Discorso del Papa in Portogallo

DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO L’11 MAGGIO 2010:

DISCORSO DEL PAPA IN  PORTOGALLO

PRENDIAMO ATTO DEL CORAGGIO CON CUI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI SI E’ ESPRESSO OGGI SUL CONTENUTO DEL SEGRETO DI FATIMA E LO SOLLECITIAMO A RIVELARNE ANCORA LE PARTI OCCULTE, GIÀ DA NOI AMPIAMENTE DIVULGATE.
INTANTO, SEPPUR RIMANGONO FERME LE NOSTRE ASPRE E DURE CRITICHE AI DELITTI E AGLI SCANDALI COMPIUTI DAL VATICANO NELLA STORIA DELLA CHIESA, NON POSSIAMO CHE CONDIVIDERE IL GESTO ODIERNO DEL PONTEFICE.

                                                                                                      IN FEDE
                                                                                          GIORGIO BONGIOVANNI
Sant’Elpidio a Mare (Italia)
11 Maggio 2010

FATIMA, COSA NASCONDE IL TERZO SEGRETO?
 
Dov’è Fatima e perché è così importante per la Chiesa?
Fatima è il villaggio di 8mila abitanti nell’Estremadura, al centro del Portogallo, dove il 13 maggio 1917 è apparsa a tre pastorelli (Lucia, Francisco, Jacinta) una «Signora più brillante del sole» sopra un leccio dove ora sorge la Cappella delle Apparizioni. L’evento miracoloso si è ripetuto più volte in quei mesi, incluso il 13 ottobre davanti a 50mila persone. Da allora è iniziato un afflusso di pellegrini che non si è mai più arrestato (la media è di 5 milioni all’anno).

Quali sono i segreti di Fatima?
Fatima è la più profetica delle apparizioni moderne. I tre pastorelli vedono, ascoltano, memorizzano ciò che dice loro la «Signora» e Lucia, la testimone sopravvissuta all’epidemia di spagnola mette tutto per iscritto nel momento in cui riceve il comando del vescovo di Leiria e il permesso della Madonna. La prima e la seconda parte del «segreto» riguardano anzitutto la spaventosa visione dell’inferno, la devozione al Cuore Immacolato di Maria, la seconda guerra mondiale, e poi la previsione dei danni immani che la Russia, nella sua defezione dalla fede cristiana e nell’adesione al totalitarismo comunista, avrebbe recato all’umanità. Nel 2000 Giovanni Paolo II ha deciso di rendere pubblica la terza parte del «segreto di Fatima», con l’accorato appello di Maria alla conversione e alla penitenza.
Perché il Vaticano scelse un lungo silenzio?
La terza parte del «segreto» fu scritta il 3 gennaio 1944 e ne esiste un solo manoscritto. La busta sigillata fu custodita dapprima dal vescovo di Leiria, poi per meglio tutelare il «segreto», fu consegnata il 4 aprile 1957 all’Archivio Segreto del Sant’Uffizio. Dopo «talune esitazioni», Giovanni XXIII decise di non rivelare la terza parte del «segreto». Paolo VI lesse il contenuto il 27 marzo 1965 e rinviò il testo all’Archivio del Sant’Uffizio, con la decisione di non pubblicarlo. Karol Wojtyla ha richiesto la busta contenente la terza parte del «segreto» dopo l’attentato del 13 maggio 1981.
Wojtyla seguì le indicazioni?
Sì, decise subito la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria e compose egli stesso una preghiera per quello che definì un «atto di affidamento» da celebrarsi nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 7 giugno 1981, solennità di Pentecoste, giorno scelto per ricordare il 1600° anniversario del primo Concilio Costantinopolitano e il 1550° anniversario del Concilio di Efeso. Essendo il Papa forzatamente assente per la convalescenza post-attentato venne trasmessa la sua allocuzione registrata. Il 25 marzo 1984 Suor Lucia confermò personalmente che tale atto solenne e universale di consacrazione corrispondeva a quanto voleva la Madonna: «Sì, è stata fatta, così come Nostra Signora aveva chiesto». La terza parte del segreto recita: «Se la Russia spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa, i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte».
C’è ancora mistero attorno a Fatima?
Sì. Il 13 maggio del 2000 il Vaticano ha rivelato al mondo, con una ufficialità senza precedenti nella storia della Chiesa, il 3° segreto cioè la visione di un «vescovo vestito di bianco» che sale in mezzo ai cadaveri verso una croce, dove viene ucciso da alcuni soldati. Subito collegato all’attentato del 13 maggio 1981, l’annuncio tanto atteso delude molti. Possibile che un messaggio tenuto nascosto così a lungo, e con tanta cura, si riferisca a un evento già accaduto? Perché quel lungo silenzio e quell’isolamento imposti a suor Lucia dal 1960? E come si spiegano certe sue parole? C’è un Papa martire nel futuro prossimo della Chiesa? Perché tanti particolari della ricostruzione ufficiale sono stati contestati da autorevoli studiosi cattolici come Antonio Socci? Forse una parte del messaggio della Madonna non è mai stata pubblicata perché troppo sconvolgente, cioè la parte che inizia con una famosa frase della Vergine che suor Lucia ha lasciato in sospeso. E che tanto ha sconvolto chi lo ha letto da rimane tuttora segreta, malgrado il Vaticano lo neghi.
Perché la Madonna è apparsa proprio in Portogallo?
Il Portogallo è un Paese devoto alla Madonna e non è un caso, secondo il 94% dei fedeli portoghesi favorevoli alla beatificazione di Suor Lucia, che la Vergine sia apparsa qui. Nel 1640 a Vila Viçosa, nella regione dell’Alentejo, in una grande manifestazione popolare venne incoronata la statua di Maria e da allora nessun re e regina del Portogallo portarono mai più la corona. Anche la corona che ha in capo la statua della Madonna di Fatima, dove Giovanni Paolo II ha voluto far incastonare la pallottola di Alì Agca che lo colpì in piazza San Pietro, è stata realizzata con le offerte delle donne del Portogallo. A Fatima si prega suor Lucia morta nel 2005, anche se nessun culto è stato autorizzato per ora dalla Chiesa, ma sul processo di beatificazione in Vaticano sono tutti d’accordo.
Giacomo Galeazzi
12 maggio 2010  –  La Stampa

PEDOFILIA, IL PAPA A LISBONA: A FATIMA ANNUNCIATE LE SOFFERENZE DELLA CHIESA

Benedetto XVI durante il volo che lo ha condotto in Portogallo.
«Le più grandi persecuzioni alla Chiesa non vengono da fuori ma dai peccati dentro la Chiesa stessa»

LISBONA – «Oggi le più grandi persecuzioni alla Chiesa non vengono da fuori ma dai peccati che ci sono dentro la Chiesa stessa». Lo ha affermato Benedetto XVI durante il volo che lo ha condotto in Portogallo, con riferimento alla scandalo degli abusi su minori, che ha definito «realmente terrificante». «Oltre alla missione di sofferenza del Papa, che in prima istanza possiamo riferire all’attentato a Giovani Paolo II – ha detto il Papa -, nel messaggio di Fatima ci sono indicazioni su realtà del futuro della Chiesa». Ed è vero, ha aggiunto, che «oltre ai momenti indicati nelle visioni, si parla della realtà di passione della Chiesa. Ci sono sofferenze della Chiesa che si annunciano». Benedetto XVI ha ricordato che «il Signore ha detto che la Chiesa sarà sofferente fino alla fine del mondo. E oggi questo – ha concluso – lo vediamo in modo particolare». Le attuali «sofferenze» della Chiesa, in conseguenza degli abusi su minori commessi da sacerdoti, fanno parte di quelle annunciate nel terzo segreto di Fatima ha aggiunto Benedetto XVI e «il perdono non sostituisce la giustizia».
VERGINE FATIMA E VANGELO – «La Vergine Maria è venuta dal Cielo per ricordarci verità del Vangelo che costituiscono per l’umanità, fredda di amore e senza speranza nella salvezza, sorgente di speranza». Dopo il suo arrivo Benedetto XVI ha salutato tutti: «Indipendentemente dalla loro fede e religione va il mio saluto amichevole, in particolare a quanti non hanno potuto venire al mio incontro», ha assicurato professandosi «pellegrino della Madonna di Fatima, investito dall’Alto nella missione di confermare i miei fratelli che avanzano nel loro pellegrinaggio verso il Cielo». «Da una visione sapiente sulla vita e sul mondo – ha aggiunto Papa Ratzinger nel discorso all’aeroporto internazionale Portela di Lisbona – deriva il giusto ordinamento della società. Posta nella storia, la Chiesa è aperta per collaborare con chi non marginalizza né riduce al privato l’essenziale considerazione del senso umano della vita. Non si tratta – ha sottolineato – di un confronto etico fra un sistema laico e un sistema religioso, bensì di una questione di senso alla quale si affida la propria libertà. Ciò che distingue è il valore attribuito alla problematica del senso e la sua implicazione nella vita pubblica».

IL PRESIDENTE CAVACO – Ad accogliere il Papa giunto a Lisbona, prima tappa del suo viaggio in Portogallo, è stato il presidente del Portogallo Anibal Cavaco Silva. Quello nel paese lusitano è il quindicesimo viaggio internazionale di Benedetto XVI. Toccato dalla crisi economica più di altri paesi europei, il Portogallo ha adottato, negli ultimi anni, leggi contestate dalla Chiesa cattolica. Il governo socialista ha legalizzato l’aborto nel 2007, il divorzio nel 2008, e ora il Parlamento ha approvato un disegno di legge sul matrimonio gay che il presidente non ha ancora firmato. Da giorni il paese lusitano, ufficialmente all’88% cattolico, si prepara alla visita del papa. Cartelli e gigantografie con la foto del pontefice sopra la scritta «Bem-Vindo o Papa Bento XVI», «Benvenuto Papa Benedetto XVI», tappezzano le strade di Lisbona, Fatima e Porto, le tre tappe della visita del capo della chiesa cattolica, la prima in terra lusitana, cui i giornali dedicano anche oggi decine di pagine. Tre tv portoghesi, una pubblica e due private, hanno iniziato due ore prima dell’arrivo del papa le trasmissioni in diretta sulla sua visita che proseguiranno, seguendo ogni suo movimento, fino a venerdì pomeriggio, quando lascerà Porto per tornare a Roma. Martedì Benedetto XVI celebrerà nel pomeriggio sul Terreiro do Paco, la celebre piazza di Lisbona affacciata sul fiume Tago, una messa davanti a decine di migliaia di fedeli, e in presenza del premier socialista Josè Socrates. Mercoledì il pontefice si sposterà a Fatima, dove già sono arrivate migliaia di pellegrini, e dove sono attesi mezzo milione di fedeli, e venerdi a Porto. Nel santuario mariano il pontefice celebrerà una messa giovedi sulla spianata della Cova da Iria, dove secondo la tradizione cristiana il 1q3 maggio 1917 la Madonna apparve per la prima volta ai tre pastorelli.

Redazione online
11 maggio 2010
CORRIERE.IT