. Tu avevi in mano una statuina della Madonna, che all’improvviso è diventata grandissima: brillava di una luce meravigliosa e nei piedi aveva una rosa. Tu eri in raccoglimento e avevi le mani sanguinanti. Ad un certo punto, la Madre ha dato un messaggio: “La Madonna ha lasciato libero il braccio di Suo Figlio e se noi avremo fede non ci sarà toccato nemmeno un capello. Se la perderemo, periremo con il resto dell’umanità”. Inoltre, ha aggiunto che il Suo figlio maledetto scatenerà una guerra e accadrà una cosa che tutta l’umanità non si aspetta. Ho ritenuto di dirlo.
Giorgio: Tu lo dovevi dire! Non è niente di nuovo, sono cose che io dico da anni; e comunque hai fatto bene a ricordarcelo. Ma adesso ti rispondo con un concetto molto importante perché la Madonna, tramite te, ci vuole dare un insegnamento: noi non siamo indispensabili. E, sempre attraverso di te, mi avverte: se non farò ciò che devo fare, Lei parlerà comunque, ricorrerà alle persone più semplici; me lo ha dimostrato. Ti ringrazio fratello, perché mi ricordi che io sono un servo e per ora nemmeno indispensabile, necessario. Questo dobbiamo ricordarlo tutti.
D: Io ho vissuto trentaquattro anni di vita cattolica ‘classica’, senza fondamentalismi. Poi ho conosciuto Mauro Biglino, che mi ha fatto credere che non esistesse niente, prosciugandomi l’anima. Ho sofferto molto, ma ora sono qui e sento che Gesù ha voluto aiutarmi.
Giorgio: Io non giudico mai le persone, bensì le opere. Io non ho nulla di personale contro Biglino, ma lui non può mettere in discussione duemila anni di storia. Questo è inaudito. Tu puoi credere che Gesù non sia il Figlio di Dio, perché quello è un atto di fede. Ma duemila anni fa, Gesù non ha fatto solo la rivoluzione in Palestina, non era soltanto amico dei deboli e per questo è stato ucciso: lui ha compiuto miracoli, ha risuscitato i morti, dimostrando azioni scientifiche inspiegabili. Io faccio il giornalista, in questo momento ti parlo da ateo. Moltissimi testi storici narrano come Gesù abbia fatto uscire dalla tomba e riportato in vita un uomo, morto da tre giorni. Se Biglino è così bravo, perché non prova a farlo lui? Invece di affermare che è un’ invenzione della Chiesa! Ci sono le prove, le testimonianze degli scienziati. Io sono molto critico verso l’Istituzione ecclesiastica, lo sai, però ha duemila anni di storia.
La Chiesa crede che Cristo sia il Figlio di Dio e per duemila anni ha voluto cercare le prove dell’esistenza del Padre. Proprio per questa ragione, la Chiesa usa Cristo e la verità per ingannare, conquistare e sopraffare le anime. Se avesse dubbi sull’esistenza di Cristo, non sarebbe diventata un’organizzazione potentissima, criminale (tranne qualche eccezione). Questo impero ha usato un personaggio che è vissuto veramente: nessuno è riuscito a contestare l’esistenza e l’opera di Gesù. Anche Marx, che non credeva in niente, Lo esaltava come un grande rivoluzionario (mentre sui miracoli non si pronunciava perché, secondo me, il marxismo è fanatico come la Chiesa cattolica). Quest’ultima usa il Cristo per sopraffare i deboli o addirittura ha ucciso innocenti nel Suo nome, come è avvenuto in passato, mentre gente come Biglino ti leva l’anima, perché demolisce il Cristo per cercare di svuotarti. Dobbiamo poi tener conto di altre situazioni inspiegabili: la vita di San Francesco potrebbe anche essere contestata, ma Padre Pio è stato visitato, fotografato, analizzato e per obbedienza alla Chiesa, si è sottoposto a indagini atroci nelle stimmate, eseguite dagli esperti più scettici, poi arresi di fronte al soprannaturale. E Padre Pio non era Gesù! Si può essere critici, o anche cercare di dimostrare il proprio credo con dei documenti, ma non si può negare l’evidenza di fronte alle prove. Per concludere, la mia opinione definitiva è che dobbiamo vedere cosa si cela dietro questo personaggio. Giorgio Gaber cantava “Il tutto è falso, il falso è tutto, soprattutto quando questo è mescolato con un po’ di vero”. Biglino afferma anche delle cose vere, io concordo sul fatto che la Bibbia sia piena di intromissioni di forze negative. Non si può dire lo stesso riguardo il Nuovo Testamento. Il Cristo è un’imposizione alla non violenza, come puoi affermare che sia un’invenzione? Chi non contempla la pace e la fratellanza, crede che Cristo sia una fantasia perché, non avendo dentro di sé questi valori, e ancor meno che possa avere poteri straordinari, non accetta la possibilità che qualcuno li abbia.
D: Perché Gesù ci parla ancora in parabole?
Giorgio: Gesù ci parla ancora in parabole perché sa che poi io ve le spiego.
D: Perché non siamo pronti a capirlo?
Giorgio: No, per farsi riconoscere: lo fa anche con un profumo, un volto, una parola. Il Signore mi ha insegnato a discernere con chi sto parlando, se la persona mi appare fisicamente. Nelle visioni spirituali non ne ho più bisogno, dopo ventotto anni che le vivo non ho dubbi. Oggi è stata una cosa particolare, come quando è venuto a casa ed è sceso dal tetto; oppure quando L’ho incontrato mentre viaggiavo lungo l’autostrada che conduce a Venezia. Ho visto un uomo in mezzo alla strada, con la barba e i capelli lunghi, indossava una tunica e aveva i piedi scalzi, nonostante la temperatura fosse sotto lo zero. Se non era un pazzo, poteva solo essere Gesù.
Ogni tanto il diavolo mi mette nel dubbio e penso che forse mi sono inventato tutto; che, come tutti i cervelli umani, il mio abbia la capacità di fare i miracoli, una forza medianica tale, da creare le stigmate. È una tentazione! Poi guardo i miei figli, i fratelli e Gesù fisicamente, Lo tocco con mano. Vedo i Segni, li vivo; e vedo le astronavi che, grazie a Dio, si mostrano anche a migliaia di persone nel mondo, a scienziati, astronauti. Ecco che subentra le fede e mando a quel paese il diavolo. Io spero di mantenermi così e di non perdermi.
D: Shila e Tabita sono esseri femminili? Affiancheranno i due Testimoni fino alla fine della loro missione, morte compresa?
Giorgio: Sì, sono due donne, le anime gemelle dei due Testimoni, i quali sono scesi sulla Terra nella loro personalità completa, si sono incarnati in maschio e femmina. Shila e Tabita non devono affiancarli, perché sono i due Testimoni, fanno parte della loro identità. La morte, che non esiste, è nelle mani del Padre. Nella profezia del cap.11 dell’Apocalisse, i due Testimoni saranno uccisi, ma non dimentichiamo che dopo tre giorni risorgeranno di fronte a tutti!
2 LUGLIO 2017 – SANT’ELPIDIO A MARE
Giorgio: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Sono felice di incontrarvi: oggi vi darò un messaggio. Voglio presentarvi un mio carissimo amico che si chiama Carmelo. Carmelo è la manifestazione della gioia della vita: una persona che soffre, ma che affronta i suoi dolori come se niente fosse, poiché di fronte alla Verità non ci sono più sofferenze! Noi dobbiamo imparare da lui, ciò che ancora non abbiamo realizzato. A volte proviamo piccole sofferenze, non sempre vere, reali, niente se paragonate al dolore che ogni giorno lui sperimenta. Ci disperiamo per delle inezie, per le nostre piccole difficoltà e mancanze, ma in realtà siamo solo vittime di noi stessi; a Gesù il vittimismo non piace! Dopo che lo avrete ascoltato, andrete a casa mortificati, ma anche felici di aver scoperto un nuovo esempio da seguire!
Carmelo: Buonasera a tutti. Ventidue anni fa sono stato vittima di un incidente. Quando mi è stato detto che sarei rimasto paralizzato per sempre, la vita mi è crollata addosso. Allo stesso tempo, ho ricevuto una seconda opportunità: quella di constatare che in ospedale c’erano persone che stavano peggio di me, alcune attaccate ad un respiratore, altre cosparse di piaghe e molte avevano bisogni superiori ai miei. Io avevo ancora l’uso delle mani che mi permettevano di spostarmi ovunque, sono stato ricoverato in ospedale per nove anni e otto mesi, ho subito circa quarantadue interventi e sono stato in coma due volte. I parenti e gli amici pensano che io sia un pazzo, che abbia subito un lavaggio del cervello. E pazzo ero davvero quando seguivo tutte quelle cure, medicine e “torture” che non sono servite a niente. Ora ho conosciuto Dio, Gesù e non voglio di certo perderli per nessuna ragione al mondo. Al mattino mi alzo incurante di tutti i miei dolori e sono felice perché ho scoperto la Verità! Ragazzi, se avete un problema morale o spirituale, non andate dal medico, rivolgetevi a Gesù! Dal 2004 non vedo più un ospedale, grazie a Dio.
D: Qual è oggi il compito del Papa?
Giorgio: Ripulire un po’ la Chiesa, liberarla dalla feccia peggiore che esiste nell’Universo!
Quando il Papa dirà cose vere, lo difenderemo; quando non lo farà, esprimeremo il nostro dissenso. Noi non seguiamo il dogma dell’ubbidienza e dell’infallibilità del Pontefice. Lui è un nostro fratello, non è la nostra guida: è stato messo a capo della Chiesa da Cristo, ma purtroppo la tradizione e gli eredi di San Pietro hanno fallito nel 99% dei casi. Noi non ci fidiamo della Chiesa di Pietro, ma riconosciamo che è stata fondata da Cristo. Al suo interno, sappiamo distinguere i messaggeri, i beati, i Santi dai criminali. Se il Papa dovesse chiamarmi, io sarò a disposizione e andrò da lui poiché è sempre il capo della Chiesa Cattolica. Ascolterei quello che deve dirmi, ma se mi chiedesse sottomissione, accetterei solo se proclamasse e diffondesse nel mondo la Seconda Venuta di Cristo! Inizialmente, chiedevo alla Chiesa la completa enunciazione del messaggio di Fatima, ciò è avvenuto solo in parte; ora voglio che il Papa dichiari la prossima Venuta di Cristo e inviti i fedeli a prepararsi ad accoglierlo. Solo allora, noi accetteremo di essere assorbiti all’interno della Chiesa Cattolica; ma a quel punto rimarremmo in pochi, se ne andrebbero quasi tutti. Nessuno vuole la Seconda Venuta di Cristo, perché significa che devi dare tutto ai poveri, lasciare ogni cosa, dedicarti agli altri e morire nella gloria di Cristo. Mi chiedo: quanti, tra il miliardo di fedeli, sono disposti a fare questo? Con una tale dichiarazione il Papa perderebbe 950 milioni di anime!
D: Umili si nasce o si diventa? L’umiltà è una virtù che si acquisisce nel percorso di vita?
Giorgio: L’umiltà è il termometro che segna la temperatura all’evoluzione di uno spirito. A seconda del grado di umiltà che possiede, puoi stabilire da quale dimensione provenga. Più quella persona è umile, ma nello stesso tempo profonda nello spirito, più comprenderai la dimensione alla quale appartiene. Se il grado di umiltà è al 90%, fa parte della quarta dimensione, se tocca i livelli massimi, è un Genio Solare. Se poi si confonde con l’Amore Incondizionato, è un Essere Cristico. La persona poco umile è di questo mondo e appartiene alla seconda dimensione, al regno animale, anche se è uno scienziato o l’uomo più preparato al mondo sul Vangelo! Chi è umile e lo dimostra davvero, è a servizio dei fratelli, allora è discepolo di Cristo.
Quando la persona scelta dal Signore, quindi Sua discepola, capace di trasferire l’umiltà ai suoi fratelli, comincia a cambiare e diviene autoritaria senza conservare l’umiltà originaria, significa che è tentata. Umili si nasce e il quoziente di umiltà che si possiede è dato dall’evoluzione. Ti puoi sforzare di migliorare, ciò ti aiuterà ad evolverti, pur rimanendo in quello specifico grado di evoluzione a cui appartieni.
Le persone umili, profonde, ti fanno capire chi sono, da dove vengono e perché sono qua. State attenti a coloro che non sono umili anche se sapienti, colti e potenti. Non sono dei nostri; appartengono all’altra schiera. Tranne qualche eccezione: a volte ci sono persone che non sono umili e lavorano per il bene, ma normalmente il Cielo le isola.
D: Cosa avviene al momento del concepimento a livello animico-spirituale?
Giorgio: Se il concepimento è avvenuto per caso, la creatura avrà uno spirito individuale; allora vi sono due possibili situazioni. Nella prima, nascerà uno spirito comune che deve scontare il suo karma. Nel secondo caso, nascerà un genio che approfitta di questo rapporto non intenso, per portare avanti un disegno di Dio a noi sconosciuto.
Poi c’è il rapporto programmato da Esseri Angelici, i quali decidono di nascere da due persone che hanno caratteristiche particolari o addirittura la genetica GNA. Se uno dei due genitori possiede la genetica GNA, è un Essere della Confederazione Interstellare. Qui, nelle Arche, ci sono parecchi bambini che provengono dalla Confederazione; anzi io credo che tutti i bambini e i ragazzini delle nostre Arche possiedano la genetica GNA.
D: Quando, nel rapporto sessuale tra uomo e donna, si passa dall’amore cristico alla perversione?
Giorgio: Se bevi un buon bicchiere di vino nel corso di una bella cena è una cosa assolutamente salutare. Invece se ne bevi un litro, ti ubriachi. Questa è perversione alcolica. Ecco, il rapporto sessuale è un buon bicchiere di vino durante una bella cena, può fare solo del bene. L’Amore Cristico è una cosa totalmente diversa, che può coincidere col rapporto sessuale nel momento in cui due Esseri, anime gemelle che si amano (ma anche se non lo sono, ugualmente si amano), hanno intenso desiderio del rapporto fisico e provano un forte amore reciproco (che parte dal plesso solare). In questo caso, il buon bicchiere di vino sarà sopraffatto dall’amore cristico: se ciò avviene, nascono Angeli, al 100%.
Se invece di un bicchiere, bevi un litro di vino al giorno, diventi alcolizzato, ti ammali e puoi anche morire. Questo paragone, trasportato in ambito spirituale, serve a spiegare che la perversione sessuale conduce alla morte dell’anima e dello spirito. La linea è sottile; la degenerazione erotica avviene quando si esagera. Questo vale per tutte le cose.
La Chiesa cattolica ha commesso, tra i tanti errori demoniaci, anche quello di trasformare il rapporto sessuale in qualche cosa di diabolico; invece è un’esigenza fisica, come mangiare, dormire, riprodursi. Noi siamo mammiferi e il rapporto sessuale è un’esigenza dell’istinto procreativo della specie. Quest’ultima, non tiene in considerazione i dogmi della Chiesa e segue il comandamento dell’Intelligenza Divina Onnicreante: l’istinto della preservazione della specie.
Siccome siamo esseri intelligenti e razionali, noi facciamo uso della sessualità anche per piacere. Cibarsi è un’esigenza dell’istinto per la preservazione della specie, che noi trasformiamo in arte, un istinto di piacere con mille ricette. Il cane quando mangia non elabora la sua esperienza facendone una questione di gusto, di preferenze. Noi invece, sia nel cibo che nel sesso, sperimentiamo tante varianti; utilizziamo un istinto della procreazione della specie anche per trarne piacere, ma non deve cadere nella degenerazione. Se poi una coppia segue un cammino spirituale profondo e ha superato la fase del bisogno sessuale a fini di piacere, allora utilizzerà questo strumento per procreare Angeli!
Non c’è nulla di male se due giovani che vivono una vera storia d’amore hanno rapporti sessuali.
Io, come Giordano Bruno, sono un provocatore e vi dico che Gesù aveva l’istinto sessuale. Certamente, essendo un Essere Cristico, non ha avuto l’esigenza, come legittimamente la possiamo avere noi, di avere rapporti e di provarne piacere. Tuttavia, io spero che Gesù lo abbia fatto con Maddalena. Potrei ripetere davanti a qualsiasi tribunale ecclesiastico, ovviamente con parole politicamente più ipocrite, la mia speranza che Gesù abbia dato gioia a una donna della Terra con il Suo amore infinito, cosmico e il Suo seme universale. Non dobbiamo sentirci in colpa: è la Natura, è la cosa più bella che possa capitare! Il tutto senza ubriacarsi. Sicuramente, Gesù non ha concepito figli: Cristo non aveva la missione di procreare e lasciare la Sua genetica fisica, in quanto Egli ha trasmesso la genetica astrale. Noi siamo figli di Cristo e della Madonna che è stata concepita da Cristo e ha procreato figli astrali. Tutte le storie sui figli di Gesù e della Maddalena non sono vere.
Maria Maddalena era una donna bella ed economicamente molto facoltosa; il popolino la chiamava prostituta, non perché stava sulla strada, ma aveva molte relazioni con diversi uomini che l’adoravano e le facevano dei regali; oggi verrebbe chiamata “escort”. Maria Maddalena però, a modo suo, amava davvero gli uomini con cui aveva rapporti. Questi fatti, in parte, sono riportati nei Vangeli apocrifi, per il resto mi sono stati raccontati da Gesù durante le mie esperienze spirituali; ovviamente mi dovete credere per fede.
Quando Gesù la incontrò le prime volte, le spiegò che quel modo di amare era sbagliato, in quanto avrebbe dovuto amare nello spirito: “Donna ti sono perdonati tutti i tuoi peccati; vai e non peccare più”. Gesù aveva incontrato la Maddalena anche altre volte nella sua dimora, dove lei riceveva gli uomini. Quando si sono visti le prime volte, Maria Maddalena, riconoscendo in quell’uomo Gesù di Nazareth, rimase scioccata; non sapeva cosa fare. Gesù allora le disse: “Io sono qui; l’amore che provo per te è l’amore che Io provo per te stessa. Io non ti amo per Me, affinché tu Mi faccia felice come fai con tutti gli altri uomini; Io ti amo per te stessa”. Poi Gesù se ne andò, senza consumare alcun rapporto sessuale.
Questo fatto ha provocato in lei un cambiamento totale; è andata a trovare Gesù e si è ‘convertita’. Lui ha alchimizzato l’amore di Maria Maddalena in amore spirituale e da lì è diventata la Sua Sposa. Gesù non condannava i rapporti della Maddalena: il suo amore era una forma d’amore fisico che gli uomini non capivano perché da lei volevano solo il suo corpo.
Non bisogna condannare il rapporto fisico, ma la perversione, la degenerazione; ciò è riferito a tutte le cose, non solo alla sessualità.
D: Cosa ne pensi della banca del seme e dell’inseminazione artificiale nell’utero di un’altra donna?
Giorgio: Io non sono d’accordo riguardo la banca del seme e quella del sangue. È una mia opinione. Se un amico ha bisogno, io gli dono volentieri il mio sangue. Mi opporrei se, tramite questa banca, il mio venisse donato a Totò Riina.
Io, che sono un messaggero di Dio, vi dico che dal punto di vista spirituale non va bene spostare il sangue da un corpo ad un altro. Questa è la dimostrazione che la nostra scienza ha fallito nel considerare il corpo umano una macchina di carne. Non è così! Non si deve voler vivere ad ogni costo! Se avessi bisogno di cure, vorrei essere curato, ma non diventare una cavia. Quando il mio corpo (anche il vostro, ma io sono un mutante) smetterà di vivere, io mi reincarnerò subito. Non c’è un problema di Eternità.
D: Cosa succede con la fecondazione in vitro?
Giorgio: Se la fecondazione avviene in vitro, nasce un bambino ibrido, cioè uno spirito di bassa frequenza, che è sempre un bambino di Dio. Certamente non nascerà uno spirito della quinta dimensione, sebbene gli Extraterrestri lo potrebbero fare. Se questo tipo di fecondazione fosse fatta dagli alieni, sarebbe diverso perché gli umani non immettono la carica astrale, solo carne, materia. I grigi, invece, possono prelevare il seme di una persona che possiede il GNA e immetterlo nell’utero di una donna che si trova dall’altra parte del mondo. Allora nascerà un Angelo poiché quell’embrione avrà preso anche la mia energia, la mia aura, il mio astrale. Questo può farlo solo una scienza evoluta da miliardi di anni, non quella degli umani che ancora è allo stato brado, demoniaco!
10 LUGLIO 2017 – PORDENONE
Giorgio: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Questa sera sono reduce da sanguinazioni che si sono succedute una dopo l’altra, niente avviene per caso: sia fatta la volontà di Dio! Quando vivo questa esperienza mi sembra sempre la prima volta, a partire da quando mi sono recato a Fatima, il 2 settembre del 1989; lo dico col cuore e non per retorica. Il Segno ha caratterizzato trent’anni della mia vita. Per più di vent’anni ho vissuto la sanguinazione tutti i giorni, so di cosa si tratta, ma non ero più abituato a viverla con una frequenza così ravvicinata.
Oggi, Gesù mi ha ispirato a parlarvi di questo. Ci sono due tipi di sofferenza: quella per tormento e quella per gioia, onore, amore, per disponibilità, servizio.
La sofferenza per tormento è davvero drammatica in quanto chi la vive si tormenta, soprattutto quando non comprende il perché stia soffrendo o non lo realizza. Mi riferisco anche alla sofferenza causata dal fatto di dare o ricevere dolore, magari rimuovendo le motivazioni; allora scaturisce la confusione, prendendosela con gli altri, con Dio o con sé stessi.
Questo tipo di sofferenza non la auguro a nessuno e voi, fratelli miei, non dovete soffrire mai per tormento. Noi che conosciamo la Verità, seguiamo Cristo e stiamo nell’Opera, dobbiamo soffrire del secondo tipo di sofferenza. Dobbiamo capirne il motivo e quindi offrirla alla Causa. Generalmente noi fratelli, ma includo tutti, soffriamo per via di una motivazione. Non a caso, Gesù disse: “… Benedite chi vi fa soffrire”. Quando Egli pronunciava queste parole veniva preso per pazzo, la gente si chiedeva come fosse possibile benedire il proprio nemico, cioè colui che ci fa del male; soprattutto a quel tempo, in cui vigeva la legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente. Se soffri è perché devi realizzare la Verità, i valori spirituali, l’Amore. Noi soffriamo perché Dio ci parla. Non pensate che ciò sia assurdo: quando soffriamo e quando gioiamo, Dio ci sta dando un messaggio. La condizione per capire se il messaggio è gioioso, è provare amore e felicità per gli altri! Quando noi gioiamo e godiamo nella materia, anche se legittimo e umano, Dio non sta comunicando con noi; in questo caso è la vita che lo sta facendo e la vita è un’espressione di Dio, ma non è Dio! Invece, quando noi fratelli soffriamo nell’Opera, significa che Dio vuole affidarci una missione, forse ci sta dicendo quello che dobbiamo o non dobbiamo fare; oppure ci chiede di continuare ciò che stiamo già facendo.
D: Perché Dio deve comunicare le Sue intenzioni attraverso il dolore fisico o morale?
Giorgio: Questo avverrà finché Gesù non ritornerà nella gloria; da quel momento tutti saremo felici e non ci sarà più nessuna sofferenza, ma il cammino della Verità e la realizzazione dello Spirito avverrà attraverso il percorso della Croce. Quando Gesù disse: «Prendi la tua croce e seguimi», non era rivolto a tutti, ma ai Suoi apostoli, ai discepoli, agli amici che credevano in Lui. Ecco perché io sono felice quando sanguino! Certo, è difficile! Quando mi arriva una sofferenza mi rivolgo a Dio e dico: “Ma che fai Signore, Ti volti dall’altra parte?”, ma immediatamente dopo aggiungo: “Sia fatta la Tua volontà, poiché facendomi soffrire mi fai perseverare nell’Opera che io amo tanto, a cui ho dato veramente tutta la vita”. Ho consegnato anche i miei figli all’Opera!
Quindi, cari fratelli, quando soffriamo dobbiamo essere felici dentro. Certo, se la sofferenza mi impedisce di fare l’Opera, allora non viene da Dio. Al contrario, se il dolore mi sprona, mi convince e aumenta la mia fede, allora è Dio che mi sta parlando, dunque Lo ringrazio.
Da giovane amavo tanto una ragazza; avevo 16 anni e già ero nell’Opera. La vita non mi ha permesso di stare insieme a lei, di accompagnarla o di farmi accompagnare. Ho sofferto tantissimo, ma ho ringraziato molto quella persona, il mio padre spirituale Eugenio e soprattutto Dio poiché quella sofferenza ha aumentato la mia forza, la gioia e la fede di servire questa Verità! Quindi andiamo avanti; il nostro cammino è e sarà pieno di sofferenza, ma non sarà torto nemmeno un capello dal nostro capo. Quando ci ammaliamo e stiamo male fisicamente, psicologicamente o spiritualmente è perché siamo messi alla prova, dunque bisogna perseverare e proseguire avanti.
A volte, credetemi, non riesco ad alzarmi dal letto. In queste settimane è stato difficile andare avanti, a volte sento di non farcela; poi qualcosa scatta dentro di me, penso a Gesù di Nazareth e divento Speedy Gonzales. Quindi, cari fratelli e amici, andiamo avanti con la croce sulle spalle! Quando pesa troppo, consoliamoci gli uni con gli altri. Nel momento in cui la nostra croce si fa più leggera, significa che dobbiamo consolare il fratello, perché ne porta una più pesante della nostra; o addirittura fare come colui che aiutò Cristo a portare la croce. Persino il Signore si è fatto aiutare a portarla! Non certamente perché ne avesse bisogno.
D: Io ho bisogno di un chiarimento. Sono molto perplesso su ciò che hai appena detto riguardo la sofferenza, anche perché sono limitato e non arrivo a comprendere, ad esempio, il fatto di benedire chi ci sta facendo del male. Ci sono diverse forme di amore e credo sia necessario discernere. Non dobbiamo trasformarci in un gruppo di masochisti che adorano i propri aguzzini. Puoi farmi capire in che modo dobbiamo amare chi ci fa del male? A me fa soffrire tantissimo vedere coloro che fanno del male ai bambini e allora in che modo posso benedire queste persone? Forse posso evitare di essere vendicativo, ma non me la sento di benedire queste persone.
Giorgio: Io posso diventare molto violento e arrivare persino ad uccidere una persona che fa del male ad un bambino. Credo che nella storia dell’umanità non ci sia stato uno stimmatizzato che, più di me, abbia chiesto al Padre di fare giustizia, per fermare gli assassini della vita. Nemmeno San Francesco e Padre Pio lo hanno fatto! Dopo Gesù, io sono colui che più di tutti ha chiesto giustizia! Nemmeno i Santi lo fanno. Premesso ciò, io benedirei Totò Riina se dovesse sputarmi in faccia o se dovesse condannarmi a morte. Chiederei al Padre di perdonare colui che mi sta uccidendo, poiché non sa quello che fa.
Ma Gesù, quando diceva di benedire chi vi fa soffrire, si rivolgeva a noi, cioè a tutti coloro che Lo seguono. È questo il segreto. Non possiamo ereditare il Regno di Dio se chiediamo giustizia per noi stessi. Gesù gridava contro i potenti, li attaccava, li accusava; ma quando hanno toccato Lui e i Suoi fratelli, ha ordinato loro di benedire i torturatori e i carnefici, di sorridere mentre subivano il male, di non reagire. Al contrario, quando vedeva i bambini, i poveri, i lebbrosi subire dei torti, allora Gesù si rivolgeva ai potenti, ai responsabili e inveiva contro di loro: “Guai a voi, Dio vi giudicherà!”. Quindi noi dobbiamo benedire chi ci fa del male, ma bisogna anche denunciare, ammonire, minacciare coloro che lo fanno alle persone che amiamo, ai nostri fratelli, ai bambini, agli innocenti. Se una persona ci facesse violenza, dobbiamo benedirla poiché è uno strumento di Dio per farci evolvere. Se qualcuno sta per uccidervi, fatevi uccidere! Questa è la strada che vi condurrà al Regno dei Cieli! Al massimo, mentre il vostro aguzzino vi percuote, potete chiedergli il motivo per cui vi stia trattando così male, potete dirgli che lui farà la morte seconda e voi ascenderete in Cielo; ma alla fine dovrete accettare quella situazione.
D: Dai messaggi degli Extraterrestri sappiamo che oltre tre quarti dell’umanità è condizionata da Lucifero. Mi è venuto allora in mente un parallelismo, le persone che rappresentano questa maggioranza sono composte da tre quarti di materia e da una sola di astrale.
Giorgio: Non è questione di rapporto tra fisico e astrale, in quanto vi sono Angeli Extraterrestri che hanno quattro parti di materia e una piccolissima di astrale. Il problema è scegliere come utilizzare il libero arbitrio! Noi siamo una civiltà più evoluta di alcune razze aliene che vengono qui sulla Terra, ma esse sono ubbidienti e servizievoli. Noi abbiamo la tecnologia che si avvicina a quella della quarta dimensione, ma siamo disobbedienti e cattivi. Quindi, ci fanno stare dentro questo pianeta, ci controllano e se non stiamo attenti ci distruggeranno!
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; che Dio vi benedica!
Il Cielo elargisce nuove perle di conoscenza per l’iniziazione dei nostri spiriti. Solo la realizzazione e la messa in pratica dei sacri insegnamenti ci candiderà al Nuovo Regno. Non ci sono scorciatoie, né altre vie. Solo questa è il cammino, solo uno è il Maestro.
Chi ha occhi per vedere veda, chi ha orecchie per intendere, intenda.
Con amore e devozione,