Uno studio pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society ha mostrato che gli ammassi di galassie hanno un centro in continua oscillazione
L’ammasso di stelle più luminoso dell’universo (finora conosciuto) rappresentato da un artista per la Nasa nel 2003 (Afp)
Il titolo del paper è, come si conviene, al limite della freddezza scientifica: «A detection of wobbling brightest cluster galaxies within massive galaxy clusters», cioè «un rilevamento delle galassie più luminose all’interno di ammassi di galassie». Ma lo studio guidato, al Politecnico di Losanna, da David Harvey, racconta qualcosa che insieme sfiora i confini della poesia, e illumina un nuovo angolo dell’universo.
Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, gli ammassi di galassie hanno infatti un cuore «ballerino»: le galassie più brillanti, che si pensava fossero fisse al loro centro, oscillano continuamente. Il risultato di questa ricerca costringe a rivedere le teorie attuali sulla materia oscura, ossia la materia misteriosa e invisibile che occupa oltre il 25% dell’Universo e che rappresenta uno dei più grandi misteri dell’astronomia moderna.
Un alone (invisibile) di materia
Il suo alone invisibile abbraccerebbe le galassie e gli ammassi di galassie, ossia i giganteschi aggregati di galassie. Questi ultimi hanno nuclei molto densi che contengono una galassia molto grande e brillante, chiamata «galassia più luminosa dell’ammasso» o Bcg (Brightest cluster galaxy). I modelli che descrivono il comportamento della materia oscura prevedono che queste galassie brillanti siano «imperturbabili», cioè che riprendono spontaneamente il loro posto al centro degli ammassi anche dopo eventi violenti, come la fusione con altre galassie. A tenerle ben salde al loro posto, secondo la teoria, sarebbe la forza di gravità esercitata dalla materia oscura. Ma i dati del telescopio Hubble studiati a Losanna hanno invece mostrato che, anche dopo un evento turbolento, le galassie continuano a oscillare attorno al centro di ogni ammasso. Secondo il coordinatore dello studio questo significa che la materia oscura ha «proprietà impreviste»: se l’oscillazione delle galassie fosse confermata, in altre parole, ci si troverebbe di fronte a un nuovo fenomeno astrofisico.
29 ottobre 2017