Di Michela Raddi
La Resurrezione dell’Agnello divino. Dell’amore di tutti gli amori che permea l’universo. Lo splendore della Luce Cristica che ha vinto i lacci della morte. La Vita creante che si è personificata tra noi peccatori. La Legge stessa che è venuta a mostrarsi.
La Pasqua di Cristo apre i nostri spiriti alla contemplazione del Suo sacrificio e al servizio nell’umile sottomissione alla volontà di Dio.
Senza il Suo sacrificio, per noi non ci sarebbe salvezza alcuna.
Attraverso Gesù di Nazareth, il Padre ci ha parlato. Dalle sue parole abbiamo bevuto il calice della conoscenza, e nelle sue gesta si è manifestata la gloria dell’Onnipotente.
Egli, padrone del Cosmo si è incarnato in questo mondo, facendosi ultimo tra gli ultimi, e nostro fratello.
Il Re dei re venuto a servirci, nella povertà.
Ponendo dinanzi ai nostri occhi il volto di Cristo, una lama trafigge i nostri cuori, ma al tempo stesso ci sorprendiamo per quanto Egli ci abbia amati e continui ad amarci, donando la Sua vita per la nostra libertà.
E’ il volto di un Dio martirizzato, schernito, tradito e crocifisso. Sofferente, non per le frustate e le percosse subite sul Suo corpo, ma per il male a cui gli uomini hanno ceduto, dandosi in pasto alle più estreme nefandezze. RinnegandoLo e dimenticandoLo.
E’ lo sguardo di un Padre che crede ancora nei Suoi figli, anche quando essi non ripongono nessuna fiducia in Lui.
E’ il volto supremo che scruta i nostri esseri, e che presto tornerà per giudicare.
Dopo duemila anni, Cristo ci invita ancora a sederci alla Sua tavola e a condividere il pane della Vita eterna.
Il pane delle nostre opere che allietano il Suo cuore.
Ci ricorda e vivifica dei suoi insegnamenti, preziose perle da custodire per poter vivere in questo mondo infausto, senza restare intrappolati nei suoi illusori inganni.
Dare la vita per i nostri fratelli, come Lui ha fatto con noi, immolando il Suo sangue.
E come si può non amare l’Amore? Come si può non servire Colui che è Vita e Verità?
Quali figli, fratelli, possiamo stringere la mano di Cristo ed entrare per la porta piccola.. Possiamo servirLo, facendoci più simili a Lui.
Il prezzo della nostra fedeltà è farci carico di una parte della croce; abbracciandola con tutte le nostre fragilità umane.
Il prezzo della felicità è gioire nel cuore dell’opera, anche se le spine delle preoccupazioni del mondo ci affliggono.
Ogni dolore, fatica, lacrima è il nostro sacrificio d’amore da offrire. E’ il nostro SI a Dio.
Ogni ferita umana è il ponte che ci conduce alla Vita eterna.
Potrebbe accadere, un giorno, di non possedere più nulla, ma se avremmo Cristo in noi, avremo tutto. Non resteremmo né poveri né orfani, poiché chi possiede l’amore e si adopera per esso, ha già accumulato tesori in Cieli.
Amare Dio più di ogni altra cosa al mondo significa accettare il Suo volere, affidarsi al Suo progetto per noi, proprio come ci ha insegnato Gesù.
Significa essere umiliati, derisi, non accettati. Significa dare la propria vita al Suo servizio, alla giustizia, alla difesa degli emarginati.
Amare Cristo significa abbassarsi a toccare la sofferenza, la povertà, sulle orme del Suo esempio.
Ogni nostro atto d’amore è la manifestazione di Dio sulla terra. E’ una piccola carezza sul cuore della santa Madre Celeste, le cui lacrime di dolore ci inducono, non solo ad essere testimoni di Verità e del ritorno del Messia, ma a donare Gesù. A farlo conoscere attraverso le nostre azioni, le nostre parole, i nostri sorrisi.
Ogni goccia del sangue versato dal Figlio dell’Uomo è la nostra consolazione nella prova, la nostra forza per contrastare le tirannie del mondo.
La nostra stessa esistenza deve rinascere in Cristo.
Buona Pasqua a tutti i fratelli,