Overshoot Day: già consumate le risorse rinnovabili della Terra

Overshoot Day: già consumate le risorse rinnovabili della Terra

relojtierra100Secondo i calcoli del Global Footprint Network, lunedì 8 agosto il nostro conto corrente planetario andrà a zero. Andremo avanti consumando risorse che appartengono alle prossime generazioni. Le proposte per cambiare: meno carne, più energia rinnovabile, più riciclo

ROMA – L’8 agosto il nostro conto corrente planetario andrà a zero. Niente più risorse rinnovabili disponibili. Niente cibo. Niente legname. Naturalmente non moriremo di fame, le industrie non si fermeranno, le vetrine resteranno straripanti di merci e di cibo. La vita continuerà a scorrere senza scossoni apparenti, ma con una differenza profonda. Dall’8 agosto cominceremo a consumare il futuro: cattureremo animali che non si sono ancora riprodotti, taglieremo alberi che non ricresceranno, prenderemo a prestito una ricchezza che appartiene alle prossime generazioni.

Certo queste generazioni non possono ancora protestare – e soprattutto non possono votare – ma i loro diritti cominciano a trovare un ascolto che finora a pochi anni fa era quasi inesistente. Il calcolo è stato fatto dal Global Footprint Network, un’; organizzazione di ricerca internazionale che ha elaborato un metodo di misura del consumo delle risorse che ogni anno la natura mette a disposizione delle specie viventi. L’Earth Overshoot Day è il giorno in cui comincia il sovra sfruttamento della Terra, il momento in cui la domanda annuale di risorse naturali da parte dell’umanità supera le risorse che la Terra può rigenerare in un anno. Vale per quello che prendiamo e per quello che lasciamo. Ad esempio emettiamo più anidride carbonica in atmosfera di quella che gli oceani e le foreste sono in grado di assorbire e in questo modo acceleriamo lo squilibrio climatico che contribuisce a ridurre le risorse disponibili perché aumenta la desertificazione e l’inaridimento delle terre.

“Un nuovo modo di vivere, più in armonia con il pianeta, è possibile e porterebbe molti vantaggi, ma richiede impegno per realizzarlo”, commenta Mathis Wackernagel, responsabile del Global Footprint Network. “La buona notizia è che questo obiettivo è attuabile con le tecnologie disponibili ed è economicamente vantaggioso dato che i benefici complessivi sono superiori a costi. Si possono stimolare settori emergenti come le energie rinnovabili, riducendo i rischi e i costi connessi a settori imprenditoriali senza futuro perché basati su tecnologie vecchie e inquinanti. Ma a patto di trovare una risorsa che noi non misuriamo: la volontà politica di sostenere il cambiamento necessario”.

Fortunatamente, notano i curatori del rapporto sull’Overshoot Day, ci sono segnali di cambiamento. Ad esempio il Costa Rica ha generato il 97% della sua elettricità da fonti rinnovabili nel corso dei primi tre mesi del 2016. Anche il Portogallo, la Germania e la Gran Bretagna hanno, sia pure per un tempo molto ridotto, soddisfatto il 100% della loro domanda di energia elettrica con le fonti rinnovabili. Mentre in Cina è stato delineato un piano per dimezzare il consumo di carne in modo da abbassare le emissioni di CO2 di un miliardo di tonnellate entro il 2030.

Per ora comunque la bilancia globale pende dalla parte dell’inquinamento e la data dell’Overshoot Day continua ad arretrare, anche se a un ritmo più lento (un giorno all’anno, in media, negli ultimi cinque anni, rispetto a una media di tre giorni all’anno da quando, nei primi anni Settanta, é iniziato il sovra sfruttamento): nel 2000 era a settembre ora è arrivata all’8 agosto. “Anche in Italia è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti”, osserva Roberto Brambilla, responsabile della Rete Civica che in Italia segue l’Overshoot Day. “Ci vogliono misure concrete per rispettare gli impegni internazionali a difesa dell’ambiente. Misure che tra l’altro favorirebbero il rilancio
dell’occupazione”. In assenza di risposte politiche efficaci, comunque, qualcosa si può fare anche a livello individuale: sul sito dell’Overshoot Day ci sono proposte che vanno dall’aumento dei pasti vegetariani al recupero della materia utilizzata nel ciclo produttivo.

di Antonio Cianciullo

04 agosto 2016