LA VERITA VI FARÀ LIBERI (Gv 8,32)

La-verità-vi-farà-liberi100Di Sandra De Marco
Sin dalle origini del mondo, Dio irrompe nella storia alla ricerca continua delle Sue creature. Le ha amate fino a prendersene cura in maniera totale, spinto da un amore prodigo e senza confini. Il Suo alito ha generato ogni cosa e l’ha resa poi feconda, affinché potessero gioire e godere della Sua divina Essenza. Dio ha parlato loro per mezzo dei profeti e attraverso le meraviglie del Creato, non per sorprendere e suscitare ammirazione, ma per amore, solo per amore. Impossibile mettere a tacere la Sua voce: anche nel più ostinato miscredente, la coscienza prima o poi comincerà a parlare; anche il più temibile dei demoni, prima o poi dovrà darGli ascolto.
A.D. 33. L’Altissimo offre in sacrificio il Suo Figlio Unigenito, per la nostra salvezza: il Verbo incarnato cammina sulle acque, resuscita i morti, difende gli innocenti e i perseguitati, moltiplica i pani, i pesci e libera gli indemoniati. Ma all’uomo tutto ciò non è bastato e, incatenato ad una logica perversa  e deterrente, rimane in attesa di un Messia che avrebbe fatto il Suo ingresso nella gloria. Così, a Colui che non era venuto ad abolire la Legge del Padre ma a darvi compimento, l’uomo ha gridato: “Crocifiggi!”.
Nei secoli a venire, Dio ha parlato all’uomo attraverso segni in Cielo, in Terra e con la voce dei Suoi servitori più umili: miracoli, apparizioni, il Suo Sangue è lacrimato da icone sacre riposte nei santuari e umili dimore, versato dai martiri della giustizia di tutte le nazioni. Cerchi nel grano, avvistamenti di Esseri provenienti da altri mondi: i Suoi Angeli sono apparsi ovunque e i messaggi del Cielo hanno costellato le culture di tutti i popoli. Il loro scopo ultimo resterà la conversione dei cuori ai valori universali dell’eterno infinito, verso la nuova logica del Regno Promesso; non di certo la gloria umana del nostro Salvatore.
Ma neppure questo è bastato e, in un delirio d’insoddisfazione che si protrae ad oltranza, per i più sprofondato in quell’incolmabile voracità per i desideri più perversi, l’uomo ha ignorato ogni sacro ammonimento, inseguendo imperterrito la logica del male.A.D. 1989. In questa fine dei Tempi, secondo le Scritture, è per coloro che il Padre Gli ha affidato, che il Figlio dell’Uomo concentrerà la Sua attenzione, offrendo il dono della conoscenza Suprema. Ai segnati in fronte e agli eletti, ha inviato lo Spirito di Verità affinché comprendessero ogni cosa e spargessero la Sua Parola a chiunque sia disposto ad accoglierla.  Colui che manifesta sul suo corpo le piaghe sanguinanti a ricordo della Sua Crocifissione, da oltre venticinque anni cammina per le strade del mondo per risvegliare le coscienze, invitandole al ravvedimento prima che sia troppo tardi: una voce che grida nel deserto ed annuncia il ritorno con gran Potenza e Gloria del Re dei re.

A.D. 2014. Oggi l’uomo ha cessato di cercare Dio. Tra coloro che ancora Lo cercano, pochi Lo aspettano. E tra coloro che ancora l’attendono, pochi l’hanno riconosciuto. Tra gli uomini che l’hanno riconosciuto, pochi l’hanno seguito e tra questi, pochi l’hanno compreso. E ahimè, tra coloro che l’hanno compreso, pochi Gli hanno creduto; solo chi lo ha fatto veramente tiene le mani salde sull’aratro, mettendo in pratica ogni insegnamento.
Eh sì, neppure questo è bastato. Oggi come sempre, l’uomo è in attesa di un Messia che lo risollevi dalle proprie miserie, dalla folle prigionia della sua disubbidienza. Ai miracoli e ai doni della vita ci si abitua subito, un po’ per convenienza, per puro opportunismo; ci si abitua anche alle ingiustizie, ai martiri, ai dolori e alle gioie, con un velo di cinismo, di glaciale indifferenza.

Eppure, in questo Suo andare e venire, nel Suo celarSi e rivelarSi, il miracolo dell’amore ci interpella ogni giorno; ci richiama in tutti i sensi a un Dio che cammina in mezzo a noi, che ci sorregge, donandoSi fino all’estremo. Un Dio al quale non vogliamo dare ascolto, al quale chiediamo, chiediamo e ancora chiediamo… perché, a dirla tutta, non ci basta mai e non ci è mai bastato. Paradossalmente vorremmo che la Sua Perfezione fosse diversa, e con un occhio sempre proteso verso lidi più quieti, quasi quasi vorremmo adeguarla, usarla come meglio conviene…; sempre pronti ad attribuire a Lui o all’altro la nostra misera condizione umana, le nostre frustrazioni, per tuffarci nella superbia della ragione…

Ma la Rosa è fiorita sulla Croce e molto presto il nostro Dio annuncerà la Sua Giustizia attraverso le acque degli oceani, il fuoco dei vulcani e il respiro implacabile dei venti. La Sua Misericordia tacerà ed il silenzio rimbomberà sotto i nostri passi, nell’abisso della nostra ingratitudine. Molto presto la natura svelerà il volto di un Dio infinitamente Giusto, la Sua Ira e la Potenza saranno grandi e allora sarà questa umanità indegna a gridare: basta! Ma sarà troppo tardi. Non resterà che inginocchiarsi e battersi il petto, perché la salvezza sarà data a coloro che lotteranno con tutto se stessi a favore della vita. E a quelli che, alzando gli occhi dalla fugacità e dalle piaghe del mondo, avranno aperto il proprio cuore e con la purezza, l’entusiasmo di un fanciullo riconosceranno e serviranno l’Unto del Signore, annunciato dagli antichi profeti. Egli è già qui, non ci ha lasciato orfani.  Ed è Amore, il più grande di tutti gli amori. Punto e basta.

26 LUGLIO 2014 – PORDENONE
Giorgio: L’evento più importante della storia del mondo è, e sarà, non voglio essere retorico, la Seconda Venuta di Cristo. È un concetto che dobbiamo “inculcare” a noi stessi e agli altri, non perché siamo dei fanatici o esaltati, ma nel merito esso segna l’inizio di un percorso nuovo dell’umanità, di evoluzione rapida, di liberazione spirituale, la quale si apre a percorsi fino ad oggi sconosciuti; e farà in modo che la Terra, questa società, possa entrare a far parte della famiglia cosmica. Ogni nostro movimento, azione, espressione nella vita quotidiana deve essere finalizzato e relazionato, in qualche modo, all’aspettativa di questo evento. In vista di un matrimonio vi sono grandi preparativi: le lettere d’invito, le bomboniere, i vestiti, il ristorante, la selezione degli invitati, il locale, l’orchestrina, il prete, la chiesa, etc.; ma il fine ultimo, cioè il momento più importante per gli sposi, ci sarà quando il prete li unirà in matrimonio ed avverrà lo scambio degli anelli. È lì che inizia la trasformazione radicale nella loro vita. Tutto è finalizzato a quel momento, anche l’antipasto preparato dal cuoco, che apparentemente non ha nulla a che vedere con il matrimonio, perché questi sta semplicemente svolgendo il suo lavoro. Niente di tutto questo avrebbe senso se non ci fosse quella cerimonia che dura mezz’ora. L’istante più importante, anzi fondamentale, di un evento che prosegue per un’intera giornata e per il quale tutto viene preparato, è quella mezz’oretta durante la quale quei due ragazzi si stanno sposando. Ogni cosa è finalizzata a quella circostanza, che porterà ad una trasformazione totale della loro esistenza. Tutto finirà (locali, ristoranti, invitati, etc) per dare inizio al percorso della nuova vita. Prendendo in considerazione questo esempio, dobbiamo fare in modo che quello che stiamo facendo sia finalizzato alla Venuta dello Sposo, del Messia.La nostra vita, nel nostro piccolo e con tutti i limiti personali, deve essere dedicata a questo avvenimento. Il fine di questa generazione, dell’umanità stessa (con tutto il rispetto per le altre religioni), della nostra società, dell’esistenza dell’uomo, di piante, animali, dell’acqua, della Terra, del fuoco, degli esseri viventi, di noi stessi, della crescita e della nascita dei bambini, dell’evoluzione di tutte le cose è in strettissima relazione con la seconda Venuta di Cristo. Tale evento, perché di un evento si tratta, è il punto centrale dell’evoluzione umana di questo tempo. Non lo era duemila e nemmeno duecento o cinquemila anni fa, e neanche quando Gesù camminava per le strade, perché in quel preciso momento l’evento centrale della vita di questo pianeta era la presenza di Cristo, che offriva la redenzione. Anche l’offerta di redenzione era finalizzata, nella profondità delle cose, ad oggi, a questo tempo e al Suo Ritorno. Cristo è venuto in questo mondo per annunciarlo e stabilire il Regno di Dio sulla Terra, e noi siamo venuti a lavorare per questo. Noi, che seguiamo il cammino spirituale, sappiamo che è il fine di tutto quello che facciamo, come chiedere giustizia e verità nella lotta alla mafia (una lotta laica ed io, rigorosamente, la voglio mantenere tale), poiché è quello che la nostra fede ci impone. Nel Credo recitato durante la messa diciamo: “Nell’attesa della Tua Venuta”, questo è fondamentale. Potrebbe essere una tentazione, un errore se lo dessimo per scontato, o lo vivessimo come una routine, tanto da abituarci al Ritorno di Cristo. Noi dobbiamo viverlo sempre come due innamorati che stanno per sposarsi e, giunto il mattino, si preparano per andare a questo matrimonio. Quindi, bisogna vivere tutti i preparativi con gioia ed emozione, senza pensare: “tra un mese si sposano, poi vedremo…”. Dobbiamo vivere come se fosse sempre l’ ultimo giorno che ci separa dall’arrivo dello Sposo. La distrazione, a volte capita di dimenticarlo, può renderci la vita difficile perché ci fa perdere la speranza, andare in depressione e così veniamo tentati.

Ora vi accenno quel che succederà con questo evento. Gesù disse: «Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona» (Lc 16,13). Quando Lui ritornerà a stabilire il Regno di Dio, il che può avvenire domani mattina, uno dei due padroni sparirà immediatamente, la società cambierà radicalmente ed  istantaneamente, perché il Ritorno di Cristo è inconciliabile con la presenza del denaro. Duemila anni fa, Gesù fu costretto a dire: «Date a Cesare quel che è di Cesare» (Mt 22,21), ma oggi Lui ritorna come Re, come Dio, quindi non possono esserci due re. Con il danaro spariranno la violenza, la guerra, le armi, l’odio, ecc. Questo concetto lo scriverò e lo pubblicherò: il più grande evento della storia del mondo non sarà la scoperta della pillola contro il cancro, nemmeno il contatto con gli Extraterrestri, che tuttavia rappresenterà un evento incredibilmente straordinario. Non sarà la scoperta di cose importantissime come la cura delle malattie e quant’altro: ma sarà il Suo Ritorno. Noi dobbiamo essere preparati a questo, ma siccome la maggior parte del mondo non lo è, dovremo essere noi a preparare la gente.
Gesù ritornerà accompagnato da dodici legioni di Angeli e sulla Terra si stabilirà una nuova società, ma non tutti potranno farvi parte. Questo è l’evento più grande della storia dell’uomo ed è prossimo, perché prossima potrebbe essere la fine dei tempi, che non è caratterizzata dalla fine del mondo.

Quando mi viene chiesto, e lo chiederanno anche a voi, il motivo per cui Gesù dovrebbe ritornare in questo momento e non tra mille, cinquecento o cento anni, io rispondo che mai come ora l’umanità è a rischio della propria estinzione. Non poteva essere ai tempi di San Francesco, di San Paolo e nemmeno di San Pietro perché non c’erano le armi atomiche. La risposta è semplice: oggi l’uomo è in grado di distruggere la creazione di Dio e siccome questo pianeta è destinato ad ospitare una parte del Suo Regno, ecco che è inconciliabile. Da un momento all’altro potrebbero esplodere le armi atomiche. L’orologio dell’Apocalisse, creato nel 1947 dagli scienziati del “Bullettin of the Atomic Scientists” per monitorare il pericolo di una guerra atomica, è ancora fermo a mezzanotte meno cinque. L’ora del “Doomsday clock” è cambiata venti volte in più di 65 anni, ma anche quest’anno si è deciso di non tirare indietro le lancette (una commissione di scienziati che monitora le minacce internazionali, soprattutto quelle che hanno a che fare con il nucleare, ne decide gli spostamenti). Voi vedete quello che sta succedendo: Israele, Palestina, Striscia di Gaza, Siria, Ucraina, Iraq, Afghanistan sono tutte zone strategiche che possono far scaturire la terza guerra mondiale, soprattutto perché, e mi riferisco al Medioriente, sono state il passo glorioso di Cristo. Egli ha calpestato quella terra ed il fatto che in quei luoghi sacri possano esserci delle rappresaglie nucleari, significa che siamo alla fine dei tempi. Nel capitolo 24 di Matteo, Gesù parla della fine dei tempi e si riferisce a questo momento: è molto importante tenerlo ben presente nel nostro cuore, prepararci e preparare tutti a questo. Come avrete letto nei messaggi che ho pubblicato, c’è il rischio gravissimo che da questa estate l’escalation di eventi non si fermerà più, così come non si arresterà la crisi in Palestina, perché il popolo di Israele e coloro che sono al potere non ne hanno capito la sofferenza, visto che ripetono gli stessi errori di chi li ha sterminati. Questo è molto grave, poiché loro pensano di avere un mandato divino. Nella Bibbia ci sono dei passi in cui Israele intraprende delle guerre e crede di farle nel nome di Dio, ma è un errore perché non è il Dio Adonay, quello è il dio della materia. Facendo così, Israele ritorna a commettere gli errori del passato e ne commette tantissimi, costringendo il Padre Eterno a castigarla. Nei giornali si scrive che i Palestinesi si sentono abbandonati dagli arabi, ma lo scontro tra gli Emirati Arabi e gli israeliani non è vero: sono entrambi soci in affari in tutte le banche più potenti del mondo, quindi è solo un calpestare la vita degli altri in modo nefasto e inaudito, senza un motivo; c’è solo il gusto al massacro della povera gente. I Palestinesi sono stati abbandonati da tutti, a parte l’Iran che è l’unica nazione che li appoggia. In realtà, l’obiettivo di sterminare il popolo palestinese è lo stesso dell’anticristo, perché si ribella a questa anticristica alleanza.

Anche l’esperienza della lotta contro la mafia è laica, ma io da credente cristiano e con le mie esperienze spirituali, considero la mafia il demonio, il male, l’anticristo. È una mia considerazione personale, che mi richiama all’impegno come cittadino e come giornalista. Questa motivazione spirituale e di fede è assolutamente intima, non è nella nostra metodologia richiamare colleghi di lavoro, magistrati o i cittadini alla nostra ‘realizzazione interiore’. Come vediamo la mafia dal punto di vista spirituale? Così come lo è per don Ciotti, o padre Puglisi, che ha sacrificato la propria vita anche come atto di fede e di missione cristiana.

Per evitare fraintendimenti, la lotta alla mafia è un’iniziativa che noi svolgiamo come giornalisti e cittadini per dare un contributo alla nostra terra, per cercare la verità definitivamente e per sconfiggere questo fenomeno. Noi abbiamo iniziato partendo da una mia ispirazione e da alcuni messaggi spirituali che mi hanno riportato in Sicilia, dove sono nato, ma dal punto di vista teologico il percorso della lotta contro il male si può mettere in pratica in tante sfaccettature: si può combattere il male anche facendo una campagna antinucleare o ambientalista. Tuttavia, noi abbiamo scelto di fare la lotta alla mafia perché questa organizzazione criminale è un aspetto del male assoluto, essa è collegata con quei poteri potentissimi che, dal punto di vista cristiano, noi riteniamo rappresentino il demonio. L’esperienza spirituale da stimmatizzato e come persona che ha avuto queste visioni è un’esperienza legata al Vangelo e alla seconda Venuta di Cristo, che è l’evento più grande nella storia del mondo. Senza ombra di dubbio, infatti, trasformerà radicalmente tutta la nostra civiltà in tempi brevissimi, cioè in ore e giorni, non mesi ed anni.  Mi riferisco alla quotidianità della nostra vita: dal lavoro, dal respirare al mangiare, dall’uscire al sopravvivere, perché purtroppo in questo momento possiamo solo sopravvivere e non vivere; tutto è legato all’arrivo dello Sposo. Solo con quel Ritorno la nostra vita si trasformerà in bene. Si farà festa e ci sarà la felicità, altrimenti sarebbe tutto inutile. Noi dobbiamo vivere sempre con questa preparazione, sapendo che un giorno ci sarà quel matrimonio dove, forse indegnamente, siamo invitati a partecipare, ma lo dobbiamo meritare.

D: Che significato ha la foto di Urzi? (http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-2014/5629-video-filmato-da-antonio-urzi-e-simona-sibilla.html)
G: La bellissima foto di Antonio Urzi è di un ebanis. Antonio e Simona hanno scritto una lettera difendendomi dalle accuse di un giornalista messicano, un ufologo che nemmeno conosco, il quale affermava che i miei Segni sono un’invenzione. Qualcuno ha ripreso questa notizia e poi l’ha pubblicata su facebook. Io li ho ringraziati e subito dopo hanno filmato questa astronave.

D: Quanto sono importanti la tolleranza ed il perdono tra fratelli?
G: L’importante è perdonare, tollerare sempre. Nostro Signore ci ha detto che c’è sempre una via d’uscita quando c’è amore; senza questo, essa non potrà esserci mai. È valido per qualsiasi sofferenza che può essere vissuta, perché non c’è nessuno in questa sala che non viva sofferenze. Se ci fosse uno solo, lo invito ad alzarsi così lo festeggeremo e gentilmente ci potrà spiegare il segreto della felicità eterna, permettendo anche a noi di berne l’elisir… Ognuno qui dentro ha una vita percorsa da gioie e dolori anche se, grazie a Dio, non possiamo lamentare grandi sofferenze a meno che non si tratti di malattie. Tutto sommato, rispetto ai nostri fratelli della striscia di Gaza, per fare un esempio, viviamo in paradiso. Ognuno di noi vive delle gioie e se può godersele ne sono felice; riguardo ai dolori, quindi alle sofferenze, ostacoli e tormenti, il Maestro ci insegna a cercare una strada, una via d’uscita, la cui base deve essere appunto il sentimento dell’amore. Se non c’è questa predisposizione, non esisterà soluzione. Tutti i problemi di questo mondo, anche le malattie inguaribili, se affrontati con amore, ne hanno una: la guarigione totale, se Dio lo vuole, o la liberazione dal tuo corpo con amore. Quindi, pensa come vuoi, ma è sempre una risoluzione ai problemi. Se guarisci fisicamente dici: “Signore grazie” e gioisci. Al contrario dici: “Signore, vuoi che io muoia?” ed affronti con amore questa liberazione. Solo attraverso quel sentimento, ma anche se ci sono problemi, quindi tentazioni, prove tra due persone che si amano, incomprensioni tra fratelli, familiari, amici, mi è stato sempre insegnato di non essere debole, di intervenire, di riprendere il fratello-amico, senza mai chiudere il cuore. Mai. Il peccato più grave che noi possiamo commettere è chiudere il nostro cuore agli altri, all’amico, al fratello, a chiunque ci abbia fatto un torto o con il quale abbiamo avuto delle incomprensioni gravissime. Se chiuderemo il cuore a chi amiamo o alla persona con la quale conviviamo, sia esso un amico, fratello, parente o collega di lavoro, Gesù ci dirà: “Se fai così, quando capiterà a te, ti sarà chiuso il cuore”. “Perdonate e sarete perdonati; se non perdonerete, un giorno il Padre Vostro non perdonerà voi”. Su questo Gesù è molto drastico: è la legge di causa ed effetto ed è scritto nel Vangelo.
Se voi non perdonerete il fratello sarà ancora più grave, ed il Signore ci dà un doppio insegnamento a riguardo, per educarci ad amare ed evitare che facciamo la morte seconda; infatti quel fratello alla fine potrà soffrire, restarci male, morire di crepacuore, ma Dio farà qualche cosa per lui.  Quando non hai il perdono di Dio, non c’è scampo. Se io non perdonerò Tiziano, lui non farà la morte seconda; io non sono Dio. Ma se Dio non mi perdonerà, io farò la morte seconda.  Gesù, il Maestro, ci diceva di perdonare anche per convenienza, nel senso più bello della parola, perché ti conviene perdonare, se poi il Padre perdonerà te.
D: Partendo dalla premessa che se noi ci comportiamo male, faremo la morte seconda, vorrei un chiarimento riguardo alla reincarnazione. Tu hai detto che certe persone, ad esempio Giuda, si sono incarnate più volte e tra le sue reincarnazioni c’è sicuramente la figura di Hitler, che ha sterminato un sacco di persone. Anche lui meriterebbe la morte seconda, perché invece si reincarna?
G: Dipende. Se ci comportiamo male non ci sarà la morte seconda. Certamente Hitler la meriterebbe, ma nel caso specifico noi sappiamo che è stato Giuda, si tratta quindi dell’anticristo. Egli si reincarna perché fa parte, per quanto ti possa stupire, del disegno di Dio e per tal motivo, dovendo giocare un determinato ruolo, gli viene data la possibilità di reincarnarsi. Il Padre ha i Suoi disegni: il bene ed il male sono una manifestazione necessaria per l’evoluzione nelle dimensioni materiali. Siccome noi siamo soggetti al libero arbitrio, scegliamo quante volte vogliamo il male e quante il bene. Quando decidiamo il male, la misericordia e l’amore infinito di Dio, che sono anche la Sua giustizia, ci danno una possibilità attraverso la legge del karma.
Nel momento in cui, pur avendo sperimentato il male, desideriamo perseverare, ecco che subentra un’altra “regola”, come tu l’hai definita, e cioè la morte seconda dove, attraverso la sofferenza, ci autopurifichiamo. Noi dobbiamo realizzare un concetto importante, altrimenti non capiremo niente della vita. Per stabilire un qualsiasi percorso e capire queste cose, bisogna porre come valore assoluto della nostra esistenza che siamo eterni. Solo se stabilissimo questa regola, comandamento o assioma, potremmo parlare di tutto: della reincarnazione, di evoluzione, della stasi, della dinamica, del passo indietro, del passo avanti; ma se non realizzeremo che siamo eterni non capiremo niente. La reincarnazione non è un bonus, è una scuola di vita, grazie al fatto che noi siamo eterni. Chiudi gli occhi e immagina, in questo istante, sette miliardi di persone prendere coscienza assoluta della loro eternità. Dopo due minuti, tutti i problemi cesserebbero di esistere.
Gli assassini non avrebbero ragione di commettere i loro delitti, perché la morte non esiste. Gli avidi e i sopraffattori verrebbero meno, poiché coscienti che l’universo è infinito e tutti hanno il necessario e a nessuno mancherà niente. Cadrebbe così il velo di Maya che abbiamo creato. Una delle cose che le chiese spirituali, salvo qualche eccezione, non insegnano mai oltre alla Seconda Venuta di Cristo, è l’eternità dello Spirito. Se ne parla come di una cosa quasi fastidiosa, che appartiene ad un altro mondo. Nelle nostre stesse preghiere cattoliche c’è una grande contraddizione. La preghiera ai defunti dice: “L’eterno riposo dona loro o Signore e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen”. Perché dovrebbero riposare se l’anima è eterna? Poi però ammettono l’esistenza dell’anima e insegnano la resurrezione dei morti, come se il corpo fosse la base fondamentale della vita dello spirito; come se l’eternità dello spirito fosse condizionata da un corpo che marcisce e poi si decompone. Sì, anche questo è un disegno del maligno.
Ritornando alla tua domanda, dico che la morte seconda è certamente terribile, perché il tormento ti porta a soffrire per tantissimo tempo, ma alla fine anche quella finisce. Ciò che non ha fine è la tua eternità, grazie alla quale amerai sempre e godrai della magnificenza di Dio. Questo è quello che gli uomini non vogliono realizzare ed è il motivo per cui io mi dispero.D: È possibile che sulla Terra persone come noi passino direttamente alla quarta dimensione? Solitamente, quando moriamo continuiamo ad incarnarci sempre nella terza dimensione?
G: Può capitare, dipende dall’esperienza che stai facendo. Se tu sei alle prime fasi dell’evoluzione hai bisogno di fare esperienza: non puoi conoscere il giorno se non hai conosciuto la notte. Non puoi conoscere la luce se prima non vivi nelle tenebre, e viceversa. Quando un’anima scende nel nostro piano, ed è all’inizio dell’evoluzione, ha bisogno di fare esperienze che avvengono attraverso il processo della reincarnazione. Se un’anima è vecchia, nel senso che ha già fatto tante esperienze nella materia e ha realizzato l’esperienza binomio bene-male, gioia-dolore, entra in una fase più evolutiva: intraprende il cammino della conoscenza divina. A quel punto, non sei più un’anima in evoluzione, ma già evoluta e le tue incarnazioni hanno luogo non più per fare esperienza, ma per missione. Esse hanno lo scopo di portare la tua conoscenza interiore ai tuoi fratelli, che ancora non ce l’hanno. Se facciamo un paragone, direi che sei un insegnante e stai insegnando nella scuola della vita; coloro che si stanno reincarnando sono gli scolaretti e per compiere la tua missione devi vestirti come loro ed avere un corpo, parlare.

D: Nel momento in cui l’anima scende e si reincarna in un corpo, ogni persona ha il libero arbitrio e può decidere il proprio stile di vita. È possibile che questo vada in contrapposizione con la nostra anima?
G: No, non lo è. Quando scendi da un piano superiore intraprendi un viaggio. Se hai programmato di viaggiare da Padova a Trieste percorrerai l’autostrada A4 fino all’uscita di Sistiana e ti fermerai a Trieste. È qui che arriverai, ma dal momento in cui sali sull’auto, il tuo libero arbitrio può farti cambiare percorso perché nell’incarnazione c’è il serpente, cioè la materia, che ti attrae, portandoti verso il piano materiale e meno in quello spirituale. Durante il percorso ci saranno distrazioni o attenzioni che ti inviteranno a fermarti a Venezia, a tornare indietro, a percorrere la statale piuttosto che l’autostrada. Di conseguenza, il percorso che ti sei programmata non durerà due ore, ma ne impiegherai sei. Quella è una tua scelta che ti farà arrivare con quattro ore di ritardo all’appuntamento e comporterà sofferenza, ma ti assicuro che giungerai a Trieste.
D: Per questo motivo è importante stare nell’introspezione, perché resti in contatto con la tua parte più profonda…
G: Certo. Quando lo spirito s’incarna e ha la forza di vincere le attrazioni materiali, percorrerà il tragitto in modo preciso e quindi nella reincarnazione successiva sarà più evoluto. L’evoluzione a cui faccio riferimento è sinonimo di conoscenza, attraverso la quale si può stabilire l’evoluzione dello spirito. Gli Extraterrestri o gli Esseri di luce sono uguali a te, hanno lo stesso cervello e niente di più. Essi sono superiori solo perché hanno più conoscenza e sviluppato un quoziente intellettivo del 20%, mentre noi non superiamo il 4%; quindi se passano attraverso i muri non è perché sono migliori. Non c’è discriminazione, Dio non è razzista, perciò anche tu arriverai alle loro conoscenze. La reincarnazione è necessaria, non obbligatoria: è un percorso che lo spirito sceglie per accelerare la propria evoluzione. Io voglio reincarnarmi, non me lo impone nessuno, ma desidero andare a scuola per evolvermi rapidamente. Se solo sapeste quant’è lunga nell’al di là la fila di spiriti che si vogliono reincarnare! Fanno anticamera anche decine di anni, perché desiderano riparare gli errori che hanno commesso ed acquisire più conoscenza.
D: In questi giorni, in Iraq, hanno distrutto le tombe di due profeti: Giona e Daniele. Questo ha a che fare con l’Apocalisse?
G: Sì, con la battaglia di Armagheddon. Il vero obiettivo di una tale opera nefasta da parte di questi guerrafondai è circondare la Russia e la Cina. L’Europa è debole, ma potrebbe comandare gli Stati Uniti. La Germania, ad esempio, riuscirebbe a farlo anche da sola perché economicamente è dieci volte più forte e potente. Questi anticristi sanno che se dovessero perdere la capacità del valore assoluto, ossia il denaro, perderebbero tutto. Infatti, sia la Russia che la Cina, entrambe guerrafondaie, stanno lavorando per far cadere il dollaro e trascinare l’America nella miseria. Purtroppo, gli Stati Uniti possiedono l’esercito più potente della storia dell’umanità, e pur di evitare il collasso sono capaci di ricorrere all’uso delle armi nucleari; quindi non sarà facile per la Russia e la Cina.  
D: Il problema è che tra l’America, la Russia, La Cina e Israele c’è ancora la Turchia. Se quest’ultima darà il proprio appoggio, si creerà quel passaggio di cui parla l’Apocalisse fra il Tigri e l’Eufrate.
G: La Turchia però è nelle mani dell’America. La mina vagante di tutto è l’Iran. Io sono, ovviamente, per l’amore, la fratellanza e la pace, ma al tempo stesso studio i disegni di Dio, Lui vuole che noi ci sforziamo di comprendere i Suoi progetti e magari ci fornisce un aiuto a riguardo. Dio si è sempre servito di strumenti naturali o umani per intervenire e cambiare la storia, ma alla parola Iran, togliendo la lettera “n” cosa leggete? Ira, e di chi? Quindi il Padre può far scatenare la scintilla da questo Paese, che diventerebbe, diciamo, lo strumento per colpire l’Occidente. E lo colpirà.
D: Vorrei parlare del termine prediligere. Spesso leggiamo negli scritti che Cristo stesso predilige l’apostolo Giovanni. Anche noi nel nostro modo di fare privilegiamo un fratello o un amico piuttosto che un altro. Questo prediligere è un comportamento da Dio o da uomo?
G: È un comportamento da Dio e da uomo, completamente all’antitesi. Dio predilige o elegge un prediletto quando vuole indicarci uno strumento da seguire, affinché possiamo apprendere conoscenza; non perché è buono o bravo. Ossia, anche per quello, ma soprattutto perché nel prediligere Giovanni, secondo il tuo esempio, Dio ci sta indicando un personaggio da seguire e tramite lui noi possiamo acquisire conoscenza delle cose divine e umane. Cristo, cioè Dio, predilige solo per questo motivo e, nel caso dei profeti o degli apostoli, anche per indicare la strada affinché, attraverso il Suo strumento, possiamo capire i Suoi disegni. Quindi è un atto d’amore. Se Dio elegge Antonio è perché ci sta amando, altrimenti quando Gesù se ne andrà non avremmo chi seguire. Siamo tutti fratelli, e chi sia il più bravo tra di noi nessuno lo può dire; per tal motivo Gesù ci dà una strada.
Il prediligere è certamente anche umano, ma è legato ad un sentimento. La predilezione per un essere, donna o uomo, fratello o sorella, è spesso legata al sentimento. Se dico: “Io amo Antonio, mi piace quella persona”, riferendomi alla persona fisica, spirituale e al suo intelletto, io la prediligo rispetto ad un’altra. Questo è legittimo e non è un peccato, ma l’autocritica e l’umiltà ci devono imporre il discernimento e la comprensione, affinché non sia strumento di discriminazione verso gli altri. Se io prediligo una persona devo stare sempre molto attento, perché quella predilezione è legata ad un mio sentimento, il quale non è mai obiettivo, è sempre di parte. Quando sei innamorato di una persona tutto il mondo può stabilire determinate ragioni o torti, al di fuori di te, perché tu non sarai obiettivo. Il nostro prediligere va bene, è comunque un atto d’amore e l’amore è sempre bello, ma dobbiamo stare attenti a non creare discriminazione verso l’altro fratello. Quando Gesù dice: “Amatevi come Io vi ho amato”, ci raccomanda di stare attenti alle nostre predilezioni, non ci vieta di farlo, perché sa che siamo umani e viviamo di feeling, simpatie o atteggiamenti. Egli comprende il nostro sforzo, non siamo perfetti e quindi ci tollera quando noi eleggiamo o prediligiamo, ma ci esorta a non cadere nella tentazione della discriminazione, del razzismo, dell’intolleranza ecc. non ci dobbiamo chiudere. Anzi, ci aiuta dicendo: “Vivi la tua predilezione, ma sforzati di stare più vicino alla persona che non hai prediletto così puoi apprendere l’amore Cristico”; come facciamo noi è proprio all’antitesi.
D: Sono sempre di più le sofferenze nell’umanità e spesso mi chiedo perché questa sofferenza nel mondo continui. Forse perché il Signore sta aspettando che qualcun altro si risvegli? E se così fosse, non è questo un capitolare sulla predilezione verso coloro che attende, lasciando in sofferenza altri?
G: Il privilegio che Dio dà ai Suoi eletti è un privilegio non umano. Ti ringrazio per la domanda, adesso capisco perché oggi, durante il mio tragitto in macchina per arrivare qui, mentre guardavo il cielo ho avuto una forte sofferenza interiore e fisica. Mentre vedevo questo cielo vuoto, bianco, chiamavo i miei fratelli celesti che ho incontrato tante volte e dicevo loro: “Fatevi vedere, datemi un segno, mi sento stanco”, ma non ho avuto nessun segno, solo il vuoto. Allora ho detto al Cielo: “Mi hai abbandonato. Non ti chiedo mai niente, solo questa volta…”, così avrei anche potuto condividere la gioia di vederli con i fratelli e le sorelle che mi accompagnavano. Il Cielo taceva, c’era il vuoto e solo allora ho avuto la risposta interiore: “Cristo elegge il Suo prediletto, o messaggero, finché non ci sarà la Sua gloriosa Venuta, sempre nella sofferenza, nella croce.
Solamente facendoti soffrire, figliuolo, puoi capire i dolori della croce di Mio Figlio e quindi potrai amare infinitamente i tuoi fratelli. Non ti ho eletto?”. L’elezione avviene attraverso l’amore crocifisso e il Cristo: dare la vita per i tuoi amici, questa è cristificazione. Quando Dio ti elegge nella sofferenza cristica il premio è la cristificazione, che è la quinta dimensione, non è poco.
Quando Dio ti elegge, ti sceglie come Suo messaggero, ma sarai l’ultimo degli uomini perché sei crocifisso. Il prezzo da pagare è la sofferenza, altrimenti Gesù non avrebbe scelto la croce per insegnarci ad amare il nostro prossimo, quindi per darci la redenzione. Potrebbe sembrare una contraddizione il fatto che Dio ci elegga e ci faccia vedere i sorci verdi, mentre rimanga ad aspettare che si risveglino coloro che dormono e fanno tutto quello che vogliono. Verrebbe da chiedersi: “Dov’è questa grande elezione?”.  E invece oggi ho capito, è stato come se il Padre Adonay mi avesse detto: “Cosa vuoi di più? Ti ho dato tutta la conoscenza, perché dovrei apparire o manifestare i Miei angeli se sai tutto di Me?”.D: Che differenza c’è tra la sofferenza del messaggero e la sofferenza di colui che nasce nel deserto, in mezzo a Gaza o tra gli scugnizzi di Ballarò? C’è differenza nel non sapere perché si soffre?
G: C’è differenza nella conoscenza, ma non nella sostanza, soprattutto se si tratta di bambini. Se ci riferiamo agli adulti, subentra la questione del karma ed è possibile che un essere si sia incarnato lì perché aveva bisogno di quell’esperienza. Nei bambini non c’è alcuna differenza tra la sofferenza del messaggero e quella di un bimbo a cui vengono amputate le gambe perché colpito da un missile, mentre sta giocando a pallone nella spiaggia di Gaza. Quel bambino è una manifestazione di Cristo che si è fatto tagliare le gambe per noi ingiusti, per noi immeritevoli, quindi andrà subito nella quarta dimensione, non si reincarnerà più, a prescindere dal numero di incarnazioni vissute, perché colpito a causa della giustizia. Il martirio è sempre premiato, Gesù dice con il Paradiso: “E beati voi quando sarete perseguitati a causa della giustizia”, quel bimbo è un beato come Paolo Borsellino, Falcone, perché perseguitati e uccisi a causa della giustizia.

D: Quando Gesù ritornerà per giudicare e saremo mandati in luoghi diversi, ci sarà un azzeramento totale di tutte le reincarnazioni?
G: No, ci sarà un dislocamento di anime a seconda della loro evoluzione. Le più evolute rimarranno sulla Terra, dove la civiltà della nuova Era arriverà ai confini della terza dimensione, in prossimità della quarta. Questo passaggio durerà mille anni. In quest’epoca di benessere, amore e pace le reincarnazioni saranno ridotte a una, massimo due, perché la vita fisica si allungherà ed ogni incarnazione durerà centinaia di anni. Alcuni invece saranno dislocati in altri pianeti e continueranno il percorso della reincarnazione; altri ancora andranno nelle tenebre per milioni e milioni di anni a scontare e a purificarsi dai loro peccati.
D: Oggi viviamo in una situazione dove pochi sono pronti ad accogliere la conoscenza, anche se sbandierata a destra e a sinistra. Temo che un giorno ci troveremo veramente in pochi…
G: Colgo un bell’ottimismo in questa tua affermazione. Ci troveremo se ce lo meriteremo. Noi dobbiamo dimostrare al nostro Professore, Maestro, di conoscere la materia e di essere veramente preparati per la laurea, altrimenti non saremo promossi. Bisogna dimostrare al nostro Insegnante di saper amare, tollerare, perdonare, di lottare per le cause giuste degli altri, mai per noi stessi. Il percorso è difficile, ma solo così entreremo nella nuova Era. Noi faremo parte del Nuovo Regno se daremo tutta la nostra vita per questa Causa, altrimenti non ci andremo perché la nuova civiltà nascerà da un’ élite di persone, dai vip che hanno saputo amare.
D: Come hai detto spesso, tutti i bambini ne faranno parte. Spero ce ne saranno tanti..
G: Tutti i bambini che nascono in questo tempo sono figli dell’Altissimo, non del demonio. Se Totò Riina a ottant’anni avrà un figlio, questo sarà benedetto da Dio. I bambini non si toccano. Quelli che vengono uccisi o massacrati, sono quel corpo mistico di Cristo che continua ad essere crocifisso per i nostri peccati; essi sono già nel Regno di Dio, nella luce.
Purtroppo pochi ci andranno, perché il delitto più grave che l’ umanità sta commettendo è che le persone buone, nel senso che non commettono delitti o crimini, si fanno gli affari propri: è questo il peccato più grave e che alimenta il male. Il male non si nutre da solo, è fomentato da due fattori: l’odio e l’indifferenza, quest’ultima è peggiore del primo. Totò Riina e tutti coloro che fanno del male e odiano, saranno giudicati da Dio, ma noi non meriteremo il Nuovo Regno e Dio ci chiederà conto più di Totò Riina se lo avremmo alimentato con l’ indifferenza, la paura, la vigliaccheria. Oggi la gente grida, protesta, si lamenta sempre dei governi, ma poi li vota. Berlusconi è sempre stato votato. In altri tempi forse non si sapeva, ma ora ha facilitato il compito dimostrandoci platealmente di essere quel male che è. Anche la gran parte della società italiana fatta di brave persone che lavorano, si fanno le vacanze e mantengono i figli, lo ha votato. Se tu sei buono, ma voti il male, non puoi entrare nel Regno di Dio, è tanto chiaro. Molti mi chiedono perché il Padre scatenerà il diluvio universale, darà un castigo planetario, una catastrofe naturale, ma la domanda chiave è un’altra. Dovrebbero invece chiedersi perché Dio non si limiterà a castigare solo i potenti e i guerrafondai. Egli scatenerà la Sua Santa ira contro i buoni perché sono stati indifferenti, infatti i veri colpevoli sono i cittadini.
D: Di recente, hai spiegato perché alcune persone non ricordino di essere state contattate. In questa serata hai parlato di gente che proviene da diverse reincarnazioni. Se non ho ricordi precedenti, come posso sapere se sono alla prima, seconda o decima reincarnazione?
G: L’assenza di ricordi ti aiuta ad affrontare meglio questa esperienza, senza essere condizionato. Se nella precedente reincarnazione tu fossi stato un criminale di guerra che ha ammazzato migliaia di persone, adesso il rimorso e la depressione ti condizionerebbero la vita.
D: Se io non ricordo gli errori compiuti, come faccio a correggerli in questa vita?
G: Ognuno di noi si porta nello spirito i valori acquisiti nelle incarnazioni. Se hai dentro di te il valore della giustizia e lo esprimi aiutando i giusti, lavorando con le agende rosse nella ricerca della verità, non lo hai imparato a scuola, né ti è caduto dal cielo. Nel tuo caso, tua moglie è stata lo strumento che ha fatto emergere i valori che avevi dentro ed hai acquisito in quell’incarnazione. Non c’è bisogno di ricordare. Ti ricorderai di tutto quando avrai finito l’intero processo delle reincarnazioni e guadagnandoti la laurea, sarai diventato professore. Adesso siamo semplici alunni e dobbiamo attenerci a questa esperienza, ma quelle precedenti le hai dentro. Se sei stato un assassino e l’esperienza ti ha traumatizzato tanto da farti odiare in questa incarnazione la guerra e le ingiustizie, significa che quell’esperienza ti è stata sufficiente.
D: Così lo spirito aumenta la propria conoscenza: seguendo il percorso che già sente e agendo di conseguenza.
G: Sì, se il sentire è verso il bene. Tu devi farti trasportare da questo sentimento, aiutando i poveri, i bisognosi, perché quello è amore cristico. Frenarlo significa andare contro ciò che senti dentro, contro tutte le esperienze che hai acquisito nelle reincarnazioni precedenti. Se il sentire va verso il male c’è un condizionamento di entità negative o di fattori deleteri ed è una tentazione, una deviazione.

D: Gandhi e Martin Luther King sono collegati tra loro? Ritieni che il rispettivo insegnamento di lotta non violenta possa essere applicato nella nostra Opera?
G: Entrambi sono maestri della non violenza, certamente nostri punti di riferimento, e mi sembra che tale sia la nostra Opera. Noi gridiamo con il verbo, come Giovanni Battista, non mi risulta che qualcuno di noi utilizzi armi o bastoni.

D: Nel capitolo 24 di Matteo, versetto 15, Gesù Cristo disse che il segno decisivo ci sarà quando vedremo l’abominio della desolazione di cui parlò il profeta Daniele. In Daniele 9, il profeta scrive: “[…]Dopo sessantadue settimane, un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui; il popolo di un principe che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine sarà un’inondazione e, fino alla fine, guerra e desolazioni decretate. Egli stringerà una forte alleanza con molti per una settimana e, nello spazio di metà settimana, farà cessare il sacrificio e l’offerta; sull’ala del tempio porrà l’abominio della desolazione e ciò sarà sino alla fine, fino al termine segnato sul devastatore». Ciò significa che nella chiesa cattolica entrerà l’anticristo in persona oppure l’inquinamento e l’energia atomica contamineranno i nostri corpi fisici, che sono il tempio dello Spirito Santo?
G: Il significato è chiaro: le due grandi religioni del Padre Adonay che offrono il sacrificio e l’offerta sono quella giudaica e cristiana. Ed è quello che sta succedendo: dove Gesù ha camminato c’è il cristianesimo, dove c’è la religione giudaica, c’è l’abominio. Sia Israele che la religione cristiana hanno fatto della religione del Padre Adonay una nefandezza, quindi questo è il tempo della Venuta di Cristo.
D: Come nei videogiochi, Dio si serve anche di Satana e noi, incarnandoci abbiamo deciso di partecipare bene o male a questa partita. Perché Dio si diverte così? Perché nella sfida ci rafforziamo?
G: No, Dio non si diverte così e la nostra vita non è certamente un videogioco. Dio fa partecipare anche il male nei Suoi disegni per rafforzare la nostra fede, non perché a Lui piace. Sono state le nostre scelte ad alimentare il male. Se noi avessimo accettato l’offerta di Cristo, non ci sarebbe stato motivo che satana ancora regnasse in questo mondo, Dio non l’avrebbe permesso. Egli lo permette perché noi abbiamo scelto il male, che include nei Suoi disegni per far sì che questa storia umana raggiunga l’apice e quindi un epilogo, in modo che Lui possa intervenire direttamente; ma non può farlo se rimaniamo in stasi. Quindi permette al male di imperare in modo che Lui possa intervenire per liberare dalla schiavitù il Suo popolo.
D: Recentemente sui campi di grano inglesi è apparso un pittogramma raffigurante una sorta di spirale, dove sono collocati altri cerchi che sembrano descrivere una specie di codice morse lungo queste linee. Esso riporta un chiaro messaggio di pace in alfabeto morse: “No more war”, cioè Niente più guerre. Noi non siamo analfabeti e siamo qui per capire il messaggio che porta direttamente, ma il resto è un’interpretazione che non è alla nostra portata, siamo cioè analfabeti dal punto di vista spirituale. Perché non siamo messi in condizione di interpretare direttamente con chiarezza i loro messaggi?
G: Potresti espandere la tua domanda e chiedermi: Perché Dio non ci facilita la situazione, dandoci più segni? C’è una frase chiara di Gesù che mi ha sempre colpito e mi dà forza, spiegando il motivo. In una preghiera il Signore dice: «Ti rendo lode, Padre, Signore del Cielo e della Terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25).
Se Gesù è venuto per tutta l’umanità, come si spiega questa contraddizione? Perché i segni, i messaggi e le manifestazioni di Dio sono solo per coloro che erediteranno il Suo Regno sulla Terra. Non ti aspettare folle oceaniche sui segni che appaiono, perché sono per pochi. Le folle oceaniche ci saranno solo quando si scateneranno i segni della giustizia del Padre, ma i segni dell’amore sono per pochi. Noi abbiamo l’ordine e il dovere di offrirli a tutti, ma li capiranno in pochi, come Gesù ha detto nel Vangelo.
Lui stesso, il Figlio di Dio, che compiva miracoli di fronte a tutti, non era creduto se non dagli umili. Questo è il motivo. Un giorno ci saranno segni molto potenti in Cielo e in Terra, ma non saranno espressione del Suo amore: ogni volta che apparirà un segno nel cielo, una luce o una croce e sarà vista da migliaia e migliaia di persone, subito dopo arriverà una catastrofe, nella quale moriranno milioni di persone. In quel momento sarà impossibile non capire. Ringraziamo Dio se ancora ci sono i segni dell’amore: un cerchio nel grano, un’astronave, un’apparizione. Ma quando migliaia e migliaia di persone vedranno, non ci sarà la gioia degli angeli, perché quella dimostrazione preannuncerà una catastrofe spaventosa, attraverso la quale Dio stesso ci dirà: “Sono Io che causerò quello che vedrete dopo”, e saranno segni di giustizia. Quando li vedremo apparire qui in Italia e i giornali riferiranno che decine di migliaia di persone hanno visto una manifestazione, dopo pochi giorni ci sarà un terremoto dove moriranno cinquecento mila persone.
D: Poc’anzi hai detto che nel momento in cui sentiamo dentro un qualcosa, un richiamo, dobbiamo seguirlo perché lo stesso ci porterà nel sentiero giusto. Se qualcuno non dovesse sentire nulla, per quale motivo dovrebbe camminare?
G: Per coloro che non sentono niente, sono venuti dal Cielo, da Dio o dalla Terra, uomini, anche segnati dalle ferite di Cristo per dire: “Fai qualcosa”. Poi sta a loro decidere di fare, ma non potranno dire non sapevo.
29 AGOSTO 2014 – PORDENONE
Ho avuto una visione della Madonna, di cui sono onorato e spero di servire sempre, nella quale mi ha detto: «Figliolo, devi andare a Fatima il 2 settembre, dopo 25 anni e sarai accompagnato». Ho colto questa notizia con grande onore e piacere. Vi chiedo di riunirvi quel giorno tramite skype o nelle arche, pregando per il vostro fratello e servo Giorgio e tutti coloro che mi accompagneranno, in attesa di notizie dalla Madonna. Ho avuto anche un altro grande segno: un nostro amico e fratello ha telefonato al convento delle sorelle Carmelitane di suor Lucia di Fatima, autrici del libro: “Un cammino sotto lo sguardo di Maria”, dal quale ho tratto le rivelazioni inedite dove Lucia parla del segreto di Fatima. Si tratta di un libro molto bello, ovviamente cattolico e chi non lo è si annoierà, ma è importante per chi segue un cammino spirituale. Infatti Lucia, nel messaggio di Fatima, rivela delle cose importantissime come lo spostamento dell’asse magnetico della Terra ad opera di Dio, che causerà nel mondo inondazioni e catastrofi; e lo scrive usando lo stesso linguaggio dei messaggi che io ed Eugenio Siragusa, prima di me, abbiamo ricevuto.
Eugenio ed io le abbiamo divulgate per venticinque anni e per questo mi hanno dato del matto, truffatore e ciarlatano. In tutto questo tempo ho tentato di entrare in quel monastero per parlare con Lucia, ci sono riuscito solo una volta, ma dopo pochi minuti sono stato cacciato via in malo modo. In questi giorni ho sentito l’ispirazione della Madonna di contattare il monastero di Coimbra, per cercare di intervistare le sorelle che hanno reso pubblico questo diario. Le possibilità di riuscita erano quasi nulle, perché loro non ricevono (l’ordine delle Carmelitane scalze non prevede il contatto con il mondo); infatti hanno risposto al nostro fratello che dopo la rivelazione, troppi giornalisti hanno telefonato al convento. Ma poi è successo qualcosa di misterioso: la madre Superiora ha cambiato idea e lo ha consentito, in quanto devoti della Madonna di Fatima e di Papa Francesco, invitandoci il due di settembre alle ore 10 di mattina. Questa data non può non essere un segno della Madonna. In conclusione, in questo mese tra cerchi nel grano e apparizioni, il 2 settembre chiuderà un cerchio a Fatima, per riaprirne uno nuovo perché l’Opera continua.
Certamente mi aspetto qualche cosa. Tanto tempo fa, quel giovane di 26 anni si recò a Fatima ansioso e tremolante per paura di sbagliare, perché voleva compiere il mandato della Madonna, senza sapere cosa potesse succedere. Pensava che si sarebbe manifestato un segno nel cielo e che lui stesso non avesse assolutamente niente a che vedere con questo segno. Aveva paura di non esserne degno, di tornare a casa a mani vuote ed essere espulso dall’Opera dal suo padre spirituale Eugenio Siragusa… Dopo 25 anni invece ritornerò a Fatima e sono sereno. Sarò accompagnato, il che significa che sarà un viaggio di consolazione, e in questo pellegrinaggio porterò alla Madonna un cesto pieno di frutti che ho raccolto in tutto questo tempo. Forse sono pochi, ma il cesto è pieno ed è quello che sono riuscito a fare.
Posso avere anche raccolto qualche mela marcia, oppure essermi inciampato facendo cadere il cesto, ma io non lo porterò a Gesù vuoto: le opere sono quelle che sono, tutte lì sul tavolo ed il mio cesto è pieno di frutti.
Non vado da Lui con il timore che forse non succederà nulla o forse tutto. Siccome io non vi nascondo niente, come Gesù non nascondeva niente ai Suoi apostoli (perché voi siete i miei fratelli, tutti, sia quelli che hanno l’entusiasmo di amore e di fede sia coloro che dubitano), vi dico che andrò a Fatima perché so già cosa succederà, nei minimi particolari. È questa la grande gioia che ho. Dopo 25 anni, il Cielo non mi nasconde più niente della mia vita, mi ha detto cosa accadrà, a che ora e quello che io vivrò. Non dovete pregare per me affinché tutto vada bene, perché io già so quello che dovrà avvenire. Voi fratelli dovete pregare affinché mi sia data sempre la forza di arrivare in quel posto, e di evitare che satana possa ostacolarmi o tentarmi nel rinunciare. Io so che non rinuncerò, ma se tutti pregherete, mi aiuterete. Vi anticipo che a Fatima avrò una sanguinazione, come quella che avete visto oggi. Se avverrà dalle mani, dai piedi e dal costato, la Madre della Misericordia poserà il Suo Manto per proteggerci dalle nostre manchevolezze o pochezze. Se invece io sanguinerò dalla fronte e si formerà la croce rossa di sangue, a partire da ottobre non ci sarà più perdono per nessuno. I nostri dubbi saranno divorati da Satana e nel mondo si scatenerà catastrofe su catastrofe. Non posso dirvi se sanguinerò dalla fronte, ma so in anticipo cosa succederà. Dopo aver lavorato tutto questo tempo per il Cristo e la Madonna io non ho ricevuto privilegi, se non quello che il Signore mi riveli tutto prima, in modo che io possa essere schermato e preparato nelle cose che devo fare.
Noi siamo una forza, abbiamo ottenuto dei risultati grandissimi. Non abbiamo perdite e caduti in questi ultimi mesi e la Madonna ne è contenta, non L’ho mai vista così, tuttavia continua a lacrimare sangue. Per quanto riguarda noi, i nostri fratelli, le nostre arche, ho visto la Santa Madre felice. Certo, non tutti siamo in perfetta sintonia: ci sono fratelli che vivono dei tormenti o hanno dei dubbi, altri che vivono nello sconforto perché provati, ma nella maggioranza siamo uniti.             A tutti quelli che hanno bisogno di me, dico: “ Io sono a disposizione”.
DITE SI -SI, NO -NO.
Oggi, durante la sanguinazione, il Cristo mi ha detto di ricordarvi un fatto del Vangelo che si riferisce alla nostra missione e a me, che io ricordo perché ero presente. Lui ovviamente non si paragona a me, io sono una polvere dei Suoi calzari, questo per farvi capire l’esempio e dare il messaggio.
Gesù era riunito con i Suoi apostoli ed erano presenti anche i settantadue discepoli e alcuni Ad un certo punto, dal nulla, durante la predica, Egli pronunciò delle frasi farneticanti, deliranti; in quel momento solo chi era in sintonia ed aveva aperto il cuore spirituale Lo poteva capire. Per coloro che vedevano Gesù non solo come un Maestro, ma anche dal punto di vista umano, nelle menti scorrevano immagini di un Cristo che poteva sbagliarsi, magari perché baciava Maddalena o assumeva atteggiamenti umani; e non avendo capito, se ne andarono.
Egli disse: «Se non mangiate la Mia carne e non bevete il Mio sangue, non potete entrare nel Regno dei Cieli». A quel punto si creò un silenzio di tomba e vi fu lo sconcerto. Alcuni apostoli che adoravano Cristo sorridevano nel cuore perché avevano capito a cosa si riferisse, altri si domandavano che cosa stesse dicendo e mentre confabulavano e parlavano nella propria interiorità, davanti all’assemblea Gesù pronunciò nuovamente quella frase farneticante: “Se non mangiate il Mio corpo e non bevete il Mio sangue, non potete entrare nel Regno dei Cieli”. Alcuni di loro cominciarono ad irritarsi e a guardarsi in faccia finché, ad  un certo punto, qualcuno ebbe il coraggio di replicare: “Come potremmo mangiare la Tua carne e bere il Tuo sangue? Non siamo cannibali. Stai dicendo cose che non comprendiamo”. E così Gesù, per la terza volta, ripeté quelle parole. A quel punto, si alzarono e moltissimi se ne andarono dicendo: “Sei un pazzo.. noi questo non lo possiamo accettare, stai dicendo cose veramente assurde e non ti crediamo più”. Gesù si rattristò, ma non si scompose. Coloro che Lo avevano giudicato per quelle frasi che non capivano, non hanno più creduto, pensando che si sbagliasse. Mentre se ne andavano, Gli dissero sulla faccia: “Non ti crediamo, ce ne andiamo.. hai passato il segno, non puoi dirci queste cose! Sarai pure il Figlio di Dio, ma noi non possiamo mangiare la Tua carne e bere il Tuo sangue, non siamo cannibali”. Allorché Gesù si rivolse ai Suoi discepoli e disse: “Non dite niente?”, mentre Lo guardavano esterrefatti, con gli occhi sbarrati, “Volete andarvene anche voi? Non ve ne andate? Se non mangiate la Mia carne e non bevete il Mio sangue, non potete entrare nel Regno dei Cieli, quindi andatevene anche voi, lasciatemi solo se non credete!”.Allora Pietro, per bocca di tutti gli altri, disse: “Signore, dove vuoi che andiamo? Noi Ti seguiremo. Noi crediamo in Te e faremo quello che Tu dici. Mangeremo la Tua carne e berremo il Tuo sangue”. Pietro era grande, non ha solo tradito Gesù. Pietro era la forza degli Apostoli, perché di fatto Gesù incuteva timore. Questo è quello che Cristo mi ha detto di dirvi. Il messaggio è: “Siamo noi che non capiamo il Cielo, quando chiudiamo il nostro cuore e apriamo solo la mente. La mente si rifiuta di mangiare i muscoli di un uomo o di berne il sangue, perché è cannibalismo, è perversione. Il cuore invece capisce cosa vuole dire Cristo”.

Il Cielo mi ha detto anche di ricordarvi di dire: “Sì-Sì, No-No”, tutto il resto viene dal maligno. Quindi cari fratelli, non dobbiamo mai giudicare per sentito dire e quando lo dobbiamo fare, nel senso di constatare, capire, cercare la verità, bisogna  guardare le opere, i fatti. Noi ci perderemo tutti se ascolteremo il sentito dire. In questi venticinque anni di stimmate ho imparato una cosa: andare sempre a cercare la verità e il riscontro personalmente, giudicando le opere perché sono quelle che contano.

La tentazione che avrete non sarà di sbattere con la macchina contro il muro, ma quella dove vi diranno: “Giorgio questo, Giorgio quest’altro…”. Non credete, fate i riscontri e se non li trovate, dite: “Sì- Sì; No- No”.

Prima di partire vorrei ringraziare tutte le arche che mi stanno ascoltando: da Varese a Catania, Palermo, Bari, Sant’Elpidio, Pordenone, Torino e tutte quelle che ora non ricordo, perché sono tante. Se io non avessi avuto voi fratelli, non sarei quello che sono e non avrei fatto quello che ho fatto. Io sono contento di tutti: voi siete la prova che dico la verità e se qualcuno se ne andrà, fa parte della vita, ma la prova che Gesù e la Madonna mi sono apparsi siete voi che esistete, come esistono i miei figli, la mia famiglia, quindi questo viaggio lo farò senza valigie. Vi ringrazio molto, di tutto l’aiuto che mi avete dato, in tutti i sensi, spirituale e materiale. Ogni tanto però pensateci, io lo faccio costantemente, perché Eugenio Siragusa, il mio maestro, mi insegnò una cosa che forse vi potrà scandalizzare; fatemi domande se non capite. Eugenio mi diceva: “Se il Padre non mi mette alla prova, lo faccio da solo… Se il Padre non mi dà le prove, le cerco io stesso”.  Quando non mi arrivano, mi metto alla prova da solo e dico: “Se non ci fosse tutto questo, la Verità, le arche, i fratelli, il Messaggio, le stimmate, la spiritualità… in una parola: Cristo… che cosa sarebbe la mia vita in questa società? Niente. Sarei in preda alla morte, solo il vuoto, il silenzio, il tormento, l’irritazione, la gelosia, l’imprecazione, l’invidia, l’intolleranza, il fallimento di non essermi realizzato nel lavoro, con la mia donna, con i miei figli. Senza quest’opera e la Madonna Santissima, non ci sarebbe niente”.

Quindi, concludo dicendo che alla Madre Celeste, che abbiamo qui a fianco e che bisogna avere in tutte le arche, dobbiamo tutto. Senza di Lei, oggi non ci saremmo stati. Cristo ci ha salvato l’anima, ma la Madonna ci ha tenuto l’anima salva, perché grazie alla Sua intercessione noi non siamo andati all’inferno, né siamo caduti nel baratro delle tentazioni, non abbiamo ceduto a satana.
Grazie di cuore, un bacio grande. Ora fatemi domande.

D: A proposito della verità sul terzo segreto di Fatima, nel 1944 Lucia chiese a Gesù di farle conoscere la Sua Volontà. Si sentì toccare la spalla dalla mano della Madre che le disse: “Stai in pace e scrivi quello che ti comandano, non però quello che ti è stato dato di comprendere del suo significato”. Chi sono costoro?
G: Sono i vescovi e i cardinali.

D: Se la Madonna annuncia dei segreti, tu ci hai insegnato che questi devono essere rivelati. Perché la Madonna dice una cosa del genere?
G: Lucia scrisse il messaggio nel gennaio del ’44 e, data la spaventosa portata del terzo segreto, com’è noto, la Madonna le ordinò di divulgarlo nel 1960 e di non spiegare niente fino a quella data. E così fece, ma poi Papa Giovanni si rifiutò di diffonderlo. Io sono molto critico nei riguardi di questo Papa: da vescovo ha scritto profezie ed è stato un messaggero di Cristo ma, diventato Papa, a mio giudizio, si è rovinato. Le sue opere sono state belle quando andava dai bambini, ma nefaste dal punto di vista teologico: ha perseguitato padre Pio, che a quell’epoca era strumento di Cristo e poi ha nascosto il messaggio di Fatima. In proposito, ribadisco quanto detto poc’anzi: dite “Sì-Sì;  No-No”, non considerate veritieri i discorsi solo per sentito dire.
Papa Giovanni non è quello che pensiamo. Si dice che sia stato un santo, un beato, ma bisogna sempre fare un’indagine sui fatti. Da venticinque anni vi dico di non credere in niente quando vi parlano: prima dovete ascoltare e poi indagare, e solo se trovate i riscontri credete, appoggiate, date solidarietà. Gesù è implacabile su questo e ai Suoi discepoli diceva: «Non parlate. Dite Sì-Sì; No-No», che significa andare a ricercare direttamente la verità. Ricordatevi che Gesù è stato ucciso per sentito dire. Nostro Signore, che ci ha salvato l’anima e lo spirito, è l’esempio più grande della nostra storia, mi riferisco a quando Egli venne condotto davanti ad Anna e Caifa e, interrogato riguardo alla Sua dottrina e ai Suoi discepoli, rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla in segreto» (GV 18,20). Tradotto in un linguaggio moderno, Gesù avrebbe risposto: “Non ho creato una setta, una cosa occulta”. Ed è come se io oggi dicessi: “Io ho scritto tutto pubblicandolo su internet, ho sempre parlato, agito ed operato in mezzo a voi. Certo, ho commesso anche degli errori umani, ma dovete giudicarmi dai fatti”. Gesù voleva essere giudicato, a questo non si è mai rifiutato, sebbene fosse il Figlio di Dio e sarebbe dovuto essere il contrario. Gesù voleva essere giudicato dai fatti. Dopo aver risposto ad Anna, una delle guardie che gli stava vicino Gli diede uno schiaffo, dicendo: “Così rispondi tu al sommo sacerdote?”. Allora Egli si difese e rispose: «Se ho parlato male, dimostra il male che ho detto; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (GV 18,23).
L’insegnamento di Cristo è questo: noi non dobbiamo essere dei falliti. Lo siamo quando ascoltiamo e, standocene comodamente a casa, crediamo a quello che ci viene detto. Noi dobbiamo fare sempre la nostra indagine, sempre: piccola, grande, media.
Io non vi ho detto: “Ho ricevuto le stimmate” e poi le ho tenute nascoste, mostrandole soltanto a qualche privilegiato. Io le ho fatte vedere a tutti, perché era giusto che voi indagaste, vedeste e toccaste. Anche se è stato detto: “Beati coloro che crederanno senza vedere”, è necessario fare delle indagini, capire, sapere bene come sono i fatti, altrimenti noi saremo sempre anime collettive insieme alle bestioline, non ci evolveremo mai. I nostri fratelli della Confederazione sono molto meticolosi: a loro non interessa la religione, né a quale partito appartieni oppure se sei uomo, donna, gay, etero sessuale o marxista. I fratelli celesti sono scrupolosissimi, poiché valutano le tue azioni, i fatti. Se fai le opere, sei evoluto; se non le fai, puoi chiacchierare quanto vuoi, ma non lo diventerai mai.
Il nostro futuro sarà molto duro: noi dovremo affrontare tante prove, eventi catastrofici, guerre, crisi politiche ed economiche, restando sempre attenti ad essere uniti nell’ azione. Quando ci sentiamo vuoti, dobbiamo riempirci con l’amore e con l’unione, senza scaricare ad altri le nostre colpe, il nostro non fare per giustificare i fallimenti. Questo errore l’ho visto su di me, su Eugenio e Gesù. I giudei accusavano Cristo di tutto perché erano dei falliti: lo erano con se stessi, a casa, con i figli e scaricavano a Gesù le loro frustrazioni e i fallimenti. A chi si pentiva, il Signore diceva: “Non ti preoccupare figliolo”; magari chi se ne andava poi nella piazza ha gridato “Crocifiggi!” e si è ritrovato nell’anima collettiva.
Se saremo degni del Nuovo Regno, ci ritroveremo ad accogliere nelle cucce delle nostre case parenti, amici e conoscenti che faranno la morte seconda.
D: Non sempre noi riusciamo ad indagare. All’interno del cerchio nel grano, mentre eri lì, hai detto che non sempre possiamo vedere il disegno, il simbolo, il messaggio; per far questo dobbiamo elevarci. A questo punto, ci dobbiamo affidare o fidare di qualcuno. Noi abbiamo te che ci aiuti o ci spieghi, per questo siamo fortunati.
G: Non sempre noi vogliamo indagare. Se volessimo, lo potremmo fare sempre. Oggi con la tecnologia che abbiamo, siamo davvero privilegiati rispetto a duemila anni fa, dove avevano a disposizione il cammello o la colombella. In questo caso avete me e siete fortunati, ma prima o poi non mi avrete più. Ora la mano della Santissima Madre trattiene il braccio del Padre, che mi vuole tirare per i capelli e portare a Sé, e dice: “Lascialo lì, ho molti figli che ancora hanno bisogno”. Ma prima o poi il Padre dirà alla Madre: “Madre, Sposa, togliti perché devo riprendermi questo figlio e abbandonarli là, per vedere se veramente credevano”. Sì, siete fortunati, penso proprio di sì. Anche io mi sento fortunato.
Voi dovete cercare. Certo, avete me: Giorgio, ma potevo chiamarmi Alviano, Tiziano, Gil, Laura…, sono solo uno strumento della conoscenza cristica che ci viene data. Io sento con il cuore che siete fortunati, perché non c’è ricchezza più grande in tutti i pianeti, di tutte le civiltà dell’Universo, della conoscenza. Quello che io vi trasmetto è la conoscenza, altro non so trasmettervi. Spero di infondervi un po’ d’amore, ma tutti i segni che posso portare nel mio corpo, o fuori di esso, anche far apparire delle sfere, non sono niente di fronte alla conoscenza; quindi siete davvero fortunati. A volte però, non ci rendiamo conto di questa fortuna che non ha prezzo. Io da bambino andavo pazzo per i libri. Mio padre aveva un sacco di peccati, ma anche un grande privilegio e su questo si è indebitato fino al collo, senza dirmi mai di no. Ricordo il giorno in cui si recò dal rappresentante per acquistare a rate un’enciclopedia Universale, che desideravo tantissimo. Quando la consegnarono, lo riempii di baci e subito dopo mi misi a sfogliare e a leggere tutte le cose che esistono sulla Terra. Che prezzo può avere la conoscenza? C’è forse cosa più grande? Tutti i soldi che l’anticristo possiede non hanno prezzo di fronte ad essa. Io ringrazio Eugenio, perché da lui sono stato iniziato alla conoscenza, e voi attraverso di me. Il messaggio più grande che abbiamo ricevuto e che stiamo ricevendo è la conoscenza, è capire, avere la gnosi. Approfittatene finché la mano della Madre tiene il Padre, poi dovrete fare un corso accelerato di medianismo, perché solo con la seduta spiritica mi potrete contattare; ma io non scenderò perché le entità che si presentano nelle sedute spiritiche appartengono alle basse frequenze. Io spero di andare nelle frequenze medie, nella quarta e quinta dimensione, che è già un grande risultato.

D: Grazie Giorgio, noi ci sentiamo onorati di essere tuoi amici e fratelli.
G: Grazie Marco e grazie a te, Tiziano. Io ti conosco dal 1978, da trentasei anni. Di quell’epoca siamo rimasti in pochi, quindi ti ringrazio dell’amicizia. Sei una persona straordinaria, forse sei un pochino più fortunato degli altri perché mi conosci da prima delle stimmate, come pochissimi altri sparsi nelle arche. Anch’io sono fortunato, perché sei mio amico. Tu lo sei un pochino di più perché sai chi sono, nel senso di persona, non di personalità spirituale. Sai chi è quel ragazzino che andava da Eugenio e voleva stare sempre con i fratelli. Mi hai seguito e sai che io sono sempre lo stesso, da quando avevo sedici anni non sono cambiato mai, cioè non ho mai mentito, ma dato sempre tutto il mio amore ai fratelli; anche quando ho fatto degli errori, se li ho fatti. Questo ti aiuta tanto, e come te altri nostri amici che mi conoscono da moltissimi anni. Voi sapete chi ero prima che io avessi questo Segno, cosa facevo, come amavo, come vi cercavo ed anelavo allo stare insieme. Voi siete più forti nella fede rispetto ad altri, so benissimo che non mi tradirete perché sapete che sono vostro amico e fratello, e che quello che faccio è vero. Sarebbe una grande tristezza se voi dubitaste, perché dovreste mettere in discussione anche trentasette anni della vostra vita. Questo secondo me è quasi impossibile, per cui sono felice che siamo amici. Grazie.

D: Gesù è venuto in mezzo a noi più di duemila anni fa, per salvare la nostra anima e offrirci la redenzione. Che fine hanno fatto tutti quegli uomini che sono venuti prima che Egli scendesse sulla Terra?
G: Prima di Cristo ci sono stati altri messaggeri di Dio, come Krishna e Zoroastro, che hanno dato il messaggio spirituale. Coloro che si sono incarnati prima e non hanno conosciuto la verità di Cristo si sono reincarnati anche dopo di Lui, e hanno conosciuto il Suo messaggio. Cristo non offre la redenzione solo con la presenza fisica, ma soprattutto con il Vangelo, con il messaggio che Lui ha tramandato tramite gli Apostoli. Ora c’è un’altra offerta di redenzione che anticipa il giudizio di Cristo. E quest’offerta, umilmente, viene data dai segni che porto.
D: È stata reincarnazione però senza morte seconda…
G: No, chi pecca contro lo Spirito Santo deve scontare la morte seconda. E purtroppo, sulla Terra sono in molti a peccare contro lo Spirito Santo. Non dico ‘siamo’, perché io penso che noi abbiamo peccati ma, grazie a Dio, non contro lo Spirito Santo.
D: In TV si parla spesso di casi di pedofilia, uomini che vengono decapitati, padri che accoltellano i figli e poi si suicidano…  Io cerco di ascoltare queste notizie il meno possibile, ma non sempre posso evitarlo, per tenermi almeno un po’ aggiornato.  In quei momenti provo un sentimento quasi di odio, ma non so se questo sia il termine giusto. Mi chiedo allora se quell’essere, uomo o donna, avesse dovuto ammazzarsi, prima di fare violenza a degli innocenti. Vorrei un tuo giudizio su questo mio sentire.
G: Il mio giudizio è di tollerarti perché quello che senti è legittimo: è una rabbia esagerata, ma giustificata, come avviene per me. Io vorrei addirittura eliminare questa gente con la legge del Padre: “occhio per occhio, dente per dente”, ma poi ritorno ovviamente sulla mia realizzazione interiore spirituale per leggere cosa significa. Il giudizio spetta a Dio, non a me, e alla legge umana che ha il dovere di arrestarli e metterli in galera. L’ho spiegato tante volte, ti ringrazio perché mi dai la possibilità di ribadire ai miei fratelli di stare molto attenti: è un’altra prova che questo virus, che noi chiamiamo harbar, è scatenato. Ti assicuro che queste persone si tolgono la vita perché solo dopo si rendono conto di ciò che hanno commesso. Durante l’atto bestiale non ne hanno consapevolezza, perché subiscono la crisi dell’harbar: il virus attacca i neuroni e li fa impazzire, facendo crescere un istinto quasi orgastico di ammazzare e torturare chiunque, addirittura una moglie o un figlio. Ho spiegato tante volte i rimedi. Ho inviato lettere ad alcuni
scienziati e ai governi, cercando di inculcare che è estremamente necessaria un’educazione su atteggiamenti, azioni, cultura della pace e dell’armonia, sull’amore e soprattutto un’alimentazione più naturale possibile. Per quanto ci riguarda, oltre a queste raccomandazioni io vi ho detto sempre di alimentare tra di noi, anche esageratamente, il sentimento dell’armonia, dell’amicizia, della tolleranza, della misericordia, del perdono; non dico di perdonare (nel senso di tollerarlo) Totò Riina. Mi riferisco a noi, che ci frequentiamo giornalmente. Bisogna alimentare questi valori, perché non siamo esenti dall’harbar. Se noi nutriamo l’intolleranza, il dubbio, l’invidia, la gelosia, il vittimismo, la frustrazione, potrebbe succedere che ci alziamo una mattina e ammazziamo di legnate nostra moglie, per poi dire: “Che cosa ho fatto?”. L’harbar ci fa diventare violenti e commettere il delitto, per poi pentirci così malamente da volersi sparare. Io invito tutti noi ad avere il senso della giustizia, la rabbia ‘positiva’ (nel senso che voler difendere l’innocente non è negativo), ma poi dobbiamo alimentare soprattutto (in sostanza posso essere retorico) l’amore, la comprensione tra noi fratelli, cercandoci per aiutarsi a vicenda. Tutto questo funge da analgesico al virus dell’ harbar, lo metti in condizioni di non nuocere se dal cuore, quindi dallo spirito, mandi impulsi chimici ai neuroni del cervello, i quali sono i sentimenti che ti ho spiegato e fungono da calmanti. Se vedete un bambino mettetevi a piangere di gioia, accarezzatelo, dategli una caramella o una carezza, se vedete persone anziane aiutatele subito. Anche noi ne abbiamo bisogno: se c’è una disputa, un litigio tra amici, possiamo anche prenderci a cazzotti, ma con lo spirito di trovare una soluzione armoniosa e pacifica, non la guerra, cioè la violenza. È importante anche scegliere un’alimentazione possibilmente non industriale, perché le produzioni industriali attaccano l’harbar. Se noi mettiamo in pratica queste cose e, soprattutto, le azioni a favore della vita, se tutti i giorni siamo impegnati con i bambini o nell’antimafia (azione), l’harbar si addormenterà.
Attenzione: si addormenta ma non se ne va, perché fino a quando tornerà Cristo, l’harbar convivrà nel nostro cervello, non c’è una soluzione di guarigione. Noi possiamo solo tenerlo assopito: più azioni facciamo, più esso è in condizioni di non nuocere.
Io l’ho notato, fateci caso anche voi. Quando meno te l’aspetti, può succedere che da una discussione, un litigio avuto con un tuo amico, tua moglie o un figlio ti assalga l’impeto incontrollabile di sfogare un gesto che chiami rabbia, ma in realtà è violenza che non ti sai spiegare.
A quel punto è importante mettere subito in fase l’armonia cristica, anche gridare e sbattere i pugni sul tavolo se necessario, ma il germe della violenza, questa è la parola più giusta, non deve essere mai scalfito.
L’altro giorno ho gridato a Sonietta perché era in pericolo e dovevo aiutarla, ma poi ci siamo abbracciati e baciati, tant’è che le ho chiesto: “Ti ho mai dato uno schiaffo?”.  E lei: “No papà”. Ecco, mai è mai. Sebbene ogni tanto i nostri figli si meriterebbero un ceffone, quella violenza oggi è proibita perché negli anni ottanta dare uno schiaffo non avrebbe avuto le conseguenze attuali, visto che siamo tutti affetti da questo virus. Anche Giorgio Bongiovanni stimmatizzato ha l’harbar nel cervello e lo deve tenere assopito. Non pensate che sia solamente in colui che taglia la testa a qualcuno o commette altri gesti folli. Con un attacco di harbar vai anche in confusione, al punto che non capisci più niente e ti domandi: “Cosa sto facendo? Forse non è vero niente…”, cominci ad avere dei dubbi su fatti e persone, perché le entità spirituali demoniache (quindi l’anticristo),  attaccano i neuroni del cervello, i quali possono condizionare il tuo spirito. Per loro non è facile possederci. Tutti noi, non solo io che ho i Segni, siamo anime consacrate, perché voi portate il segno sulla fronte, anche se non lo vedete, siete tutti segnati in fronte da Cristo. Non riuscendo a possedervi, hanno escogitato un altro modo e tramite l’harbar attaccano i neuroni del vostro cervello, affinché questo possa possedere lo spirito e condizionarlo.
D: Quindi non è uno spirito ‘maligno’ che ci possiede. Siamo noi che possediamo noi stessi.
G: Uno spirito maligno può possedere un uomo, ma voi fratelli siete segnati in fronte, i segnati da Cristo. Siete tutti sacerdoti e consacrati a Lui, anche se non portate la tonaca. Cristo ci ha scelti, quindi il demonio da noi non può venire. Viene se gli apriamo il cuore, ma prima che questo possa accadere, deve trovare una strada aperta, che è quella della violenza, dell’odio, invidia, vanità e della gelosia: sono questi i sentimenti di Satana. La porta più rapida per entrare da noi è la violenza, per tal motivo attacca i neuroni del nostro cervello affinché, diventando violenti, esso condizioni il nostro spirito; e se a quel punto gli apriamo anche il cuore, ci possiede. Se non riesce in questo, tenta di farci cadere attraverso l’harbar, il mezzo migliore che ha satana, perché ce lo hanno tutti, da Madre Teresa di Calcutta a Giorgio Bongiovanni. Noi dobbiamo solo controllarlo. È come se fossimo tutti ammalati di cancro: alcuni riusciranno ad impedire l’avanzamento, altri no.
D: In un certo senso siamo noi che permettiamo di essere posseduti.
G: Siamo sempre i giudici di noi stessi.
D: Gli indemoniati sono farneticazioni della chiesa?
G: Gli indemoniati sono veri, ma bisogna distinguere. Ci sono demoni di bassa frequenza che posseggono le persone e le costringono a  fare quelle cose che hai visto nei film, ma poi vengono liberate dai sacerdoti. Esistono gli indemoniati di alto livello che non lo sembrano affatto, ma uccidono, fanno le guerre, esplodere le bombe atomiche, sparano i missili nelle case e sterminano i bambini, etc. Questi sono i veri indemoniati, ed è quasi impossibile esorcizzarli.
D: Stasera, nel messaggio che hai mandato dopo la sanguinazione, hai detto: la Rosa è fiorita sulla Croce.
G: Ho scritto: 25 anni, la Rosa è fiorita sulla Croce. Io mi sono permesso di scrivere questo a voi fratelli, perché mi conoscete e sapete che non lo dico con arroganza, ma col cuore. Io ho compiuto la mia missione: potrei fare tutto quello che mi sarà detto per altri 25 anni, ma io ho compiuto la mia missione, quindi la rosa sulla croce di Cristo è fiorita. Se il 2 di settembre la Madonna mi dirà di proseguire per altrettanto tempo, io sarò a disposizione, ma i prossimi anni li vivrò con la consapevolezza di aver espletato il mandato ricevuto il 2 settembre dell’89. La rosa sono io, fiorita nella croce di Cristo. Ho vissuto per Cristo e adesso mi sento molto sereno, come mai fino ad ora, quindi sono disposto a viverlo per altri venticinque anni. La Madonna a Fatima potrebbe anche dirmi: “Basta, vai a casa e occupati dei tuoi figli. Ti toglierò le stimmate, ritirati e aspetta la venuta di Cristo”, oppure “Ora ti indicherò Giovanni Rossi come tuo continuatore ed obbedirai a lui. Darò un segno ad un altro fratello, mettiti a disposizione, la tua missione è finita”, sono degli esempi per farvi capire cosa significhi quella rosa; dimostra anche che io ho compiuto. Attenzione: sono solo esempi, io so benissimo cosa mi succederà. Come dicevo prima al mio amico di Varese, che mi conosce da 37 anni, penso di aver fatto molte cose in tutti questi anni, quello che era nei limiti del possibile. Io non sono Gesù che cammina sulle acque, comanda i venti e resuscita i morti, ma nelle mie possibilità ho compiuto tutto, ho mandato il messaggio a un miliardo di persone, forse di più, e non è poco. Ora chiedo ai fratelli che mi ascoltano: “Cosa volete che faccia più di quello che ho già fatto?” Io sono sereno e sento che la Madonna mi sta facendo un regalo. Sapendo anche quello che succederà, lo considero un doppio regalo, perché i messaggi che ho ricevuto fino ad oggi mi dicevano dove andare, ma senza sapere cosa avrei trovato. Oggi, la Madonna mi indica dove andare anticipandomi quello che succederà: io vedo il film in anticipo, quindi sono un privilegiato.
D: La rosa è fiorita sulla Croce… Che differenza c’è con l’89?
G: Il 2 di settembre dell’89 io non sapevo a cosa andassi incontro. Avevo visto la Madonna e sarei andato a Fatima anche a piedi, ma non sapevo cosa mi aspettasse. Sarei anche potuto tornare a casa con le mani vuote, ma sarebbe stata la mia fine spirituale. Adesso invece lo so. La rosa è fiorita sulla croce perché il Cielo, per quanto mi riguarda (solo Dio conosce il futuro dell’umanità), mi rivela tutto ciò che concerne la mia persona, il mio futuro. Non conosco l’ora, i dettagli, il giorno, ma so quello che mi succederà, anche a Palermo. È come vedere un documentario senza audio e senza data: vedi tutto quello che sta succedendo, poi magari appare la Madonna e ti dice che quella scena avverrà il 2 di settembre… meglio di così!
D: Perché ora?
G: Perché credo di essere stato serio, fedele e responsabile in questi anni. Certo, ho fatto errori, tutti gli Apostoli ne hanno commessi, ed io mi sento uno di loro. Solo Gesù è perfetto e non ha sbagliato mai.
D: Quando Cristo dice di mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue, voleva dire che coloro che soffrono anche nella parte materiale potranno passare nel Regno dei Cieli?
G: No cara, voleva dire che Lui è il Sole, la Sua carne è il frumento e il Suo sangue è l’uva, che maturano nel solstizio d’estate: il Suo corpo è l’uva e il grano, perché Lui è il Sole, il Logos Cristico. Quindi, Cristo voleva dire: “Se non fate la Comunione…”. Quando noi mangiamo il pane, facciamo la comunione, stiamo veramente mangiando il corpo di Cristo, perché quel pane e quel vino sono disegnati dal Sole che si fa carne e sangue. Quando Cristo dice: “Fate questo in memoria di Me”, noi stiamo mangiando il Suo corpo che ci offre la redenzione.  
Gesù disse: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità (il Consolatore), egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future (Gv 14,26). Ed ecco, dopo duemila anni, la traduzione, la conoscenza. Oggi lo Spirito di Verità vi dice che ‘mangiare la Sua carne’, voleva dire: «Io sono il Sole, il Logos Cristico. Se volete che Io vi compenetri, mangiate il pane e bevete il vino in memoria di Me». Durante il bellissimo rito della Comunione Cristica, noi mangiamo il Logos Solare, cioè Cristo ci compenetra. Ecco perché è molto difficile che io la faccia spesso; con voi succede forse una o due volte all’anno perché se fatta tutti i giorni, come coloro che vanno a messa e danno un morso a Cristo, si compie un sacrilegio e si può ritorcere contro. La Comunione si deve fare con tutta la nostra concentrazione ed è necessario essere in sintonia cristica. Io mi sento indegno e non sempre sono in sintonia cristica, anche se porto il messaggio del Signore 24 ore al giorno. Il Sole è sceso da lassù ed è entrato in Gesù di Nazareth. Quando disse: “Fate questo in memoria di Me” era il Sole che parlava.
D: Non puoi che essere soddisfatto del cesto che porterai a Fatima…
G: Io mi sento soddisfatto del cesto, non di me stesso al 100%, ma non lo vivo con tormento, sono sereno: io anelo a dare la vita per Cristo, voglio morire per Lui. A volte Sonia Alea mi dice: “Quando scrivi certi articoli micidiali, è come se mostrassi il petto e dicessi: ‘sparatemi, io sono tanto contento’”. Ebbene sì, in un certo senso è così. Tutto è perfettibile e noi non dobbiamo sentirci appagati, altrimenti l’harbar ci attaccherà. Voi mi conoscete e sapete che io non mi fermo mai e non vi nascondo che, a volte, se non ho degli incarichi particolari dal Cielo, li vado a cercare; altrimenti stando fermo il diavolo mi mette cose nella testa che non voglio avere. Io lo respingo sempre, non voglio dargli alcuna opportunità di parlarmi; l’unico modo per raggiungere l’obiettivo è che io lavori sempre, rinunciando anche a dormire. Quando mi siedo e comincio a pensare non sto lavorando, ma solo pensando e per me è già una tentazione perché il cervello cammina… Inizio a credere che io meriterei di più, che mi è stato fatto un torto.., poi penso a quel fratello perché non mi piace come opera e voglio che lui faccia come dico io. Così la mente va da sola e nella mente ci va il diavolo. Lavoro nella vigna del Signore, tu sai che la mia è l’antimafia, i bambini e la divulgazione della Verità, ma se non ho niente da fare  mi metto in viaggio, improvviso una telefonata a qualche collaboratore di giustizia per un’intervista che ho già fatto; anche se ne abbiamo realizzate cinquanta, ne faremo un’altra. Grazie a Dio ho sempre da svolgere tanti compiti. Ecco, in questo senso non mi sento appagato: voglio lavorare continuamente. Mi privo anche del sonno e questo a volte manda nello sconcerto la mia famiglia, ma la verità è che io voglio dare il mio contributo, non lo faccio per arroganza. Voglio essere esente dalle tentazioni, perché so benissimo quando i miei fratelli sono tentati: nel momento in cui siete fermi e tutti i pensieri dell’altro mondo vi arrivano nella testa. Se invece ci mettessimo a lavorare, Satana non avrebbe il tempo di entrare nel cervello. È tutta la vita che mi sentite ripetere: “l’azione, l’azione, l’azione”. Attenzione, la preghiera e la meditazione sono importantissime, altrimenti sarebbe frenesia. Ogni tanto bisogna fermarsi e pregare, ma l’importante è che tu non lo faccia avvicinare, perché appena ci rilassiamo lui entra e comincia a parlare: “Sai… quel fratello è così.. quello non vale niente, quell’altro è un truffatore…”, così cominci a macinare e non ti darà pace. Io lo conosco e non sono presuntuoso nel dire: “anche se mi parla, io non gli credo”, perché non sarà così: è talmente convincente da farti credere in quello che ti sta dicendo; ma non voglio sentirlo, quindi mi metto a lavorare.

D: Giorgio, ti ho sognato spesso senza stigmate.
G: Mi hai sognato spesso senza stigmate perché è così la mia reale natura. Io vengo da un altro mondo, non sono di qui, e nel luogo dal quale provengo Cristo non è stato crocifisso. Io non porto i segni di nessuna crocifissione, perché noi umani di quel mondo Lo abbiamo accolto nella gloria, non abbiamo detto: “Crocifiggi”, come hanno fatto i terrestri.  

D: Ci stai dando tutti gli strumenti per sopravvivere…
G: Grazie, tu onori la nostra amicizia di trentasette anni. Se ti capita di parlarne con altri amici, raccomanda loro di ricordare le nostre origini e che il vostro fratello Giorgio è puro.
D: Questa mattina mi è successa una cosa strana. Ero un pochino giù di corda, per vari motivi e anche per i fratelli. Ad un certo punto, mentre guardavo la televisione, nel plesso solare ho sentito un amore, una gioia particolare. Non so da dove arrivasse, ma si è ripetuto e alla terza volta mi sono sentita liberata, non sentivo più la tristezza di prima, è svanita insieme a tutte le motivazioni. D’incanto ho pensato subito alla Madre Celeste, che fosse Lei a farmi sentire quella gioia e ho detto: “Grazie Madre di esserci”, sentivo che Lei era vicina. Un paio d’ore più tardi mentre stavo pulendo il pavimento mi accorgo che vi era una macchia a forma di cuore per terra, vicino ad una cesta di frutta che avevo comprato per fare la marmellata. Ho spostato il cesto per riguardare meglio e si è formato un altro cuore più grande. Per me questo era il segno che, poche ore prima, Lei mi aveva aperto il plesso solare, facendo entrare amore e gioia. E quello che Giorgio ci ha raccontato oggi mi fa capire ancora di più cosa voleva dirmi la Madre.
G: Sì, confermo, era la Madonna. La Madonna assiste tutti voi, sempre. L’importante è che noi rimaniamo saldi nella fede e sempre uniti. Se noi scegliamo l’isolamento, la Madre Celeste ci abbandonerà, con le lacrime di sangue, ma lo farà. Quindi sono contento di questo bellissimo segno per te, Vittorino e Francesca.
D: Grazie Giorgio, tu sei il Calice Vivente, prega per tutti noi.
G: Grazie a te, Pina. Fallo anche tu per i fratelli che sono vicini a te.
D: I segni dei cuori cosa significano?
G: Il cuore è simbolo del Cuore Immacolato di Maria, che sta per trionfare. Ma prima che questo avvenga, ci sarà una catastrofe dove moriranno cinque miliardi di persone. Poi trionferà.
D: La mattina quando mi sveglio, non sempre sono onesto, rivolgo a te il mio pensiero, ti raccomando a Maria, a Gesù, al Padre e anche al tuo angelo custode. Hai mai parlato dei tuoi angeli custodi?
G: Sì, uno si chiama Setun Shenar e l’altro Ithacar. Sono qui presenti anche stasera: mi accompagnano, mi dirigono lasciandomi libero in alcune decisioni che intraprendo. Nel caso di scelte che potrebbero compromettere la mia vita spirituale e fisica, loro si mettono in allerta per proteggermi o dissuadermi dal fare quella determinata scelta. Tuttavia, se decido di compierla comunque, è perché mi serve per fortificarmi o per raggiungere un risultato; mi tutelano sempre. Vi faccio un esempio spettacolare per farvi capire. Un giorno mi trovavo da queste parti, ero solo, alla guida della macchina. Ad un certo punto a causa del ghiaccio sul manto stradale, ho perso il controllo dell’auto, che ha iniziato a ruotare su se stessa mentre un camion che viaggiava nella corsia opposta si dirigeva verso di me. Al che non ho fatto niente, li ho chiamati, ho invocato il Signore e la macchina si è fermata nel senso di marcia. Sono stati loro, io lo so, e vi potrei raccontare decine e decine di questi episodi.
D: Ci puoi spiegare cosa significa essere consacrati?  Chi sono coloro che non lo sono?
G: Quelli che non sono consacrati, sono coloro che conducono una vita materiale e non hanno sposato Cristo, o i valori cristici. Io ho diversi amici che fanno l’opera cristica, anche se non credono in niente. Nel nostro caso, io aggiungo la fede mistica: noi siamo consacrati a Gesù, siamo i Suoi soldati, i segnati in fronte. Tutti noi siamo figli dei 144mila, nessuno escluso e tra di voi ci sono anche alcuni eletti dei 144 mila. Lo so, perché li conosco, ma non lo rivelerò perché poi vi esaltate e cadete nella tentazione. Tra di voi ci sono anche dei traditori che fanno il doppio gioco, ma io li lascio fare, perché servono a fortificarci. Quando non serviranno più, dirò a Setun Shenar ed Ithacar di mandarli via e loro se ne andranno tranquillamente, quatti quatti. Io non mi riferisco a voi, qui presenti, parlo molto in generale. Certamente ci sono, come nell’antimafia, poi il grande Lorenzo Baldo con la sua genialità, mi aiuta a smascherarli. Quindi gli angeli custodi sono presenti, anche voi li avete, semplicemente non sapete chi sono.
D: Mi capita spesso di sognarti. Ultimamente ho fatto un sogno, ma non so se abbia un senso. Io stavo parlando con Omar, riguardo ad un macchinario per i denti che eravamo riusciti ad acquistare. Ad un certo punto ti sei avvicinato e mi hai detto: “Non puoi continuare a fare così, perché se fai così li illudi”. Io ho risposto: “Si, però c’è poco tempo perché siamo nei tempi”, e tu mi hai detto: “È da quando il Verbo si è fatto carne e sangue, che siamo nei tempi”.
G: Il sogno è molto bello e ora ti spiego il significato. Il fatto che tu li illuda, non è un rimprovero nel senso negativo: ti volevo dire che noi dobbiamo aiutare questi bambini, fargli avere i macchinari e tutto il resto, ma dobbiamo preoccuparci della salvezza spirituale delle persone, perché i bambini sono già salvi. Il Verbo che si è fatto carne lo hai davanti: io sto portando la Verità, l’annuncio della Venuta di Cristo, quindi il tempo è questo e Lui ritornerà presto. La tua missione e quella di tuo marito è di sostenere questi bambini, ma soprattutto di seguire l’opera, è complementare. Forse nel sogno ti volevo ricordare che tutte le nostre missioni, anche quella dell’antimafia che mi appassiona, sono superate sempre dalla divulgazione del messaggio di Cristo, che è prioritario. Questo era il senso.
D: In un altro sogno che ho fatto cadevano rocce dal cielo. Ho lasciato dei familiari e sono entrata in una porta, ritrovandomi con persone che conoscevo. Poi ho aperto un’altra porta e mi son trovata in tutt’altro paesaggio e ad un certo punto è apparsa in cielo una scritta: “Avanti il popolo delle arche”.
G: Hai visto la verità. Le porte sono le incarnazioni che hai fatto e i paesaggi appartengono a incarnazioni precedenti. Il popolo delle arche è quello che vivi. Le pietre cadute dal cielo sono gli asteroidi che cadranno sulla Terra, uno cadrà di sicuro. Quando la Madonna dice: “HO LASCIATO LIBERO IL BRACCIO DI MIO FIGLIO”, oltre al significato teologico ne ha uno scientifico: la Madonna sta ancora trattenendo l’asteroide che si abbatterà sulla Terra.
D: Ed è quello che causerà l’inclinazione dell’asse?
G: Si esatto, anche quello. Un asteroide arriverà sulla Terra. Nella storia dell’umanità, gli asteroidi sono stati quasi sempre strumento del Padre per cambiare le generazioni. Con il diluvio universale si è spostato l’asse polare, non ha piovuto per quaranta giorni, ma gli oceani si sono innalzati con degli tsunami, come con l’arca di Noè ed altre arche, perché c’è stato uno sconvolgimento naturale.
Un asteroide ha distrutto Atlantide ed il continente Mu-Tolteca; un altro ha fatto quasi scomparire i dinosauri, perché la Terra doveva ospitare l’uomo. Un asteroide colpirà anche questa civiltà, perché deve purificarsi: noi siamo un virus e l’asteroide è un anticorpo che deve attaccare il virus-uomo, il quale sta trasformando la cellula-Terra in una cellula cancerogena. Per evitare che ciò accada, si abbatterà sulla Terra un anticorpo dell’universo macrocosmico, che gli uomini chiamano asteroide.
L’uomo è un universo in miniatura, come in basso così in alto. Il corpo cosmico è il corpo macrocosmico di Dio: i soli e le stelle di tutte le galassie sono le ghiandole endocrine, i pianeti sono le cellule, lo spazio è il sangue, gli asteroidi sono gli anticorpi, le comete sono gli spermatozoi di Dio che caricano le ghiandole endocrine di energia, le quali alimentano le macromolecole e gli organi vitali per il sistema macrocosmico. I vari anticorpi viaggiano nel sangue di Dio, che è lo spazio, e a volte sono eterodiretti in posti dove ci sono cellule attaccate da virus bestiali che devono essere eliminati. Gli altri uomini, cioè gli enzimi laboriosi che non sono virus, vengono trasferiti, con navicelle, in posti dove possono collaborare. Una volta estirpato il virus e purificata la cellula con gli anticorpi, gli enzimi vi faranno ritorno.
D: I bambini che saranno prelevati per essere portati in altri pianeti e si troveranno senza genitori, conserveranno la memoria del passato?
G: Certo, ma molti di questi bambini saranno prelevati insieme ai genitori. Io ho visto questi Esseri di luce così belli, pieni d’amore, così saggi e seri e ti assicuro che se mi dicessero che in questo istante si porteranno via Sonietta, non gli faccio finire nemmeno la frase e gliela consegno immediatamente; anche se non potessi rivederla mai più. La mia gioia nel cuore esploderebbe in una forma spasmodica, perché so che lei vivrà la felicità di tutte le felicità, riceverà un amore e una passione da questi Esseri che tu non puoi nemmeno immaginare, tale da non farle sentire la nostra mancanza.
In passato si sono manifestati Esseri extraterrestri bellissimi, straordinari, che erano fratelli umani superiori della quarta dimensione, ma la novità è che presto saranno gli Esseri solari in persona a manifestarsi per la prima volta al mondo; e noi faremo come fece Ezechiele: sbatteremo la faccia a terra fracassandoci il setto nasale, perché non potremo resistere a una vista così meravigliosa, per la luce che emanano e per quanto sono belli. Si riveleranno di fronte a tutti e non avranno nemmeno bisogno di parlare, diranno solamente: “Siamo abitanti del Sole: Ascoltatelo”, nient’altro, e noi ascolteremo colui che ci sarà indicato. Saranno gli dèi, quelli che io chiamo maestri cosmici, a decidere chi porterà la loro parola.  Questo succederà quando l’uomo sarà nella sofferenza più atroce, dopo la morte di miliardi di persone e coloro che sopravviveranno non sapranno più cosa fare. Poi arriverà Cristo e forse “ascoltatelo” si riferiva a Lui. Questo lo lascio a te. Chiudiamo la serata con gli Esseri di luce e vi auguro che li possiate vedere, perché chi li ha visti veramente si sente beatificato da loro.
Un bacione a tutti. Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Amen.
Provengono da una cascata scintillante di stelle gli Esseri di Luce, gli angeli di ieri e di sempre, al servizio della Corte Celeste. Sono proprio loro, quelli che accompagnano il Servo dei servi nella sua regale missione, a chiudere la magia di questo incontro, provocando l’ennesima esplosione di pensieri, spazzando via qualsiasi approccio ideologico e dottrinario. Ed è qui, ancora immersa in quella Verità che rende liberi, che sento una voce sussurrare: “Hai mai pensato a come sarebbe la tua vita sulla Terra senza un Dio da imitare? Senza la speranza del Suo prossimo Ritorno? Cosa ne sarebbe del tuo piccolo, insignificantissimo universo, dopo aver rimosso il dono delle Sacre Stigmate, l’eternità dello spirito, la consolazione dei suoi angeli, l’amore infinito del Maestro? Cosa ne sarebbe del tuo spirito se rimanesse imprigionato in una routine demenziale, tra le quattro mura di un ufficio o di un misero monolocale? Prova a scavare fino in fondo, nel profondo del tuo inconscio, e pensa a quante cose dimenticheresti di sorridere se, fino alla fine dei tempi, non ci fosse sempre un’arca e l’abbraccio di un fratello  ad attenderti…”
Si, è anche grazie a questi esseri meravigliosi se siamo donne e uomini ancora capaci di commuoversi, di arrabbiarsi, di piangere e di perdonare. Di gioire di piccole grandi conquiste, anche nella rinuncia, nel sacrificio, o più semplicemente capaci di amare.  Ho ringraziato l’angelo che mi ha parlato e per un attimo ho sognato di seguirlo nel suo mondo di pace e beatitudine. Essere uno di loro è certamente il desiderio e la nobile ambizione di ognuno, ma vivere con Dio non è una convenzione sociale per assicurarsi quiete e serenità: il Signore è un Dio geloso, esigente, chiede tutto, non si accontenta di condividere. Prendere o lasciare.
Sandra De Marco
26 ottobre 2014
San Giovanni di Polcenigo