di P.G. Caria
Credo che i lettori di questa rivista abbiano letto l’articolo da me scritto e pubblicato nel numero dell’aprile 2015, in cui ho riportato una intervista da me fatta a Jaime Maussan relativamente all’evento che si sarebbe tenuto a Città del Messico il 5 maggio 2015, nel quale sarebbero state presentate due diapositive, in cui si vede il corpo di un essere deceduto e ipotizzato derivare dal famoso crash di un UFO avvenuto a Roswell nel luglio del 1947. Come scrissi allora, Maussan mi aveva invitato a partecipare e ci sono andato. A seguire un breve resoconto di quanto ho visto e udito.
Sono arrivato a Città del Messico il giorno 4 maggio, assieme a due accompagnatori, Fabio Maggiore e Paola Pennisi, che mi avrebbero aiutato negli impegni che avevamo stabilito per quei giorni di soggiorno messicano. Ci rechiamo all’auditorium già dalla mattina del 5 maggio, avevamo una fitta scaletta di interviste da portare a termine prima dell’inizio dell’evento.
Foto 01 Auditorium Una volta entrati l’impatto è notevole, l’auditorium nazionale è davvero imponente con i suoi 10.000 (diecimila) posti a sedere. Maussan non è ancora arrivato ma già il suo staff è in piena attività per allestire tutta l’attrezzatura tecnica prevista, lo sforzo tecnico è davvero notevole. Ci mettiamo al lavoro e porto a termine quasi tutte le interviste dei protagonisti: James Hurtak, Don Schmitt, Adam Dew, Richard Dolan tra quelli che riusciamo a portare davanti alla nostra telecamera. L’auditorium apre le porte verso le 17.00 e immediatamente le persone iniziano ad entrare.
Foto 02 Int Adam Dew Quando il flusso termina mancano pochi minuti all’inizio, dopo lo spettacolo il conteggio finale parlerà di circa 7.000 (settemila) spettatori in totale. Rimango abbastanza impressionato nel vedere migliaia di persone che partecipano ad un evento in cui si parla di UFO ed extraterrestri. Penso che al mondo, solo Jaime Maussan sia in grado di ottenere un simile risultato con un tema tanto attaccato e screditato.
Foto 03 I relatori: T. Carey, J. Hurtak, R. Dolan, D. Schmitt, J. Maussan, A. Dew I protagonisti entrano in scena e, dopo un breve filmato che presenta il curriculum di Maussan, cosa che verrà fatta per ciascun partecipante, Jaime introduce l’evento e i protagonisti. Il primo relatore è James Hurtak a seguire l’ex primo ministro canadese Paul Hellier che interviene in diretta via Skype, poi Tom Carey e Don Schmitt che presentano i risultati delle loro ricerche sul caso Roswell, anche quelli più recenti, spiegando di avere in atto uno scavo archeologico in situ che promette novità di rilievo che però non espongono per mantenere il riserbo. Dopo di loro vengono mandate una serie di interviste filmate a testimoni indiretti dei fatti di Roswell, tutti americani. E, sin qui, i relatori hanno affrontato a tutto tondo il tema del Crash di Roswell, del discorso ufologico in genere, delle sue implicazioni per la nostra società, del sistematico occultamento attuato da parte dei governi, quello degli USA in primis, nessuno insomma, ha ancora toccato, se non a latere, il discorso legato alle slide.
È Adam Dew, il responsabile della gestione economica delle diapositive, il primo a introdurre l’argomento “Roswell Slides”. Dew racconta la storia della scoperta e manda una intervista video fatta alla signora che ha ritrovato la scatola con le diapositive.
La testimone che ha scoperto le slide
Mostra anche le interviste agli esperti del settore fotografico che hanno analizzato le diapositive datandole come risalenti sicuramente agli anni tra il 1947 e il 1949. Dopo è la volta di un’altra intervista filmata, realizzata negli USA, all’ultimo testimone vivente che ha visto i corpi recuperati a Roswell: l’ex militare Eleazar Benavides.
Foto 05 Eleazar Benavides
Eleazar, all’epoca, aveva vent’anni ed era un pilota delle forze aeree dell’esercito americano, assegnate all’aeroporto militare di Roswell, nel New Messico. Nel 1947 era un membro dello squadrone aereo 390, gruppo 509, ubicato a Roswell nell’anno in cui avvenne il Crash. Egli commenta che il corpo visibile nelle slide corrisponde abbastanza a quello che lui vide nell’hangar 18 a Roswell. Rimarca che ci sono alcune differenze dovute al diverso stato di conservazione del corpo, quando lo vide lui era appena deceduto e quindi con i volumi muscolari differenti, ancora intatti, ma, in buona sostanza, dice, molto somigliante a quello che si vede nelle slide. Un dato non di poca importanza, assieme a quelli che presenterò a seguire, considerando che di questi dati nessuno terrà conto nei fatti che si svilupperanno dopo l’evento. Ecco un estratto della intervista a Benavides fatta da Schmitt e Maussan, che nell’originale è parecchio più estesa e nella quale Benavides dà molti altri interessanti dettagli di quello che vide all’epoca:
Don Schmitt: È quello che hai visto nel 1947? (il corpo visibile nelle diapositive N.d.R)
E. Benavides: In parte, si. Dico “in parte” perché questo è stato fotografato molto dopo. Dopo che questa creatura era morta. Don Schmitt: Sono le stesse caratteristiche?
E. Benavides: Si, lo sono. Don Schmitt: È somigliante?
E. Benavides: Si, assomiglia un po’ a quelli che abbiamo portato all’ospedale. In quel momento ancora respiravano, ancora muovevano i muscoli, cercavano di muoversi. Guarda, puoi vedere molte differenze con l’aspetto umano, guarda il suo petto…
Don Schmitt: La testa è somigliante?
E. Benavides: Si, un poco, quando l’ho vista aveva più carne, per questo dico che di sicuro è morto molto tempo prima. L’aspetto è molto simile, se riuscissi a sentire il suo odore lo potrei confermare. (Benavides rimase molto colpito dall’odore dei corpi recuperati a Roswell N.d.R) Io posso soltanto confermare la loro somiglianza. I corpi si vedevano più robusti rispetto a questo, ma sono praticamente lo stesso. Quando li hanno messi sulle barelle… li vedo molto simili. Dopo sono stati posti nelle casse, soprattutto quelli che erano già deceduti, ero lì quando li stavano portando via. Mi piacerebbe riuscire a dirvi di più. Posso dire che questo è molto simile a quello che io ho visto. Assomiglia a quelli che ho visto in quei giorni. Quelli avevano un corpo più robusto, soltanto un po’ più di corposità, un po’ più grossi.
Don Schmitt: Potresti dire se sono gli stessi? In quanto alla grandezza e alla proporzione…
E. Benavides: Si, avevano la struttura del petto un po’ diversa. Avevano una maggiore area nel suo interno, qui nel petto, rispetto a quello che possiamo vedere in questa fotografia.
Don Schmitt: Ci hai parlato della misura della testa in proporzione al corpo…
E. Benavides: Si, questo era un po’ inusuale.
Don Schmitt: Ti rendi conto che potresti essere l’ultimo testimone vivente, l’ultimo testimone che ha visto i corpi ritrovati?
E. Benavides: Vi posso dire quanto segue: questo è molto vicino a quello che ho visto quella sera. Ma dobbiamo considerare che erano più robusti. Avevano più tessuto. L’unica cosa che non ho visto in quel momento sono stati i piedi. Quello che avete qui e molto vicino a quello che io ho visto. Noi abbiamo dovuto firmare delle carte (vincoli per mantenere il segreto N.d.R.). Molti di noi eravamo coinvolti nei segreti militari.
J. Maussan: Per noi è molto importante questa fotografia. È l’unica che è emersa. Tu sei l’unico che ci può dire se questo corpo assomiglia a quello che hai visto allora. È la stessa creatura che hai visto? Abbiamo bisogno delle tue dichiarazioni su questo caso. È l’unico modo di certificare un qualcosa del genere, per questo è così importante.
E. Benavides: Adesso lascio una cosa in chiaro. Questo assomiglia tanto a quello che ho visto, soltanto che in quei giorni le creature erano ancora in vita. Perché le hanno messe in un hangar? Questo andava oltre al nostro controllo.
J. Maussan: Quindi, affinché questo rimanga nella storia: potresti dire che questa foto è un’evidenza?
E. Benavides: Si, credo che questa sia un’evidenza che voi avete e che io non ho mai avuto.
Credo che se le persone avessero avuto quest’occasione in quel momento le cose sarebbero andate meglio. Tutti avremmo potuto sapere di questo. Qui ci sono tante cose che non sono venute alla luce. Sono molto simili, sono un qualcosa di molto vicino. L’unica cosa che io non ho visto sono stati i piedi.
Finita l’intervista a Benavides, arriva il momento tanto atteso, Jaime Maussan presenta le due slide a cui segue una ricostruzione in computer grafica dell’essere così come si vede nelle slide e, infine, una ipotetica ricostruzione olografica dell’essere quando era ancora in vita, le dimensioni dello schermo sono considerevoli, alcuni metri di altezza.
Foto 06 Le due slide
Il momento è ricco di un certo pathos, con una musica di sottofondo, l’essere avanza verso il pubblico, si ferma e si gira verso i due lati del teatro con un leggero inchino poi retrocede e sparisce. Il pubblico ha partecipato sinora con grande attenzione a tutto quanto è accaduto, sono passate già tre ore e Maussan annuncia un intervallo per permettere al pubblico di ristorarsi. Dopo una mezz’ora circa si riprende. Era prevista la presenza dell’ex astronauta Edgar Mitchell ma, a causa del cagionevole stato di salute che gli ha impedito di viaggiare sino in Messico, partecipa con una intervista filmata che Maussan gli ha fatto a casa sua. Arriva quindi il momento di dare la parola agli specialisti forensi, il primo intervento è del Dr. Miguel Angel Alvarez, ne propongo un estratto, assieme ad una battuta di Maussan, che credo possa essere interessante.
Foto 07 Dr. Miguel Angel Alvarez
Dr. Miguel Angel Alvarez: “Noi dell’Istituto Nazionale delle Scienze Forensi siamo un’organizzazione della società civile dove confluiscono esperti di altissimo livello nelle Scienze Forensi, che hanno lavorato, che sono in attività, o che si sono già ritirati, di varie dipendenze Federali, come la Segreteria di Difesa Nazionale, la PGR, l’Armata del Messico, o statali e che si sono impegnati nel lavoro peritale, con l’investigazione criminologica, socio-criminologica e che in questa occasione abbiamo collaborato con il Dr. Jaime Maussan, con l’interesse strettamente scientifico, di analizzare queste immagini e di poter offrire un’opinione realmente comprovata e che non potesse essere smentita, in un qualsiasi momento o circostanza. Come tu sai Jaime, per questo lavoro nell’Istituto, l’impegno che noi abbiamo preso con te è di non riscuotere un solo soldo affinché avessimo la libertà di potere lavorare scientificamente senza avere nessun tipo di pregiudizio che ci condizionasse, solo con il principale interesse di dire la verità sull’indizio che avevamo di fronte. Siamo venuti nel tuo ufficio ed eravamo degli Antropologi, un Odontoiatra Forense e il distinto Professor José Zalce, qui presente, e che ringraziamo tantissimo per il lavoro tanto professionale, che abbiamo qui in questo momento. Questo rapporto è il lavoro scientifico forense per spiegare che cosa è quello che vediamo in queste fotografie. È stato un lavoro possibile grazie al Maggiore Óscar Castillo, grazie, come ho appena menzionato, al Professor José Zalce ed ad altri Antropologi con cui insieme, abbiamo chiarito e siamo arrivati al risultato a cui questa indagine doveva arrivare. E qui c’è Dottore, il risultato dell’indagine di due mesi di lavoro dove, nel dettaglio, si descrive tutto. Chi ha fatto la sintesi è stato il Professor José Zalce, il Dottore qui presente, che ha raccolto i pareri degli Antropologi, che ha raccolto il lavoro dell’Odontoiatra Forense, che ha raccolto tutte le valutazioni di coloro con cui ci riunivamo nei tuoi uffici per vedere, con tutta la riservatezza e la discrezione che tu ci hai chiesto, queste immagini. Qui è scritto con la rigorosità scientifica che deve avere la Scienza Forense.
Jaime Maussan: Ci sono volute tante ore…
Dr. Miguel Angel Álvarez: Abbastanza.
Jaime Maussan: Entro un paio di giorni sarà pubblicato sulla pagina bewitness.mx e lo tradurremo in inglese per pubblicarlo anche su bewitness.org, con l’intenzione che qualsiasi specialista nel mondo possa leggerlo, aggiungere, chiedere, o quello che sia necessario. È un lavoro scientifico, ben realizzato, di cui ringrazio tanto il Dottore, perché, come già lui mi disse: “ti mettiamo come condizione che non vogliamo ricevere un centesimo per questo, perché ti diremo la verità. E la verità, possibilmente, potrebbe non piacerti. Però noi ti diremo la verità.” Fortunatamente la verità mi è piaciuta…
Foto 08 Dr. José de Jesús Zalce Benítez
Dopo la presentazione del Dr. Miguel Angel Álvarez arriva ad esporre le conclusioni emerse dalle indagini forensi il Dr. José de Jesús Zalce Benítez, il suo curriculum è di tutto rispetto: José de Jesús Zalce Benítez è Capitano di Corvetta, Medico Chirurgo Navale, ha conseguito la specializzazione in Medicina Forense nella Scuola Militare di Sanità dell’Esercito Messicano. Specializzato in Intelligence per la Sicurezza Nazionale per l’Istituto Nazionale dell’Amministrazione Pubblica (INAP). Diplomato in Medicina Aerospaziale per la Forza Aerea Messicana della Segreteria della Difesa Nazionale (SEDENA). Diplomato in Antropologia Forense per la Scuola Nazionale di Antropologia e Storia (ENAA). Diplomato in Medicina Aerospaziale nella Direzione Generale della Sanità Militare della Segreteria della Difesa Nazionale (SEDENA). Attualmente è il Capo del Reparto di Medicina Legale e Forense dell’Armata del Messico, carica che ricopre dall’anno 2009. Dal 2012 e fino ad oggi, è Accademico della Scuola Nazionale di Antropologia e Storia dell’Università di Londra. Ha partecipato come conferenziere a diversi Congressi Nazionali relazionati alle Scienze Forensi e alla Medicina Forense.
La spiegazione delle analisi è molto complessa, lunga e articolata, riporto i punti salienti che espongono le principali anomalie riscontrate e le conclusioni del Dr. Zalce:
– 09 Il cranio del corpo preso in esame è di dimensioni più grandi rispetto a quello degli esseri umani.
– 11 I bulbi oculari protendono verso l’esterno e non sono incavati come nel caso di una mummia. Le mummie presentano un processo di disidratazione che affosserebbe il bulbo nella cavità oculare. Questo indica che non si tratta di una mummia ma di un corpo in uno stato di conservazione artificiale.
-12 Il collo non è visibile in quanto coperto da un drappo di stoffa. Potrebbe essere rimasto decapitato a causa della forza dell’impatto e della differenza di peso e densità tra il cranio e il corpo.
-13 Nel torace sono visibili solo sei costole, potrebbe essercene una settima ma non è chiaro a causa del drappo che copre la zona del collo. Non si vedono nemmeno i capezzoli. Il torace appare inciso al centro, potrebbe essere stato aperto per asportare le viscere, si suppone per impedire la putrefazione del corpo. -14 L’articolazione della spalla non ha la continuità tipica sino alla clavicola. Nemmeno si riesce ad individuare una clavicola, che sembra non esserci. L’articolazione della spalla appare quindi differente da quella normale di un essere umano.
-15 L’area del gomito è in una posizione come se il braccio fosse ruotato all’esterno ma la posizione della mano è all’opposto, ruotata verso l’interno, prona. Questo indica che anche l’articolazione del gomito è totalmente diversa da quella di un essere umano.
-16 L’articolazione del polso non presenta la tipica conformazione delle ossa del carpo. Nella foto si apprezzano solo tre falangi, non si capisce se sia presente un pollice opponibile che permetta la presa.
-17 Sul bordo dell’addome si vedono delle zone bianche che potrebbero indicare che il corpo è stato posto sotto refrigerazione che richiede una temperatura di -4° centigradi. Il congelamento avviene invece a temperature di -40° centigradi.
-18 Nell’area pelvica non si vede nessun osso tipico di questa zona del pube e nessuna cresta iliaca. Nonostante questo si osserva la prosecuzione degli arti inferiori. L’assenza di una articolazione pelvica indica che questo essere è, anche in questa zona, differente dal primate umano. Unito all’assenza dei ghiandole mammarie e capezzoli, potrebbe indicare che non si tratti nemmeno di un mammifero.
-19 L’assenza della parte inferiore dell’arto destro, con caratteristiche di avulsione, rafforza l’ipotesi di una serie di traumi da impatto ad alta velocità. Nella gamba sinistra non si vede la normale articolazione del ginocchio, ne la rotula, ne il bordo della rotula.
-20 In un essere umano, il femore è l’osso più lungo del corpo, mentre in questo corpo il femore è più corto rispetto alla tibia e al perone, esattamente l’opposto rispetto all’anatomia umana.
-21 Anche l’articolazione della caviglia presenta differenze notevoli, non si apprezzano i malleoli come nel comune essere umano. Inoltre, il piede sembra avere tre falangi.
-22 Le anomalie evidenziate sono riconducibili a 4 patologie conosciute. Queste 4 patologie sono però incompatibili con la vita e i feti che le presentano terminano con aborti o non superano i 30 giorni di vita. In ogni caso, nessuna delle 4 patologie soddisfa in totalità le caratteristiche presentate dal cadavere. Questo ci porta alla conclusione che il cadavere che stiamo analizzando si trova fuori dal contesto delle patologie, o delle sindromi conosciute dall’umanità ed avallati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Questo è, in minima parte, quanto esposto dal Dr. Zalce Benitez, una esigua selezione rispetto al totale esposto dal forense.
A seguire, Maussan manda una intervista filmata al Professore e Cattedratico canadese, oggi pensionato, Richard Doble, studioso di anatomia comparata dei vertebrati, anatomia e genetica dei primati ed evoluzione dei vertebrati, anatomia applicata, demografia e biologia umana, studioso di scienze forensi presso il Dipartimento di Polizia del Canada e il Dipartimento della Regia Polizia a Cavallo di Ottawa. Richard Doble espone le sue considerazioni che si sovrappongo quasi del tutto a quelle del Dr. Zalce Benitez, affermando quindi che l’essere visibile nelle diapositive non mostra caratteristiche umane e che sarebbe oltremodo interessante, dal punto di vista scientifico, poter avere in mano il corpo per poterlo studiare.
Foto 23 Dr. Luis Antonio de Alba Galindo
Dopo di lui è stata la volta del Dr. Luis Antonio de Alba Galindo, Cattedratico dell’Università Nazionale Autonoma del Messico, specializzato in Anatomia e Fisiologia. Il Professore che ha eseguito una analisi di anatomia comparata, espone nel dettaglio tutte le caratteristiche della struttura scheletrica del corpo visibile nelle diapositive, confrontandole con quelle dello scheletro umano e concludendo che ci sono notevolissime differenze che lo rendono strutturalmente diverso dall’uomo. Alla conclusione della relazione del Dr. Alba, Maussan gli fa delle domande:
Jaime Maussan: Vuole dire che questo essere, a prescindere che in alcuni aspetti è simile all’essere umano, realmente non è un essere umano?
Dr. Luis Antonio de Alba: Io concludo che probabilmente non si tratta di un essere umano, anche se non posso assicurarlo al 100% in quanto non abbiamo tutte le evidenze, però definitivamente dal punto di vista anatomico e antropologico, non sembra corrispondere ad un essere umano.
Jaime Maussan: Un uomo con così tante anomalie non potrebbe sopravvivere…
Dr. Luis Antonio de Alba: No, un essere con tutte queste tipologie di anomalie, come ad esempio, con idrocefalia che, come sottolineava il Dr. Zalce, produce una pressione eccessiva sul cervello e muoiono prima, perché la pressione che produce l’idrocefalia spinge in basso il cervello, ossia verso la parte dove si trova l’atlas che sostiene il cranio. Quindi definitivamente no.
Jaime Maussan: Scientificamente è interessante?
Dr. Luis Antonio de Alba: Scientificamente è molto interessante, è quasi come l’acceleratore di particelle, come la particella di Dio. Questo caso è una prova convincente e mi sento molto fortunato che tu mi abbia invitato Jaime, te ne sono molto grato.
A chiudere gli interventi dei relatori è il ricercatore americano Richard Dolan, che espone le sue considerazioni a livello generale sulle implicazioni sociali, spirituali, umane ecc., del fenomeno ufologico.
Foto 24 Richard Dolan
Dopo Dolan, Maussan chiude l’evento che ha visto una grande partecipazione del pubblico che spesso è intervenuto con applausi a scena aperta. Un successo? Come ora sappiamo no, dopo la prima positiva reazione della stampa messicana, pochi giorni dopo si è scatenato l’inferno.
Foto 25 Cartello sfocato e filtrato
I fattori chiave sono stati la decifrazione del cartello, apparentemente illeggibile, presente nelle slide a fianco del corpo dell’essere e in cui si legge “MUMMIFIED BODY OF TWO YEAR OLD BOY = CORPO MUMMIFICATO DI UN BAMBINO DI DUE ANNI” assieme ad altre note tra cui figura il nome dell’archeologo S.L. Palmer che avrebbe prestato la mummia al museo di Mesa Verde, e una dichiarazione di Antony Bragalia, personaggio estremamente ambiguo, che avrebbe partecipato alla prima parte delle ricerche e che aveva dichiarato, prima dell’evento, che vi erano numerose anomalie tra il corpo delle diapositive e un essere umano e che, invece, il 10 maggio 2015 mette on-line le sue pubbliche scuse per essersi sbagliato e ammette che si tratta veramente del corpo mummificato di un bambino di due anni trovato nel 1894, in uno scavo archeologico nella zona di Mesa Verde. In questo momento la pagina dove aveva postato queste scuse risulta impossibile da raggiungere. Poco dopo, altri due ricercatori abbandonano il team, Donald Schmitt e Richard Dolan, anche loro con pubbliche scuse per aver partecipato all’evento scaricando così Maussan che continua a difendere l’onestà di quanto ha fatto. Cosa pensare? La scritta di un cartello vale più delle analisi di esperti forensi? E lo strano tempismo di Bragalia che, prima difende la versione extraterrestre, addirittura dichiarando di esserne certo in quanto aveva analizzato decine di mummie e, dopo la decifrazione del cartello, si precipita a smentire se stesso trovando, altrettanto tempestivamente, le note d’archivio del museo di Mesa Verde in cui sono descritte le caratteristiche della supposta mummia scoperta da S. L. Palmer, caratteristiche realmente molto simili a quelle del corpo delle slide ma… c’è un ma che esporrò dopo. Ciò che trovo deplorevole è la animosità, il discredito, le aggressioni verbali e le offese personali verso Jaime Maussan e il lavoro da lui svolto. Da tutto il mondo, Italia compresa, ricercatori e pseudo tali, la maggior parte direi, lo hanno accusato, spesso in modo veramente delirante e ottuso, di essere un truffatore, di aver ingannato le persone e aver fatto tutto solo per incassare i soldi dell’evento.
Addirittura sbagliandosi sui conti e scambiando il simbolo della moneta messicana il Pesos, con quello del Dollaro. A parte che non è bello fare i conti in tasca alla gente mentre a casa propria non si fa nulla per denunciare, ad esempio, la corruzione politica che i soldi ce li ruba per davvero, io credo che nessuno di questi personaggi si renda minimamente conto di cosa costi in termini prettamente economici organizzare un evento del genere, affitto dell’auditorium, costi del personale tecnico, dell’attrezzatura tecnica, biglietti d’aereo per i relatori, alberghi, ristoranti ecc. ecc. Anche il conteggio degli accessi allo streaming è stato abnormemente gonfiato, si è parlato di milioni di contatti per la diretta streaming, che costava circa 16 €, contro le migliaia reali, confermate dallo stesso Maussan e anche dal Daily Mirror. Tutti bravi ad accodarsi a quello che urla più forte, anche chi con il nome di Maussan ci si riempiva la bocca, dimenticandosi che un ricercatore, nemmeno Maussan, non è Dio, che si può sbagliare, ma da qui ad accusare di malafede e truffa è un altro discorso, bisogna avere in mano le prove sennò sarebbe meglio stare in silenzio. Maussan ha fatto uno sforzo enorme e, nonostante i pesanti attacchi sin da prima dell’evento, continua a cercare la verità, onestamente e con caparbietà, come ha sempre fatto. E stato trasparente e ha innescato un processo che ha cercato di apportare nuovi dati alla ricerca. Dal canto mio, ho avuto da Jaime le copie originali delle due slide e, con l’aiuto dei miei tecnici, abbiamo analizzato il cartello usando lo stesso software “Smart Deblur” usato da chi lo ha decodificato per primo, ed effettivamente appare la scritta “MUMMIFIED BODY OF TWO YEAR OLD BOY = CORPO MUMMIFICATO DI UN BAMBINO DI DUE ANNI”, cosa che ha fatto anche Maussan giungendo allo stesso risultato. E con questo non sto dicendo che il caso sia chiuso, più avanti capirete perché. Oltre a questo ho sottoposto le slide a dei medici che hanno riscontrato, già a primo acchito, varie delle stesse anomalie trovate dai forensi di Bewitness.
Un altro dato che potrebbe anche non significare nulla, ma che espongo così, come strana coincidenza all’interno dell’ipotesi di una trappola ben orchestrata, che ha mischiato verità con cose verosimili e palesi falsità, che vedremo a seguire, è il fatto che il Museo di Mesa Verde si trova a circa sette ore di auto da Roswell e a metà strada si passa per Albuquerque, dove ci fu il noto caso di contatto di Paul Villa, una zona ufologicamente “calda” quindi, solo un caso?
Foto 26 Strada Roswell – Mesa Verde Una trappola? Certo la data e i fatti richiamano la vicenda del “Santilli Footage”, stesse dinamiche, ambiguità di personaggi non meglio identificati, come il fantomatico cameraman, mai visto da nessuno, da cui Santilli avrebbe avuto le bobine della presunta autopsia e l’altrettanto fantomatico Anthony Bragalia, che prima sostiene il tutto e dopo ritratta senza che nessuno sappia chi sia realmente, che faccia abbia e anche lo stesso caso ancora legato nuovamente a Roswell, dagli americani visto come il Sancta Sanctorum di tutta la storia ufologica moderna e così non è.
Purtroppo la disunione dei ricercatori, la grancassa mediatica che ha focalizzato tutto solo sugli aspetti incongruenti, ha gettato un’ombra su questo caso che non sarà facile superare, uno strascico simile al caso Santilli.
Come dicevo, in mezzo a tutta questa baraonda, Maussan caparbiamente e contro tutti quelli che lo spingevano a dichiarare il tutto una grande bufala, ha portato avanti la difesa dell’onestà del suo operato e, trappola o no, lascio alle sue parole e ad un articolo da lui scritto, l’esposizione delle ultime novità sul caso.
Intervista a Jaime Maussan del 22 giugno 2015:
Pier Giorgio Caria: Ciao Jaime come stai?
Jaime Maussan: Bene grazie, hai visto le foto che sono emerse sulla mummia ritrovata da Palmer nel 1896?
PGC: Si le ho viste, puoi darmi la tua valutazione allo stato attuale delle cose?
JM: Si, le ho appena presentate nel mio programma televisivo e già gli attacchi sono diminuiti, francamente però non so come reagiranno più avanti. In ogni caso stiamo dimostrando che non si tratta dello stesso corpo che hanno mostrato coloro che mi attaccano. Tu hai avuto modo di studiarle?
JM: Si ma se andiamo a vedere con attenzione la foto, che mostra il momento del ritrovamento della mummia del bambino scoperta dall’archeologo S. L. Palmer nelle rovine di Montezuma Castle, possiamo renderci conto della grande differenza che esiste tra questo corpo e quello che abbiamo mostrato all’evento di Bewitness, a Città del Messico, il 5 maggio 2015. Nella foto del 1896 possiamo vedere il vero corpo mummificato che lui ha trovato nelle rovine. Con questo dimostriamo che questo corpo non è lo stesso con il quale, quelli che mi attaccano, vorrebbero dimostrare che l’essere scoperto da Palmer è lo stesso presentato a Bewitness. Perciò quello che hanno sostenuto sinora i detrattori è falso. Vi è una seconda foto in bianco e nero di una mummia, scattata nel 1939, nel dossier del Servizio Nazionale dei Parchi degli Stati Uniti, che afferma sia la stessa mummia ritrovata da Palmer, e una seconda foto a colori del 1956 ritrovata in un archivio web che, allo stesso modo, si vorrebbe ricondurre al corpo scoperto da Palmer nel 1896, ma la foto in cui appare la mummia assieme a Palmer, al momento della scoperta, dimostra chiaramente che queste due foto non hanno niente a che vedere con il ritrovamento di Palmer a Montezuma Castle. Perciò molte cose che sono state dette contro di noi sono del tutto false e inventate. Nella foto del 1896 vediamo il momento della scoperta, si vedono le pale con cui sono stati fatti gli scavi, si può vedere il corpo mummificato del bambino la cui lunghezza è di 73 centimetri, secondo quanto dicono i documenti ufficiali che descrivono le caratteristiche di quanto è stato scoperto lì da Palmer.
PGC: Puoi darmi più dettagli sulla seconda foto del 1939, che ritrarrebbe a posteriori lo stesso corpo ritrovato da Palmer? In questo documento il corpo è più rassomigliante con quello di Bewitness, per quanto mi sembra ci siano comunque varie differenze tra i due (mummia e corpo di Bewitness) se lo si guarda con attenzione.
JM: Secondo te questo corpo è davvero lo stesso ritrovato da Palmer? Non gli assomiglia per niente, è totalmente diverso! Tuttavia questo fatto unito a quello che è invece simile al corpo presentato a Bewitness, ci porta a sospettare che questa foto del 1939 sia stata modificata. La mummia scoperta da Palmer e questa seconda immagine scattata nel 1939, sono incompatibili! E tantomeno, ripeto, la mummia scoperta da Palmer non ha nulla a che vedere con il corpo presentato a Bewitness eppure i detrattori sostengono che si tratti dello stesso corpo, è assurdo! Abbiamo fatto ulteriori valutazioni della lunghezza del corpo di Bewitness e sono comunque superiori a quelle della mummia scoperta da Palmer che era di 73 centimetri. Abbiamo preso in esame il cartello visibile nella slide e la signora che si vede dietro la teca di vetro, come comparazione e siamo arrivati alla conclusione che il corpo di Bewitness deve misurare 120 centimetri. Con tutto questo, ribadisco ancora, dimostriamo che c’è stata tutta una campagna per screditare il nostro lavoro. Ora sto terminando un articolo in cui spiego tutti questi dettagli e poi te lo mando così potete pubblicarlo, se volete, anche in Italia.
PGC: Sì Jaime, credo che con il Dr. Pinotti possiamo pubblicare queste ultime novità nella sua rivista. Tra l’altro, quest’anno al Simposio Internazionale di San Marino ho potuto presentare i risultati delle analisi forensi sul corpo delle slide presentate a Bewitness.
JM: Ve ne sono grato. Sinora solo qui in Messico sono stati presentati i risultati dello studio forense sul corpo visibile nelle slide. Grazie per averle fatte conoscere al pubblico italiano. Ringrazia ti prego il Dr. Pinotti, che stimo, per quello che ha fatto e che farà per diffondere i risultati di questa ricerca che ancora è lontana da poter essere considerata conclusa.
PGC: Senz’altro Jaime, lo farò. A presto.
JM: A presto.
Il giorno successivo Maussan ci ha inviato l’articolo dove sono esposti, in dettaglio, gli elementi accennati nell’intervista. Eccolo a seguire.
“DUE CORPI”
di Jaime Maussan
Nuovi documenti recentemente declassificati dal Servizio Nazionale dei Parchi degli Stati Uniti contengono, tra le altre cose, una fotografia che mostra il momento in cui l’archeologo S. L. Palmer ha scoperto il corpo mummificato di un bambino, nelle rovine di Montezuma Castle, in Arizona. Gli altri documenti contenuti nel dossier confermano l’autenticità di questa fotografia.
Già in questa foto, ad un primo esame non approfondito, si possono notare delle differenze con il corpo presentato nell’evento denominato Bewitness, avvenuto il 5 maggio 2015, a Città Del Messico.
Foto 001 – L’archeologo S. L. Palmer vicino alla tomba con la mummia del bambino da lui ritrovata
Nell’ingrandimento le differenze tra questo corpo e le immagini presentate il 5 maggio, risultano ancor più evidenti. Differenze che risultano incompatibili con quanto affermato da coloro che sostengono che questo corpo e quello presentato a Città del Messico, siano lo stesso esemplare.
Foto 002 – Ingrandimento della tomba con la mummia del bambino ritrovata nel 1896 da S. L. Palmer
In questo primo piano, ancora più ingrandito e messo in posizione verticale, è possibile osservare nel dettaglio la testa ed il volto del bambino mummificato ritrovato da Palmer, le cui caratteristiche, lo ribadisco, sono notevolmente differenti dall’essere presentato a Città del Messico.
Foto 003 – Ingrandimento maggiore dellla mummia del bambino ritrovata nel 1896 da S. L. Palmer Foto 004 – Ingrandimento maggiore dellla mummia del bambino ritrovata nel 1896 da S. L. Palmer
Il 20 Marzo del 1896 è stato pubblicato un articolo nel “Mancos Times” che contiene una relazione di Richard Wetherhill sulla scoperta di S. L. Palmer. In questo documento si fa riferimento alle condizioni in cui fu trovata la mummia del bambino e anche alla posizione in cui si trovava il corpo. Accanto ad esso è stata rinvenuta una stoviglia, posizionata vicino alla testa, un arco e delle frecce nella parte destra. Questo documento conferma ancora l’autenticità della fotografia in cui si vede Palmer nel luogo del ritrovamento archeologico.
Questa è la parte del testo del “MANCOS TIME” che riguarda il ritrovamento della mummia:
“Alla fine del lato est di questo livello c’è una sporgenza molto piccola di 7,5 metri e 1 o 1,5 metri profonda. Essa confina con la fila delle stanze e bisogna valicarle tutte per salire alle stanze al di sopra. In questo piccolo spazio ho trovato, dopo un lavoro di pochi minuti, i resti di almeno una mezza dozzina di bambini, uno dei quali era una mummia molto bella. Tutti questi, tranne la mummia, erano in una massa promiscua e non avevano niente con loro. La mummia era la sepoltura più bassa, e si trovava in un fosso molto piccolo vicino alla roccia sul pavimento della caverna. Fu posta verso l’esterno, la testa verso est, a faccia in su, le mani ai lati. Una ciotola è stata trovata a sinistra della testa, e un piccolo arco e delle frecce erano posizionate nel senso della lunghezza sul lato destro. Il corpo è racchiuso in un panno di cotone, che è ancora in uno stato di buona conservazione. La tomba era coperta da piccoli bastoncini rotondi collocati ad una distanza di 8-10 cm e paralleli tra loro, che reggevano una stuoia distesa sulla tomba. Al disopra di questa c’erano mezzo metro di detriti, tra cui vennero trovati altri reperti.”
Foto 005 – Documento del Dipartimento degli interni USA del 1957 che riporta la descrizione della mummia
Questo documento del Dipartimento degli interni USA, del 1957, riporta le caratteristiche della mummia del bambino descritte nell’articolo del MANCOS TIME.
STATI UNITI
DIPARTIMENTO DEGLI INTERNI
SERVIZIO PARCO NAZIONALE
Monumento Nazionale Castello di Montezuma
Camp Verde, Arizona
25 Gennaio, 1957
Memorandum
A: Soprintendente Generale, SWNM
Da: Soprintendente
Oggetto: Elenco materiale archeologico del Castello di Montezuma
Quella parte della Collezione S. L. Palmer, che fu trasferita al Monumento nazionale di Montezuma Castle dal Parco Nazionale Mesa Verde nel 1947, è registrata nell’elenco della Collezione Palmer come proveniente dal Castello.
Conferma della provenienza di questo materiale (numero di accesso 65) si trova in un articolo del Mancos Times, del 20 Marzo 1896 (copia nei nostri archivi) che cita il racconto di Richard Wetherill riguardo il ritrovamento della mummia su una sporgenza del Castello di Montezuma.
“La mummia era la sepoltura più bassa, e si trovava in un fosso molto piccolo vicino alla roccia sul pavimento della caverna. Era stesa dritta, la testa verso est, a faccia in su, le mani ai lati. Una ciotola è stata trovata a sinistra della testa, e un piccolo arco e delle frecce erano posizionate nel senso della lunghezza sul lato destro. Il corpo è racchiuso in un panno di cotone, che è ancora in uno stato di buona conservazione. La tomba era coperta da piccoli bastoncini rotondi collocati ad una distanza di 8-10 cm e paralleli tra loro, che reggevano una stuoia distesa sulla tomba”.
È da auspicare, eventualmente, di esibire la mummia di Palmer così come fu trovata, con gli oggetti che la accompagnavano. La ciotola sopra menzionata è probabilmente quella catalogata con il numero 65/1, come oggetto rotto ma che si può restaurare, l’arco e le frecce sono elencati nel registro mastro con i numeri 3 e 16.
Nella foto seguente, presente nel dossier declassificato dal Servizio Nazionale dei Parchi degli Stati Uniti, si vede una mummia, ipoteticamente fotografata dopo essere stata dissotterrata dopo la scoperta da parte di S. L. Palmer, le cui caratteristiche differiscono considerevolmente dal corpo fotografato in situ, poco dopo il suo ritrovamento. Esiste anche un documento che specifica pure le caratteristiche del luogo dal ritrovamento.
Foto 006 – Ipotetica seconda foto della mummia Nella foto a seguire si vede una mummia ipoteticamente fotografata da Frank Hadl, nel Dicembre del 1956, nel Museo di Montezuma Castle. Neanche le sue caratteristiche sono simili alla fotografia originale del ritrovamento da parte di Palmer.
Foto 007 – Terza ipotetica foto della mummia
Sono stati anche declassificati i documenti che precisano la grandezza del corpo mummificato del bambino; in essi si determina che la grandezza del corpo era di 29 pollici di lunghezza (73 cm.), per 9 pollici di larghezza (22,5 cm.).
Foto 008 – Documento del 1942 con le misure della mummia scoperta da Palmer nel 1896
Questo è il testo del documento in cui tale misura viene specificata:
STATI UNITI
DIPARTIMENTO DEGLI INTERNI
SERVIZIO PARCO NAZIONALE
Parco Nazionale di Mesa Verde
Colorado
1 Dicembre, 1941
Memorandum per il Custode:
Monumento Nazionale di Montezuma Castle.
In riferimento alla sua lettera del 22 Novembre, che richiedeva le misure della mummia trovata al Castello di Montezuma .
Questa mummia misura 23 cm in larghezza e 73,5 cm in lunghezza. L’altezza, o larghezza, probabilmente non è importante, ma nel caso dovesse chiedersi a riguardo, le misure sono 15 cm circa. La mummia è quella di un bambino, disteso a figura intera sulla sua schiena. Nell’insieme è in buone condizioni di conservazione, tranne una gamba che manca al di sotto del ginocchio.
Naturalmente lei auspica che questa mummia prima o poi ritorni al suo luogo di appartenenza. Comunque, sembra preferire Mesa Verde e noi siamo alquanto esitanti riguardo a ferire i sentimenti di un bambino.
Don Watson,
Naturalista del Parco
Le ricerche effettuate in Messico da diversi specialisti, che si sono avvalsi di differenti metodi e avendo come riferimento oggetti che appaiono nell’immagine la cui grandezza è deducibile con relativa facilità, indicano che il corpo che appare nella fotografia ha una statura di circa 4 piedi, che corrispondono a 120 cm., una differenza di misura considerevole rispetto all’altezza di 73 cm. della mummia scoperta da Palmer.
Foto 009 – Slide 11 con il corpo del presunto ET Sono state realizzate differenti comparazioni per determinare la lunghezza del Corpo presentato all’evento di Bewitness. Prendendo come riferimento il cartello posto al lato del corpo e considerando che a giudicare dal numero di parole e soprattutto, dalla distanza alla quale dovrebbe essere collocato per essere leggibile dalle persone, la sua lunghezza dovrebbe essere di 14 pollici (35 cm.), e con non meno di 12 pollici (30 cm.) di altezza. Le misure di questo cartello suggeriscono che il corpo dovrebbe misurare tra i 39 e i 47 pollici (100 – 120 cm.).
Foto 010 – Slide 11 con misura del corpo del presunto ET in relazione al cartello La stessa cosa succede se prendiamo come riferimento i fori dei binari bianchi che sostengono la teca di vetro. Così facendo l’altezza del corpo a cui si arriva è la stessa, considerando una distanza di 1.4 pollici (3.5 cm.) tra i fori, misura standard attualmente. Va detto, comunque, che non è possibile determinare se questa misura fosse quella standard anche nel 1947.
Foto 011 – Slide 11 con misura dl corpo del presunto ET in relazione ai binari
Giungiamo alle stesse conclusioni anche se prendiamo come riferimento il corpo della donna, presumibilmente Hilda Blair Ray, visibile a destra della foto, dietro la teca di vetro che contiene il corpo. Cioè a dire di nuovo, che il corpo visibile qui sopra non misura, come riportato nei documenti declassificati, 29 pollici (73 cm.) di altezza e pertanto non può trattarsi della mummia del bambino trovata da Palmer nel 1896.
Foto 012 – Misura del corpo del presunto ET in relazione alle proporzioni delle mani della donna dietro la teca
Perciò, dal confronto dei dati rilevati nella fotografia della mummia ritrovata da Palmer nel 1896, diffusa dal Servizio Nazionale dei Parchi degli Stati Uniti, e di quelli ottenuti dall’analisi del corpo visibile nelle foto presentate il 5 maggio 2015 a Città del Messico, sembrerebbe fuori da ogni dubbio che i due corpi NON corrispondono allo stesso essere, a prescindere che le immagini presentino, già a prima vista, alcune differenze considerevoli, come la mano, il viso ed altre parti visibili del corpo.
Foto 013 – La mummia del bambino scoperta da S. L. Palmer
Infatti, nell’immagine osserviamo una testa molto piccola, il volto del bambino appunto, e gli oggetti, i doni, posti accanto al corpo, per accompagnarlo nel suo viaggio nell’al di là. La posizione della mummia, così come gli oggetti che appaiono vicino a lui, sono descritti in due documenti ufficiali del Servizio Nazionale dei Parchi degli Stati Uniti. In essi, lo ripeto, si segnala la presenza di una stoviglia al lato sinistro della testa, un arco e frecce al lato destro, così come l’orientamento della piccola mummia.
Non vi è alcun dubbio sull’autenticità di questa immagine, non solo per l’esatta corrispondenza al momento storico della sua scoperta, ma anche per il dossier che riporta le condizioni generali della stessa al momento del suo ritrovamento. Perciò le due fotografie indicate come scattate nel 1896 ed attribuite al ritrovamento di S. L. Palmer, risultano incompatibili. Mentre una presenta un corpo molto piccolo, le cui caratteristiche in quanto alle dimensioni, particolarmente della testa e del volto, suggeriscono che si tratti realmente di un bambino di due anni, la seconda fotografia della mummia che sarebbe stata scattata dopo il suo disseppellimento, presenta grandi differenze, come dicevamo prima, la grandezza del suo cranio è molto superiore e anche le fattezze del volto sono diverse, si tratta quindi di due volti differenti. Semplicemente le due immagini non appartengono allo stesso corpo. La possibilità che l’immagine, presentata come lo stesso corpo dopo l’estrazione della mummia dalla sua tomba originale, sia stata alterata è una ipotesi molto reale.
Poco dopo la presentazione dell’evento di Bewitness alcuni investigatori sono riusciti a decodificare il cartello che appare davanti al corpo e che era illeggibile. La scritta dice così: “Corpo Mummificato di un Bambino di Due Anni” (MUMMIFIED BODY OF TWO YEAR OLD BOY).
L’investigatore Anthony Bragalia, aveva ipotizzato che poteva trattarsi del corpo mummificato di un bambino di due anni che fu prestato al Museo di Mesa Verde nel 1938, e che vi rimase fino al 7 giugno del 1947, tuttavia ora sappiamo che non si tratta dello stesso corpo.
Risulta difficile stabilire perché il cartello sia stato posizionato al lato di un corpo, la cui grandezza e caratteristiche fanno presumere si tratti di un corpo relativamente recente che non appartiene ad un bambino di due anni. Possiamo ipotizzare che sia stato un tentativo di disinformare e sviare le persone che lo avrebbero osservato, ma ancora non è chiaro il perché sia stato collocato lì.
È di primaria importanza ritrovare le fotografie e le diapositive originali delle due immagini, la seconda del 1896 e quella del 1956, con le quali si vorrebbe screditare sia i documenti fotografici presentati in Messico, sia la ricerca scientifica di un corpo non umano, presumibilmente recuperato a Roswell secondo la testimonianza rilasciata da Eleazar Benavides. Entrambe le immagini possono essere state modificate per compromettere il caso presentato il 5 maggio 2015. Se non è possibile avere le immagini originali o dimostrare la loro autenticità, dovranno essere dichiarate nulle.
La testimonianza di Eleazar Benavides risulta molto importante per stabilire la possibilità che il corpo visibile nelle due slide possa trattarsi di uno dei cadaveri degli esseri recuperati a Roswell, è l’unico testimone ancora vivente che ha visto i corpi dentro l’Hangar 18, l’unico che può confermare se quanto visibile nel documento fotografico presentato in Messico sia reale e se corrisponda allo stesso caso.
Qui l’intervista che ci ha rilasciato Benavides:
https://www.youtube.com/watch?v=p25nbISLvps
Le ricerche e le testimonianze di diversi scienziati, del Messico, degli Stati Uniti e del Canada, che hanno analizzato le cosiddette “Diapositive di Roswell”, dimostrano caratteristiche non compatibili con la vita umana.
Questi Scienziati hanno realizzato uno studio dettagliato. Ecco i loro commenti al riguardo:
Alcuni investigatori hanno affermato che le immagini che sono state presentate a Città del Messico erano false o, semplicemente, che si trattava della mummia di un bambino. Credo che sia stato dimostrato qui che non si tratti della mummia del bambino ritrovata da Palmer, le cui dimensioni e caratteristiche differiscono dalle immagini presentate a Bewitness.
Foto 014 – Comparazioni fatte prima dell’evento Bewitness del 5 maggio 2015
Persino con mesi di anticipo molti hanno speculato sull’origine dell’essere presentato a Bewitness, e ciò dimostra l’ambiente poco favorevole all’obiettività. Per mesi si è cercato di trovare qualunque immagine simile che potesse giustificare il suo discredito.
È necessario andare ancora più a fondo nelle indagini, evitando prese di posizione preconcette, alla ricerca soltanto della verità, sia quella che sia.
Se, alla fine, il corpo visibile nelle slide dovesse rivelarsi realmente di uno degli esseri trovati a Roswell, potremmo essere di fronte ad una delle prove più importanti mai trovate, se emergesse invece, che si tratta di qualcos’altro, sarebbe comunque straordinariamente interessante capire come un essere umano abbia potuto sopravvivere con così tante anomalie fisiche.
È deplorevole che diversi ricercatori abbiano abbandonato le loro ricerche a causa delle minacce e delle pressioni di cui sono stati fatti oggetto. La comunità dei ricercatori di un fenomeno che non è accettato dagli scienziati e dai governi, è profondamente divisa.
È molto triste che, per il solo fatto di avere un punto di vista diverso, basato sulle nostre personali ricerche, siamo stati insultati pesantemente in così tanti e differenti modi. Screditati senza avere l’opportunità di esporre il nostro punto di vista. In fin di conti la proposta è stata fatta sotto la nostra responsabilità.
Considero che la fotografia di S.L Palmer dimostri, aldilà di qualsiasi dubbio, che si tratta di un corpo differente; che il corpo presentato all’evento di Bewitness non è la mummia del bambino di due anni trovata nel 1896. Bisognerà effettuare uno studio più approfondito per determinare se le fotografie delle mummie simili alle immagini dell’Essere presentate a Città del Messico siano autentiche o se siano state modificate per farle sembrare simili. Invito i ricercatori a dimenticare i nostri differenti punti di vista e a cercare uniti la soluzione a questo mistero ancora lontano dall’essere risolto.
Per coloro che non fossero riusciti a seguire l’evento di Bewitness del 5 maggio 2015, ve lo presentiamo integralmente. È gratuito ed è sottotitolato. Lo abbiamo dovuto dividere in due parti dovuto alla sua estensione.
https://www.youtube.com/watch?v=Ht1zfrKB6xQ
Jaime Maussan
Cd. Del Messico, 22 Giugno 2015
Conclusioni
Nel materiale d’archivio ritrovato e pubblicato da Maussan, è di notevole interesse evidenziare quanto riportato nel documento in cui viene descritto il ritrovamento di Palmer. Nello scritto, estratto da un articolo di Richard Wetherhill che relaziona sul ritrovamento della mummia di un bambino ad opera dell’archeologo S. L. Palmer, comparso il 20 marzo 1896, nel settimanale “MANCOS TIME”, come abbiamo visto, si può leggere quanto segue: “Alla fine del lato est di questo livello c’è una sporgenza molto piccola di 7,5 metri e 1 o 1,5 metri profonda. Essa confina con la fila delle stanze e bisogna valicarle tutte per salire alle stanze al di sopra. In questo piccolo spazio ho trovato, dopo un lavoro di pochi minuti, i resti di almeno una mezza dozzina di bambini, uno dei quali era una mummia molto bella. Tutti questi, tranne la mummia, erano in una massa promiscua e non avevano niente con loro. La mummia era la sepoltura più bassa, e si trovava in un fosso molto piccolo vicino alla roccia sul pavimento della caverna. Fu posta verso l’esterno, la testa verso est, a faccia in su, le mani ai lati. Una ciotola è stata trovata a sinistra della testa, e un piccolo arco e delle frecce erano posizionate nel senso della lunghezza sul lato destro. Il corpo è racchiuso in un panno di cotone, che è ancora in uno stato di buona conservazione. La tomba era coperta da piccoli bastoncini rotondi collocati ad una distanza di 8-10 cm e paralleli tra loro, che reggevano una stuoia distesa sulla tomba. Al disopra di questa c’erano mezzo metro di detriti, tra cui vennero trovati altri reperti.”
L’inciso che ho evidenziato: “…In questo piccolo spazio ho trovato, dopo un lavoro di pochi minuti, i resti di almeno una mezza dozzina di bambini, uno dei quali era una mummia molto bella. Tutti questi, tranne la mummia, erano in una massa promiscua e non avevano niente con loro. La mummia era la sepoltura più bassa, e si trovava in un fosso molto piccolo vicino alla roccia sul pavimento della caverna.” ci dice che durante gli scavi effettuati da S. L. Palmer non sono state trovate altre mummie degne di rilievo oltre a quella presente nella foto che lo ritrae al momento della scoperta. Il fatto che esistano foto di due corpi palesemente differenti, provenienti dagli scavi di Palmer a Montezuma Castle, mi riferisco alla foto ipoteticamente del 1939, conferma aldilà di ogni dubbio che ,in questo complesso caso, ci sono rilevanti elementi incongruenti e sospetti ma, come ha detto lo stesso Maussan: “…questa ricerca ancora è lontana da poter essere considerata conclusa.”
Pier Giorgio Caria – 26.06.2015