Di Giovanni Bongiovanni
Ieri se ne è andato un uomo molto importante per me, un uomo unico che ha segnato la mia vita, da cui tanto ho appreso. È stato un mentore per me durante gli anni in cui abbiamo lavorato insieme a favore delle comunità indigene delle Ande argentine.
Mario Verardi è stato il fondatore dell’associazione italiana AGAPE di Roma che nasce con l’obiettivo di realizzare progetti di solidarietà e sviluppo nel mondo, luoghi in cui si recava personalmente per costruire le opere che lui stesso progettava, insieme ad altri volontari e alle popolazioni locali che sempre coinvolgeva.
Mario era un uomo immenso, di grandissima umanità e cristianità, esprimeva gioia di vivere in ogni gesto, forza umana e divina allo stesso tempo. Dolce, amorevole, attento, profondo, uno spirito di servizio e di dedizione al prossimo unici, instancabile. Ha vissuto per anni con molti acciacchi e condizione di salute precaria dovuti agli anni di missione in tutto il mondo, Africa, America Latina, Europa, Asia. Con non pochi incidenti alle spalle è sopravvissuto per miracolo in più di un’occasione. Un guerriero, un degno rappresentante di Cristo sulla terra, che portava nel suo cuore insieme ad un simbolo di legno in Suo onore sempre al collo. Un esempio per tutte le persone che lo hanno conosciuto.
Ogni volta insieme ai miei amici quando lo ricordiamo escono sempre dei gran sorrisi e delle battute memorabili che abbiamo fatto insieme a lui, divertendoci come matti. Era un gran compagnone e insieme sapeva dispensare insegnamenti di un’elevatura incredibile, ma era umile e semplice, mai altezzoso, un filosofo della pratica. Sapeva essere amico e padre insieme. Petto in fuori, barba e mani grandi da lavoratore. Amava i bambini ed era attentissimo alle loro esigenze e al loro futuro.
Pensava sempre agli altri, praticava la divina provvidenza ma era anche un uomo pragmatico e “fai da te”. Di mentalità aperta e conoscitore delle culture, dei limiti umani ma anche delle potenzialità: per ognuno c’è sempre un’occasione di riscatto.
Tendeva la mano ogni volta ce n’era bisogno, ma poi ti insegnava a pescare. Non regalava nulla, al massimo donava, ma ti rendeva autosufficiente Mario. Ha salvato molte vite. In tutti i suoi progetti di solidarietà nel mondo c’era sempre una parte di servizi e una di formazione per aiutarti a raggiungere la libertà. Era uno spirito libero, puramente italiano e francescano ma contaminato dalle mille culture cui aveva fatto visita e prestato ascolto. In una frase poteva mettere insieme mille lingue, e faceva sorridere tutti.
Un degno rappresentante di tutta la sua comunità di persone che credevano in lui e che lo hanno aiutato ad aiutare, i sostenitori dell’AGAPE e tutto il suo staff, figlie e famiglia in primis con il suo angelo di compagna che amava da morire, Annamaria, identica a lui ma con quel fare di donna e di dolcezza materna infinita.
Ricordiamo Mario e lo accompagniamo nella luce, lui vive in noi.
Giovanni Bongiovanni
mio padre Giorgio, la nostra famiglia e tutti gli amici e volontari di FUNIMA International
14 Gennaio 2024