Di Sandra De Marco
Gesù e i suoi discepoli lasciarono la stanza superiore del cenacolo e, scendendo un ripido pendio, attraversarono la brusca spaccatura della valle del Cedron, per raggiungere un giardino sui fianchi del monte degli Ulivi, giungendo a un podere chiamato Getsèmani. Egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora.
E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. (Mc 14. 32)
A.D. 2017. Questo è il tempo, molto presto il furore della collera del Padre si abbatterà sulla Terra. La grande Tribolazione è alle porte e il nostro piccolo giardino del Getsemani non si farà attendere ancora per molto.
Qui, tra gli imponenti ulivi ammutoliti, nel passo più importante di tutta la Sua vita, il Figlio dell’Uomo ci mostra la vera umanità di Gesù, il suo essere “in tutto simile a noi”, “tentato in ogni cosa”. Il Getsemani è il luogo della solitudine, dello smarrimento, dell’angoscia che fa sudare sangue; là dove il buio si fa più profondo e la tenebra più intensa, la paura ingigantisce le ombre di ogni fardello. È qui che la notte s’infonde con l’abisso di una fede vacillante, ribelle, sotto il peso di una croce che ci rende nudi, impotenti, ci spaventa. Gesù soffre dinanzi alla prova; in solitudine, lotta contro Sé stesso e contro il maligno che alita sulle fragilità dell’uomo. Quel Dio che poco prima aveva camminato sulle acque e resuscitato i morti, ora ha bisogno della compagnia degli amici più intimi e chiede al Padre di allontanare da Lui l’amaro Calice. Gesù non sceglie la Croce, ma non fugge. E, in un atteggiamento di umile sottomissione e di fiducia, si abbandona alla Sua volontà per affrontare la battaglia e portare a termine la Sua missione. Senza il Getsemani, senza una radicale disponibilità interiore a seguirLo sulla via della Croce, noi non possiamo pretendere di sentirci suoi discepoli!
Gesù disse ancora: Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge.”
È un avvertimento a non sottovalutare la potenza di quella notte: l’irruenza del nostro amore per Gesù, spesso non misura le nostre debolezze; noi siamo animati da grande entusiasmo e da grande zelo quando tutto va secondo i nostri piani. Ma quel giorno il nostro grido di dolore non riuscirà a scalfire il silenzio assordante di un Dio che sembra assente e lontano: solo l’obbedienza fiduciosa al Padre ci condurrà verso la meta.
Colui che oggi incarna il Vangelo a perfetta imitazione di Cristo ha rivelato: “La grandezza di Gesù Cristo, Luce solare divina, sta nel suo farsi uomo e vivere da uomo. Lui ha vissuto nella nostra dimensione terrena come noi comuni mortali, provando sentimenti umani come la paura, per dimostrarci che Lui non è irraggiungibile. Lui è grande perché nonostante i poteri divini che ha si annulla completamente e diventa un niente per aiutarci ad evolvere. L’ insegnamento che ci dà è che per raggiungere Lui non dobbiamo essere perfetti nella natura umana. Lui ci dice: Raggiungetemi attraverso l’umanità e i sentimenti umani vincendo quelli negativi. Voi vi potete salvare con la fede, affidandovi alla volontà del Padre, anche se siete miserabili, abbandonati da tutti e da Dio, pur sentendovi gli ultimi degli uomini, perché potete risorgere in Me. Tutti voi avete Me dentro, io sono in tutti voi.”
Il Cristo Redentore, l’Universo tutto, non si è chinato sull’uomo: si è fatto carne e sangue ed è entrato nella caducità della nostra esistenza, per insegnarci a vincere e risorgere!
Il Signore sia il nostro punto di riferimento massimo, ieri, oggi, domani, in eterno!
Non rinneghiamolo! Non tradiamolo!
IL SIGNORE È NOSTRO DIO. IL SIGNORE È GRANDE.
IL SIGNORE È UNICO, IL SIGNORE È NOSTRO DIO, IL SIGNORE È GRANDE.
Amen.
02.11.2016 – PORDENONE
Ogni volta che soffriamo per una causa egoistica, non avanziamo in evoluzione. Non mi riferisco al dolore fisico, interiore, alle esperienze vissute personalmente che, semmai, bisogna valorizzare, vivere e superare; non c’è colpa in questo. Se poi si offre a Cristo quel dolore fisico o interiore, nella nostra evoluzione assumiamo una posizione che è all’antitesi dell’egoismo. E mi spiego: se io ho dolore e sto soffrendo, come forse molti di voi, viverlo, esprimerlo a se stessi o a Dio non è una colpa, ma è un atto di umiltà. Nella sofferenza, per rimanere in armonia, in sintonia, non dobbiamo manifestare o realizzare la rabbia, la tristezza e deprimerci. Addirittura, come fanno moltissimi, scaricare a Dio la responsabilità delle nostre sofferenze per il Suo mancato intervento, e magari gridare: “No!… Io non credo più in Dio, io sto male, non è giusto! Lui non è con me, non è vero niente!”. Può succedere anche a noi, l’importante è ravvedersi subito e dire: “ Signore, stavo male, è stato un attimo di debolezza… ma io voglio offrire la mia sofferenza a Te, la vivo per superarla”. Noi ci dobbiamo preparare ad affrontare l’ultima prova del nostro cammino spirituale, che non ci porterà delle privazioni. Alcune già le viviamo, altre le vivremo, abbiamo difficoltà ad andare avanti perché non godiamo i privilegi di altri, ma possiamo affrontarle con l’unione; e, grazie a Dio, non ci manca nulla. L’ultima prova ci porterà ad affrontare sofferenze che noi, con i nostri occhi, saremo “costretti” a vedere – perché viviamo in questo mondo – e potremo solo pregare, offrirle al Cristo rimanendo saldi nella fede e nell’unione. Solo così le supereremo tutte, non dico allegramente, ma con l’amore che ci alimenta e ci spinge a fare quello che facciamo, ad essere qua, disponibili per il Cielo. Questo è il lavoro che noi dobbiamo compiere, soprattutto a partire dall’anno prossimo, che sarà un anno importante.
Giorno per giorno, dobbiamo unire le forze con coloro che, in fondo, portano il nostro stesso Messaggio ma, per motivi personali, di orgoglio, d’incomprensione e quant’altro, si separano perché non ci troviamo nella stessa sintonia. Le relazioni cerebrali, tutti i collegamenti che facciamo, le sinapsi e la sintonia, sono importanti per mantenere il nostro spirito in armonia con noi stessi e con Dio. Se quest’armonia verrà a mancare, le visioni dei fatti che accadranno vicino a noi e nel mondo, non ci daranno dispiacere ma ci manderanno nella disperazione; sbatteremo la testa nel muro fino a svenire per quanta tristezza avremo nel vedere quello che starà succedendo. Io sono convinto, l’ho detto e lo ripeto, che non ci accadrà nulla; ne è la prova il terremoto verificatosi nelle Marche. Al di là di tutti i significati planetari, cosmici, terrestri e logici di un Disegno molto più grande del mio – perché io non sono niente- il terremoto con epicentro non lontano da Sant’Elpidio è un segno. Qui sono stato cresciuto dal mio maestro Eugenio, da Gesù e dalla Madonna nelle mie esperienze…; qui ho vissuto negli ultimi 30 anni, anche se ora solo ufficialmente perché sono spesso a Palermo per missione. Io sono nato per dire la Verità e per la stessa forse dovrò rimetterci la vita, non posso mentirvi: il terremoto nelle Marche è un segno per me, per noi. È come se la Madre Terra mi dicesse: “iniziano gli eventi annunciati da tempo, gli ammonimenti per l’umanità, le prove per tutti”; persone comuni, impegnate come noi, che dichiarano di seguire Cristo o, se volete, fanno parte della Chiesa Giovannea. Ogni volta che inizia un processo di eventi umani dove intervengono direttamente il Padre, Cristo, i Suoi angeli e le forze della Natura, il primo ad essere ‘colpito’ sono io, siamo proprio noi, per vedere se siamo pronti. È accaduto sempre così. Se io non avessi la sintonia, le sinapsi, i collegamenti, l’armonia, la fede che ho, non avrei reagito come invece ho fatto durante i giorni scorsi, quando ha tremato la terra dove vive la famiglia che io amo al di sopra della vita; a partire da mia figlia fino all’ultimo dei miei fratelli che per me è sempre il primo. Io avrei dovuto, potuto, ma non ho voluto lasciare tutte le attività che sto svolgendo, compresa quella di essere oggi qui a Pordenone con voi, e fare questa riunione a Sant’Elpidio dove c’è la mia famiglia. Lì, stiamo vivendo quello che voi avete vissuto nel 1976, anche se in Friuli la terra non aveva dato preavviso e sono morte migliaia di persone. Nelle Marche invece, ad Amatrice, è morta solo una persona con la prima scossa, la terra ha avvisato con uno scossone e ha detto: “Buongiorno! State attenti!”. Con la seconda scossa, invece, si è scatenato l’inferno, ma nelle case non c’era nessuno e non ci sono state vittime. Se non avesse avvisato e la scossa fosse stata leggermente superiore al 7.1, avrei perso tutta la mia famiglia, i fratelli; sarei morto anch’io. Questo sarebbe successo se io avessi avuto paura, se fossi stato in ferie o a fare incontri sprovveduti. Invece ero in missione, le vacanze non le faccio da più di trent’anni! Quindi questa prova che il Cielo sta dando a me e a noi, deve essere di esempio. Quando accadranno certe cose, cadremo nella disperazione se non saremo in sintonia. Il terremoto nelle Marche non finisce qui. Io ho saputo che proprio lì, ad un centinaio di chilometri dall’arca Madre del mondo, l’Italia si spaccherà in due, il che significa che ci potranno essere centinaia di migliaia di morti. Io non lo so quando avverrà, il prossimo anno, tra cinque o cinquant’anni … ma succederà! Noi non dobbiamo trasferirci, perché il Signore ci ha messo lì; a noi non accadrà nulla se saremo uniti, così è stato finora. Se in casa nostra cadrà un armadio, mentre vedremo sbriciolarsi le case davanti agli occhi, non dobbiamo autodistruggerci o imprecare Dio. Noi dobbiamo glorificarLo come facevano i cristiani quando entravano nelle arene. Erano incatenati e condotti lungo i corridoi sotterranei degli anfiteatri per essere sbranati dai leoni e dalle tigri, di fronte agli orgasmi dell’imperatore e del pubblico eccitato, con la bava di sangue che gli usciva dalla bocca; loro non bestemmiavano il Signore, ma Lo glorificavano! Noi non vivremo questo, ve lo prometto, se saremo uniti come siamo adesso, anche di più, portando avanti la nostra Opera sotto le macerie, la guerra, i disordini, le tristezze e le sofferenze che ci saranno. Io non correrò a gambe levate chiedendo un prestito per comprarmi un camper o per trasferirmi. Noi non cambieremo casa, staremo a Sant’Elpidio. A voi tutti ho detto: “Abbiate fede! Siate sereni”. E pensando alla mia famiglia mi sono rivolto al Signore: “Signore, tu me li hai dati, se li vuoi togliere mi ucciderai nel cuore, mi farai morire di dolore… Tu hai scelto questa terra per iniziare a percuotere il mondo con la Tua frusta: la Tua volontà deve essere fatta e non la mia”, ma nulla è capitato e così sarà. Io non posso dire al Signore: “Ma che fai? Sei un Dio vendicativo … non sei più Dio, fai schifo!”. E se poi qualcuno pensa che il Signore mi voglia punire di qualche cosa, è libero di farlo, ma la verità è quella che vi sto dicendo. Quindi ci dobbiamo preparare ed essere uniti, ma non per pietà. Il sentimento della pietà è nobile, cristico e bellissimo, ma non è l’amore più grande di tutti gli amori ossia l’amore cristico, cioè servire il fratello per il valore che ha in sé e come strumento di Cristo; perché noi siamo Suoi strumenti, siamo qui per missione, non per una passeggiata.
Le prove con cui conviviamo continueranno ad esserci e le supereremo, però io vi devo avvertire: c’è una prova grandissima in arrivo, che non riguarda la nostra sopravvivenza, sul come andare avanti. No! È una prova molto più grande: la paura! La paura di qualsiasi cosa: che ci possano fare del male, di perdere tutto, la vita, la forza. Soprattutto voi del Nord, se avete una possibilità di resuscitare da qualsiasi crisi che la vita vi possa attanagliare, con il lavoro risorgete e vincete. Così come hanno fatto i tedeschi: nel maggio del 1945 la Germania era la nazione più povera del mondo, al 181° posto nella classifica mondiale, tant’è che la popolazione si nutriva anche di ratti per sopravvivere (i tedeschi parlano del 1947 come dell’Hungerjahr, l’anno della fame). Tuttavia, ebbe dalla vita l’opportunità di lavorare e di diventare la nazione economicamente più potente del mondo. Senza rubare e senza l’appoggio delle mafie, il popolo unito ha ricostruito a livello economico, industriale e sociale una nazione che Hitler aveva completamente distrutto.
Quindi la nostra paura sarà quella di perdere qualche cosa, cioè la forza, e quindi di non poter lavorare, di morire. Chi non ha paura di perdere la vita è un pazzo. Anche Gesù, il Figlio di Dio, ebbe paura e ci dimostrò che non è un peccato, ma è cristico superarla: “Signore, Padre Mio, allontana da Me questo calice, ma sia fatta la Tua volontà”. Il problema è superarla, lo dicevano anche Falcone e Borsellino: “È normale che esista la paura in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio”… – “Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti”.
E’ un sentimento che devi controllare e superare con la fede. Anch’io a volte ho paura, ma la supero sempre. A tutti i problemi che ci saranno in Italia e nel mondo (guerre, terremoti, maremoti, catastrofi, asteroidi), noi dobbiamo rispondere unendoci.
Io ho avuto una bella risposta dai fratelli di Sant’Elpidio perché, nei giorni di emergenza, hanno portato i bimbi all’arca, nella casetta; hanno dormito a terra sui materassi restando uniti mentre la terra tremava. Quando noi saremo chiamati individualmente o collettivamente da segni che ci fanno paura, la nostra risposta è stare insieme. Le prove che stanno arrivando vogliono provare la nostra fede, gli eventi che accadranno, toccheranno il nostro sentimento. La scossa di terremoto nelle Marche è stata forte: le persone sono terrorizzate, alcuni si vogliono suicidare, le scuole sono chiuse. Noi siamo stati colpiti nel cuore dell’Opera perché è lì che ho visto la Madonna, ho ricevuto alcune stimmate; è lì che si svolgono le riunioni più importanti di tutte le arche del mondo. Ed è in questo luogo che sono stato colpito, perché il Signore è astuto! Qualcuno potrebbe dire: “Sei bravo a farci la predica, ma tu stai a Palermo”; invece sono stato colpito al cuore, perché in quel posto vivono le persone che amo al di sopra della mia vita, affinché io lo vivessi e lo potessi trasmettere ai fratelli. I segni che colpiranno il mondo saranno molto duri e potenti. Tra qualche giorno sapremo se a governare il pianeta sarà l’anticristo con il parrucchino (Donald Trump) o l’anticristo vestito di bianco; a prescindere, per noi non cambierà nulla, non sarà una speranza. Obama lo era, ma poi ha deluso perché l’ha tradita. Ci sono messaggi degli Extraterrestri che augurano ad Obama di mantenere gli alti ideali di verità e giustizia che animano il suo spirito, ma quello che doveva fare non lo ha fatto. Certamente vogliamo essere onesti e avere discernimento: io non so se Obama l’abbia impedito, ma certamente non dovrà pentirsi di fronte a Dio di aver scatenato la terza guerra mondiale nucleare; per tutti gli altri peccati, debolezze, omissioni, corruzioni e per non aver detto la verità su tante cose, se la vedrà poi con Gesù Cristo. In passato altri Presidenti degli Stati Uniti ci hanno donato la speranza di poter cambiare le sorti del mondo e di rivelare la presenza Extraterrestre: Eisenhower, Jimmy Carter, J.F. Kennedy, Bill Clinton… Noi viviamo di speranze, ma questa volta cinque miliardi di persone vedranno in diretta che l’anticristo ha già vinto, un altro segno sottovalutato da tutti. La prossima elezione del Presidente degli USA è la conclamazione in diretta, non ancora visibile, dell’anticristo perché lui ha nelle sue mani entrambi i candidati. La mafia è l’anticristo e vince sempre quando si è impadronita di tutti gli schieramenti politici: di sinistra, centro o destra che sia. Se in America, Hillary Clinton e Trump sono entrambi maschere dietro alle quali c’è l’anticristo, in Italia, figlia prona, schiava e serva dell’America, accadrà la stessa cosa; ma con un’unica variante: il nostro Paese, nel panorama mondiale, può fornire qualche genio nelle fonti istituzionali, nella politica e nel sociale, che darà molto filo da torcere all’anticristo che ha quasi tutto nelle sue mani. In America, invece, non ha più niente da conquistare. L’Italia ha partorito i Segni, io sono italiano fino al midollo, oltre che cittadino della Terra.
Quindi noi dobbiamo essere uniti, e scusate se lo ripeto fino ad imprimerlo nel vostro cervello, perché io so quello che dovrà avvenire, l’ho visto! So di essere il primo ad essere provato e ringrazio il Padre per questi Segni che sta dando nella terra dove sono nati i miei figli, il mio sangue, poiché è come se Lui mi richiamasse e mi dicesse: “Sto iniziando!” Poi le scelte nelle zone terremotate dove c’è una parte del cuore dell’Opera, le faremo insieme, strada facendo. Se la natura ci darà dei segni e qualcuno dovrà trasferirsi, risponderemo; il Padre consente gli spostamenti strategici. Se mi chiedi: “Tu che porti i Segni, sei pronto a lasciare l’arca?”, io dirò: “Certo! Per me l’Arca è dentro di noi; il regno di Dio è dentro di voi”. Ma noi non dobbiamo lasciare la nostra Terra, se siamo stati messi lì, c’è un motivo. I primi terremoti catastrofici non mortali si susseguiranno nelle zone dove ci sono le porte dimensionali, come è già successo e forse con maggior violenza; ma noi non dovremo preoccuparci. Noi dobbiamo venire qui e stare insieme, le nostre case non saranno toccate perché bisogna lavorare per Cristo, non siamo privilegiati e raccomandati da Dio. Siccome Lui è un grande imprenditore dice: “Se Io tolgo le case agli operai, chi lavorerà la Mia vigna? Meglio se non le tocchiamo!”, ma tutt’intorno i territori saranno devastati. Questo è stato predetto dalla Madonna di Fatima. Noi dobbiamo portare a compimento la nostra Opera e avere fede, perché stanno arrivando i momenti annunciati in tutti questi anni. In passato, durante gli innumerevoli incontri delle arche, qualche fratello mi diceva: “Il Signore mi fa predicare, ma qui non succede mai niente! Tutti fanno la bella vita, i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi”. Bene, adesso che stanno per avverarsi le profezie ci meravigliamo? Io sento che nei vostri cuori siete coscienti e consapevoli, solamente dobbiamo essere uniti! Io mi auguro con tutto il cuore e l’anima di rimanere qui, ma non dipende da me, non ve lo posso promettere. Il Calice Vivente non so fino a quando ancora sarà vivente, però ho la certezza che è della Comunione Cristica.
D: Perché il non aver paura ci può salvare? Io credo che la capacità di mantenere un alto livello vibrazionale, attraverso la fede, possa consentire di ignorare la regressione della paura.
G: Hai spiegato perfettamente il concetto: la paura è annullata dalla forza interiore e quindi viene ignorata. Il cervello è una macchina perfetta e funziona con processi chimici, adrenalina, etc. Nel momento in cui lo spirito (il cervello del cervello) ha la forza di governarlo, il cervello non partorisce quegli elementi chimici legati ai neuroni che fanno esprimere il sentimento della paura. Ossia, ha la forza di impedirgli di produrre quelle sostanze che poi ci fanno sentire le sensazioni che noi chiamiamo sentimenti. La paura è un sentimento molto forte, quanto la passione dei sensi, come la forza creativa, ma non può mai raggiungere il sentimento dei sentimenti che è l’Amore. Quando l’amore ti pervade, governi tutti i sentimenti: quello del possesso, della gelosia, dell’invidia e della paura, che è il più pericoloso.
Noi dobbiamo abituarci all’idea che siamo una famiglia! Se non riusciamo a viverlo nell’ordinaria amministrazione, volenti o nolenti, saremo colpiti attraverso i segni fino a quando lo capiremo, perché un giorno i nostri figli dovranno entrare nel Nuovo Regno. Nella regola, quando tu educhi i figli a determinati valori, cresceranno con quei valori. Poi ci sono sempre eccezioni nel bene e nel male: il figlio di Impastato era nato in una famiglia mafiosa e si è ribellato (ma trattasi di missionari), così come ci sono stati anche grandi personaggi della storia i cui figli erano perversi. Ma noi siamo figli degli Esseri di Luce, di Cristo e Lui ci vuole inculcare con l’amore, o con severità se ci comportiamo da monelli, che siamo una famiglia. Quando i nostri figli erediteranno il Regno e saranno uomini, non diranno: “Io faccio parte dell’arca, io sono amico di …”, bensì: “Noi siamo una famiglia”, perché la nostra comunità spirituale lo sarà. Ci dobbiamo sentire così e se ancora non lo sentiamo, Loro ci spronano giorno per giorno a farlo. Chi meriterà di passare nella Nuova Era non sarà scelto singolarmente. Il Giudizio di Cristo sarà individuale ma se lo supererai, entrerai nel Nuovo Regno come comunità. Ti sarà chiesto: “Di che comunità fai parte?” E tu risponderai: “Quella di un certo Bongiovanni o di Gino Strada, di San Francesco…”. Se le forze della Natura ci colpiranno, è per rafforzare il nostro spirito comunitario non per distruggerlo, quindi sono atti d’amore e dobbiamo ringraziare.
D: Se la montagna si è spaccata sulla cima del Redentore, è un segno per noi?
Giorgio: Ti rispondo con un simbolo. Ci sono due correnti di pensiero riguardo al Getsemani, dove Gesù si preparava a morire. La prima sostiene che lo meritava; l’altra, che era innocente, ha avuto paura, l’ha vinta e si è sacrificato per noi. Dobbiamo scegliere l’opzione “A o B” anche per il terremoto nelle Marche, la prima: è arrivato un castigo per noi dell’Opera, a partire da me fino a tutte le arche, che tutto è falso e Dio mi sta punendo. L’altra, invece, che dobbiamo dare a tutti l’esempio d’amore, di unione, di sorriso, di fede e di servizio a Cristo malgrado siamo nel Getsemani. Ognuno scelga l’opzione che vuole, io ho scelto l’ultima. Se un fratello mi dicesse, ma spero di no: “Questo è un castigo per te, perché stai disobbedendo, sei fuori strada e non sei più quello di prima, io me ne vado”, lo faccia pure, ma la nostra versione è un’altra, quella opposta. Ed è anche più logica, perché se mi presento di fronte a migliaia di persone e annuncio catastrofi, terremoti, maremoti, ci può essere qualcuno che potrebbe dire: “Grazie, tu sei lì, seduto in un’isola paradisiaca, mentre noi stiamo qui a soffrire”. E invece posso rispondere: “io vengo da un territorio terremotato, dove stiamo subendo le catastrofi, ma sono qua e il segno che Dio ci sta mandando è questo”. La mia missione non è quella di andare ad aiutare le persone nei campi d’accoglienza (Funima sta raccogliendo materiale da donare); questo lo devono fare altri. Ho il dovere di dire che siamo percossi da Dio e risvegliare le anime. Io devo risvegliare lo spirito, non curare la materia. Se gli accampati della mia città mi chiamassero per avere una parola di conforto, io andrei da loro con tutto il cuore. Nell’elpidiense tutti sanno chi sono e questo sarebbe un segno di ammorbidimento nei miei confronti, perché non mi hanno mai creduto. Quando è scoppiata la guerra in Jugoslavia, per sfogarsi, la gente affermava che forse avevo avuto ragione. Ora ci sono migliaia di sfollati, persone nella disperazione che hanno perso la casa, tutto, da benestanti adesso si ritrovano come gli immigrati, anzi peggio. Alcuni si chiedono se per loro sarebbe stato meglio morire pur di ritrovarsi improvvisamente privi del benessere di cui godevano fino a ventiquattro ore prima, molti lo avrebbero preferito di gran lunga perché non sanno come andare avanti. A L’Aquila decine di famiglie vivono ancora nelle tende! Per non parlare del Belice, dell’Irpinia, dell’Emilia Romagna… Qui nel Friuli è stata un’altra cosa, avete ricostruito tutto! Io non sono contento, ma è successo e di questo dovrebbero prendere atto i miei amici e fratelli marchigiani, perché ancora non è finita! Il Big One, quello catastrofico, non è arrivato, ma arriverà!
Lì c’è una faglia che spaccherà in due l’Italia: il Nuovo Mondo, come ho già detto, sarà diverso perché la Terra non sopporta più questa geografia; è in atto una deriva dei continenti, anche la Sicilia sarà divisa in due all’altezza del Belice. Uno tsunami distruggerà Reggio Calabria e Messina, anche se per ora il mare aspetta perché lì operano alcuni giusti. Io ho raccolto tutto il materiale di Eugenio ed il mio, e dovrò spiegare questa situazione.
A differenza di tanti scienziati tarati e programmati per mentire, il geologo Mario Tozzi ha detto una grande verità davanti ai microfoni di Rai News 24, affermando che non è molto corretto parlare di scosse di assestamento, piuttosto di repliche ed ha annunciato che l’Italia si spaccherà in due. Ho ammirato la sua onestà quando ha dichiarato che i terremoti «comunicano» tra di loro, poiché lo stress può essere trasferito di faglia in faglia, anche se è ancora difficile da dimostrare visto che non conosciamo la logica.
Due sono le cose: o è un pazzo oppure prevede qualche cosa di catastrofico e non se la sente di mentire alle persone. Io sono un giornalista, oltre che messaggero, e vado per deduzione.
D: Cosa pensi di Giuliani?
Giorgio: Giuliani è bravissimo. Negli Usa tengono molto in considerazione il suo lavoro, a differenza nostra. Però il suo collega Mario Tozzi questa volta si è sbilanciato. Terremoti catastrofici a distanza di soli due mesi non si registravano da tempo, quindi dobbiamo aspettarcene altri.
D: I due candidati a presidente USA conoscono l’anticristo?
Giorgio: Io penso di sì e sanno che è uno tra gli uomini più potenti del mondo, anche se non figura mai in televisione. Lo conoscono ma non sanno chi è.
D: Hai detto che non dobbiamo temere niente, così non saremo toccati; hai detto pure che i nostri figli entreranno nel Regno di Dio, ma noi no. Apparentemente, c’è una contraddizione tra le due affermazioni.
Giorgio: Non è una contraddizione, nemmeno una prova: è una parabola e come ogni parabola del Maestro, bisogna interpretarla. Duemila anni fa, Gesù disse: «In verità, in verità Io vi dico: se non mangiate la Mia carne e non bevete il Mio sangue, non entrerete nel Regno di Dio”. Se tu fossi stato con me, e forse lo sei stato, Gli avresti chiesto: “In che senso dovremmo mangiare la tua carne?”. Lui intendeva l’Eucarestia e lo rivelava a parabole. E siccome io con voi non ho segreti, ora ti spiego: i nostri figli che entreranno nel Nuovo Regno, siamo noi, la reincarnazione di noi stessi. Se facciamo il nostro dovere, ci ritroveremo a chiamare papà o mamma i nostri figli, perché loro ci faranno nascere come premio per aver amato e servito il mio Signore. Sarà mia figlia a partorire me, perché noi non siamo degni del Nuovo Mondo, siamo troppo inquinati, ma abbiamo avuto fede nel servire, nell’amare Cristo. Tu sceglierai e contatterai in via astrale una donna che ti farà rinascere, per il fatto stesso che eri amico di Giorgio.
D: Il Nuovo Regno inizia con l’arrivo del Giudizio di Cristo?
Giorgio: Il Nuovo Regno arriverà dopo il Giudizio di Cristo. Se le astronavi scenderanno per prelevare gli eletti, condurli dove devono andare e per riportarli di nuovo sulla Terra, è logico pensare che loro non vedranno il volto dell’Ira di Cristo. Egli giudicherà tutti, non farà sconti a nessuno. Il Suo non sarà un giudizio dove elargirà premi, questo lo faranno gli Angeli quando Egli dirà loro: «Angeli! Prendete i Miei Eletti e portateli via, perché qui, Io farò scatenare il finimondo».
D: Noi saremo dentro il finimondo?
Giorgio: Noi saremo morti, cioè disincarnati o, se ne saremo degni, ci troveremo con i nostri figli dentro le astronavi; altrimenti resteremo qui e vedremo il volto sfigurato di Cristo con la Sua Giustizia.
D: Perché la Chiesa non vuole dire la verità?
Giorgio: La Chiesa non ne ha il coraggio, ma in realtà ci crede! È comunque la Chiesa di Cristo, però ha paura, quindi è tentata da Satana. Se dovesse dire la verità sul Ritorno di Gesù, dovrebbe spiegare ai cattolici presenti nel mondo che il Signore non perdonerà nessuno e tutti coloro che saranno di fronte a Lui verranno puniti; proprio quelli che ancora vedono Cristo sulla Croce, che ha dato il Suo Sangue per noi. Chi si salverà, sarà prelevato e portato via dagli Angeli prima che tutto ciò accada. Cristo non vuole mostrarSi ai Suoi eletti – che ama tanto – con il volto della vendetta di Dio, perché è spaventoso! La Chiesa come potrà mai spiegare ai credenti che avranno l’onore e la gloria di vederLo, che saranno puniti? Anche io ho difficoltà a spiegarvelo.
Quando parlo di vendetta mi riferisco a quella biblica, che in realtà è giustizia. La Chiesa dovrebbe dire ai Suoi fedeli: “Guardate quel Cristo sulla croce! Per ora è così, ma in quel giorno il Suo volto sarà sfigurato, dieci volte peggiore di quando ha rotto, con il bastone, i tavoli dei mercanti nel tempio”, ma non vuole. Nel Vangelo non c’è scritto che Cristo, nella Sua rabbia, cioè nella Sua giustizia, non ha rotto solo i tavoli, nella rissa da Lui scatenata, ma Gesù di Nazareth ha colpito alcuni uomini che stavano dietro i tavoli e li ha feriti. E se lo ha fatto 2000 anni fa, che era il Cristo misericordioso, cosa potrà fare oggi quando tornerà il Cristo della Giustizia?! Quindi dirà agli Angeli: “Prendete i Miei eletti perché devono andare in un posto bellissimo; quando avrò ripulito la Terra, li porterete qua”. Per logica, se in quel giorno saremo di fronte a Gesù, significa che saremo stati condannati. Se invece saremo già morti o con i nostri figli e amici nelle astronavi, è perché avremo ricevuto un premio. Chi rimarrà incarnato, è meglio per lui che non fosse mai nato. Gesù sarà spietato!
D: Potranno essere prelevati anche i non eletti?
Giorgio: Tutti coloro che saranno prelevati sono eletti, anche quelli che non fanno parte di nessuna arca. Anzi, speriamo che ci sia qualcuno eletto appartenente alle arche. Io spero lo siate tutti e per questo sono pronto a dare la vita in qualsiasi momento, senza nessuna esitazione!
D: Ci sarà in noi il ricordo di quello che è stato?
Giorgio: Certo, è l’unico privilegio, se così lo possiamo chiamare, che il Signore ci darà. Gesù è un Giudice giusto, quando giudica non pretende che tu Gli creda ciecamente. Ricorderai tutto, in caso contrario, ciò che hai commesso ti sarà mostrato con dei video–ologrammi. Lascio a voi immaginare cosa vedranno i pedofili e coloro che hanno torturato e strappato gli organi ai bambini, per venderli ai ricchi! Gesù sarà spietato perché mostrerà ad ognuno i peccati che ha commesso! Gli Extraterrestri posseggono l’intero archivio della storia dell’uomo, con tutte le sue azioni, nella memoria di un computer che si chiama Kadar Laku (nella nostra lingua significa registratore di memoria). Se tu volessi vedere come Gesù sia stato torturato e ucciso, gli Extraterrestri te lo farebbero vedere e non sarebbe una ricostruzione. In quel giorno, Egli dirà a Matteo Messina Denaro: “guarda!” e lui vedrà il momento preciso in cui, insieme ad altri, ha strangolato e sciolto nell’acido un bambino di 11 anni. Allora Gesù gli chiederà: “Vedi? Sei tu quell’uomo? Che cosa pensi di meritare? Ti sei pentito con i giusti che io avevo sulla Terra?”. Matteo invocherà il perdono, ma il Signore risponderà: “Nessun perdono, morte seconda!” – Ecco, questo è il giudizio.
Com’è noto, io sono un provocatore e sono capace, per quanta rabbia ho dentro, di dire: “Signore – adesso vi metto alla prova – me ne devo andare con gli eletti per forza? Io voglio restare qua per vedere il Tuo giudizio! Là mi annoio! Io voglio vedere il trionfo della giustizia e me la voglio godere!!” E Lui mi risponderebbe: “Questa è la Legge; se resti qui significa che ti devo punire e mandare all’inferno”. Ed io di nuovo Gli risponderei: “Ma Signore, il giudizio me lo farai godere, o no?”
“Sì, certo, te lo faccio godere”.
“Bene, allora vado all’inferno perché comunque là convertirò i diavoli! In qualsiasi posto mi manderai, Signore, io Ti avrò dentro, perché il Tuo Regno è dentro di me. A me non interessa il Paradiso che Tuo Padre stabilirà sulla Terra, io sono felice per tutti i Tuoi eletti. Siccome Tu hai detto: “Il Regno di Dio è dentro di voi”, in qualsiasi posto mi manderai io Ti servirò. Adesso mi farai godere tutto il giudizio?”. Poi mi siederò lì e vedrò un film straordinario: Il giudizio di Cristo. Egli sarà giusto e perfetto, non è venduto.
D: A chi si salva, cosa dovrà giudicare?
G: Potrà dire: “Tesoro hai commesso dei peccati, questo non lo dovevi fare però mi sei stata fedele, vai in Paradiso”, ma quel Gesù non c’è più. O meglio, è sempre così, ma in quel giorno la Sua funzione sarà un’altra e sarà terribile! È scritto in tutti i testi sacri: “E viene il Giorno terribile che il Signore si è riservato”, “Io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore”. Non sta parlando di Adonay, ma di Cristo. La Chiesa non parla del Suo ritorno perché dovrebbe spiegare il giudizio, non perché non vuole parlarne; anzi le piacerebbe.
Ecco il volto di Cristo (immagine del Consolatore) che non è crocifisso: se sei in uno stato di sofferenza ti fa paura, se sei sereno ti sorride con approvazione, non con sarcasmo e ti dà gioia infinita; se sei floscio comincia a guardarti storto, se sei tiepido Gli esce saliva dalla bocca perché ti sta vomitando. Quando facciamo monellerie ci guarda brutto e nella Sua bellezza straordinaria, il Consolatore ci sta dicendo: “Figlio, che fai?”. Quello è Cristo! Invece noi pensiamo sempre ad un Cristo bravo, che perdona tutto. No! Non sarà così. Quel volto è di tutti e tre: Padre, Figlio e Spirito Santo e sarà Lui a giudicarci, ecco perché lo voglio in tutte le stanze. La personificazione dello Spirito Santo, che non ha mai visto nessuno, ha quel volto, quindi Lo puoi chiamare sia Cristo che Padre perché lì dentro c’è tutto. Siccome lo Spirito Santo è invisibile, per mostrarsi deve assumere l’immagine di uomo, che non è quella del Gesù misericordioso. È bello che nelle nostre stanze abbiamo il Gesù che si è fatto crocifiggere, l’Amore più grande di tutti gli amori. L’immagine del Cristo giudice è quella e siccome siamo in tempi di giudizio, io voglio averla dappertutto anche in macchina e nel portafoglio, perché è un’immagine viva; non perché sono fanatico. Tu ci puoi parlare, non è un atto di idolatria. Lo dovete avere in casa perché Lui deve essere presente, sia per proteggervi che per riprendervi. Nella mia casa, nella sala da pranzo, ho un poster grande quanto la parete; quando la famiglia si siede a tavola, prima di iniziare a mangiare, Lo guardiamo un istante per capire se abbiamo agito con coscienza. Adesso mi sta sorridendo perché dico delle cose giuste. Sono umano e a volte non ci riesco, ma poi Lui mi dà sempre l’indirizzo giusto.
D: Quando questo succederà, saremo anche costretti a lasciare le nostre case?
Giorgio: Non è detto, dipende; noi dobbiamo stare sereni. La mia famiglia che abita nel centro del terremoto, non ha lasciato casa ma durante le scosse più potenti è andata tutta all’arca. Dobbiamo avere fede, non essere fanatici. Dobbiamo accettare la volontà di Dio e dire: “Signore io sono qua per servirTi”. L’unica cosa che posso fare è andare in macchina; comunque, per responsabilità, la vita va preservata. Siamo qui nelle Tue mani. A noi non è successo niente, non abbiamo lasciato le case. Il Signore vuole la disponibilità. Io ho detto: “Signore, Tu mi hai dato questi figli, mi hai detto che non li avresti toccati, ma sono Tuoi. Se li vuoi prendere, io non Ti tradirò mai”. Il Signore mi annienterebbe, se succedesse qualcosa ai miei figli, ma io non Lo posso tradire perché Lui è il padrone della nostra vita. Quindi: “Signore, sia fatta la Tua volontà”. Gesù non è tiranno, è infinitamente misericordioso; Lui è duro e severo con i cattivi, gli arroganti, i presuntuosi, gli invidiosi, i gelosi, i criminali, ma noi siamo peccatori, sbagliamo, facciamo errori, però Gli siamo fedeli. Possiamo dire: “Signore, se mi toccassi i figli mi uccideresti, non so nemmeno se riuscirei a rialzarmi per fare questa missione; ma la volontà è Tua, non mia e non pensare che io Ti tradisca volgendoTi le spalle perché mi stai dando una prova così grande. Non lo farò mai! Se non ci credi, mettimi alla prova e Te lo dimostrerò”. Siccome Lui legge nel cuore, non lo farà. Se sarete così come vi sto dicendo, non lascerete mai le vostre case e non saranno toccate nemmeno da una piccola crepa; magari intorno vedrete la catastrofe.
D: La paura è umana, ma che senso avrebbe la divulgazione dei Segni e dei messaggi della Vergine? Che valore ha il viaggio del Papa, capo dei sacra docens, per festeggiare la nascita della religione luterana invece di affidare pubblicamente il popolo alla Vergine Madre, anima pura della Terra?
Giorgio: Divulgare i Segni e i Messaggi della Vergine serve a risvegliare le anime. Noi siamo stati chiamati per salvare le anime, non i corpi. La mia missione in mezzo alla catastrofe è questa, perché tutti coloro che si risveglieranno non avranno il giudizio di Dio. Più anime portiamo a Cristo, più la nostra missione è compiuta. A noi non interessa quello che fa il Papa, è una Chiesa che avrà le sue prove; all’interno ha grandi santi e messaggeri quanto grandi sono le sue contraddizioni e idolatrie. Non vorrei essere nei panni della Chiesa di Pietro quando ci sarà il giudizio di Dio. A me interessa la Chiesa di Giovanni. So che Pietro ha un lavoro difficile, duro e soffre molto perché, nella sua Chiesa, a lui è affidato il compito di separare le pecore dai lupi. Io non devo separare niente! Le mie preoccupazioni sono altre, se sono il Calice della Comunione, il mio compito è di mantenere uniti coloro che seguono la Chiesa di Giovanni. Invece lui deve separare molta gramigna da un po’ di grano e quindi è ovvio che vada dai luterani, fa il suo lavoro. Non lo voglio giudicare, magari è la sua missione, ma non certamente la mia. Io, se fossi eletto Papa, farei tantissime altre cose.
D: Cosa puoi dirci del Marsili? L’Etna e il Vesuvio esploderanno presto?
Giorgio: Non lo so, ma fanno parte della deriva dei continenti. Dall’anno prossimo dobbiamo aspettarci di tutto. Mio figlio Giovanni mi dice: “Sono trent’anni che vai ripetendo le stesse cose, a volte sorridiamo perché non ti stanchi mai di dirle. Noi ti dobbiamo sempre ringraziare e adesso che stanno succedendo non bisogna meravigliarsi! Se non le affrontassimo, saremmo stolti; significherebbe che ti abbiamo preso in giro, ridicolizzato. Quindi, facciamo quello che ci hai detto sempre di fare!”. Dobbiamo reagire con gioia nell’unione e rimboccarci le maniche, anche se sarà necessario dormire in strada o in tenda.
D: È arrogante da parte mia se quasi tutti i giorni, prima di pranzare, mi comunico con il Signore con un pezzettino di pane e un sorso di vino rosso?
Giorgio: No, assolutamente! Meglio ancora se lo condividi con qualcun altro, poiché è stato detto: “Dove due o più di due sono uniti nel Mio nome, Io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Quando stiamo da soli, non lo so se Gesù è in mezzo a noi. Io cerco i miei fratelli perché voglio stare con Cristo e Lo trovo sempre in loro.
08.11.2016 – SANT’ELPIDIO A MARE
Oggi voglio dirvi alcune cose importanti, anche se non sono delle novità. Il nostro lavoro è importante, il Cielo ci guarda; Gesù è con noi e gli Esseri che Lo accompagnano ci assistono e ci proteggono. Siamo tutti qui, insieme, messi alla prova dalle ultime vicende catastrofiche.
Noi dobbiamo affrontare la prova, anche se non abbiamo quello che tanti altri hanno. Però siamo sereni perché conosciamo la Verità, ringraziando innanzitutto il Cristo, Nostro Signore, di essere tutti qui e se lo siamo è perché Lui vuole così. I nostri bambini stanno bene, noi stiamo bene, non siamo stati toccati, solo provati. È dal 1989 che annunciamo tutto quello che sta succedendo qui nelle Marche, dove abitiamo, dov’è nata quest’Arca, sono apparse le stigmate, la Madonna e ho sanguinato migliaia di volte. Qui abbiamo costruito una comunità spirituale che si occupa di molte attività, spesso incompresa, derisa e perseguitata. Tuttavia siamo andati avanti, guadagnandoci il rispetto, credo, di tutti, abbiamo commesso qualche errore, ma la missione continua; è stata consacrata e non ci fermeremo. La mia presenza qui con voi è per confermare la nostra unione rafforzandola, se posso nel mio piccolo, magari sarà una cosa vicendevole. Io sono qui anche per consolarvi e voi dovete consolare me. Non fatevi tentare da: “Eh, ma tanto va sempre così… non cambierà mai niente”. Spazziamo via queste tentazioni, perché è iniziato il processo del cambiamento che noi da tanto tempo aspettiamo. È lento, ma è cominciato: accadranno altre cose, molto più forti di quelle che stiamo vivendo in questi giorni, ma nulla metterà a rischio la nostra vita. Se resteremo uniti, noi non saremo toccati, nessuno si ferirà o perirà sotto le macerie perché abbiamo una missione. Qui presenti ci sono uomini e donne che ho visto nascere, ho cullato, ho dato loro il biberon: Isacco, Beatrice e molti altri, i miei figli e i loro amici. Ora ci troviamo nel momento più importante della nostra vita, quindi dobbiamo stare molto attenti a non farci distrarre: tutto quello che stiamo facendo dentro l’Arca, ognuno nel settore affidato da Cristo, è fondamentale, adesso più che mai. Voi direte: “Siamo provati, a volte non riusciamo ad arrivare perfettamente al traguardo, ci sentiamo quasi morire e poi non sappiamo se il domani ci sarà”. Vi sbagliate, il nostro domani ci sarà sempre, perché noi siamo qui per missione, nessuno di voi è venuto per caso. Siamo tutti qua perché siamo stati chiamati da Cristo, non possiamo tirarci indietro nella parte più importante: Lui c’è e noi ci siamo, ma dobbiamo fare la nostra parte, resistere ed essere uniti, almeno così come siamo e anche di più. E se a volte viviamo frustrazioni o ci vengono dei dubbi, facciamoceli passare.
«Dai loro frutti riconoscerete chi sono” (Mt 7,16). Guardate ciò che fate, quello che facciamo, che io faccio. Se il maligno vi dice: “Giorgio non si è tagliato i capelli…, Giorgio ha detto una parolaccia…, mi ha trattato male…”, è perché non sa dire altro o non sa trovare in voi, in me, che operiamo tutti i giorni, opere obbrobriose, immonde. Se uno di noi commettesse azioni deplorevoli, vi assicuro che il demonio lo saprebbe subito; non dimenticatelo mai. Anzi, soprattutto in questa fase finale del tempo, lui che è nostro nemico, sarebbe il primo a saperlo, informato da coloro con i quali stiamo fornicando e ci farebbe vergognare per fermare l’Opera. Non mi riferisco solo ad una fornicazione fisica, ma anche intellettuale, una falsità, un falso progetto, anche quello è fornicare. Se voi steste operando male, lui vi attaccherebbe attraverso i giornali, gli amici, le persone che amate, ma siccome non sa dire né fare altro, tenta di provarci in una nostra debolezza, che può essere una reazione cattiva, un malumore, uno stato d’animo di quel momento. Io posso dire che l’operatività, le azioni che svolgiamo tutti i giorni, con i nostri limiti e peccati, sono positive agli occhi di Cristo. Quindi dobbiamo andare avanti, essere coerenti con questa unione che ci ha risparmiati da prove recenti e ci risparmierà da altrettante molto più grosse e potenti, che avremo all’inizio dell’anno 2017.
Già domani mattina vi sveglierete con una grande prova diabolica: chiunque vinca le elezioni negli Stati Uniti sarà nostro nemico, amico dell’anticristo. Voi non dovete progettare altro che continuare a fare la nostra missione: servire Cristo, essere uniti, stare insieme, sostenerci, volerci bene, crescere i nostri figli e gli altri che arriveranno. Bisogna fare tutto quello che il Cielo ci ha chiesto di fare in mezzo all’Apocalisse. Non vi fate tentare da altre situazioni, perché io non ho più il compito che avevo una volta con voi: di essere il “rastrellatore” dei miei fratelli! Se la vostra mente attacca il vostro cuore facendovi allontanare, io non posso fare niente, solo dimostrare con l’azione che il Messaggio che porto è vero, dando la vita senza risparmiarla; continuando a fare quello che sto facendo. Il nostro tempio è questo: custoditelo, custodiamolo. Non mi sono mai sbagliato quando vi ho detto delle cose, sui fatti ho avuto sempre ragione e quando ho parlato di tempi non ho mai fornito date, perché le date sono per le sette, i falsi profeti oppure per Dio, che le conosce. Per noi i tempi sono lunghi mentre per il Cielo sono brevi; quando dico presto, io vorrei fosse domani e magari passeranno quindici anni. Però vi assicuro che molto presto ci sarà data una grande possibilità. Presto significa tra poco, non certamente quando io avrò ottant’anni! Dovremo essere pronti ad affrontare le nostre responsabilità, sia che ci venga dato potere in quello che dobbiamo fare, sia nel vedere ciò che accadrà intorno a noi con tanta paura; se non saremo uniti, verremo aggrediti, facendoci del male. Non possiamo né dobbiamo mollare proprio adesso che stanno iniziando i grandi eventi; e se ci assale la paura, è necessario superarla. Noi saremo chiamati a delle nuove scelte e a coloro (come i vari responsabili dei settori di questa Arca o di altre Arche) che hanno già scelto, verrà chiesto di riconfermarlo perché presto ci saranno dati dei mezzi a determinate condizioni; il Signore ci dirà di fare delle cose ancora più grandi di quello che stiamo facendo.
C’è solo un piccolo problema che dobbiamo superare: avremo paura che non ci sarà data l’ultima autostrada per poter compiere la missione. Se siete qui con me, la nostra missione è una, divisa in due parti, ed è quasi banale nella sua semplicità; la stessa che avevo annunciato nel 1985, alla presenza di Mara e Flavio, quando avevo poco più di vent’anni: annunciare la venuta di Cristo e smascherare la faccia dell’anticristo. Quella è la nostra missione e noi dobbiamo compierla; altro non è. Se siamo venuti per questo motivo, tutto ciò che ci gira intorno non ha senso ma lo viviamo, perché costretti da questa società: siamo obbligati a mangiare perché abbiamo questo corpo, a bere acqua per non morire disidratati, ad andare a lavorare e percepire quei pezzi di carta, che sono la cosa più odiosa del mondo, poiché è nostro dovere mantenere la famiglia; dobbiamo anche vestirci, usare il cellulare… tutto quello che noi abbiamo serve alla ragione della nostra vita. Dico noi, è scontato che per tutti voi sia così; se qualcuno pensa di costruirsi un futuro nella propria vita, non è questo il suo posto, ma in un’altra comunità. Pensare di volersi realizzare, studiare, fidanzare, mettere al mondo dei figli, avere una casa, insomma un futuro è giusto, legittimo, nobile, ma non per noi. E se c’è qualcuno tra voi che in questi trent’anni aveva capito diversamente, me lo deve dire. La Madonna mi ha detto che siamo qui solo per questi due motivi e che devo scavare la roccia con le mani pur di realizzarlo, devo trovare delle strade e lo farò, chi mi accompagna dovrà fare altrettanto. Quel giorno, Flavio è testimone, dissi ai miei amici: “Io lo farò anche se sarò solo”, ma oggi ringrazio Dio che siete in tanti. Se Gesù vede che questa è la nostra unica meta, e la nostra tenacia, ci proteggerà. Non ci farà mancare niente ma saremo provati nella pazienza, nella fede, nell’amore, tolleranza e nella giustizia solo per rafforzarci, perché noi viviamo in questo mondo e siamo tentati; però non ci abbandonerà mai, neppure la Madonna. Le prove sono tante, a volte viviamo incomprensioni, litighiamo con qualche fratello e siamo amareggiati; altre pensiamo: “Signore, Tu sei amico dei potenti”, perché gli eventi si fanno attendere o non abbiamo i fondi economici per realizzare i progetti della nostra Opera. Tutto sommato sono stupidaggini, di fronte alle prove che stanno vivendo i nostri fratelli marchigiani (ora non solo dell’Africa) che hanno perso tutto. Io vi devo avvertire: se vi sfugge il motivo per il quale noi siamo qua, o se non è più lo stesso, dovete lasciarmi e sarete rispettati e tollerati dal Cielo. Se al contrario, vi state allontanando dal motivo sacro per il quale siete qui, ma rimanete perché non sapete dove andare o volete vedere gli eventi futuri, oppure per apatia, ditemelo con amore: “Giorgio io voglio fare un’altra strada, non me la sento”. Rimarremo amici, che è la cosa più bella e sarete risparmiati da Dio, non verrete colpiti. Ma se restate per forza, per sopportazione, ipocrisia o qualsiasi motivo che non sia quello vero, sarete castigati dalla Natura, ovunque vi troviate nel mondo; non da me, che vi amo tanto, io posso solo ringraziare. Sarete colpiti perché quando voi avete fatto questa scelta, non l’avete fatta per me, io non sono il Cristo. Voi avete fatto una promessa a Gesù, se poi questa verrà meno, la Legge di causa ed effetto sarà inesorabile. Al contrario, se diceste: “no, io voglio fare un’altra cosa, continuare a servire Gesù ma seguendo un’altra strada”, sarete rispettati, onorati e benedetti. Se siamo qui stasera, è perché la nostra ragione non è cambiata, pur essendo stanchi, provati e a volte senza avere la forza di alzarci, perché ci sentiamo vuoti o abbiamo esaurito tutte le risorse. Quando mi succede questo, io dico: “Signore, mi sento vuoto, sono miserabile, aiutami, riempimi, Tu solo lo puoi fare. Signore Gesù, io sono l’ultimo in questo momento, mi hai tolto tutto e quindi non sono niente. Provo persino risentimento nei confronti del Padre, perché so che senza di Te non sono nulla. Ti ringrazio di farmelo provare, quindi riempimi subito perché io voglio annunciare la Tua venuta e smascherare l’anticristo”. Passano tre secondi e divento quello che ascoltate stasera, quello che sono; sento la Sua presenza, il Suo profumo, i Segni che porto, comincio a ricevere messaggi, cioè divengo un sole che brilla.
Ma ciò avviene solo nel momento in cui riconosco che, senza di Lui, non sono niente, non c’è niente, perché vivo in un mondo dove ti tolgono la linfa vitale. Se invece pensate: “A me non serve, io sto bene così, non occorre stare insieme né fare questo, voglio fare un’altra cosa”, allora Lui vi abbandonerà. Se noi arriviamo a sentirci senza Dio, ma ammettiamo che se non ci fosse Lui moriremmo, il Signore ritornerà da noi. Se saremo uniti, Cristo colmerà tutti i nostri vuoti. Noi siamo qui per questo, ognuno è impegnato nel proprio settore, che apparentemente non ha niente a che fare con gli altri, per annunciare la Venuta di Cristo e smascherare l’anticristo. I nostri figli si sono incarnati in una comunità che aspetta il Cristo, perché qui sulla Terra s’instaurerà il Regno di Dio, altrimenti sarebbero nati altrove. Non sono nati perché hanno sentito i genitori dire: “Vogliamo un figlio”, bensì: “Noi annunciamo la Venuta di Gesù, noi smaschereremo l’anticristo e porteremo i nostri figli nel Nuovo Regno”. Se lo avessimo desiderato per un nostro progetto, non sarebbero venuti e siccome abbiamo fatto trapelare nei loro Spiriti la nostra meta, sono corsi a gambe levate. Quindi nel momento in cui ai nostri figli daremo un altro progetto, moriranno interiormente e diranno: “Ma come? Tu mi stai tradendo, io non sono venuto in questo mondo per i tuoi progetti! Io sono venuto per Cristo, per la pace, per il Regno della fratellanza, altrimenti non sarei venuto qui”. Ecco che i nostri figli non sono la nostra ragione di vita, ma lo diventano se inseriti nel contesto di Cristo. Quindi siate sereni, felici, affrontiamo le nostre prove, anche gravissime, con il sorriso. Io ci sono, voglio fare solo questo con voi, non ho altra ragione. Nel 1985 mi sono sbagliato, io non ci riuscirò da solo, quindi non abbandonatemi perché abbiamo bisogno tutti gli uni degli altri e di Cristo.
Dobbiamo proteggere i nostri figli e i nostri giovani, perché loro sono migliori di noi e il maligno li vuole risucchiare. Io devo essere molto attento con loro, duro e severo, ma mi ascoltano, ubbidiscono e ammettono gli errori. Noi siamo bravi però siamo fradici, non significa fare schifo, e penso che tra poco il maligno non ci guarderà più. Siamo bravi, divulghiamo… ma se siete stanchi, pensate a Gesù e fatevi venire le forze. Resistete, resistiamo tenacemente. Noi siamo come i partigiani rifugiati nelle colline durante la seconda guerra mondiale, ad un certo punto si sentirono affranti, delusi, scoraggiati. Erano quattro poveri disgraziati, ma hanno vinto. É arrivato il miracolo, sono entrati gli alleati, ma non se lo aspettavano. Ciò che vi sto dicendo è simbolico: dobbiamo resistere, arriveranno i nostri alleati e vinceremo. Se avremo finito le provviste, il nostro Comandate ce ne farà avere un carico, però se noi ci divideremo, non solo non arriveranno ma saremo anticipati e fucilati. Quindi forza e coraggio ragazzi!
A Natale staremo insieme, in questi tempi mi aspetto dei segni, delle cose importanti, lo sento forte; mi riferisco a cose che tutti vedranno nel cielo, nel mondo e che noi commenteremo con gioia o con tristezza. Io mi aspetto catastrofi, anche da noi, quello che abbiamo sempre predicato sta arrivando e sono contento che inizi qui, perché noi non siamo privilegiati, ma saremo risparmiati. La vita non ha forse un prezzo inestimabile di fronte ai soldi, a una casa o una macchina? Se noi abbiamo la vita e poi ci arrivano i mezzi per poter operare, è la prova definitiva che siamo qua per servire Cristo, solo per questo. Non possiamo permettere al maligno di portarci via questo concetto, dobbiamo ripeterlo come un mantra, soprattutto quando non stiamo bene. Quando io non mi sento bene o sono vuoto tanto da pensare di poter odiare anche Dio, e mi chiedo perché sono qua, rispondo: “ sono venuto per Lui, per Gesù di Nazareth, perché mi ha dato la vita, quindi devo resistere”; subito Lui ci dà la grazia della fede, della forza. Quando mi sento così, non posso mentire e anche se sono stimmatizzato, anche se sono quello che vuoi, Gli dico: “Signore, non è vero che sono della x dimensione, sono una porcheria, quindi aiutami. Sono tutto quello che vuoi, anche il Sole se Tu mi tocchi, Signore”. Così Lui mi tocca o mi guarda, perché se non ci guardasse più, saremmo niente.
Abbiamo ripassato la lezione, se avete qualche domanda sono a disposizione. Lo so, sono venuto per darvi forza, amore e ricevere forza; prego.
D: Perché si permette la distruzione delle piccole cose buone che l’uomo ha creato e che ancora ci ispirano, come le Chiese e le opere d’arte?
G: Io sono stato scelto da Dio e il motivo principale per cui Lui lo ha fatto è che qualsiasi cosa Dio decida e voglia farla sapere, io non ho paura di dirla, anche se non sempre la comprendo. È questo che dà veramente fastidio a tutti i potenti. Dio è molto adirato, vuole distruggere il mondo e lo farà, anche le poche cose buone, per ricostruirle in un modo diverso da questo, perché noi abbiamo tradito il Patto con Lui. Salverà delle persone come te, come voi, brava gente e i bambini, ma tutto quello che abbiamo costruito sarà distrutto perché noi odiamo la vita, stiamo facendo scomparire tutte le specie viventi: entro il 2020 il 70% degli animali scomparirà, per il nostro “gusto” di ucciderli. Noi lanciamo le bombe atomiche, violentiamo i bambini, ci burliamo di Dio, Lo ignoriamo e se Lui viene da noi con amore, col sorriso, noi Lo crocifiggiamo, Lo torturiamo e Gli sputiamo addosso. Adesso il Signore ha gridato: “Basta!” e mi ha detto: “Devi dire che Io distruggerò il mondo. Farò una nuova Arca, salverò le persone perbene e poi darò fuoco a tutto il pianeta”. – “Signore, non c’è nessuna possibilità? Io non ti capisco, perché devi fare così?”. E Dio: “Tu lo devi dire e basta. Non devi replicare”. Io ho deciso di dirlo. Non so rispondere a questa domanda, ma ti posso assicurare che Lui lo farà e io non ho paura di affermarlo, ecco perché non capisco chi non mi comprende. Io so che lo distruggerà, non mi interessa niente di questo mondo, né i vestiti e nemmeno i soldi; a me interessano solo l’amore e la fratellanza, più anime riuscirò ad unire nell’amore, più se ne salveranno. Io non ho alcuna ambizione, ai miei figli non lascerò nulla, solo l’insegnamento di amarsi tra loro, insieme ai propri amici e conoscenti. Ti ho detto una cosa crudele, ma ora ne dirò una bella: dove ci sarà amore, Dio non distruggerà nulla. Purtroppo nel 90% del mondo non c’è amore, ma dove saranno presenti (in casa tua, con i tuoi amici, i figli, conoscenti, colleghi o clienti se sei un imprenditore) amicizia e amore, lì non si scatenerà la Sua giustizia. Al contrario, tutti coloro che nutrono nei cuori invidia, gelosia, ambizione, perversione, omicidio e violenza, quel giorno bruceranno; non se ne accorgeranno nemmeno. Scompariranno mentre stanno lavorando, facendo figli, investendo in borsa o mentre costruendo un palazzo, una nave, combattendo una guerra; insomma durante una giornata normale apparirà fuoco nel cielo e brucerà tutto. Le persone non avranno il tempo di chiedersi: “ma che cosa sta succedendo?”. Invece chi deve costruire l’Arca avrà già fatto entrare gli animali, le persone e sarà partita per un posto sicuro, per poi ritornare sulla Terra quando sarà stata purificata. Questo lo dico solo io, tanti miei colleghi veggenti ne sono a conoscenza, ma non lo vogliono rivelare.
D: I monumenti che abbiamo in Italia saranno risparmiati? Tutta la nostra storia finirà così?
G: Gli strumenti di Dio sono più avanti di noi di 15 miliardi di anni, ciò significa che hanno la possibilità di schermare tutto quello che vogliono. Se hanno intenzione di conservare un quadro di Renan, lo schermeranno e non brucerà. È molto più probabile che conservino l’arte e la bellezza, ma gli uomini non avranno scampo. Questo mi ha detto Dio.
A chi mi chiede: “Sei sicuro che è Dio?”, rispondo: “Io penso di sì, in caso contrario andrò all’inferno”. Per la verità, se scoprissi che era il diavolo, mi schiererei dalla sua parte dicendo: “Il diavolo è più bravo perché ha senso di giustizia e se Dio non fa giustizia è amico dei potenti”. In fondo, qual è il sentimento o il valore che ci anima? Ubbidire ad un Dio, chiunque Egli sia, che ordina di dire e fare determinate cose, o a Colui che anima l’alto senso della Giustizia a favore dei deboli e di coloro che vengono perseguitati, schiacciati, distrutti ingiustamente? Io ubbidisco a Dio, ma se Lui mi dicesse: “Io benedico gli Stati Uniti d’America perché sono la patria della giustizia e della fratellanza”, sarebbe un Dio amico dei potenti, quindi non lo servirei. La mia causa è la Giustizia, non servire una divinità o gli dèi. Io non so chi sia il Padre, non L’ho mai frequentato, ma quando mi parla dice delle cose che coincidono con la mia causa della Giustizia; non il contrario.
Poi ho conosciuto un uomo, in carne ed ossa, che si chiamava Gesù e diceva le stesse cose di quel Dio che non vedo ed è dentro di Lui. Io credo più a Cristo che a Suo Padre, mi basta e mi avanza per andare avanti. Teologicamente è così.
D: Io sento un forte trasporto per gli animali, anche quella è una forma di amore?
G: Assolutamente sì, infatti gli animali che entreranno nell’Arca saranno molti, ma molti di più degli uomini. E ovviamente i bambini, che sono privilegiati rispetto agli animali, in quanto razza superiore; gli uomini invece, in questo momento, rappresentano una razza inferiore. I bambini sono i padroni degli animali, mentre gli uomini sono l’anima collettiva che si trova un gradino più sotto, perché hanno perso l’anima, sono stati già condannati dal Padre alla morte seconda. Tutti gli uomini che tu vedi intorno, sono animali feroci pronti ad azzannarti, quindi bisogna stare attenti. In mezzo a questi ci sono Angeli, che devi saper individuare. Ma quando li individui, vedi i loro occhi che luccicano, ti sorridono, ti abbracciano, ti parlano d’amore e quando parlano di giustizia, gridano. Se sono aggrediti non sfoderano la spada, dicono: “Mi vuoi uccidere? Fallo pure, tanto io rinasco e continuerò a gridare”.
Cari fratelli, ognuno di voi ha un proprio compito nell’Arca e ricordatevi che, qualsiasi cosa facciate come toccare i tasti di un computer, cucinare, spazzare, sistemare le seggioline dei bambini, un quadro, l’impianto elettrico; coltivare l’orto, scrivere un articolo, portare avanti il progetto dei giovani, di una conferenza, un documentario, qualsiasi cosa è preziosa, importante, importantissima. Non sottovalutate il compito che avete, la sistemazione dell’Arca, la casetta, i lavori che svolgete all’interno. Se dite: “io sono più bravo, quel fratello non sta facendo niente”, vi state già avviando verso la perdizione. Voi dovete valorizzare tutto quello che stiamo facendo, perché non lo fate per voi, ma per annunciare la Venuta di Cristo e smascherare l’anticristo: questa è la vostra, la nostra missione; non abbiamo altro. Tutti insieme per servire Cristo. Nel 1985 dissi che lo avrei fatto anche da solo, oggi vi dico, in verità, che io senza di voi non ce la farò e quindi il maligno vincerà. E allora dobbiamo essere insieme. Vi bacio con tanto amore.
Il Ritorno Glorioso del nostro Re è prossimo, è arrivato il tempo di rendere gloria a Dio. Noi dobbiamo restare uniti e affidarci a Lui, sempre, senza mai distogliere lo sguardo! Il Getsemani che ci attende sarà anche per noi il luogo delle scelte e ci porrà di fronte alle domande a cui non abbiamo ancora risposto definitivamente. È li che si combatte tra il desiderio di gioire nel Signore e la preoccupazione della carne che duole e soffre; e la lotta si fa ancor più dura quando Egli sceglie per noi la via più difficile, quella che passa per la Croce. Noi che abbiamo visto e toccato, noi che abbiamo creduto e Lo abbiamo seguito, dobbiamo compiere la missione che lui ci ha affidato: annunciare al mondo la Sua prossima Venuta, vegliare, lottare e con lo slancio della fede, donare la Sua Luce anche nella notte più buia, abbandonarci a Lui anche nella sofferenza e nell’angoscia, trasformando il dolore in gioia. È li, nel Getsemani, che lo Spirito vince la schiavitù della materia, per risorgere a nuova vita. Attraverso lo Spirito di Verità, il Consolatore promesso, ci è stato detto: “Apprendendo la Verità cari fratelli sarete sempre più forti nella fede, pur avendo paura di morire possiamo essere come Cristo, non c’è bisogno di essere della dimensione di Cristo per vincere il Male… se abbiamo paura, cadiamo, sbagliamo però difendiamo fino alla morte le nostre idee dicendo: Signore il Tuo progetto deve vincere, Lui ci da la forza per affrontare ogni sofferenza…”
Gesù si è fatto uomo, ed è questa la grandezza di Cristo, ma non ha vinto con uno schiocco di dita; tutti sappiamo vincere così. Lui, che camminava sulle acque e resuscitava i morti, ha vinto con la fede, credendo nei Suoi ideali, i quali sono le nostre uniche armi.
La luce solare dice: “Tutti voi Mi avete dentro. Io sono in tutti voi. Anche nel sacrificio Io sono uomo e ti ordino di essere uomo, non una creatura di laboratorio, e di raggiungerMi attraverso l’umanità, non la perfezione, l’artificialità. Devi raggiungerMi con tutti i sentimenti dell’uomo: paura, gioia, dolore, sentimento, odio; mantenere quelli positivi e vincere quelli negativi. Vedi, anche Io ho avuto paura, sudato sangue, chiesto a Dio perché mi ha lasciato solo. Io, che in pratica sono Lui, ho fatto questo”. Siccome è una contraddizione in termini, la logica mi impone di credere che Lui vuole darci un insegnamento: “Voi potete salvarvi con la fede anche se siete soli, miserabili, senza poteri, gli ultimi degli uomini, abbandonati da tutti. E potete vincere senza bisogno di avere i Miei poteri, anche senza Dio”. Se hai fede in Cristo, Dio risorge dentro di te. Il Signore ci dice: “Io vi insegno questo, ricordatelo per sempre”.
Non c’è Amore più grande.
Sia fatta la Sua volontà. Ora e sempre. Amen.