Da storico e ricercatore attento quale è, Flavio parte da un’epoca ben precisa. Siamo alla fine del ‘700, la società cambia radicalmente, l’automatismo s’impone e con esso la rivoluzione industriale. L’utilizzo della elettricità, la trasformazione delle risorse naturali, portano alla modernizzazione e all’innovazione della vita sociale. Si fa largo l’idea che “è buono e giusto tutto quello che aumenta la felicità dell’essere umano”, concetto entrato nella dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America nel 1776. Ma questa ricerca finisce con l’esasperarsi, divenendo desiderio di supremazia, di sopraffazione sull’altro. Accaparrare ogni tipo di bene, privando il prossimo anche del diritto di utilizzare gli strumenti necessari per il conseguimento della propria felicità. Tutto questo si riflette anche nelle attività economico-finanziarie sfociando nel capitalismo, quindi nel liberismo. Naturalmente non tarda ad organizzarsi un’opposta fazione, che rivendica il diritto di utilizzo di beni e strumenti per tutti. Il comunismo. In quello stesso periodo in Francia, nella località di La Salette si verifica un evento straordinario. Una luce abbagliante, attira l’attenzione di due bambini intenti al pascolo del loro bestiame.
Avvicinandosi scorgono una donna affranta, che piange talmente tanto da non riuscire a parlare. Ma questo non le impedisce di comunicare un’importante messaggio ai due pastorelli. La Vergine Maria è lì, dinnanzi ai loro occhi e dal suo collo pende un crocifisso vivido che raffigura qualcosa di insolito. Alla destra della croce una pinza e a sinistra un martello.
Dapprima si pensava fossero gli strumenti utilizzati per il martirio di Cristo, ma in seguito un grandissimo mariologo interpretò quelli come i simboli del liberismo e del comunismo. Al centro Cristo. Questo a significare che ogni cambiamento, ogni riforma sociale ogni evoluzione non può realizzarsi se al centro non si pone Cristo. La Santa Madre che è un essere di luce, ha portato questo messaggio al mondo. Tra gli antichi greci era radicata la convinzione che gli esseri di luce fossero messaggeri: ánghelos dal greco significa messaggero. Ancora nel libro di Enoch del I d.c. si racconta di uomini “il cui viso è come il sole e gli occhi come lampade ardenti” uomini di altri mondi, di luce, ma non definiti angeli. Tutto questo è scritto nei testi sacri, ma la nostra ignoranza rispetto ad essi è profonda. Con l’arrivo di Cristo le cose cambiano: Egli ci insegna che DIO è spirito. Tutti coloro che lo adorano lo devono adorare in spirito. Dio è luce e tutti coloro che accettano di essere cristiani, sono figli di Dio. La nostra essenza è spirito, luce ed è eterna perché figli dell’Eterno. Di seguito Flavio, pone l’attenzione sulle modifiche apportate alla formulazione del Padre Nostro. Dal “non indurci in tentazione” a “non ci abbandonare in tentazione”. Ma la prova, la “tentazione” arriva all’uomo per ordine di Dio, non è una condizione nella quale veniamo abbandonati. In conclusione la Madonna, che è un ànghelos un essere di luce, in ogni sua apparizione da La Salette a Lourdes, Fatima, Teresa Musco a Caserta, Gimignano in provincia di Ascoli Piceno, i messaggi ricevuti da suor Agnese Sasagawa ad Akita in Giappone, Belpasso in provincia di Catania, le apparizioni della Vergine a San Nicolàs in Argentina, suor Anna a Roma, porta lo stesso messaggio. Esorta l’uomo al ravvedimento. Profetizza l’autodistruzione dell’umanità, un conflitto mondiale devastante, la corruzione della Chiesa e chiama noi, i suoi figli, a mostrare la luce che è il nostro vero io, a dare l’esempio. “Voi piccolo numero che ci vedete perchè ecco il tempo dei tempi, la fine delle fini”.
E’ la volta di Pier Giorgio che, naturalmente mette subito le cose in chiaro. Cristo, che è uno dei massimi essere di luce, viene come Maestro onnisciente onnipresente onnipotente. Nella parabola del Paraclito dice “non posso dirvi tutto perché non ne portereste il peso” e profetizza che sarebbe venuto qualcuno che Lui chiama “lo spirito della verità” il Paraclito o Consolatore “Lui vi spiegherà le cose tutte intere”. Il Vangelo raccoglie parte dei Suoi insegnamenti, ma in realtà noi non li conosciamo. Diciamo di amare il Cristo, ma non sappiamo nulla della scienza che ci ha lasciato e l’esperimento fatto in sala circa la conoscenza del Vangelo, la dice lunga.
Senza questa conoscenza non potremo affrontare il Giudizio finale, essendo la nostra religione fatta di ritualità puramente formale. Cristo, al tempo della sua venuta doveva usare un linguaggio adeguato, di certo non tecnologico o scientifico, ricorrendo all’uso di parabole. “…nel futuro verrà lo spirito di verità che vi spiegherà tutte le cose che io oggi non vi posso spiegare”. Oggi lo Spirito di Verità si muove nel mondo anche attraverso i messaggi dati dalla Vergine Maria che rende possibile l’interpretazione, ad esempio, delle visioni riportate dall’apostolo Giovanni che già 2000 anni fa vedeva la società moderna. Cristo ci ha spiegato la scienza dello spirito che spiega come noi esseri umani funzioniamo. “IO” è l’espressione dello Spirito-intelligenza che per un dato periodo, fruisce del corpo; l’idea nasce dallo spirito il cervello è solo un elaboratore che rende disponibile l’idea stessa. Abbiamo bisogno di conoscenza, in quanto la scienza ufficiale tanto ha detto e studiato rispetto alle funzioni organiche e biologiche, ma la scienza può essere relativa solo a quanto si vede e si tocca? I condizionamenti ci hanno imposto questa visione, allontanandoci dalla verità circa la nostra reale natura. “Lo Spirito è energia-luce di altissimo tenore, di frequenza elevatissima che ha ripercussioni fondamentali su tutto ciò che è la struttura biologica. La genetica è l’espressione materiale di un progetto, che risiede su basi strumentali di energie potentissime che i nostri strumenti grezzi non riescono a individuare”. La manipolazione dell’informazione nella quale siamo immersi, ci impedisce di comprendere l’inganno che ci travolge. Tutti i dati che registriamo sono forniti in maniera volutamente errata, per cui l’elaborazione genererà un’azione non corretta, portandoci ad una condizione di immobilità, di continua e costante schiavitù nei confronti dei pochi potenti del mondo . Per cui è indispensabile ricercare, dotarsi di vera informazione rispetto alla nostra natura spirituale, eterna, divina; solo così comprenderemo che interagiamo con l’Universo che è un ente intelligente che può decifrare la caratura morale del nostro agire. La legge di causa effetto enunciata dal Signore, è tangibile. Siamo in grado di determinare il nostro futuro controllando le nostre azioni, le nostre scelte. “La vera rivoluzione è il cambiamento di noi stessi”. Il manuale d’uso della nostra esistenza esiste ed è accessibile per chiunque ed è il Vangelo che spiega come funziona l’essere umano e la creazione nella quale esiste. Nei testi sacri è spiegata la vera natura degli esseri divini, l’esistenza di altri mondi, la funzione salvifica degli angeli messaggeri verso l’umanità che dovrebbero aiutarci a correggere i nostri errori. Gli esempi, le nozioni che Pier trasmette sono innumerevoli e il gran silenzio in sala testimonia l’attenzione che tutti ponevano nell’ascolto. Perdonatemi se divago dalla cronaca pura, ma ho avuto la fortissima sensazione che tutti i presenti stessero pensando “cavolo ma allora mi hanno fregato alla grande!”. Separati alla nascita dalla nostra vera natura, non potremo emanciparci, non potremo raggiungere la libertà dell’anima se non accettiamo la sofferenza che proviene dalla distruzione di tutti i nostri convincimenti per accettare gli insegnamenti di Cristo.
Al termine della sua dirompente esposizione Pier introduce Giorgio. La proiezione del filmato che testimonia l’esame medico condotto sulle stigmate di Giorgio, consente al medico-amico Nico Ceglie, presente in sala, di sottolineare la coerenza ventennale dell’agire del nostro Giorgio. Poi, la conferenza è finita. Ed ha avuto inizio un dialogo fra Giorgio e i nostri cuori. Ci ha parlato della sua personalissima esperienza di stigmatizzato, di come sia cambiato il suo approccio rispetto a chi non comprende il senso della sua missione. Ed è partito dalla sua infanzia della sua famiglia, raccontandoci dell’esperienza vissuta con la sua mamma in casa di una donna che comunemente nei paesi viene definita “maga”. Giorgio aveva 5-6 anni e dopo il rosario, donna Emilia dice alla signora Giovanna (mamma di Giorgio) che il santino nella sua mano lacrimava. Le mani della madre e del figlio erano unite, ma nel momento del distacco le lacrime cessavano per poi riprendere non appena la signora Giovanna stringeva nuovamente la mano di Giorgio. Il miracolo è per lui. Ancora le esperienze spirituali continuano, con la visione di un essere che Giorgio riconoscerà in seguito come l’extraterrestre Orthon. Poi, a sei anni, l’incidente. In ospedale senza molte speranze, Giorgio viene condotto in sala operatoria e la signora Giovanna, nella cappella dell’ospedale, si prostra dinnanzi all’immagine della madonna di Fatima. Gli dedica il figlio pur di veder salva la vita. E la Madonna accetta il dono di un’altra madre disperata. Così ha inizio la vita di messaggero per Giorgio ed il messaggio è molto semplice: la seconda venuta di Cristo. Non sappiamo quando, ma questo è il tempo probabilmente in Italia e tutti, in ogni angolo della terra lo sapranno. Ma questa volta sarà diverso da 2000 anni fa. Il Padre lo manderà per giudicare il mondo, per dividere la parte migliore dell’umanità, chi si è impegnato a favore della vita, anche se non credente ma che ha fatto il bene, le opere saranno determinanti nella pronuncia del giudizio. Certo è difficile comprendere, in questi tempi, il messaggio portato da Giorgio. Un messaggio che parla anche di altri mondi dove il sistema sociale non contempla le malattie e i loro medici mettono al servizio di chi non la possiede la loro scienza. Il nostro vivere è, invece, condizionato dal denaro, se non ne hai sei niente. Le società che Giorgio descrive sono organizzate in modo diametralmente opposte alla nostra: basate sulla meritocrazia, dove regna il benessere. Giorgio conclude affermando che la scelta di affidargli questa missione, è legata al coraggio che mostra nel dire la verità senza reticenze senza esitazioni. Per l’amore che porta al Cristo e quindi a tutti noi.
Antonella Intranò
27 Novembre 2016