A Malí, paese africano situato nella frontiera del Sahara con le savane dell’Africa Occidentale, a circa 1.500 km dall’Atlantico, si trovano le famose formazioni rocciose di Bandiagara.
Addossate alle pareti della roccia e costruite attorno a delle caverne è possibile vedere delle costruzioni di fango con il tetto di paglia, alcune delle quali sono sollevate a 200 metri da terra. Possono essere raggiunte soltanto scalando gli stretti scaloni tagliati nelle spaccature delle pareti. Ma non si cerchi di visitarle. È lì che vivono i Dogon, un popolo molto diverso dagli altri popoli africani e le loro dimore sono luoghi vietati agli stranieri. Secondo la tradizione narrata, essi sono giunti a Mali circa 600 anni fa ed hanno costruito le case sulle rocce per proteggersi dagli attacchi delle tribu che abitavano la regione.
Pur non avendo mai usato un telescopio, i Dogon erano a conoscenza dell’esistenza di quattro lune di Giove. In verità Giove ne possiede molte altre, ma le più grandi e principali sono quattro: Io, Calisto, Ganimede ed Europa. Inoltre i Dogon sanno che Saturno ha un anello.
I Dogon attribuiscono il principio della Creazione alla stella Sirius B.
Questa stella è stata scoperta dalla scienza solamente nel secolo scorso e la prima foto è stata realizzata soltanto nel 1970. Sirius B è una stella nana bianca ed è quasi accoppiata alla sua sorella Sirius A, una delle stelle piú visibili a prima vista. L’immagine della Sirius B si confonde con lei e soltanto meno di trenta anni fa è stato possibile distinguere che vi erano due stelle invece di una.
I Dogon descrivono anche la Via Lattea come una galassia a spirale formata da milioni di stelle.
Si tratta davvero di un popolo speciale. Tra le altre cose, vivono in completa armonia sociale e nei loro villaggi non ci sono crimini, ne suicidi, ne furti. Per loro, la vita è sacra e qualunque conflitto si risolve in modo pacifico. Ciò che viene riscontrato nelle piccole comunità dei dogon diventa un fenomeno sociologico, poiché questo popolo conta 25.000 abitanti, gran parte dei quali vive nelle case sulle rocce.
Nonostante essi conoscano la scrittura moderna e potendo quindi trascrivere la loro storia e cultura, l’ermetismo che caratterizza questo popolo fa sì che preferiscano trasmettere le loro tradizioni verbalmente. È vero che solo pochi conoscono il loro passato storico, ma i loro antenati hanno lasciato sulle pareti delle caverne di Bandiagara, pitture e pittogrammi che solo recentemente sono stati decifrati, perché erano sotto custodia dell’Ogon, alto sacerdote custode della sapienza.
Dogon sabbia disegno del sistema completo di Sirio, dopo Marcel Griaule y Germaine Dieterlen.
A, Sirio;
B, Po Tolo, l’oggetto paragonato con Sirio B, mostrato in due posizioni;
C, Emme Ya, il sole della donna, comparato con Sirio C, D, la Nommo;
E, la Yourougou, una mitica figura mascolina destinata a perseguire il suo gemello femminile;
F, la stella della donna, un satellite de Emma ya;
G, il segno della donna;
H, il sesso della donna, rappresentato da una figura a forma di utero;
The whole system is enclosed in an oval, representing the egg of the world. Tutto il sistema è racchiuso in un ovale, che rappresenta l’uovo del mondo.
LA LUNA E IL SISTEMA SOLARE
Quando finalmente un gruppo di saggi dell’Università di Harvard consegnò le prime relazioni sui dipinti, ci si ritrovò con la sorprendente scoperta che non si trattava di postulati filosofici come si pensava, bensì di un arsenale di conoscenze scientifiche riguardo il funzionamento del corpo umano e del sistema solare.
Alcune di queste conoscenze sono addirittura antecedenti alle scoperte degli occidentali. Nelle caverne è stata trovata la descrizione della circolazione del sangue nel corpo, scoperta che William Harvey fece nel secolo XVII, mentre le pitture, secondo le ricerche, risalgono ai secoli XV o XVI. Anche il sistema planetario è descritto perfettamente: si vedono Giove con le sue lune e Saturno con i suoi anelli. ¿Forse i Dogon erano in possesso di telescopi prima di Galileo ?
Il mistero della stella scura.
In seguito al deciframento delle pitture e dei pittogrammi cominciarono le speculazioni sull’origine dei Dogon. Non potevano così mancare coloro che attribuiscono questa cultura ai sopravvissuti dell’Atlantide”. Furono gli stessi Dogon a smentire ciò. Nelle pitture troviamo un racconto conosciuto come la “genesi secondo i Dogon”, dove si racconta che essi provengono da una “stella scura” che ogni sessanta anni si avvicina alla Terra. I saggi di quella stella anticiparono che ci sarebbe stata una grande esplosione nell’astro e decisero di emigrare, scegliendo la Terra che oltre ad essere adatta alla vita dell’uomo, era l’unico pianeta al quale l’astro scuro si avvicinava.
Ogni sessanta anni i Dogon celebrano una festa dedicata alla fertilità e alla vita che dura diversi giorni. Viene chiamata la gran festa Sigi; i Dogon usano travestirsi nella credenza che lo Spirito Creatore trasmetta attraverso loro la forza vitale che assicura la perpetuità della stirpe. Quello che sorprende è che ultimamente gli astronomi hanno scoperto una stella scura che ogni sessanta anni si avvicina alla Terra, seppure possiamo ritenere un avvicinamento teorico considerando che nel momento di massimo ravvicinamento la stella si trova a molte migliaia di anni luce dalla Via Lattea. In ogni caso, bisogna sottolineare che la festa Sigi coincide con l’avvicinamento.
Come hanno saputo i Dogon quando avrebbero dovuto celebrare la prima festa Sigi?… E se provengono dall’astro scuro, come hanno fatto questo viaggio? Non c’è niente nelle pitture che lasci intendere un viaggio intergalattico, e se c’è stata una superciviltà, oggi rimane molto poco di essa.
Gli attuali Dogon.
I campi nei quali essi sono più avanti sono la scienza e la medicina. Gli anziani praticano l’arte della divinazione, con meravigliosi risultati e senza i riti feticisti comuni a tutte le tribù dell’Africa nera. Infatti, gli anziani assicurano che non sono stregoni, ma restano in silenzio quando si chiede loro come realizzano le guarigioni e le predizioni con tanta precisione. Da quel poco che dicono, è stato possibile dedurre che si basano nell’unità dell’uomo con la natura e nella relazioni dei due opposti: la vita con la morte, la creazione con la distruzione, il grande con il piccolo, la salute con la malattia…
Sebbene siano gelosi dei loro segreti e molto poco comunicativi con gli stranieri, non sono ostili ne sgarbati e permettono ai visitatori di presenziare alle loro feste, convinti che essi non siano capaci di capire il simbolismo che racchiudono. In questo modo è stato possibile conoscere parte dei loro riti, che per alcuni ricercatori sono lontani dall’essere rappresentativi di una cultura scientifica, essendo rituali animasti di celebrazione della vita, pur riconoscendo che siano più avanti delle cerimonie magiche di altri popoli.
Siano i Dogon gli ultimi vestigi di un’antica civiltà, o un popolo accerchiato dalla ostilità dei suoi vicini, che ha sviluppato una filosofia e una tecnologia sorprendenti, ciò che i visitatori riconoscono è che sono senza dubbio un esempio di comportamento umano veramente degno… che di per sé fa che questo popolo sia uno dei più civilizzati degli attuali abitanti della Terra.
Villaggio Dogon
Paradigmas – Mitos, Enigmas y Leyendas
Año Cero N° 7 -“Sirio el legado cósmico de los dogones
Asunto OVNI Nº 2
http://ar.geocities.com/