LE SETTE APPARIZIONI DI FATIMA E LA STORIA CONTINUA…

LE SETTE APPARIZIONI DI FATIMA E LA STORIA CONTINUA…

Madonna-Fatima100Fàtima nel 1917 è un piccolo paese del Portogallo centrale, di appena qualche dozzina di case, raccolte attorno alla Chiesa e al camposanto. Attorno i campi in pendenza, trattenuti a stento da muretti di pietra, sono cosparsi di olivi e di elci. Qualche tratto di terra è coltivato a cereali ed ortaggi che, con i prodotti delle greggi, danno di che vivere ai pochi abitanti. Sulle colline circostanti alcuni mulini a vento macinano il grano per il pane, che verrà cotto in paese in un grande forno comune. Uscendo dal paese e andando verso occidente, una stradicciola di campagna conduce ad una frazione di Fàtima chiamata Aljustrel: è qui che nacquero e vissero i tre piccoli protagonisti della storia di Fatima. Da Aljustrel,  salendo verso nord, dopo un paio di chilometri di sentiero si arriva ad una grande spianata verde a forma di anfiteatro che gli abitanti, appunto per questo, chiamano «Cova (o conca) da Iria»: è qui che la Madonna si manifestò ai tre pastorelli ed è qui che sorge oggi la Basilica di Fatima.

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Come tanti giovani del loro paese, Lucia Dos Santos di 10 anni e i due suoi cuginetti, Francesco Marto di 9 anni  e Giacinta Marto di 7, aiutavano i genitori portando a pascolare ogni giorno nei campi un piccolo gregge di pecore e di capre appartenente alle loro famiglie. Era la domenica del 13 Maggio 1917. I tre cuginetti, dopo aver assistito alla S. Messa nella Chiesa parrocchiale di Fàtima, tornarono ad Aljustrel per prepararsi a condurre al pascolo il loro gregge.

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Alcuni mesi prima di quel giorno e precisamente durante la primavera, l’estate e l’autunno dell’anno precedente i tre fanciulli ebbero, mentre si trovavano nei campi,  per tre volte la visione di uno splendido Angelo … “All’improvviso si è alzato un forte vento che scuoteva gli alberi attorno a noi e immediatamente abbiamo visto sopra gli ulivi una figura che si avvicinava. Sembrava un giovane dai 14 ai 15 anni di una grande bellezza, più bianco della neve che però il sole rendeva trasparente come se fosse di cristallo. Eravamo sorpresi e quasi rapiti. Non dicevamo una parola. Quando è arrivato vicino a noi ha detto: ‘Non abbiate paura. Sono l’Angelo della Pace. Pregate con me’. E inginocchiato per terra ha curvato la fronte fino al suolo”. Era una preparazione a quanto i tre pastorelli avrebbero presto vissuto.

 

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Quella domenica, quindi, del 13 maggio del 1917 il tempo era splendido e i tre bambini decisero di andare, questa volta, fino alla Cova da Iria, la grande radura a forma di anfiteatro delimitata verso Nord da una piccola altura. Era mezzogiorno. “Mentre giocavamo con Giacinta e Francesco in cima alla collina a fare piccole mura con i sassi, intorno ad un cespuglio di ginestra” racconta Lucia, “improvvisamente abbiamo visto una folgore, come dei lampi. -C’è una folgore di lampi!-, Ho detto ai miei cugini, -può darsi che venga il temporale, sarebbe meglio andare a casa-.  -Sì, certo-, mi hanno risposto loro. E abbiamo cominciato a discendere la collina guidando il gregge lungo la strada. Quando ad un certo punto siamo arrivati davanti ad un grande leccio a metà strada dal pendio, qui la luce ha sfolgorato ancora e pochi passi più avanti abbiamo visto una bella Signora vestita di bianco, ritta sopra un leccio, vicino a noi. Ella era più luminosa del sole, raggiante di una luce sfolgorante. Colpiti da stupore, ci siamo fermati davanti a questa visione. Eravamo così vicini a Lei da essere immersi nella luce che irradiava dalla sua Persona, alla distanza di circa un metro. Quindi la Signora ci ha detto: “Non abbiate paura, non vi farò del male”. -Da dove venite?- Ho domandato io a Lei, “Vengo dal Cielo” ha risposto la Signora. “Che cosa volete da me?” Ho chiesto ancora io. “Vengo per chiedervi di venire qui per sei mesi consecutivi, il giorno 13 alla stessa ora. In seguito vi dirò cosa voglio. E ritornerò qui ancora una settima volta”… Ha  quindi cominciato ad ascendere lievemente salendo verso oriente. La luce che la circondava sembrava aprire un sentiero di fronte a Lei, finché Ella alla fine scomparve nell’immensità dello spazio; ecco perché noi a volte abbiamo detto di aver visto il Cielo aprirsi».

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Durante l’apparizione solo Lucia aveva conversato con la «Signora»; Giacinta aveva sì udite le Sue parole, ma non aveva parlato; Francesco non aveva neppure udito quello che la Signora diceva. Tutti e tre però l’avevano vista, straordinariamente bella, vestita con una tunica bianca che scendeva fino ai piedi e con un lungo mantello che le copriva il capo, con la bianca corona del Rosario nella mano destra e con i piedi poggiati su una piccola nube, al di sopra del leccio. La loro meraviglia e la loro gioia era al colmo. Giacinta, come fuori di sé, batteva le mani esclamando: «Che bella Signora! Che bella Signora! Era la Santa Vergine!». Quel pomeriggio passò in un baleno. I tre fanciulli non sapevano staccarsi dal leccio dove la «Signora era apparsa», e solo quando il sole stava già per tramontare, fu Lucia a richiamare i cuginetti alla realtà: raccolse il gregge e, raccomandando di non dire a nessuno quanto avevano visto, riprese la strada di casa. A casa però la piccola Giacinta non seppe tacere: «Mammina! Io ho visto la Santa Vergine alla Cova da Iria! E anche Francesco l’ha vista…»… (http://medjugorje.altervista.org/doc/apparizioni/fatima/01-storiadifatima.php). Il danno era fatto. Francesco non potè smentire Giacinta e anche Lucia, successivamente interrogata, dovette ammettere che ciò che aveva detto Giacinta era la Sacra Verità. Per il terzo mese consecutivo la Vergine riapparve nuovamente il 13 luglio 1917 ed è in questa apparizione che la Madonna rivela ai veggenti il messaggio di Fatima diviso in tre parti di cui la terza parte dovrà essere divulgata, secondo il volere della Madonna, solo nel 1960.

La prima parte del Messaggio di Fatima racchiude la visione dell’inferno.

PRIMA PARTE MESSAGGIO DI FATIMA:
“La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto la terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza però né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e riluttanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di terrore.”

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pastorelli dopo la visione  dell’inferno

La seconda parte è una  continuazione, come afferma Lucia, della prima parte del messaggio. La Madonna, non solo annuncia l’inizio di “una guerra ancora peggiore di quella in corso”, ma parla della consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato. Inoltre dice che Dio manderà un “grande segno”:  una notte illuminata da una luce sconosciuta.

SECONDA PARTE MESSAGGIO DI FATIMA:
“Avete visto l’Inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato.
Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire (si tratta della prima guerra mondiale 1914-1918); ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta (Lucia ritenne che la “straordinaria” aurora boreale nella notte del 25 Gennaio 1938 era il segno di Dio per l’inizio della guerra), sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e alla comunione riparatrice nei primi sabati (questa promessa di tornare si è avverata il 10 Dicembre 1925, quando la Madonna apparve a Lucia a Pontevedra, in Spagna). Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà, il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà,  e sarà concesso al mondo un periodo di pace”.

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Solamente nel 1940 Lucia di Fatima potè scrivere la prima lettera al Papa trasmettendogli le prime due parti del messaggio e sottolineando che “fino al 1926 tutto questo rimase sotto silenzio per espresso ordine della Madonna”. La terza parte rimase nel cuore di Lucia fino al 3 gennaio 1944 quando la mise per iscritto in una lettera indirizzata al vescovo di Leiria, mons. José de Silva, che glielo aveva espressamente ordinato in occasione della visita alla veggente costretta a letto da una grave pleurite. Il documento rimasto segreto, fu poi portato a Lisbona e da lì, tramite la Nunziatura Apostolica in Portogallo, fu portato e mostrato a papa Giovanni XXIII a Roma, il quale dopo averlo letto lo fece sigillare e depositare negli Archivi Segreti Vaticani. Lì vi rimase per 48 anni, letto solo dai successivi pontefici, che non vollero diffonderlo nonostante la Vergine ne avesse chiesto la divulgazione nel 1960.  Solamente il 13 maggio dell’anno 2000 a Fatima, il cardinale, Segretario di Stato Angelo Sodano, ricevette una comunicazione che anticipava i contenuti della terza parte del ‘segreto’, autorizzando la Congregazione per la Dottrina della Fede a divulgarlo con opportuno commento teologico, redatto dall’allora Prefetto, il card. Joseph Ratzinger. Finalmente quindi il mondo viene a conoscenza della visione del terzo messaggio di Fatima che poi vedremo più avanti essere solamente parziale. Che motivo avrebbe avuto infatti la Chiesa di tenere per così tanto tempo celato questo segreto se si trattava solamente della visione diffusa dal vaticano?

Ecco la visione dei tre veggenti, durante la rivelazione della Madonna della Terza parte del segreto di Fatima, avvenuta il 13 luglio 1917 e scritta da Lucia solamente il 3 gennaio 1944.

TERZA PARTE MESSAGGIO DI FATIMA:
La terza parte del segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria-Fatima. Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il Signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia Santissima Madre.
Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto le due braccia della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio. Tuy-3-1-1944».

Ma ritorniamo indietro. Il messaggio venne portato a Roma quindi dopo il 3 gennaio 1944 e la Chiesa decise di tenerne segreta la terza parte. Se ne aspettava la divulgazione per l’anno 1960 tramite il Papa, ma l’attesa andò delusa. Il giornale tedesco “Neues Europa” del 15 ottobre 1963, però, affermò di sapere, tramite un’indiscrezione diplomatica, che il “documento” sarebbe stato inviato dalle autorità vaticane a quelle diplomatiche degli Stati Uniti, dell’ex Unione Sovietica e dell’Inghilterra, ritenendo la conoscenza di questo messaggio necessaria, anzi indispensabile, alla buona riuscita della convenzione riguardante la cessazione degli esperimenti nucleari.
Nel 1965, su richiesta di una dama dell’ordine di San Vincenzo, venne pubblicato dal settimanale “Il Borghese” del 9 settembre, e successivamente anche il periodico “L’Araldo di San Antonio” lo pubblicò sul numero 15 del Maggio 1975. L’autenticità di tale messaggio non risulta essere mai stata smentita dal Vaticano.

Ecco di seguito il Terzo Segreto di Fatima secondo la versione diffusa dal News Europa, giornale cattolico del 1963, diffusa negli anni successivi, tra gli altri, anche da Eugenio Siragusa e Giorgio Bongiovanni.

TERZO SEGRETO DI FATIMA DIFFUSO NEL 1963 DAL NEWS EUROPA:
“Non aver timore, cara piccola. Sono la Madre di Dio, che ti parla e ti domanda di rendere pubblico il presente Messaggio per il mondo intero. Ciò facendo incontrerai forti resistenze. Ascolta bene e fa attenzione a quello che ti dico:  Gli uomini devono correggersi. Con umili suppliche, devono chiedere perdono dei peccati commessi e che potessero commettere. Tu desideri che Io ti dia un segno, affinché ognuno accetti le Mie parole che dico per mezzo tuo, al genere umano. Hai visto il prodigio del Sole, e tutti credenti, miscredenti, contadini, cittadini, sapienti, giornalisti, laici, sacerdoti, tutti lo hanno veduto.  Ed ora proclama a Mio Nome: Un grande castigo cadrà sull’intero genere umano, non oggi, né domani, ma nella seconda metà del Secolo XX.
Lo avevo già rivelato ai bambini Melania e Massimino, a la “Salette”, ed oggi lo ripeto a te, perché il genere umano ha peccato e calpestato il dono che avevo fatto. In nessuna parte del mondo vi è ordine e Satana regna sui più alti posti, determinando l’andamento delle cose.
Egli effettivamente riuscirà ad introdursi fino alla sommità della Chiesa; egli riuscirà a sedurre gli spiriti dei grandi scienziati che inventano le armi, con le quali sarà possibile distruggere in pochi minuti gran parte dell’umanità. Avrà in potere i Potenti che governano i popoli e li aizzerà a fabbricare enormi quantità di quelle armi. E se l’ umanità non dovesse opporvisi, sarò costretta a lasciar libero il braccio di Mio Figlio.
Allora vedrai che Iddio castigherà gli uomini con maggior severità che non abbia fatto con il diluvio. Verrà il tempo di tutti i tempi e la fine di tutte le fini, se l’umanità non si convertirà; e se tutto dovesse restare come ora, o peggio, dovesse maggiormente aggravarsi, i grandi e i potenti periranno insieme ai piccoli e ai deboli. Anche per la Chiesa verrà il tempo delle sue più grandi prove. Cardinali si opporranno a Cardinali; Vescovi a Vescovi. Satana marcerà in mezzo alle loro file e a Roma ci saranno cambiamenti. Ciò che è putrido cadrà e ciò che cadrà più non si alzerà. La Chiesa sarà offuscata e il mondo sconvolto dal terrore.
Tempo verrà che nessun Re, Imperatore, Cardinale o Vescovo aspetterà Colui che tuttavia verrà, ma per punire secondo i disegni del Padre Mio. Una grande guerra si scatenerà, nella seconda metà del XX Secolo. Fuoco e fumo cadranno dal cielo, le acque degli oceani diverranno vapori e la schiuma si innalzerà sconvolgendo e tutto affondando. Milioni e Milioni di uomini periranno di ora in ora, coloro che resteranno in vita invidieranno i morti.
Da qualunque parte si volgerà lo sguardo, sarà angoscia, miseria, rovine in tutti i paesi. Vedi? Il tempo si avvicina sempre più e l’abisso si allarga senza speranza. I buoni periranno insieme ai cattivi, i grandi con i piccoli, i Principi della Chiesa con i loro fedeli e i regnanti con i loro popoli. Vi sarà morte ovunque a causa degli errori commessi dagli insensati e dai partigiani di Satana il quale allora, e solamente allora, regnerà sul mondo, in ultimo, allorquando quelli che sopravvivranno ad ogni evento, saranno ancora in vita, proclameranno nuovamente Iddio e la Sua Gloria e lo serviranno come un tempo, quando il mondo non era così pervertito.
Va, mia piccola, e proclamalo. Io a tal fine sarò sempre al tuo fianco per aiutarti”.

Ma ritorniamo nuovamente al 1917. Il 13 di ottobre la Vergine Santa appare per l’ultima volta ai tre pastorelli. È la sesta apparizione preannunciata dalla Madre di Dio, dove, alla presenza di circa 70 mila persone, manifesta la prova della sua presenza divina attraverso il cosiddetto “Miracolo del Sole”.

 

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Di seguito il resoconto di quel giorno da un testimone oculare, il dott. José Maria de Almeida Garrett, professore alla Facoltà di Scienze di Coimbra, Portogallo.
“Saranno state circa le tredici e trenta pomeridiane quando, nel punto esatto dove si trovavano i fanciulli si alzò una colonna di fumo, sottile, bella e azzurrina, che si estendeva per almeno due metri sopra le loro teste, e a quella altezza evaporava. Questo fenomeno, perfettamente visibile a occhio nudo, durò pochi secondi. Non avendo preso nota della sua durata, non so dire se era più o meno di un minuto. Il fumo si dissolse improvvisamente, e dopo un po’ si riformò una seconda volta, e poi una terza. Il cielo, che era stato nuvoloso tutto il giorno, improvvisamente si schiarì: la pioggia cessò e sembrò che il sole stesse per riempire di luce la campagna circostante, che in quella mattinata invernale appariva così malinconica. Io stavo guardando il luogo delle apparizioni in una serena, anche se fredda, aspettativa di qualcosa che doveva accadere, e la mia curiosità diminuiva per il lungo tempo che era passato senza che nulla attirasse la mia attenzione. Il sole, pochi istanti prima, si era fatto largo tra la spessa coltre di nuvole che lo nascondevano e ora risplendeva chiaro e intenso. Improvvisamente udii il clamore di centinaia di voci e vidi che la folla si sparpagliava ai miei piedi … voltava la schiena al luogo dove, fino a quel momento, si era concentrata la sua attesa e guardava verso il sole dall’altro lato. Anche io mi sono rivoltato verso il punto che richiamava lo sguardo di tutti e potei vedere il sole apparire come un disco chiarissimo, con i contorni nitidi, che splendeva senza offendere la vista. Non poteva essere confuso con il sole visto attraverso una nebbia (che non c’era in quel momento) perché non era né velato né attenuato. A Fatima esso manteneva la sua luce e il suo calore e si stagliava nel cielo con i suoi nitidi contorni, come un largo tavolo da gioco. La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare, per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi gli occhi o danneggiare la retina. [Durante questo tempo] il disco del sole non rimase immobile: aveva un movimento vertiginoso [ma] non come lo scintillìo di una stella in tutto il suo splendore perché esso girava su se stesso in folli giravolte.

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Durante il fenomeno solare che ho appena descritto, avvenne anche un cambiamento di colore nell’atmosfera. Guardando verso il sole, ho notato che tutto stava diventando più scuro. Ho guardato prima gli oggetti più vicini e poi ho esteso il mio sguardo ai campi fino all’orizzonte. Vidi ogni cosa assumere il colore dell’ametista. Gli oggetti intorno a me, il cielo e l’atmosfera, erano dello stesso colore. Ogni cosa, sia vicina che lontana era cambiata, assumendo il colore di un vecchio damasco giallo. Sembrava che la gente soffrisse di itterizia e io ricordo di aver provato un senso di divertimento vedendo le persone sembrare così brutte e sgradevoli. La mia stessa mano era di tale colore. Poi, improvvisamente, si udì un clamore, un grido di angoscia prorompere da tutti. Il sole, roteando selvaggiamente, sembrò staccarsi all’improvviso dal firmamento e, rosso come sangue, avanzare minacciosamente verso la terra come per schiacciarci con il suo peso immenso e ardente. Durante quei momenti provai una sensazione veramente terribile. Tutti i fenomeni che ho descritto furono da me osservati in uno stato d’animo calmo e sereno, senza alcun disturbo emotivo. Interpretarli e spiegarli è compito di altri. Debbo dichiarare infine che mai, prima o dopo il 13 ottobre [1917] ho assistito a simili fenomeni atmosferici o solari”.

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Altre testimonianze:
“Le nuvole si aprirono e il sole al suo zenit apparve in tutto il suo splendore. Iniziò a girare vertiginosamente sul suo asse, come il più magnifico fuoco d’artificio che si possa immaginare, assumendo tutti i colori dell’arcobaleno e lanciando bagliori di luce multicolore. Questo sublime e incomparabile spettacolo, che si è ripetuto per tre volte, è durato per circa dieci minuti. L’immensa moltitudine, sopraffatta dall’evidenza di tale tremendo prodigio, si gettò in ginocchio”.Manuel Nunes Formigão, sacerdote professore del seminario di Santarem
“Mi sento incapace di descrivere ciò che vidi. Guardai fissamente il sole che sembrava pallido e non feriva gli occhi. Sembrava una palla di sole girante su se stessa. Improvvisamente sembrava scendere a zig-zag minacciando la terra. Terrorizzato, corsi e mi nascosi tra la folla, la quale stava piangendo e aspettava la fine del mondo come imminente”. Joaquim Maria Lourenço, che si trovava a Alburitel, 18 km da Fatima

“All’una del pomeriggio, mezzogiorno secondo l’ora solare, la pioggia cessò. Il cielo, di colore grigio perlaceo, illuminò il vasto arido paesaggio con una strana luce. Il sole era come coperto da un velo trasparente cosicché gli occhi potevano facilmente fissarlo. Il colore grigio madreperla mutò in una tonalità di argento. Le nuvole si scostarono e il sole argentato, avvolto in una luce grigia, è stato visto ruotare e girare nel cerchio apertosi tra le nuvole […] La luce mutò in un bel blu, come se fosse passata attraverso le finestre colorate di una cattedrale, e si stendeva sulla folla che era inginocchiata con le mani distese. […] La gente piangeva e pregava con le teste scoperte, alla presenza del miracolo che avevano atteso. I secondi sembravano come ore da quanto erano intensi” Dal quotidiano lisbonese O dia del 17 ottobre 1917

Il 13 ottobre 1917 molte migliaia di persone, attirate anche dalla notevole rilevanza che la stampa portoghese aveva dato al fenomeno, si riunirono nella Cova. Nonostante la pioggia battente avesse reso la Cova un campo fangoso, la folla aveva raggiunto un numero elevato, che alcuni partecipanti stimarono tra i 30.000 e 100.000. Erano presenti anche alcuni giornalisti, tra i quali Avelino de Almeida redattore capo di O Século, un importante quotidiano locale di Lisbona che pubblicò un articolo il 15 di ottobre sulla prima pagina del suo giornale dal titolo: “COISAS ESPANTOSAS! COMO O SOL BAILOU AO MEIO DIA EM FÁTIMA”.

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Ma questi prodigi e eventi miracolosi colmi di grazia divina non esentarono i tre fanciulli dalle pesantissime prove, difficoltà, ostacoli, persecuzioni e sofferenze poste continuamente dinanzi al loro cammino. Giacinta e Francesco furono chiamati a offrire la loro sofferenza anche fisica ancora per poco tempo mentre Lucia dovette proseguire il suo cammino fino alla vecchiaia.
Dopo le apparizioni, Lucia, Giacinta e Francesco cominciarono a trascorrere lunghe ore in preghiera, specialmente nella recita del Santo Rosario, tanto raccomandato dalla Madonna. Le parole della Vergine: “Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte, molte anime vanno all’Inferno perché non vi è chi preghi e si sacrifichi per loro…”, si stamparono indelebilmente nel loro cuore e furono il faro di tutte le loro azioni.
Fin dal tempo delle prime apparizioni i bambini presero l’abitudine di dare la loro merenda ai poveri. Per saziare gli stimoli della fame si nutrivano alla meglio con radici, ghiande, frutti selvatici. “Così si convertiranno più peccatori” – diceva Giacinta. Le loro giornate erano puntellate di giaculatorie, atti d’amore a Gesù e Maria. Giacinta ripeteva spesso: “Voglio tanto bene a Nostro Signore e alla Madonna che non mi stanco mai di dir loro che li amo”. Sicuri, per la promessa della Madre Celeste, di dover lasciare presto la terra, essi preferivano spesso saltare la scuola per fermarsi in chiesa a pregare. Soprattutto Francesco, che provava un’attrazione vivissima a consolare Gesù per i peccati con cui veniva offeso, restando in silenziosa preghiera davanti al Tabernacolo, diceva sovente a Lucia: “Senti, va’ tu a scuola e io resto qui in chiesa con Gesù Nascosto. Tanto, per me non vale la pena di imparare: fra poco me ne vado in Cielo… Al ritorno passa a chiamarmi”. E là lo ritrovava lei qualche ora dopo, in un angolo accanto al Tabernacolo.  Consolare Gesù e Maria era il suo proposito. Stava molto tempo in solitudine, tra le rocce e gli alberi per pregare in silenzio, come un piccolo eremita. Giacinta praticava l’immolazione nascosta per salvare i peccatori, portando una corda stretta attorno al corpo e sopportando in spirito di penitenza ogni contrarietà. Alla fine della sua vita, gravemente ammalata, fu ricoverata in un ospedale di Lisbona, dove morì da sola. “O mio Gesù – furono le sue parole –, ora puoi convertire molti peccatori, perché questo sacrificio è molto grande…”.

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Francisco Marto
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Giacinta Marto

Seppur di così giovane età , così come profetizzato dalla Vergine,  i due bambini più piccoli abbandonarono presto il proprio corpo fisico sulla terra per raggiungere il loro Cielo.  La sera del 4 aprile 1919 Francisco , colpito dalla epidemia di polmonite, la terribile “spagnola”, dopo aver recitato il Rosario con sua sorellina Giacinta, giunta la notte salutò Lucia, dandole un arrivederci in Cielo, poi disse alla madre: «Guarda, mamma, che bella luce là, vicino alla porta!». Il suo volto si illuminò di un sorriso solare e spirò. Erano le 10 di sera. Ancora non aveva 11 anni. Quasi un anno dopo Giacinta affetta dalla stessa malattia morì il 20 febbraio 1920 a nove anni e undici mesi in seguito a grande sofferenza.
Il 16 giugno 1921 Lucia lascia Fatima per sempre. Vi ritornerà solamente molti anni più tardi in visita. Lucia Dos Santos o De Jesus, dal cognome materno come si usa nei Paesi Iberici, restò quindi ad Aljustrel fino al 16 giugno 1921, quando partì per Oporto, dove fu ricevuta come alunna interna nel Collegio delle Suore Dorotee a Vilar alla periferia della città. Il 24 ottobre 1925 entrò a far parte dell’Istituto di Santa Dorotea, mentre contemporaneamente fu ammessa come postulante nel convento della stessa Congregazione a Tuy in Spagna, vicino alla frontiera portoghese.
Il 2 ottobre 1928 pronunciò i suoi primi voti come sorella conversa, prendendo il nome di religiosa di suor Maria Lucia dell’Addolorata. Dopo sei anni, il 3 ottobre 1934 pronunciò i voti perpetui.
In occasione della rivoluzione comunista in Spagna, sfociata nella sanguinosissima Guerra Civile (1936-1939) con migliaia di sacerdoti e religiosi massacrati, per ragioni di sicurezza venne trasferita nel Collegio di Sardão, a Vila Nova de Gaia, dove rimase per qualche tempo.

 

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Il 20 maggio 1946, suor Lucia poté rivedere il luogo delle apparizioni, andando alla Cova da Iria e nei luoghi delle precedenti visioni. Il 25 marzo 1948, lasciò l’Istituto di Santa Dorotea e a 41 anni, entrò nel Carmelo di San Giuseppe a Coimbra con il nome di suor Maria Lucia del Cuore Immacolato; la scelta di un Ordine di clausura fu approvata dal vescovo di Coimbra e da papa Pio XII. Il 13 maggio 1949, suor Lucia vestì l’abito di S. Teresa e il 31 maggio 1949 divenne carmelitana scalza.

 

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Un giorno di aprile, il 5, del 1989, verso mezzogiorno, un giovane di 26 anni esce dal lavoro per andare a pranzo con la sua famiglia. Il ragazzo vive in una piccola cittadina delle Marche chiamata Porto Sant’Elpidio ma  le sue radici provengono dalla Sicilia orientale e precisamente da un piccolo paesino chiamato Floridia accanto alla città di Siracusa dove dal 29 agosto al 1º settembre del 1953 accadde un grande prodigio documentato da immagini e analisi, riconosciuto dalla chiesa e ritenuto inspiegabile dalla scienza.

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Esattamente dieci anni prima della nascita di quel giovane quindi, il quadretto in gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria inizia a lacrimare copiosamente nella casa di due sposi. La Vergine rimarrà nella storia come la Madonna delle lacrime di Siracusa. Non lacrime di sangue quindi ma lacrime umane. Lacrime di gioia e consolazione.
Ma ritorniamo al 5 aprile del 1989. Mentre il giovane si incammina verso la sua auto, avvicinandosi scorge una Signora che gli pare lo stia aspettando. Lo colpisce la luminosità che emana questo Essere e avvicinandosi si rende conto che la Signora vestita di bianco è sospesa da terra. Lo saluta, gli dice di chiamarsi Myriam e lo invita a prepararsi a successivi incontri.
Seguono nuove apparizioni, sempre più intense, fino a quando la Vergine invita  il giovane a recarsi a Fatima poiché lì gli avrebbe dato un segno che avrebbe visto tutta l’umanità. Il 2 di Settembre del 1989, Giorgio Bongiovanni, accompagnato da due amici spagnoli (Ramon e Giuliana Mouriño la madre di Emmanuel Mouriño) è in ginocchio sotto la grande quercia che domina la piazza del santuario. Raccolto in preghiera il giovane aspetta la bianca Signora. 12 rose rosse sono in dono per Lei. Come promesso la Madre Celeste lo chiama. Giorgio cade in estasi, “Figlio mio, sei disposto a portare una parte della sofferenza di mio Figlio Gesù?”. “Si, Madre” risponde Lui, mentre vede partire dal petto della Vergine, adornato da una rosa rossa, due fasci di luce che colpiscono i palmi delle sue mani. Giorgio cade all’indietro. Gli amici presenti accorrono in suo aiuto e vedono formarsi sul dorso delle sue mani una sorta di rigonfiamento che piano piano si lacera, come se un chiodo spingesse da sotto a sopra, per aprirsi poi lentamente in una profonda ferita che trapassa completamente i palmi. I dolori sono lancinanti e il trauma spirituale profondo.

 

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Le copiose sanguinazioni quotidiane avvengono anche più volte al giorno e sono dolorosissime.
Nonostante i tentativi si rende conto che non può continuare a lavorare e si vede costretto a vendere la sua piccola, ma pur fruttuosa attività. D’ora innanzi ogni sua risorsa spirituale, fisica, umana e materiale, compreso ciò che gli verrà donato o prestato, sarà impiegata totalmente nella missione affidatagli dalla Vergine. Infatti, oltre a stimmatizzarlo, la Madonna gli assegna come primo compito la divulgazione del Terzo Segreto di Fatima che la Chiesa Cattolica e Suor Lucia, l’unica dei tre veggenti ancora in vita, avrebbero dovuto diffondere già dal 1960 in obbedienza alle Sue disposizioni.

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Durante le sanguinazioni Giorgio ha anche la visione del Maestro Gesù che subentra nella guida della missione alla Vergine la quale, invece, gli apparirà solo in specifici momenti della sua vita, spesso per consolarlo o per alleviare i tanti patimenti di cui si rivela presto costellato il suo cammino. Con i primi viaggi per il mondo comincia anche la prima parte della missione di Giorgio Bongiovanni. Spagna, Argentina, Uruguay, Paraguay, Russia per poi più avanti visitare paesi come Messico, Cile, Colombia, Stati Uniti, Brasile, Perù, Australia e vari stati Europei. A Montevideo Giorgio incontra la regina Sofia di Spagna alla quale mostra le stimmate, sarà lei stessa poi, il 27 ottobre 1990 a Madrid, a presentargli l’allora presidente dell’Unione Sovietica Michail Gorbaciov e sua moglie Raissa. Al Premier russo il giovane stigmatizzato chiede il permesso di portare il Terzo Segreto di Fatima nel suo paese, concessione che gli verrà accordata.
Sono numerosissimi anche gli incontri con la gente comune che vuole conoscere la sua storia e che lo segue attraverso conferenze, riunioni, trasmissioni televisive e radiofoniche in tutto il mondo. Mentre il prodigio della sanguinazione dai segni sacri delle stigmate si compie costantemente. E’ durante questo prodigio che Giorgio dopo pochi anni riceve dal Maestro Gesù i sigilli della Sua crocifissione anche nei piedi, nel costato e nella fronte. Segni presenti permanentemente sul corpo di Giorgio. Solamente la croce dopo circa otto anni e mezzo viene resa invisibile dalla Vergine ma così come la lacrimazione di sangue e la sanguinazione dalla corona di spine si renderà nuovamente palese per annunciare grandi eventi di sofferenza per l’umanità. I messaggi che Giorgio riceve dal Maestro Gesù contengono in sé elementi tanto semplici quanto rivoluzionari. La reincarnazione, la vita nell’universo, la vera essenza della Chiesa, la legge evolutiva di Causa-Effetto, i severi ammonimenti agli uomini violenti ed egoisti, i richiami contro le guerre e le crudeltà inflitte ai più poveri e ai più innocenti così come gli attacchi diretti ai dittatori e agli empi.

Ma ritorniamo al 1989. Il 25 agosto Giorgio si reca a Coimbra insieme a suo fratello Filippo presso il monastero di Santa Teresa per incontrare Lucia di Fatima che si trova rinchiusa in clausura. Giorgio trasmette a Lucia, anche se attraverso un paravento che non le permette di vederla, l’importanza di divulgare al più presto il terzo segreto di Fatima. Infatti questa era la volontà della Madre Celeste, la quale a Fatima aveva ribadito nuovamente a Giorgio nella recente apparizione che  l’umanità si trovava in grande pericolo, verso il punto di non ritorno. Lucia durante quell’incontro non parla. Al suo posto risponde la Madre Superiora che sottolinea la sottomissione di Suor Lucia alla volontà del Papa e della Chiesa. Giorgio e suo fratello quindi lasciano il convento dopo aver manifestato la propria disapprovazione a quella che avevano definito “la disubbidienza di Fatima”.
La Madonna aveva chiesto che il terzo messaggio dato ai tre pastorelli venisse reso pubblico nel 1960. Era il 1989 e ancora questo era mantenuto segreto all’interno dello stato del vaticano.
Nell’anno 2000 la chiesa finalmente decide di diffondere la visione che riguarda il terzo segreto di Fatima ma non la spiegazione data dalla Vergine a Lucia così come aveva fatto per le altre due parti del messaggio. Leggendo infatti il terzo segreto di Fatima divulgato dalla Chiesa Cattolica non si comprende il timore che poteva avere la chiesa a non diffonderlo prima di quel tempo. Doveva esserci dell’altro.

In tutti questi anni Suor Lucia di Fatima è vissuta nel Carmelo di Coimbra, appartata e silenziosa per ben 57 anni, rispondendo solo alle richieste di chiarimenti e precisazioni del vescovo e dei papi, ed è morta a 98 anni il 13 febbraio 2005. Dopo un anno, il 19 febbraio 2006, la sua salma è stata trasferita nella Basilica della Vergine di Fatima, accanto agli altri due veggenti, i Beati Francesco e Giacinta Marto.

Giorgio Bongiovanni ha proseguito instancabilmente la missione affidatagli dalla Vergine in tutto il mondo diffondendo il terzo segreto di Fatima, annunciando il ritorno di Gesù Cristo sulla terra, la prossima manifestazione di Esseri provenienti da lontani lidi dell’universo (una delle rivelazioni contenute nel messaggio di Fatima mai divulgata), con una sempre più attiva presenza nell’ambito sociale attraverso la nascita dell’associazione Funima International di cui è l’ideatore e il fondatore che si occupa del sostegno di comunità in favore dei bambini disagiati sia in Latino America che in Italia, così come in passato avvenne per l’Africa, e attraverso la fondazione di “Antimafia Duemila”, quotidiano On line e rivista periodica cartacea, della quale Giorgio è fondatore e direttore. Attraverso la fondazione di questo giornale Giorgio si dedica quindi, nella terza e ultima parte della sua missione, anche alla lotta contro la mafia e sistemi criminali connessi che lo vedono impegnato anche qui attraverso inchieste, conferenze, manifestazioni pubbliche, in sostegno ai giusti che lottano per la Verità e la Giustizia. La Vergine lo aveva incaricato di smascherare il volto dell’Anticristo, inteso non tanto come un personaggio che incarna in sé il male, ma come quell’insieme di forze negative che soggiogano il mondo. E la mafia, spiega Giorgio, è una di queste e rappresenta la via più veloce per arrivare al compimento della sua missione. Lo studio della criminalità quindi non solo da un punto di vista tecnico e giornalistico, ma anche in chiave spirituale, rappresenta per tutti un’ulteriore presa di coscienza della battaglia in atto su questo pianeta. La battaglia di Armaghedon, lo scontro finale tra bene e male.

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A fine agosto del 2014 durante una nuova visione Giorgio riceve dalla Vergine una nuova  chiamata. Dopo 25 anni deve ritornare a Fatima.
Un appuntamento di straordinaria importanza. Leggete e capirete il perché.
La storia di Fatima continua ….

Con Devozione profonda
Sonia Alea

22 Gennaio 2015