Una nuova speranza a Palermo

UNA NUOVA SPERANZA A PALERMO

Sabato 18 luglio 2009, anche noi del Sicomoro siamo andati a Palermo per partecipare alla manifestazione organizzata da Salvatore Borsellino, il fratello del Giudice Paolo Borsellino, assassinato insieme ai ragazzi della sua scorta 17 anni fa.

“Partecipiamo a Palermo per spezzare la catena della commemorazione” – nei siti web Salvatore ha fatto divulgare questo grido di verità e di giustizia – “spendiamo una giornata della nostra vita …  per riaccendere i riflettori  e illuminare tutta la scena … è troppo spendere un giorno della nostra vita per chi ha dato la vita per noi?”.
Nel pomeriggio alle 16,00 circa, incominciamo la marcia sul Monte Pellegrino, dove si trova il Castello di Utveggio, per vedere il posto dove, sembra, sia stato azionato il telecomando della strage.
Il percorso è irto e difficoltoso, ma tutto il corteo prosegue con molta vigoria.
Levata in alto una agenda rossa, come quella fatta sparire al Giudice Paolo, si gridavano vari slogan,  fra  i tanti “Paolo vive”. Non è un vero slogan, mi sono reso conto durante le varie manifestazioni, la presenza di quello che dicevano le persone confermava questo, che “Paolo vive” è verità.
Dopo le stragi di Falcone e Borsellino, il potere ha fatto calare il silenzio, ma grazie a Salvatore Borsellino e a Giorgio Bongiovanni ed altri, la massa inerme ha avuto la possibilità di risollevarsi dall’indifferenza.
Durante il cammino, abbiamo conosciuto diverse persone, che venivano come noi dal Nord Italia e questo ci ha fatto molto piacere. Ce ne sono ancora di persone che lottano contro il potere e non contro i poveri, come fanno questi politici che vogliono portare il popolo contro i poveri emigranti.
Alla sera, la conferenza organizzata da Antimafia 2000 presso l’Università di Giurisprudenza, ha acceso veramente i riflettori sulla scena delle stragi, la partecipazione era ottima, ma meritava una presenza ancora più forte, visto la grandezza degli oratori.
Tutti hanno portato un messaggio di speranza, per poter arrivare alla verità sulle stragi di Stato. La forza dell’informazione veniva portata avanti dagli oratori, chi in un modo chi in un altro, ma tutti centravano  l’ unico obiettivo: denunciare una strage voluta per nascondere gli accordi fra Stato e Mafia. Salvatore Borsellino accusava direttamente i politici, che con le loro commemorazioni – solo corone e parole – hanno sempre voluto nascondere la verità e  far scendere il silenzio sui veri motivi e i veri mandanti di quelle  stragi, in cui hanno perso la vita due grandi uomini, insieme alle loro scorte.
Il giorno seguente, il 19 luglio, c’è il presidio di Via d’Amelio , dal palco qualsiasi cittadino poteva esprimere le proprie idee e l’indignazione perchè i poteri dello Stato non hanno mai cercato la verità completa.
Nel pomeriggio, arrivano diverse persone che si alternano a parlare, Salvatore non aveva più voce, oramai tutto si era detto su queste stragi.
Giorgio Bongiovanni , in piena umiltà, dice di non essere degno di stare su quel palco, e  incita tutti di non lasciare soli i giudici Antimafia, perchè solo con il nostro sostegno i poteri occulti non li potranno eliminare. Dalle  parole di Giorgio, mio caro fratello, mi vengono in mente le tante stragi del passato e i morti ormai dimenticati da uno Stato che sa solo commemorare ma non vuole la verità.
Da Enrico Mattei a Boris Giuliano ad Aldo Moro e ai tanti giudici siciliani, le stragi di Piazza Fontana, l’Italicus. Troppo si deve ricordare, è una vergogna dimenticare, la vera memoria è importante perchè disturba i potenti.
Continuiamo a sentire i discorsi dei vari politici, in TV e sui giornali, su questi orrendi fatti, in cui anche la politica corrotta fa parte, discorsi come “eroi senza tempo”… “la risposta delle istituzioni è stata ferma e efficace”, ecc. Quanto efficace ? Solo parole.
Per nascondere la verità si è fatto tanto. Se veramente volessero confermare quello che dicono, dovrebbero tirare fuori i mandanti delle stragi e rafforzare le leggi che Falcone tanto richiedeva, così si possono aiutare quei giudici, che con coraggio e onestà cercano le verità necessarie per dare un nome ai mandanti.
In questi anni abbiamo visto come si tenta di distruggere la costituzione, con leggi “ad personam”, e non solo,  per proteggere il premier ed i potenti. Quando i giudici onesti indagano sui potenti, vengono tacciati da toghe rosse, li eliminano come l’ex giudice Luigi De Magistris. Vengono protetti e fanno carriera solo coloro che appoggiano il potere.
Quello che mi è piaciuto durante le varie manifestazioni di Palermo è stata la forte presenza di  gruppi giovani, loro sono il futuro della verità e della giustizia della memoria.
Dall’altra parte , invece,  mi ha deluso l’assenza del Sindacato, che nel passato era baluardo di democrazia e lotta al potere corrotto. Oggi non si è fatto vedere, nessuno in piazza, i politici li posso comprendere  perchè “sanno solo commemorare …”, ma il Sindacato, quello che ci ha fatto scioperare quando ci sono state le stragi, oggi più che mai doveva appoggiare questa lotta per la verità. Solo così si può difendere la democrazia in Italia, altrimenti non si può aiutare nessuno senza democrazia e verità, bisogna muoversi, alzare la voce, cercare la verità, quella che i politici non vogliono.
Dobbiamo dire: grazie Salvatore, grazie Giorgio e tutti coloro che vogliono far uscire dal silenzio e scoprire le verità su queste stragi di stato, ci avete dato la gioia e la possibilità nella nostra vita di continuare a lottare per la giustizia che oggi non c’è più.
Giustizia che riprenderà il suo corso, io ho questa fiducia e speranza.

Domenico Santin
Associazione Il Sicomoro

Pordenone 12.08.2009