Il più grande disastro ambientale della storia del Brasile e forse del Sudamerica
Quanto Vale la vita e la biodiversità del Brasile per una multinazionale?
Sono davvero impressionanti le immagini della gigantesca e densa ondata di fanghi tossici che è arrivata sulle coste brasiliane dell’Oceano Altlantico portata dal Rio Doce, 17 giorni dopo il crollo delle dighe dei bacini di lagunaggio delle scorie minerari della Samarco, una joint venture delle multinazionali Vale e BHP Billiton (ma in realtà tutto è in mano al colosso minerario australiano).
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Ieri, alla vigilia della Giornata mondiale dell’alimentazione, l’Unione europea ha organizzato all’Expo di Milano la conferenza “Combattere gli sprechi alimentari. Nutrire il pianeta”, dalla quale è emerso che «Ogni anno, nell’Unione europea E si sprecano circa 100 milioni di tonnellate di alimenti e ciò rappresenta un pericolo sia per l’ambiente che per l’economia».
La Commissione europea, ha anche lanciato un video di sensibilizzazione sull’argomento e il Commissario europeo per la Sanità e sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, ha sottolineato: «Se non interveniamo, i rifiuti alimentari potrebbero superare i 120 milioni di tonnellate entro il 2020. Per i cittadini europei è importante capire meglio l’importanza e i benefici delle tecnologie alimentari e adottarle in quanto strumento utile per risparmiare denaro e ridurre contemporaneamente la nostra impronta ambientale. Questo video presenta le tecnologie alimentari di uso più comune, che contribuiscono a prolungare la data di scadenza dei nostri alimenti. Per decenni, tecnologie alimentari come la pastorizzazione lampo, gli antiossidanti, i frigoriferi ecologici e il congelamento shock ci hanno aiutato a preservare la qualità, la sicurezza e il sapore dei nostri alimenti. È giunto ora il momento di riconoscere il potenziale di queste tecnologie nel raggiungimento del tanto agognato stile di vita salubre e nella riduzione degli sprechi alimentari».
L’estensione marina è la quarta più ridotta da quando sono iniziate le osservazioni spaziali
L’11 settembre 2015 ha rappresentato una data simbolica per ovvie ragioni, con le commemorazioni per le vittime dell’attacco terroristico alle Torri gemelle che hanno unito il mondo occidentale e non solo. Quest’anno, però, lo stesso giorno ha fornito al pianeta un altro segnale d’interesse globale, benché di tutt’altra natura: come ha certificato la Nasa poche ore fa, l’11 settembre 2015 il ghiaccio marino artico sembra aver toccato il suo minimo annuale. Secondo una prima analisi dei dati satellitari da parte degli scienziati della Nasa e del National snow and ice data center (Nsidc), l’estensione del ghiaccio marino si è ridotta a 4,41 milioni di kmq, ovvero 1,81 milioni in meno della media 1981-2010.