
Il cielo è stellato e l’aroma della primavera profuma la notte.
I ricordi della cena insieme ai suoi amici e fratelli sono ancora vividi nella sua mente. Riesce ancora a sentire le mani ferme ma soavi del suo Maestro che gli lavano i piedi. Può sentire il mormorio delle sue labbra, e riuscire ad entrare nella profondità del Suo Essere mentre lo guardava negli occhi. La sua sensibilità è sempre stata la sua forza e la sua debolezza allo stesso tempo.
Quanto ama la teologia trasmessa dal suo Maestro! e fa tesoro di ogni parola pronunciata da Lui. Il suo mondo esiste solo perché Egli si è manifestato in esso.
Il pane e il vino diventano pesanti nel suo stomaco e la stanchezza comincia a farsi sentire. I suoi occhi cominciano a chiudersi, nonostante lui si sforzi molto per impedirlo…
È Giacomo e si addormenta quando dovrebbe vegliare il Suo Maestro.
Si guarda le mani incredulo per ciò che ha appena fatto: il sangue che macchia le sue mani sembra avere un colore rosso più scuro del normale. Quelle stesse mani che un momento prima avevano preso il pane che il Suo Maestro gli offrì in un rito che solo loro comprendevano, sembravano agire da sole. Non era la sua volontà a governarle, era qualcos’altro che veniva dal profondo. Un qualcosa che fino a quel momento ignorava di sé stesso. Il suo respiro affannato gli impedisce di ascoltare con chiarezza. La sua ira non gli permette di pensare. Il suo corpo trema e sente una mano toccarle la spalla, conosce il calore di quel contatto, sa da chi proviene. Come un eco lontano alcune parole arrivano ai suoi sensi offuscati: “Chi di spada ferisce di spada perisce”.
È Giovanni e Pietro appena aveva tagliato un orecchio a un soldato Romano.
La responsabilità lo sopraffà, il lascito profondo di tutta l’esperienza vissuta in questi ultimi tre anni sono nelle sue mani. Il libro della vita si apre di fronte a lui come un’iniziazione scritta nell’eternità del tempo. Trasmettere gli insegnamenti dell’Alto a coloro che incontrerà nella sua strada sarà la sua unica ragione di esistere da ora in avanti. Un mandato al quale non mancherà e che costruirà “pietra su pietra” lungo tutto il tempo che il Padre gli concederà su questa Terra. Benché con alcuni dubbi umani, pensa che non c’è nessuno più adatto di lui per assumersi questo compito.
Lui è Pietro e prima che il gallo canti rinnegherà tre volte il suo Maestro.
Cammina a passo svelto, con lo sguardo rivolto a terra. Può vedere i sandali impolverati e le dita dei suoi piedi… il suo modo così peculiare di camminare lo distingue dalla moltitudine. Così come lo distinguerà ciò che farà quando giungerà dove i suoi passi lo condurranno.
Nessuno conosce il Suo Maestro più di lui. Quante risate e quanti momenti condivisi! Conversazioni sull’origine dello spirito e sulla decadenza della politica sociale ebrea nelle mani di un Sinedrio corrotto e oligarca. Il suo amico ha solo bisogno di una spintarella e allora il potere tornerà nelle mani del Popolo, dove dovrebbe essere sempre rimasto.
È Giuda e tradirà Gesù.
Il momento dell’incontro Sacro si avvicina, il Sangue del Nostro Maestro è ancora fresco in noi. La Pasqua è sempre un momento di riflessione e di angoscia per tutti noi. Il tempo corre e i segni ci avvolgono, le prove sono sempre più sottili e attanagliano i nostri spiriti. Vogliamo crederci e a volte ci riusciamo, ma poi ci lasciamo cadere nell’abisso della paura, del desiderio, degli schemi, di ciò che, secondo la nostra personalità e il nostro ego, “dovrebbe essere”.
Lottiamo contro noi stessi e contro il tempo, lottiamo contro i ricordi e contro il demonio, lottiamo contro l’unica cosa che può davvero liberarci e restiamo schiavi dei nostri limiti illusori.
Siamo noi e possiamo fare nuove tutte le cose… se lo vogliamo.
Santa Pasqua del Signore.
Erika Pais
18 Aprile 2025