
Possono sembrare due eventi isolati e non correlati, ma credo che nascondano una profonda lezione se uniamo questi due momenti. I tre apostoli — Pietro, Giacomo e Giovanni — partecipano ad entrambi gli episodi. Il primo, la Trasfigurazione, dove Gesù appare glorificato in tutto il suo splendore. Il secondo, nell’Orto degli Ulivi, dove Gesù si mostra in apparente debolezza, consapevole di quanto sarebbe accaduto poche ore dopo.
Non è un caso che Si mostra in tutta la Sua maestà proprio a questi tre apostoli. Loro, in sostanza, erano i più spiritualmente evoluti del gruppo. Per comprendere l’insegnamento, forse è necessario ricorrere a due parallelismi nelle Scritture.
Il primo lo troviamo nell’Antico Testamento, al tempo di Giuseppe, figlio di Giacobbe. Il faraone fece due sogni. Nel primo vide sette vacche grasse e sane che uscivano dal Nilo, seguite da sette vacche magre e malate che divoravano le prime. Nel secondo sogno vide sette spighe vive e belle, e poi sette spighe secche e avvizzite che consumavano anche le buone. Giuseppe fu convocato davanti al faraone e gli spiegò che entrambi i sogni avevano lo stesso significato: Dio gli mostrava che sarebbero venuti sette anni di grande abbondanza seguiti da sette anni di fame e carestia. Per questo motivo consigliò al faraone di approfittare degli anni di abbondanza per accumulare grano e provviste, affinché il popolo potesse sopravvivere durante gli anni difficili (Genesi 41:1-36).
Qualcosa di simile avviene anche nella parabola delle dieci vergini, in cui Gesù racconta che dieci vergini uscirono ad attendere lo sposo. Cinque erano sagge e portarono con sé olio di riserva per le loro lampade; le altre cinque, stolte, non lo fecero. Poiché lo sposo tardava, tutte si addormentarono. A mezzanotte giunse l’annuncio della sua venuta, e le sagge accesero le loro lampade, mentre le stolte, senza olio, rimasero fuori (Matteo 25:1-13).
L’insegnamento che racchiudono questi passi è lo stesso che cerco di mettere in evidenza tra la Trasfigurazione e l’Orto degli Ulivi. Il Maestro si manifesta in tutto il Suo splendore davanti agli apostoli, e oltre allo stupore che essi provarono, lo scopo era anche che custodissero nel cuore tutto ciò che vedevano e udivano.
L’“olio” o il “grano” da accumulare è precisamente ciò che non può essere rubato dal ladro né corroso dalla tignola. Era il nutrimento, il pane della vita con cui dovevano alimentarsi, poiché quello sarebbe stato il serbatoio necessario per il momento della prova.
Gesù, nell’Orto degli Ulivi, è tentato; suda sangue, cade con il volto a terra e chiede al Padre di assisterlo. Ma il Padre gli invia la tentazione. Nella sua divina umanità, Gesù si rivolge ai suoi amici — gli stessi che avevano assistito alla Trasfigurazione mesi prima —, ma che non riuscirono a sostenerlo a causa della debolezza, della paura e del sonno: caddero nella tentazione. Ciò che mesi prima era stata certezza, attraverso i segni e la presenza del Maestro, in quel momento si trasformò in dubbio e timore. Credo che anche in questo vi sia un insegnamento.
I segni, da soli, non hanno la forza necessaria per sostenere il cammino, ma piuttosto ciò che ciascuno costruisce partendo dalla propria ricerca interiore ed esteriore, come riflesso della prima. Bisogna custodire ciò che nessuno può toccare, perché, per quanto forte sia il segno, il cammino è lungo e arduo; affinché non cadiamo in tentazione e non soccombiamo alle prove.
Oggi, Giorgio è per me il riflesso più fedele di colui che amo ascoltare e cercare. È un segno vivente. Il suo cammino e la sua lotta devono essere per me un esempio, una guida che mi aiuti a costruire dentro di me — e, di conseguenza, nelle mie azioni — ciò in cui affermo di credere e di amare, così da poter affrontare le prove che incontrerò nel mio cammino.
Comprendo che questo possa, allo stesso tempo, essere per me una sentenza e una prova. Ma credo anche — e mi sento incoraggiato a dirlo — che, nel contesto della mia vita e del mio percorso, non sono più io soltanto, ma sono io in mio fratello e mio fratello in me. E, come colui che cerca i suoi amici-fratelli nella prova, so che avrò il coraggio necessario per vincere.
Facundo Perez
15 ottobre 2025
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