«CHURCHILL MISE A TACERE GLI AVVISTAMENTI DI UFO»
Il premier non voleva creare il panico in guerra. Si consultò anche con Eisenhower sulle segnalazioni di alcuni piloti della RAF.
Il premier non voleva creare il panico in guerra. Si consultò anche con Eisenhower sulle segnalazioni di alcuni piloti della RAF.
Dal nostro corrispondente Fabio Cavalera
L’«alieno» di Roswell, New Mexico: nel 1947 il rinvenimento di alcuni rottami vicino a una base aerea accreditò la teoria dello schianto di un UfoLONDRA – Ai dischi volanti, Winston Churchill fu iniziato nel 1912: nel cielo di Sheerness, in Essex, sopra la base-scuola della Royal Navy qualcuno osservò un oggetto strano che luccicava e rimase stordito. Forse era un velivolo ma non avendo mai visto cose del genere quel testimone lanciò l’allarme e la faccenda finì persino alla Camera dei Comuni. Fu tale lo spavento che il Parlamento ordinò al primo Lord dell’Ammiragliato, il trentottenne Winston Churchill, di venire a capo della inquietante intrusione. Se ne occuparono i servizi segreti della flotta di sua Maestà che però non riuscirono a dare una spiegazione esauriente del fatto. E, così, si preferì soprassedere. Allucinazioni visive? Invasione dallo spazio? Un bel pò di anni dopo, ci raccontano i documenti storici resi pubblici ieri dall’Archivio Nazionale di Stato, Winston Churchill fu costretto di nuovo, e in diverse occasioni, a occuparsi di Ufo. Se nel 1912 non vi aveva prestato più di tanta attenzione e probabilmente non se ne era nemmeno preoccupato, questa volta il leader conservatore, divenuto nel frattempo capo del governo, pensò di andarci cauto e di non sottovalutare gli avvistamenti segnalati.
Era accaduto che sul finire della guerra alcuni piloti della Raf di ritorno da varie missioni (una, in particolare, sulle coste meridionali del Regno Unito) si erano imbattuti in un «oggetto metallico» che era volteggiato attorno alle squadriglie ed era poi sparito. Churchill ne fu informato e le relazioni lo impressionarono. Al punto che, come riferito da una sua guardia del corpo (il cui nome è sempre rimasto segreto), ne parlò a Dwight Eisenhower, allora comandante delle forze alleate in Europa. Si era in un momento delicato del conflitto mondiale, dunque i due concordarono di non dare pubblicità all’evento: l’opinione pubblica non doveva essere distratta e in nessun modo impressionata negativamente. Incaricarono una commissione congiunta dei servizi di sicurezza di interrogare i militari coinvolti negli avvistamenti e valutarono che fosse giusto coprire «per almeno mezzo secolo» tutti i documenti relativi agli Ufo, o presunti tali, circolanti nei cieli d’Inghilterra.
Winston Churchill era un uomo pragmatico: probabilmente il suo pensiero era che quegli «oggetti metallici» potessero essere nuove armi tedesche. Magari missili. Gli esperti lo esclusero. Il dubbio non fu risolto. La storia racconta che Churchill perse le elezioni postbelliche e che restò fuori dai giochi fino al 1951 quando ottenne un altro mandato a governare. La vicenda dei dischi volanti non gli era passata dalla testa. Anche perché, e se ne era reso conto subito, fra le carte conservate al ministero della difesa ve ne erano diverse che segnalavano ulteriori avvistamenti.
Non che ci fosse da esserne suggestionati o particolarmente colpiti ma Winston Churchill decise che affrontare la questione con eccessiva superficialità sarebbe stato un errore. Una nota scritta rivela che il 28 luglio 1952 lo stesso Churchill si rivolse al viceministro responsabile dell’aeronautica militare chiedendogli: «Che cosa sono tutte queste cose sui dischi volanti? Che cosa significano?». E ancora: «Qual è la verità? Fatemi avere una relazione».
Non era ossessionato dagli Ufo ma il leader britannico aveva una certa curiosità e voleva risposte certe. I risultati delle varie indagini che arrivarono sul suo tavolo esclusero che gli «oggetti» osservati nei cieli all’inizio degli anni Cinquanta fossero dischi volanti ma non specificarono altro. Di che cosa si trattava? La documentazione che l’Archivio Nazionale mette ora a disposizione e che si aggiunge a quella pubblicata nei mesi scorsi non regala sconvolgenti risultati, rivela però una circostanza: per diversi decenni sia al ministero della difesa sia nei servizi segreti alla questione degli Ufo sono state dedicate meticolose investigazioni. E la questione non è stata archiviata. Il primo a interessarsene e ad avviare le ricerche fu proprio Winston Churchill.
06 agosto 2010
Era accaduto che sul finire della guerra alcuni piloti della Raf di ritorno da varie missioni (una, in particolare, sulle coste meridionali del Regno Unito) si erano imbattuti in un «oggetto metallico» che era volteggiato attorno alle squadriglie ed era poi sparito. Churchill ne fu informato e le relazioni lo impressionarono. Al punto che, come riferito da una sua guardia del corpo (il cui nome è sempre rimasto segreto), ne parlò a Dwight Eisenhower, allora comandante delle forze alleate in Europa. Si era in un momento delicato del conflitto mondiale, dunque i due concordarono di non dare pubblicità all’evento: l’opinione pubblica non doveva essere distratta e in nessun modo impressionata negativamente. Incaricarono una commissione congiunta dei servizi di sicurezza di interrogare i militari coinvolti negli avvistamenti e valutarono che fosse giusto coprire «per almeno mezzo secolo» tutti i documenti relativi agli Ufo, o presunti tali, circolanti nei cieli d’Inghilterra.
Winston Churchill era un uomo pragmatico: probabilmente il suo pensiero era che quegli «oggetti metallici» potessero essere nuove armi tedesche. Magari missili. Gli esperti lo esclusero. Il dubbio non fu risolto. La storia racconta che Churchill perse le elezioni postbelliche e che restò fuori dai giochi fino al 1951 quando ottenne un altro mandato a governare. La vicenda dei dischi volanti non gli era passata dalla testa. Anche perché, e se ne era reso conto subito, fra le carte conservate al ministero della difesa ve ne erano diverse che segnalavano ulteriori avvistamenti.
Non che ci fosse da esserne suggestionati o particolarmente colpiti ma Winston Churchill decise che affrontare la questione con eccessiva superficialità sarebbe stato un errore. Una nota scritta rivela che il 28 luglio 1952 lo stesso Churchill si rivolse al viceministro responsabile dell’aeronautica militare chiedendogli: «Che cosa sono tutte queste cose sui dischi volanti? Che cosa significano?». E ancora: «Qual è la verità? Fatemi avere una relazione».
Non era ossessionato dagli Ufo ma il leader britannico aveva una certa curiosità e voleva risposte certe. I risultati delle varie indagini che arrivarono sul suo tavolo esclusero che gli «oggetti» osservati nei cieli all’inizio degli anni Cinquanta fossero dischi volanti ma non specificarono altro. Di che cosa si trattava? La documentazione che l’Archivio Nazionale mette ora a disposizione e che si aggiunge a quella pubblicata nei mesi scorsi non regala sconvolgenti risultati, rivela però una circostanza: per diversi decenni sia al ministero della difesa sia nei servizi segreti alla questione degli Ufo sono state dedicate meticolose investigazioni. E la questione non è stata archiviata. Il primo a interessarsene e ad avviare le ricerche fu proprio Winston Churchill.
06 agosto 2010