Una fonte inesauribile di energia pulita (seconda parte)

di Andrea Macchiarini

Correva l’anno 1973. La guerra in Vietnam è terminata da pochissimo e lo storico gruppo Pink Floyd pubblica il nuovo album The Dark Side of the Moon. L’uomo è sbarcato sul suolo lunare appena 4 anni prima e in Italia le trasmissioni televisive sono ancora in bianco e nero. Parliamo di 51 anni fa. Il significato di “stazione spaziale” per come lo conosciamo oggi all’epoca non esisteva; il primo prototipo in assoluto fu lanciato dalla U.S.S.R. ad aprile 1971, la Saljut 1, ma non senza poche problematiche

Una fonte inesauribile di energia pulita (seconda parte)

di Andrea Macchiarini

Correva l’anno 1973. La guerra in Vietnam è terminata da pochissimo e lo storico gruppo Pink Floyd pubblica il nuovo album The Dark Side of the Moon. L’uomo è sbarcato sul suolo lunare appena 4 anni prima e in Italia le trasmissioni televisive sono ancora in bianco e nero. Parliamo di 51 anni fa. Il significato di “stazione spaziale” per come lo conosciamo oggi all’epoca non esisteva; il primo prototipo in assoluto fu lanciato dalla U.S.S.R. ad aprile 1971, la Saljut 1, ma non senza poche problematiche

Fermo immagine di una registrazione su videocassetta di Eugenio Siragusa nel suo ufficio.

Correva l’anno 1973. La guerra in Vietnam è terminata da pochissimo e lo storico gruppo Pink Floyd pubblica il nuovo album The Dark Side of the Moon. L’uomo è sbarcato sul suolo lunare appena 4 anni prima e in Italia le trasmissioni televisive sono ancora in bianco e nero. Parliamo di 51 anni fa.

Il significato di “stazione spaziale” per come lo conosciamo oggi all’epoca non esisteva; il primo prototipo in assoluto fu lanciato dalla U.S.S.R. ad aprile 1971, la Saljut 1, ma non senza poche problematiche. La missione Sojuz 10 tentò l’aggancio con la stazione, ma la procedura fallì e per questo l’equipaggio non poté salire a bordo. Gli unici cosmonauti che effettivamente visitarono la stazione e vi rimasero a bordo, furono quelli che formavano l’equipaggio della Sojuz 11, tragicamente scomparso durante il rientro in atmosfera a causa di una valvola di scarico rimasta aperta. Il blocco dei voli successivo a questo incidente impedì di inviare altri equipaggi sulla stazione. In totale la Saljut 1 venne usata per 123 giorni, prima che la sua orbita decadesse fino al rientro in atmosfera, avvenuto l’11 ottobre 1971. In quegli anni siamo nel pieno della guerra fredda: queste informazioni sopra riportare si sapranno solo decenni dopo, al tempo era tutto censurato e segreto.

Per quanto riguarda l’altro blocco, quello occidentale, il primo prototipo statunitense di stazione spaziale, lo Skylab 1 venne lanciato il 14 maggio 1973. Dopo soli 63 secondi dal lancio, la telemetria trasmise al centro di controllo segnali preoccupanti. Si era staccata una copertura che aveva distrutto un pannello solare nonché uno scudo di protezione contro l’impatto di meteoriti. La stazione spaziale raggiunse la traiettoria d’orbita programmata, non era però in grado di funzionare.

All’epoca i dettagli queste missioni spaziali erano riservati e le notizie complete difficili da reperire, anche per via della “Guerra Fredda” in corso; internet per come lo conosciamo noi ancora non sarebbe esistito per almeno i successivi 20 anni.

In sostanza lo Skylab U.S.A. ebbe anch’esso inizialmente grossi problemi.

La struttura principale della stazione spaziale Skylab in orbita. Notare lo scudo solare, dispiegato dal secondo equipaggio, che ombreggia l’Orbital Workshop. Il pannello solare OWS sul lato sinistro è andato perso il giorno del lancio. (Foto NASA n. 74-H 98).

Per chiudere la panoramica di quel 1973, per avere un’idea della situazione energetica mondiale di quell’anno, tutto il fabbisogno veniva soddisfatto per il 46,2% mediante l’utilizzo di petrolio, per il 24,5% mediante l’utilizzo di carbone e per il 16% mediante l’utilizzo di gas naturale: l’86,7% dell’energia richiesta dalla società umana in quell’anno era prodotta mediante la combustione di risorse naturali fossili, assolutamente non rinnovabili nel breve periodo ma in milioni di anni.

Correva l’anno 1973: stavano nascendo i primi prototipi di stazione spaziale. A partire dal 1971 le nazioni più avanzate tecnologicamente stavano dirigendo singolarmente senza collaborare i propri sforzi economico-tecnologici verso la costruzione di una struttura destinata a far vivere esseri umani nello spazio, partendo come primo passo dalla bassa orbita terrestre.

Il messaggio dal cielo alla Terra del 26 novembre 1973 ricevuto tramite Eugenio Siragusa

 Il 26 novembre del 1973 il contattista italiano Eugenio Siragusa, dopo oltre 20 anni appunto di contatti e comunicazioni con intelligenze che lui amava definire come gli “angeli di ieri, extraterrestri di oggi”, ricevette questo messaggio dallo scienziato extraterrestre Adoniesis.

Ricordo molto brevemente che la missione che era stata assegnata a Eugenio Siragusa da coloro che hanno “potere assoluto, in Cielo e in Terra” è stata quella di essere il loro messaggero e di divulgare le loro comunicazioni e messaggi in primis ai potenti del pianeta Terra ma anche a tutti gli esseri umani.

Di seguito sarà riportata la parte iniziale di un messaggio ricevuto da Eugenio il 26 novembre 1973, messaggio che potete scaricare al seguente link.


DAL CIELO ALLA TERRA

Adoniesis agli scienziati terrestri tramite l’operatore Eugenio Siragusa P.E.S.

È IL MOMENTO PROPIZIO PERCHÉ VI SFORZIATE, SERIAMENTE, A METTERE IN PRATICA IL PROGETTO PER LA COSTRUZIONE DI UN SATELLITE ARTIFICIALE-LABORATORIO TIPO “PHOBOS” CAPACE DI TRASFORMARE L’ENERGIA SOLARE IN ENERGIA MOTRICE E DI CONVOGLIARE QUESTA SUL VOSTRO PIANETA.
PRESTO O TARDI SARETE COSTRETTI A RICORRERE A QUESTA FONTE INESAURIBILE DI ENERGIA PULITA, CAPACE ANCHE DI FARVI DEFINITIVAMENTE USCIRE DALL’ERA DELLA COMBUSTIONE CON BENEFICI IMMENSI SUL PIANO ECOLOGICO E VITALE.
ANCHE LO SFRUTTAMENTO TEMPORANEO DEI FLUSSI TERMICI DEI VULCANI ANCORA ATTIVI POTREBBE NOTEVOLMENTE AGEVOLARE UNA MOMENTANEA DIFFICOLTÀ, MA OCCORRE SOLLECITARE IL PROGETTO DI MASSIMA CHE È QUELLO DELLA COSTRUZIONE NELLO SPAZIO DI UNO O PIÙ LABORATORI ORBITANTI CON IL COMPITO SPECIFICO DI TRASFORMARE ENERGIA SOLARE.
L’IMPEGNO RICHIEDE UNO SFORZO COLLETTIVO NON INDIFFERENTE, MA SE LA COSCIENTE RESPONSABILITÀ PREVARRÀ, L’EDIFICAZIONE DI QUESTO BENEFICO PROGETTO SARÀ POSSIBILISSIMO. NOI VI AIUTEREMO, PROGRAMMANDO MENTALMENTE COLORO CHE SI RENDERANNO DISPONIBILI ALLO STUDIO E ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO PROGETTO CHE NOI CHIAMIAMO NELLA VOSTRA LINGUA “DAL CIELO ALLA TERRA.”
CON DILEZIONE FRATERNA UNIVERSALE

Adoniesis

Valverde / 26 novembre 1973 / Ore 17:00


Fonte inesauribile di energia pulita. Queste parole riferite all’energia solare, cioè semplicemente all’energia che il Sole irradia in tutto lo spazio circostante ogni istante, furono già pronunciate e scritte nel 1973.

Ci sarebbero molte considerazioni da fare leggendo questo testo, denso di concetti. Per rimanere comunque in tema di energia e Sole, ne porto in evidenza solamente alcune:

  • È presente un invito ad “uscire dall’era della combustione”. Ricordo, come abbiamo visto all’inizio dell’articolo, che nel 1973 quasi il 90% del fabbisogno di energia mondiale fu prodotta dall’utilizzo di risorse naturali fossili.
  • È presente un invito ad effettuare uno “sforzo collettivo non indifferente”. 28 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e in piena guerra fredda l’umanità della Terra veniva invitata a collaborare unita per superare le difficoltà correlate ad un imminente sviluppo industriale e tecnologico, il quale ha portato con sé un sempre crescente consumo di energia.
  • Il messaggio inizia con le parole “È il momento propizio”. Come abbiamo visto proprio in quegli anni U.S.A. e U.R.S.S. stanno concentrando i loro sforzi tecnologici proprio per creare delle stazioni spaziali. Il loro scopo principale iniziale è stato ovviamente quello di acquisire un vantaggio tecnologico e militare rispetto al rispettivo nemico.

Guardando agli eventi passati con la consapevolezza dei nostri giorni presenti si può affermare che una collaborazione delle nazioni del pianeta Terra da un certo punto di vista avvenne, anche se purtroppo in minima, minima parte.

La stazione spaziale internazionale (ISS)

Il progetto che oggi conosciamo come “Stazione Spaziale Internazionale” (International Space Station o ISS in inglese) iniziò a prendere forma nel novembre del 1998, dove il razzo vettore russo Proton utilizzato per il trasporto di carichi pesanti, poneva nell’ orbita terrestre bassa il primo modulo della ISS: il modulo Zarja (che in lingua russa significa “Alba”). Due settimane più tardi, lo Space Shuttle Endeavour, nel corso della missione STS-88, trasportò in orbita il modulo Unity della NASA, che fu agganciato a Zarja grazie a una attività extra-veicolare, da parte di astronauti veri e propri in tuta spaziale.

Il modulo Zarja (o Zarya in inglese) su finanziato dagli Stati Uniti: è stato costruito in Russia tra il dicembre 1994 e il gennaio 1998, nel centro di ricerca e produzione spaziale Chruničev di Mosca. Il modulo Zarja sostituì il modulo “Bus-1” della Lockheed, inizialmente progettato come primo modulo della stazione spaziale, poiché era significativamente meno costoso: 220 milioni di dollari invece di 450 milioni.

Ad oggi le nazioni che hanno collaborato alla costruzione e allo sviluppo della Stazione Spaziale Internazionale, facendo un primo passo mediante la stipula di un trattato internazionale firmato il 28 gennaio 1998, sono quindici: Canada, Giappone, Federazione Russa, Stati Uniti e undici Stati membri dell’Agenzia spaziale europea (ESA), Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.

Una bozza di “sforzo collettivo” così come lo hanno denominato gli extraterrestri è stata più o meno realizzata; purtroppo non coinvolgendo tutte le nazioni del pianeta, ma solo le più ricche.

 La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) fotografata il 4 ottobre 2018 dai membri dell’equipaggio della Spedizione 56 a bordo di una navicella Soyuz, dopo lo sgancio effettuato prima del rientro in atmosfera.

DAL CIELO ALLA TERRA: “SOLLECITARE IL PROGETTO DI MASSIMA DELLA COSTRUZIONE NELLO SPAZIO DI UNO O PIÙ LABORATORI ORBITANTI CON IL COMPITO SPECIFICO DI TRASFORMARE L’ENERGIA SOLARE.”

Sembra fantascienza. L’idea della realizzazione di una centrale solare spaziale in orbita attorno al nostro pianeta è davvero futuristica e comporterebbe enormi sfide tecnologiche.

Questo è quello che si potrebbe pensare se si entrasse in contatto per la prima volta con questo argomento: ma in realtà ad oggi la NASA (Stati Uniti), l’ESA (Europa), la JAXA (Giappone) e soprattutto il Governo Cinese hanno progetti già da anni per rendere concreta nel breve periodo questa fantascientifica idea.

Brevemente la storia delle stazioni spaziali immesse nella bassa orbita terrestre potrebbe essere riassunta così. Il primo lancio fu della Saljut 1 nel 1971, seguita dalla Saljut 2 nel 1972, dalla Saljut 3 nel 1974, dalla Saljut 4 nel 1974, dalla Saljut 5 nel 1976, dalla Saljut 6 nel 1977 e dalla Saljut 7 nel 1982. Dall’altra parte del pianeta il primo lancio fu dello Skylab nel 1973 da parte degli Stati uniti. Attualmente tutte queste stazioni spaziali, alcune delle quali erano dei veri e propri prototipi, non esistono più: sono tutte rientrate in maniera incontrollata in atmosfera disintegrandosi.

Successivamente il primo modulo della Stazione Spaziale MIR (parola che in russo significa sia “mondo” sia “pace“) fu lanciato nel 1986; questa venne completata con l’aggancio dell’ultimo modulo nel 1996, per poi esser fatta deorbitare in un rientro controllato dal Governo russo nel 2001.

Successivamente, come già abbiamo visto, fu lanciato nello spazio il primo modulo “Zarja” della Stazione Spaziale Internazionale nel 1998: nel 2021 fu aggiunto l’ultimo modulo “Prichal” e attualmente questa è in piena operatività.

L’ultimo progetto di stazione spaziale ad essere posto in orbita è stato quello realizzato da parte della Cina: la stazione Tiangong-1 (che significa Palazzo Celeste-1) fu lanciata nel 2011 per poi rientrare in atmosfera nel 2018 a causa di un malfunzionamento. Nel 2016 fu lanciata la stazione Tiangong-2, anch’essa deorbitata nel 2019. Successivamente nel 2021 fu lanciato in orbita il primo modulo dell’attuale stazione spaziale cinese Tiangong, tutt’ora operativa e orbitante.

Questo riassunto è stato riportato per comprendere come le parole “È IL MOMENTO PROPIZIO PERCHÉ VI SFORZIATE, SERIAMENTE, A METTERE IN PRATICA IL PROGETTO PER LA COSTRUZIONE DI UN SATELLITE ARTIFICIALE-LABORATORIO… siano arrivate proprio nei primissimi anni in cui le maggiori potenze tecnologiche del pianeta Terra iniziavano a indirizzare enormi quantità di risorse per portare avanti il progetto di poter far vivere gli esseri umani nello spazio fuori dall’atmosfera del nostro pianeta. Progetto che, dopo 53 anni dal lancio della prima Saljut 1, è tutt’ora attuale: anzi sta subendo una considerevole accelerazione con la volontà di realizzare una centrale energetica orbitante.

Anche se già se ne parlava dal 2019, il 24 aprile 2023 il giornale cinese Global Times, di proprietà del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, ha pubblicato alcune dichiarazioni di Li Ming, il direttore della “Commissione per l’energia solare spaziale” dell’Agenzia Spaziale Cinese.

In questo articolo, che sarà approfondito in seguito, il direttore Ming spiega come si stia “… cercando di costruire una centrale solare spaziale, che secondo il piano attuale, possederà una capacità di potenza di 1 miliardo di watt, il livello di gigawatt, e il mega progetto sarà operativo per uso commerciale”. La ricerca e lo sviluppo della Cina della propria centrale spaziale sono accelerati da quando la proposta del progetto ha ottenuto l’approvazione dello Stato Cinese nel 2013.

Vorrei concludere portando in evidenza come le parole “FONTE INESAURIBILE DI ENERGIA PULITA”, arrivate da lontano già nel 1973 all’interno del messaggio Dal Cielo Alla Terra tramite Eugenio Siragusa, ritornino attualissime ai giorni nostri. Come primo di diversi esempi, la dicitura “inexhaustible clean energy for humans” (energia pulita inesauribile per gli esseri umani) la possiamo trovare nella prima riga sotto l’immagine di questo articolo pubblicato sul sito di una società energetica europea dal titolo “La Cina sta progettando di costruire una centrale solare nello spazio”.

Schema rappresentativo del funzionamento della futura centrale solare orbitante Cinese (crediti: group.met.com)

Andrea Macchiarini

17 settembre 2024

Notizie, dati e considerazioni

Bibliografia e siti internet consultati:

Messaggi tramite Eugenio Siragusa, Archivio Dal Cielo Alla Terra, 26/11/1973.

Immagini:

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