La missione di Funima in Sudamerica

di Sonia De Marco

Il nostro primo giorno di viaggio si apre con sfide complesse e l’impellente necessità di esse-re presenti sul campo.

La missione di Funima in Sudamerica

di Sonia De Marco

Il nostro primo giorno di viaggio si apre con sfide complesse e l’impellente necessità di esse-re presenti sul campo.

Blocchi stradali. Aiuti insufficienti. Comunità isolate.

Il nostro primo giorno di viaggio si apre con sfide complesse e l’impellente necessità di essere presenti sul campo.

Da anni partecipiamo ai tavoli di lavoro territoriali, mantenendo un dialogo continuo con enti istituzionali, organizzazioni private e capi delle comunità indigene e creole. 

Nei giorni precedenti la partenza, abbiamo monitorato attentamente le condizioni meteorologiche e il livello del fiume Pilcomayo, ricevendo aggiornamenti costanti.
Questo ci ha permesso di avere una visione chiara della situazione in ciascuna area.

Giunti sul posto, abbiamo incontrato Pata Pila, un’organizzazione locale dedicata alla prima infanzia, per aggiornarci e capire come unire gli sforzi in risposta all’alluvione. Dopo il confronto, ci siamo diretti verso le comunità colpite.

Il percorso non è stato semplice.

In diversi tratti siamo stati fermati dai “piquetes”, blocchi stradali organizzati dalle comunità come forma di protesta.
Chiedono acqua, cibo, vestiario, attenzione.
Una forma di pressione che, pur comprensibile, crea tensioni anche per chi è lì per aiutare.

Queste situazioni richiedono discernimento.

Abbiamo scelto il dialogo, ascoltando le persone e le loro esigenze.
Dopo un’attenta valutazione, in alcuni casi abbiamo lasciato beni essenziali, in altri no, per evitare di alimentare un sistema basato sulla pressione.

La nostra metodologia è chiara:

non facciamo promesse che potremmo non mantenere.
Preferiamo tornare, comprendere a fondo le necessità, effettuare studi di fattibilità e agire in modo mirato ed efficace.

Siamo riusciti a raggiungere due comunità: Mora II ed El Mistolar, dove abbiamo consegnato cibo, vestiti e giocattoli.

A Mora II, FUNIMA International aveva donato in passato due cisterne flessibili da 20.000 litri.

Al nostro arrivo, la comunità era senza acqua: le autobotti promesse dal governo non arrivano regolarmente.
La presenza dello Stato è discutibile.

A El Mistolar, ci hanno mostrato con orgoglio i loro orti comunitari, realizzati con gli attrezzi agricoli da noi forniti.

Ci hanno espresso il desiderio di avviare la produzione di miele: un progetto concreto che intendiamo sostenere.

E poi i bambini.
Con loro abbiamo creato momenti di allegria e sorrisi, portando un po’ di leggerezza in giorni difficili.

Il nostro viaggio continua.

Segui i prossimi aggiornamenti per scoprire le nuove tappe della spedizione.

Sonia Maja De Marco
Responsabile Segreteria e Comunicazione Funima International

5 aprile 2025


Articolo originale: https://funimainternational.org/2025/03/31/blocchi-stradali-aiuti-insufficienti-comunita-isolate/

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