Riunione con Giorgio Bongiovanni a Maldonado

Riunione con Giorgio Bongiovanni a Maldonado

RIUNIONE CON GIORGIO BONGIOVANNI A MALDONADO

La città di Maldonado riceve nuovamente la visita di Giorgio. Questa volta non in occasione di una conferenza, ma per una riunione di Arca allargata anche a  persone nuove che hanno espresso il desiderio di conoscere Giorgio, ascoltarlo e  avvicinarsi all’Opera.
In questa occasione Giorgio, oltre alla sua preziosa presenza, insieme alla carissima Sonia e la piccola Sonia Tabita, ci regala l’opportunità di avere tra noi anche Antonio e Simona, che conosciamo grazie alle cronache e ai quotidiani filmati che testimoniano la Verità. Due persone speciali, affabili e semplici che ci hanno dato esempio di umiltà e di amore verso l’Opera. Il tempo non è mai abbastanza per condividere la gioia di sentirci fratelli in questo cammino.
Alcuni membri dell’Arca aspettano Giorgio al terminale dei pulman, ansiosi di riabbracciarlo ancora una volta e stare accanto a  lui dopo i sei lunghi mesi di permanenza in Italia. Mi ritornano alla mente alcune parole che  Giorgio qualche anno fa in una riunione di Arca prima della conferenza che tenne nella città di Gualeguaychu:
Io ho questo sogno: un ponte tra Italia e SudAmerica…”, In questa riunione ci informò del suo futuro trasferimento in Sicilia. È sempre rimasto nella mia mente il ricordo della profondità di quelle parole che annunciavano la sua partenza, il suo allontanamento fisico, la sua importante e difficile missione nella terra del Padre Sole oscurata dalle tenebre della Mafia… Fratelli dell’Argentina, dell’Italia e dell’Uruguay condividono il privilegio di essere stati insieme a lui in quell’occasione…; gioia, tante lacrime di tristezza e di emozione scivolavano silenziosamente dai visi mentre ascoltavano la voce di Giorgio. I ricordi meravigliosi che l’esperienza di accompagnarlo qualche volta insieme ai miei fratelli delle Arche mi ha lasciato … penso che è  difficile esserne degna!
Giorgio scende dal pulman insieme alla nostra cara Sonia, alla piccola Sonia e un gruppo di fratelli di Montevideo, ad Antonio e Simona. Ci sono anche Omar Cristaldo e il giudice Jorge Figueredo arrivati dal Paraguay e che oggi ci onorano della loro visita; persone che si distinguono per la loro semplicità, umiltà  e  per la loro aristocrazia spirituale.
Ci salutiamo calorosamente, ci sentiamo come sempre una famiglia. Penso che è proprio in questo modo che Giorgio ha collocato uno ad uno i mattoni di questo ponte che oggi collega i diversi punti di Italia e SudAmerica. I pilastri che li sostengono sono l’Amore, l’Amicizia, la Giustizia e se riusciamo a comprendere l’importanza di questi valori potremmo anche apprezzare e gioire del Regno di Dio … in mezzo a noi.
Giorgio e alcuni fratelli si spostano in auto fino al salone del Club di Leones di Maldonado, affittato per la riunione mentre gli altri percorrono circa 500 m a piedi.
Una zona ricca di alberi e tranquilla, nonostante il pomeriggio grigio e la pioggia leggera. I fratelli dell’Arca di Maldonado attendono sul posto, con entusiasmo e allegria. Il fuoco acceso di una grande stufa illumina e scalda il salone, creando un’atmosfera familiare che abbiamo potuto condividere tutti insieme.
I posti a sedere vengono occupati da otre 70 persone, tra fratelli e invitati, desiderosi da tempo di avere questa possibilità di ascoltare e vedere Giorgio.
La nostra cara Erika da inizio all’incontro:
“Giorgio ha voluto questa riunione e ha invitato anche altre persone per parlare non solo di temi operativi ma anche spirituali. Questo incontro è speciale perché sono presenti alcuni fratelli di cui abbiamo sentito parlare e di cui abbiamo letto; Antonio Urzi, a cui potete rivolgere le vostre domande sull’esperienza che sta vivendo da quando aveva circa cinque anni. È proprio a quell’età che ha iniziato a vedere le astronavi ; alcuni di voi ricorderanno il messaggio annunciato dal Cielo su un possibile evento che lui avrà la possibilità di filmare e rendere visibile a tutti: il contatto tra Giorgio e gli Esseri di Luce.
Questa sarà la “prova”… Per tutti coloro che si sono impegnati in quest’Opera e in questo cammino, con amore, con problemi, con rose, ma anche con spine. Sarà una carezza, una realizzazione interiore; per coloro che invece hanno rinnegato questo cammino sarà un segno del proprio errore mentre per coloro che si saranno risvegliati al messaggio sarà l’evidenza di cui avevano bisogno.
Oggi sono insieme a noi anche il giudice Jorge Figueredo del Paraguay e Omar Cristaldo, rappresentante di Giorgio per l’Associazione Del Cielo a la Tierra in Paraguay; potete rivolgere delle domande anche a lui perché è una persona che ci può orientare per quanto riguarda la diffusione del messaggio; lui è un esempio, una prova dello sforzo, dell’amore e della dedizione verso quest’Opera. Le cronache delle sue attività ci raccontano le migliaia di km che percorre lungo il Paraguay per concedere numerose interviste alle  radio e ai programmi televisivi, incontri nelle scuole, nei licei che richiedono la sua collaborazione per i giovani; è anche una persona che può orientarci su cosa dobbiamo dire a noi stessi quando siamo stanchi o sentiamo che non stiamo facendo niente…”!
Ringrazio i fratelli dell’Arca di Maldonado per la loro ospitalità, per la loro fratellanza, per essere  un punto di Luce qui, perché ci siete…; perché nonostante i problemi che tutti possiamo avere, le differenze, l’amore continua a prevalere. Bene… visto che ancora una volta abbiamo la possibilità di ascoltare e di fare delle domande a Giorgio bisogna approfittarne, perché ogni volta che lo ascoltiamo, sicuramente sentiamo di non essere più gli stessi…”
Giorgio prende la parola trasmettendoci di nuovo la responsabilità che abbiamo di fronte al cielo, delle persone che lavorano per quest’Opera; l’importanza di fronte ai nostri fratelli del mondo, perché dobbiamo essere il loro esempio, il messaggio degli Esseri di Luce deve rispecchiarsi nel nostro atteggiamento e nelle nostre opere. Un’ennesima raccomandazione che Giorgio non si stanca mai di ripetere, di invitarci alla vera unione, indispensabile sia per affrontare gli eventi che accadranno presto e che vivremo in un modo diretto o indiretto, sia  per aiutare anche le persone che ne avranno bisogno in quei momenti e che non conoscono la Verità.

“Per me è sempre motivo di emozione venire qui, sono contento che Sonia, la piccola Sonia Tabita, Antonio e Simona abbiano potuto accompagnarmi. Chiedo a tutti di approfondire la storia di Antonio che è molto legata alla mia, questo fratello che per causalità, e non per casualità, ha la fortuna di filmare queste astro navi. È anche un nostro fratello, non un ufologo o un altro professionista del tema.
Il Cielo ci ha dato un segno attraverso Antonio, che è insieme a noi. Antonio, come le stigmate, è un segno per la nostra Opera; per l’umanità, ma anche per noi.
Voglio dare inizio alla nostra riunione con una pagina della rivista Del Cielo a la Tierra dove si è posato il mio sguardo. Nella cronaca di Domingo, Adriana e Loreley, a pagina 50: “Non c’è tempo né spazio per inutili divisioni… questo è il mio messaggio…”
Inizio così perché in questo momento della mia vita il Cielo vuole che lascio ai fratelli delle arche del mondo un principio, un’impronta, un sigillo e se volete, un comandamento indispensabile per andare avanti nel cammino spirituale.
La cronaca dice: “Non c’è più tempo per inutili divisioni”… Un obiettivo che si è raggiunto nella mia missione che allo stesso tempo è anche una guerra è l’unione di tutti i fratelli del mondo. Io sono un soldato non sono un pacifista, sono un uomo che vuole lottare. Così come disse Cristo –e io sono un Suo discepolo- “non sono venuto per portare la pace, ma la divisione, la spada”. Sono un uomo di amore, di armonia, voglio che tutti ci amiamo, ma non sono qui per portare un messaggio di pace bensì portoun messaggio di giustizia. Voglio battermi, lottare; fare una guerra contro il male, con la Fede in Cristo, con i segni di Cristo e con i segni dei Fratelli extraterrestri. Tutti quei fratelli che ci accompagnano devono essere dei soldati; non persone che lavorano per il profitto, ma che fanno la guerra. La nostra guerra non è una rivoluzione armata; è sparare con la parola, con la denuncia; la nostra guerra è risvegliare le anime. Vinciamo delle battaglie quando riusciamo a creare arche in Latinoamerica; conquistiamo territori quando smascheriamo, denunciamo un crimine, un potere, il dominio di un potente…; in questo modo stiamo denunciando il demonio. Questa è la traduzione mistica di ciò che facciamo giornalmente. In questo contesto quando ci è possibile aiutiamo anche i bambini,  tramite il nostro sostegno a Funima, abbiamo il lavoro della rivista Antimafia e allo stesso modo.
Il compito che ha ogni arca di denunciare il male del mondo.
Questa è la nostra missione. La cosa più importante che mi resta da fare è parlare di Cristo; io devo diminuire e Lui crescere ogni giorno. La Sua Figura, il Suo messaggio, il Suo viso, i Suoi insegnamenti, quello che ha detto nel Vangelo, i segni che invia ogni giorno; spiegare le Sue parole una ad una, con il Verbo, scrivendo, lavorando, annunciando; questo devo fare nella mia terra, in Sicilia, e anche in Latinoamerica, insieme a voi. Non è la prima volta che faccio questo discorso, ma adesso più che mai è fondamentale.
Allora, l’unione di questi soldati di Cristo quali noi pretendiamo di essere, deve essere vera; unica. Nessuno deve sentirsi obbligato a realizzare questa missione. Ma se la sceglie deve andare fino in fondo.
Prossimamente si manifesteranno segni che coinvolgeranno tutto il pianeta. Direttamente in alcuni paesi che saranno colpiti da questi segni positivi catastrofici e indirettamente in quei paesi che vedranno questi segni attraverso la televisione e che si sentiranno lo stesso toccati a livello umano, sociale, politico, spirituale… Io so quello che deve succedere e allora devo avvisare i miei fratelli delle arche. Se una persona che è dentro l’Opera, non lascia tutto alle spalle, si sentirà fuori luogo e verrà selezionato; si allontanerà dal cammino. Solo avendo questa coscienza può andare avanti e sopportare; superare questa prova; interiorizzare completamente questo cammino. Se uno è dentro… ma non lo è veramente, non sarà in grado di sopportare i grandi segni che ci saranno.
Questo è il mio avvertimento… la motivazione della mia visita, prima di introdurre la storia di Antonio e la sua visita…, annunciare alle arche che di fronte ai prossimi eventi che si manifesteranno, se non c’è una forte unione di fondo, una solida amicizia, non potranno sopravvivere; le arche falliranno, si divideranno; così forti saranno gli eventi, così forti saranno le energie, che non riusciranno a vivere spiritualmente, forse fisicamente, ma il corpo non ha importanza senza la salvezza spirituale.
I gruppi operativi della nostra Opera, come qui in Uruguay, hanno una grande responsabilità di fronte alle arche del Latinoamerica, devono dare l’esempio e l’esempio è l’unione, l’amicizia; volersi bene e lavorare insieme, ognuno nelle proprie possibilità. Il Cielo conosce le vostre difficoltà, le vostre limitazioni, di lavoro, economiche, familiari di ogni giorno; ma questo non deve mai essere una scusa per non volersi bene, per non incontrarsi. Anche gli apostoli avevano famiglie, figli; davano la vita per Cristo, così come me… io ho lasciato tutta la mia vita, lo stesso ha fatto  Eugenio e tutti i maestri che voi amate. Non si può seguire Cristo se non si lascia tutto, fratelli, tutto, anche i propri figli se Cristo ti chiama. Per questo motivo io ho le stigmate e il Cielo sa che se mi mette di fronte alla prova di dover abbandonare la mia famiglia, io la lascio e seguo il Maestro. Perché questo è il tempo della seconda venuta di Cristo e se non mi accompagnano io abbandono tutti, incluso  mia figlia Sonia Tabita. ¿Capite? Se Cristo fa il miracolo che mia figlia mi accompagni, io gliene sarò grato: “Signore… non sono degno…”, se non mi accompagnano, abbandono tutto: soldi, casa, proprietà, lavoro. Se io seguo Cristo e per Lui sono disposto a lasciare tutto, Cristo mi darà quello di cui ho bisogno. Ma se non ho questa disponibilità, lui mi metterà alla prova.
Cristo ha detto: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli”, noi non siamo ricchi, vero? Ma non siamo estranei a questo esempio, perché non esiste soltanto la ricchezza materiale, ma anche quella intellettuale e spirituale.
“Questo è importante…, la nostra salvezza, il nostro apostolato, il nostro vero amore verso Cristo è la nostra unione…; amarsi, cercarsi, volersi bene, fare le cose insieme. Non è necessario abbandonare la famiglia, ma bisogna essere disponibili a farlo se Cristo lo chiede. Io non ve lo chiederò, perché non sono Cristo, sono soltanto un Suo Messaggero, un apostolo, l’annunciatore della Sua venuta e devo dirvi che presto accadranno eventi che vi metteranno tutti alla prova, ad ognuno di voi, prove fisiche, emotive, di lavoro… Non dovete abbandonare la fede, perché solamente stando insieme, tra amici, come lo siete voi, quando vi riunite all’arca oppure all’arca di Montevideo per organizzare delle proteste, per lavorare insieme, Cristo pone la sua mano per superare i problemi. I primi a dover dare l’esempio al mondo siamo noi, le arche. Se non sarà così, difficilmente si riuscirà a ottenere un mondo migliore.
Questi esseri del Cosmo che ci visitano con le loro astronavi e che Antonio filma ogni giorno, collaboratori di Cristo, angeli Suoi, Architetti del Cosmo, stanno valutando, fisicamente, psicologicamente, umanamente, psichicamente, spiritualmente a tutte le persone dei gruppi del mondo per vedere se si può costruire una nuova società. Le Arche sono dei punti che a loro interessano. Non sono gli unici. Attenzione, non bisogna sentirsi eletti…! Ma siamo dei punti che a loro interessano per valutare se è possibile costruire una super civiltà nel futuro. Se la prova supera il 50 % ci sarà una buona possibilità di ricostruire il mondo, se non sarà così, saremo distrutti come Sodoma e Gomorra. Se questi movimenti delle arche e altri esterni ma che lavorano a favore della vita, superano il 50 %, saremo salvi, al  contrario, il mondo sarà ricostruito soltanto con un uomo e una donna. Credo che loro siano disponibili a creare, io credo in quello che ha detto Cristo: “per amore degli eletti, il Padre accorcerà i giorni…”
Per questo vado avanti, per questo sono qui, sento che non mi rimane molta forza fisica, sono stanco, ogni giorno sento che la mia vita fisica sta per abbandonarmi, anche se il mio spirito è eterno. Per questo insisto nell’importanza della vostra unione di fronte a tutta l’umanità, voi non riuscite neppure a immaginare quanto sia importante. Dovrete interiorizzare questo valore quando si avvicineranno a voi i grandi segni.
La stella che voi portate significa che siete importanti per loro. Non lo dico per fede, ma per logica. Perché questi esseri sono interessati in voi? Perché questi esseri si lasciano filmare da Antonio e non dal presidente Obama? Perché non scendono e parlano con lui?
Se gli extraterrestri scendono e parlano con il presidente Tabaré Vazquez significa che a loro importa il popolo uruguaiano, ma se scendono e parlano con voi, significa che a loro interessa ognuno di voi. Abbiamo il Messaggio da diffondere, abbiamo le Stigmate, abbiamo le astronavi…; significa che Dio è interessato a noi e non agli altri. È solo questione di prendere coscienza. Se falliamo andiamo incontro alla seconda morte. Mentre gli altri no, perché non sono stati chiamati direttamente dal Cristo, noi si. La mia presenza qui, in questo viaggio, ha come scopo che voi realizziate Cristo ancora con più forza; affinché capiate che stiamo vivendo i tempi più importanti della storia dell’umanità, tutte le cose che possono  accadere nella nostra vita sono relative e le possiamo superare se siamo uniti.
Quando non facciamo qualcosa perché ci fa male la testa o perché non ci sentiamo, stiamo fallendo nei confronti del Cielo. Oggi il Cielo è interessato a voi, ma forse domani non più. La Verità è come un treno che vuole che noi saliamo a bordo, se non lo facciamo, se ne va… perché c’è gente dentro che vuole arrivare e allora non ci aspetta e lo perdiamo. Questo è importante, soprattutto per voi che siete stati chiamati. Esiste la forza negativa che vuole distrarci… e noi dobbiamo vincerla. Per questo è necessaria l’unione tra voi e me. Io sono agli ordini per essere uno strumento di unione. Ma non sono disponibile, né rimango agli ordini per risolvere problemi che non dovete avere essendo soldati…, al contrario perderete la guerra.
Prepariamoci per i prossimi grandi segni che arriveranno, che saranno grandi e gravi. Secondo i messaggi che ho ricevuto dal Cielo, si manifesteranno segni importanti, le navi che filma Antonio ci dimostrano che i nostri Fratelli fanno parte di questi grandi segni che ci daranno consolazione e gioia perché ci aiuteranno a risvegliare anime. Fino il giorno che Gesù apparirà in Cielo, la nostra missione, la mia missione e quella di tutti coloro che vogliono accompagnarmi sarà annunciare la Sua venuta e risvegliare anime. Ma… la domanda: “E se in Italia ci fosse una guerra civile con gas, armi chimiche, cosa faresti?” Mi contaminerò con i gas e con le armi chimiche e fino alla morte annuncerò la Sua venuta. Non mi nasconderò, i bambini si, li preserverò, ma io no; io sarò lì, in mezzo alla lotta, offrendo la salvezza. Questa sarà la mia missione fino all’ultimo, qui o dovunque il Cielo mi chiami…”

Antonio racconta la sua esperienza, risponde anche alle domande del pubblico sulle astronavi, sulla chiamata interiore che sente prima che questi esseri si mostrano e si lasciano filmare… Commenta che è più abituato alla possibilità di vedere queste navi che a vedere Giorgio e stare accanto a lui, verso il quale  nutre un amore e una riconoscenza molto profondi.
Dopo l’incontro gustiamo un rinfresco che i fratelli di Maldonado hanno preparato. Di nuovo il fuoco illumina la piccola stanza dove ci spostiamo; questa volta è il fuoco della piccola griglia che scoppietta allegramente; nei nostri cuori, scherzi, foto, abbracci e sorrisi che dobbiamo custodire nel cuore sotto il sigillo di questa semplice comunione.
È vero, non siamo più gli stessi, Giorgio ci ha trasformato a poco a poco, ha cambiato il nostro atteggiamento, le nostra vita, in qualche modo per sempre…; anche se è stato necessario che lui donasse completamente la propria vita e quella della sua famiglia, oltre al quotidiano sacrificio della sanguinazione delle stigmate, che offre al Cielo per la nostra salvezza con infinita e incondizionata dedizione, umiltà e amore… da 20 anni. Ora tocca a noi avere l’umiltà necessaria per riconoscere e dare il giusto valore a questo sacrificio e fare il possibile per realizzare con fede e entusiasmo le opere che ci permettono di alimentare l’unione che ci viene chiesta. Rispondere al Cielo come il Cielo si aspetta che rispondiamo, perché questo è per noi il tempo di dare frutti…

Maria Lezcano

Maldonado (Uruguay),  21 giugno 2009