L’ASTEROIDE APOPHIS ADESSO È MENO MINACCIOSO PER LA TERRA
Ricalcolata la sua orbita: la probabilità che ci cada addosso è scesa a quattro su un milione
MILANO – L’asteroide Apophis torna a far notizia. Ma questa volta è meno minaccioso del passato. Al Jet Propulsion Laboratory della Nasa dove c’è un nucleo di specialisti che sorveglia e misura i minuscoli pianetini che talvolta circolano minacciosi vicino alla Terra, si sono rifatti calcoli dell’orbita di Apophis concludendo che la probabilità di caderci addosso il 13 aprile 2036 è scesa da una su 45 mila a quattro su un milione. Possiamo dunque dormire sonni tranquilli, sperando che non intervengano strane perturbazioni a modificare la sua traiettoria.
MESI DI OSSERVAZIONI – Il risultato è il frutto di molti mesi di osservazioni soprattutto condotte da un gruppo di astronomi dell’Università delle Hawaii utilizzando il telescopio di 2,2 metri collocato sulla vetta del Mauna Kea. Ma altri osservatori sono stati coivolti: dal Kitt Peak in Arizona ad Arecibo a Porto Rico. Quando Apophis venne scoperto nel 2004 si era calcolata una probabilità del 2,7 per cento che ci finisse addosso nel 2029. Ma ulteriori rilevamenti ed elaborazioni allontanarono la tremenda prospettiva ed ora si sa che quando arriverà il 13 aprile 2029, transiterà a 29.450 chilometri dal nostro pianeta; vale a dire al di sotto dell’orbita geostazionaria di 36 mila chilometri dove ruotano i satelliti per le telecomunicazioni e quindi ben più vicino della Luna. La Nasa continua a monitorare la minaccia dei asteroidi e comete attraverso il programma Near Earth Object Observation Program, noto come «Spaceguard». E intanto si studia come poter intervenire per ridurre il pericolo e allontanare qualche intruso che la traccia della sua traiettoria porterebbe a collidere con il nostro globo.
Giovanni Caprara
MESI DI OSSERVAZIONI – Il risultato è il frutto di molti mesi di osservazioni soprattutto condotte da un gruppo di astronomi dell’Università delle Hawaii utilizzando il telescopio di 2,2 metri collocato sulla vetta del Mauna Kea. Ma altri osservatori sono stati coivolti: dal Kitt Peak in Arizona ad Arecibo a Porto Rico. Quando Apophis venne scoperto nel 2004 si era calcolata una probabilità del 2,7 per cento che ci finisse addosso nel 2029. Ma ulteriori rilevamenti ed elaborazioni allontanarono la tremenda prospettiva ed ora si sa che quando arriverà il 13 aprile 2029, transiterà a 29.450 chilometri dal nostro pianeta; vale a dire al di sotto dell’orbita geostazionaria di 36 mila chilometri dove ruotano i satelliti per le telecomunicazioni e quindi ben più vicino della Luna. La Nasa continua a monitorare la minaccia dei asteroidi e comete attraverso il programma Near Earth Object Observation Program, noto come «Spaceguard». E intanto si studia come poter intervenire per ridurre il pericolo e allontanare qualche intruso che la traccia della sua traiettoria porterebbe a collidere con il nostro globo.
Giovanni Caprara
09 ottobre 2009 – Corriere della Sera