Incontro con la “Libera comunità degli Apostoli della Fede” di Nuvolera (Brescia)
L’Unione delle anime nel rispetto delle Leggi Universali compone il corpo mistico di Cristo. Ecco rivelata in queste poche parole la chiave per capire la fondamentale importanza del valore dell’unione nelle comunità cristiane. Non solo. Dell”unione tra i tanti movimenti laici e spirituali nel mondo che lottano in favore della vita sostenendo cause giuste e sposando i valori evangelici. Ci siamo recati oggi al rientro dal viaggio in Uruguay presso una delle comunità cristiane degli Apostoli della Fede che fanno capo al veggente Rino Celin nato dalla Missione Divina di Basilio Roncaccia, dipartito nell’anno 1959, il cui intento era quello di riformare la chiesa cattolica corrotta dal potere. Rino Celin, assunta la Missione Divina nel 1946, nella sede di Torre di Padova fonda la sua comunità che si diffonde poi nel Veneto a Padova e Vicenza, in Lombardia a Brescia e in altre parte d’Italia.
I messaggi che riceve dal Cielo vertono alla osservanza dei dettami del Vangelo nella esaltazione della figura del Cristo come figlio di Dio e della sua missione salvifica. Punto di riferimento dell’opera di Rino sono i testi evangelici, in particolare il vangelo di Giovanni e i vangeli apocrifi ai quali si aggiungono dottrine gnostiche, antroposofiche e teosofiche. Nel 1998 Rino Celin incontra Giorgio Bongiovanni impartendole la sua benedizione: “Porterai il tuo messaggio in tutto il mondo” gli disse, iniziandolo come membro della missione degli Apostoli della Fede. Dopo tanti anni Giorgio, ispirato dal Cielo, si reca in una delle comunità che proseguono il messaggio di Celin (scomparso nel 2003) che si trova a Nuvolera (Brescia) guidata dal signor Giacomo Simonelli e dal figlio Roberto i quali lo accolgono con grande affetto e umiltà. Le altre comunità non hanno finora risposto affermativamente alla possibilità di una visita di Giorgio che attende comunque la possibilità di un’apertura nel futuro. Entriamo all’interno della sala accompagnati da alcuni carissimi fratelli dove la cerimonia domenicale ha inizio. Circa 150 persone compostamente sedute intonano canti di gloria al Signore. Roberto prende la parola con la lettura di un passo del Vangelo:
“Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione.15Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. 16Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: 18Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, 19e predicare un anno di grazia del Signore. 20Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». 22Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!». 24Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria. 25Vi dico anche: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro». 28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò” (Luca 4,14-30).
L’evangelista Luca ci trasmette questo evento accaduto durante i giorni della predicazione di Gesù in Galilea che ci invita ad una profonda riflessione. Roberto commentando il passo del Vangelo parla dell’importanza di riconoscere la propria guida e quindi l’autorità di colui che è chiamato da Cristo a guidare i propri fedeli e dopo aver dato spazio alle riflessioni delle anime in sala presenta Giorgio alla comunità invitandolo a dare il suo messaggio. Con profonda umiltà, dopo aver accennato alla sua missione nel mondo, ai segni ricevuti dalla Vergine Madre a Fatima e presenti ancora oggi sulle sue mani, sui suoi piedi, sul costato e invisibile la croce sulla fronte, Giorgio racconta l’incontro avvenuto con la loro guida Rino Celin. “Di Maestro c’è né uno solo ed è Gesù Cristo, noi siamo tutti fratelli al Suo servizio” dice riferendosi al passo del Vangelo e alle parole di Roberto appena pronunciate, rammentando che le guide spirituali sono dei fratelli ai quali viene affidato il compito di guidare le comunità divenendo quindi servi dei propri fratelli così come Cristo ci ha insegnato quando lavò i piedi ai suoi apostoli, quando salvò Pietro dal proprio karma risanando l’orecchio del soldato romano e nel suo continuo, sublime ed incomparabile esempio, fino a dare la vita per tutti noi. Giorgio si sofferma quindi a parlare dell’importanza dell’unione spirituale spiegando che il valore dell’umiltà è il vero segreto per poter vincere l’antico nemico che tenta in tutti i modi di dividere i fratelli facendo leva sui negativi valori dell’arroganza, dell’invidia e della gelosia. “L’unione deve essere vissuta prima di tutto interiormente” sostiene “ma quando Cristo ci chiama a vivere quell’unione anche materialmente all’interno delle nostre comunità, dobbiamo manifestarla anche fisicamente trasmettendo al fratello il nostro amore con un abbraccio, con la comprensione, con la tolleranza” prosegue ricordando che questa forma di agire amplifica il vincolo spirituale che ci unisce saldando la nostra unione. “Quando un fratello si allontana giudicando il nostro operato, a volte sbagliando, noi dobbiamo andare a cercarlo, ciascuno di noi deve sempre spingere verso l’unione superando se stesso, il proprio orgoglio, le proprie ragioni, perchè se ci dividiamo abbiamo perso”. Roberto riprende la parola leggendo alcuni importanti messaggi e passi biblici che esortano alla “Volontà di amare Cristo in quanto al resto ci pensa Lui” perchè Lui è la Causa di tutto, Lui infiamma i cuori, Lui dona la grazia dell’Amore perché Lui è la matrice dell’Amore. Giorgio ribadisce che la vera Unione dei fratelli in Cristo genera quell’Amore che è la linfa vitale dell’Uomo, la scintilla della gioia interiore. “Le forze del male rimangono unite nella paura, le forze del bene invece devono rimanere unite nell’Amore” rammenta. I pensieri delle belle anime presenti fanno scaturire delle domande. Giorgio, invitato da Roberto, risponde spiegando il significato di alcuni passi dell’apocalisse di Giovanni: “PRESTO I 4 CAVALIERI DELL’APOCALISSE (ACQUA, ARIA, TERRA E FUOCO) FERIRANNO A MORTE IL DRAGONE E LA BESTIA CHE PARLANO LA MEDESIMA LINGUA. SARANNO COLPITI ANCHE NUMEROSI LORO SEGUACI, RICCHI E POVERI LORO SCHIAVI E SUDDITI (Apocalisse, cap. 19 e 20) http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-2016/6773-apocalisse-di-giovanni-le-due-bestie.html, ricordando il grande segno che apparirà nel cielo prima della manifestazione di Gesù Cristo sulla terra e l’instaurazione del regno promesso. Al termine della bellissima cerimonia un fratello della comunità ringrazia Giorgio a nome di tutti con profondità d’animo e grande emozione per aver reso vive quelle parole che parlano di Verità e Vita. I tempi sono maturi. Tutti noi, fratelli delle comunità cristiane, dobbiamo suggellare il nostro “SI” al Salvatore che viene, con lo stendardo dell’Unione, la Corona dell’Amore e lo scettro dell’Umiltà.
Con amore
vostra
Sonia Alea
Nuvolera (Brescia) 10 luglio 2016