QUANDO AGISCE LA MANO DI DIO
Mesi fa, attraverso dei contatti presi in ambito lavorativo, aveva conosciuto alcuni membri di quell’associazione che si erano mostrati interessati ai “nostri” temi ed avevano manifestato il desiderio di poterne approfondire i contenuti, partecipando in più occasioni alle conferenze pubbliche organizzate in Sicilia dall’Associazione Giordano Bruno. L’intento di queste persone era di poter offrire ai propri soci un momento di riflessione, affrontando argomenti un po’ più impegnativi delle solite attività svolte dalla propria associazione, aventi unicamente carattere ricreativo.
Sembrava proprio fosse arrivato il momento: il Cielo l’aveva stabilito. Era lo scorso 2 giugno e assieme a Valeria ed Enzo ci trovavamo all’Arca dell’Aquila, a Belpasso, a seguire via streaming la conferenza di Giorgio Bongiovanni a Pordenone. Ed è proprio in quel momento che Enzo mi comunica che qualche giorno prima, d’accordo con i responsabili dell’associazione di Belvedere, aveva fissato un incontro per le ore 20:00 del giovedì seguente, 10 giugno 2010…
Un giorno infrasettimanale! E per di più fuori città (a Belvedere, appunto, frazione di Siracusa)! Con una sola settimana di tempo a disposizione!
Era come se avessi ricevuto un pugno nello stomaco… Non mi sentivo affatto pronto per quella trasferta. Pensavo che sarebbe stato più giusto posporre la data concordandola con gli altri fratelli, ancora ignari di tutto, scegliendo un giorno più adeguato, magari il sabato o la domenica.
Tra l’altro sentivo di non avere tempo sufficiente per preparare gli argomenti da esporre, essendo consapevole di non poter contare più di tanto sulla disponibilità di Saro, il più “anziano” ed esperto in materia, date le grosse difficoltà familiari da lui affrontate negli ultimi tempi.
Insomma, sembrava proprio il momento meno opportuno!
E così ho riflettuto sulla questione per qualche giorno, consultandomi separatamente con Antonio, Saro, Valeria, cercando di immaginare come poter organizzare al meglio l’incontro sapendo che stavolta sarebbe toccato a me ed Enzo gestirlo interamente.L’agitazione era tanta perché, come se non bastasse, l’appuntamento cadeva proprio il giorno in cui sarei dovuto rientrare nella sede della ditta di consulenza informatica per cui lavoro, dopo 6 mesi di attività svolta presso una ditta esterna, la ST Microelectronics. Un improvviso cambio di programma che mi aveva reso la vita più difficile, e di cui ero venuto a conoscenza soltanto la settimana prima, dato che, nonostante le buone premesse, all’ultimo momento non era stato possibile rinnovare il mio contratto. Non sapevo cosa mi avrebbe aspettato in ufficio, a quale mansione mi avrebbero assegnato, e questa incertezza non faceva che incrementare lo stress.
Eppure avvertivo qualcosa dentro, qualcosa di diverso dal solito che mi rendeva sereno, nonostante tutto: era la consapevolezza che se avessi tenuto duro, non cedendo a questi ostacoli apparentemente decisivi per le sorti di quell’appuntamento, avrei di certo ricevuto una mano dal Cielo e dagli stessi fratelli dell’Arca.
Da quando seguo attivamente la missione di Giorgio a favore dell’Opera di Cristo ho imparato che le occasioni, le opportunità offerte dal Signore, non vanno rifiutate e vanno messe davanti ai problemi della nostra vita quotidiana. Dovremmo sentirci onorati di poter servire la Causa di Cristo, e pregare perchè Lui possa sempre metterci in condizione di operare assieme agli altri e per gli altri.
In questo senso ho provato a concentrarmi sull’incontro come se avesse avuto la priorità su tutto il resto, ed è stato così che le porte, inizialmente serrate, sembravano aprirsi come per magia.
E’ l’8 giugno, martedì, e mi sento ispirato già da qualche giorno: una mano dal cielo sembra accompagnare gli eventi. La mattina, a lavoro, nasce una discussione molto interessante con Davide, un collega che nei mesi precedenti aveva assistito alla conferenza di Taormina e successivamente, in compagnia della madre, al convegno di Siracusa tenuto da Piergiorgio Caria.
Ad incuriosirlo erano state le varie tematiche riguardanti gli extraterrestri e le esperienze di Giorgio Bongiovanni ed Eugenio Siragusa da me spesso affrontate durante la pausa pranzo con i colleghi di lavoro. Il tema di partenza è quello delle “stravaganze” di Corrado Malanga, ricercatore ufologico che negli ultimi anni ha formulato, in tutta solitudine e basandosi, a suo dire, sui risultati di molteplici sedute di ipnosi regressiva da lui stesso realizzate su presunti “addotti”, teorie deleterie sulla realtà extraterrestre e sulla funzione dei “rapimenti” alieni. Argomento, questo, che era stato trattato durante la conferenza di Siracusa per via di alcune domande poste con particolare insistenza dal pubblico, in particolare proprio da Angelo, uno dei membri dell’associazione “Nuovi Orizzonti”, che aveva visto Piergiorgio replicare con estrema decisione.
Questo apparente atteggiamento di chiusura di Pier ha poi spinto Davide ad approfondire la questione su internet, attraverso cui ha potuto visionare una conferenza tenuta qualche tempo fa a Palermo dal prof. Malanga.
Il confronto tra di noi quel giorno si è rivelato interessante e schietto: alla fine si è convenuti sul fatto che questo ricercatore, in realtà, scambi delle entità, le cui caratteristiche e la cui collocazione dimensionale sono ampiamente descritte nelle Sacre Scritture, con esseri di provenienza extraterrestre. Un’assunzione forzata, quella di Malanga, che non è supportata da alcuna prova tangibile o sperimentale.
Da qui si è poi proseguito parlando del dualismo che regola la dimensione materiale, del bene e del male, delle frequenze vibrazionali e delle leggi di evoluzione. Fino agli effetti deleteri che avrebbe un atterraggio in massa degli extraterrestri, imposto, e non frutto di un esplicito desiderio da parte dell’Umanità. Quest’azione, infatti, rappresenterebbe una violazione delle leggi universali ed in particolar modo del nostro libero arbitrio, strumento a nostra disposizione per proseguire con coscienza, singolarmente e collettivamente, sulla via dell’evoluzione.
La chiacchierata si conclude quando Davide, con estrema naturalezza, mi confida di essersi appassionato a questi argomenti da piccolo, quando ne sentiva parlare a suo padre, e del fatto che quest’ultimo, o un suo amico, avesse conosciuto Eugenio Siragusa di persona… Poi continua dicendo che suo padre possiede un 45 giri con incise le musiche spirituali di Eugenio, regalatogli proprio da questo “fantomatico” amico di famiglia.
E’ a questo punto che esclamo: “Ecco perché! Ecco perché sei qui e stiamo parlando di questo!”. Mi ero reso conto del perché lui fosse lì a parlare con me, e del perché avesse mostrato tutto quell’interesse, per me inaspettato, verso le conferenze a cui aveva assistito.
Gli spiego che nulla accade a caso e che il fatto stesso che ciascuno di noi nasca in un luogo specifico del pianeta, o all’interno di un dato nucleo familiare, da certi genitori, non è frutto della casualità. E’ la legge del karma, la legge di causa ed effetto, e quindi frutto di una nostra scelta consapevole, guidata dalla nostra coscienza e dalle sfere superiori.
Avvertivo la presenza del Cielo in quei momenti: era come se Davide fosse stato inviato a me, attraverso la figura di Eugenio, per aiutarmi a risvegliare quella consapevolezza spirituale racchiusa all’interno della mia anima e consentirmi di approfondirne gli argomenti. Era la stessa sensazione che provo ogni qualvolta mi capita di parlare a parenti, amici o colleghi delle esperienze di Giorgio ed Eugenio, della realtà extraterrestre, di Gesù e della sua vita, destando la curiosità e l’interesse negli altri, nonostante la diffidenza di sempre… In quei momenti si avverte una grande gioia che è poi quella di vedere chi ti sta accanto interiormente coinvolto dinanzi agli importanti interrogativi che gli vengono posti.
A riprova di questa sensazione di protezione da parte dei Fratelli ricevo numerosi segnali: una telefonata inaspettata di un mio collega per una possibile continuazione del contratto di collaborazione con l’ST, di cui si saprà più in dettaglio nelle settimane successive; la conferma dell’organizzazione della “A Fera Bio” per la successiva domenica (13 giugno), fiera a cui il gruppo di Catania partecipa una volta al mese attraverso l’esposizione del materiale Antimafia e Funima, e dei DVD della collana Mystery Collection.
E ancora Valeria, che nel pomeriggio mi informa di aver ricevuto una nuova opportunità di lavoro, notizia che attendeva ardentemente vista la preoccupazione degli ultimi tempi.
E poi Enzo, la sera, che su mia esplicita richiesta mi confida di aver ricevuto delle notizie sollevanti sullo stato di salute del suocero, e del fatto che fortunatamente l’operazione a cui quest’ultimo si era dovuto sottoporre aveva avuto un buon esito. Inoltre, suscitando in me grande sorpresa, continua dicendomi di aver ricevuto un’ottima opportunità di lavoro e di aver firmato il contratto quello stesso giorno! Un vero toccasana vista l’ansia dei giorni precedenti per l’incombente cassa-integrazione a cui sarebbe dovuto andare incontro.
Era come se “qualcuno” ci stesse dicendo: “State tranquilli. Impegnatevi e non rinunciate, a causa delle difficoltà della vita, alle opportunità offertevi. Lavorate uniti a favore della vita, per l’Opera, e vedrete che tutto andrà bene. Nulla vi mancherà.”. Una conferma di ciò che Giorgio ci ripete ormai da tempo.
La consapevolezza del gruppo di Catania man mano sembra crescere. Da poco abbiamo redatto l’Atto Costitutivo e lo Statuto dell’Associazione Culturale “Dal Cielo alla Terra – Catania”, e questo appuntamento di Belvedere sembra una sorta di battesimo per temprare le nostre coscienze.
Eccoci dunque arrivati a giorno 10, il giorno dell’incontro con l’Associazione “Nuovi Orizzonti”.
Mi sento stanco, un po’ fiacco, ma ancora molto concentrato. Il tempo a nostra disposizione, come detto, è stato poco, e per questo nei giorni precedenti sono stato costretto più volte a fare le ore piccole.
Tuttavia, nonostante il mio rientro in sede quello stesso giorno, riesco a convincere il mio responsabile a concedermi un permesso di lavoro di tre ore, in modo da potermi riposare un po’ ed arrivare rilassato all’appuntamento.
La giornata fila liscia e nel tardo pomeriggio ci raduniamo a casa di Enzo, a Melilli, con Valeria e Claudio. C’è anche Carmela, la dolce metà di Enzo, una donna molto sensibile e premurosa che trasmette serenità.
Ci confrontiamo un po’ sull’ordine degli interventi e poi partiamo alla volta di Belvedere.
Lì ci aspettano alcuni membri dell’associazione, e dopo averci accolti ci adoperiamo immediatamente per allestire la proiezione.
Fortuna che avevamo previsto l’eventualità che la nostra strumentazione fosse incompatibile con la loro! Dopo qualche piccolo problema tecnico, infatti, decidiamo di gestire autonomamente la presentazione sfruttando le attrezzature di cui eravamo provvisti: videoproiettore, casse audio e computer portatile.
Man mano la gente si va raccogliendo, giusto una trentina di persone, e verso le ore 21 iniziamo.
Apre la serata Enzo, presentando la nostra associazione e specificando gli obiettivi che ci proponiamo di raggiungere. Obiettivi che non si limitano alla divulgazione di tematiche borderline come la presenza extraterrestre sul nostro pianeta, ma che vogliono essere alla base di una presa di coscienza, di un risveglio interiore per operare un cambiamento attivo nella vita di ciascuno di noi, a favore degli altri, della collettività.
Subito dopo la parola passa a me. Da premettere che gli organizzatori dell’incontro ci avevano chiesto di non toccare tematiche connesse alla spiritualità e alla figura di Cristo, all’esperienza mistica di Giorgio e quant’altro, ma di soffermarci esclusivamente su quegli argomenti e su quelle prove che dimostrerebbero inequivocabilmente la presenza sul nostro pianeta di esseri provenienti da altri mondi. Per questo comincio col descrivere la storia della visita extraterrestre a partire dagli eventi del passato: eventi di cui è rimasta traccia nelle Sacre Scritture, nei testi e nelle tradizioni delle più antiche civiltà della Terra.
Graffiti e pitture rupestri risalenti a migliaia di anni fa che raffigurano strani esseri antropomorfi dalle forme rigonfie somiglianti ad astronauti moderni; raffigurazioni pittoriche di scene sacre e cronache del medioevo e del rinascimento contenenti simbologie riconducibili alla fenomenologia extraterrestre; strutture megalitiche ancora inspiegabili per le supposte conoscenze scientifiche e tecnologiche del tempo; narrazioni fantastiche di divinità che solcano i cieli delle antiche popolazioni terrestri in tutto il mondo a bordo di oggetti sferici o d’altra forma.
Nascono le prime obiezioni sul perché si voglia a tutti i costi affiancare questi eventi alla fenomenologia sacra e religiosa. Spiego che la religione, in realtà, consiste in un passaggio mentale successivo operato dagli uomini, che è in larga parte fondato su questi eventi, i quali invece rappresentano in sé dei fatti concreti, fatti realmente accaduti che esulano dal concetto di fede. Ed è su questo che stiamo argomentando.
Quindi passo ad una breve descrizione dell’ufologia “moderna”, che secondo l’immaginario collettivo ha avuto inizio a metà degli anni ’40, a Roswell, nel Nuovo Messico, con l’impatto al suolo di un disco volante. Caso che il governo americano ha gestito in modo alquanto controverso e poco credibile ammettendo pubblicamente l’episodio in prima battuta per poi smentirlo su tutti i giornali il giorno successivo fornendo spiegazioni a dir poco risibili. Fino a giungere all’improvvisa ondata di avvistamenti e di prove documentali, grazie anche alla diffusione su larga scala delle nuove tecnologie, delle fotocamere e delle videocamere digitali, in tutto il mondo ed in particolare in Sud America a partire dall’eclisse solare dell’11 luglio 1991 (evento previsto con estrema precisione dagli antichi Maya).
Da qui proseguo mostrando una carrellata di avvistamenti estremamente significativi, dai casi dei vigilantes messicani studiati da Jaime Maussan, al caso del turco Yalcin Yalman, a quello tutto italiano di Antonio Urzi, nostro amico e fratello. Flotillas, EBANI, oggetti sferici luminosi, oggetti discoidali di grandi dimensioni, avvistamenti diurni e notturni effettuati da singoli testimoni o da folle di persone, come nei casi avvenuti in presenza di Antonio e Simona durante le conferenze pubbliche in USA, in Turchia e in Messico degli ultimi due anni.
Infine passo nuovamente la parola ad Enzo che chiude gli interventi presentando brevemente l’argomento del contattismo, il quale viene descritto come una delle poche, se non l’unica chiave di lettura plausibile del fenomeno ufologico. Fenomeno che, a differenza di ciò che l’opinione pubblica possa pensare al giorno d’oggi, presenta delle forti implicazioni sulla nostra esistenza: implicazioni di carattere sociale, politico, religioso, spirituale, scientifico e quant’altro.
Lasciamo aperto, così, uno spiraglio per eventuali approfondimenti futuri del tema.
La gente rimane sbalordita, sembra presa alla sprovvista. Subito dopo, però, si rifugia nel dubbio, che usa come una sorta di scudo di protezione. Una signora chiede di poter vedere delle immagini di esseri di luce, se mai fossero stati fotografati. Le mostro l’immagine di Adoniesis, raccontandole l’aneddoto relativo al luogo ed alla circostanza in cui Eugenio scattò la foto. Per tutta risposta mi viene detto che, comunque sia, è tutta una questione di punti di vista, e che chiunque può presentare il “fatto”, per quanto reale, in maniera positiva o negativa. E’ un segno che molta di questa gente ha avuto un rapporto pregresso con l’argomento ufologico, molto probabilmente presentato nella forma “complottistica” diffusasi negli ultimi anni: quella dei Rettiliani di David Icke e dei grigi “divoratori di anime” di Corrado Malanga, per intenderci. Un pregiudizio difficile da vincere. Solo una conoscenza più profonda del fenomeno può evitare di far cadere in questa subdola menzogna.
Si arriva persino ad assistere ad un dibattito tra Saro, che nel frattempo era riuscito a svincolarsi e ci aveva raggiunti, e un signore del pubblico che scomoda il famigerato pericolo del Comunismo, latore di povertà e sofferenze, su cui si era scivolati parlando dell’organizzazione di una tipica società extraterrestre fondata sul principio del “necessario a tutti, il superfluo a nessuno”! Messaggio di chiara origine Cristica, ma difficile da digerire…
Che dire. Ce n’è per tutti i gusti!
Concludiamo l’incontro ricevendo i complimenti da parte di tutti per l’esposizione, sicuri di aver quantomeno assolto al compito di fornire degli spunti di riflessione ai presenti.
Anche gli organizzatori si dicono molto contenti, e ci salutano promettendoci di sondare il terreno per organizzare un eventuale secondo appuntamento in modo da approfondire gli argomenti trattati. Poi usciamo dai locali dell’associazione e ci soffermiamo un po’ a parlare, dando sfogo alle impressioni sulla serata trascorsa assieme.
Dentro di me sentivo di essere molto soddisfatto per la forza d’animo con cui avevamo affrontato la situazione, viste le cattive premesse, ma nello stesso tempo un po’ deluso per la reazione di alcune persone del pubblico, in particolare di chi si nascondeva dietro al tipico “se non vedo, non credo” tirando in ballo, per comodità, il solito San Tommaso.
Manifestando queste mie sensazioni nasce un piccolo dibattito.
Claudio considera del tutto naturale questo atteggiamento. Dice: «E’ normale che la gente creda difficilmente alle nostre parole, noi che ci limitiamo a riportare le esperienze degli altri senza averne mai vissute in prima persona. Noi non siamo niente in confronto a Giorgio che porta avanti la vera missione, lui che rappresenta con la sua vita e coi segni che porta il messaggio nella sua forma più completa». Io però, avvertendo un senso di impotenza e di scoramento nelle sue parole, ribatto tenacemente e lo sprono a non sottovalutare la nostra funzione, pur ammettendo che la figura di Giorgio, com’è ovvio, ha la capacità di trasmettere un segnale più forte alla gente, un segnale che va dritto al cuore.
Tuttavia mi spingo oltre nella riflessione: «Credo che ognuno di noi rappresenti un “ponte di trasmissione” del messaggio universale, e che il messaggio in sé sia più potente del messaggero, chiunque esso sia, senza nulla togliere alla missione di Giorgio che è quella che serviamo ed accompagneremo fin tanto che il Signore ce ne darà la possibilità.
Per cui, sebbene le stigmate, o altri segni tangibili, concreti, possano essere un mezzo, un tramite per il risveglio degli uomini, è il messaggio nella sua essenza che deve risuonare e far vibrare le corde della nostra interiorità, della nostra essenza/spirito. E di questo il messaggero può esserne il tramite… ma se il “fuoco interno” non arde, in assenza del messaggero la consapevolezza si affievolisce.
Il caso di Mosè e del popolo eletto ne è un esempio: gli israeliti assistettero ad eventi soprannaturali e sfuggirono ai propri aguzzini, gli egiziani, grazie all’intervento divino che si manifestò in varie forme e a più riprese. Bastò, però, una breve assenza del condottiero, della guida, perchè quella fievole fiamma si spegnesse del tutto dentro di essi. La loro fede era indotta dal segno tangibile, ma in sua assenza la fede svaniva. Non era vera fede, vera consapevolezza. E questo esempio sta a significare che il segno, anche il più eclatante, può servire a scuoterci, a risvegliarci dal torpore, ma il vero segno, quello più grande, è dato dal “messaggio che risuona”. E’ a quel punto che interiormente abbiamo compreso la lezione».
Ci accorgiamo di esserci dilungati molto nelle considerazioni e notiamo che si è fatto molto tardi. E’ proprio l’ora di tornare a casa: la strada è lunga e domani si deve tornare a lavoro! Ci salutiamo affettuosamente e ci diamo l’appuntamento per la prossima attività, che sarebbe stata la domenica seguente, alla fiera del biologico a Catania.
Quindi ci incamminiamo verso casa con la felicità nel cuore per aver contribuito, seppur in minima parte, alla Causa di Cristo. La strada da percorrere è davvero molto lunga…
Angelo Aiello
San Giovanni La Punta (CT)
21 giugno 2010