Segni Celesti a La Paloma

di Erika Pais

La Terra grida, piange disperata e noi continuiamo a calpestarla. Passiamo sulla stessa come se fosse un tappeto di velluto che si espande sotto il nostro potere.

Segni Celesti a La Paloma

di Erika Pais

La Terra grida, piange disperata e noi continuiamo a calpestarla. Passiamo sulla stessa come se fosse un tappeto di velluto che si espande sotto il nostro potere.

Il mondo si sgretola di fronte ai nostri occhi impavidi. Il sangue adorna i nostri schermi tv e ci abituiamo sempre più alla morte. La fame, come arma letale e perfetta, si porta via i nostri bambini e ormai abbiamo smesso di contare quanti sogni svaniscono giorno per giorno.

La Terra grida, piange disperata e noi continuiamo a calpestarla. Passiamo sulla stessa come se fosse un tappeto di velluto che si espande sotto il nostro potere.

E stiamo giungendo alla fine di questa storia, ma i nostri occhi non hanno ancora imparato a guardare verso l’alto, continuiamo a guardare avanti come fanno i cavalli domati e camminiamo, mentalmente inerti, verso l’abisso che ci inghiottirà con piacevole orgasmo assassino.

Ma il Cielo ha un altro suono, un altro aroma, un’altra storia da raccontare. E la racconta in un modo che solo pochi possono ascoltarla ed altrettanti trasmetterla. Proprio come le antiche civiltà tramandavano il loro sapere di generazione in generazione.

Noi siamo una generazione di sopravvissuti, vittime e carnefici che cerchiamo di aprire le nostre orecchie al vento e ascoltare quanto il Padre sussurra nella brezza Divina in cui trasforma il Suo Verbo.

Lì dove il Sole sorge e danza di fronte agli occhi del Nostro Calice.

Dove tante lacrime e risate dei nostri amati giovani hanno adornato le fini sabbie di un imponente oceano chiamato “Atlantide”, che nasconde le vestigia di una civiltà dorata.

Lì, a La Paloma, il nostro Calice battezzò, lì il nostro Signore camminò nuovamente sulle acque, lì dove nasce il Sole, il Cielo ci parla, ci grida, ci implora di risvegliarci, di osservare, di maturare, di crescere e di abbracciare non solo l’Opera, ma anche i Sacri Valori che la rendono la Verità, la Via e la Vita.

Non serve a niente sapere senza credere…

Lì dove gli APU ci hanno chiesto di guardare, dove i delfini cantano e le balene procreano. Dove le onde spumeggianti bagnavano i nostri corpi e la salsedine del mare ha baciato i nostri occhi, lì dove Giorgio è stato portato l’ultima volta per ricevere la visita del Nostro Re… lì dove è stato rivelato che Lui ritornerà dal Mare.

Lì, pochi giorni fa, un grande fragore ha scosso la terra. Una terra quieta, che non conosce sismi, né terremoti, si è mossa e ha risvegliato i suoi abitanti da un sonno letargico. E, se ciò non bastasse, un grido di Giustizia del Padre che illumina i Cieli ci ha raggiunto mascherato da tempesta solare, provocando meravigliosi disegni chiamati “aurore boreali” nei cieli che ricoprono le terre e il mare di La Paloma. Dove non erano mai stati visti prima.

Tutti questi ultimi segni in un arco di non più di 20 giorni… da quando Firenze è diventata sentenza contro il nostro Giorgio. Il male si scuote la polvere dai sandali e il Cielo geme, ripetendo: “Non un’altra volta.”

E da lì, da dove è stata lanciata la tappa finale della nostra Opera, si possono udire le grida del Cielo risuonare sulla Terra, accompagnando il dito accusatore di Colui che deve indicare il Volto dell’Anticristo, e noi… e noi…

Per coloro che hanno bisogno di vedere per credere, presenteremo in immagini ciò che vi dico in questo scritto, e per coloro tra noi che hanno ancora bisogno di risvegliarsi, un grido dal Cielo lacera le nostre anime.