Di Sandra De Marco
Sin dagli arbori del mondo i Profeti e i messaggeri inviati dal Cielo hanno saputo ricostruire i disegni divini in piccole opere d’arte: nella storia di una vita, in un’opera letteraria, in un affresco.
Grande è il Signore nella Sua Potenza e nella Sua Umiltà: così l’Onnipotente parla nel silenzio ai nostri cuori.
15 agosto, AD 2015. Ecco immortalato in un pugno d’ore, il senso della vita, la luce e le tenebre, il pentimento e il perdono, il dolore e la gioia, la morte e la rinascita, l’Alfa e l’Omega, il punto di partenza e l’arrivo di ogni esistenza; la Sua Essenza, la legge del Cosmo, l’Opera di Dio in perpetua edificazione.
Il Suo disegno, Egli stesso, appare oggi come la Gioconda di un nuovo Leonardo rivelato sui passi del Prescelto. Un flashback temporale di secoli rallenta la sua corsa sussurrandoci all’orecchio la visione di un meraviglioso ragazzo eterno, il Suo Calvario, la Sua gloriosa vittoria; ogni attimo scandito viene rivestito di una dimensione sacrale e mistica, investito da un’inconfondibile profumo di rosa. Lo sguardo materno dello Spirito Santo domina la scena: è la Vergine Santissima, l’Annunciatrice, il Precursore di Suo Figlio, Colei che offre il Suo Sacro cuore per la redenzione dei chiamati e la preservazione degli eletti; anche l’Acqua, l’Aria, la Terra ed il Fuoco s’inchineranno alla Sua maestosità.
Verrebbe da chiedersi come un uomo in Croce possa interrogare l’umanità intera per secoli, come un volto scolpito su una tela di pochi centimetri, pretenda di versare fiumi d’inchiostro e di parole. Eppure, in quei ‘quadri’ così straordinari e affascinanti, vi è qualcosa di prodigioso, d’irraggiungibile… ; sculture viventi, con il respiro e il petto che pulsano, mentre gli occhi e il sorriso di Dio ti seguono ovunque e t’interrogano silenziosamente.
Geni in ogni campo dello scibile umano, intellettuali rivoluzionari, protagonisti entrambi di un periodo storico inquietante, dove il centro dell’esistenza si sposta da Dio all’uomo; un uomo che diventa misura di tutte le cose, unico artefice del proprio destino, a cui Leonardo e il Battista, contrappongono con tutte le forze il proprio testamento spirituale e filosofico.
Con uno strabiliante realismo e virtuosismo riportano ogni lineamento, stabilendo una perfezione in ogni dettaglio; dall’altra la loro indefinitezza spinge a guardare oltre, trascina alla ricerca continua, verso quella conoscenza che libera davvero, rendendoli immortali. I disegni di Dio scuotono e ci scrutano: con una discrezione disarmante bussano al tuo cuore e nel momento in cui catturano il tuo sguardo, invitano ad immergersi, a interagire, ad ascoltare la voce dell’Altissimo: a conclusione del suo lungo peregrinare, nell’ultimo canto del Paradiso, anche Dante terrà in serbo la stessa brama: trovarsi a tu per tu con l’Eterno, il privilegio e il desiderio più grande di ogni essere umano.
Immagini parlanti che fanno vibrare le corde più profonde del nostro universo interiore, che mettono in risalto l’inafferrabilità della natura; che mutano in base ai punti di osservazione e incarnano l’essenza dell’eterno divenire. La loro voce è profonda, solenne, toglie il fiato ogni volta che le osservi, che le ascolti da vicino o se scegli di vivere in pieno la naturalezza di ogni sfumatura.
Lo spirito infuso in esse costituisce un punto d’approdo, una tappa, un itinerario che ogni uomo dovrà percorrere; un richiamo che ognuno di noi coltiverà dentro di sé, praticando giorno dopo giorno, sempre più, l’unica via del Ritorno all’Uno. Un cammino a somiglianza di quell’Amore, il più grande di tutti, che noi crediamo di inseguire e di afferrare e che invece è proprio li, in quei disegni, che Lui ci cerca, si manifesta e ci conquista.
15 AGOSTO 2015 – PORDENONE, ARCA ALEA LORES
Il Padre illumina il fondo azzurro intenso di questo pomeriggio d’estate, mentre un nuovo Miracolo, il più alto, si compie. “Che necessità c’era – si domanda Sant’Ambrogio – che Cristo assumesse la carne, salisse sulla Croce, gustasse la morte, venisse sepolto e risorgesse, se non per la tua Risurrezione?” (Explanatio Simboli, 6). Chi muore in Cristo pervaso dal Suo calore, riceve il soffio della vita e della Risurrezione” (Epistula, 17, 7).
Ecco il Crocifisso glorioso svelare ancora una volta la Potenza di Dio, la sapienza e la Sua grandezza. Egli è qui, adesso, e bussa alla porta della nostra vita per mostrarci la Via, la Verità e la Vita; per coniare in un attimo fugace il senso dell’Eternità.
Mara T.: La riunione spirituale di oggi non poteva che cominciare così. Giorgio vi abbraccia tutti, è al piano di sopra, appena arrivato ha sentito forte il richiamo del Maestro; in questo momento sta sanguinando e ci esorta al silenzio e al raccoglimento. Non solo, a partire dai neonati, invita tutti coloro qui presenti che non hanno mai assistito a questo straordinario Evento, a salire per vedere con i propri occhi questo Miracolo.
Personalmente, già dall’arrivo in quest’arca, ho sentito una forte emozione per l’accoglienza straordinaria, non fatta solamente di tavoli e tendoni, ma dall’amore di tutti i fratelli che vivono qui e quelli che sono venuti da lontano; in questo momento sotto la stessa Croce… quest’ unione forte che ci lega. Il Segno di oggi è questo, almeno per ora… in un raccoglimento spirituale, silenzioso, aspettiamo che il rito di questa giornata si compia.
Un abbraccio a tutti.
In fila, ordinati, a piedi scalzi, saliamo gli scalini che portano al nuovo Golgota: inizia così questa giornata dedicata alla Madre Santissima. Non è la prima volta, ma per ognuno di noi, fratelli e sorelle di tutte le arche del mondo è, e sarà sempre, un nuovo inizio, una nuova rinascita. Le antiche donne ai piedi della Croce, ancelle del cristico amore, gli sono accanto. I fratelli a turno si inginocchiano davanti al nuovo prodigio… Due mani nuove, premurose, oggi posano su quel corpo sofferente; due mani nuove, umili e sincere, rinfrescano quel corpo segnato dalle piaghe sanguinanti nei piedi, nei palmi e nel costato. Due mani che nel passato sono state contro la vita, oggi invece con straordinaria devozione, consolano spasmi di dolore interminabili. Non sono morbide, comuni, non sono mani borghesi, curate, mani per bene, ma il loro tocco sbrina ogni gelida apparenza: dinanzi al Calice e al Verbo, il tocco di chi ha scelto definitivamente vale più delle lacrime, di tante preghiere e di cento, mille, un milione di promesse. Poco più in là, l’umanità intera: chi indifferente, chi schernisce, chi Lo abbandona, chi insulta, chi Lo bestemmia, chi calunnia, chi Lo condanna e chi invece si annoia… scribi, farisei, giudei, i centurioni, i giuda, i soldati romani; chi vigliaccamente se ne scappa, i Pilato e gli Erode di sempre. Anche i suoi amici Lo hanno lasciato solo. Dove sono le folle che hanno assistito ai tanti miracoli? Dov’è il popolo che Lo aveva acclamato e gli infermi che aveva guarito? Presto, molto presto, si squarcerà il velo del tempio, si scuoterà la terra, si spezzeranno le rocce, ma è al ladrone che ora si stanno aprendo le porte del Cielo…
Mara T.: Giorgio si sta riprendendo dalla sanguinazione e mentre si preparava a scendere ha detto: “Iniziamo a mangiare pane spirituale”. Ci chiede di aspettarlo qui tutti insieme. Oggi siamo circa duecento persone. A parte il piacere di intrattenerci, voglio condividere con voi una mia riflessione. I cambiamenti dell’umanità sono avvenuti sempre grazie ad un pugno di persone coscienti, che avevano realizzato interiormente dei valori universali e li hanno messi a servizio degli altri. I cambiamenti positivi, evolutivi, non sono mai avvenuti con l’intervento di milioni di persone. Io conosco Giorgio da prima che ricevesse il Segno delle stigmate e oggi ho avuto l’onore di assistere ad un’altra sanguinazione; mentre vedevo sfilare tutti i miei amici e fratelli pensavo a quante volte c’è stato detto nei messaggi che ognuno di noi ha un mondo e una potenzialità incredibile, da poter trasferire al prossimo. Giorgio stesso ci ha parlato della potenza del singolo. Il problema è che non ne siamo coscienti, non la sfruttiamo al cento per cento, io per prima, e mi chiedo cosa accadrebbe se lo fossimo.
“C’è sempre la possibilità di fare, c’è sempre la possibilità di cambiare…”. È una frase che oggi ha ripetuto più volte e mi ha colpito. Se è così, è una cosa meravigliosa.
In uno sforzo sovrumano, Giorgio si rialza, raccoglie tutte le sue forze e con quel sorriso che divampa va dai fratelli che lo attendono. Li abbraccia a mani nude e li bacia uno ad uno, avvolgendoli in quell’alchimia spirituale che profuma di rosa e di immenso. Giorgio prende posto accanto a Pier e dà inizio a questo incontro:
Giorgio: Buonasera, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Oggi parleremo soprattutto della Vergine Santissima, poi di messaggi celesti e mostreremo qualche filmato. Ieri sera qui all’arca abbiamo avuto un bellissimo segno: è stata filmata una sfera, che va ad aggiungersi ad altri filmati che testimoniano la presenza dei fratelli extraterrestri in questa montagna; oramai questo è un luogo sacro, qui c’è anche la Madonna.
Grazie a tutti per essere venuti. In particolare, volevo ringraziare pubblicamente un mio amico, che è qui presente ed è stato così affettuoso da aiutarmi nella sanguinazione. Io sono contento che oggi siamo tutti qui riuniti, perché abbiamo fatto una scelta: una scelta di vita. Stasera vi prego di stare profondamente attenti ai simboli. Oggi è una giornata di riunione spirituale dove si stanno già manifestando, e durante la serata si manifesteranno, dei segni del Cielo attraverso le immagini. Quando il Cielo, le dimensioni superiori, la Madonna, Gesù Cristo vuole dare dei segni, si presenta direttamente oppure sceglie, come oggi, di colpirci nel cuore più che nella mente con un linguaggio; decide di manifestarsi, di manifestare o dare dei messaggi attraverso le immagini. Stasera abbiamo iniziato il nostro incontro con la rappresentazione, per tutti voi, più importante della nostra vita: il disegno di una persona distesa nel letto che ha queste ferite.
È iniziato così e sinceramente non me l’aspettavo. Non mi riferisco alla sanguinazione, bensì a tutto il Disegno, all’intera simbologia.
Gesù, tramite me, ha voluto chiamare tutti i fratelli presenti di fronte ad un messaggio simbolico; molti altri che non sono qui con noi, hanno assistito alla sanguinazione in momenti diversi. Ma stasera si è manifestato un altro messaggio simbolico, molto più grande di quello che noi possiamo immaginare: la fotografia bellissima di fratellanza e amicizia di un amico che stava al mio fianco e mi aiutava. Un’immagine simbolica del lavoro che stiamo facendo, che abbiamo svolto e faremo; che non dovete mai dimenticare per tutta la vita, perché contiene la storia di una vita intera, della mia terra, del segno bellissimo, straordinario, immenso che si può cambiare, sempre. Cristo è la prova che Lui può cambiare tutto e che noi dobbiamo stare lontani da chi giudica gli uomini e li condanna senza possibilità di appello, atteggiamento tipico del regime autoritario delle religioni tiranniche, dei fascisti, dei poteri corrotti che sfruttano la gente. Cristo dà la prova che si può cambiare e oggi abbiamo assistito anche a questo, attraverso gli occhi di una persona che ha vissuto una storia profonda e di grande sofferenza. Cristo ha fatto sì che ognuno di noi potesse vedere con i propri occhi, non attraverso la narrazione di una storia o la lettura di un bel libro, di fronte al quale emozionarsi e commuoversi.
Più tardi ci avvicineremo anche alla statua della Madonna e sentiremo la presenza della nostra Madre Cosmica. State attenti ai protagonisti, che siete voi, alle posizioni che assumete, agli sguardi e alle espressioni nei volti dei vostri fratelli, di me, di tutti noi perché è lì che troverete dei simboli. Sono facilissimi da decifrare perché sono forti, così palesi che parlano al cuore. Tutto quello che faremo stasera, cena compresa, avrà un significato che porterete con voi. Tra i filmati che proietteremo, vedremo una figlia di quest’arca portare, alta e con onore, la bandiera dell’arca Alea Lores tra i bambini in Sudamerica; anche questo è un bellissimo segno. Il Cielo ci fa una grande grazia, segnalandoci la strada, il cammino per arrivare alla meta. Io penso che noi siamo visitati, ma dobbiamo stare attenti a non essere tentati. La nostra meta è la Seconda Venuta di Cristo, è la meta di tutti, di coloro che ci credono e quelli che non ci credono, ma noi ci dobbiamo arrivare rendendo Gloria a Dio. Questo significa portare a compimento la nostra missione, non fare marcia indietro, non stancarsi, non fermare il passo. Le prove ci saranno, le abbiamo ora e ne avremo altre, così come avremo anche dei segni, sempre più grandi, più forti, che ci imporranno di essere testimoni degli stessi, di spiegare al prossimo quello che sta succedendo. In questa giornata dedicata alla Santa Madre parleremo della Madonna, l’Annunciatore della Venuta di Cristo, che sta apparendo in tutto il mondo per dare dei segnali. Lei ci indica la strada e noi dobbiamo ringraziarLa per tutte le cose buone che ci accadono nella vita. Quando abbiamo difficoltà in famiglia, quando soffriamo o ci preoccupiamo per i figli, i fratelli, sorelle, mogli, mariti, amici che non stanno bene e poi improvvisamente si riprendono, è un regalo, una grazia della Madonna che ci aiuta perché vuole che noi andiamo avanti nella nostra missione e non ci fermiamo. Vuole far conoscere la Venuta di Suo Figlio. Secondo la nostra Madre Celeste noi siamo una delle ultime speranze di quella voce che nel mondo non c’è, che annuncia la Venuta di Suo Figlio. Lei è disperata, piange lacrime di sangue, perché nessuno ne parla.
Grazie a tutti. Ora passiamo la parola a Pier che ci presenta una delle sue ultime indagini.
Pier Giorgio: Tutti voi saprete quello che è accaduto il 5 maggio 2015, con la presentazione realizzata da Jaime Maussan, a Città del Messico, di due diapositive in cui appare il corpo di una mummia. Ciò ha scatenato una feroce polemica a livello mondiale, dove Jaime è accusato di aver ordito una sorta di truffa internazionale cercando di farlo passare per il corpo di un Extraterrestre.
L’accusa è focalizzata sulla presenza di un cartello a lato del cadavere, ma nessuno ha confutato le analisi dei medici sul corpo. In particolare, l’indagine svolta dall’ufficiale medico forense della Marina militare: Dott. José De Jesús Zalce Benitez, specializzato in medicina aero-spaziale e in antropologia forense, dimostra che:
– nel cranio sono presenti segni di traumi da impatto ad alta velocità, nel mento, sugli zigomi, sulla guancia destra, in entrambe le zone delle palpebre;
– l’altezza della fronte (dagli occhi alla sommità del capo) è più grande del resto del viso (dagli occhi al mento);
– è un cranio abnormemente grande, la cui grandezza equivale a quella del torace;
– gli occhi sono particolarmente grandi ed in una posizione più bassa di quella normale, i bulbi oculari protendono verso l’esterno, mentre le mummie presentano un processo di disidratazione che affosserebbe il bulbo (che è composto quasi interamente da acqua). Il corpo si trova dunque in buono stato di conservazione artificiale
– la lunghezza del femore è inferiore a quella di tibia e perone;
– assenza di caviglie, polsi, osso del bacino e ghiandole mammarie;
– la strana conformazione di orecchie, naso e bocca;
– il collo non è visibile, perché ricoperto da un drappo di stoffa. I medici ipotizzano che potrebbe trattarsi di una copertura ad hoc per non evidenziare ciò che essi sospettano: che il cadavere sia decapitato, in conseguenza dell’urto avvenuto a grande velocità di una testa di notevole peso e densità;
– la presenza di sei costole anziché dodici (il drappo sul collo potrebbe nascondere la settima) ed inclinate in maniera diversa rispetto ad un normale essere umano;
– il torace appare inciso al centro, intervento probabilmente eseguito per asportare le viscere e impedire la putrefazione del corpo;
– l’articolazione della spalla è molto ridotta e sino alla clavicola non ha la continuità tipica degli esseri umani. La posizione del gomito rivela una rotazione dello stesso verso l’esterno. L’articolazione del polso è assente o comuque differente, mentre si intravedono solo tre falangi e nessun dito;
– sul bordo dell’addome ci sono delle macchie bianche che potrebbero indicare che il corpo è stato sottoposto a refrigerazione;
– nell’area pelvica non si vede nessun osso tipico del pube e nessuna cresta iliaca; ciò potrebbe indicare che non si tratti di un mammifero, bensì dell’evoluzione di un rettile (da non confondersi con i rettiliani che sono tutt’altra cosa). La zona prominente della rotula è assente, mentre il femore è più corto della tibia.
La conclusione dei forensi è che le anomalie evidenziate sono principalmente riconducibili a quattro patologie conosciute alla scienza forense, tutte incompatibili tra loro: i feti che le presentassero terminano con aborti e non superano i trenta giorni di vita e la prima conclusione è che il corpo, se fosse umano, non potrebbe essere così sviluppato.
Il cartello sulla diapositiva indica che il corpo (di un bambino di due anni) è stato ritrovato a Mesaverde (avvolto in indumenti di cotone per la sepoltura) e donato dal sig. S. L. Palmer di San Francisco. Mesaverde dista sette ore di macchina da Roswell e a metà strada si trova Albuquerque, dove negli anni Cinquanta ci fu il famosissimo caso del contattato Paul Villa.
Ciò che emerge dalle ulteriori immagini effettuate da Jaime, nonostante sia stato sepolto e aggredito verbalmente anche in maniera violenta, è che il corpo ritrovato da Palmer non ha nulla a che vedere con quello esposto nelle slides, non coincidono nemmeno le misure (70 cm contro 110-120 cm).
Questo è l’ennesimo attacco all’ufologia internazionale, perché sempre più gente sta aprendo le coscienze e si sta interessando a questi argomenti. Sono state mischiate verità a menzogne per denigrare un personaggio sicuramente scomodo, un uomo di televisione in grado di coinvolgere milioni di persone su queste tematiche, dimostrando la vericità della presenza Extraterrestre. Il potere ha cercato di abbatterlo e metterlo in cattiva luce con una trappola ben architettata che possibilmente, per motivi che ora non ho il tempo di illustrare, ha coinvolto anche i servizi segreti che hanno manipolato il dossier. Questa è la mia opinione allo stato attuale. Il corpo è stato probabilmente prelevato da Roswell, portato a Mesaverde per effettuare gli scatti e poi riportato in sede. Maussan ha anche detto: “Se io trovassi un cadavere che presenta un colpo di proiettile alla testa e al cuore, con a fianco un cartello che dice “ero disperato e mi sono suicidato”, i giudici a chi crederebbero? Al cartello? O vedrebbero che non si tratta di suicidio, perché un uomo non si può sparare prima in testa e poi al cuore”.
Giorgio ringrazia Pier, il nostro ricercatore e documentarista internazionale, e invita Roberto Dionis, pastore della Chiesa dei Mormoni, a darci un messaggio con il cuore.
Roberto Dionis: Anche se ci conosciamo oramai da tempo, per me è davvero una sorpresa essere qui, chiamato da Giorgio. Mi chiamo Roberto, sono nato e vivo a Trieste, dove ho conosciuto i Mormoni e la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Quello che posso dire è che io amo molto Gesù Cristo e questo mi ha portato a ricercarLo. Sarebbe lungo esporre tutti i passaggi, perciò dirò solamente che Gesù si fa trovare da coloro che Lo amano e Lo sentono. Io da bambino facevo il chierichetto di Monsignor Ukmar, grande intellettuale sloveno, astronomo molto vessato anche durante il periodo del regime. Sono nato a Servola (rione storico della città di Trieste), un’enclave di lingua slovena e fin da bambino ne ho vissuto i disagi e gli attriti. All’età di sei anni ricordo di aver visto l’immagine di Gesù crocifisso e dopo aver sentito un impeto nel cuore, dissi: “Voglio servirTi, voglio aiutarTi… Ti voglio bene”. Da qui, e in tutta la mia crescita, è dipartita una serie di situazioni in cui ho mantenuto sempre Cristo come punto centrale, quel sentimento che Gesù è sempre in noi. In Atti 4:12 è scritto: “Non c’è altro nome sotto i Cieli per cui noi possiamo essere salvati, che il nome di Gesù Cristo”. Io sono cultore di teologia ed esperto di storia religiosa, di fatto lo storico è sempre un diffidente, insoddisfatto e continuamente alla ricerca, ma è importante distinguere la conoscenza dell’uomo da quella dello spirito. Mi sono rivolto a Gesù in tante occasioni della vita e invocandoLo, vedendoLo come “persona”, ho avuto sempre pace, gioia e serenità. Il messaggio che io posso dare va al di là delle etichette e categorie che noi, come uomini, abbiamo sempre attribuito nel corso della storia. Basti guardare la Chiesa Cattolica Apostolica Romana con tutti i suoi Concili, a partire da quello di Nicea tenutosi nel 325, dove Costantino sedendosi disse: “Io sono anche il sommo Pontefice, non solo l’Imperatore”. In questa maniera, si attribuì il diritto incontrastato di eliminare i testi evangelici scomodi (dopo un anno sanzionò la confisca e la distruzione di tutte le opere che contestavano gli insegnamenti ortodossi). Da qui ne seguirono altri: l’Editto di Tessalonica nel 380, il Concilio di Costantinopoli nel 381, etc. dove l’uomo ha anteposto il proprio ego, non ha ricercato Cristo, tant’è che la Chiesa si è dissolta subito dopo i primi Apostoli, andando successivamente in apostasia. Concludendo, tutto quello che dice l’uomo va bene fino ad un certo punto, ma è Gesù che guida e risolve le situazioni. Vi voglio bene. E voglio bene a Giorgio perché è una persona di cui ognuno di noi dovrebbe stabilire dentro sé, nel proprio cuore, l’importanza e il valore. Vi lascio con grande affetto, nel nome di Gesù Cristo. Amen.
Dopo qualche minuto il rumore della pioggia inizia a ticchettare sulla sommità delle tende. Il suo tono delicato si fa lentamente più vivace, aumentando la propria intensità. Qualche folata improvvisa di vento, un fremito nell’aria e gli alberi di questo giardino incantato iniziano a ondeggiare. In pochi attimi i lampi illuminano il cielo, improvvisamente scosso da un concerto di tuoni. Alcuni fratelli si affrettano a mettere al riparo l’attrezzatura, ma una calma irreale domina la scena. Giorgio si alza e con passo dolce si fa strada lungo i tavoli apparecchiati, mentre la pioggia infiltrata dalle pareti dei gazebo batte insistente sulla sua spalla, quasi a voler attirare l’attenzione. La cena è servita fra un chiacchiericcio animato, i sorrisi e il silenzio vibrante e partecipe di chi vuole solo godersi lo spettacolo. Solo il giorno seguente sapremo che una tromba d’aria si è abbattuta non molto lontano: alberi e cartelloni stradali sradicati, tetti scoperchiati e black out in varie zone della provincia.
Non qui. Giorgio si sofferma sotto la pioggia a pochi passi dalla statua della Madonna di Fatima che, con la luce del Suo incantevole sguardo, veglia notte e giorno su quest’arca. Il figlio prediletto, con gli occhi al Cielo, dopo un dialogo interminabile, si volge a Lei. Si avvicina lentamente e, al Suo cospetto, china il capo sul braccio appoggiandosi alla grotta, prezioso scrigno incastonato di pietre azzurrine.
Qualcuno gli corre incontro per dargli riparo, ma lui ci chiede di rimanere sotto il tendone. Alle sue spalle, poco più in là, una donna si prostra in ginocchio, con le mani giunte in preghiera: è Sonia Alea, meravigliosa, instancabile compagna di viaggio. Quanto tempo sia passato non lo sapremo mai, solo quando gli Zigos si saranno placati in un sonno immobile, i fratelli con passo cauto e curioso gli si avvicineranno fino a formare un piccolo anfiteatro di cuori: “La potenza degli Spiriti Elementali si è inchinata alla sua preghiera d’amore. Acqua, luce, un lungo dialogo innamorato ed estatico con la Madre Celeste” – scriverà l’indomani la nostra bellissima Francesca – e così è stato.
Giorgio volge indietro lo sguardo con un sorriso disarmante e ci invita a rientrare e prendere posto.
I Segni continuano…
Giorgio riprende il microfono con un segno della Croce:
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
AVE MARIA,
QUANTA BELLEZZA EMANA IL TUO SPIRITO DAL QUALE FIORISCE LA VITA MANIFESTANDOSI IN INFINITE FORME E SOSTANZE.
AVE MARIA,
QUANTO AMORE CONTIENE IL TUO CUORE IMMACOLATO DAL CUI SENO È NATO IL FIGLIO DELL’UOMO CHE HA PERMESSO AL LOGOS SOLARE DI FARSI CARNE E SANGUE.
AVE MARIA,
TU CHE HAI CONOSCIUTO LA SUPREMA GIOIA DI SENTIRE NEL TUO VENTRE L’UNTO DEL PADRE, TU CHE HAI VISSUTO L’ESTREMO DOLORE DI VIVERE IL MARTIRIO DI TUO FIGLIO VENUTO A SALVARE GLI UOMINI.
NON LASCIARE MAI CHE LA NOSTRA MANO LASCI LA TUA.
AVE MARIA,
PROTEGGI I NOSTRI SPIRITI DALLO SGUARDO DEL MALIGNO CHE ATTENTO COGLIE OGNI NOSTRA DISTRAZIONE, LIMITE O DEBOLEZZA PER SUSSURRARCI PAROLE INGANNEVOLI CHE VOGLIONO ALLONTANARCI DA TE E DALLA LUCE DI TUO FIGLIO.
AVE MARIA,
SOFFIA SUI NOSTRI CUORI IL PROFUMO DEL TUO MATERNO AMORE DONANDOCI LA GRAZIA DELLA PAZIENZA E DELL’UMILTÀ.
AVE MARIA,
AVVOLGI NEL TUO CELESTE MANTO I SACRI FIGLI CHE CI HAI AFFIDATO PROTEGGENDOLI DALLE INSIDIE DEL MONDO.
DONACI LA FORZA DELLA FEDE AFFINCHÉ POSSIAMO SCONFIGGERE IL NOSTRO ANTICO NEMICO E GIUNGERE COSÌ VITTORIOSI AL TRAGUARDO DINANZI ALLO STENDARDO CHE TUO FIGLIO GESÙ CRISTO INNALZERÀ SULLA TERRA QUANDO DARÀ INIZIO ALL’ALBA DELLA NUOVA ERA.
AVE MARIA,
MADRE NOSTRA.
COSÌ SIA.
CON PROFONDA DEVOZIONE
SONIA ALEA
15 Agosto 2015
Giorgio: Ora passiamo la parola a Flavio Ciucani che ci darà un messaggio breve, ma profondo, sulla Madonna.
Flavio Ciucani: Buonasera a tutti. Vorrei riprendere il messaggio dato dal reverendo mormone riguardo la sua idea dell’amore di Cristo, per parlare della Madonna. Di recente ho avuto una discussione con un prete il quale si meravigliava del fatto che, attualmente, a Medjugorje ci siano poche apparizioni o addirittura nessuna. Gli ho chiesto allora quale fosse la missione della Madonna, ma non ha saputo rispondere. Si limitava a dirmi che la Madonna è misericordiosa… l’amore di Dio… l’amore, tutte osservazioni cattoliche su un Essere celestiale, serafico, che si è sacrificato per portare il Figlio di Dio sulla Terra. Non riusciva a comprendere che la Madonna ha una missione unica: portare Cristo sulla Terra, lo ha fatto duemila anni fa e lo deve fare oggi. Il prete mi ha chiesto poi: “A che cosa servono tutte queste apparizioni, questi segni?” Ed io ho risposto: “Sei tu il maestro, non io. Sacerdote significa “sacra docens”, colui che insegna le cose sacre. Se nelle apparizioni non trovi il segno di una preoccupazione del Cielo per gli uomini, e che quindi si sta preparando l’avvento di Cristo, significa che nella Chiesa cattolica poco si è capito o comunque si è dimenticato”. Mi trovavo in un periodo di stasi ed era passato qualche mese dall’ ultima volta che avevo scritto qualcosa. Il Cielo allora mi ha ripreso per le orecchie e mi ha detto: “Leggi!”. Sono andato a cercare nella mia libreria il libro di un Santo e ho aperto una pagina in cui si parla della missione della Madonna, una preghiera che dovremmo fare tutti quanti noi. Immaginiamo per un attimo l’Angelo inviato da Dio sulla Terra mentre dice a una ragazza: “Tu sarai la Madre del Salvatore”. L’Angelo rimane in attesa della risposta. Nel tempo cosmico non sappiamo quanto tempo sia trascorso prima che Lei accettasse la Sua funzione. Ora immaginate che, invece dell’Angelo, ci siamo noi… imploranti davanti alla Madonna in attesa che Lei dica una parola. È come se fosse una preghiera: “Madre Santissima affrettati a dire quella parola, affrettati perché siamo stanchi, non possiamo più vedere i nostri figli e i figli dei nostri figli senza futuro… dilla quella parola”. Noi stiamo aspettando che Lei accetti, e io dico: “Madonna Santissima, io non credo che l’umiltà sia debolezza, bisogna essere forti… quindi dì quella parola!”.
Nel pronunciare le ultime parole la voce di Flavio si abbassa leggermente e, spezzata da una commozione che si unirà alla nostra, conclude:
“Ecco l’ancella del Signore, sia fatto di me secondo la Tua Volontà”, e che Cristo ritorni sulla Terra!
La parola passa nuovamente a Giorgio:
DAL CIELO ALLA TERRA
HO SCRITTO IL 14 AGOSTO 2015:
TI ACCOMPAGNERÀ L’AMORE
DOMANI È IL 15 AGOSTO 2015, LA FESTA DELLA MADRE MARIA SANTISSIMA.
MADRE SANTA, TI RINGRAZIO DI CUORE E CON TUTTA LA MIA ANIMA, NON SOLO PER AVERMI DATO L’ONORE DI ESSERE PADRE DEI MIEI FIGLI, MA ANCHE PER AVERE DATO LORO LA DIVINA GRAZIA DI POSSEDERE NEL LORO SPIRITO L’AMORE DI CRISTO E LA DEDIZIONE VERSO TUTTI I BAMBINI CHE SOFFRONO NEL MONDO.
A TUTTI VOI CHE MI LEGGETE DEDICO QUESTO SCRITTO DI MIO FIGLIO GIOVANNI RIVOLTO AD UNA COLLABORATRICE DELL’ASSOCIAZIONE FUNIMA INTERNATIONAL DELLA QUALE LUI È DIRETTORE.
GRAZIE MADRE SANTISSIMA.
GRAZIE GIOVANNI, FIGLIO MIO.
IN FEDE
G. B.
Sant’Elpidio a Mare (Italia)
14 Agosto 2015
Giorgio: L’Arca Alea Lores ha dato in prestito all’Arca di Sant’Elpidio una creatura molto bella, che si chiama Sonia De Marco ed ora è in Paraguay dai nostri bambini. Mio figlio le ha scritto questa lettera:
“Sonia, amica mia, sono molto emozionato per l’esperienza che stai facendo, sarei voluto essere lì con te per viverla insieme, aiutarti a camminare nella strada che porta al cuore delle persone, quelle che conoscerai, all’interno di quegli sguardi che ricorderai per sempre e che resteranno parte di te per tutta la vita. Ciò nonostante credo che tu abbia scelto il modo migliore per viverla, per concentrarti al meglio, per non perderti nessun momento. Stai partendo sola, lasciando a casa amori, amici e famiglia, ma noi ti accompagneremo da qua, lo sai.
E al tuo ritorno rivivremo tutto, attraverso i tuoi occhi luminosi e profondi! Ci emozionerai! Le esperienze di vita che hai vissuto ti hanno reso una ragazza forte e matura, una donna, sono fiero di te e orgoglioso di essere tuo amico.
Ti raggiungerà Martina, una ragazza splendida e piena di vita, lei sarà la tua compagna di viaggio. Cuídala!
Vivi questa esperienza con serenità, sarà magnifica, concentrati in quello che devi fare e libera la mente. Sei molto sensibile e sai sentire le persone come nessun altro. Sintonizzati su di loro, assorbi, assorbi il più possibile tutto ciò che sentirai, vibrazioni; lasciati emozionare, non mettere freni. A volte sentirai tristezza, ti servirà per capire, per diventare parte di loro, attraverso un abbraccio, una stretta di mano, un saluto, una parola; incrocia i loro occhi, ti diranno tutto di loro. Non cadere in quell’angoscia, so che saprai alchimizzarla, ti darà la forza per affrontare la vita quando tornerai, in tutto quello che stiamo facendo insieme!
I bambini sono la tua vita, me lo hai detto tu ed è per loro che stiamo lavorando, per le future generazioni, per dare loro un mondo più libero e giusto.
Questo viaggio sarà come un’esperienza sensoriale, attiva tutti i tuoi sensi, osserva, tocca, odora e ascolta tutto intorno a te. Sarà un’esperienza di vita intensa, concentrata in un breve periodo dove ascolterai il respiro dell’altra parte del mondo, quella con il polmone più soffocato. Il traffico di Asunción, le voci della gente, gli odori della strada, i bambini e la splendida lingua da loro parlata: il Guaraní. Tutto si muove sopra questa terra rossa che affascina e spaventa, dove tutti cercano di guadagnarsi la vita, troppo spesso rischiandola.
Non è un Paese per vecchi, come dice il film, ma neanche per bambini, che spesso sembrano adulti. E’ un Paese di contrasti, che noterai subito, ti sdegneranno i grandi Suv e le costruzioni dei ricchi che si mischiano alla povertà dei poveri, dalla quale si proteggono, tutti, tutti insieme. La strada dei poveri e quella dei ricchi, il quartiere dei poveri e quello dei ricchi, il mercato, la pizzeria, il locale, tutto… servizi per poveri e servizi diversi per ricchi, prezzi da poveri e prezzi da ricchi!
Gioia, tristezza, rabbia, serenità, confusione, calma, accoglienza, solitudine!
Tu sai farlo, tu sai che riuscirai a sentire tutte queste emozioni, quando attraverserai la strada, quando mangerai con loro, quando andrai nelle loro case, in poco tempo ma sarai in gradi di sentire tutto questo.
Sorridi e porta felicità, non ti mancherà l’affetto, al contrario, noterai che ciò che tu porti dentro è l’energia vitale di cui tutti hanno bisogno e desiderano, e la troveranno in te.
Rimarranno abbagliati da ciò che tu sei, dalla tua sensibilità, dolcezza, da ciò che il tuo essere emana: il profumo dell’Amore. I bambini lo sentiranno subito e abbracciandoti si sentiranno protetti e a casa, ti chiameranno Tía in segno di affetto, ne gioiranno! Gli adulti già so che si innamoreranno, aspirando ad essere come te, a sentire la passione che tu senti, a spendersi per gli altri nel modo in cui tu sai farlo, con semplicità, con naturalezza, come se fosse la normalità donarsi agli altri in questo modo, con spontaneità; rendendo semplice tutto ciò che agli altri resta impossibile.
Ti abbraccio forte Sonia, abbracciami forte anche mama Hilda a cui voglio molto bene e stimo, ringrazia moltissimo Omar per la sua fedeltà e costanza. Nella loro casa ti sentirai in famiglia come da nessun’altra parte.
Come ultima cosa ti chiedo di salutarmi il cielo di Las Cuevas, quando di notte alzerai gli occhi per guardare le stelle, a quell’altitudine non riuscirai più a sentirti sola!
Ti sentirai piccola come un granello di sabbia, ma parte di un sistema immenso creato alla perfezione: l’universo! Lo spettacolo più bello che abbia mai visto! Ho un ricordo molto nitido delle Ande, come se fossi partito per un altro pianeta, per la prima volta ascoltai il silenzio che riempie, più impetuoso e rumoroso della mia vita, guardai quegli occhi neri di uomini e bambini il cui spirito sembrava provenire da un altro pianeta.
Abbracciami Ramon, è come un fratello maestro per me, il suo spirito: il vegliardo delle Ande per la sua gente e non ha mai tradito se stesso! Ti stupirà vedere come si possa sopravvivere in quei luoghi, dove il tempo sembra si sia fermato, un deserto a 4mila mt di montagna e polvere, dove si vive con semplicità dando importanza a cose della vita che per noi non esistono più.
Anche lì ti renderai conto di come, nonostante la vita sia estrema e manchi l’acqua, l’elemento fondamentale che ci nutre non puoi toccarlo con mano, ma devi donarlo con una carezza e un abbraccio. Qui ne darai e ne riceverai tanti!
Lo avrai sempre con te (l’amore), non avrai bisogno di portare altro, basterà quello a scaldarti e a riscaldare gli altri.
Ti innamorerai di queste terre Sonia e delle loro persone come essi faranno di te.
Ti mancheranno. Vi rincontrerete.
In eterno. Ti voglio bene. Giovanni”.
Giorgio: Grazie figlio… Grazie anche a Ramòn, amico e fratello, che per conto nostro e di tutti noi insieme, aiuta centinaia di bambini che cerchiamo di sostenere donando loro la sopravvivenza.
Ora proietteremo un breve video che Sonia ha inviato dal Paraguay.
Le immagini scorrono, Sonia scrive in sovraimpressione:
Sonia D.M.: A Giorgio e Giovanni… in quest’Arca Alea Lores, quattro anni fa mi chiedeste di mettere a disposizione le mie mani e il mio cuore… per me fu subito Sì… e dopo 500 chilometri iniziò la mia avventura… Dal primo giorno è stato un percorso di crescita, una straordinaria opportunità che mi ha portato alla riscoperta di me stessa e allo sviluppo del mio potenziale interiore… E in questa palestra di vita, come un albero ho affondato le mie radici… facendo così apparire i primi germogli. Dopo quattro anni e un volo di 10.200 chilometri, in una terra rossa e polverosa è fiorita la mia anima. A breve mi raggiungerà Martina e insieme viaggeremo verso l’Argentina. Molti altri chilometri mi aspettano e altrettanti volti, odori e sapori. Piangerò e riderò… Proverò ancora tanta rabbia e tristezza, ma anche una gioia infinita, consapevole che questo viaggio, che ha fatto fiorire molto dentro me, al mio ritorno darà frutti da poter condividere con tutti voi, che siete la mia famiglia e da sempre la mia forza. Con amore, vostra Sonia.
Giorgio: Questa è Asunción, Paraguay. In queste immagini vediamo Sonia con Dyrsen, la figlia di Pablo Medina, Graciela, mamma Hilda, i nostri bambini poveri, il luogo dove vivono, il giudice Jorge Figueredo, che è uno dei nostri bambini di strada…
Questa è ancora FUNIMA: Maria, Ludovica, le pupe, Giovanni e Barbara, Mara, Lara, le nostre manifestazioni in giro per l’Italia, i nostri banchetti informativi.
I bambini poveri che noi aiutiamo sono pochi. In realtà, come vi ho sempre detto e lo ripeto per l’ennesima volta, siamo noi i miserabili. In verità, andiamo lì per essere salvati dal loro essere crocifissi come Cristo.
Noi siamo una famiglia: quando uno di noi va a prendere la benedizione dal Crocifisso con il sangue per portarla a casa, è un po’ come essere benedetti da quel sangue. Siamo noi i poveri… i miserabili! Siamo noi i materialisti! Ognuno di quei bambini è un Gesù Cristo e noi andiamo da Lui a farci dare la salvezza: in realtà tutto quello che facciamo per loro, se fatto con il cuore, è per noi stessi. Nel Vangelo Gesù Cristo disse: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a Me” (Mt 25,40).
Quando facciamo qualche cosa, una donazione, qualche campagna per questi bambini, in realtà stiamo chiedendo al Cristo, con tutto il cuore, di purificare le nostre schifezze.
Quando Cristo ci permette di andare lì con un contributo o un progetto, ci sta dando la possibilità di toccarLo e, forse, di salvarci. Non è il contrario! Non pensate di aiutare quei bambini perché loro sono già salvi. Tutti quelli che avete visto nel filmato, e le centinaia di milioni che non avete visto, si reincarneranno e andranno tutti nella luce di Cristo, nel Nuovo Regno. Noi no, ce lo dobbiamo guadagnare dando la nostra vita, anche venendo uccisi se necessario, altrimenti non ci andremo nel Regno. Noi siamo i veri poveri, i veri miserabili e ho sempre pensato così. Mio figlio Giovanni, che coordina questa piccola associazione per “aiutare” questi bambini, lo sa e condivide.
Da loro dobbiamo prendere esempio. Avete visto le immagini? I bambini che vedete sorridere vivono nelle latrine, in case di latta tra gli escrementi che provengono dalle ville dei ricchi, di uomini che imitano l’Europa, l’America, noi, l’Italia; ma la realtà è tutt’altra: sono i ricchi ad essere immersi negli escrementi della materia che li condannerà alla morte seconda. I bambini sono crocifissi nella croce della sofferenza, nella malattia, privati del cibo e dell’acqua, ma sono tutti salvi. Semmai, come il Cireneo, noi cerchiamo di alleviare la loro croce. Il Cireneo è davvero l’uomo più fortunato dalla Terra, perché nemmeno i dodici Apostoli ebbero il privilegio di essere abbracciati dal Cristo: una fortuna di quelle gigantesche perché si bagnò del Suo sangue e del sudore che Egli aveva impresso nelle carni e nella tunica. E proprio quel sangue lo ha reso salvo. Tutti quanti noi dobbiamo essere dei piccoli Cirenei… Quindi grazie infinite a Sonia De Marco.
Ora voglio invitare qui sul palco il mio soldato, Emanuele Di Stefano, compagno di Sonia e padre di suo figlio. Emanuele è siciliano come me, da quando è nato l’ho cullato tra le mie braccia.
Emanuele: Quattro anni fa sono venuto in quest’arca per svolgere un lavoro con Valter e direi che la mia esperienza con Sonia è iniziata lì. È qui che l’ho conosciuta e dopo pochissimo è scattato in me qualcosa nei confronti di questo essere. Dopo un mese sono rientrato nelle Marche e solo quando ho ricevuto la bella notizia che si sarebbe trasferita a Sant’Elpidio, l’ho preso come un
“la” per iniziare questa storia. La cosa che mi ha colpito molto è che Sonia, già da subito, ha coltivato il desiderio di andare in Sudamerica per conoscere questa realtà, nutriva un desiderio immenso per poter compiere qui, e anche meglio, quello che lei stava iniziando a fare. La cosa più bella è stata aiutarla a raggiungere questo suo obbiettivo, insieme ad ognuno di voi. Giorgio mi ha insegnato che noi siamo tutti una famiglia e insieme, con l’unione, possiamo raggiungere gli obiettivi. Grazie a tutti.
Giorgio: Pier Giorgio, tu che sei un ricercatore, investigatore e un po’ scienziato, che ne pensi delle immagini simboliche di questa sera?
Pier: Queste immagini sono gli anelli della catena che portano a nostro Signore: questo… la Santa Madre, l’acqua che ci bagna, lo stare insieme anche in modo composto nonostante lo scatenarsi degli elementi… il carissimo amico che ti rinfresca mentre sanguini: un’immagine bellissima che mi ha emozionato molto. Una giornata davvero particolare, bellissima, ricca di simboli, di segnali, di emozioni… Grazie.
Domenico: Vorrei innanzitutto, insieme a voi, ringraziare i presenti e tutti quelli che hanno lavorato per questo evento. Io sono andato con Giorgio in Sudamerica un paio di volte e mentre lui ne parlava, mi ha colto molto forte un pensiero e vorrei trasmettervelo; chiunque lo visiti resta straordinariamente colpito. È un Paese a cui sono molto legato e dal quale non avrei voluto andarmene. Sebbene sia povero, mi piacerebbe sentire anche in questo gruppo l’amore che ho sentito in quella terra… una cosa straordinaria, mentre fra di noi a volte c’è egoismo. Dobbiamo spronarci a dare l’amore che io ho sentito. Se avrete l’onore di conoscere Hilda e Omar, rimarrete veramente meravigliati, sono due angeli che lavorano, operano costantemente. Con me c’era anche Fabio, ho solo un rammarico: siamo partiti in quattro e oggi siamo rimasti in due. Vi ringrazio.
Giorgio: Grazie Domenico, ma voglio ricordare che si può sempre cambiare… si può sempre cambiare.
Ora voglio chiamare qui sul palco Luca Trovellesi, direttore di Sydonia Production..
Luca: Dopo tantissimi anni che non venivo a Pordenone, è un piacere essere qui e vedervi tutti insieme. Purtroppo, dovendo viaggiare per lavoro, non ho la fortuna di ritrovarmi con i fratelli delle arche e questa è l’occasione per stare insieme anche con coloro che conosco meno. Oggi si festeggia la Madonna e non a caso voglio dirvi che meno di un mese fa ci hanno commissionato un documentario su Maria. È una novità, una cosa bellissima, un impegno importante, un progetto che ci emoziona tantissimo perché parlare di una figura storica quale è Maria è una cosa seria, profonda. È anche una sfida, per come La conosciamo e La sentiamo noi, come vorremmo trasmetterLa per dare un messaggio attraverso i lavori che stiamo svolgendo. Proprio in questo mese, Diego Corvaro, responsabile di “Studio3 Argentina” a Buenos Aires, si trovava in Sudamerica per un altro documentario commissionato da un canale argentino riguardante la vera storia dei Re Magi. Una storia che viene presa in considerazione solo con il presepe, al di là del quale le tre figure scompaiono. Ci sarà molto di cui discutere. Fra tre giorni ripartiremo per la Cina, dove stiamo producendo una serie di tredici episodi intitolata “Le Radici della Fede”, in cui narriamo la nascita e la storia delle religioni del mondo, perlomeno le più importanti: Ebraismo, Cattolicesimo, Protestantesimo, etc. Ci siamo recati anche a Salt Lake City per la puntata sui Mormoni; in Cina con il Taoismo e il Confucianesimo e proseguiremo con l’Induismo, il Buddismo e tante altre fino ad arrivare a tredici. Un percorso importante, che ci ha dato la possibilità di conoscere direttamente e profondamente anche i referenti, le persone, i modi, gli usi, i costumi, i rituali, le “forme” espressive relative al proprio credo e missione che ognuno manifesta nel contesto in cui si stanno sviluppando queste fedi; e via dicendo. É un importante bagaglio di esperienza, anche culturale, che ci sta formando. L’obiettivo di questo progetto è proprio quello di trasmettere il concetto che è alla base di ogni religione, di ogni scelta; i valori fondamentali sono identici, sebbene nei secoli o nelle manifestazioni più “esteriori” siano andati via distinguendosi, cambiando nella forma, ma nella sostanza sono molto comuni. Allo stesso tempo, sto ricercando alcuni aspetti che possano accomunarli. Ad esempio, chiedo ad ognuno di loro se stanno aspettando il ritorno del proprio Maestro; di fatto, un po’ tutti, in base alla propria fede, religione e alla propria storia, stanno aspettando il loro Messia.
Chiedo anche cosa pensino riguardo la vita nel Cosmo, ora che viviamo in un’era spaziale e ogni giorno si scoprono pianeti nuovi, straordinari… e via dicendo. La religione è tenuta comunque ad avere un confronto anche con questa realtà, non siamo più nel Medioevo. Tuttavia, pur non avendo raggiunto nemmeno la metà del nostro progetto, non vi nascondo che, toccando le varie fedi, le religioni, i personaggi, provo un po’ di amarezza. Certamente è tutto molto relativo, perché mi sono confrontato con i massimi esponenti, non ho parlato con tutte le persone che fanno riferimento a quei movimenti. Comunque sia, riguardo alla mia esperienza con Giorgio, che conosco da venticinque anni, il ritorno di Cristo è una cosa determinante, fondamentale, sentita e vissuta in tutti sensi, mentre ho riscontrato ovunque un distacco di fronte a certi temi. È molto più facile parlare di riti, di concetti storici e via dicendo, ma quando vai nel pratico, cercando di capire se veramente il Ritorno di Cristo è qualcosa di oggettivo, concreto, contestualizzabile, la domanda diventa impegnativa e la risposta è abbastanza evasiva; non sanno cosa rispondere. Le persone che veramente aspettano il Cristo, per lo meno come l’intendo io, nella mia personalità spirituale, sono davvero pochissime. Per il resto, siamo molto lontani in questo senso, a volte all’antitesi e lo sono anche coloro che dovrebbero insegnare, educare il significato del Ritorno, di questa visita. Troverò la maniera per trasmettervi le risposte che mi hanno dato… chi in un modo, chi nell’altro, arrampicandosi sugli specchi, chi trovando forme teologiche le quali, di fatto, dimostrano che nessuno crede nel Suo Ritorno; tantomeno se dovesse tornare, poiché è questo il tempo. Noi invece abbiamo la fortuna, la sorte e la straordinaria opportunità di vivere un’esperienza così importante, così vera e coerente. Dopo tutti questi anni posso testimoniare di non aver perso neanche un momento nell’evoluzione, nella divulgazione e nell’esperienza di Giorgio, in quello che ha fatto e ha detto, come si sono manifestate le cose, e via dicendo; per cui confrontandomi con queste realtà mi rendo davvero conto di essere più fortunato.
Dall’Arca Madre, scendiamo verso il Sud, verso l’Arca “Giustizia e Verità” di Palermo; quella Palermo che a Paolo Borsellino non piaceva, ma proprio per questo imparò ad amarla: perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace, per poterlo cambiare.
Giovanni Micale: Io conosco Giorgio da dieci anni e ancora non riesco a farmi una ragione del fatto che la nostra Arca di Palermo sembri non voler spiccare il volo; questo non perché ci sia una mancanza di volontà da parte nostra, semplicemente perché è una città molto particolare, direi anche la più particolare. Certo, è sempre una sofferenza perché io e Adriana spesso ci ritroviamo soli, nel senso fisico, ma sappiamo bene di avere tanti fratelli su cui contare. Giorgio mi ha sempre detto: “Giovanni, mettitelo in testa, sarà l’ultima a formarsi!”. Io gli credo fermamente, dopotutto viviamo in una città che non è per niente facile… e già allora mi diceva che attraverso il contesto antimafia dove è ben conosciuto, la strada della spiritualità e quella della lotta alla mafia si sarebbero unificate. A proposito di segni, piano piano si va concretizzando. A testimonianza di questo, vi dico che tutto ciò si sta realizzando perché molte persone che appartengono ai vari movimenti in difesa dei giusti che rischiano la vita, ora partecipano ai nostri incontri spirituali per ascoltare quella Verità che Giorgio diffonde da tanti anni. Riguardo la sanguinazione di oggi, non ho potuto fare a meno di notare un Segno molto importante che mi fa riflettere e credere che Dio è giusto, ma la Sua Misericordia è molto più grande. Un Segno, ma per me è soprattutto un insegnamento della grandezza di Cristo. Grazie.
Bimbi, ci siete tutti? Alzate la mano! – Stefano Ravera prende il microfono e raccoglie a sé tutti i bambini. Li chiama per nome, mentre ancora si dondolano sull’altalena, si rincorrono e fanno scivoli con le braccia al cielo, intravedo braccine rotonde avvinghiate al collo delle sorelle, qualcuno invece ha già chiuso gli occhi e intrapreso un meraviglioso viaggio in qualche lontana galassia.
Ora stanno lì, seduti, con le orecchie tese e i loro grandi occhi spalancati, affacciati ad un portale senza schemi, senza tempo e barriere, dove tutto può avverarsi. Di fatto sono loro ad insegnarci i valori della vita; sono loro a serbare memoria più viva della dimensione da cui veniamo e a cui torneremo…
Stefano: Questa è la storia tratta dal bellissimo libro “Ami, un amico dalle stelle”, che narra l’incontro di Ami, un bambino extraterrestre, con un bambino terrestre e lo porta a visitare il pianeta da dove proviene, mostrandogli la vera legge che regola l’Universo. Durante la visita la madre di Ami si rivolge ai bambini e dice:
“Lottate bambini, lottate per portare la pace, l’unione e l’amore nei vostri mondi. Avrete molte difficoltà, incomprensioni, ma il più grande potere dell’universo sarà al vostro fianco: alla fine, il seme germoglierà, portando pace ed unità. State molto attenti alle tentazioni dei vostri mondi materiali, cercate di ricordare da dove venite, perchè siete dove siete, evitate che le vostre anime siano inclini verso ciò che è transitorio. Nei vostri mondi regna l’illusione, la menzogna. Voi mantenetevi nella realtà, nella verità, nell’amore, siate innocenti come bambini, non imprudenti, ma cauti. Dovrete mantenere un difficile equilibrio fra innocenza e prudenza, fra pace ed autodifesa. Che la malvagità che vi circonda non vi faccia perdere il vostro spirito infantile, perché solo mantenendo questo spirito potrete salvare voi stessi e l’umanità dei vostri mondi, ma che la vostra naturale innocenza non vi faccia chiudere gli occhi alla malvagità che vi insidia da tutte le parti, perché non ne siate ingannati e indeboliti, mantenetevi nel giusto equilibrio: “I piedi sulla terra, lo sguardo verso l’alto e il cuore nell’amore”. Questo è il segreto!
Bambini, se vi attirano queste parole, riprenderemo la storia dall’inizio nei prossimi incontri!
Giorgio: Da quando ero bambino la Madonna mi ha sempre salvato, anche la vita. All’età di nove anni, mi trovavo sotto casa e mentre stavo rincorrendo il pallone, una Fiat 500 rossa mi ha investito, ho sbattuto la testa nel parabrezza, sono rimbalzato e finito sotto un’altra macchina. Mio padre mi ha tirato fuori da sotto l’automobile e portato all’ospedale civile di Siracusa, in Sicilia, dove i medici hanno subito dichiarato che la situazione era davvero grave. Era il 1973 e la tecnologia non era certo quella di oggi. Disperata, durante l’intervento alla testa, mia madre si è prostrata a terra di fronte alla statua della Madonna di Fatima che si trovava in fondo al corridoio del reparto di chirurgia e, detto il rosario, supplicò: “Madonnuzza, Madonnuzza mia, fammi la grazia! Io ti offro questo figlio. Prendilo! Fa’ che sia Tuo missionario, si dedichi a Te e a Tuo Figlio Gesù Cristo. Se muore, io morirò con lui, non posso sopportare questo dolore! Io sarò la mamma più felice del mondo se lascerai in vita mio figlio; anche se non lo vedrò più, sentirò che lui cammina per il mondo”. Così la Madonna mi ha fatto la grazia, lasciandomi vivere, ma io visito mia madre ogni due o tre anni. Non me lo aveva mai raccontato, mi ha tenuto nascosta questa storia fino a due anni fa quando, disteso nel letto di casa sua, la vedevo fissarmi e sorridere. Le ho chiesto allora come faceva ad essere felice nonostante mi vedesse raramente, ma solo dopo tante insistenze me lo ha rivelato.
Questo è un altro tassello che si aggiunge al disegno di stasera. Se la Madonna ha concesso a mia madre la grazia di tenermi in vita, è probabile che se ne vada prima di me. Quando lei se ne andrà, se io sarò ancora qua, potrete cominciare a fare il conto alla rovescia. Quindi pregate dalla mattina alla sera, finché lei sarà viva non mi potrà toccare nessuno. Certo, il Padre può cambiare tutto, ma teoricamente dovrebbe essere così. Ora vi racconto come, un pomeriggio, all’età di cinque anni, scappai di casa. I miei genitori mi cercarono per mari e monti finché, giunta la sera, verso le otto, mio padre, rassegnato, decise di rivolgersi alle forze dell’ordine. Purtroppo in Sicilia, a quei tempi, starsene alla larga dalla Polizia era una forma mentis ben radicata, se non in casi estremi, quando non c’erano più chances… Ad un certo punto mia madre, come folgorata da un’illuminazione, decise di cercarmi a poche centinaia di metri, tra la piccola folla che seguiva la processione in onore di San Sebastiano, verso la chiesa di Sant’Antonio da Padova, a Floridia. E mi trovò proprio li, a spingere il carro trionfale su cui era riposta la statua, trafitta dalle frecce del suo martirio, ricoperta di banconote donate dai fedeli. Io ero tutto concentrato, sentivo che il santo, sebbene fossi stupito dalla ricchezza di cui veniva cosparso, avesse bisogno di me; nella mentalità siciliana le possibilità di arrivare in paradiso era proporzionali alle offerte. Mia madre scoppiò a piangere dall’emozione, per quel figlio che preferiva essere li invece di andarsene a giocare…
Ora vi racconto un’altra storia, segno che ero predestinato. Nei paesini della Sicilia ci sono donne anziane che compiono piccoli riti magici, spirituali, che hanno determinate funzioni, tradizioni locali le quali, in un certo senso, evitano ai bimbi di sentirsi male o di essere posseduti. Anche nel nostro paese c’era una donna che aveva la fama d’indovina. La sua stanza era tappezzata di crocifissi, quadri di Gesù e della Madonna e si diceva che a casa sua avvenissero miracoli, cose “strane” sempre legate alla religione, tant’è vero che qualche sacerdote andava da lei e celebrava la messa. Avevo quattro o cinque anni, quando mia madre mi prese per la manina e mi portò da lei. L’anziana signora, vedendomi, esclamò: “Signora!… Lei ha questo picciriddu!”. Mia mamma, preoccupata, chiese se suo figlio fosse malato. La donna allora rispose: “No! no!… Mamma mia, io vedo cose strane!”, ossia si è lasciata impressionare da me.
Poi prese una figurina in bianco e nero raffigurante Gesù con la corona di spine (Ecce Homo), la mise nel palmo di mia madre e disse: “Signora, questo lo proteggerà… io vedo qualcosa di strano in suo figlio!”. Di certo qualcosa vedeva, ma non capiva di cosa si trattasse. Io rimasi sereno e tranquillo, presi per mano mia madre e il volto del Cristo Crocifisso iniziò a lacrimare, vere e proprie gocce di lacrime umane. La donna iniziò a gridare al miracolo e la gente del piccolo quartiere accorse per inginocchiarsi e recitare il Rosario. Accadde un pandemonio e mio padre dovette intervenire per calmare la situazione e riportarmi a casa; temeva che il prete venisse per farmi andar via, perché smetteva di piangere solo quando io lasciavo la mano di mia madre. E questa è un’altra storia che arricchirà i vostri diari. Sono tutti fatti veri: io ora ho sintetizzato, ma mia madre ricorda ogni minimo dettaglio ed è in grado di dirvi anche com’ero vestito!
Stefano Ravera: Nel libro di Ami, il super computer della Confederazione ha dato nome a tutte le cose, compreso il nostro pianeta, chiamandolo “Il pianeta dell’aquila dorata”. C’è forse una correlazione tra “L’aquila d’oro” di Eugenio e il nostro pianeta?
Giorgio: L’aquila è il simbolo di Giovanni, l’apostolo prediletto di Cristo che ha come compito di tutelare, salvare e aiutare l’umanità, quindi ha attinenza.
Savino: Se in sogno o durante un contatto, dovessimo incontrare entità di qualunque tipo che vogliono confondersi con il bene, come facciamo a riconoscerle?
Giorgio: Da quello che ti viene detto di fare. Se ti dicono di fare del male ad un bambino non sono entità positive. Lo sono invece se ti comunicano di salvare dei bambini che muoiono di fame.
Savino: Molto spesso però, avviene in modo più sottile.
Giorgio: Certo, è più sottile se vogliono distrarti dalla tua missione. Se non vogliamo farci ingannare, dobbiamo sapere e realizzare perché siamo qua, essere sicuri di quello che stiamo facendo. La mia missione consiste nel parlare di Cristo, fare la lotta alla mafia e aiutare i bambini. A chiunque mi offrisse un lavoro come allenatore, con un compenso di dieci milioni di euro, e mi chiedesse di lasciare la lotta alla mafia e non parlare di Cristo, direi: “Tieniti i dieci milioni di euro, perché quella non è la mia missione”. Sarebbe invece più sibillino se l’entità mi dicesse di fare entrambe le cose, ma m’impedisse di parlare degli uomini di Stato collusi con la mafia, al ché direi: “Tieniti i dieci milioni perché la mia battaglia è distruggere coloro che, alleandosi con la mafia, la alimentano e le danno forza”. O ancora, lo sarebbe se mi permettesse di fare la lotta alla mafia puntando il dito contro il potere, senza poter parlare di Gesù Cristo. Se invece ti colpisse nel sentimento, attraverso la moglie o i figli, non devi permettergli di farti perdere tempo. Se qualcuno della famiglia, o alcune persone tra quelle che amo di più, dicessero: “Ascoltaci, lascia stare, perché devi fare questa lotta alla mafia?”, io risponderei loro: “Se mi volete bene dovete seguirmi, altrimenti ci lasciamo. Io vi voglio bene, vi adoro, non vi farò mancare niente, ma voi andate per la vostra strada e io per la mia”. Non c’è niente di sibillino quando sei sicuro. Puoi lasciarti coinvolgere da storie sentimentali, divertirti, sposarti, etc. però se ti lasci distrarre o dissuadere, io non posso dirti quello che devi fare, ma quello che faccio io. Se mi apparisse un essere vestito da Gesù Cristo e mi ordinasse di non fare la lotta alla mafia, io gli direi: “Tu non sei Gesù Cristo, sei uno vestito come Lui, perché io lo sento forte dentro. Il vero Gesù mi ha detto di farla e per impedirmelo mi dovranno ammazzare, non c’è nulla che mi possa dissuadere, né sentimenti, né soldi.
Spero che io possa avere sempre questa forza, domani mattina magari la perderò, ma penso proprio di no. Il consiglio che dò a tutti i miei amici qui presenti è di tenere ben chiaro l’obiettivo della vostra vita, chi siamo, perché siamo qui e dove dobbiamo andare; non occorre che ci dedichiamo tutti alla lotta alla mafia. Se ho ben chiaro questo, ogni tentazione che Dio mi manda mi aiuterà ad essere più forte, non mi deve debilitare. Dobbiamo lavorare e mantenere la famiglia, ma non lasciamoci distrarre.
Il nostro nemico più grande siamo noi stessi. L’unico che ti può convincere che una cosa non la devi fare sei tu stesso, nemmeno Dio può farlo. Tu invece sì. Se hai deciso di assumere della droga per sballarti o per suicidarti, potrà apparirti anche Gesù Cristo, lo farai comunque. Paradossalmente, con il libero arbitrio, sei tu il più grande maestro dell’universo, sei ancora più grande di Dio nei confronti di te stesso. Il Padre può tutto, anche imporre, ma non lo fa. Siamo noi che decidiamo sempre cosa vogliamo fare. “Io sono la Via, la Verità, la Vita”: Cristo ci indica una strada, non ci punta la pistola alla testa. Noi siamo i nemici e i salvatori di noi stessi, basta volerlo.
Tiziano: Alcuni giorni fa, in Inghilterra sono comparsi due bellissimi cerchi nel grano raffiguranti la colomba e il sole nero. Inoltre, un’imminente manifestazione dell’energia fotonica investirà il nostro pianeta, portando un cambiamento di coscienza e penso che tutti questi elementi siano correlati tra loro.
Pier Giorgio: I cerchi nel grano indicano le trasformazioni in atto. La colomba, se la giri al contrario, appare come un mezzo volto che guarda col terzo occhio. La colomba è simbolo di purezza, di pace, etc. e si contrappone ad altri simboli comparsi nella stagione di quest’anno, che richiamano il logo della Nato, i missili riguardanti la guerra. Il Sole nero appartiene a quelle simbologie sul piano umano, spirituale e cosmico che indicano questa trasformazione, ma non fanno altro che sottolineare in forma figurativa quello che ci viene detto nei messaggi che Giorgio riceve, in maniera più chiara e leggibile. Sappiamo benissimo che il Sole è, sul piano fisico, l’ente che induce la trasformazione della materia, del nostro stesso DNA, ma non come causa, bensì come effetto. La causa risiede comunque in virtù di quello che Giorgio ha appena detto, nell’espressione della nostra decisione di come vogliamo esercitare il nostro libero arbitrio. Quindi, il fatto che questa energia investirà la Terra, non vuol dire nulla. Ciò che l’energia crea in noi dipende da quello che facciamo, non c’è una trasformazione umana o dell’ uomo spirituale indotta da fattori materiali. Avviene, invece, una trasformazione derivante dalla propria condizione spirituale, in relazione alle rispettive scelte di vita. La teoria che l’uomo si possa evolvere grazie alla cintura fotonica, perché c’è l’onda portante oppure si apre il portale, sono tutti inganni di Arimane il quale vuole proporre all’umanità che l’evoluzione è solo sul piano materiale. Se un delinquente si facesse il bagno nella cintura fotonica non diventerebbe un Santo: ciò accadrebbe solo se si pentisse, facendo quello che Cristo ha detto di fare. Punto. Se poi un essere positivo venisse investito dalla cintura fotonica, il suo corpo brillerebbe; se fosse negativo, il corpo verrebbe ridotto in cenere. L’effetto che l’energia avrà su di me dipende sempre dalla mia scelta personale; ha origine sempre da noi. Ogni punto dell’infinito è centro dell’infinito, quindi ciascuno di noi è il centro attivo dell’universo, non passivo.
16 AGOSTO 2015 – PORDENONE, ARCA ALEA LORES
Domenica mattina, ore undici: il Padre con i Suoi raggi brillanti accarezza e accende le forme; tutt’intorno ci fanno da sfondo le montagne verdeggianti e le campagne smaltate di fiori. L’incontro di ieri non è ancora terminato e dopo qualche ora di riposo, ci ritroviamo nuovamente qui. L’arca pullula di fratelli, ma oggi saranno i figli delle Stelle, i nostri pargoletti, a inaugurare la seconda parte di questo piccolo omaggio alla Vergine.
Giorgio chiama sul palco Marco Perrotta dell’Arca di Varese, ad esibirsi in alcuni giochi di prestigio, passione che si porta dietro sin da tenera età. Un’arte che, con i suoi giochi e i suoi trucchi, affascina grandi e piccini: anelli magici, elastici e monetine, sparizioni e riapparizioni; Marco legge anche nel pensiero e indovina quale carta è celata dietro quelle tenere manine, dopo complicatissimi passaggi.
C’è qualcosa di stupendo, di ancora più magico sullo sguardo di quei piccoli angeli con gli occhi sbarrati di stupore, catturati dall’intramontabile fascino degli incantesimi. È il loro entusiasmo, la partecipazione, la curiosità e quel modo così puro di sognare. Noi adulti troppo spesso ci lasciamo contaminare dallo scetticismo adulto e maturo, impedendo a noi stessi di godere del momento. Loro, invece, conservano ancora l’incredibile capacità di abbandonarsi al credere, almeno per un istante, che quella illusione sia reale.
Giorgio: Grazie Marco, noi ci conosciamo da quasi quarant’anni… E ora torniamo alla spiritualità. Ieri abbiamo vissuto delle belle esperienze, se avete qualche domanda da farmi sono a disposizione.
D: In riferimento al messaggio ricevuto da Setun Shenar, puoi approfondire il tema del contatto e dirci perché gli Esseri di luce lo reiterano?
Giorgio: Molto presto accadranno avvenimenti importanti, di preparazione al futuro contatto con l’universo. Dobbiamo abituarci all’idea che l’universo è infinito e noi siamo un granello di sabbia, altrimenti rimarremo costantemente ignoranti. Queste esperienze accadranno sempre più spesso, fino al giorno in cui il mondo intero ne sarà coinvolto. Il contatto porterà pace e fratellanza, ma accettarlo dipenderà dagli uomini. All’interno di questa montagna, come nelle Marche e sull’Etna, c’è una base extraterrestre. Qui vicino sono state filmate delle sfere, anche dal sottoscritto, oltre che da Graziano e Mara Della Coletta. Insomma siamo osservati, protetti. Noi dobbiamo andare avanti con la nostra missione.
D: Ieri commentavo con Valeria la manifestazione del Segno delle stigmate, da Padre Pio fino a te. Ora il Segno si manifesta anche attraverso un bambino. Qual è il significato?
G: Quello era un segno per noi (http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-2015/6161-il-bambino-con-le-stigmate.html). Il bambino è simbolo della rinascita, del ritorno e si riferiva a Cristo. Purtroppo non lo ha capito nessuno… Basta che lo capiamo noi.
D: Se la Terra non sopravvivesse, in questo sistema solare si formerebbe un enorme buco nero e, a cascata, in tutta la Galassia, quindi nel nostro universo. Se così fosse, di fatto Cristo, con il Suo sacrificio, non avrebbe salvato soltanto l’umanità terrestre, ma tutta la Galassia…
G: Cristo ha evitato il collasso della Galassia, ma di fatto non avrebbe mai permesso all’uomo di distruggerla; piuttosto avrebbe distrutto il mondo. Quindi Dio ha salvato la Terra, non il Sistema Solare.
D: Tecnicamente, avrebbe potuto in qualche modo distruggere il mondo salvando la Galassia?
Giorgio: Certamente, c’è forse qualcosa che Dio non può fare? Egli può tutto, escluso niente. Non lo ha forse distrutto con il Diluvio Universale? A quei tempi non c’erano le bombe atomiche, figurati ora che farà… Dobbiamo stare attenti, sempre, e pregare che Dio risparmi il mondo e una parte di persone; come in una nuova Arca di Noè.
D: Spesso dici che Lucifero ubbidisce a Dio, ma lo fa per costrizione o per scelta? Se è per scelta, che cosa prova quando l’uomo cade dinanzi alle tentazioni che lui pone in essere?
G: Lucifero ubbidisce per imposizione, perché nel momento in cui Dio gli dà l’ordine sta intervenendo nel destino di quell’anima o di un gruppo di anime, che sono care a Lucifero; dipende di cosa si tratta. Lucifero deve ubbidire perché riconosce che Dio è Dio, secondariamente perché il Padre glielo impone con la forza. Nel Vangelo noi assistiamo a vari esempi di questo tipo come quando Gesù ordina a Satana, o a chi per lui, di uscire dal corpo di quell’uomo e dice: “Te lo ordino, ubbidisci!” e Satana se ne va, ma è un’ubbidienza per imposizione; Satana non ha alternativa perché ha già scelto quando è caduto. Per noi è difficile, ma dobbiamo realizzare che nella dimensione superiore della luce non c’è più libertà, il libero arbitrio: c’è l’ubbidienza cosciente. Se io sono vicino a Dio, nella luce, e Lui mi indica un progetto in una parte dell’universo, ubbidirò coscientemente. Qualora io commettessi un atto di disubbidienza, precipiterei di nuovo nel vortice del karma, come avvenne per Lucifero, perderò la luce e dovrò subire le situazioni della materia. Dio, successivamente, come nel caso di Lucifero, mi riprogrammerà per un compito molto difficile, certamente privo di positività: tentare le anime in crescita nell’evoluzione che si incarnano nella materia, quindi soggette al karma; per rafforzare la loro fede o per dimostrare che le stesse, cadendo continuamente, non sono pronte a procedere nell’evoluzione. La tentazione non è una vendetta di Dio contro di noi, è un test di idoneità per verificare le nostre attitudini e le qualità, se siamo idonei per poter andare avanti. Se lo siamo e respingiamo la tentazione, saremo promossi; in caso contrario, verremo respinti.
Potrebbe verificarsi una situazione più grave, che non dipende più da Satana, ma dalle nostre scelte. Ciò avviene nel momento in cui noi, spiriti individuali intelligenti (perché abbiamo la luce divina dentro) non superiamo la tentazione, cadiamo e facciamo scelte così gravi da escludere Satana dalla nostra vita. Se, tentati e vinti, inizieremo a fare un lavoro di autodistruzione, degenerazione, di demolizione della Creazione, il Padre nell’osservarci continuerà a mandare tentazioni e tentativi di redenzione; cioè ci manderà Satana. Tuttavia, Dio ci invierà soprattutto Gesù, specialmente in certe occasioni, per farci redimere, poi aspetterà. Dopo aver giocato tutte le Sue carte, se la nostra scelta nefasta raggiungesse il limite rischiando addirittura di compromettere la Creazione, Egli non ci distruggerebbe, ma ci farebbe ricominciare da zero.
D: Come può Dio, nella Sua perfezione, nella Sua grandezza, darci la libertà di scelta fino a permetterci di mettere a rischio la Sua Creazione?
G: La perfezione di Dio non sta nella perfezione stessa, ma nell’imperfezione perché in essa ha creato un essere libero. È questa la sfida di Dio con Se stesso: aver creato l’uomo libero che attraverso quella libertà può raggiungere la coscienza della Sua grande magnificenza e condividerla. La grandezza di Dio non è l’essere perfetto, perché lo è a prescindere da noi; la Sua grandezza è aver creato l’imperfezione e attraverso l’imperfezione di esseri somiglianti a Lui, raggiungere la perfezione. Altrimenti Dio poteva starsene per conto Suo, per gli affari Suoi, tutto sarebbe stato bello e perfetto, ma le creature sottoposte e pari a Lui avrebbero avuto vita, non la libertà di decidere e di avvicinarsi con coscienza. Le Sue creature non avrebbero detto: “Padre, io Ti riconosco… Ti amo… Tu mi hai dato la libertà”.
Dio sa che questa libertà comporta sofferenze, disubbidienze…; anche Lui soffre, non pensate che sia sempre felice. Se Dio è tutto, deve essere anche sofferenza, se fosse solo gioia non sarebbe tutto, ma solo la metà.
Noi dobbiamo fare attenzione alle scelte sbagliate, ma soprattutto al fatto che siamo arroganti: non possiamo sfidare Dio, dobbiamo accettare l’idea, convincerci, che siamo i creati, non i creatori. Se io adesso incarnassi Dio, potrei dire: “Tutto è mio… Voi siete i creati, tutto riconduce a me”, e sarebbe la verità, ma io sono una creatura di Dio. Egli ha scritto nel progetto della mia evoluzione, come in quella di tutti voi, miei fratelli, che io devo arrivare a Lui; un giorno diventerò come Lui. Cristo lo dice: “Voi siete dei e farete cose più grandi di me”. Dobbiamo capire e realizzare che siamo creature dello Spirito Santo, Egli è l’Uno, l’Inizio, il non-Creato, il non-Concepito, il Creatore di tutto; alla fine, l’ultima parola, esprimendoci con concetti umani, sarà la Sua. A prescindere da quanta libertà ci venga data, non possiamo sfidare le leggi della Creazione. Siccome non sempre lo accettiamo, rischiamo di essere resettati, Dio può farci ricominciare da zero. Noi abbiamo l’istinto interiore di essere come il Padre ed è bello, ma è qui che Lucifero ci tenta. Sfidando la Sua Creazione diciamo: “No, io faccio come voglio… questo è il mio territorio, la mia proprietà”. Non è così. Se Dio, nella Sua umiltà, mi concede un territorio, dentro di me devo avere la coscienza che sono un inquilino in affitto. Egli può anche concedermelo gratuitamente per tutta la vita, ma non è mio, è Suo. La vita ha deciso che ci fosse un non Creato e un creato, che siamo noi. Ci piaccia o meno, è così, lo sarà in eterno e non lo cambierà nessuno; nemmeno Dio può farlo perché è ancora più in alto di Lui, è nella causa della Creazione dell’esistenza di tutti gli universi. Esiste un’intelligenza che si chiama Spirito Santo che è esistita sempre, che ha creato persino Dio, il Padre. Il vero Padre è lo Santo Spirito, il Padre è la seconda persona e Cristo la terza. Lo Spirito Onnicreante è sempre esistito, noi siamo un effetto. Quando ci convinceremo di questo, che noi siamo creati, finiranno tutti i mali del mondo; è questa la filosofia che io vorrei insegnare ai ragazzi, anche se sembra assurda. Noi non siamo Dio, i grandi potenti con le armi atomiche credono di esserlo, di avere nelle mani la vita e la morte delle persone, pensano che nessuno sia più in alto di loro, ma nel Vangelo Cristo lo dice chiaramente.
Dopo la flagellazione, rientrato nel pretorio, Pilato disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Gesù non gli diede risposta. Allora continuò: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». E Gesù rispose: «Quale potere avresti, dimmi, o Pilato, se non ti fosse stato dato da uno che è più in alto di te?” Pilato rimase allibito, poiché sapeva che aveva ragione.
Se noi diciamo: “Grazie Signore per avermi dato la casa e lo spirito libero”, un giorno diremo: “Grazie Signore, ora sono nella settima dimensione e posso creare universi. Sono Dio, ma sono stato creato. Anche se mi trovo faccia a faccia con Colui che mi ha creato, Egli ha potere di farmi ritornare a zero, mentre io non posso farlo con Lui”. Lucifero ubbidisce a Cristo, ma ha commesso l’errore di pensare di essere increato e quindi Dio gli ha dato prova che non è così. È un esempio per tutti noi: possiamo arrivare al massimo dell’evoluzione, ma non sfidare Colui che ha creato il tutto.
D: Quando diciamo: “Padre Nostro… non ci indurre in tentazione…”. È rivolto ad Adonay o allo Santo Spirito?
G: Adonay, come Cristo, ha dentro lo Santo Spirito, quindi non fa nessuna differenza. Se Cristo si presentasse e mi parlasse, per me sarebbe come parlare con lo Spirito Santo. La differenza è teologica, se ci riferiamo alle entità.
D: Tu ci hai insegnato che Dio è trascendente e immanente, che esiste una relazione interiore ed esteriore con Lui. In futuro, quale rapporto avremo con Dio? Come lo vivono i nostri fratelli extraterrestri? A questo proposito mi ritorna sempre in mente il famoso film “Star Wars”, che parla della forza oscura e della forza positiva…
G: I fratelli vivono il rapporto con Dio in una forma completamente diversa dalla nostra e sperano che un giorno anche noi riusciremo a farlo. Al contrario, gli uomini lo vivono in una forma molto infantile, bambinesca, ridicola e a volte anche stupida. Siccome siamo ancora bambini, perché siamo voluti rimanere tali, i fratelli la tollerano, a volte addirittura la agevolano, poiché vogliono che si sviluppi dentro di noi la sensibilità dell’amore. A tal fine, realizzano addirittura dei progetti, come quello di sensibilizzare le anime e gli spiriti dell’uomo attraverso dei traumi religiosi. Infatti, in uno dei messaggi che ho ricevuto, essi dicono: “Siamo noi che facciamo i miracoli, siamo noi che facciamo le stigmate, siamo noi che facciamo apparire due soli, tre soli…”
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-2009-2000/messaggi-2007/1652-fatima-miracolo-del-sole.html
In realtà sono loro gli artefici dei “segni”, non c’è nulla di “religioso”, si tratta di messaggi spirituali per traumatizzare positivamente le nostre anime, portarci a cambiare la nostra vita e intraprendere il percorso della pace, dell’amore. Noi abbiamo bisogno di immagini di Gesù, della Madonna e di altri Esseri venuti sulla Terra, di configurarli, di pregarli ed esserne devoti, quindi il nostro rapporto con Dio assume una forma tridimensionale. Diversamente, i fratelli extraterrestri amano Dio esplorando il Cosmo. Il rapporto con il Sole, che tu chiami Adonay, avviene con entità superiori a loro stessi. Grazie alla scienza e alla tecnologia che possiedono, hanno scoperto i Soli nei quali dimorano e vivono questi Esseri, che riconoscono come maestri, ma che noi terrestri possiamo solo identificare come divinità. Essi sanno che esistono civiltà solari che hanno un assetto sociale incomprensibile per gli uomini, noi riusciamo a capire solo la vita basata sull’amore, perché è lo stesso amore che si può vivere sulla Terra.
Il sentimento ci accomuna, ma non possiamo pretendere che un uomo, incarnandosi in una colonia di formiche, tenti di spiegare alla formica regina come sia strutturato il nostro governo e come sia disciplinato dalla Costituzione.
Allo stesso modo, noi non siamo in grado di comprendere come siano ideate le civiltà solari. Io lo so e vi posso solo dire che ci sono gerarchie con un capo, un vice capo, un sottocapo, etc. ed il Signore, Cristo, comanda tutti (anche i Soli sono una Confederazione, uniti tra di loro, fratelli e Padri Creatori allo stesso tempo).
Mentre noi dobbiamo pregare, e non sempre ci viene dato ascolto, i nostri fratelli celesti extraterrestri vivono in simbiosi con gli Esseri solari che rappresentano il Padre; parlano con gli animali, la natura, hanno un contatto diretto e dialogano con i Geni Solari, così come stiamo facendo noi, per ricevere le direttive di cui hanno bisogno. Essi sanno chi sono e perché esistono: per viaggiare nel Cosmo e aiutare le civiltà umane che hanno bisogno. La motivazione dell’esistenza dell’uomo nell’universo è quasi banale, ma in realtà nasconde un movimento di vita immenso: conoscere la Creazione di Dio, contemplarla e aiutare chi è in difficoltà. Questi Esseri ricordano le proprie origini (Maya, Alfa Centauri, etc.), ma scelgono di tornarci una volta ogni tanto o anche mai più. La loro casa è la Confederazione, hanno contatto con gli Esseri solari di tutti i Soli dell’universo, non solo il nostro. Tutti i Soli, di Galassia in Galassia, sono strutturati in gerarchie e sono collegati tra di loro.
Dio si serve di tutte le Sue manifestazioni (strumenti), non puoi certo pretendere di parlare con Lui dalla mattina alla sera. Noi non possiamo capire questo contatto diretto perché l’abbiamo perso: lo avremmo avuto se il cordone ombelicale non si fosse spezzato, come tante altre volte in Atlantide e per ultimo quando abbiamo ammazzato Gesù.
Noi abbiamo perduto il contatto con gli Esseri Divini e in questo momento stiamo facendo la morte seconda, dalla quale ci dobbiamo risvegliare. È venuto Cristo e ci ha salvato, ora deve ritornare per premiare chi sarà degno di andare nel Nuovo Regno e godere del contatto diretto. Non avrete più bisogno di Giorgio…
D: Come possiamo comprendere e aiutare i nostri figli a sviluppare le loro capacità, affinché possano portare giovamento alla società o ai fratelli?
G: Tu devi essere onesto, guardarti allo specchio e chiederti se veramente credi a ciò che la Madonna di Fatima ha profetizzato. Se sai quello che deve succedere e molti eventi che annunciano il Ritorno di Cristo sono già in corso, devi adattare la crescita del tuo bambino in base a questo e a ciò che dovrà ereditare nel mondo. Far sì che tuo figlio frequenti la società odierna il minimo indispensabile previsto dai termini di legge, dopo di che lo devi proiettare fuori da questa società che sta per scomparire e inculcare i valori della nuova che si instaurerà: l’amore, la fratellanza, il rispetto per la natura, per il Sole, le stelle, la vita nell’universo, l’amore per il prossimo, la devozione a Cristo, etc.
Devi condurre tuo figlio verso quelle frontiere e quel futuro che tu già conosci. Perlomeno bisogna tentare, se l’età te lo concede, poi lui sarà libero di scegliere. Faccio un esempio: se mia figlia volesse frequentare la più bella scuola d’arte in un luogo dove io so che accadrà una catastrofe, glielo impedirò. Mia figlia piangerà, si dispererà, ma quando succederà il peggio, mi ringrazierà per averle salvato la vita. Così noi dobbiamo condurre i nostri figli verso il cammino dell’Opera, io lo faccio in base al futuro che ci sarà in questa società. Se non avessi la certezza che cambierà, non avrei messo al mondo dei figli. Io sono sicuro che i vostri occhi e quelli dei nostri figli vedranno una società migliore ma, per farli entrare, oggi dobbiamo fare in modo che vivano una vita completamente all’opposto di quella che c’è; altrimenti non ci entreranno, anche se il loro padre è stato un messaggero di Dio, perché avranno vissuto una vita egoista, materialista, indifferente alle sofferenze del prossimo. Ci entreranno solo gli altruisti, coloro che non sono gelosi, invidiosi e amano stare con i fratelli. Dobbiamo vivere come la mafia ma al contrario, rispettando le regole severe del bene. Se non farai parte dell’élite del bene non ti faranno entrare nel Nuovo Regno.
Noi genitori dobbiamo insegnare ai nostri figli l’amore, la fratellanza, stimolarli e incoraggiarli nello studio e nello sport, impedire che nutrano ambizioni desiderando di schiacciare il prossimo, che diventino venali, materialisti. È un lavoro difficilissimo: non solo dobbiamo inculcare loro i valori, ma dire la verità. Bisogna dare addirittura la vita affinché essi entrino nel Nuovo Regno. Se tuo figlio insiste per andare in discoteca, devi dire che in quei luoghi circolano quantità spaventose di droghe, spesso somministrate di nascosto. Devi dirgli la verità nella forma più cruda possibile, anche se fa male, e poi bisogna affidarsi alla Madonna perché dopo i quattordici anni sono liberi di scegliere. La nostra battaglia consiste nello spingerli a dedicarsi all’arte o allo sport. Lo scontro sarà sempre più duro perché la società sta degenerando, vogliono ammazzare i nostri figli con droghe, alcool e valori illusori, facendogli credere qualsiasi cosa. Spesso vengo accusato di fanatismo, di fatto sto preservando mio figlio dallo schifo di questo mondo. Sì, io mi tengo il fanatismo, ma non rischierò di perdere mio figlio, perché ci sarà un Nuovo Regno, ne sono certo e lotterò affinché lui ne sia degno, poiché so che la selezione per entrare in quel giardino sarà severissima.
Ora facciamo la Comunione del pane e del Vino…
Davanti a lui, sul tavolo, due pani riposti su dei cesti e un calice di vino. Giorgio, in piedi chiama a sé Valter e Giovanni, rispettivamente alla sua destra e alla sinistra. “Padre nostro che sei nei cieli…”, le voci di tutti i fratelli si uniscono alla sua, nell’unica preghiera che il Signore ha insegnato. Con i segni sacri impressi nelle mani, sfiora il pane e il vino e li benedice: ha inizio così il sacro rito della Comunione. Si alzano tutti, formando lunghe file lungo i tavoli; fra di loro intravedo i volti dei fratelli e di tutte le sorelle che non hanno potuto esserci fisicamente, ma che abbiamo portato ogni istante nel cuore: Uruguay, Paraguay, Spagna, Messico, Cile, Argentina…
Ci è stato detto: “Durante il bellissimo rito della Comunione Cristica, noi mangiamo il Logos Solare, cioè Cristo ci compenetra”, ed è sotto questa benedizione che il Calice vivente della Comunione si mette in coda e, come un anello di congiunzione di questa lunga catena che porta a Cristo, sarà l’ultimo a ricevere il pane e il vino.
Dopo un silenzioso dialogo interiore, Giorgio riprende la parola.
Giorgio: Cari fratelli e amici, è arrivato il momento di salutarci. Abbiamo celebrato la Messa per oltre ventiquattr’ore e, con i nostri limiti, reso omaggio alla Madonna. Noi non possiamo vivere tutti i giorni le emozioni vissute in queste ore. Dobbiamo sforzarci di ricordarli quando saremo abbattuti, tentati e provati dalle difficoltà quotidiane che questa società, questo impero demoniaco ci impone nel mondo.
La vita è bellissima, ma a volte dobbiamo combattere contro di essa per evitare che ci aggredisca. Il mio maestro, Eugenio, diceva sempre: “Ricordati di aggredire la vita”.
Noi abbiamo bisogno di questi momenti perché siamo soldati in guerra contro il male, dobbiamo sfruttarli al massimo, quindi vi raccomando di ricordarli e farvi forza, ma anche riprogrammarli per riviverli; io non resterò qui per sempre, prima o poi il Cielo mi farà andare via.
Il 5 settembre vi aspetto nelle Marche, per il mio compleanno, dove concentreremo anche l’anniversario delle stigmate. Per me ogni 5 settembre è come se fosse il primo di gennaio: è l’inizio di un anno nuovo di Opera, di una nuova vita. L’anno scorso abbiamo ricevuto un grande Segno e ne riceveremo sempre, perché Cristo è con noi. Sì, è con noi, ci accompagna e dobbiamo servirLo, avere la certezza che Lui c’è sempre, soprattutto con chi, come noi, si sforza malgrado i propri peccati, i difetti e le debolezze. Cristo vuole che annunciamo la Sua Venuta, lo dobbiamo fare anche se si burleranno di noi.
Karim e Jamil, due splendidi ragazzi, figli della nostra amata sorella Anna Ferri, offrono a Giorgio i loro doni, portati personalmente dalla Palestina: un Kefiah, simbolo della resistenza e della lotta ed un quadretto fatto a mano con legno di ulivo (pianta considerata sacra), rappresentante la moschea di Al-Aqsa. “La moschea dalla cupola d’oro” – aggiunge Jamil – “è situata a Gerusalemme ed è il terzo sito sacro del mondo islamico. Sulla cornice è stata incisa una “sura” del corano, una dedica da parte di Allah alla moschea”. Le barriere razziali, sociali e religiose che da sempre dividono gli uomini svaniscono in un abbraccio fraterno, universale e Giorgio, con il Kefiah al collo, riprende la parola:
Giorgio: Grazie… Io sono anche palestinese e difendo la causa della Palestina; ma sono anche ebreo, perché sono cristiano e vorrei che il mio popolo si ripulisse dai mafiosi al potere. Alla fine siamo tutti fratelli, figli di Cristo, il nostro patriarca è Abramo, ma paradossalmente ci inginocchiamo insieme e poi usciamo e ci mettiamo a sparare. Vi ringrazio del regalo, io sposo tutti i simboli di resistenza e quelli contro la tirannia, anche il Kefiah, ma devo dire una cosa che sento con tutto il cuore: io non sono di questo mondo. Sposo tutti i simboli di pace e di fratellanza, ma la mia patria non è questa. Io sono venuto a portare i valori cristici che ci sono nell’universo ai palestinesi, agli ebrei, ai buddisti, ai cinesi, gialli, verdi, rossi… a tutti. Sono felice di indossare questo oggetto per voi sacro. Nella nostra civiltà ogni oggetto e soggetto vivo che esprime amore appartiene anche a noi, mentre tutto ciò che esprime violenza è contro di noi, non fa parte della nostra Confederazione. Spero che un giorno voi possiate entrare nella nostra grande famiglia e sentirvi tali. Se me lo permetteranno, verrò anche in Palestina a parlare delle stelle, dei mondi e di Cristo. Io porto anche la stella di Davide, non solo la croce ed il candelabro d’oro. Il mio Regno è di un altro mondo, io sono ospite sulla Terra, quindi indosserò qualsiasi simbolo mi darete che resiste e lotta contro la tirannia.
Auguri a tutti, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Io sono sempre a disposizione, per servirvi, finché avrò vita.
Pace a tutti. A presto, un bacione.
Il ‘nostro’ è un Dio Universale, non appartiene a nessun raggruppamento etnico o razziale: Egli è geloso della Sua libertà, non vuol restare prigioniero di nessuno sguardo, di nessun credo, nessun idioma.
Si dice che Leonardo non volle separarsi mai dalla Gioconda, se ne affezionò in maniera tale, da portarlo con se ovunque andasse; divenne poi il quadro più studiato, il più famoso, il più osannato e discusso della storia
Dante, fino alla morte, scriverà la sua ‘Comedia’, l’eterno viaggio verso la Conoscenza, verso il Sole, un vero e proprio capolavoro che mai apparterrà ad alcun tempo e alcun luogo.
Giovanni, testimone della Verità senza compromessi, chiamato a preparare la via davanti al Messia, incarnerà il Suo Progetto in una vita, annunciando il Suo Ritorno e il Giudizio Universale in ogni angolo del pianeta…
Disegni divini proiettati con umiltà, forza e determinazione per arrivare alle nostre coscienze, spesso distratte, se non distorte o che preferiamo tenere sopite. La loro perfezione, non di questo mondo, li renderà immortali: quando crederai di aver trovato una risposta, domande più profonde si faranno avanti, rinnovando dubbi, aprendo nuovi orizzonti, accompagnati dalla crescente consapevolezza che nessun pensiero umano Lo potrà mai contenere. Dio sarà sempre oltre, altro, sempre diverso. Da scoprire giorno dopo giorno, viaggio dopo viaggio, stella dopo stella, universo dopo universo.
Con amore una serva dei Servi di Dio
Sandra de Marco
Foto: Tiziano Vecellio, Gesù Cristo in croce e il Buon ladrone(S. Dismas), 1563 c., Pinacoteca Naz. Bologna
20 ottobre 2015