SOTTO LA STESSA CROCE
Il cartello stradale ci indica il paese dove siamo diretti: Latisana. Entriamo nel grazioso paesino friulano dirigendoci verso la chiesa dove Giorgio pochi giorni fa ha vissuto la straordinaria esperienza della quale tutti siamo stati informati grazie alla cronaca della carissima Mara Della Coletta. Cinque automobili con a bordo i fratelli dell’arca di Pordenone seguono Giorgio per questa nuova chiamata. La famiglia è presente quasi al completo, Lorella, Mara, Elisabetta e Davide ci hanno raggiunto per vivere accanto a lui questa nuova visitazione.
Entriamo nella chiesa di San Giovanni Battista e seguiamo Giorgio che si dirige verso la navata laterale destra. Il crocifisso è lì, davanti a lui, il Cristo è riportato a grandezza naturale. Giorgio solleva lo sguardo guardando intensamente quella statua che rappresenta il suo amico, il suo fratello, il suo adorato Maestro e che solo pochi giorni prima aveva preso vita dinanzi a lui.
Ci sediamo nei banchi di fronte all’altare, al lato del crocifisso e ci immergiamo in profonda preghiera. L’emozione è intensa. La vibrazione forte.
Alcune donne iniziano a recitare le lodi alla Madre Celeste, il Santo Rosario … penso a Lei … Maria Madre di Gesù … Regina degli Angeli, Regina dei Patriarchi, Regina dei Profeti, Regina degli Apostoli, Regina dei Martiri, Regina dei veri cristiani, Regina delle Vergini, Regina di tutti i Santi, Regina della famiglia, Regina della pace, REGINA ASSUNTA IN CIELO, SPECCHIO DELLA SANTITA’ DIVINA, SEDE DELLA SAPIENZA, CAUSA DELLA NOSTRA LETIZIA, TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO, ROSA MISTICA, ARCA DELL’ALLEANZA, PORTA DEL CIELO, STELLA DEL MATTINO, CONSOLATRICE DEGLI AFFLITTI … Penso a quante volte in chiesa avevo ascoltato queste parole in passato e nonostante mi sentissi attratta da tutto ciò che mi parlava di Gesù o della Madonnina non potevo avere la coscienza che ho oggi … oggi che sento quelle litanie vibrare dentro il cuore in un’armonia che commuove il mio spirito … mi volto verso sinistra per guardare la statua che riporta a grandezza naturale la Madre Santissima che a Giorgio aveva parlato lo stesso giorno del Cristo … É bellissima, anche lei sembra viva, pare che da un momento all’altro possa sollevare il Suo sguardo e parlarci … Giorgio è lì ora dinanzi a lei che La guarda, che La ama con tutta la sua tenerezza … Miriam, Spirito della Terra … Madre di tutti gli esseri viventi … Madre nostra … faccio per voltarmi e incrocio gli occhi di un essere molto speciale … occhi grandi, lucenti come stelle, freschi e puri che irradiano un raggio d’amore di Maria, occhi d”infinito … è Lorella consolatrice di Giorgio e di tutti noi, madre di suo figlio Giovanni, presenza insostituibile … I miei fratelli umili e devoti respirano quel momento con tutta l’intensità che hanno dentro … “I tuoi fratelli ti aiuteranno” gli aveva detto Lei, la dolce regina dei Cieli, ed eccoli lì una parte di Loro che come in una corona di diamanti gli si stringono attorno. Sento di inginocchiarmi dinanzi a loro e lo faccio con tutta l’umiltà in quel banco di chiesa, per rendere onore al Cristo Re, a Sua Madre e a tutti i miei fratelli nello spirito che stanno dando tutto ciò che è nelle loro possibilità per aiutare Giorgio in questa parte della missione tanto difficile … “A Gesù il Padre aveva mandato i Suoi Angeli per aiutarlo” aveva detto una di queste sere Giorgio durante un incontro con i fratelli all’arca di Pordenone, “a me il Cielo ha mandato voi che siete i miei Angeli”. Giorgio è nuovamente sotto la croce, appoggiato ad una colonna non si allontana dal suo Maestro, e resta lì in piedi per tutta la Santa Messa che intanto ha inizio.
“Chi siete? “Aveva chiesto un sacerdote poco prima ad uno di noi. “Come mai siete qui?” Domande che per un attimo mi procurano un brivido riportandomi a duemila anni fa quando il Maestro era stato arrestato ed alcuni dei suoi apostoli terrorizzati lo avevano lasciato solo cadendo nella tentazione del tradimento … ma non è questo il giorno.
So che questa non sarà una messa qualsiasi. Gesù è presente. Il Suo messaggero segnato dai Suoi segni sacri è lì. La profondità e il Valore di ciò a cui per grazia divina siamo stati chiamati a vivere non può essere espressa e trasmessa con misere e povere parole, si può solo sentire nella profondità dell’animo e tuttavia non ne potremo avere una piena coscienza.
A celebrare la messa è un sacerdote africano che parla molto bene l’italiano anche se ha difficoltà a volte a pronunciare alcune parole, ciò che ci trasmette però nella sua umiltà ci fa emozionare.
Sento e vivo dentro di me le parole del Maestro … Lo vedo … Lo guardo … è bellissimo … virile … Vero … ogni Suo movimento è un’armonia che si proietta nell’universo … il Suo passo è regale … le Sue mani bellissime … le Sue dita lunghe, affusolate, ogni loro movimento è una poesia, un messaggio per l’umanità … Lo ascolto parlare con i Suoi apostoli … lo vedo guardar LORO con i Suoi occhi eterni che hanno il potere di leggere il cuore degli uomini … che hanno il potere di creare … di trasformare … di fare nuove tutte le cose … Lo vedo …. e Lo vedo grazie a lui, quell’uomo che è ancora lì, sotto quella croce, ma che oggi quella croce la porta sulle sue spalle, che oggi quei chiodi trafiggono le sue carni … lui che prendendo il testimone dal suo padre spirituale Eugenio Siragusa prosegue l’opera del Consolatore promesso dal Messia … “Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà”. (Gv 16, 7-15)
La prima lettura della liturgia è tratta dal libro del profeta Isaia: “Così dice il Signore: Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria”…La seconda lettura è tratta invece dalla lettera agli Ebrei: “Fratelli avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: “Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio … perciò rinfrancate le mani inermi e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi ma piuttosto a guarire”. “Io sono la Via, la Verità e la Vita, dice il Signore, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” prosegue il Sacerdote, per dare poi spazio alla lettura di un brano del Vangelo: “Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: -Signore, sono pochi quelli che si salvano?-. Rispose: -Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non vi riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi» (Luca 13,22-30).
Il Sacerdote riprende quindi la parola per iniziare la sua omelia. Non ci restano dubbi: Il Cielo ci sta parlando oggi attraverso un altro dei suoi strumenti nel mondo, un nostro fratello proveniente dal cuore dell’Africa. Insegnamenti che Giorgio instancabilmente ci ha elargito a piene mani in questi anni aiutandoci ad intenderli ma soprattutto dandoci l’esempio con la sua vita su come realizzarli se veramente vogliamo meritare un nuovo regno ma soprattutto se lo vogliamo per i nostri figli sui quali abbiamo una gravissima responsabilità. Il sacerdote inizia con una frase che sicuramente non è comune ascoltare durante la messa: “-Chi non è nella chiesa, chi non segue la chiesa perirà- dice il Signore, -molti intendono questo nel senso che chi non fa parte della chiesa cattolica non si potrà salvare, ma questa interpretazione è errata” dice il sacerdote “il vero significato di questa frase è che chi non è nella Verità perirà. -Io sono la via la verità e la vita- dice il Signore, ma Dio non tocca assolutamente la nostra libertà, la libertà di scegliere tra bene o male, ciascuno di noi però dovrà rendere conto delle proprie azioni. Quanti credono di essere cristiani ed invece nella pratica non lo sono, questi sono peggio di coloro che dicono di non credere. Se il valore della giustizia non è nella tua vita come pretendi di essere cristiano? Amare il nemico, pregare per il prossimo, aiutare i bisognosi, porgere l’altra guancia … vivere secondo la regola del Cristiano significa entrare per la porta stretta, chiunque scelga di entrare dalla porta allargata sappia che nella vita del vero cristiano questa non c’è. Tutti ci troviamo dentro la stessa barca, persone che vengono da nord, da sud, da est e da ovest della terra che si dirigono verso la realtà dell’altra vita e questa può essere raggiunta solamente attraverso la porta stretta che ha in se i valori dell’onestà, della fedeltà, della giustizia. Se non mettiamo in pratica il vangelo noi siamo peggio di quelli che non credono in Dio. -Solamente la Verità vi farà veramente liberi- dice il Signore. Vivere la libertà significa vivere la Verità. Se io riesco ad abbracciare la croce che mi viene incontro e che noi non riusciamo a capire cioè la sofferenza, abbracciare quella croce significa entrare dalla porta stretta. Mussulmani, induisti, cattolici, buddisti, tutti siamo chiamati ad una scelta seria all’interno della via stretta, al di fuori non c’è niente. La porta del legno della croce, questa è la nostra vittoria”.
Ancora una volta Gesù ci ha chiamati, ancora una volta ci ha indicato la strada.
La liturgia eucaristica che segue è un momento che non può non toccarci dentro. Il sacerdote si veste delle parole di Gesù che in quell’ultima cena chiama a se i Suoi apostoli spezzando il pane e il vino ed offrendolo a loro per la nuova ed eterna Alleanza in remissione dei peccati “Fate questo in memoria di me” disse. Giorgio si dirige verso l’altare per prendere la Santa Comunione, noi tutti seguiamo il suo esempio. Il Sole, il Cristo, si fa sangue e carne nell’eucaristia che chiama l’uomo alla comunione con i valori universali, lo chiama all’origine della sua essenza, al sacrificio per il bene dei propri fratelli. Il Maestro più grande che si è immolato per lavare le nostre colpe, per cancellare il nostro karma. Osservo Giorgio, è sempre lì accanto a quel crocifisso, sotto quel volto che sembra poter alzare da un momento all’altro nuovamente il Suo sguardo. Giorgio ricordando maggiori dettagli sull’esperienza vissuta in quel luogo ci aveva raccontato che mentre il Maestro gli parlava, la Sua voce era molto sofferente, come quando sulla croce oramai esanime per il martirio subito stava per spirare… Lo guardo intensamente con una emozione che mi travolge dentro, guardo Lui e guardo Giorgio … sento fortemente accanto a noi suo figlio Giovanni e tutti i ragazzi e i miei fratelli dell’arca che sono dovuti restare a Sant’Elpidio per una manifestazione pro Funima, sento tutti i fratelli della nostra terra italiana dal nord al sud, sento Erika e i nostri fratelli dell’Uruguay, sento Juan Alberto e i nostri fratelli dell’Argentina e del Messico, sento Omar e tutti i fratelli del Paraguay, sento Luis, Marco Antonio e tutti i fratelli del Cile, sento Manu, Angel e tutti i fratelli della Spagna, sento Flor e i fratelli degli Stati Uniti d’America, sento Raul e tutti i fratelli della Funima, sento tutti i fratelli del mondo lì accanto … sotto la stessa croce … quella croce che ci avvolge, che ci trafigge, che ci ama, che ci trasforma, che ci salva attraverso l’alchimia della sofferenza, della rinuncia, della donazione totale di noi stessi.
Assorta in una profonda meditazione offro la mia piccola vita al Cristo, chiedendo perdono dei miei peccati, pregando che possa darmi e darci tanto amore, forza, fede, umiltà, fedeltà, devozione, costanza, passione, coraggio per poter compiere la Sua volontà al fianco del suo messaggero-precursore, per i nostri figli e per il futuro delle prossime generazioni. Per dare forza a lui, tutta la forza e tutto l’amore perché possa portare a compimento l’ultima battaglia. “…Fino al 5 di settembre” gli ha detto Gesù, “…Hai fatto tutto quello che dovevi fare ma non ti lascio solo, hai tutti i tuoi fratelli” lo ha consolato la Vergine Madre e fino ad ora è stato certamente così. È un momento molto, molto difficile. Come Gesù nel deserto, Giorgio vive questa prova con grande sofferenza, le sue membra sfinite non cedono comunque il passo, i segni impressi sul suo corpo martoriato seguono a manifestare il profumo della passione e Giorgio muore e rinasce ogni giorno. Il pensiero, fratelli amati miei nel mondo, va a tutti voi affinché insieme possiamo dargli quella forza di cui ha bisogno unendoci sempre di più e formando così uno scudo che possa proteggerlo da questa pesante prova … attraverso l’amore, la fede, l’unione, l’azione, la preghiera, la forza, determinazione.
“La messa è finita andate in pace … nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” dice il sacerdote.
La messa è finita, quindi, ma prima di uscire dalla chiesa ci soffermiamo ad osservare i vari bellissimi dipinti e le statue che adornano il tempio. Intanto noto che accanto alla statua del Cristo che ha parlato a Giorgio vi è una scritta: Altare privilegiatum in perpetum, e poi un’altra più al lato che penso sia il messaggio della settimana per i fedeli e questa settimana riportava: sforzatevi di entrare per la porta stretta Lc 13,24, andando più avanti ad un lato dell’altare osserviamo il grandissimo dipinto del Veronesi che raffigura la decapitazione del Battista, immagine che mi turba … poi sopra leggo: Christus vincit.
Dietro l’altare osserviamo l’altro grande bellissimo dipinto che raffigura il Cristo risorto dove è scritto: Christus regnat. Mentre ci avviamo verso l’uscita, Mara, Lorella, Elisabetta ed alcuni fratelli si fermano a scambiare qualche parola con il sacerdote. Mara gli fa presente che oggi durante la sua funzione era presente un uomo che vive una profonda esperienza mistica da laico e lo ringrazia per le sue profonde parole, lui le stringe le mani proseguendo poi per il suo cammino. Usciamo dalla chiesa con tutti i fratelli. Giorgio abbraccia Sergio e Clara, due Angeli che lo sentono come un proprio figlio e che si preoccupano per lui aiutandolo in tutte le forme possibili, Giorgio a guardarli si emoziona, sono anziani ma il loro spirito gode di una giovinezza eterna che profuma d’amore e di devozione.
Approfittiamo per scambiare qualche parola con tutti gli altri carissimi fratelli presenti per poi lasciarci con quella gioia nel cuore che solo il Cristo ci sa dare ma anche con la tristezza di vedere e sentire l’umanità scivolare sempre più in basso verso il baratro oscuro.
Il cammino di Giorgio così come preannunciato dal Maestro Gesù e dalla Potenze Celesti è accompagnato dai segni divini che continuano a manifestarsi uno dopo l’altro. Dopo i meravigliosi e impressionanti segni avvenuti durante questo mese di agosto sui cerchi di grano in Inghilterra che testimoniano un messaggio sempre più chiaro dove gli Esseri Solari hanno manifestato la stupefacente immagine del Cristo e dopo pochi giorni la straordinaria immagine del Calice con l’ostia, in un paesino del pordenonese non distante dalla nostra arca si è manifestato un altro miracolo: la sanguinazione dalla corona di spine di un Cristo in croce, giusto pochi giorni dopo l’esperienza di Giorgio a Latisana. Ne veniamo a conoscenza con grande emozione il giorno seguente la nostra visita alla chiesa di cui ho parlato in questa cronaca.
Ma facciamo un piccolo passo indietro.
L’8 giugno durante il viaggio che porta Giorgio in America Latina, in Paraguay la statua della Rosa Mistica lacrima sangue, pochi giorni dopo a Tucuman in Argentina in un quadro raffigurante l’ultima cena sul volto del Cristo compare una macchia rossa simile ad un rivolo di sangue; durante la permanenza di Giorgio a Montevideo il 18 giugno si manifesta il volto del Cristo sul tronco di un albero; a Sortino Siragusa pochi giorni dopo la conferenza di Giorgio a Palermo (Sicilia) avvenuta il 17 luglio in occasione della commemorazione della strage di via d’Amelio una Madonnina lacrima lacrime umane; ed ora dopo la mistica esperienza avvenuta a Latisana, durante la permanenza di Giorgio a Pordenone, in un piccolo paesino vicino all’arca riceviamo la notizia attraverso i giornali e la televisione locale di una statua lignea del Cristo in croce che lacrima dalla corona di spine.
Eravamo stati avvisati che le prove sarebbero state dure, eravamo stati avvisati che ciascuno di noi sarebbe stato tentato nella parte più debole, nel momento più difficile, ma ci sono state date anche le armi spirituali per poter vincere questi momenti e i segni che il Cielo ci manifesta continuamente vogliono rafforzare la nostra fede affinché nessuno di noi possa perdersi.
“Devi dire ai tuoi fratelli che solamente stando uniti potrete farcela” aveva detto il Maestro Gesù a Giorgio, “il maligno non vuole che risvegliamo le anime e anche lui sa che tra poco ci saranno segni sconvolgenti …” ci dice in una di queste sere ,“il Padre sa che io non mi fermerò, il Padre sa ciò che sono in grado di fare, il Padre sa che compirò la mia missione e questo lo sa anche il diavolo, lo sa molto bene per questo cerca di ostacolarmi e di fermarmi con le sue armi, quelle materiali, perché sa che con altre armi non mi può toccare. Lui sa ciò che Gesù mi dice, e sa anche che ciò che Cristo mi dice si avvererà.
Ricordatevi che la paura è indispensabile per provare il coraggio. Il coraggio non è altro che un sentimento che ti fa vincere la paura ma senza la paura non puoi conoscere il coraggio. Il coraggio che dimostra un uomo che ha vinto la paura non può paragonarsi al coraggio di un uomo cinico che non ha mai paura perché non avrebbe la stessa freschezza, lo stesso profumo, la stessa passione dell’uomo che ha vinto la paura con il coraggio. Un uomo cinico che non ha paura non è un uomo normale è diabolico perché non ha in se l’istinto della conservazione della vita che è una legge della terza dimensione. Gesù ha avuto l’istinto della conservazione della vita per questo ha avuto paura nell’orto degli ulivi quando ha sudato sangue … MA ANCHE IN QUEL MOMENTO il CRISTO CI STAVA DANDO UN INSEGNAMENTO, QUELLO DI AFFIDARSI A DIO … -PADRE SIA FATTA LA TUA E NON LA MIA VOLONTÀ- … Paura, coraggio, passione, procreazione sono istinti della vita ma lo spirito impone all’istinto bestiale di dominarlo, ecco perché sono felice che ogni tanto mi viene la paura . Una madre che vede un figlio sotto una macchina per la paura, trova una forza che gli permette di sollevare quella macchina per salvarlo, la paura può anche farci avere più discernimento, certo deve essere controllata altrimenti ci ferma, ci blocca, deve essere controllata e vinta … Nel momento in cui avrò paura, così come Gesù la ebbe nell’orto degli ulivi, vi prego non vi addormentate come fecero gli apostoli ma datemi coraggio se in quel momento non ce l’avrò”.
In questo mese d’agosto in particolare, Giorgio è operativo qui all’arca di Pordenone che si trova a San Giovanni di Polcenigo, esce per cercare aiuti o per svolgere altre attività operative e poi rientra qui all’arca per portare avanti davanti al suo computer tutte le altre attività nel mondo. Walter e Mara sono due colonne al suo fianco nel quotidiano insieme a Domenico, Carla, Sandra, Agostino, Loretta e tutti gli altri che anche se per motivi di lavoro non possono essere sempre presenti fisicamente lo sono ugualmente in tutte le forme possibili. Ci troviamo di fronte alla bellissima montagna del Piancavallo, la vibrazione della natura è forte e si respira una pace paradisiaca, in certi momenti il tempo pare fermarsi nel silenzio della natura, dove si sente solo il cinguettio degli uccelli, o il canto delle cicale. Durante una di queste sere mentre erano presenti tutti i fratelli dell’arca Giorgio spiega il significato profondo del dare tutto, il perché il Maestro ci chiede questo. Nella nuova era, spiega Giorgio, non vi sarà più il senso del possesso, la proprietà privata, l’uomo non possiederà niente di suo ma usufruirà di ciò che appartiene alla comunità umana. Il concetto è: io lavoro per la società e la società lavora per me. Uno per tutti e tutti per uno. Quindi il nostro senso del possedere qualcosa deve scomparire dentro di noi, dobbiamo divenire liberi ed essere quindi disponibili a perdere tutto ciò che abbiamo per ritrovarlo sotto un altra forma. Il nostro amore più grande, il nostro anelito deve essere quello di amare i valori universali, la verità, tutto il resto diviene conseguenziale. Ecco perché il Maestro Gesù ci chiede questo se vogliamo far parte del nuovo regno. Per entrare a far parte della famosa nuova era è una prova indispensabile da superare, imprescindibile.
“Tutti i tuoi karmi sono stati cancellati dal Golgota” dice Giorgio rispondendo ad una domanda di un fratello carissimo “ma l’incarnazione per missione ha il rischio che possa fare la morte seconda se fallisci dopo vari avvertimenti … Se voi siete disponibili a lasciare tutto ma lo siete nel profondo del vostro essere, Lui non vi toglierà il tutto ma vi darà cento”.
Sonia la bellissima mamma del piccolo Maurice ci racconta quindi un sogno che racchiude nel profondo il significato del discorso che Giorgio ha spiegato sul valore della disponibilità a lasciare tutto. Sonia racconta di aver visto una grande astronave, da questa un raggio di luce la avvolge e la trasporta verso la stessa astronave, a quel punto sente una voce che le dice: “Sonia chi è l’amore tuo?” Lei risponde: “Maurice”. In quel momento sente che il raggio si ritira e che lei sta precipitando verso il basso, allora presa dalla disperazione ascolta il suo cuore e grida: l’amore mio è Adonay!!! Il raggio la riprende quindi per portarla sull’astronave.
“Questo” dice Giorgio “è il significato figurato di ciò che volevo dirvi. Significa che la Verità deve stare al di sopra di noi stessi, dei nostri sentimenti, dei nostri legami spirituali o materiali che siano”.
Vi amoVostra Sonia Alea
San Giovanni in Polcenigo (Pordenone), 26 agosto 2010
Ci sediamo nei banchi di fronte all’altare, al lato del crocifisso e ci immergiamo in profonda preghiera. L’emozione è intensa. La vibrazione forte.
Alcune donne iniziano a recitare le lodi alla Madre Celeste, il Santo Rosario … penso a Lei … Maria Madre di Gesù … Regina degli Angeli, Regina dei Patriarchi, Regina dei Profeti, Regina degli Apostoli, Regina dei Martiri, Regina dei veri cristiani, Regina delle Vergini, Regina di tutti i Santi, Regina della famiglia, Regina della pace, REGINA ASSUNTA IN CIELO, SPECCHIO DELLA SANTITA’ DIVINA, SEDE DELLA SAPIENZA, CAUSA DELLA NOSTRA LETIZIA, TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO, ROSA MISTICA, ARCA DELL’ALLEANZA, PORTA DEL CIELO, STELLA DEL MATTINO, CONSOLATRICE DEGLI AFFLITTI … Penso a quante volte in chiesa avevo ascoltato queste parole in passato e nonostante mi sentissi attratta da tutto ciò che mi parlava di Gesù o della Madonnina non potevo avere la coscienza che ho oggi … oggi che sento quelle litanie vibrare dentro il cuore in un’armonia che commuove il mio spirito … mi volto verso sinistra per guardare la statua che riporta a grandezza naturale la Madre Santissima che a Giorgio aveva parlato lo stesso giorno del Cristo … É bellissima, anche lei sembra viva, pare che da un momento all’altro possa sollevare il Suo sguardo e parlarci … Giorgio è lì ora dinanzi a lei che La guarda, che La ama con tutta la sua tenerezza … Miriam, Spirito della Terra … Madre di tutti gli esseri viventi … Madre nostra … faccio per voltarmi e incrocio gli occhi di un essere molto speciale … occhi grandi, lucenti come stelle, freschi e puri che irradiano un raggio d’amore di Maria, occhi d”infinito … è Lorella consolatrice di Giorgio e di tutti noi, madre di suo figlio Giovanni, presenza insostituibile … I miei fratelli umili e devoti respirano quel momento con tutta l’intensità che hanno dentro … “I tuoi fratelli ti aiuteranno” gli aveva detto Lei, la dolce regina dei Cieli, ed eccoli lì una parte di Loro che come in una corona di diamanti gli si stringono attorno. Sento di inginocchiarmi dinanzi a loro e lo faccio con tutta l’umiltà in quel banco di chiesa, per rendere onore al Cristo Re, a Sua Madre e a tutti i miei fratelli nello spirito che stanno dando tutto ciò che è nelle loro possibilità per aiutare Giorgio in questa parte della missione tanto difficile … “A Gesù il Padre aveva mandato i Suoi Angeli per aiutarlo” aveva detto una di queste sere Giorgio durante un incontro con i fratelli all’arca di Pordenone, “a me il Cielo ha mandato voi che siete i miei Angeli”. Giorgio è nuovamente sotto la croce, appoggiato ad una colonna non si allontana dal suo Maestro, e resta lì in piedi per tutta la Santa Messa che intanto ha inizio.
“Chi siete? “Aveva chiesto un sacerdote poco prima ad uno di noi. “Come mai siete qui?” Domande che per un attimo mi procurano un brivido riportandomi a duemila anni fa quando il Maestro era stato arrestato ed alcuni dei suoi apostoli terrorizzati lo avevano lasciato solo cadendo nella tentazione del tradimento … ma non è questo il giorno.
So che questa non sarà una messa qualsiasi. Gesù è presente. Il Suo messaggero segnato dai Suoi segni sacri è lì. La profondità e il Valore di ciò a cui per grazia divina siamo stati chiamati a vivere non può essere espressa e trasmessa con misere e povere parole, si può solo sentire nella profondità dell’animo e tuttavia non ne potremo avere una piena coscienza.
A celebrare la messa è un sacerdote africano che parla molto bene l’italiano anche se ha difficoltà a volte a pronunciare alcune parole, ciò che ci trasmette però nella sua umiltà ci fa emozionare.
Sento e vivo dentro di me le parole del Maestro … Lo vedo … Lo guardo … è bellissimo … virile … Vero … ogni Suo movimento è un’armonia che si proietta nell’universo … il Suo passo è regale … le Sue mani bellissime … le Sue dita lunghe, affusolate, ogni loro movimento è una poesia, un messaggio per l’umanità … Lo ascolto parlare con i Suoi apostoli … lo vedo guardar LORO con i Suoi occhi eterni che hanno il potere di leggere il cuore degli uomini … che hanno il potere di creare … di trasformare … di fare nuove tutte le cose … Lo vedo …. e Lo vedo grazie a lui, quell’uomo che è ancora lì, sotto quella croce, ma che oggi quella croce la porta sulle sue spalle, che oggi quei chiodi trafiggono le sue carni … lui che prendendo il testimone dal suo padre spirituale Eugenio Siragusa prosegue l’opera del Consolatore promesso dal Messia … “Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà”. (Gv 16, 7-15)
La prima lettura della liturgia è tratta dal libro del profeta Isaia: “Così dice il Signore: Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria”…La seconda lettura è tratta invece dalla lettera agli Ebrei: “Fratelli avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: “Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio … perciò rinfrancate le mani inermi e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi ma piuttosto a guarire”. “Io sono la Via, la Verità e la Vita, dice il Signore, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” prosegue il Sacerdote, per dare poi spazio alla lettura di un brano del Vangelo: “Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: -Signore, sono pochi quelli che si salvano?-. Rispose: -Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non vi riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi» (Luca 13,22-30).
Il Sacerdote riprende quindi la parola per iniziare la sua omelia. Non ci restano dubbi: Il Cielo ci sta parlando oggi attraverso un altro dei suoi strumenti nel mondo, un nostro fratello proveniente dal cuore dell’Africa. Insegnamenti che Giorgio instancabilmente ci ha elargito a piene mani in questi anni aiutandoci ad intenderli ma soprattutto dandoci l’esempio con la sua vita su come realizzarli se veramente vogliamo meritare un nuovo regno ma soprattutto se lo vogliamo per i nostri figli sui quali abbiamo una gravissima responsabilità. Il sacerdote inizia con una frase che sicuramente non è comune ascoltare durante la messa: “-Chi non è nella chiesa, chi non segue la chiesa perirà- dice il Signore, -molti intendono questo nel senso che chi non fa parte della chiesa cattolica non si potrà salvare, ma questa interpretazione è errata” dice il sacerdote “il vero significato di questa frase è che chi non è nella Verità perirà. -Io sono la via la verità e la vita- dice il Signore, ma Dio non tocca assolutamente la nostra libertà, la libertà di scegliere tra bene o male, ciascuno di noi però dovrà rendere conto delle proprie azioni. Quanti credono di essere cristiani ed invece nella pratica non lo sono, questi sono peggio di coloro che dicono di non credere. Se il valore della giustizia non è nella tua vita come pretendi di essere cristiano? Amare il nemico, pregare per il prossimo, aiutare i bisognosi, porgere l’altra guancia … vivere secondo la regola del Cristiano significa entrare per la porta stretta, chiunque scelga di entrare dalla porta allargata sappia che nella vita del vero cristiano questa non c’è. Tutti ci troviamo dentro la stessa barca, persone che vengono da nord, da sud, da est e da ovest della terra che si dirigono verso la realtà dell’altra vita e questa può essere raggiunta solamente attraverso la porta stretta che ha in se i valori dell’onestà, della fedeltà, della giustizia. Se non mettiamo in pratica il vangelo noi siamo peggio di quelli che non credono in Dio. -Solamente la Verità vi farà veramente liberi- dice il Signore. Vivere la libertà significa vivere la Verità. Se io riesco ad abbracciare la croce che mi viene incontro e che noi non riusciamo a capire cioè la sofferenza, abbracciare quella croce significa entrare dalla porta stretta. Mussulmani, induisti, cattolici, buddisti, tutti siamo chiamati ad una scelta seria all’interno della via stretta, al di fuori non c’è niente. La porta del legno della croce, questa è la nostra vittoria”.
Ancora una volta Gesù ci ha chiamati, ancora una volta ci ha indicato la strada.
La liturgia eucaristica che segue è un momento che non può non toccarci dentro. Il sacerdote si veste delle parole di Gesù che in quell’ultima cena chiama a se i Suoi apostoli spezzando il pane e il vino ed offrendolo a loro per la nuova ed eterna Alleanza in remissione dei peccati “Fate questo in memoria di me” disse. Giorgio si dirige verso l’altare per prendere la Santa Comunione, noi tutti seguiamo il suo esempio. Il Sole, il Cristo, si fa sangue e carne nell’eucaristia che chiama l’uomo alla comunione con i valori universali, lo chiama all’origine della sua essenza, al sacrificio per il bene dei propri fratelli. Il Maestro più grande che si è immolato per lavare le nostre colpe, per cancellare il nostro karma. Osservo Giorgio, è sempre lì accanto a quel crocifisso, sotto quel volto che sembra poter alzare da un momento all’altro nuovamente il Suo sguardo. Giorgio ricordando maggiori dettagli sull’esperienza vissuta in quel luogo ci aveva raccontato che mentre il Maestro gli parlava, la Sua voce era molto sofferente, come quando sulla croce oramai esanime per il martirio subito stava per spirare… Lo guardo intensamente con una emozione che mi travolge dentro, guardo Lui e guardo Giorgio … sento fortemente accanto a noi suo figlio Giovanni e tutti i ragazzi e i miei fratelli dell’arca che sono dovuti restare a Sant’Elpidio per una manifestazione pro Funima, sento tutti i fratelli della nostra terra italiana dal nord al sud, sento Erika e i nostri fratelli dell’Uruguay, sento Juan Alberto e i nostri fratelli dell’Argentina e del Messico, sento Omar e tutti i fratelli del Paraguay, sento Luis, Marco Antonio e tutti i fratelli del Cile, sento Manu, Angel e tutti i fratelli della Spagna, sento Flor e i fratelli degli Stati Uniti d’America, sento Raul e tutti i fratelli della Funima, sento tutti i fratelli del mondo lì accanto … sotto la stessa croce … quella croce che ci avvolge, che ci trafigge, che ci ama, che ci trasforma, che ci salva attraverso l’alchimia della sofferenza, della rinuncia, della donazione totale di noi stessi.
Assorta in una profonda meditazione offro la mia piccola vita al Cristo, chiedendo perdono dei miei peccati, pregando che possa darmi e darci tanto amore, forza, fede, umiltà, fedeltà, devozione, costanza, passione, coraggio per poter compiere la Sua volontà al fianco del suo messaggero-precursore, per i nostri figli e per il futuro delle prossime generazioni. Per dare forza a lui, tutta la forza e tutto l’amore perché possa portare a compimento l’ultima battaglia. “…Fino al 5 di settembre” gli ha detto Gesù, “…Hai fatto tutto quello che dovevi fare ma non ti lascio solo, hai tutti i tuoi fratelli” lo ha consolato la Vergine Madre e fino ad ora è stato certamente così. È un momento molto, molto difficile. Come Gesù nel deserto, Giorgio vive questa prova con grande sofferenza, le sue membra sfinite non cedono comunque il passo, i segni impressi sul suo corpo martoriato seguono a manifestare il profumo della passione e Giorgio muore e rinasce ogni giorno. Il pensiero, fratelli amati miei nel mondo, va a tutti voi affinché insieme possiamo dargli quella forza di cui ha bisogno unendoci sempre di più e formando così uno scudo che possa proteggerlo da questa pesante prova … attraverso l’amore, la fede, l’unione, l’azione, la preghiera, la forza, determinazione.
“La messa è finita andate in pace … nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” dice il sacerdote.
La messa è finita, quindi, ma prima di uscire dalla chiesa ci soffermiamo ad osservare i vari bellissimi dipinti e le statue che adornano il tempio. Intanto noto che accanto alla statua del Cristo che ha parlato a Giorgio vi è una scritta: Altare privilegiatum in perpetum, e poi un’altra più al lato che penso sia il messaggio della settimana per i fedeli e questa settimana riportava: sforzatevi di entrare per la porta stretta Lc 13,24, andando più avanti ad un lato dell’altare osserviamo il grandissimo dipinto del Veronesi che raffigura la decapitazione del Battista, immagine che mi turba … poi sopra leggo: Christus vincit.
Dietro l’altare osserviamo l’altro grande bellissimo dipinto che raffigura il Cristo risorto dove è scritto: Christus regnat. Mentre ci avviamo verso l’uscita, Mara, Lorella, Elisabetta ed alcuni fratelli si fermano a scambiare qualche parola con il sacerdote. Mara gli fa presente che oggi durante la sua funzione era presente un uomo che vive una profonda esperienza mistica da laico e lo ringrazia per le sue profonde parole, lui le stringe le mani proseguendo poi per il suo cammino. Usciamo dalla chiesa con tutti i fratelli. Giorgio abbraccia Sergio e Clara, due Angeli che lo sentono come un proprio figlio e che si preoccupano per lui aiutandolo in tutte le forme possibili, Giorgio a guardarli si emoziona, sono anziani ma il loro spirito gode di una giovinezza eterna che profuma d’amore e di devozione.
Approfittiamo per scambiare qualche parola con tutti gli altri carissimi fratelli presenti per poi lasciarci con quella gioia nel cuore che solo il Cristo ci sa dare ma anche con la tristezza di vedere e sentire l’umanità scivolare sempre più in basso verso il baratro oscuro.
Il cammino di Giorgio così come preannunciato dal Maestro Gesù e dalla Potenze Celesti è accompagnato dai segni divini che continuano a manifestarsi uno dopo l’altro. Dopo i meravigliosi e impressionanti segni avvenuti durante questo mese di agosto sui cerchi di grano in Inghilterra che testimoniano un messaggio sempre più chiaro dove gli Esseri Solari hanno manifestato la stupefacente immagine del Cristo e dopo pochi giorni la straordinaria immagine del Calice con l’ostia, in un paesino del pordenonese non distante dalla nostra arca si è manifestato un altro miracolo: la sanguinazione dalla corona di spine di un Cristo in croce, giusto pochi giorni dopo l’esperienza di Giorgio a Latisana. Ne veniamo a conoscenza con grande emozione il giorno seguente la nostra visita alla chiesa di cui ho parlato in questa cronaca.
Ma facciamo un piccolo passo indietro.
L’8 giugno durante il viaggio che porta Giorgio in America Latina, in Paraguay la statua della Rosa Mistica lacrima sangue, pochi giorni dopo a Tucuman in Argentina in un quadro raffigurante l’ultima cena sul volto del Cristo compare una macchia rossa simile ad un rivolo di sangue; durante la permanenza di Giorgio a Montevideo il 18 giugno si manifesta il volto del Cristo sul tronco di un albero; a Sortino Siragusa pochi giorni dopo la conferenza di Giorgio a Palermo (Sicilia) avvenuta il 17 luglio in occasione della commemorazione della strage di via d’Amelio una Madonnina lacrima lacrime umane; ed ora dopo la mistica esperienza avvenuta a Latisana, durante la permanenza di Giorgio a Pordenone, in un piccolo paesino vicino all’arca riceviamo la notizia attraverso i giornali e la televisione locale di una statua lignea del Cristo in croce che lacrima dalla corona di spine.
Eravamo stati avvisati che le prove sarebbero state dure, eravamo stati avvisati che ciascuno di noi sarebbe stato tentato nella parte più debole, nel momento più difficile, ma ci sono state date anche le armi spirituali per poter vincere questi momenti e i segni che il Cielo ci manifesta continuamente vogliono rafforzare la nostra fede affinché nessuno di noi possa perdersi.
“Devi dire ai tuoi fratelli che solamente stando uniti potrete farcela” aveva detto il Maestro Gesù a Giorgio, “il maligno non vuole che risvegliamo le anime e anche lui sa che tra poco ci saranno segni sconvolgenti …” ci dice in una di queste sere ,“il Padre sa che io non mi fermerò, il Padre sa ciò che sono in grado di fare, il Padre sa che compirò la mia missione e questo lo sa anche il diavolo, lo sa molto bene per questo cerca di ostacolarmi e di fermarmi con le sue armi, quelle materiali, perché sa che con altre armi non mi può toccare. Lui sa ciò che Gesù mi dice, e sa anche che ciò che Cristo mi dice si avvererà.
Ricordatevi che la paura è indispensabile per provare il coraggio. Il coraggio non è altro che un sentimento che ti fa vincere la paura ma senza la paura non puoi conoscere il coraggio. Il coraggio che dimostra un uomo che ha vinto la paura non può paragonarsi al coraggio di un uomo cinico che non ha mai paura perché non avrebbe la stessa freschezza, lo stesso profumo, la stessa passione dell’uomo che ha vinto la paura con il coraggio. Un uomo cinico che non ha paura non è un uomo normale è diabolico perché non ha in se l’istinto della conservazione della vita che è una legge della terza dimensione. Gesù ha avuto l’istinto della conservazione della vita per questo ha avuto paura nell’orto degli ulivi quando ha sudato sangue … MA ANCHE IN QUEL MOMENTO il CRISTO CI STAVA DANDO UN INSEGNAMENTO, QUELLO DI AFFIDARSI A DIO … -PADRE SIA FATTA LA TUA E NON LA MIA VOLONTÀ- … Paura, coraggio, passione, procreazione sono istinti della vita ma lo spirito impone all’istinto bestiale di dominarlo, ecco perché sono felice che ogni tanto mi viene la paura . Una madre che vede un figlio sotto una macchina per la paura, trova una forza che gli permette di sollevare quella macchina per salvarlo, la paura può anche farci avere più discernimento, certo deve essere controllata altrimenti ci ferma, ci blocca, deve essere controllata e vinta … Nel momento in cui avrò paura, così come Gesù la ebbe nell’orto degli ulivi, vi prego non vi addormentate come fecero gli apostoli ma datemi coraggio se in quel momento non ce l’avrò”.
In questo mese d’agosto in particolare, Giorgio è operativo qui all’arca di Pordenone che si trova a San Giovanni di Polcenigo, esce per cercare aiuti o per svolgere altre attività operative e poi rientra qui all’arca per portare avanti davanti al suo computer tutte le altre attività nel mondo. Walter e Mara sono due colonne al suo fianco nel quotidiano insieme a Domenico, Carla, Sandra, Agostino, Loretta e tutti gli altri che anche se per motivi di lavoro non possono essere sempre presenti fisicamente lo sono ugualmente in tutte le forme possibili. Ci troviamo di fronte alla bellissima montagna del Piancavallo, la vibrazione della natura è forte e si respira una pace paradisiaca, in certi momenti il tempo pare fermarsi nel silenzio della natura, dove si sente solo il cinguettio degli uccelli, o il canto delle cicale. Durante una di queste sere mentre erano presenti tutti i fratelli dell’arca Giorgio spiega il significato profondo del dare tutto, il perché il Maestro ci chiede questo. Nella nuova era, spiega Giorgio, non vi sarà più il senso del possesso, la proprietà privata, l’uomo non possiederà niente di suo ma usufruirà di ciò che appartiene alla comunità umana. Il concetto è: io lavoro per la società e la società lavora per me. Uno per tutti e tutti per uno. Quindi il nostro senso del possedere qualcosa deve scomparire dentro di noi, dobbiamo divenire liberi ed essere quindi disponibili a perdere tutto ciò che abbiamo per ritrovarlo sotto un altra forma. Il nostro amore più grande, il nostro anelito deve essere quello di amare i valori universali, la verità, tutto il resto diviene conseguenziale. Ecco perché il Maestro Gesù ci chiede questo se vogliamo far parte del nuovo regno. Per entrare a far parte della famosa nuova era è una prova indispensabile da superare, imprescindibile.
“Tutti i tuoi karmi sono stati cancellati dal Golgota” dice Giorgio rispondendo ad una domanda di un fratello carissimo “ma l’incarnazione per missione ha il rischio che possa fare la morte seconda se fallisci dopo vari avvertimenti … Se voi siete disponibili a lasciare tutto ma lo siete nel profondo del vostro essere, Lui non vi toglierà il tutto ma vi darà cento”.
Sonia la bellissima mamma del piccolo Maurice ci racconta quindi un sogno che racchiude nel profondo il significato del discorso che Giorgio ha spiegato sul valore della disponibilità a lasciare tutto. Sonia racconta di aver visto una grande astronave, da questa un raggio di luce la avvolge e la trasporta verso la stessa astronave, a quel punto sente una voce che le dice: “Sonia chi è l’amore tuo?” Lei risponde: “Maurice”. In quel momento sente che il raggio si ritira e che lei sta precipitando verso il basso, allora presa dalla disperazione ascolta il suo cuore e grida: l’amore mio è Adonay!!! Il raggio la riprende quindi per portarla sull’astronave.
“Questo” dice Giorgio “è il significato figurato di ciò che volevo dirvi. Significa che la Verità deve stare al di sopra di noi stessi, dei nostri sentimenti, dei nostri legami spirituali o materiali che siano”.
Vi amoVostra Sonia Alea
San Giovanni in Polcenigo (Pordenone), 26 agosto 2010