
Carissimi Amici,
in questa 𝐏𝐚𝐬𝐪𝐮𝐚 𝐝𝐢 𝐑𝐞𝐬𝐮𝐫𝐫𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 sento il desiderio profondo di condividere con voi un pensiero che nasce dall’esperienza che sto vivendo qui in 𝐁𝐫𝐚𝐬𝐢𝐥𝐞, una terra che, ancora una volta, mi ha parlato con la forza della sua natura e della sua gente.
La Resurrezione non è solo un evento spirituale, ma anche un simbolo potente di rinascita collettiva possibile anche dove tutto sembra ormai compromesso. È con questo spirito che voglio augurare a tutti noi di lavorare, insieme, per la nascita di una 𝐍𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐔𝐦𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚̀.
Qui, tra le comunità indigene del Brasile e altre realtà sociali straordinarie che ho incontrato, ho visto con i miei occhi che una nuova umanità è già in cammino. Sono donne e uomini che, spesso in silenzio, lottano ogni giorno per 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚, 𝐜𝐮𝐬𝐭𝐨𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐥’𝐞𝐪𝐮𝐢𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢𝐨 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐭𝐞𝐠𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚. Sono le stesse comunità che ci offrono ossigeno, letteralmente, difendendo le foreste che le logiche distruttive della globalizzazione, figlie di un modello economico miope e predatorio, vorrebbero cancellare.
“Gratidão aos guardiões da floresta!”
Mi ha colpito profondamente visitare luoghi dove, fino a pochi decenni fa, la deforestazione aveva cancellato ogni traccia di verde per far spazio alle grandi piantagioni di caffè. Qui, nello Stato di Rio de Janeiro, ho visto rifiorire ettari ed ettari di foresta.
Un esempio emblematico è la Foresta di Tijuca, che nel XIX secolo fu pesantemente disboscata per far posto alla coltivazione del caffè. Questo sfruttamento indiscriminato causò gravi conseguenze ambientali, tra cui una progressiva carenza d’acqua potabile a Rio de Janeiro, poiché le sorgenti montane si prosciugarono con la perdita della copertura forestale. Di fronte a questa emergenza, l’imperatore Dom Pedro II ordinò un vasto progetto di riforestazione, grazie al quale furono piantati oltre centomila alberi, in gran parte specie native della Mata Atlântica.
Ma la rinascita della foresta fu resa possibile soprattutto grazie al lavoro instancabile di 𝐬𝐞𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐟𝐫𝐨𝐝𝐢𝐬𝐜𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐞𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚𝐯𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐞, tra cui Eleutério, Constantino e Manuel, che si occuparono materialmente di piantare gli alberi tra il 1861 e il 1887, sotto la supervisione del maggiore Manuel Gomes Archer. A loro oggi è dedicata una statua commemorativa presente all’interno della foresta, segno tangibile del riconoscimento del ruolo essenziale che hanno avuto nella restaurazione ecologica di questo luogo.
Un altro esempio potente è quello della Foresta di Bracuí, dove, dopo l’abolizione della schiavitù, l’ex proprietario terriero donò la terra agli schiavi liberati. Le comunità Quilombolas (discendenti degli schiavi africani ribelli durante gli anni della colonizzazione) vi si insediarono, seguendo la propria cultura di rispetto per la natura, lasciarono che la foresta ricrescesse spontaneamente. Oggi quella terra, un tempo sfruttata e spogliata, è tornata a essere un polmone verde, grazie alla custodia silenziosa di chi ha scelto la terra e la libertà.
In meno di un secolo, uomini e comunità visionarie hanno restituito alla Terra ciò che era stato distrutto, ricostruendo giungle rigogliose e potenti.
È stato un insegnamento straordinario, la ricostruzione è dunque possibile. Anche quando tutto sembra perduto, anche quando il suolo appare arido e sterile, la vita può rinascere. Serve fede, visione, coraggio, e un amore incrollabile per la Terra e per le generazioni future.
𝐄𝐜𝐜𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐚𝐮𝐠𝐮𝐫𝐢𝐨 𝐩𝐚𝐬𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞: 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐢, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐜𝐮𝐬𝐭𝐨𝐝𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚, 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐞𝐦𝐢𝐧𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐚. Che possiamo credere e investire le nostre energie nella costruzione di un’umanità fondata sull’equilibrio, sul rispetto, sulla bellezza della diversità, sulla sacralità della natura, sull’unione tra i popoli della Terra.
È un cammino che conosco da vicino e che ho sperimentato direttamente, grazie al lavoro che con 𝐅𝐔𝐍𝐈𝐌𝐀 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐭𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥 portiamo avanti da vent’anni in 𝐀𝐫𝐠𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐚, dove comunità indigene e famiglie vulnerabili continuano a lottare per la dignità, l’acqua e la terra.
Grazie a queste comunità e a tutte le realtà che, in ogni parte del mondo, resistono e costruiscono. Loro ci ricordano che un altro futuro è possibile. Che una nuova umanità può davvero sorgere dalle ceneri dell’attuale sistema.
Buona Pasqua di Resurrezione a tutti noi.
Giovanni Bongiovanni, Presidente di FUNIMA International
19 Aprile 2025
Allegati:
- Il soccorso dell’amore di Giovanni e Funima
- La missione di Funima in Sudamerica
- Nuovo viaggio del Presidente di Funima Int. in Argentina
- Nativi americani: il genocidio continua
- Dona un’arnia e crea opportunità per le comunità indigene con Funima Int.
- Funima International. Trip to Argentina 2024
- Funima Int. e il suo impegno a favore della vita
- Nuovo viaggio di missione. Trip to Argentina
- Diario di viaggio trip to Argentina
- Dare da bere agli assetati: l’amore di Funima
- Diario di viaggio – Marzo 2024