NICODEMO INCONTRA GESÙ

Di Flavio Ciucani

Il capitolo III del vangelo di Giovanni racconta di Nicodemo che fa visita a Gesù, di notte, lontano da occhi indiscreti, soprattutto lontano dalle spie che il Sinedrio sguinzagliava dietro al “figlio del falegname”.

Nicodemo è “maestro (didàscalos) in Israele”, cioè detentore delle verità della religione e delle tradizioni religiose conservate gelosamente da poche famiglie come tutelarsi nei confronti del paganesimo capace di corrompere la religione stessa. E’ uomo di potere che ha diritto di sedere, con diritto di parola e di voto, nel Consiglio del Sinedrio e stimato dal popolo. E’ un uomo di cultura esperto conoscitore della Torà e delle leggi.

Facendo parte del Sinedrio è a conoscenza delle decisioni dello stesso, per cui sa che ci sono spie dietro a Gesù e quindi va da Lui di notte. Si capisce che Nicodemo conosce perfettamente ciò che Gesù dice e soprattutto ciò che fa: si può supporre che frequentasse Gesù di nascosto o comunque sia stato informato da fonti sicure o dalle stesse spie.

Innanzi a Gesù Nicodemo non sembra voler far domande ma semplicemente una atto di apprezzamento, che rassomiglia molto a un atto di fede. «Rabbì, sappiamo che sei un maestro (didàscalos) venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni (semeîa, fatti portentosi) che tu fai, se Dio non è con lui». Gesù dal canto suo fa un’affermazione che sembrerebbe che nulla ha a che fare con quanto detto da Nicodemo. «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato daccapo non può vedere il regno di Dio»

Bisogna chiarire una differenza di traduzione tra i vari testi. La C.E.I. traduce “… se uno non rinasce dall’alto …”, dando al verbo “ghenetsê” il significato di “rinasce” cioè nascere di nuovo, mentre la traduzione letterale è “nasce, è nato”; mentre all’avverbio “ánotsen” si da il significato di “dall’alto, dal cielo”, invece di “dall’inizio” cioè nel senso di “daccapo”. Ma se la traduzione fosse “… se uno non è nato dall’alto …”, che significato avrebbe la domanda successiva di Nicodemo: “Come può un uomo che è vecchio nascere? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e poi nascere?” Allora si spiega la traduzione della C.E.I. facendo passare il verbo nascere con rinascere!

Anche la risposta di Gesù viene debitamente corretta in: “In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio.” Così modificando il testo fa intendere che un uomo anche vecchio può rinascere attraverso il battesimo (da acqua) e dalla confermazione, la cresima (da Spirito).

Ma il testo greco ha tutt’altro significato, infatti dice: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.” Gesù vuole specificare che l’uomo è materia e spirito e lo spiega meglio nella frase successiva: “Quello che è nato dalla carne, carne è, e quello che è nato dallo spirito, spirito è.”

Quindi Gesù, continuando nella spiegazione, vuole dare un senso al giudizio iniziale su Gesù dato da Nicodemo: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito”. Gesù attraverso l’esempio del vento che ne senti il rumore, il sibilo, ma non sai da dove viene e dove va, afferma che Nicodemo ha certi sentimenti nei confronti di Gesù, ha delle intuizioni culturali e spirituali perché è la parte spirituale che parla in lui. Lo spirito è eterno e attraverso il rinascere affina il suo sapere. A Nicodemo che ne vorrebbe sapere di più, “Come possono avvenire queste cose”, Gesù pone due contestazioni: “Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?”; e poi: “Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?”

Flavio Ciucani
27 Gennaio 2017