Incontro con Giorgio Bongiovanni
Come in un incantesimo, il paesaggio rigoglioso e surreale del Tirolo scorre davanti ai nostri occhi: imponenti cime montuose, boschi silenziosi, laghi, torrenti e piccole cascate che si snodano sinuosi percorrendo i sentieri verso valle. E poi ancora… fortezze incastonate in una natura incontaminata che si alternano a piccoli borghi dall’aria fiabesca: l’architettura tirolese ci sorprende con i suoi tetti spioventi, gli Erker e i suoi balconi fioriti, mentre mucche e caprette pascolano indisturbate tra un susseguirsi di vallate e cime spettacolari.
Dopo diverse ore di viaggio giungiamo a destinazione. Davanti a noi domina il possente massiccio del Wilder Kaiser (Imperatore Selvaggio), un castello di roccia e ghiaccio le cui vette si ergono in modo bizzarro fino a stagliarsi su un cielo cristallino. È qui che l’Unto del Signore poserà oggi il capo e marchierà a Fuoco gli spiriti che lo accoglieranno nel proprio cuore. È qui che Cristo ha scelto di costruire una nuova Arca.
I saluti ufficiali di alcuni fratelli aprono l’incontro:
Christian: “… Con grande gioia e profondo rispetto, siamo venuti per ascoltare le tue direttive concernenti il progetto “Arca”. Caro Giorgio, il tuo amore e il tuo carisma ci ha toccato profondamente e ci hai permesso di essere testimoni del mistero della Sanguinazione delle Stimmate.
In questo tempo è importante la collaborazione e l’interazione di gruppi cristiani diversi. Ti ringraziamo di cuore, amato Giorgio, per il tuo intervento e la speranza che la piccola, nuova “Arca Austria” possa crescere e accogliere molti nuovi membri; operare a favore della vita, della Madre Terra e sostenere la missione a te affidata dalla Madre Maria nel 1989.
Di fronte a questo momento di misericordia e di grazia, ci mettiamo chiaramente dalla parte di Cristo, che tornerà presto con Potenza e Gloria. Preghiamo per Te e invochiamo la Madre Maria, tutti gli Angeli e gli Esseri di luce per avere la Sua protezione”.
Saluto anche tutti voi qui riuniti nello spirito di Cristo e radunati intorno a te (Giorgio), per stare al tuo fianco e servire il Signore.
Prego Dio, ne invoco l`aiuto e la Sua benedizione, per la fondazione dell`Arca di lingua tedesca. Che l’Arca possa aiutare tanti fratelli nel rivolgersi a Cristo in tempo.
Dio sia con voi.”
Giorgio prende la parola:
Vi ringrazio di cuore per essere presenti a questo incontro. Oggi devo darvi un messaggio con un progetto: il progetto si chiama Arca, nome che richiama l’Arca di Noè. Al patriarca e messaggero di Dio, fu affidata la missione divina di costruirla e farvi entrare due esemplari per ogni specie vivente, compresa la sua famiglia e pochissimi altri uomini e donne (Bibbia, Genesi cap. 6-9). Iddio scatenò poi il diluvio universale e sterminò tutti, perché vide che “la malvagità degli uomini era grande sulla Terra, e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo”.
Duemila anni fa, Dio volle mandare sulla Terra Suo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, per stipulare un nuovo Patto, l’ultimo, con gli uomini. È questa la ragione per cui il Figlio di Dio si è sacrificato per noi: si è fatto crocifiggere per salvarci nello Spirito, non nel corpo.
Noi che seguiamo Cristo e siamo Suoi discepoli, nonostante le nostre imperfezioni, i peccati e le limitazioni, dobbiamo seguire la Sua Opera: salvare le nostre anime e lo spirito di altri fratelli che dormono.
L’Arca è un gruppo spirituale, non è la Chiesa. Ognuno di noi, cristiano, è libero di andare in Chiesa, partecipare alla Messa e scegliersi un sacerdote vero; facendo attenzione a quelli falsi.
Le arche che io ho fondato in tutto il mondo, negli ultimi ventisette anni – in Italia, Sudamerica, Stati Uniti, Russia, Africa, Europa e, speriamo, anche in Austria – sono gruppi spirituali dove amici e fratelli, nella maggioranza cristiani, ma anche laici che cercano la verità, si incontrano, si riuniscono e si organizzano per divulgare il Messaggio che io ho ricevuto nel 1989.
L’Arca è un gruppo di persone semplici, che vogliono fare qualche cosa per l’Opera di Cristo, a favore della Vita, divulgando verità che oggi sono scomode al potere. Sembra assurdo, ma annunciare la seconda Venuta di Cristo, parlare di Esseri extraterrestri, di Angeli, del Messaggio della Madonna di Fatima e denunciare i mali del mondo sono verità molto scomode. L’Arca è contro la guerra, le armi e l’energia nucleare, contro la violenza sui bambini, il razzismo, la discriminazione. L’arca è a favore dei diritti umani, difende e appoggia gli uomini giusti che operano nel mondo, in tutti i campi, anche se sono pochi (nell’ambito della Chiesa, della giustizia, nell’ecologia, etc.). È contro la corruzione, contro la mafia; non fa politica, ma non ha paura di appoggiare uomini giusti che operano e aiutano il popolo, soprattutto chi soffre. La preghiera all’interno dell’Arca è accettata, benvoluta, ma non deve essere un rito abitudinario: deve essere fatta con il cuore, qualcosa che nasce dallo spirito, così come tutte le altre cose. L’Arca favorisce molto di più l’azione alla preghiera. Più azioni l’Arca compie per aiutare le persone che hanno bisogno, più il Signore Gesù Cristo candida i fratelli dell’Arca ad ereditare il Regno di Dio in Terra. Noi non siamo superiori agli altri, non siamo gli Angeli, tuttavia Cristo ci ha chiamati, immeritatamente, quindi dobbiamo dire “sì” ed operare secondo la Sua Volontà.
Noi non siamo gli eletti, né i dodici apostoli, però crediamo in Lui e nei Suoi apostoli; quindi abbiamo il diritto e il dovere di chiamare, nel nome del Signore, la gente che ancora non è stata chiamata da Cristo. Non dobbiamo essere fanatici, ma essere quelli che siamo, lavorare, amare la nostra famiglia ed avere il coraggio di divulgare questa Verità. Se le persone non ci credono, dobbiamo rispettare la loro scelta e seguire la nostra strada, senza voltarci indietro. Chi fa parte dell’Arca non è un privilegiato, non deve mai sentirsi superiore agli altri ma, se ha detto di sì, sicuramente non è di questo mondo. A noi non interessano i valori materiali, non cerchiamo la ricchezza, non vogliamo il potere; né fondare nessuna chiesa o religione, già ci sono. Vogliamo solo mettere in pratica quello che Cristo ci ha lasciato nel Vangelo. Noi non siamo privilegiati, ma abbiamo avuto la fortuna di conoscere le Profezie degli ultimi Tempi di cui sono a conoscenza gli eletti, forse per la grande misericordia infinita di Dio, o forse nemmeno.
Quello che so è che Dio vuole che noi le divulghiamo. Noi dobbiamo annunciare la Seconda Venuta di Cristo e l’instaurazione del Regno di Dio sulla Terra; le profezie dell’Apocalisse di Giovanni che si stanno compiendo e le numerose catastrofi che ci saranno. Non sarà la fine, con il Suo Ritorno avverrà la purificazione di questo mondo. Noi dobbiamo trasmettere amore, tolleranza, umiltà, pace; essere felici di quello che Dio ci ha dato e accettare se a volte Egli ce lo toglie.
Il Padre a volte toglie per mettere alla prova la nostra fede; se ciò avviene, i fratelli devono andare in soccorso e consolare il fratello al quale Dio ha tolto. L’Arca non può giudicare, perché il nostro giudizio è sempre parziale, incompleto. Colui che giudica si fa tentare dalla sensazione, non dalle prove. Gesù fu giudicato, processato e condannato solo perché avevano la “sensazione” che Lui fosse un falso profeta, un bestemmiatore; non possedevano le prove, ma il Signore venne giudicato secondo quello che Satana suggeriva loro.
Noi non possiamo giudicare. Possiamo accusare il male, chi uccide e fa le guerre, poi la giustizia umana e quella Divina penseranno al giudizio. Se vediamo un peccato mortale, senza giudicare, dobbiamo dire: “Quello è il male!”; bisogna farlo, altrimenti saremo complici. Io non parlo di peccati personali, nessuno ha il diritto di giudicare il peccato personale del fratello, perché nessuno di noi è senza peccato. Gesù disse: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra su questa donna.” Io mi riferisco ai peccati mondiali, planetari: la guerra, l’energia nucleare, l’inquinamento, etc. L’Arca è formata da un gruppo di persone studiose, intellettuali, semplici, da fratelli che danno il proprio contributo di saggezza e di sapienza per risvegliare le anime del luogo in cui vivono, della propria nazione.
Nel rispetto della legge, costituiscono un’associazione culturale semplice, un’organizzazione autonoma, indipendente che, in comune con tutte le altre Arche del mondo, divulga il Messaggio delle stigmate di Giorgio Bongiovanni, cioè il Messaggio che Cristo ha dato a Giorgio Bongiovanni. Ognuno è libero di professare la propria idea politica, se ne ha una, l’importante è che non sia nazista, discriminatoria e intollerante.
Ognuno è libero di professare la propria religione, l’importante è che non sia estremista, violenta o esalti l’odio, ma sia una religione di pace, fratellanza e mi permetto di dire, perché è giusto, che esalti il Cristo al vertice di tutti gli Esseri divini dell’Universo. Questo per noi è importante, perché è Cristo che sta per ritornare e che giudicherà tutti, buoni e cattivi, malvagi e giusti, piccoli e grandi. Se Egli ha il potere del Giudizio sul mondo, sulla vita e sulla morte, significa che quel Dio che non si è mai rivelato, se non attraverso dei segni, o che ha parlato nell’orecchio dei Suoi profeti, si è personificato in Gesù di Nazareth, si è mostrato.
Prima dell’ultima cena, Filippo, l’apostolo, chiese: “Mostraci il Padre, Signore” e Gesù gli rispose: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre”.
Cristo è per noi la manifestazione del Padre, che è dentro di Lui.
Per l’Arca, questo è il più importante, altrimenti non si potrebbe fare niente. Senza Cristo non c’è Luce: Egli è il Sole, senza il quale noi moriremmo nelle tenebre. Oggi io vi farò riflettere e poi tutti voi mi farete sapere se questo progetto vi piace, con amore, se lo sentite nel cuore. La nascita di un’Arca è come la nascita di un bambino. Appena partorito si mette a piangere: è il grido della vita. Il piccolo neonato non sa fare niente, ha bisogno che la mamma lo allatti, si prenda cura di lui, lo aiuti. Già con i primi vagiti comincia a rendersi conto che esiste, poi inizierà a ridere, a piangere e a muoversi. Trascorsi alcuni mesi, pronuncerà le prime parole, muoverà i primi passi, farà i primi disegni, le prime scritture, finché si formerà e diventerà uomo o donna. Se nascerà un’Arca, non dovrete fare il grande errore di far parlare, camminare, scrivere e cantare subito il neonato. Dapprima bisognerà crescere e io vi aiuterò. L’importante è farla nascere, che vi incontriate, vi guardiate, che parliate dei Messaggi, del Vangelo, delle novità della nostra attività spirituale che è mondiale, commentandola, scambiandovi opinioni; finché il bambino inizierà a muoversi. Successivamente, quando penserete di essere pronti, si potranno organizzare eventi, come avete fatto già benissimo in primavera; poi vi verranno in mente altre attività, fino a quando si diventerà uomini o donne. Nel momento in cui l’Arca sarà divenuta uomo o donna, passeremo al secondo piano del progetto, di cui ora non vi parlerò perché il bambino deve ancora nascere. Il motivo per il quale oggi sono venuto, è di farla nascere. Dio vuole questo, ma la scelta deve essere nostra. La cosa che più mi innamora di Dio, e che mi fa arrabbiare anche se poi chiedo perdono, è che ci lascia liberi. È Lui il vero Dio, perché vuole che realizziamo, con la libertà più assoluta, la Sua Volontà. Ma attenzione, non sfidateLo mai! Chiedete, gridate, ma non sfidateLo. Dite: “Signore, io voglio questo, io non sono d’accordo. Signore, esaudisci la mia richiesta …”, ma alla fine ribadite sempre: “Signore, sia fatta la Tua Volontà”. Se non lo farete, pur protestando, Lui comprenderà che Lo volete sfidare.
Ricordate il primo comandamento: “Io sono il Signore Dio Tuo, non avrai altro Dio all’infuori di Me”; quindi protestiamo, gridiamo, preghiamo, ma sia fatta la Sua Volontà, non la nostra. Se chiederemo giustizia per chi è perseguitato e non per noi stessi, Lui accoglierà la nostra richiesta; perché vedrà che siamo animati dall’amore di Suo Figlio, il Cristo. Altrimenti, se ci rivolgeremo a Lui invocando una giustizia personale, pur avendo ragione, Dio non vedrà l’amore di Suo Figlio nel nostro cuore e quindi è molto facile che ci farà soffrire, finché capiremo. Se amiamo il Padre e vogliamo veramente servirLo, dobbiamo seguire Suo Figlio Gesù Cristo, i Suoi insegnamenti. È tutto quello che dovevo dirvi; io aspetterò le risposte che nel tempo voi sceglierete. Se volete, ora fatemi domande.
D: Quando parli dell’Austria, ti riferisci anche alla Svizzera?
G: Ho parlato dell’Austria perché oggi mi trovo qui, ma mi riferivo a tutte le nazioni; qui possono partecipare anche i fratelli della Germania o della Svizzera. Grazie a Dio, le arche sono senza frontiere, possono nascere ovunque. L’Arca è una sola, semplicemente viviamo in nazioni diverse.
D: Se viviamo in posti lontani, possiamo comunque essere uniti spiritualmente e ogni tanto incontrarci.
G: Assolutamente sì. Le persone che decideranno di far nascere l’arca, si riuniranno e nomineranno dei rappresentanti. Cristo nel Vangelo non amava l’anarchia e nominò gli apostoli per rappresentarLo e affidare loro la missione evangelizzatrice. Noi non siamo gli apostoli, ma dobbiamo fare le cose serie; dopo di che, tutti insieme, aiuteremo il bambino appena nato a crescere, finché riuscirà a camminare. Io credo in questo progetto. Nelle montagne intorno a noi, come in altri posti dell’Austria, della Svizzera e della Germania, ci sono basi degli Esseri di Luce, non a caso siamo qui. Vogliatevi bene. Il bene non costa niente, è gratis, basta abbracciarsi, rispettarsi. Il bene rende felici, quindi noi dobbiamo essere felici.
D: Come si fa ad essere felici in un mondo pieno di odio e di violenza?
G: Si può. Noi possiamo essere felici perché dentro abbiamo Cristo, noi siamo con Cristo. Dobbiamo piangere per le sofferenze degli altri, non per noi stessi. Noi abbiamo tutto, quindi dobbiamo fare il nostro dovere e dare a chi non ha; donare la ricchezza eterna che possediamo a chi vive nelle tenebre, a chi non ama la Vita. Per questo siamo qui, in questo mondo. Nell’Arca noi accogliamo anche persone che non vogliono farvi parte, ma semplicemente frequentare per studiare e capire, che vogliono essere solo nostri amici o collaboratori esterni. Certo, ci devono essere delle basi comuni, quelle che ho citato all’inizio. Se invece si vuol far parte dell’Arca e parteciparvi, ci si deve assumere la responsabilità del lavoro che l’Arca compie, ed è una cosa molto seria.
Prima di tutto, fate crescere il bambino. Ci sono arche nel mondo che sono cresciute fino a diventare uomini o donne, ora partecipano con progetti dell’Arca positivi ed esterni. Se il bambino non diventa prima uomo, non si può fare. L’Arca deve avere tempo per crescere, far sì che le persone si conoscano, diventino amici, sappiano cosa fanno, abbiano in comune la fede in Cristo e diventino una sola cosa. Il primo lavoro di base è stare fisicamente insieme; se non è possibile, farlo anche attraverso i mezzi che internet offre. Dopo di che, creare insieme il primo progetto, quale può essere una conferenza con Giorgio Bongiovanni. Noi non dobbiamo andare in giro con la valigetta, bussando porta a porta e nemmeno gridare nelle piazze; non è questa la nostra missione. Noi diciamo solamente “ci siamo”, con i mezzi più delicati, senza essere invadenti, attraverso un messaggio pubblicitario, un sito internet, una mail, un manifesto. Dobbiamo dire: “noi siamo qui … verrà Pier Giorgio, per farvi conoscere queste cose…”. In questo luogo arriveranno le persone giuste che ascolteranno la conferenza e dopo conosceranno l’Arca.
D: Tutte le tematiche devono essere corrispondenti alla tua attività?
G: Certo, corrispondenti o vicine alla mia attività. Tuttavia, mentre il bambino è ancora piccolo, vi consiglio di occuparvi di una sola attività, anzi due: stare uniti e organizzare qualche conferenza per divulgare il Messaggio di Cristo. Poi, fra un anno, fra due anni o anche sei mesi, l’Arca potrà intraprendere altre attività: conferenze contro l’energia nucleare, le guerre, le mafie, l’inquinamento della Terra, sulla fame nel mondo, sulle malattie, sull’Anticristo, etc. Il bambino è ancora nel grembo materno. Il concetto dell’Arca è bello, prendetelo come simbologia, non come un impegno. L’arca è una famiglia spirituale e il capo è Cristo, non un movimento dove fare carriera o raggiungere il comando.
Al suo interno, tutti capiscono cosa si deve fare. A volte, però, Dio mette alla prova e ti fa soffrire: è lì che devi andare avanti, anche se non capisci; questo è più difficile. Se vai avanti lo stesso, la tua sofferenza si tramuterà in gioia, perché Dio premierà la tua fede. Per me la cosa più importante è l’obbedienza. Molte volte gli apostoli non capivano niente, proprio niente, ma amavano Cristo e facevano comunque quello che Lui diceva. È molto più facile che Dio porti in Paradiso chi fa una cosa per Lui andando contro se stesso, anche se non ha capito niente, piuttosto di chi ha capito tutto e con facilità fa ciò che Dio gli ha detto. Al primo, il Padre darà un premio più grande perché quell’uomo si è fidato di Lui. Così avvenne per il centurione, capo dei soldati romani, un pagano che non capiva e non credeva in niente, ma si era fidato di Cristo.
Entrato in Cafarnao, andò incontro al Signore: “«Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». E Cristo rispose: «Verrò e lo guarirò». «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». Dio è così, premia coloro che fanno le cose per Lui senza capire niente, però si fidano. Solo dopo, premia chi lo fa e comprende. Il ladrone sulla croce è stato sempre un criminale, ma Lo ha difeso e Cristo l’ha portato con Sé in Paradiso; la metodologia di Dio non è la nostra.
D: L’amore tra di noi deve essere il fondamento e la base dell’Arca.
G: Assolutamente sì, ma se dovete far nascere un’Arca, dovete fare qualcosa in comune, altrimenti non avrà senso. Anche se all’inizio sarà difficile, il fine è quello. Vi devo dire ancora una cosa, la più importante, che ho lasciato per ultima perché vi farà riflettere molto.
Come avete sentito, l’Arca è libera, non c’è imposizione alcuna, è una libera scelta. Ma, come ho detto in tutte le arche del mondo prima che queste nascessero, si fa un’Arca se diventa la ragione più importante della tua vita. Questo non significa che devi lasciare la famiglia, il lavoro o le persone che ami, gli amici e i tuoi interessi, bensì che tutto nella tua vita sia rivolto solo per l’Arca. Per me, che ho lasciato tutto per questo, l’Arca è Cristo, non è un passatempo. Non è fare una cosa per hobby e nemmeno una cosa seria e basta: è molto, molto seria. Si può costituire un’Arca solo se diventa la ragione della tua vita, altrimenti il mio consiglio è di non farla. Noi ci possiamo vedere, incontrare, possiamo organizzare conferenze, pregare, ma se decidete di fare un’Arca, deve diventare la cosa più importante della vostra vita.
Se così non sarà, vi profetizzo che presto verrà distrutta, vinta dal demonio. L’Arca sopravvive in eterno se la prendi come la tua vita, perché è difficile che il demonio possa vincerla.
Grazie di cuore a tutti, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. E che Dio vi benedica. Grazie.
Sandra De Marco
27 agosto 2016
San Giovanni di Polcenigo