LA PASQUA DEGLI ESERCITI ALLINEATI
Di Jean Georges Almendras – 28 Marzo 2016
Forse è stato solo per abbracciarsi con la gioia del ricongiungimento?
Forse è stato solo per godere della presenza di Giorgio?
Forse è stato solo per ascoltare Lui?
Qual è stato il senso, il significato e la ragione dell’incontro nei giorni 26 e 27 marzo 2016 a Las Parejas in Argentina?
Forse è stato per comprendere chiaramente che il cammino spirituale e la lotta sociale (impegnata e partecipata), fanno parte della stessa cosa? Forse è stato per fare nostri ancora una volta i parametri perfettamente delineati nei messaggi di Giorgio, dal 2 settembre del 1989? Forse è stato per avere ancora una volta l’opportunità di divenire parte della vibrazione del Cielo? Forse è stato per farci scoprire, ancora una volta, il nostro livello di impegno nell’Opera, per determinare (decidere) (optare), in questo modo, dove porci all’interno del cammino in cui ci troviamo? Forse per spingerci a migliorare il nostro discernimento, quando emerge implacabile (l’eterno) conflitto tra il cuore ed il pensiero e la ragione? Forse per liberarci della dittatura delle paure e della prigione nella quale scivoliamo ogni qualvolta cediamo alle nostre debolezze, passioni, egoismi, individualismi e tentazioni?
I tanti ‘forse’ danno origine alle tante risposte. Le tante risposte sono il risultato dei tanti ‘forse’ e dei tanti dubbi. Ed i tanti dubbi portano alle più inimmaginabili scoperte, dentro noi, nella nostra anima, nel nostro cuore… a volte, nel momento giusto, altre, un po’ in ritardo.
Ogni vissuto umano nell’ambito di un contesto spirituale scuote le strutture del nostro microcosmo, e ci fa vibrare l’anima, sempre nella più assoluta intimità (e solitudine), anche quando ci troviamo circondati da una folla, che si scambia affetto espresso in parole, baci ed abbracci. Una folla che ci accompagna, ma non impedisce che ci confrontiamo con i nostri demoni interiori. Quei diavoletti irriverenti che ci fanno sgambetti lungo la nostra evoluzione spirituale.
In questo incontro a Las Parejas, il vissuto umano, nella sua espressione di legame tra fratelli, (tra i Chiamati), ha lasciato spazio ad un processo interiore trascendentale. Un processo interiore, individuale e personale, che non ha fatto altro che metterci alle strette. Che non ha fatto altro che imporci un lavoro interiore, meraviglioso e allo stesso tempo rischioso, poiché ci definisce, e magari può essere determinante o decisivo? Un lavoro interiore delegato dal Cielo e dalla nostra stessa coscienza? Un lavoro interiore frutto di anni di permanenza e di impegno in quest’Opera? Un lavoro interiore segnato dal solo fatto di avere deciso – un bel giorno – di seguire il Maestro, il cui Ritorno aspettiamo intensamente, (ansiosamente)? Un lavoro interiore che ha iniziato a prendere forma dal primo momento in cui Giorgio ha incrociato il nostro cammino? Dal momento esatto in cui siamo stati testimoni di una delle sue tante sanguinazioni? Dal momento stesso in cui abbiamo promesso di percorrere insieme il suo cammino, e condividere la sua lotta, nella gioia di essere uno stigmatizzato?
La vita nell’Opera, vale a dire, il nostro cammino spirituale, è colmo delle gioie dell’amore e delle spine della battaglia, del combattimento e della lotta.
Quale battaglia? Quale combattimento? Quale lotta?
Non sapevamo forse che c’è una battaglia? Non sapevamo forse che c’è una lotta? Non sapevamo forse che c’è un combattimento? Non sapevamo forse che ci sono due eserciti?
A Las Parejas, il giorno della Santa Pasqua di questo 2016, il Cielo ha fornito le risposte e Giorgio le ha espresse, con la sua voce ed il suo tono inconfondibili…
“Dagli arcangeli solari agli uomini e alle donne di buona volontà chiamati dal Cristo redentore”.
“Il 555 della Santissima Madre di Cristo contro il 666 di Arimane figlio di Satana”.
“Cinque sono le qualità peculiari del bene che si manifestano nella missione divina di Gesù il Messia: vita, passione, morte, resurrezione e seconda venuta di cristo al mondo, con potenza e gloria (giudizio finale)”.
“Cinque sono gli stigmatizzati permanenti, personificati dalla croce Cristica, che accusano direttamente l’Anticristo: Paolo di Tarso, Francesco d’Assisi, Padre Pio da Pietrelcina, Teresa Neumann e lo scrivente, il quale è legato alla rivelazione universale trasmessa ad Eugenio Siragusa, nostro messaggero del secolo XX del vostro tempo”.
“Sei sono i valori e le qualità peculiari nefaste di Satana: odio, perversione, omicidi e sacrifici di fanciulli, inquinamento della madre terra, energia atomica e persecuzione dei figli di Dio”.
“Sei sono le ideologie anticristiche al servizio di Satana: impero (occidentale e orientale), la santa inquisizione con i papi anticristi, fascismo-nazismo e comunismo (dittature) false democrazie (attuale).
Settimana Santa. Incontro tra fratelli.
Molte sono state le emozioni. E ancora di più le scene nelle quali quelle risposte del Cielo, sono entrate in profondità.
In alcuni casi sono svaniti i dubbi. In altri ci hanno portato alla più profonda riflessione: sul 555 ed il 666. La numerologia che ci parla di due sentieri. Ci parla di due opzioni. Di due eserciti. Una numerologia di luce ed un’altra di oscurità. Due opzioni che perseguitano l’uomo in ogni situazione della vita stessa e della storia dell’umanità. Due opzioni che perseguitano l’uomo umile e l’uomo di potere, quello che generalmente – salvo rare eccezioni – opta per l’opzione Anticristica.
Sono state molte le emozioni e le vibrazioni nel momento della comunione Cristica.
Non solo un rituale della Santa Pasqua. Bensì una vera comunione tra fratelli e sorelle.
Sorelle e fratelli, i cui volti trasmettono profonda riflessione e meditazione sui segni della numerologia spirituale.
Sorelle e fratelli, che fanno parte di una lunga fila, per arrivare di fronte a Lui.
Ancora una volta, ma solo apparentemente, perché questa volta, in questa Santa Pasqua, gli sviluppi del Cielo, sono stati molto differenti. Quantomeno più forti.
E nell’intimità di ogni fratello, nella gioia di ricevere il sacramento, dalle mani sanguinanti di un servo del Maestro, non dev’essere mancato il combattere il 666 e la lotta contro di esso, formando parte del 555, perché questa Santa Pasqua è stato un giorno di “rivelazione e di annuncio dei prossimi celesti eventi. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo ancora una volta: Gesù è già sulla terra insieme al suo precursore. Il primo non è ancora visibile a tutti ma sa tutto, legge il cuore di tutti ed è il Consolatore, l’ospite invisibile di ogni vostra conversazione. Il secondo è presente ed è visibile. Egli è voce di colui che grida nel deserto. Voce di colui che annuncia la venuta potente e gloriosa del primo, il figlio del Dio vivente, Gesù Cristo.”
Settimana Santa. Incontro tra fratelli.
Molte sono state le emozioni.
Giovani, adulti e bambini. Generazioni del passato e generazioni di oggi.
Quasi duecento anime provenienti dall’interno del territorio argentino, dall’Uruguay, dal Paraguay, dal Cile, e dal Messico.
Circa duecento anime in un vortice di emozioni, parte della dinamica spirituale di un’Opera unica, che ha dei parametri unici. Una spirale di luce, con il sigillo di una missione, che richiede un impegno di lotta quotidiana, contro l’impunità e contro le ingiustizie sociali. Un’Opera guerrigliera ma senza armi. Un’Opera militante. Un’Opera che fa del suo braccio spirituale, un braccio fermo, difensore dei diritti dell’uomo, che combatte il crimine organizzato. Un’Opera forte per difendere la madre terra, per difendere i giusti, e denunciare i corrotti. Un’Opera dalle fondamenta solide per conoscere le verità universali, nei suoi meandri più nascosti. Meandri di simbologie e di insegnamenti teologici ed iniziatici. Un’Opera che è maturata progressivamente in 27 anni, in energia ed etica. A questi bisogna aggiungere altri 12 anni, dal momento in cui Giorgio conobbe Eugenio Siragusa, nel lontano 1977. Un’Opera nel cui seno si prende consapevolezza, in questa Santa Pasqua, ancora una volta, che c’è una battaglia in corso. In pieno svolgimento.
“La battaglia di Armagheddon (Apocalisse 16, 16) è in corso e chi vuole salvare la propria anima e quindi sfuggire al 666 deve entrare nudo e puro nell’esercito del 555. Ciò significa che il soldato di Cristo militante del 555 deve rinunciare a qualsiasi futuro della propria vita, cioè, rinunciare persino a se stesso e combattere la causa del 555 con le armi della filosofia cosmica delle civiltà extraterrestri, della rivoluzione non armata, della protesta civile con i valori universali della giustizia, della pace, dell’amore, della fratellanza e, sopratutto, combattere con la fede in Cristo, Figlio di Dio, in attesa della Sua venuta.
Il tempo è venuto, nessun futuro ci sarà per questa generazione adultera e malvagia. I giorni del Padre e del Figlio sono prossimi, niente e nessuno potranno evitare un nuovo diluvio Universale! Chi ha orecchie da intendere intenda! Pace!
Le carte della metodologia divina sono disposte sul tavolo. Dentro i nostri cuori.
Gli eserciti si sono allineati l’uno di fronte all’altro.
Quindi, se la nostra ragione ha ricevuto dal Cielo una sorta di ultimatum, il nostro cuore, cosa ha ricevuto dal Cielo?