Di Michele Lisco
Viviamo un tempo in cui tutto è inquinato e la qualità della vita è decaduta; sappiamo che il sistema di potere e le istituzioni non sono libere di tutelare l’accesso ai beni primari e la salute, in quanto vincolati dagli interessi economici che primeggiano su quanto dovrebbe invece essere garantito per ciascuno: l’acqua, la terra, l’aria, l’energia; la fauna, la flora e gli elementi naturali. Tutto è stato inglobato nel mercato finanziario regolato da rigide “leggi”, che mettono all’ultimo posto il valore della vita e il bene comune, e al primo posto la ricerca della ricchezza individuale o di una specifica struttura di potere. Quasi tutto può essere venduto e quasi tutto può essere comprato, purché ci sia qualcuno che vende e qualcuno che compra e, ovviamente, un accordo sul prezzo, sui soldi. L’etica è l’ultimo dei problemi per la finanza mondiale.
Alla luce del paradigma cinico e individualista che regola l’economia mondiale, compresa l’industria alimentare e farmaceutica, è quindi normale cercare di difenderci e tutelarci; è così che le persone più sensibili hanno cominciato a scegliere cibo alternativo, cure alternative, case alternative e perfino persone alternative. Oggi l’essere “alternativo” al sistema è talmente diventata una necessità che perfino il mercato, l’industria e la moda hanno dovuto adeguarsi, ovviamente usando questa tendenza per arricchirsi ulteriormente. Ecco che il cibo “salutista” biologico, vegan, gluten free è arrivato in tutti i supermercati e nei ristoranti. Ha cominciato ad affermarsi la Bio-edilizia e l’industria automobilistica sta cercando di convertirsi, per diventare a basso impatto ambientale attraverso la tecnologia ibrida ed elettrica.
Tutta questa apparente “conversione” verso la natura e la salute sembrerebbe essere mossa da un desiderio di salvezza, dalla volontà di tornare a una vita di qualità e ad una migliore salute, che si sta perdendo a causa dell’inquinamento dell’ecosistema. Da questo punto di vista i Vangeli e i messaggi celesti ci confermano senz’altro la bontà di un cambiamento in favore di una vita più sana e più rispettosa del nostro corpo e della natura.
L’IMPORTANZA DEL CORPO E L‘IMPORTANZA DELLO SPIRITO
San Paolo, volendo sensibilizzare i cristiani al rispetto del proprio corpo, nella Prima lettera ai Corinzi, spiega:
“Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? (…) Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!”
(Prima lettera ai Corinzi 6, 15-20).
Anche Adoniesis, nel 1974, dona una spiegazione sul senso profondo del rispetto del corpo alla luce della scienza cosmica di cui è artefice e portavoce:
“Non macerate il corpo: educatelo!”
Il corpo fisico è uno strumento che va educato e non offeso o
vituperato come una cosa abominevole o, peggio, da trascurare o
annullare.
Il corpo fisico è il veicolo del corpo astrale e il corpo astrale è
il veicolo di quello spirituale.
Educare lo strumento fisico vuol dire renderlo efficiente,
armonico e capace di servire, egregiamente, l’opera dello Spirito
operante nella vostra dimensione, per il Divenire continuo di ciò
che è utile alla Economia Creativa del Cosmo.
Ciò che nasce dallo Spirito non è come ciò che nasce dalla
carne, ma è vero che l’uno ha bisogno dell’altro e l’altro ha bisogno
dell’uno.
Per poter espletare, nelle dimensioni iniziali, l’intensa e
costruttiva operosità nel grande edificio del Creatore e del Creato.
È cosa inutile e deleteria mettere in difficoltà, trascurare o
indebolire un mezzo che la Suprema Intelligenza ha stabilito che
fosse per un preciso fine.
È anche vero, che esso vada educato e reso pulito da tutte
quelle scorie di cui si copre a causa della insana metodologia che
praticate nello sviluppo esistenziale.
Pace.
Adoniesis
31 Ottobre 1974
Se guardiamo il “Vangelo Esseno della Pace”, uno dei più famosi scritti ritrovati nel 1947 tra i famosi “rotoli del Mar Morto”, possiamo apprezzare un Gesù che parla di digiuni, di cure per il corpo utilizzando gli elementi naturali dell’acqua, dell’aria, del calore del sole e delle proprietà della madre terra. Idroterapia, Elioterapia, argilloterapia e digiuni sono tutte pratiche alle quali proprio oggi, l’uomo sensibilizzato, disarmonizzato e ammalato della società tecnologica e inquinata del 21° secolo vuole ritornare, sperando di guarire il suo corpo e la sua anima. Ma è vero anche che quel Gesù, Maestro Esseno, non era ancora stato “Cristificato”, quindi gli insegnamenti che donava potevano essere differenti dagli insegnamenti del Cristo, il figlio unigenito di Dio, la massima espressione dello Spirito Santo; ciò significa che gli insegnamenti del Gesù di Nazareth, Maestro esseno di sublime amore e saggezza, forse non rivelavano ancora appieno chi e qual era la Via, la Verità e la Vita nella sua reale essenza. Egli era un inviato del Padre, ma non una cosa sola col Padre. Questa specifica solo per spiegare che la verità Cristica, nella sua interezza ed essenza, è stata disvelata quando il Cristo è disceso in Gesù durante il battesimo operato da Giovanni il Battista, e non prima.
Pertanto cosa dovremmo fare? Seguire corsi di cucina naturale, comprare una casa eco-sostenibile e la macchina elettrica, vestirci con tessuti a basso impatto ambientale? Esercitare la nostra sovranità legale per staccarci dalle istituzioni? È giusto oppure no curarsi di sé e seguire uno stile di vita all’insegna dell’armonia con la natura, a basso impatto ambientale? È nostro “dovere” rispettare e curare il corpo, come dice San Paolo? È questo uno dei più grandi “debiti” che abbiamo con Dio, lo stile di vita che dobbiamo adottare, che dobbiamo rivedere? Oppure, andando più a fondo, c’è dell’altro?
Nei messaggi della Madre Celeste vi è sempre stato l’accorato appello al ravvedimento, al pentimento e alla conversione. Nel messaggio dato a La Salette nel 1846, ella annuncia che “l’uomo senza Dio perderà l’amore per tutte le cose e ognuno vorrà essere capo di tutti gli altri.… ognuno cercherà solo il proprio egoistico profitto”. La Madonna ci porta quindi a comprendere che il pentimento da maturare è sull’egoismo e sull’arroganza, che ci dividono e ci fanno credere di essere in competizione tra di noi e con la natura.
Perfino il Papa, durante l’udienza dedicata alla 50ª Giornata Mondiale della Terra, celebrata il 22 aprile 2020 in piena pandemia, lanciò un severo monito: “Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo e, in definitiva, contro il Creatore (…) A causa dell’egoismo siamo venuti meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della terra”.
Esaminando con onestà i motivi del disastro a cui siamo arrivati, possiamo renderci conto del cambiamento che dobbiamo porre in essere: non si tratta di una mera trasformazione mossa dal desiderio di migliorare noi stessi, ma piuttosto di una radicale riforma della nostra esistenza, che metta al centro i valori del bene comune, dell’altruismo, dell’amore. Se amplificato all’intera società, tale stile di vita porterebbe automaticamente alla pace, all’abolizione del denaro, a scelte etiche e alla salvaguardia della natura. Solo in questo caso il cambiamento nelle scelte ecologiche, alimentari e industriali rappresenterebbe l’effetto del rinnovamento del nostro “intimo” e non la causa.
Possiamo facilmente comprendere che le scelte apparentemente etiche e salutiste che oggi molti mettono in atto non rispondono alle richieste del cielo e non possono cambiare la realtà delle cose, anzi, potrebbero persino rivelarsi controproducenti, poiché senza un sincero amore disinteressato per la comunità, per il pianeta e per il nostro prossimo, tutti questi sforzi per staccarsi dal sistema verrebbero tradotti dalla Legge di causa-effetto e dalle gerarchie celesti come un atto di egoismo e di salvaguardia di se stessi.
Di certo non sarà attraverso tali pratiche che emergerà la qualità rispetto alla quantità, poiché solo da uno sforzo d’amore possono nascere quel fuoco e quel calore che cambiano lo spirito umano. Non per niente Gesù ci mise in guardia dicendoci che chi “vorrà salvare la propria vita la perderà ma chi la perderà per causa mia sarà salvo” (Matteo 16, 25), a conferma del fatto che ciò che garantisce la salvezza è la devozione nel proprio intimo al messaggio Cristico e alla Legge.
CIÒ CHE RENDE IMPURO L’UOMO
C’è un altro passo del Vangelo che può aiutarci a capire la vera “via” di cambiamento alla quale dobbiamo tendere. Gesù come sempre ci viene incontro per spiegarci l’essenza della Legge dello spirito attraverso il suo esempio e l’episodio in cui ammonisce i farisei è rivelatore: Matteo 15,1-20.
In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!» (…) Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». Ed egli rispose: «Anche voi siete ancora senza intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l’uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che rendono immondo l’uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l’uomo».
La frase “Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo” si riferisce non ad un cibo commestibile o meno, ma al peccato che abita in noi a causa della fragilità umana. Questo Cristo è molto diverso dal Gesù del Vangelo Esseno della Pace: qui Gesù cerca costantemente di aprire gli occhi spirituali delle persone che ascoltano, il Cristo è un maestro di giustizia, che usa la spada della verità per scuotere le coscienze e mettere in crisi coloro che ascoltano. Lungi dall’elargire “tecniche” e “pratiche” da assimilare per gradi passando da meditazioni, diete o pratiche corporee, la personalità che si mostra ai nostri occhi è quella di chi utilizza ogni gesto, parola o situazione per lasciare un “segno” indelebile nell’anima dei presenti, un segno che potesse rimanere per sempre, suscettibile di un eventuale futuro richiamo.
Cristo non intendeva di certo dirci che possiamo abusare della nostra salute, non interessarci del nostro corpo, della nostra vita, poiché essa stessa è espressione dell’amore di Dio Padre.
Con la Sua autorità voleva, esattamente come desidera oggi, farci entrare nel nostro intimo per vedere e afferrare la parte più profonda, sottile, essenziale, divina. Quella parte che, se risvegliata, non si preoccupa di cosa mangerà o di come vivrà, perché sa che a digiuno o a pancia piena, vegana animalista oppure onnivora, intossicata o depurata, ciò che conta è che la nostra vita sia stata “rivista” mettendo al centro l’insegnamento Cristico, non ciò che ci fa stare bene secondo la momentanea sensibilità o i bisogni personali.
Ma come portare a livello cosciente tale parte di noi e manifestarla nella società? Il cielo ancora una volta ci viene in aiuto nel bel mezzo dell’ultima disputa tra bene e male, offrendoci la possibilità di agire proprio in questo anno 2023. Ci sono opere e iniziative proposte da FUNIMA International Onlus, quali ad esempio il Progetto Mediterraneo, che possono aiutarci a “vivere” nella quotidianità il messaggio Cristico.
Oggi abbiamo mezzi di comunicazione, strumenti e possibilità tecnologiche molto diverse rispetto ai tempi in cui il Cristo venne a mostrarci di persona come vivere e come operare per evolverci e prosperare, ma il messaggio non cambia. Come si mette in pratica l’amore? Come si opera in favore della giustizia? Come si lotta contro l’indifferenza che conduce all’odio e alla divisione? Come creare una Comunità che incarni il valore della sacralità della vita in tutte le sue forme? A queste domande c’è una risposta unica: il coraggio. Il coraggio di pensare agli altri, il coraggio di parlare agli altri, il coraggio di sognare, di progettare e di cambiare per gli altri: non solo per noi, ma per il prossimo, per i nostri amici, per il nostro mondo.
Sì all’ “alternativa” quindi, ma mossa dall’altruismo, dal senso di giustizia sociale e dalla ricerca del bene comune e non dal “tiepido” desiderio di ricercare il nostro benessere. Se ad esempio leggiamo la descrizione del “Progetto Mediterraneo” sulla home page del sito, troviamo intenti che denotano caratteristiche idonee a qualsiasi società tesa a mettere in pratica i valori della fratellanza e della giustizia:
Progetto mediterraneo: Un marchio?
Un laboratorio culturale che riparte dall’uomo, dalle relazioni tra persone e dal loro legame con la terra e con l’ambiente (…) Selezioniamo i nostri prodotti con amore. Scegliamo solo la qualità ed il rispetto. Rispetto dell’uomo e del lavoro (…) attenzione alla sostenibilità ambientale ed energetica (…) La consapevolezza che ogni tuo acquisto, in questo circuito di mercato equo e locale, sarà un gesto di solidarietà.
Progetto Mediterraneo ci stimola a comprendere che dobbiamo essere noi i primi esempi di questo nuovo stile di vita. Parlare con naturalezza e semplicità di ciò che mangiamo, di dove acquistiamo i prodotti e del perché compiamo scelte etiche, può diventare una grande occasione per esprimere finalmente con la nostra bocca la nostra opera, rendendoci più puri: quella purezza che Gesù con forza voleva suscitare negli spiriti dei farisei, le guide cieche che non vollero mai aprire gli occhi alla luce che parlava loro.
È evidente che lo spirito alla base di Progetto Mediterraneo non è di staccarsi dal mondo, bensì di creare, fin da oggi, un’alternativa al mondo pur rimanendo in esso, gettando i semi del cambiamento che tutti vorremmo vedere ma che, senza tali “magici” semi, non potrà manifestare i frutti sperati. Superando gli schemi e le barriere che costringono le persone a rimanere chiuse nella loro apatia e nella credenza che niente si può fare, perché nulla può cambiare. In effetti, per costoro niente cambierà, ma a chi riuscirà a fare dell’amore altruistico il proprio stile di vita, la vita stessa risponderà con gioia e gratitudine.
CONCLUSIONI
Abbiamo visto come il Gesù Esseno, San Paolo e Adoniesis ci parlano dell’importanza di onorare il nostro corpo e di usarlo come un dono prezioso di Dio e della madre terra, quindi di vivere secondo le leggi della natura in quanto espressione di Dio. Al tempo stesso Cristo, nel pieno della Sua missione di salvezza, punta dritto alla causa primaria del peccato, ovvero le intenzioni del nostro cuore, inducendoci a mettere in secondo piano il corpo e la vita fisica.
Va da sé che coloro che cercano, per paura o per protesta, di difendersi dal sistema che ci inquina, o che si adoperano in duri percorsi ascetici per depurare corpo e psiche, avranno la magra consolazione di una migliore qualità della vita psicofisica, ma non una crescita in termini di sincero amore altruistico disinteressato, unico valore che porta alla redenzione e alla vera evoluzione. Ugualmente mancherà il servizio alla causa del Cristo, che non è necessariamente legato all’autodisciplina delle mente e del corpo o alla capacità di astenersi per guadagnare la salute perduta, ma piuttosto al concetto di “sincera dedizione”, “sincera offerta”, sincero sacrificio. Al desiderio di volerlo seguire nel Suo esempio e aiutare nella Sua causa, come un figlio fa col genitore, come un discepolo fa col maestro, o una moglie farebbe col marito qualora le chiedesse di essere aiutato, per amore.
Cristo nel Vangelo, a differenza del Maestro Gesù nel Vangelo Esseno, non ci chiede di essere puri nel corpo, ma nello spirito, lì dove si genera il nostro karma. Ci chiede di non preoccuparci di cosa mangeremo o di che vivremo, ma di operare secondo la giustizia del Padre, per entrare nel Regno dei cieli. Non chiede di preparare l’abito “fisico” per partecipare alla Sua mensa, ma di accettare l’invito con tutto il nostro cuore, dimostrando attraverso le azioni la gioia di essere stati invitati alla Sua mensa; non ci chiede di essere già eletti, già perfetti, ma di aspirare a diventarlo, con umiltà e sacrificio. Ci chiede di fare di tutto, giorno dopo giorno, per aiutarlo a costruire quel Regno preparato e “progettato” “fin dalla fondazione del mondo”.
Un Regno in cui il cibo sarà “buono davvero”, perché frutto dell’opera amorevole di esseri che hanno imparato il valore etico dell’amore e della preservazione della vita nel loro mondo. Tutto comincia da noi.
Allegati:
– 27-04-22 L’opera cristica: Una rivolluzionaria esperienza spirituale
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2022/9427-l-opera-cristica-una-rivoluzionaria-esperienza-spirituale.html
– 14-01-22 Funima opera cristica dell’amore
https://www.thebongiovannifamily.it/messaggi-celesti/2022/9303-funima-opera-cristica-dell-amore.html
– 9-08-21 Chiamati, segnati ed eletti
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2022/9427-l-opera-cristica-una-rivoluzionaria-esperienza-spirituale.html