Un’immagine del gruppo di galassie NGC 5353/4 scattata con un telescopio del Lowell Observatory in Arizona (U.S.A.), la notte di sabato 25 maggio 2019. Le linee diagonali che attraversano l’immagine sono scie di luce riflessa lasciate da oltre 25 dei 60 satelliti Starlink lanciati di recente mentre passavano attraverso il campo visivo del telescopio. Sebbene questa immagine serva come illustrazione dell’impatto dei riflessi delle costellazioni satellitari, si noti che la densità di questi satelliti è significativamente più alta nei giorni successivi al lancio (come si vede qui) e anche che i satelliti diminuiranno di luminosità quando raggiungeranno la loro altitudine orbitale finale. (Credito: Victoria Girgis/Lowell Observatory)
L’isolamento dell’uomo dall’Universo – prima parte
Già dagli anni ’90 si iniziava a parlare del problema dell’inquinamento luminoso: le luci artificiali sempre più in crescita per intensità e numero, provenienti dalle città, dai centri abitati e dalle strade rendevano con il passare degli anni il cielo stellato praticamente invisibile. Senza parlare poi di come le luci notturne diffuse modificano e interferiscono sui comportamenti di tante specie animali.
Questo è il motivo per cui gli abitanti di una grande città come ad esempio Milano o Roma, anche in presenza di un cielo completamente sgombro dalle nuvole, riescono ad intravedere solo le poche stelle più luminose.
Il problema dell’inquinamento luminoso, che apparentemente può sembrare insignificante a tutti coloro che nella loro vita non hanno mai alzato con curiosità il naso all’insù, è stato comunque da sempre sottovalutato dalla maggioranza della popolazione italiana (e mondiale); magari un bambino o un ragazzo, nel corso della sua vita poteva iniziare a cercare di comprendere con un’esperienza reale e diretta dove tutti noi effettivamente ci troviamo e dove effettivamente stiamo vivendo rispetto al resto del creato.
Non solo come popolazione stiamo pian piano perdendo il contatto con la natura circostante, ma in quel periodo si iniziava a perdere il contatto con il cielo stellato, la finestra che ogni notte si apre sull’Universo.
Oggi circa 25-30 anni dopo, a partire dal 2019 circa, stiamo purtroppo iniziando, come civiltà umana, per la prima volta a perdere il contatto con l’Universo. Questa affermazione potrebbe sembrare esagerata, ma non lo è: siamo entrati nell’era delle megacostellazioni satellitari, le quali sono potenzialmente in grado di offuscare le osservazioni astronomiche strumentali non solo degli astrofili amatori appassionati ma soprattutto dei grandi osservatori astronomici sparsi in tutto il mondo. Vedremo più avanti nel dettaglio cosa sta accadendo quotidianamente sopra le nostre teste.
Le tracce lasciate dal passaggio dei satelliti Starlink mentre l’astronomo Zdenek Bardon cercava di fotografate la cometa C2019/Y4 (ATLAS) da Rasošky, in Repubblica Ceca, il 19 aprile 2020. In fase di monitoraggio di eventuali asteroidi da parte degli osservatori astronomici preposti, queste scie di luce si sovrappongono e quindi nascondono un eventuali asteroidi o comete in avvicinamento al nostro pianeta. (Crediti: Zdenek Bardon).
L’allarme mondiale della Unione Astronomica Internazionale
Il centro degli esperti dell’Unione Astronomica Internazionale, ha pubblicato il 14 marzo 2024 il suo primo rapporto sulle costellazioni satellitari artificiali, come ad esempio quelle gestite da SpaceX, OneWeb e Amazon. Questo documento, che raccoglie tutte le prove scientifiche su questo argomento fino ad oggi, esorta la comunità globale ad adottare misure contro l’attuale proliferazione incontrollata di satelliti. Conferma che, tra gli altri effetti negativi per il campo dell’astronomia, questi dispositivi minacciano la capacità di rilevare asteroidi e comete che passano vicino al nostro pianeta, i cosiddetti “Near Earth Objects” (NEO), che in italiano significa gli “Oggetti Vicini alla Terra”.
Dal suo posto di osservazione alla stazione astronomica del Piszkéstet, situato su una montagna a nord-est di Budapest, l’astronomo professionista Sárneczky Krisztián, rilasciando una dichiarazione al quotidiano El Pais, dice: “La tendenza è molto preoccupante. Quando ho iniziato la mia intensa ricerca di NEO con questo telescopio quattro anni fa, i satelliti raramente attraversavano il campo visivo. Ma oggi non ho una sola immagine che non ne abbia almeno una”.
Rilevare un asteroide prima che colpisca la Terra è eccezionale. È stato fatto solo otto volte nella storia. In tre di questi otto casi, l’obiettivo è stato raggiunto da Sárneczky, che avverte tramite la sua dichiarazione a El Pais delle conseguenze che questo boom nei nuovi satelliti porterà.
“Se l’espansione continua a questo ritmo, perderemo presto un corpo celeste in avvicinamento perché un satellite potrebbe passare proprio di fronte ad esso in una o più immagini”. Nel 2020, la flotta Starlink non aveva ancora raggiunto gli 800 dispositivi. Oggi, tuttavia, ce ne sono oltre 7.000, mentre Elon Musk, il proprietario di SpaceX, ha chiesto l’autorizzazione per raggiungere i 42.000 satelliti nei prossimi anni.
Questa previsione coincide con quella di Siegfried Eggl, un ricercatore presso l’Università dell’Illinois. Studia il rapporto tra i NEO e le megacostellazioni satellitari: “Al momento, l’impatto dei satelliti sulla difesa planetaria è trascurabile. Tuttavia, sulla base del recente aumento del tasso di lancio, così come sugli attuali documenti depositati alla FCC degli Stati Uniti d’America (la Commissione Federale delle Comunicazioni), documenti contenenti le richieste di permesso per il lancio di centinaia di migliaia di satelliti in orbita terrestre bassa, la situazione potrebbe presto cambiare… soprattutto se non vengono ampiamente adottate strategie di mitigazione della luminosità propria dei satelliti”.
Un dato che salta subito all’occhio di tutti ma che in realtà è un grave campanello d’allarme molto concreto per la “pace” tra le nazioni del mondo è che una azienda privata degli Stati Uniti chiede il permesso ad una struttura del Governo degli Stati Uniti per poter utilizzare indiscriminatamente i cieli di tutto il pianeta Terra. Praticamente come se l’orbita planetaria fosse di loro esclusiva proprietà.
Soprattutto sapendo pubblicamente che il progetto Starlink è parte integrante del progetto militare Starshield del Governo U.S.A.
Torniamo sempre lì, al tema che ha flagellato l’umanità della Terra fin da quando ne abbiamo memoria: la guerra.
Vorrei “ricordare” che il secolo scorso ne abbiamo combattute ben DUE a livello mondiale. Solo che oggi, grazie ai rispettivi arsenali nucleari, la prossima guerra mondiale potrebbe essere l’ultima della storia umana.
La situazione attuale delle “megacostellazioni”
La famosa megacostellazione statunitense denominata Starlink è solo una di quelle che sono in piena fase di messa in orbita per essere pienamente operative.
Abbiamo comunque già affrontato nel dettaglio la follia di dominio del progetto Starlink in questo nostro articolo, fornendo spiegazioni, numeri e il quadro generale della situazione specifica.
Ma che cosa si intende con il termine megacostellazione?
Per costellazione satellitare si intende un gruppo di satelliti artificiali utilizzati in modo coordinato, operanti sotto un controllo comune e sincronizzati in modo che la loro copertura a terra si complementi. Dato che stiamo vivendo proprio ai giorni nostri l’aumento vertiginoso del numero di satelliti che andranno a comporre la costellazione finale satellitare, è stato spesso utilizzato in maniera non ufficiale il nome di megacostellazione. Il prefisso “mega-” deriva dall’aggettivo greco μέγας (mègas) e significa semplicemente “grande”.
Esponiamo, aggiornati alla data di pubblicazione di questo articolo, i numeri delle costellazioni satellitari in corso d’opera o in procinto di essere messe in orbita.
Stati Uniti d’America:
- Azienda SpaceX, costellazione Starlink. Satelliti lanciati ~7100, richiesta per 42000 totali.
- Azienda Amazon, costellazione Project Kuiper. Satelliti lanciati 0, richiesta per +3200 totali.
- Azienda Eutelsat, costellazione OneWeb. Satelliti lanciati 544, richiesta per +6300 totali.
- Azienda Boeing. Satelliti lanciati 0, richiesta per ~150 totali.
- Azienda Astra. Satelliti lanciati 0, richiesta per +13600 totali.
- Azienda Hughes Network Systems. Satelliti lanciati 0, richiesta per 1440 totali.
Federazione Russa:
Ente spaziale Roscosmos, costellazione Sfera. Satelliti lanciati 1, progetto finale 2600 totali.
Unione Europea:
Unione Europea, costellazione IRIS2. Satelliti lanciati 0 (progetto per competere con Starlink).
Regno Unito:
- Azienda Inmarsat, costellazione Orchestra. Satelliti lanciati 0, richiesta per ~200 totali.
Cina:
- Governo cinese, costellazione Guowang. Satelliti lanciati 0, progetto finale ~13000 totali.
- Azienda SSST (Taiwan), costellazione Qianfen. Satelliti lanciati 18, progetto finale ~15000 totali.
Ricordiamo che in questo elenco appena riportato parliamo solamente delle maggiori costellazioni satellitari, che sulla carta nascono per poter connettere ad internet qualsiasi utente sulla superficie terrestre direttamente dall’orbita.
Facendo un rapido calcolo sul numero di satelliti che andranno a comporre i progetti finali delle megacostellazioni sopra menzionate, si ottiene la cifra di più di 110000 (centodiecimila) nuovi satelliti immessi nell’orbita terrestre, dal 2019 al 2035 circa.
Un esempio già attuale prima della messa in orbita di tutti le le megacostellazioni satellitari precedentemente esposte. Un’esposizione di 5:30 minuti catturata utilizzando il telescopio Blanco da 4 m di diametro dell’Osservatorio Astronomico di Cerro Tololo (CTIO), in Cile. Mostra 19 strisce che gli astronomi hanno attribuito ai satelliti Starlink. (Credito: National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory/CTIO/AURA/DELVE della NSF)
Quindi questi numeri vanno ad aggiungersi a tutti gli altri satelliti in orbita aventi altri scopi.
Riportiamo sinteticamente i dati raccolti dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sulle ultime cifre aggiornate al 20 settembre 2024 relative a satelliti e detriti spaziali, forniti dall’ufficio “Space Debris” dell’ESA presso l’ESOC a Darmstadt in Germania:
- Numero di lanci di razzi dall’inizio dell’era spaziale nel 1957: ~6740 (esclusi i guasti).
- Numero di satelliti che questi hanno posizionato nell’orbita terrestre: ~19590.
- Numero di questi ancora nello spazio: ~13230.
- Numero di questi ancora funzionanti: ~10200.
Inoltre:
- Numero di oggetti spaziali regolarmente tracciati: ~36860.
- Numero stimato di rotture, esplosioni, collisioni o eventi anomali: oltre 650.
- Massa totale di tutti gli oggetti spaziali in orbita terrestre: + 13000 tonnellate
(Non tutti gli oggetti sono tracciati e catalogati).
Numero di detriti stimati in base a modelli statistici in orbita:
- Detriti spaziali di dimensioni superiori a 10 cm: ~40500.
- Detriti spaziali di dimensioni superiori a 1 cm e fino a 10 cm: ~1100000.
- Detriti spaziali di dimensioni superiori a 1 mm e fino a 1 cm: ~ 130000000.
Nei prossimi articoli correlati a questo argomento vedremo nello specifico quali problemi reali possono portare queste interferenze satellitari con il monitoraggio della sfera celeste da parte degli astronomi e come ci sia un altro aspetto che aggrava ulteriormente questa “schermatura” del cielo stellato da parte delle costellazioni satellitari.
Un’impressionante fermo immagine tratto dall’ultimo filmato sui detriti spaziali realizzato dall’ESA: Time to Act. Il lancio dello Sputnik, il primo satellite dell’umanità, nel 1957 segnò l’alba di una nuova era per la gente di quel “piccolo puntino blu”. Decenni dopo, il nostro pianeta è ora circondato da veicoli spaziali che svolgono lavori mai fatti prima. Ma stanno andando incontro ad un problema enorme, condividono lo spazio con milioni di frammenti di detriti spaziali molto veloci e pericolosi (crediti: ESA).
Notizie, dati e considerazioni
Andrea Macchiarini
25 ottobre 2024
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