La sua malvagità sfociata in perversione ha lacerato l’armonia del cosmo: un virus che, nelle sue sfide etiche, nella sua cultura di morte, tenta spasmodicamente di strappare anche l’ultimo alito di vita a una Madre Terra agonizzante, per venderla al miglior offerente; una creatura narcisista, cinica e blasfema che, dopo aver crocifisso l’Amore più grande, non riesce più a distinguere quale sia la sua vera essenza o a interrogarsi sulla propria esistenza.
Dipinto di Bruce Pennington
Il Vegliardo degli antichi giorni
Eppure, in quel vischioso intreccio di secoli e sconfitte, storie di diversità e degrado naufragate nell’oceano dell’indifferenza e dell’ignoranza; in tante epoche di scienza distruttrice applicata in ogni campo dello scibile, di prevaricazioni, politiche nefaste e ingiustizie, è possibile scorgere, come fiori nel deserto con i loro rari profumi e sgargianti colori, storie di riscatto e redenzione. Ed è in questo attimo fugace, avvolto nell’oscurità, che l’obbiettivo del cuore umile e sincero s’infiamma e si sposta a gran velocità. Uno zoom definito, preciso, che non lascia spazio a dubbi; uno scatto in avanti per colmare la distanza e la vita di colui che inciampa nel disegno luminoso di Dio non sarà più la stessa.
Ma chi è quel Cristo Crocifisso che ancora bussa ai sepolcri degli uomini rannicchiati nel guscio del loro ego, prigionieri delle più ataviche paure? Chi è questo Dio che l’uomo fatica cosi tanto ad afferrare e d’improvviso, stravolgendo ogni aspettativa e ogni prospettiva, ci tende la mano e ci sorregge attraverso il Suo piano di salvezza? Chi? Chi?
Chi è quel Gesù Risorto che incede sulle vie di Emmaus di questo mondo, mostrando le Ferite ai Tommaso che sprofondano il dito nelle piaghe della loro fede? Chi?
Chi è quell’Eterno degli Eserciti che, contro ogni forma di violenza, rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili? Che ci chiede di amare il nostro prossimo più di noi stessi, di servire l’ultimo dei nostri fratelli e di perdonarli fino a settanta volte sette? Che ci chiede di lasciare tutto, appoggiare i giusti e lottare con tutte le forze per liberare dalla tirannia chi non ha più voce? Chi? Chi?
Chi è quel Dio che ci accompagna nel cammino impervio attraverso il dolore dell’umanità, fino a svelarci, passo dopo passo, il Suo vero volto?
È la Potenza di tutte le potenze, la più grande in assoluto, è la forza dell’Amore che muove il Sole e le altre Stelle; che crea, libera, trasforma, s’irradia e si espande, che si dona senza pretese e senza ricompense. Quella forza che, senza preavviso, un giorno sentiremo implodere nel cuore, scorrere nelle vene, ardere nel petto, colmare l’onda di ogni singolo respiro, per poi abbandonarci in balia di quel folle sogno d’amore e di giustizia incarnato dal Figlio dell’Uomo.
Un sogno riservato a chi, pur non intravedendo i Suoi disegni, rimarrà fedele alla Sua volontà senza opporsi, senza imporsi fra la mente del Creatore e la debole razionalità umana.
Ed è allora, e solo allora, che i suoi occhi scorgeranno all’orizzonte il Vecchio degli antichi giorni andare incontro al Sole, allontanarsi con passo lento e antico per riprendere il suo eterno viaggio verso i confini della Creazione, lasciando scolpite sulle orme dei suoi sandali le risposte a tutte le domande.
13 DICEMBRE 2015 – PORDENONE
A pochi giorni dal nostro incontro di Natale, vi anticipo che il tema delle prossime conferenze sarà: “Le Religioni nel mondo e la Seconda Venuta di Cristo”. È importante approfondire il messaggio di tutte le religioni dal punto di vista spirituale.
Il messaggio di Cristo, che io porto da trent’anni, non è settario perché riconosce anche quello di altri messaggeri che Dio ha inviato sulla Terra, in tutti i popoli e nel corso dei millenni. È il Messaggio di Cristo, come Figlio di Dio, che fa la differenza. La causa di ciò che sta succedendo nel mondo (catastrofi, guerre, divisioni, violenze, etc.) è di un pugno di uomini, i più ricchi del pianeta, criminali, mafiosi, potenti che dominano l’economia. Non è la sola causa, un’altra proviene dall’Anticristo, che io reputo pericolosa, inquietante e drammatica. Oggi, come in tutta la storia dell’umanità, si uccide, si schiaccia il prossimo, si conquista facendo le guerre e si minaccia nel nome di Dio; quindi le religioni hanno una gravissima responsabilità. Se la maggior parte di esse sono state fondate da veri messaggeri del Padre, perché ancora oggi si uccide nel nome del Dio cristiano, del Dio ebraico o nel nome di Allah? Presto detto: perché i potenti sono spinti dal “messianismo”, si reputano cioè messianici.
Famosa è la frase: “God bless America”, con cui molti Presidenti degli Stati Uniti sono soliti chiudere i loro discorsi pubblici. Durante la guerra del Golfo, il Presidente George W. Bush, per citarne uno, inviò le truppe in Iraq nel nome di Dio; mentre “Dio benedica l´America” concludeva tradizionalmente ogni messaggio presidenziale, oltre a sottolineare con insistenza la volontà Superiore, la fede nella Provvidenza e la libertà come dono divino. Prossimamente, parleremo di Gesù Cristo quale unica alternativa e della Sua Seconda Venuta.
Sono appena rientrato dal mio viaggio in Sud America e vi porto il saluto di tutti i fratelli (dell’Argentina, Uruguay, Paraguay, Cile, America Centrale…) e di quelli che, non potendo raggiungermi, si sono collegati. Chi ci ha seguito dall’Italia, avrà sicuramente percepito la vibrazione, anche se non comprendeva lo spagnolo, ma oggi parlerò anche a voi del messaggio che ho portato loro.
Io ho avuto un’esperienza con il Cristo, sono stato messo alla prova.
Secondo l’indicazione ricevuta da una Sua apparizione, avrei potuto, se avessi voluto, ritirarmi e rimanere nell’attesa. Avrei potuto cedere il passo nell’Opera e aspettare gli eventi, senza abbandonare, continuando ad essere come sono, con il Segno delle stigmate che, come avete letto nei messaggi, a fasi alterne sanguinano più o meno di frequente; in queste ultime settimane è accaduto diverse volte.
L’indicazione, senza dubbi, veniva dal Signore. Se il diavolo si presentasse, io lo riconoscerei sempre, per lui è molto difficile camuffarsi; lo dico con tutta umiltà, ma è quello che so e sento. Gesù, che è il figlio di Dio, sapendolo, non è venuto solo a consolare, può mettere anche alla prova. Duemila anni fa, Gesù provava anche gli Apostoli quando si “umanizzava”: mentre piangeva, quando si ritirò nell’orto del Getsemani e chiedeva compagnia, perché aveva paura. Ogni cosa che ha fatto Gesù è un insegnamento, anche aver avuto bisogno dei Suoi amici, che purtroppo si sono addormentati e Lo hanno lasciato solo. Siamo noi che a volte lasciamo solo Gesù Cristo…
Il Padre Adonay, tramite Lui, ci mette alla prova come e quando vuole, per rafforzare la fede. Lo può fare anche tramite Satana, ma questa è un’altra cosa.
In tutte le apparizioni della Madonna e di Gesù, dall’89 ad oggi, mi sono state rivolte delle richieste, mai imposizioni. Se mi avessero detto: “Devi fare…”, sarebbe stato un ordine; invece mi hanno sempre chiesto: “Vuoi tu Figliolo…?” Quando ho ricevuto i Segni mi è stata posta la domanda: “Vuoi tu essere strumento…?”, quindi una richiesta di disponibilità.
Ogni indicazione che ricevo, anche se è una richiesta, per me è comunque un ordine, io lo eseguo e basta; così avrei dovuto obbedire. Ma, nel momento in cui Gesù mi ha chiesto di fermarmi, ritirarmi e di aspettare gli eventi, io sono rimasto esterrefatto, molto turbato e tormentato. Prima di adempiere al mandato, dopo qualche giorno di riflessione, ho chiesto di nuovo al Signore di parlarmi. Premesso che avrei ubbidito, Lo avrei pregato, nel momento in cui mi fossi fermato, di togliermi la vita, di portarmi con Lui. Altrimenti, di poter continuare perché io voglio lasciare questo corpo nella battaglia, se possibile, seguirLo nella croce. In spagnolo dicevo: “quiero quedarme en la cancha, morir en la cancha” (voglio rimanere nel campo di battaglia e morire mentre sto cercando di testimoniare la Tua Opera, Signore). Io desidero questo, altrimenti mi sento morire. Di fronte alla mia totale disponibilità, Lui mi ha risposto: “Se tu non l’avessi fatto, Io sarei ritornato al tuo posto e Mi sarei fatto uccidere di nuovo”. In quel momento, ho capito di aver superato la prova. È una risposta simbolica, ma so cosa significa. Lo ho spiegato ai fratelli del Sudamerica, alla mia famiglia, ai miei figli, alla mia compagna e ora lo dico anche a voi: “Io ho fatto la scelta definitiva di morire sul campo di battaglia, mentre lavoro testimoniando la Verità”; perché adesso siamo in guerra ed è una guerra molto sottile, forte.
Voi che mi ascoltate siete stati chiamati da Cristo. L’inferno che viviamo a Palermo, la battaglia, in tutti i sensi, contro il male, mi ha dato prova che noi siamo diversi da tutti; lo dico senza esaltarvi, senza esaltarci. Noi, con i nostri limiti e i peccati, abbiamo un grande valore: possiamo risvegliare le anime, trascinare il prossimo verso la Libertà, la Pace e la Fratellanza. Quindi, abbiamo una grande responsabilità.
Io sono la parte più visibile, ma noi siamo la forza e ne sono contento.
In questo momento dobbiamo essere ancora più forti, andare avanti così come stiamo facendo e chi se la sente e lo desidera, può seguire la mia scelta impegnandosi con tutta la propria vita. Io penso che sia nostro dovere farlo, perché abbiamo conosciuto il Messaggio Universale, i concetti che vengono dall’Universo, abbiamo visto l’insegnamento di Cristo e i Segni. Quello che vi chiedo è di essere così come siete, di migliorare, ma nessuno si deve sentire più evoluto degli altri; noi abbiamo ancora molte cose da portare a termine. Attraverso il Suo Messaggio, ho capito che il Cristo ci chiede una volta per tutte di prendere coscienza di chi siamo, perché siamo qui e che cosa stiamo facendo.
Spesso mi avete sentito dire che io non sono di questo mondo: è così, ma non lo siete nemmeno voi. Noi non abbiamo giustificazioni perché il valore che portiamo proviene da un mondo universale e, se ci perderemo, faremo la morte seconda. Ecco perché ho detto al Cristo che voglio morire qui; io so benissimo che la mia presenza è il Calice di Comunione, però voi siete la forza dell’Opera e la mia! Non sarà toccato nemmeno un capello del nostro capo; io non mi pongo più la domanda se ci sarà un sacrificio, perché comunque ho scelto, se non mi ammazzeranno, morirò mentre sto lavorando. Valorizzate quello che siete, che siamo, perché fino al 2017 ci saranno eventi sconvolgenti che ci chiameranno a rispondere, a spiegare a tutti gli altri quello che sta succedendo; avverranno grandi segni, ma non sarà la fine. L’esaltazione dell’umiltà deve essere sempre alla base, ma l’eccesso di umiltà o l’ipocrisia, non ci deve fare nascondere o far dimenticare che siamo venuti in questo mondo per accompagnare il Cristo; Lui conta su tutti noi e su quello che ognuno può fare. Gesù non ci chiede la Luna, ma di essere messaggeri della Sua Verità.
E quindi vi ringrazio. Dobbiamo stare insieme, frequentarci, organizzare attività come stiamo facendo e anche di più. Se ci isoliamo il demonio ci tenterà per far credere che non siamo niente e non cambieremo nessuno: non è così. E se ci facciamo tentare dal possesso, lo dobbiamo superare. Noi siamo vestiti di umana natura e la carne ci fa soffrire, i problemi quotidiani a volte ci deprimono, ma dobbiamo ricordare chi siamo. Oggi più che mai, tra di voi e tra di noi, dobbiamo guardare la luce del nostro fratello, la sua parte migliore. Se il fratello davanti a me ha cento peccati, io ne ho mille, quindi dobbiamo amarci e rispettarci perché sappiamo di non venire da questo mondo, ma insieme possiamo cambiarlo.
Tutto questo ci servirà ad affrontare le prove per risvegliare gli altri, non per andare avanti; su questo non siamo messi alla prova. L’Opera è stata affidata a noi e non si deve fermare mai. Non siamo l’unico gruppo al mondo, ci sono tanti altri gruppi spirituali, scuole e messaggeri in diversi luoghi, anche migliori di noi e che io nemmeno conosco. Loro sono nostri fratelli, ma si sono incarnati in posti differenti perché hanno un’altra missione. Noi dobbiamo appoggiare i giusti.
Io ho scritto un messaggio importante, non solo dal punto di vista laico, su Gino Strada (fondatore di Emergency), una delle ultime speranze per l’umanità.
Ascoltare il suo discorso mentre ritira il Premio Nobel alternativo è semplicemente commovente; un discorso Cristico contro la guerra, senza sé e senza ma, perché la guerra non ha mai ragione di essere.
Dobbiamo guardare il messaggio che il fratello porta, la sua luce. Tutti noi abbiamo problemi e difetti: è la natura umana, ma occorre essere uniti nella Luce che ci ha chiamati, perché siamo i Suoi figli; di questo dobbiamo prendere coscienza. Noi non siamo in cammino, né alla ricerca di un percorso: siamo operai nella vigna del Signore e non possiamo ritirarci e permetterci di pensare di non esserne all’altezza; se lo faremo, soffriremo nello spirito. L’unione, quella parola che io ripeto da trent’anni, deve diventare sempre più forte. Gesù giudicherà i nostri peccati, le nostre mancanze, però io sono contento di quello che facciamo e che sempre di più faremo. Questo ho detto ai fratelli del Sudamerica. Voi, uniti a loro, siete una forza grande, il mio e nostro scudo per le battaglie civili e spirituali che abbiamo intrapreso. Gli Extraterrestri mi dicono che non ci rendiamo conto di quante anime si avvicinino all’Opera, grazie all’impegno di ognuno e per questo ci rispettano tantissimo; potrebbe sembrare che io, o Pier Giorgio, faccia di più, ma non è così e ci avvertono di non lasciare le mani dall’aratro. Quindi, raccomando a voi e a me stesso di valorizzare quello che siamo, che possiamo e dobbiamo fare, per annunciare la prossima Venuta di Cristo.
Questo è tutto. Non ho novità da darvi, ma ci tenevo con tutto me stesso a trasmettervi la mia esperienza. Ora fatemi domande.
D: Noi non dobbiamo credere che facciamo tanto, altrimenti rischiamo di esaltarci.
G: Noi non dobbiamo esaltarci, ma prendere coscienza di ciò che siamo e quindi fare tutto.
D: Il demonio lavora sui nostri dubbi?
G: I dubbi nascono solo quando abbiamo paura, altrimenti non avrebbero ragione di essere. Nel nostro caso, la paura parte da un motivo materiale: timore di perdere qualcosa, di essere attaccati, di ritrovarsi senza niente in mezzo alla strada, rimanere soli o senza qualcuno che ci voglia bene, etc.
Come ho detto prima, noi non siamo di questo pianeta e prima di arrivare abbiamo scelto in maniera consapevole di venire sulla Terra per accompagnare Gesù. Io mi rivolgo ai fratelli delle Arche, ma potrei anche parlare di chi non ne fa parte; io sono cosciente di quante persone appartenenti ad “altre” scuole spirituali siano venute in missione. Ma ora voglio stringere il cerchio e parlare di noi: se siamo arrivati qui, è perché il Cristo ci ha salvati due volte. La prima, nel momento in cui ci ha detto di venire in questo mondo da un’altra dimensione, garantendoci l’eternità della luce se compiremo la nostra missione. Ci ha salvati una seconda volta attraverso la Sua crocifissione e resurrezione, perché sapeva che, nell’incarnazione, lo spirito dei Suoi servi provenienti dalla luce sarebbe stato soggetto a tentazione e caduta. Cristo, con la Sua crocifissione, ci salva anche nell’incarnazione, quindi garantisce per noi l’esenzione del karma. E, nel Vangelo, dice anche: “State attenti, verranno falsi cristi e sarete tentati …”. Sarebbe da stolti riuscire a cadere dopo che il Cristo ci ha garantito due salvezze!
Noi sappiamo di essere eterni, questa incarnazione è un passaggio non per fare esperienza o acquisire conoscenza, ma per tutti noi è una missione e possiamo cadere come Lucifero. Se l’esperienza umana ci dovesse mettere in difficoltà fino a cadere, lasciando il cammino spirituale, non sarà un’esperienza karmica, ma la vittoria di Satana contro gli Angeli e noi saremo angeli caduti. Siccome sappiamo di essere in missione, come ha detto giustamente Domenico, dobbiamo operare di più senza esaltarci, pensando sempre di aver fatto poco per cercare di migliorare. Bisogna raggiungere la coscienza ed avere la consapevolezza che siamo tutti uguali e amarci; nessuno si deve sentire superiore o più evoluto rispetto all’altro, perché siamo fratelli e veniamo dalla stessa parrocchia, dallo stesso mondo, che non è questo.
Dopo l’ultima cena, Gesù Cristo uscì e, alzati gli occhi al Cielo, disse: «Padre, non Ti chiedo di toglierli dal mondo, ma di preservarli dal Maligno. […] Io non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in Me» (Gv 17,15-20). Gesù lo disse ai dodici Apostoli, ma quelli che li avrebbero seguiti siamo noi: i chiamati, che non chiede di togliere dal mondo, perché devono predicare il Vangelo. Non ci stiamo esaltando, dobbiamo solo prenderne coscienza e nel momento in cui sapremo chi siamo, non dovremo avere paure, né dubbi.
D: Da tempo ci metti in guardia sulle prove che dovremo affrontare, ma non avrei mai creduto che potesse accadere anche a te e questo dimostra l’assoluta veridicità di ciò che hai detto. Nel tuo caso, si tratta esclusivamente di una prova o sottende a qualcos’altro di cattivo?
G: No, quello che ho comunicato alla mia famiglia è una consapevolezza, una scelta definitiva. Potreste pensare che non abbia detto niente di nuovo, perché è quello che faccio da ventisei anni, ma sto dicendo che è una cosa molto seria, so a cosa vado incontro. Non alludo ad un eventuale incidente sul lavoro, alla possibilità che qualcuno possa farmi del male per fermare la battaglia che io, insieme ai miei colleghi, sto portando avanti. Io mi riferisco a chi potrebbe farmi del male in ogni momento: me stesso. Io sono un uomo e so benissimo quali sentimenti vive l’essere umano: il desiderio di trascorrere tempo con la famiglia, con i figli, di vederli sistemati, sognare che possano essere sempre felici, etc. Ma io voglio morire sul campo, questa è la mia lotta; io la vivo da sempre e spero di essere un esempio, non vi dico cosa fare. So quello che avrei potuto dare e non ho dato, soprattutto ai miei familiari. Ma tutti loro, a cominciare da mia madre, potranno essere testimoni che io ho dedicato e dedicherò tutto me stesso per questa causa, non voglio pensare ad altro. Quando Gesù, che è il Figlio di Dio, entrò nell’orto del Getsemani, non era molto convinto, figuriamoci noi che siamo delle nullità!
D: Da quando ti conosco, questa è la seconda volta che ti vedo in uno stato d’animo “umanizzato”. Stasera ti sei emozionato e quando ci hai parlato dell’assassinio del nostro fratello Pablo Medina, ti sei commosso.
G: Sì, Pablo Medina è uno di quelli che mi spinge a continuare, a fare solo questo.
D: Attraverso questa tentazione, ci stiamo incamminando verso l’epilogo finale e il cambiamento di questa umanità?
G: Assolutamente sì, verso l’epilogo finale che è la Seconda Venuta di Gesù. Io ho la certezza assoluta che Cristo compirà la Sua promessa; non so se sarò presente fisicamente, ma in qualche modo ci sarò. Noi siamo l’avanguardia, che in guerra è sempre ridotta a pochi soldati. Siamo quelli che vanno avanti ad esplorare, a parlare con il nemico, a scrutare le sue mosse per preparare il terreno, perché dietro di noi c’è il Re che sta galoppando con tutte le Sue legioni. A costo di rimetterci le penne, noi dobbiamo annunciare il Ritorno di Gesù con potenza e gloria a tutti quelli che incontreremo, fratelli, amici e nemici.
D: A seguito della riunione all’arca del 15 agosto, che io chiamo – se permetti – astronave Alea Lores, nel discorso conclusivo pronunciato dopo la comunione con i fratelli, hai detto: “Non dimenticate che io non sono di questo mondo”. In quel momento ho sentito forte che questo messaggio avrebbe avuto un prologo; e infatti oggi c’è di più.
D: Che sia tu fin dai tempi di Elia, Atlantide, fino ai giorni nostri in qualità di Nibiru Arat Ra, è un caso, una tua espressa antica volontà o una volontà del Padre? Nel caso fossero distinguibili i meriti o i sostantivi spirito-missionari, in verità il viaggio temporale non è stato dei più corti, così pure il sacrificio della temperanza e della sofferenza.
G: Io, come voi, sono qui per missione: noi abbiamo scelto di venire in questo mondo per accompagnare Gesù Cristo, il Figlio di Dio.
Ci sono miliardi di mondi abitati, il nostro non è il solo ad aver bisogno di redenzione. Quando uno spirito raggiunge la quarta dimensione, su un piano più astrale che materiale, non è soggetto ad incarnazioni per karma. Diviene parte della Confederazione e, a seconda delle proprie qualità, verrà scelto e mandato in quei mondi in cui c’è bisogno. L’umanità non può partorire un messaggero di Dio, a meno che il Padre non lo scelga. Egli può scegliere anche la pietra, tant’è vero che Gesù, entrato a Gerusalemme, lo disse ai farisei che Gli chiedevano di proibire le grida esultanti delle folle: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre» (Lc 19,40); Dio può fare questo ed altro. I Suoi messaggeri e i profeti di tutte le epoche erano persone più evolute. Il nostro pianeta ospita ancora una terza dimensione che non è pacifica, né sta facendo esperienze, ma reitera il delitto e persevera nell’errore. Qui ci sono persone alle prime incarnazioni, altre che si sono reincarnate decine di volte e purtroppo ripetono il karma, ma anche demoni. Questa situazione crea il caos nel pianeta Terra ed emana energie mortifere, nefaste anche agli altri pianeti, sia dal punto di vista spirituale che materiale, attraverso le radiazioni e l’inquinamento. Questa umanità necessita di Esseri più evoluti che la raddrizzino, ma sebbene Dio li abbia inviati, non riesce e non vuole accettare la redenzione. Ecco perché Cristo ritornerà per giudicare ed è un evento eccezionale. In altri mondi questo non avviene: c’è l’evoluzione della specie con i vari processi di reincarnazione, dove gli Esseri spirituali, appartenenti alla Confederazione, scendono per aiutare a migliorare anche coloro che fanno esperienze negative. Noi invece non solo siamo in rapida discesa verso le tenebre, ma negli ultimi cento anni abbiamo sviluppato una tecnologia fantastica che non va di pari passo con l’etica e la spiritualità, che sono sotto zero. Questo crea il caos, ecco perché tanti vengono qui in missione da altri mondi.
D: L’umanità non avrebbe potuto partorire dal suo seno la voce nel deserto, un calice vivente, così come Nibiru Arat Ra?
G: No, non poteva farlo. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, è sceso sulla Terra portando con Sé 144.000 persone, perché l’involuzione nel nostro pianeta ha raggiunto un punto ipercaotico gravissimo. È indispensabile un intervento esterno divino, forte, autorevole e, affinché sia tale, la Legge di Dio impone che avvenga nel momento in cui l’umanità rischia di distruggere il pianeta, ossia tramite una guerra nucleare, che purtroppo è prossima. Se non ci fosse questo pericolo, Gesù forse sarebbe tornato fra cento anni. Qualche giorno fa, il Presidente russo Vladimir Putin, evocando lo spettro della guerra atomica, ha dichiarato: “Spero di non dover mai usare le armi nucleari”, quindi tutto è possibile. Duemila anni fa, Gesù sapeva che noi avremmo sviluppato una scienza senza coscienza, tant’è vero che, dopo la Resurrezione, non si è fatto vedere da nessuno in questo mondo, tranne Sua Madre, una donna e una dozzina di persone. Nei secoli è poi apparso agli stigmatizzati, ma quando è risorto non si è presentato a Pilato e nemmeno all’imperatore. Si è ritirato in Cielo, perché l’umanità ha rifiutato la redenzione, con la sola eccezione di quei pochi che Lui raccomanderà al Padre. Le religioni non spiegano nulla di tutto questo, quindi l’umanità pensa che ogni cosa sia a posto con Dio, ma non lo è. Il Padre mi ha dato anche un altro messaggio da trasmettere alla mia famiglia e a quella allargata, che siete voi: noi siamo tutti fratelli. Tenendo presente e avendo coscienza della nostra eternità, di chi siamo, da dove veniamo, della Luce di Cristo che abbiamo, il Padre infinito e misericordioso mi ha detto che siamo nelle Sue grazie. Egli ci aiuterà nelle prove fisiche, a volte anche interiori, e le supereremo sempre. Ma ha aggiunto anche: “State attenti! Se farete quello che fece il popolo di Israele, mentre Mosè si trovava sul Monte Sinai per ricevere le Tavole della Legge – cioè se ci rilassiamo, ci fermiamo o ci ritiriamo e non adempiamo al nostro compito – per quarant’anni Io darò le tenebre a questa umanità. Non vedrete più niente e quando morirete tutti, lascerò la Terra Promessa in eredità ai vostri nipoti”.
Noi abbiamo una grande responsabilità: se non la assumiamo, il Signore ci abbandonerà a noi stessi, altro che Segni! Da noi si aspetta la disponibilità, ed è quello che stiamo facendo; ci chiede di rimanere integri, nulla di impossibile. Il Padre, che non è solo Misericordia, è anche Giustizia, ci avvisa, io Gli ho risposto: “Sì, Signore. Io farò di tutto per evitare che Tu ci dia questo castigo, che ci faccia peregrinare per il mondo, senza che succeda niente”.
D: Nell’ambito dell’Opera, io mi dedico maggiormente alla divulgazione della presenza dei Fratelli Cosmici e spesso vengo un po’ frainteso, quasi volessi deviare il discorso. Puoi darmi un consiglio?
G: Tra di noi c’è chi si dedica a Funima, chi all’antimafia e chi alla divulgazione del messaggio degli Extraterrestri, ossia il Messaggio di Cristo; tutti e tre sono ambiti della nostra Opera, quindi vai avanti con quello che stai facendo. L’importante è divulgare il “nostro” messaggio; molti contattati ricevono messaggi che non hanno nulla a che vedere con i Fratelli Superiori. Noi non siamo ufologi, non forniamo semplicemente materiale riguardante il fenomeno ufologico (dischi volanti, sfere, etc); noi divulghiamo la più grande di tutte le verità: la presenza messianica sulla Terra di Esseri extraterrestri e la loro relazione con l’Opera del Messia, Gesù Cristo.
Ieri notte ho fatto un sogno a colori ed è diverso dalla visione spirituale, in quest’ultima puoi anche vedere Gesù crocifisso e soffrire, ma sarai sempre nella beatitudine, perché vieni trasportato nell’altra dimensione. Il sogno onirico a colori, invece, lo vivi anche fisicamente, quindi sei un po’ “umanizzato”. Nel sogno mi ritrovo in un luogo molto buio, tenebroso, accompagnato da un temporale spaventoso. Riesco solo a intravedere delle rocce e tre croci, quindi è facile intuire dove sono. Tutto inzuppato d’acqua, mi dispero perché non riesco ad avvicinarmi; non so cosa me lo impedisca, sicuramente quando Gesù è spirato, è successo il finimondo. Vedo una donna che tocca i piedi di Suo Figlio: è la Madre Santissima e ne sono cosciente. Intorno a me c’è della gente, ma io vedo solo Lei. La Madonna è vestita di nero, ma non è segno di lutto: il nero che porta la Madre Santa è luce, ha la vibrazione del bianco. Giuseppe di Arimatea e Nicodemo non sono ancora giunti al patibolo per deporre il corpo dalla croce, ad un certo punto riesco ad avvicinarmi e il sangue mi è schizzato addosso. Gesù Cristo è spirato, ha la testa abbassata, i capelli che svolazzano sul volto. Nel sogno, che ovviamente non è quello che è successo duemila anni fa, io volevo parlare con Lui. Ero disperato perché non ero arrivato in tempo. Guardo la Madonna piangere addolorata, poi alzo lo sguardo e vedo il Cristo che nella sofferenza, riapre gli occhi, sorride e mi dice: “Giorgio, ti voglio bene.” Questo è il sogno che ho fatto ieri. Cristo è risuscitato per trenta secondi, per un mio desiderio. Lo hanno ammazzato di botte. Aveva i denti insanguinati, il volto sfracellato, poi mi sono svegliato. È un messaggio simbolico: io ho avuto la sensazione che la Madre Santa abbia chiesto al Figlio di parlarmi. La Madonna è l’Annunciatrice, è la Donna vestita di Sole.
Io sono una voce, un pazzo disperato che grida nel deserto per accompagnare la Santa Madre nella Sua Missione: annunciare la Venuta di Cristo. Le apparizioni della Madonna in tutto il mondo servono a questo, non deve dire altre cose; Gesù Cristo, nel Vangelo, ha già detto tutto. Lei invece si dispera, piange lacrime di sangue, vuole salvare tutte le anime possibili perché il Figlio arriverà con il Giudizio. Molti non capiscono perché la Madonna a Fatima mi abbia dato le stigmate: il Padre ha affidato a Lei la missione principale dell’annuncio del Ritorno di Suo Figlio. In un certo senso, il vero Consolatore, che è lo Spirito Giovanneo, il Mentore del Consolatore è la Madonna: Colei che ispira il contenuto del nostro messaggio riguardo la volontà celeste. Tutto parte dalla Santa Madre e finisce con Cristo, che è più in alto di Lei.
D: Perché il Padre Adonay ritiene opportuno proprio ora, in prossimità del 2017, renderci esplicita la consapevolezza di chi siamo?
G: Queste rivelazioni ci vengono date per sviluppare sempre di più l’amore tra di noi; questo è il motivo vero. Per amarci di più, per superare le tante barriere delle nostre difficoltà umane. È l’invito a vedere sempre il meglio di noi stessi; se guardiamo il lato peggiore, ci divideremo, litigheremo, saremo il fratello contro il fratello. È anche l’invito a non parlare mai male dei fratelli: mai è mai. Se dobbiamo dire qualcosa ad un fratello, lo dobbiamo fare direttamente e con amore; in questo stiamo diventando bravi, abbiamo superato e stiamo superando le nostre difficoltà. È un atto di misericordia del Padre che ci invita ad essere così, a migliorarci, a mettere da parte le nostre miserie – non nasconderle ipocritamente- e vedere il più bello che c’è tra di noi per amarci con lui. Per questo siamo diversi, quindi prendiamo queste perle, rimanendo nell’umiltà e nella semplicità.
D: La tua missione conclusiva è smascherare il volto dell’Anticristo. È probabile che avvenga prossimamente, entro il 2017?
G: Non credo, ma da qui al 2017 accadranno delle cose che porteranno l’Anticristo allo scoperto, ciò non significa che apparirà alla televisione e farà una conferenza: lo metteremo sempre più in evidenza. Io non conosco i tempi del Padre. La mia opinione personale è la seguente: non è ancora l’inizio della fine, siamo al prologo. Potrebbe sembrare una notizia cattiva, ma non lo è, perché accadrà tutto insieme, gli eventi si succederanno uno dietro l’altro. L’attesa durante questi duemila anni è stata davvero tanta, ma nel momento in cui inizierà l’Apocalisse, non si fermerà. Non avremo il tempo di respirare perché saremo spettatori degli eventi. Se rimarremo come vi ho detto, prendendo coscienza di chi siamo al cento per cento, non ci succederà niente. Cristo l’ha detto: «Nemmeno un capello del vostro capo perirà» (Lc 21, 18). Noi non siamo più bravi degli altri, ma dobbiamo spiegare loro cosa sta succedendo, dare la Verità.
Un abbraccio nel cuore.
24 APRILE 2016 – INTERVENTO GIORGIO BONGIOVANNI
CONFERENZA “GEOMETRIA SACRA. LA MATEMATICA DI DIO” – BRUGNERA
Pier Giorgio: Oggi abbiamo affrontato la matematica di Dio, la geometria Sacra e mostrato alcuni Segni, sui quali hai ricevuto dei messaggi molto importanti, come il Cuore Solare Cristico (http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-2015/6089-cristo-nel-cuore-del-sole.html) e la gigantesca macchia solare a forma di cuore spezzato (http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-2016/6652–le-macchie-solari-e-i-vuoti-damore.html).
Che significato hanno i Segni che la Creazione ci dà e cosa puoi aggiungere al messaggio che hai ricevuto da Cristo stesso?
G: L’esistenza di Cristo è la nostra certezza, insieme a quella dei Suoi giusti che consacrano la nostra fede. Noi dobbiamo capire se tali segni provengano da questo Essere e se Egli esiste. Se l’incarnazione di Dio in Gesù di Nazareth esiste, ed io ne sono convinto perché lo vivo, essi sono un linguaggio, come lo è la matematica sacra. Noi siamo abituati ad esprimere il nostro sentire con le corde vocali (parola) o la scrittura. Sul pianeta in cui viviamo si parlano migliaia di lingue e dialetti diversi e, malgrado siamo tutti fratelli, molto spesso non riusciamo a comprenderci nemmeno quando parliamo l’italiano. Il linguaggio del Cielo deve allora scendere sul nostro piano affinché noi possiamo comprendere, attraverso una Sua metodologia. I messaggi importanti che l’umanità ha ricevuto sono stati spesso figurati (figure che esprimono simboli o discorsi), perlopiù matematici o simbolici. Se nel Sole appare una macchia solare a forma di cuore, la scienza ortodossa dirà che è un fatto curioso. Per coloro che invece contemplano il linguaggio dello spirito, il cuore nel Sole è un messaggio e se il cuore è spezzato, significa che il Sole soffre, non è felice. Lo stesso vale per le lacrimazioni delle statue della Madonna, le stigmate, le astronavi extraterrestri, i segni in Cielo e in Terra. Noi dobbiamo avere l’umiltà di capire cosa ci vuole dire il Cielo. Gli scienziati e gli studiosi laici non devono pretendere da noi, giornalisti e ricercatori, la spiegazione di questi fenomeni; spetta a loro e se non sono in grado di farlo, umilmente devono affermare: “non lo sappiamo. Ci sono cose che superano la scienza”. Solo con questo modo di confrontarci, potremo percorrere una strada insieme. Io, semmai, da credente potrò darne un’interpretazione spirituale e, se sono laico, dovrò ammettere che c’è una Verità al di sopra di noi; dobbiamo solo avere l’umiltà di accettarla e di studiarla. Per me è molto chiaro: i messaggi sono un invito all’amore, al ravvedimento e a cambiare.
Pier Giorgio: In questo caso, l’invito al ravvedimento della Santa Madre viene espresso direttamente dalla manifestazione fisica di Cristo, che è il Sole.
G: Ieri abbiamo divulgato l’intervista di una ragazza dell’Indiana, rilasciata alla NBC americana. La giovane donna incinta mostrava le immagini ecografiche del feto, in cui è comparsa l’immagine tridimensionale di Cristo crocifisso. Nonostante lo scetticismo, il laicismo e la severità delle televisioni statunitensi di impronta scientifica, l’intervista è andata in onda in una delle più importanti reti televisive. Nessuna televisione italiana ha riportato questa straordinaria notizia, ancor meno Papa Francesco, tanto ci vantiamo di essere cristiani. I medici potranno anche dire che è un caso, ma si tratta di un messaggio: sta nascendo una vita, è Cristo che rinasce, la Sua Seconda Venuta; noi lo leggiamo così. I Segni arrivano a tutti, ma non sono per tutti: sono per coloro che, in questa valle di lacrime, cercano un cammino e lo trovano grazie a Pier e ad altri come lui, che nel loro piccolo li divulgano. Il pubblico presente oggi in sala dimostra che la gente vuole sapere; se a Pier Giorgio fosse concesso di condurre una trasmissione in Rai, molta gente comincerebbe a fare delle domande più serie, ma ciò significherebbe andare contro il potere.
Pier Giorgio: Nel Vangelo, il Signore disse che a quell’epoca non poteva spiegarci le cose del Cielo, perché non le avremmo capite. Non si riferiva solamente ai messaggi dei contattisti (Eugenio, Adamsky, Bongiovanni), ma anche alla manifestazione di questi segni, che non potevano essere capiti, ovviamente anche per limiti tecnologici?
G: Sì, sono linguaggi ben precisi: gli ultimi, in particolare, sono segni che richiamano l’attenzione dal materialismo in cui siamo sprofondati. Non ce ne saranno altri, seguiranno grandi catastrofi perché la natura reagirà con molta forza; anche quelli saranno segni.
Pier Giorgio: GianGiacomo ha sognato il pittogramma raffigurante il Calice della Comunione e ha notato che il numero dei bracci della coppa, contenente l’ostia, sono tanti quanti gli anni che intercorrono tra il 2017 e l’anno in cui Papa Benedetto sconfessò se stesso, sostenendo insieme a Bertone che il Segreto di Fatima si fosse compiuto. Come si evolveranno gli eventi dal 2017 in poi?
G: Secondo me, il 2017 sarà un anno molto importante perché è il centenario delle apparizioni di Fatima. Se qualcosa dovesse succedere, non mi meraviglierei, ma io non ragiono più in base alle date. Sinceramente, in tutta umiltà, la mia risposta è: non lo so. Con certezza, però, so che questo è il tempo della Seconda Venuta di Cristo: domani, fra un anno, due, cinque o forse dieci, ma questo è il tempo. Tutti i segni apparsi negli ultimi cento anni – dalle apparizioni della Madonna di Fatima, Garabandal, Medjugorje, la Salette, la mia esperienza mistica e quella di altri, i Segni nel Cielo, etc. – accompagnano l’Annunciatore o l’Annunciatrice della Seconda Venuta di Cristo, che è la Madre Celeste. La Madonna è il vero Annunciatore della Venuta di Suo Figlio e noi siamo piccoli collaboratori della Madre Celeste. Pur essendo invisibile, la Madonna è presente, appare ovunque nel mondo ed è disperata perché i Suoi messaggi ci richiamano al ravvedimento, ma pochi tra quelli divulgati, parlano del Ritorno di Cristo.
Pier Giorgio: In relazione a questo fatto e alla percezione che hai delle cose future, che cosa consigli di fare in previsione di ciò che accadrà?
G: Io posso dare due consigli, uno per noi credenti e uno per i laici. Noi spudoratamente diciamo: “Credo in Cristo, sono cristiano, partecipo alla Messa, prendo la Comunione, quindi io credo”, ma credere in Cristo non è conveniente. È una scelta controproducente che ti porta alla sofferenza fisica e alla gloria spirituale. Significa lasciare tutto e dare tutto ai poveri, amare il prossimo tuo come te stesso, perdonare, accusare e denunciare i corrotti, i criminali, essere a fianco dei poveri, dei deboli, di chi non ha voce. Significa essere sempre nemico, per antonomasia, del potere perché in questo momento tutti i poteri del mondo sono nostri nemici. Qualcuno ancora elargisce qualcosa alla gente, ma nella stragrande maggioranza il potere è nemico di Cristo, perché è egoista, materialista, occupato da persone nella maggior parte dei casi incompetenti e, spesso e volentieri, criminali. Nell’attesa della Seconda Venuta di Gesù, i cristiani devono fare la loro parte, il che non significa essere privi di peccato, nessuno lo è, tutti noi abbiamo delle debolezze e Cristo le perdona. Noi dobbiamo essere coerenti, quindi lottare per il Vangelo, cioè condurre una vita corretta, essere partecipi nella società e aiutare i giusti.
Grazie a Dio non è tutto marcio, in questa società ci sono anche uomini giusti: preti, giudici, dottori, qualche politico, etc. E’ importante aiutare le persone, noi siamo umili poiché non possediamo cariche. Se sono cristiano, devo cercare le persone che secondo me sono illuminate da Dio per appoggiarle; uscire dalle mura della mia cittadella e dare la faccia, non rimanere rinchiuso nel mio giardino con il pretesto di voler proteggere la famiglia. Io sono l’uomo più felice della Terra, perché Dio ha fatto sì che la mia famiglia mi accompagnasse e credesse in tutto quello che faccio. Ai miei figli ho detto: “Cercatevi un lavoro, studiate, ma sappiate che non vi lascerò niente, tutto quello che ho lo spenderò per questa causa”. Se non lo facessi, ripeterei gli errori dei miei genitori, che hanno pensato solo alla famiglia invece di lottare contro la bomba atomica, la corruzione e la mafia. La mafia in Sicilia esiste perché i miei genitori hanno sbagliato, hanno fatto finta che non ci fosse e ora mi ritrovo con le stragi, i morti, gli assassinii, etc. È bello pensare alla famiglia e al futuro dei figli, ma devi anche essere partecipe nella società. Se riuscirai a fare entrambe le cose sarai bravo, ma se non dovessi farcela, ai figli dovrai dare solo l’amore, l’educazione, l’etica, la correttezza, la disciplina e, se sei cristiano, la cristianità. Pier, se siamo anche amanti degli argomenti che tu divulghi, dobbiamo dare testimonianza dei segni che appaiono nel mondo. Che cosa devono fare i laici? A riguardo, è sufficiente rimuovere la parola “Cristo” perché essi non la contemplano, è la stessa cosa. Io ho tanti amici non credenti ed è straordinario. Le Fedi religiose hanno il compito primario di esortare, di spingere le persone a mettere in pratica le opere, grazie alla fede. Il credo è tale se fai le opere, altrimenti è anticristico, una grande ipocrisia, una menzogna. Se dico: “Io credo in Cristo” e poi ammazzo i musulmani, o viceversa, sto facendo il lavoro di Satana.
Il Papa ha rinnovato il suo forte appello a favore dell’accoglienza degli immigranti definendola un dono, anziché un peso, e condannando duramente coloro che, invece, li respingono. Il grido del Pontefice si è scagliato anche contro la criminalità organizzata e con un’esplicita scomunica rivolta ai mafiosi, egli li ammonisce: “Convertitevi, o andrete all’inferno”. In duemila anni di storia, nessun Papa aveva osato tanto. Questo è essere credenti; su altre cose non sono d’accordo con lui, ma nella sostanza sono le opere che contano. Se il Papa non farà le opere, nemmeno lui andrà in Paradiso, mentre il povero disgraziato che le compirà, erediterà il Regno di Dio, pur non portando la croce al collo né le stimmate. Spesso mi accusano di essere catastrofista, ma è esattamente il contrario: io credo che Cristo ristabilirà le cose e ci sarà un mondo migliore dove regneranno la giustizia, la fratellanza e la pace, ma nessuno ci crede e mi ritengono un pazzo!
Pier Giorgio: I popoli Extraterrestri che ci visitano si inseriscono in questo contesto?
G: Assolutamente sì, ma non abbiamo coscienza di questo. Noi ci meravigliamo dell’esistenza di un universo infinito, quando siamo da sempre parte di una grande famiglia cosmica. Questi Esseri esistono, grazie a Dio, sono bellissimi e vengono da altre stelle. Vi assicuro che molti sono qui, in mezzo a noi e presto li vedrete tutti. Può capitare che siedano accanto a voi mentre siete al ristorante o al cinema: se sentite un po’ di fresco, un odore particolare, una vibrazione strana o una gioia inspiegabile, è perché lì c’è una presenza che non è di questo mondo; a me è successo tante volte. Qui vedo molti giovani, ma mi auguro che anche le persone anziane presenti abbiano la gioia di vederli, altrimenti lo faranno con lo Spirito. Io non posso credere che siano buoni per fede; la fede si ha in Cristo, non per Esseri che hanno un potere militare e scientifico più evoluto di miliardi di anni. E’ una deduzione logica. La maggior parte di loro proviene da civiltà esterne al sistema solare, quindi devono viaggiare in astronavi che superano la velocità della luce. Da questo, si deduce che godano di una tecnologia più avanzata della nostra e se non si sono autodistrutti, significa che nel loro mondo vivono insieme in modo assolutamente pacifico, senza farsi le guerre. Se poi hanno pensato anche di esplorare l’universo, è ovvio che con la violenza non abbiano nulla a che fare, perché una civiltà che contempla e viaggia nell’universo non può non diventare buona. Il 15 luglio 1975, in piena guerra fredda, ebbe luogo il primo volo congiunto nello spazio: la capsula sovietica “Soyuz-19” si agganciò alla navicella americana “Apollo-18”, offrendo al mondo intero il primo abbraccio in orbita USA-URSS. In quell’ occasione, entrambi gli equipaggi, tra abbracci e commozione, hanno detto di volere la pace! Gli astronauti, e io ne ho incontrati tanti, hanno una visione diversa della vita. Chiunque vada nello spazio s’inginocchia, si mette a piangere e a pregare di fronte alla Creazione! Noi siamo sbarcati sulla Luna a 400.000 km dalla Terra, figuratevi contemplare l’universo. Gli Extraterrestri sono buoni perché lo devono essere, non perché lo vogliono. Il cosmo t’impone di esserlo, non riesci ad odiare perché non ci sono territori da conquistare; dinnanzi all’infinito non hai l’ambizione di impossessarti di qualcosa!
L’istinto di sopravvivenza e di conservazione della specie è presente in tutti i gruppi animali, ma noi uomini della Terra siamo bestie feroci e sanguinarie ingiustificate. Nell’universo non c’è territorio da conquistare, tutto è solo da esplorare. Le civiltà Extraterrestri che ci visitano, considerano la nostra Terra bellissima, un’oasi nel deserto, ma provano tanta pena perché è diventata un ospedale psichiatrico criminale, dove i pazienti, nella maggior parte, sono assassini feroci e i medici sono dei missionari. Considerano ridicolo e aberrante il fatto che ci arricchiamo e ci impoveriamo con dei pezzi di carta sporchi, su cui sono stati stampati dei numeri. Non solo, sui soldi abbiamo basato la nostra vita, ci scanniamo e ci ammazziamo per averne di più e sopraffare gli altri! Ci ritengono malati mentali che hanno bisogno estremo di aiuto e di medicine. Nell’universo non esiste lo scambio del denaro, c’è la meritocrazia; sembrerà banale. Il loro sistema economico è basato sul benessere per tutti; il più bravo viene eletto rappresentante del pianeta, ma anche il meno bravo gode della stessa ricchezza. Tutti credono in Cristo, perché L’hanno conosciuto, e nell’Intelligenza Onnicreante (che noi chiamiamo Dio), residente soprattutto nel Sole.
Pier Giorgio: In relazione alla Seconda Venuta di Gesù, questi Esseri giocano un ruolo?
G: Questi Esseri sono coscienti che l’Universo è vivo, ed è quell’intelligenza materiale e spirituale in varie dimensioni che duemila anni fa si è incarnata in Gesù di Nazareth. Cristo ha vissuto in altre civiltà, le ha cresciute, cullate e fatte diventare superciviltà. È stato anche qui, ma con grande rammarico lo abbiamo crocifisso, anche se poi è risorto e ha salvato una parte di umanità. Questi Esseri, che voi nella Bibbia chiamate Angeli, erano presenti e ancora oggi ci visitano. Gli Angeli non esistono, è una grande favola della Chiesa Cattolica, esistono solo nella simbologia spirituale. Gesù disse ai Suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli». Se alziamo gli occhi al Cielo cosa vediamo? L’universo è il Paradiso, sia fisico che spirituale; il primo lo vediamo in parte con i telescopi, ma il secondo non è meno grande del primo.
D: I potenti del mondo sono sicuramente a conoscenza di queste informazioni e del fatto che, dopo la morte, li aspetta una vita bestiale. Perché allora perseverano nel male?
G: È una domanda molto intelligente e interessante che stimola una risposta seria. Farò degli esempi pratici per agevolare la tua comprensione, altrimenti rimarrebbe una teoria. Spesso, il potente pensa di servire Dio. Com’è noto, da diversi anni io svolgo anche l’attività di giornalista antimafia e ti voglio raccontare un fatto. Il potente boss di Cosa Nostra Leoluca Bagarella, il numero tre della mafia siciliana, è in carcere e sta scontando tantissimi ergastoli. Un suo braccio destro, divenuto collaboratore di giustizia, dichiarò che il feroce capo mafia uccideva anche per motivi futili, per uno sguardo non gradito. Domingo Buscetta, ad esempio, fu ammazzato perché, dopo avergli offerto inconsapevolmente il caffè, lo aveva macchiato con la stretta di mano del familiare di un pentito. Quando gli venne chiesto perché uccidesse anche inutilmente, Bagarella rispose: “Tu non capisci: le mie vittime vogliono essere uccise, perché questo è volere di Dio”. E ora volgiamo lo sguardo verso Occidente. Durante la guerra in Afganistan e in Iraq, il nostro Presidente degli Stati Uniti George W. Bush – dico nostro, perché l’Italia è una colonia d’America – ha dichiarato che ogni mattina, nello Studio Ovale della Casa Bianca, s’inginocchiava e pregava Dio, pretendendo che i suoi collaboratori facessero altrettanto. Oggi come allora, Dio è l’ispiratore della politica mondiale degli Stati Uniti.
Io ho posto al Cielo la stessa domanda che tu ora fai a me. Purtroppo i potenti hanno una visione di Dio che la religione, nei secoli, ha inculcato loro. Non credono affatto che faranno una brutta fine: sono convinti di avere una missione nel mondo e tutto il male che compiono, lo stanno facendo al servizio di Dio. “In God we trust” (Confidiamo in Dio), è il motto ufficiale degli Stati Uniti ed è riportato sul retro delle banconote da un dollaro, accompagnato dall’occhio di Dio che sottintende la loro prosperità come una volontà divina. Anche Israele si ritiene il popolo eletto da Dio, arrogandosi il diritto di schiacciare la testa ai palestinesi, come gli elefanti fanno con le formiche. Una parte di arabi la pensa allo stesso modo, in particolare i miliardari più ricchi del pianeta. Il re dell’Arabia Saudita è convinto che punire i reati con l’amputazione degli arti, l’impiccagione, la decapitazione pubblica e la fustigazione siano volontà di Allah; e lo è anche negare alle donne i più elementari diritti civili e politici, amputarne i genitali o punire l’adulterio con la lapidazione pubblica. Se lo vuole Allah, credono sia giusto. Una volta che hai appreso questo, puoi comprendere perché tutto ciò avviene: il vostro mondo è governato dall’Anticristo e vi fa credere che esista un Dio che, in realtà, Dio non è. I testi sacri (Bibbia, Corano, la Bhagavad Gita ed altri) sono costellati di guerre, assassinii, omicidi, stupri e violenze nel nome di Dio; per ora tralascio le religioni orientali, che io considero più serie delle nostre, ma in futuro spiegherò anche altro. E poi c’è un Dio che interviene, aiuta il popolo a liberarsi dalla schiavitù, apre il Mar Rosso e uccide attraverso le forze della natura, dinnanzi al quale mi levo il cappello. Anche nel Corano si inneggia alla violenza e alla guerra, Maometto stesso combatte diverse battaglie. Ecco che l’uomo eredita una cultura sbagliata di Dio, dove vince chi è più forte, potente e possiede il maggior numero di armi. Ma se Dio si allea con i potenti e i re, dov’è il Dio dei poveri, dei deboli e dei perseguitati? Il Dio che stermina e fa giustizia attraverso le forze della natura, è giusto; ma se lo fa servendosi di uomini che torturano, stuprano donne, bambini e uccidono in Suo nome, è un Dio che non capisco: tiranno, fascista, dittatore. E’ lo stesso che, nel momento in cui diventi potente, ti autorizza a pensare: “Se sono diventato Presidente degli Stati Uniti, il Governatore della Banca Mondiale o il Capo mafia, Dio lo ha voluto; quindi questa è la mia missione, anche se dovrò ammazzare tanta gente, proprio perché è contro Dio”. Ecco che Egli per dimostrarci che non abbiamo capito niente, malgrado tutti i Suoi Segni, compie un capolavoro: il Vangelo, dove Lui stesso s’incarna e prende forma umana. Se noi fossimo vissuti duemila anni fa, ci saremmo aspettati un Figlio di Dio che desse forza ai ricchi, agli uomini del Sinedrio, a vescovi e papi; che ignorasse i poveri, i disgraziati, si sedesse a tavola con i potenti e ci liberasse dall’impero romano. Lo avremmo eletto Re e sarebbe diventato il capo del mondo. Invece, Cristo non è così: è nemico dei potenti, aiuta poveri, derelitti, ammalati, perseguitati, resuscita i morti, comanda le forze della Natura e diventa nemico del potere a tal punto da farsi uccidere.
Poi dice: “Io sono Dio, il Figlio di Dio. Guardatemi, seguitemi e fate quello che faccio Io”. Per farci comprendere che è contro il potere, si fa ammazzare. Poi aggiunge: «Io posso annientarvi, ma mi faccio uccidere per dimostrare che Io sono l’AMORE, non la violenza come tu pensi e hai letto in quei dannati testi sacri”; io sono un provocatore e dico che sono dannati. Gesù nel Vangelo distrugge tutti i testi sacri, perché Lui è l’istigazione alla non violenza. Il Vangelo è prendersi bastonate, amare chi ti odia, puntare il dito contro i malfattori e credere che il Figlio di Dio, che è comunque Dio, farà giustizia nel Giudizio Universale. Inoltre, aggiungo: io non credo in Dio, perché non lo conosco; io credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio. Se Dio e Gesù Cristo si identificano, io credo in Dio, ma se Dio si distacca da Cristo ed è contro di Lui, io non crederò più in Dio. Io ho conosciuto la Fede e credo nel grande Monarca Universale, perché conosco Gesù: è Lui la Rivelazione, la novità assoluta. Voi dovete seguire Gesù Cristo, non c’è salvezza al di fuori del Signore, non lo dico perché sono fanatico, lo dimostro scientificamente. Gesù è Colui che poteva distruggerci, annientarci e invece dice di metterLo a morte, perché l’amore resuscita, non può morire nemmeno se lo desidera, mentre l’odio muore, diventa sterile. Ecco che i potenti sono servi di quel Dio assassino, ingiusto, fascista; anche la Chiesa Cattolica ha ucciso nel Suo nome. Chi serve Dio è con Cristo. Il Figlio di Dio si è fatto immolare e l’uomo uccide… Seguiamo Cristo, la Via più rapida per arrivare al Padre. («Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» Gv 14,6) Io credo nella giustizia di Dio attraverso le forze della natura, non nell’uomo che impugna la spada e fa giustizia per conto del Padre. Io sono con Cristo, per Cristo e in Cristo.
P: Di fatto, i potenti non credono in Cristo.
G: I potenti credono nel loro Dio, che è il Dio dell’odio, della violenza, dell’ingiustizia e ci credono fermamente. Quando tornerà Gesù, si ricrederanno.
D: Come tornerà Cristo?
G: Con la stessa figura, Corpo e Spirito, di duemila anni fa, ma tornerà Giudice. Vi faccio un esempio. È bello quando una persona ti visita a casa e trasmette gioia, pace, ma non lo è se ti si presentano i carabinieri con una citazione in giudizio; esattamente ciò che Cristo farà con tutti noi. Se avremo fatto del bene, sarà solo gioia, al contrario sarà dolore. Egli sceglierà le persone degne di far parte del nuovo Regno, non può ripopolarlo con i vari Totò Riina e i suoi alleati politici. Vi posso promettere che non ci saranno politici e nemmeno le banche: il mondo sarà governato da scienziati, teologi, filosofi e abitato da tutte le persone che amano. La politica, nel significato greco della parola, ci sarà; oggi purtroppo, a livello mondiale, è sinonimo di potere, tant’è che nella forma mentis della gente è l’equivalente di corruzione. Fanno eccezione alcuni politici onesti, vere mosche bianche, che svolgono questo mestiere per missione, fino a sacrificare la propria vita (Pio la Torre, Aldo Moro sono stati uccisi perché disturbavano). Eugenio, il mio maestro, diceva: “La politica è una grande prostituta, perché prostituisce le menti degli uomini”. E aveva ragione. Io non entrerò mai in politica; ho fatto il miracolo di diventare giornalista, mi basta e mi avanza. Purtroppo anche questa categoria, come dice Marco Travaglio, è un grande “slurp”.
D: Se Gesù Cristo è già sulla Terra, significa che deve solo manifestarsi?
G: Cristo si manifesterà a tutti. È sufficiente che lo faccia in un qualsiasi punto del pianeta, perché oggi siamo dotati di potenti mezzi tecnici e tutte le televisioni del mondo Lo riprenderebbero. Oggi ci sono tanti trucchi, ma Lui ha tutti i mezzi per poter dimostrare chi è. Se tornasse da solo, Lo ucciderebbero di nuovo, ma nessuno oserà attaccarLo perché sarà accompagnato da Esseri visibili.
P: Il ritorno di Cristo coincide con il contatto con le civiltà?
G: Il ritorno di Cristo coincide con il contatto con gli Extraterrestri. Ci daranno un segno della loro presenza: un contatto straordinario ma non definitivo, che lascerà tutti a bocca aperta perché ne ignorano la natura messianica. Noi, poveri straccioni, la sappiamo, ma non ci dà retta nessuno. Poi tornerà Cristo.
P: Ascoltando questi discorsi, la persona comune generalmente si spaventa perché intuisce il forte cambiamento che dovrà adottare nella propria vita. Che consiglio daresti per superare l’impasse iniziale di colui che intraprende un cammino, più o meno veloce, di ravvedimento?
G: Io non posso impartire ordini, né dare consigli, perché il cambiamento non avviene in uno schiocco di dita; ma mi permetto di dire che le persone lo possono fare solo se s’innamorano della Vita e del prossimo. Spero che ciò avvenga per ragioni spirituali, che Cristo illumini il loro cammino non in seguito ad una sofferenza; finché rimarranno chiuse dentro le mura della propria famiglia, non lo faranno mai e non saprei quali consigli dare. Il giorno in cui le persone riusciranno ad innamorarsi della vita, del loro prossimo, lottando per i diritti di chi non ha voce, il percorso avrà inizio, cambieranno da sole e saranno felici. Ma questo non può avvenire mai con l’imposizione, lo devi sentire dentro, quindi mi auguro che tutti voi lo sentiate.
Un abbraccio a tutti.
«Io sono la Luce che illumina il mondo… la Via, la Verità e la Vita…» Ma chi è questo Dio che, con insistenza, bussa alla porta del nostro cuore? Perché ci degna della Sua presenza anche se non siamo nulla, se non contiamo, anche se a volte siamo fragili, deboli, a volte sciocchi… anche se siamo peccatori, se commettiamo errori e spesso ripetiamo gli stessi sbagli? Chi? Chi è questo Dio che crede in noi più di noi stessi, che ci vuole forti e pronti a lottare per la pace e la libertà, contro ogni sorta di ingiustizia? Che ci sprona a essere migliori, integri, a vivere il Vangelo senza ipocrisie e senza compromessi?
È l’Amore più grande, l’istigazione alla non violenza, che non conosce odio, nessuna guerra; il Sole che illumina il cammino, che riscalda il buono e il cattivo, che ci ama anche quando siamo arroganti, quando dubitiamo, anche se non lo vogliamo.
È quel Dio che ancora muore e risorge davanti ai nostri occhi, che da la vita per i Suoi amici, per quelli che Lo seguono, per coloro che Gli credono; che consola i nostri spiriti con l’esistenza di infiniti mondi, che ci fa ridere e gioire, che piange, soffre insieme a noi e poi asciuga le nostre lacrime… È quel Dio che sta per ritornare, che insiste: “Restate uniti!… Restate uniti!… Amatevi, come Io vi ho amato!”, un Amore infinitamente grande per cui vale la pena di vivere e morire ogni giorno, in eterno.
Con amore,
Sandra De Marco
03 luglio 2016
S. Giovanni di Polcenigo